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Ciclone Rocco… Yes, we can!
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EDITORIALE
Ha subito capito Firenze, riportando entusiasmo Con lui tutto è più semplice e veloce Siamo solo all’inizio, ma la partenza è decisiva E’ qui per vincere, non per partecipare
Ama la gente e il contatto con i tifosi La sua umiltà lo rende più forte E’ il leader perfetto per la nostra Fiorentina
• Mario Tenerani
“Y
es, we can”. Sì, ce la possiamo fare. Rocco Commisso si racchiude in questa frase che per gli Stati Uniti d’America vale molto, forse tutto. Si è abbattuto sulla Fiorentina come un ciclone, un meraviglioso tornado, qualcosa di primaverile e infatti ancora non è estate. Rocco, perché lui vuole essere chiamato così, incarna le caratteristiche che piacciono ai fiorentini. E’ di basso profilo, umile, ma determinato, non promette ciò che non può mantenere, ma è già pronto a mettere il petto in avanti per difendere la Fiorentina. Rocco è un capo nato, dalle sue parti li chiamano leader. Ha ripetuto spesso che “i soldi per lui non sono un problema”, altra frase che ha allargato i polmoni dei tifosi viola. Il periodo delle vacche magre è finito, gran sospiro di sollievo. Viene da sorridere perché Rocco in pochi giorni giorni ha capito quello che altri in quasi due decenni avevano ignorato. Siamo solo all’inizio, ma l’alba di questa avventura sembra carica di prospettive ed emozioni. I fatti dovranno confermare le sensazioni, certo, però la partenza era determinante, altro che storie. Rocco verrà spesso a Firenze perché qualcuno gli ha spiegato che “il calcio richiede presenza”. Non potrà vivere qui, ma se davvero prenderà confidenza con la città, respirandone gli odori e respirando gli umori, la Fiorentina non potrà che trovarne giovamento. Lo rappresenterà in tutto e per tutto l’amico fidato, Joe Barone, nato a Pozzallo (Ragusa), il paese di La Pira, e non è poco. Rocco ama la gente, non fa niente per nasconderlo. Gli avevano detto di non parlare coi tifosi e lui si è chiesto se fossero tutti matti… Perché lui ama le persone come se stesso. Direttore responsabile Mario Tenerani
Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione
Caporedattore Tommaso Borghini Chiuso in redazione il 18/06/2019 alle ore 11
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Commisso mostra con orgoglio la sua maglia viola con il numero 5 stampato sulle spalle
E’ empatico, carismatico, molto pop insomma. Dicono che in azienda, anche coi magazzinieri, sia detto col massimo rispetto, abbia un atteggiamento da pari e non da superiore. Lo chiamano Rocco, al massimo Mister Rocco. Lui risponde con una pacca sulla spalla, informandosi come vanno le cose al lavoro e a casa. Si sveglia presto la mattina Rocco, lo fa da sempre: alle 5,30 è già in auto per andare verso il suo ufficio, abita fuori New York. Si è fatto da solo, studiando e lavorando, senza sosta. Ha frequentato la più importante università statunitense e si è formato come manager. Ha un patrimonio di 5 miliardi di dollari, non coriandoli. L’aspetto interessante del suo pensiero, abbastanza italiano è molto americano, risiede in un concetto decisivo per la Fiorentina: Rocco a 70 anni desidera restituire una parte di quelEditore e pubblicità SPORTMEDIA GROUP info@brividosportivo.it N° ROC 26744
Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Rossana De Nicola e Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it
Rocco Commisso è stato accolto da migliaia di tifosi in festa al Franchi
la fortuna che lui ha costruito con merito. Lo vuole fare, poi, in Italia perché è la sua terra di origine, calabrese di Marina di Gioiosa Ionica. Questa molla tipica di chi ha scalato con quelle modalità le vette del mondo, potrebbe trasformarsi in formidabile detonatore per il destino viola. Rocco è un vincente, non è venuto a Firenze per partecipare. Vuole vincere. Cosa? Voliamo basso, cominciamo a riportare la Fiorentina in Europa. Laddove merita di stare. E dopo si vedrà. “Yes, we can”. Stampa Baroni e Gori Foto Massimo Sestini Foto storiche archivio Paolo Melani
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lente d’ingrandimento
Ha cambiato il volto della Fiorentina con una rapidità sorprendente Con lui il futuro non fa più paura
Un uomo che sa parlar d’amore
Rocco ha colpito l’immaginario collettivo spazzando via la tristezza di anni vuoti Ha scelto di ripartire dal passato più bello E adesso si sognano 30mila abbonati
Adesso anche i tifosi viola hanno il loro sogno americano
Un momento della conferenza stampa di presentazione di Rocco Commisso
• Alessandro Rialti
R
apido, più di quanto non pensasse, più di quanto io non sperassi, la Fiorentina ha cambiato volto con una velocità sorprendente. E’ rimasto poco del passato, quasi niente dei fratelli Della Valle, ora tutto viene visto in prospettiva. Commisso ha colpito l’immaginario collettivo perché sa parlare… d’amore. Pradè riporta alla mente la Fiorentina dai mille tocchi, forse non più clonabile adesso che non ci sono più Pizzarro e Aquilani ma che potrebbe andare alla «caccia» di Borja Valero. E il ricordo di quegli anni vivi e pieni di sogni potrebbero diventare ancora più colorati se Montella riuscisse a scordare le ultime settimane della Fiorentina intontita del dopo Pioli per ricordarsi di quella che seppe arrivare sempre al traguardo europeo.
Poi c’è Antognoni che dovrebbe ricoprire un ruolo più importante e con buonissime probabilità pure Batistuta con la sua prepotente forza vitale. Diciamo che il futuro viola inizia dal suo passato più bello. I ricordi di allora che possono tentare di avere ancora uno spazio, un’opportunità. Il clima è idilliaco, si sognano trentamila abbonati, un Franchi tutto viola, ma è proprio adesso che inizia il difficile. Il compito niente affatto facile di Daniele Pradè. Il caso Chiesa, una valanga di giocatori da tagliare, in una sorta di vendemmia degli errori passati. Sfoltire per prima cosa ma poi costruire una squadra ex novo. E’ chiaro che l’estate si sarà torrida ma al contempo c’è la gioia della ripartenza, del mondo nuovo da scoprire. E tutto questo è davvero fantastico. Auguri a Pradè e ai nuovi dirigenti e voglia di divertirsi, tutti, per dimenticare questi ultimi anni , tristi, vuoti, pieni di paure e tensioni.
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Caro Rocco, grazie assai! Hai detto subito che sei qui per imparare dandoci una lezione d’umiltà che mi ha lasciato a bocca aperta Adesso mi permetto di darti tre consigli
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BS|Giugno 2019 L’opinione
1) Presto ci attaccheranno Difendi sempre la Fiorentina con il coltello fra i denti • LUCA CALAMAI
C
aro Rocco, per cominciare grazie assai. Come ami ripetere con quel tuo sorriso contagioso. Ci hai chiesto di chiamarti per nome. E questo ci ha piacevolmente stupiti. Noi fiorentini siamo chiusi, riservati, diffidenti davanti alle novità. Non ci concediamo agli altri con grande facilità. Ma ci hai conquistati con il tuo primo sguardo perché abbiamo letto nei tuoi occhi quell’entusiasmo che, invece, nei nostri si era spento. Ora mi permetto di darti tre consigli. Senza voler insegnare niente, per carità. Appena sei sbarcato hai detto che eri qui per imparare. Una lezione di umiltà che mi ha lasciato a bocca aperta. Già perché noi fiorentini siamo anche un pizzico presuntuosi. La bellezza mozzafiato della nostra città ci ha convinto che siamo il centro del mondo. Perdonaci.
Umiltà e disponibilità sono tra le doti più apprezzate di Rocco Commisso
1) Caro Rocco la Fiorentina è patrimonio di tutta la città. Ne discutiamo a tavola ogni sera come se la squadra di calcio fosse un nostro parente stretto. Te hai il pacchetto azionario di maggioranza. Ma sono fogli di carta. Diciamo che te l’abbiamo consegnata in prestito. Quindi quando parli della Fiorentina ricordati che ci rappresenti tutti. Difendila con il coltello tra i denti ogni volta che gli altri l’attaccheranno. Capiterà spesso se, come hai promesso, la Fiorentina nel giro di qualche anno tornerà ad essere una realtà importante del campionato. La città non ti lascerà mai solo quando ci sarà da battagliare.
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BS|Giugno 2019
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L’opinione
| seue da pag 7 | dividersi ma è ancora più brava a compattarsi quan-
2) Rispetta sempre il tuo motto: “Non vi dirò mai bugie” Il fiorentino vuole solo la verità
do c’è da proteggere qualcosa che ci sta profondamente a cuore.
3) Infine ti chiedo di realizzare un’impresa che non è riuscita a nessuna delle precedenti proprietà: sommare il valore del marchio Fiorentina al brand di Firenze. La squadra viola non ha un peso a livello internazionale. Non vende montagne di maglie sui mercati asiatici. Ma grazie alla tua forza economica potrebbe aprirsi un mercato importante negli Stati Uniti. In più c’è Firenze con la sua forza unica al mondo. Legare queste due realtà può produrre un risultato esplosivo. Anche a livello commerciale.
Il sorriso contagioso di Rocco
Sala stampa gremita per la presentazione del nuovo proprietario della Fiorentina
2) “Non dirò mai bugie”. Questa frase che hai pronunciato nella tua prima conferenza stampa non dovrà mai essere tradita. Il fiorentino vuole sapere la verità. Sempre. Anche se è fastidiosa o peggio
Perché Firenze nel mondo vale mille scudetti e mille Champions. Vorrei anche dirti di non usare mai la parola “clienti” rivolgendoti ai tifosi. Ma questo lo hai già capito da solo. A Firenze il calcio è passione,
ancora dolorosa. Certo, la prima reazione davanti a
emozione, cuore. La parola clienti mal si sposa con
una brutta notizia sarà di stizza. Caro Rocco noi fio-
questi stati d’animo. E di rivendicare ogni volta che
rentini siamo maestri nell’inventare polemiche sul
puoi il tuo essere italiano. Orgoglioso della terra e
nulla. Puoi immaginare se al centro del dibattito c’è
di uno sport, il pallone, che ti ha accompagnato per
la nostra creatura. Ma dopo aver brontolato e, ma-
tutta la vita. Sai, noi fiorentini non siamo mai stati
gari, scosso la testa torneremo subito a ragionare. E
innamorati pazzi dell’Italia, intesa come nazionale.
apprezzeremo di poter vivere insieme a te qualche
Ma la tua passione per i colori azzurri potrebbe con-
passaggio complicato. Perché Firenze è maestra nel
tagiarci. E’ tutto. Caro Rocco, ancora “grazie assai”.
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Ti aspettavamo... senza conoscerti
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Brividi Sportivi
Ci hai liberato dalle tiepide passioni travolgendoci con il tuo “grazieassai” Come un Forza Viola che nasce dal cuore di una città che può finalmente sognare
In un giorno d’estate che non voleva arrivare Firenze ha ritrovato l’amore e l’estate è arrivata davvero Come Firenze che ti aspettava senza conoscerti perché a volte è così. E ti innamori e non sai nemmeno perché. Come di te Rocco. Con le tue camicie a maniche corte ed il tuo grazieassai, che non si sentiva più dire da anni. Come un "Forza Viola" nato dal cuore di una città. Che già ti ama Rocco. E ti ringrazia come quelli che partirono e ci resero la dignità. Come hai fatto te, in quel giovedì che poi finalmente l'estate è arrivata.
Rocco Commisso nel centro storico • Massimo Mattei
C
he poi è la seconda volta che ci liberano gli americani. La prima sul serio, non scherziamo, ma anche la seconda insomma... Perché i Tonino, i Santo, i Tano che allora ci dettero la libertà sono magari i nonni di Rocco che la dignità - per adesso - ce l'ha resa. Perché così non potevamo andare avanti. Firenze non è città da passioni tiepide. Firenze è strana e, in un giovedì di un'estate che non vuole proprio arrivare, si innamora di una lingua che da anni non sentivamo più risuonare, soprattutto a queste latitudini.
Perché anche noi siamo emigrati, non dimentichiamolo mai. Anche noi abbiamo lasciato dietro a noi contrade, filari, frantoi, palazzi dalle architetture meravigliose per cercare fortuna dove perfino le frontiere erano confuse. E non sempre ci siamo riusciti. Lui sì. Che ha lasciato una terra che la Storia spesso ha dimenticato ed ha fatto fortuna dall'altra parte del cielo, dove chi sognava poi vedeva il sogno avverarsi. In tanti giorni di duro lavoro. In tante notti che sembravano non finire mai. Con la voglia di ritornare dove qualcuno ti ha visto partire e ti aspettava ancora.
Il popolo viola nel giorno dell'abbraccio a Commisso
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La favola di Rocco, il ragazzo di Calabria che ha creato un impero Da Marina di Gioiosa, al colosso Mediacom La vertiginosa e inarrestabile ascesa sociale di un italiano, semplice e appassionato che ha coronato il suo sogno americano
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La scalata • Tommaso Borghini
“R
occo, please!”, così risponde sempre a chi lo chiama mister Commisso. Perché Rocco Commisso non è tipo da inchini e riverenze, non sopporta le smancerie e dai suoi 4500 dipendenti pretende di essere chiamato semplicemente con il nome di battesimo, perché lui è partito dal basso e non rinnegherà mai le sue origini umili.
LE ORIGINI Anzi ne va fiero, così come va fiero del suo nome italianissimo e della sua Marina di Gioiosa Ionica, paese in provincia di Reggio Calabria, situato lungo la splendida Costa dei Gelsomini, dal mare cristallino e dalla spiaggia ampia e sabbiosa. Lì è nato, il 25 novembre 1949 sotto il segno del Saggittario, e cresciuto, lasciando l’Italia nel 1962, appena 12enne, per partire alla volta degli Stati Uniti d’America con la mamma Maria Rosa, detta Rosina, e le 2 sorelle. Laggiù, lo aspettavano il babbo Giuseppe, emigrato alcuni anni prima. Dopo un anno, con la famiglia riunita, si trasferisce a New York, nel quartiere popolare del Bronx. Il giovane Rocco, negli Usa, trova l’ambiente ideale per dare sfogo alla sua irrefrenabile voglia di emergere.
Partito per gli Usa a 12 anni e “salvato” da una fisarmonica Grazie al calcio ha ottenuto la borsa di studio all’università Rocco Commisso sventola il labaro viola
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La scalata
Partendo dal seminterrato di casa e puntando sulla tv via cavo ha fondato un colosso da 4500 dipendenti con ricavi annui per 2 miliardi di dollari Non conosce ancora bene l’inglese, ma ha una marcia in più e grazie ai sacrifici della famiglia e alla grande forza di volontà, riesce a compiere un brillante percorso di studi.
GLI STUDI E IL CALCIO Anche per merito del calcio, passione coltivata fin da bambino. A Marina di Gioiosa Ionica c’è chi ancora oggi ricorda i suoi tuffi di testa, nei quali si cimentava senza paura di atterrare sull’asfalto del campo improvvisato. Negli Usa gioca prima da centrocampista, poi da stopper ed eccelle al punto da ottenere un borsa di studio alla prestigiosa Columbia University, dove gioca nei Columbia Lions dal 1967 al 1970, entrando nella storia come membro della rosa che termina il campionato con un record ancora oggi imbattuto di vittorie e centrando per la prima volta, da capitano, il prestigioso traguardo dei Playoff della National Collegiate Athletic Association. La laurea, in ingegneria industriale, arriva nel 1971. Ma Commisso non dimenticherà mai quell’università da cui è cominciata la sua poderosa scalata sociale, tanto da diventarne, ormai ricco e potente, uno dei finanziatori principali a tal punto da essere celebrato con l’intitolazione dello stadio di calcio.
| segue da pag 13 | Nel 1972 viene anche invitato alle selezioni per entrare nella nazionale olimpica statunitense, giocando da semiprofessionista nell’area di New York e allenando per 15 anni squadre giovanili. Fin da bambino fa il tifo per la Juventus (“perché vinceva”, ha ammesso di recente), ma soprattutto per l’Italia, la squadra che rappresenta la sua Patria e per i Cosmos, la mitica formazione del soccer newyorkese che, negli anni ‘70/‘80, spopolava schierando il mitico Pelè. Ma il suo idolo è sempre stato Giorgio Chinaglia, italiano come lui.
LA FISARMONICA
La musica è un’altra delle grandi passioni di Rocco che fin da bambino suona la fisarmonica. E lo fa talmente bene da vincere, nel 1963, un concorso musicale al Wakefield Theatre, vecchio teatro di New York. Rocco, però, rifiuta il premio che prevedeva l’iscrizione a un conservatorio, barattandolo con la referenza per entrare nel liceo Mounth Saint Michael Academy, dove comincia il suo percorso di studi e dove si diploma nel 1967.
Un giovanissimo Rocco Commisso a Marina di Gioiosa Ionica, prima della partenza per gli Usa
L’ASCESA SOCIALE
Nel mondo del lavoro debutta nel colosso farmaceutico Pfizer, per divertimento apre anche una discoteca nel Bronx, fino all’approdo nel settore finanziario e bancario, legandosi prima al gruppo Jp Morgan Chase poi alla Bank of Canada. Dal 1986 è vicepresidente esecutivo e direttore di Cablevision, società produttrice di cavi. La vera svolta arriva nel 1995 quando, nel seminterrato di casa sua, fonda Mediacom società che comincia ad acquisire e rafforzare i sistemi della tv via cavo nelle comunità americane più piccole, espandendosi così rapidamente da diventare, in una ventina d’anni, la quinta azienda statunitense del settore con ricavi annuali da circa 2 miliardi di dollari, 4500 dipendenti e un milione e mezzo di clienti sparsi in 22 stati degli Usa. Oggi Mediacom Communications Corporation, l’azienda di cui Commisso è presidente e amministratore delegato, offre anche prodotti digitali, video on demand, accessi a internet ad alta velocità e servizi telefonici.
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| 15 | BS| Giugno 2019 IL SOGNO AMERICANO E Rocco, quel bambino fuggito dalla miseria a caccia del sogno americano, oggi ha un patrimonio personale da circa 5 miliardi di dollari (4,9 secondo Forbes). Soldi che non hanno cambiato il suo modo di essere, da sempre propenso a restare a contatto con “l’uomo della strada” e la sua innata semplicità, qualità che lo hanno reso molto popolare tra i cittadini della Grande Mela. Soprattutto tra gli italo americani che amano leggere le sue interviste in cui racconta quando giocava a calcio sulle spiagge sabbiose del Mar Ionio, “con un pallone fatto di stracci” e tanta voglia di emergere. LA FAMIGLIA La casa della famiglia Commisso
Rocco Commisso nella veste di giovane calciatore
è a Saddle River, nel New Jersey, a circa 40 chilometri da New York. Rocco è sposato con Catherine, conosciuta, come raccontato da lui stesso, negli anni ‘70 subito dopo un viaggio a Firenze. Moglie che, dal 2015, è a capo dell’amministrazione aziendale di Mediacom. Il figlio Joseph, lo ha accompagnato nel viaggio in Italia per stipulare il closing con i Della Valle.
La scalata
Secondo Forbes oggi ha un patrimonio di circa 4,9 miliardi di dollari Ma i soldi non lo hanno cambiato E’ rimasto umile e generoso Prima a Milano, poi a Firenze, dove ha partecipato alla conferenza stampa e all’abbraccio con i tifosi al Franchi. “Sono orgoglioso di averti come padre. Amo Firenze e amo la Fiorentina! Spero in molti anni di successi con questo leggendario club!”. Queste le dichiarazioni di Joseph, affidate al profilo Instagram subito dopo la storica giornata del 7 giugno scorso.
I RICONOSCIMENTI Il magnate calabrese ha
Commisso fa parte della Hall of Fame della Columbia University
ottenuto numerosi riconoscimenti professionali nel corso della sua carriera, che includono l’inserimento nella Broadcasting and Cable Hall of Fame e il Premio Vanguard per l’Eccellenza nella Leadership, il più alto riconoscimento nel settore delle telecomunicazioni. Per la dedizione di una vita al mondo del calcio, Commisso ha ricevuto l’onorificenza del New York City Soccer Gala ed è stato inserito nella Hall of Fame della Columbia Athletics e nella Hall of Fame dello Sport Italo Americana. Il suo smisurato orgoglio per le origini italiane è testimoniato dal riconoscimento ricevuto nel 2018 nell’ambito del Tributo ai Grandi Immigrati della Carnegie Corporation, dalla Medaglia d’Onore Ellis Island, dal Premio Gruppo Esponenti Italiani (GEI) e dalla medaglia della Foreign Policy Association.
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BS| Giugno 2019
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Informale, ama il contatto con la gente A tutti chiede di essere chiamato Rocco E’ orgoglioso della sua italianità La Columbia University gli ha intitolato lo stadio
Commisso posa accanto alla maglia dei Cosmos
I COSMOS
La sua passione feroce per il calcio
lo porta, nel 2017, a salvare proprio i “cari vecchi” Cosmos, usciti dal grande soccer Usa e sull’orlo del fallimento. Rocco ne acquisisce la quota di maggioranza, diventandone presidente. L’obiettivo è di riportare agli antichi fasti il glorioso club che schierava le stelle più grandi del calcio mondiale come Pelè, Beckenbauer, Chinaglia, Carlos Alberto, Neeskens e, più recentemente, Raúl e Marcos Senna. Ma l’approccio con le istituzioni del pallone americano non è semplice, tutt’altro. Commisso inizia una battaglia, anche legale, contro la Mls, la Lega che fagocita tutto e che non vuole saperne di inserire promozioni Rocco Commisso con la moglie Catherine
e retrocessioni, a scapito delle altre leghe di cui fa
Nel 2017 ha salvato i Cosmos dal fallimento Diventando presidente dell’ex squadra di Pelè e Chinaglia che ammirava da ragazzo Oggi lotta per un soccer “meritocratico”
parte il suo Cosmos.
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| 17 | BS| Giugno 2019 La scalata
Ha sempre sognato di imporsi nel calcio italiano Per questo ha scelto di investire nella Fiorentina portando a termine il closing a tempo di record I tifosi viola già lo amano e vogliono vincere con lui Rocco e il figlio Joseph Commisso allo stadio Franchi
LA FIORENTINA Un calcio, quello Usa, senza meritocrazia che sta stretto al tycoon italo-americano, che, da sempre, sogna d’imporsi nel pallone di casa nostra. La pulsione è troppo forte e allora ecco il primo assalto, al Milan, fallito appena un anno fa proprio sul filo di lana. Meglio così perché la sua vera seconda occasione, Commisso, non se l’è fatta sfuggire. La trattativa con i Della Valle per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della Fiorentina non ha avuto intoppi ed è stata più veloce del previsto. La tifoseria viola l’ha seguita con ansia, desiderosa di un cambiamento che la risvegliasse dal torpore calcistico nel quale era stata fatta precipitare da anni. Rocco l’ha letteralmente travolta con il suo entusiasmo, facendo passare in secondo piano anche quell’infantile fede bianconera che dovrà, comunque, finire dimenticata in fondo a un cassetto. Finalmente la città si è ricompattata, superando profonde e dolorose spaccature. E oggi ha grande fiducia nel suo nuovo condottiero da cui si aspetta investimenti intelligenti che la possano riportare ai vertici del calcio italiano. Perché adesso anche Firenze ha il suo nuovo sogno. Un sogno viola a stelle e strisce.
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Il braccio destro
E’ stato il primo ad arrivare a Firenze in missione al Franchi con la sciarpa viola Ha un ruolo chiave in molte attività di Commisso E sarà l’uomo della proprietà presente a Firenze • FRANCESCA BANDINELLi
E’ nato in Sicilia, nello stesso paese del “Sindaco Santo” Giorgio La Pira Sbarcando negli Usa ad appena 8 anni
C’è anche il suo contributo nella chiamata (anzi, ri-chiamata) di Daniele Pradè nel ruolo di direttore sportivo del club: è sempre stato presente agli incontri, fisici e in call conference organizzati, e sempre, almeno questa è la sensazione, lo sarà. Ha contribuito pure lui alla realizzazione del sogno americano della squadra: ha dato al presidente la conferma definitiva (dopo una telefonata) della par-
E’
stato il primo ad arrivare a Firenze, in missione…. quasi segreta. Joe Barone ha varcato l’ingresso del Franchi per l’ultima gara della stagione, col Genoa. Ha visto la “sciarpata” della Fiesole, l’ha pure immortalata sul telefonino, magari mandandola a Rocco Commisso che lì lo aveva mandato, e ha sentito pure la pioggia di fischi nei confronti della famiglia Della Valle, in quella che di fatto è stata l’ultima gara della loro gestione. Ha fatto tutto in silenzio, raccogliendo tutte le informazioni necessarie prima di ripartire per gli Stati Uniti. E’ stato lui, poi, ad accompagnare passo passo il nuovo proprietario al closing definitivo per l’acquisto della Fiorentina. Ha varcato per primo il Gate di uscita dello scalo di Milano Linate dedicato ai voli privati, ha chiesto ai cronisti presenti di avere un pizzico di pazienza nel richiedere interviste, ed ha vissuto ogni passaggio dell’operazione poi portata a termine a Milano. C’era anche lui, all’incontro coi fratelli Della Valle prima dell’ultimo atto sancito dai notai, e non ha lasciato solo l’amico fidato di una vita nemmeno nel volo verso Firenze. Di certo, benché avesse percepito di persona l’amore della tifoseria per la sua squadra, non si aspettava nemmeno lui il bagno di folla che poi ha fatto seguito. Sì, perché c’è stato quello in aeroporto, quello in Palazzo Vecchio, sotto l’albergo che ha ospitato Commisso, suo figlio Joseph e Joe Barone, e, indimenticabile, allo stadio, alla presenza di oltre ottomila persone in festa. Di Joe Barone ha colpito subito l’italiano fluente e con esso la cravatta viola, quella che avevano tutti gli uomini arrivati dagli Stati Uniti. E’ stato lui, come si racconta, ad occuparsi delle questioni pratiche, compresa l’uscita di scena di Pantaleo Corvino, partecipando anche alle prime scelte fatte, a cominciare dalla conferma di tutto il tecipazione dei viola all'International Champions comparto dirigenziale del settore giovanile e femminile. Sarà lui, Barone, l’uomo della proprietà pre- Cup e di certo avrà un ruolo di primo piano all'insente in Italia. Si sta organizzando, insieme alla sua terno del club. Così come lo ha in tutte le attività dell’impero di Commisso. Non solo nel calcio. La stofamiglia (due dei suoi figli si sono subito innamorati Studio: Spinello Aretino, 18 Studio: Spinello Aretino, 18 ria di Joe è molto simile a quella di Rocco: anche lui FIRENZE 50143 FIRENZE Studio: Spinello Aretino, 18 della Fiorentina ed hanno manifestato, a mezzo so- 50143 Tel. 055716952 Tel. 055716952 50143 FIRENZE 3299326305 3299326305 Tel. 055716952 è nato in Italia, ironia della sorte nello stesso paese cial, il proprio orgoglio nei riguardi del papà), per ree-mail: studio.gmarini@libero.it e-mail: studio.gmarini@libero.it 3299326305 Part. I.V.A. 04460080486 Part. I.V.A. 04460080486 e-mail: studio.gmarini@libero.it di un personaggio importantissimo per la storia di stare in Italia il più a lungo possibile, trasformandosi C.F. MRN GLC 63B09 D612A C.F. MRN GLC 63B09 D612A Part. I.V.A. 04460080486 C.F. MRN GLC 63B09 D612A Firenze: Giorgio La Pira. Anche il “Sindaco Santo” era se necessario in una molla, capace di balzare dalla Toscana agli Stati Uniti. originario di Pozzallo, in Sicilia. 1
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Joe Barone al Franchi con Antognoni e Nardella
Come Commisso, Barone ha lasciato l’Italia con la famiglia da ragazzino, ad appena 8 anni, per cercare fortuna negli Stati Uniti, trasferendosi a Brooklyn. E anche lui, dopo gli studi, ha lavorato a lungo nel settore bancario dove ha conosciuto Rocco, con cui si è legato a doppio filo in un rapporto di amicizia e lavoro. Padre di 4 figli, uno dei quali gioca nei Cosmos, ha il calcio nel sangue ed è e sarà una figura chiave dello sbarco americano nella città del Giglio.
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La conferma
Rocco, Vincenzo e Times Square viola Qualcosa di mai visto: grande show nel cuore di New York per dare fiducia a Montella che adesso dovrà “sfamare” Firenze
La stretta di mano fra Commisso e Montella (Foto violachannel.tv)
• Tommaso Borghini
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ualcosa di mai visto. Times Square che si colora completamente di viola. Il logo della Fiorentina che campeggia sul mega schermo gestito dal Nasdaq, l’indice della Borsa statunitense delle aziende non finanziarie. I nomi di Rocco Commisso e Vincenzo Montella scritti a caratteri cubitali in uno dei luoghi più famosi al mondo, nel cuore della Grande Mela. Una cornice voluta fortemente dal nuovo proprietario della Fiorentina per confermare l’allenatore viola e per annunciare al mondo che lui vuole fare le cose sul serio. La spettacolarizzazione fa parte di un modo di comunicare all’americana, che ha colpito ed entusiasmato un popolo viola già ebbro di gioia. Ma dietro allo show c’è un’organizzazione seria e capillare che ha messo insieme a tempo di record le tessere principali del mosaico della nuova Fiorentina e che si appresta a sbarcare sul mercato con forza e determinazione. “Abbiamo già il direttore sportivo e adesso l’allenatore – ha detto Commisso dall’altra parte dell’oceano – e abbiamo fatto più in fretta di molte squadre. La Fiorentina quotata in borsa? Ci va chi ha bisogno di soldi e noi non ne abbiamo bisogno!”. Musica celestiale per le orecchie dei tifosi viola, reduci da anni di austerità e autofinanziamento duro e puro. La gente gigliata oggi sogna a occhi aperti, entusiasmandosi nel vedere sugli schermi di New York il nome della Fiorentina.
E si è entusiasmato anche Vincenzo Montella a cui Rocco ha spiegato in poche parole ciò che vuole da lui: “Dobbiamo sfamare il popolo e la città di Firenze. Ti cercavo perché c’è tanta voglia di vincere qualcosa”. E l’Aeroplanino è pronto a tuffarsi in questa nuova avventura, mettendosi alle spalle il triste finale dell’ultima stagione, caricato a pallettoni dal contagioso entusiasmo del nuovo padrone viola: “Il nostro è stato un contatto energico, coinvolgente e vulcanico – ha spiegato Montella –. E’ una grande sfida e c’è grande entusiasmo da parte mia, c’è un’energia nuova che ci darà una spinta eccezionale”.
Uno spettacolo fantastico per annunciare al mondo che la Fiorentina ha grandi ambizioni Rocco e Vincenzo, in questo primo approccio, si sono piaciuti molto. Il welcome del presidente viola, nei confronti del tecnico è stato il migliore e più spettacolare possibile, con tanto di cena serale insieme ai tifosi del Viola Club New York. Adesso tocca all’Aeroplanino non deludere le grandi aspettative che la nuova proprietà ha nei suoi confronti. Perché Firenze ha fame e toccherà soprattutto a lui sfamarla.
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Joseph e Rocco Commisso a Times Square con Vincenzo Montella e Joe Barone (Foto violachannel.tv)
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la bandiera
• FRANCESCA BANDINELLi
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stato il primo ad accoglierlo, di certo il primo pezzo di storia della Fiorentina da cui Rocco Commisso è voluto ripartire. Giancarlo Antognoni lo ha seguito da vicino, lo ha abbracciato davanti ai suoi tifosi, forse, si è anche commosso. Tanto da scrivere poco dopo sul proprio account Instagram, «un presidente davvero speciale». Il nuovo proprietario è ripartito proprio da lui.
Antognoni, la storia al potere Commisso ha riportato l’Unico 10 al centro del pianeta Fiorentina La stella di Giancarlo torna a brillare e la sua esperienza sarà utilissima
LA STORIA Ha già spiegato di voler togliere dalla naftalina i personaggi che hanno fatto grande la Fiorentina: rispolvererà qualche personaggio degli Anni Ottanta e Novanta, con Giancarlo destinato a rappresentare i Settanta, lui che arrivò a Firenze per non lasciarla praticamente mai nel 1972. Commisso quel giocatore se lo ricordava bene dai Mondiali, non solo quelli del 1982 vinti. L’Italia per il patron è sempre venuta prima di tutto: i dodici anni vissuti a Marina di Gioiosa Ionica hanno sempre fatto parte della sua memoria di emigrato. Con Antognoni, Commisso ha avuto un "Cicerone" speciale anche a Coverciano, quando è andato a visitare la "Casa della Nazionale" e il Museo del Calcio ricco di cimeli che contiene il Centro Tecnico Federale. La storia del 2006, l’anno in cui gli azzurri hanno riconquistato un mondiale, l’ha raccontata a tutti: il soggiorno in una struttura vicino a Fiesole, la serata in centro, anche per festeggiare la vittoria della Nazionale e nessuno, tra i taxisti che si convinceva a riaccompagnarlo.
Tra Rocco e il Capitano è subito scattata la scintilla: “Abbiamo un presidente davvero speciale” Giancarlo Antognoni ha di nuovo un ruolo centrale nella Fiorentina
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Il nuovo proprietario lo ammira dai tempi del Mundial di Spagna ‘82 e l’ha già definito “Un Mito”
la bandiera
INSIEME AL PASSATO Da questo punto di vi-
sta, la nuova proprietà ha viaggiato in direzione contraria rispetto alla vecchia. E' vero che Antognoni è entrato a far parte della Famiglia Della Valle, ma solo 15 anni dopo il loro avvento a Firenze, nel 2017. Le indiscrezioni che erano filtrare dall’America, erano partite proprio da lui. Perché conosce la Fiorentina come nessuno. Perché è l’ambasciatore d’amore della gente e pure perché lui, a sua volta, può essere uomo di raccordo anche col mondo del calcio, italiano e internazionale.
La coreografia della Fiesole dedicata all'Unico 10
I RUOLI
Commisso, che per prima cosa incontrando i giornalisti ha voluto ricordare come grande merito di questo suo successo in America sia stato proprio del calcio che gli ha permesso di sfruttare borse di studio integrali, è proprio dal passato che ha voluto dare inizio a questa sua esperienza nel calcio italiano. Di certo, Antognoni sarà nella nuova Fiorentina, ma non nel ruolo (precedente) di club manager: per lui si parla addirittura di un posto da vice-presidente, comunque ai vertici della piramide che in America, negli uffici di Mediacom, si sta costruendo. Presto sarà svelato l’organigramma, ma le idee sono chiare ormai da tempo.
AMBASCIATORE
Ci sarà anche lui, Giancarlo, in America in occasione della partecipazione all'International Champions Cup: sarà lui "fiorentino" di fiducia della proprietà. E seguirà la squadra anche in ritiro, a Moena, restando tuttavia solo la prima settimana insieme al...gruppone che arriverà sulle Dolomiti. Giancarlo, nella sua nuova versione di “braccio destro” della nuova proprietà è pronto alla sua nuova sfida: è stato l’uomo che portò in alto la Fiorentina negli anni di Cecchi Gori, con Batistuta e Rui Costa, non riuscendo a portare Thuram ma costruendo una squadra capace di far sognare la gente. Adesso toccherà a Pradè questo ruolo, Antognoni aspetta solo di applaudire la squadra che verrà. Toccherà (anche) a lui misurarsi col “caso” Chiesa e con la restaurazione di spogliatoio che pare volersene in parte andare via. Di certo, lui che della Fiorentina e di Firenze, ha fatto il suo stile di vita, saprà eventualmente trovare
Antognoni con Commisso e Nardella
le argomentazioni giuste per toccare le corde di un ragazzo che giusto all’ultima gara della passata stagione ha tagliato il traguardo delle 100 gare in Serie A. Tutte con la stessa maglia.
L’ATTESA Intanto, nelle scorse ore Giancarlo è andato a giocare a golf con altri uomini del mondo sportivo, a cominciare da Pep Guardiola. Commisso, in caso di necessità, saprà certo dove trovarlo.
Tutti i Presidenti viola a cura di Ruben Lopes Pegna
1926-1942
1942-43
1945-46
LUIGI RIDOLFI 2 Campionati di serie B (1930/31 e 1938/39) 1 Coppa Italia (1939/40)
SCIPIONE PICCHI
ARRIGO PAGANELLI
31 dicembre 1977 - 30 settembre 1979
1971-1977
RODOLFO MELLONI
UGOLINO UGOLINI 1 Coppa Italia (1974/75) 1 Coppa di Lega Italo-inglese (1975)
7 ottobre 1979 - 1980
1980-1986
1986 - 5 dicembre 1987
ENRICO MARTELLINI
RANIERI PONTELLO
PIER CESARE BARETTI
1 agosto 2002 - 10 agosto 2002
7 aprile 2002 – 30 giugno 2002
LEONARDO DOMENICI
OTTAVIO BIANCHI
2002-2004
2004-2009
GINO SALICA 1 Campionato di serie C2 (2002/2003) 1 Promozione in serie A (2003/2004)
ANDREA DELLA VALLE
dal 1926 a oggi 1946-47
1947-48
1948 - 23 dicembre 1951
1951-1961
IGINO CASSI
ARDELIO ALLORI
CARLO ANTONINI
ENRICO BEFANI 1 Scudetto (1955/56) 1 Coppa Grasshoppers (1957) Finalista Coppa dei Campioni (1956/57) 1 Coppa delle Coppe (1960/61)
13 febbraio 1965 - 1971
7 giugno 1961 - 1965
NELLO BAGLINI 1 Scudetto (1968/69) 1 Coppa Italia (1965/66) 1 Mitropa Cup (1965/66)
ENRICO LONGINOTTI 1 Coppa Italia (1960/61)
13 dicembre 1987 - 1990
1990 - 5 novembre 1993
LORENZO RIGHETTI
MARIO CECCHI GORI
12 febbraio 2002 – 6 aprile 2002
1993-2001
UGO POGGI
VITTORIO CECCHI GORI 1 Campionato di serie B (1993/94) 2 Coppe Italia (1995/96 e 2000/01) 1 Supercoppa Italiana (1996)
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Pradè e quella voglia di rivincita
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Il ritorno
Daniele si è ripreso il ruolo di ds viola ed è pronto a riaprire un nuovo ciclo con un presidente molto ambizioso e una città che vuole essere protagonista
Il giorno del divorzio fu profetico e disse: “Nel calcio non ci sono addii ma solo arrivederci”
Daniele Pradè, di nuovo a Firenze nel ruolo di ds • LUCA CALAMAI
“N
el calcio non bisogna mai dire addio ma arrivederci”. Parole profetiche pronunciate il giorno del suo divorzio dalla società viola. Daniele Pradè si è ripreso il ruolo di direttore sportivo della Fiorentina. Il suo precedente ciclo era stato importante. Tanti quarti posti che con le regole di oggi garantirebbero la qualificazione diretta alla fase a gironi della Champions. E l’abilità nel trovare il giusto mix tra giovani di grande talento e giocatori di esperienza internazionale. Il cocktail che ha permesso alla Fiorentina, in quel periodo, di met-
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tere radici nella zona alta della classifica. Alla faccia del fatturato e del bacino d’utenza. Due sono stati i colpi di genio della gestione Pradè. Il primo aver puntato sul rilancio di Pizarro. Regista, leader, figura fondamentale anche dentro lo spogliatoio. Poi, essere andato a pescare a piene mani in un Villareal appena retrocesso. Alzi la mano chi tra i tifosi viola aveva sentito parlare di Gonzalo Rodriguez e di Borja Valero. Due giocatori che erano affondati in campionato insieme al Sottomarino Giallo spagnolo. Beh, Borja è diventato nel giro di poco tempo il Sindaco calcistico di Firenze.
Amato, rispettato. Benvoluto al punto che il giorno della sua cessione fu salutato sotto casa da quasi un migliaio di tifosi. Una scena veramente strappalacrime. Borja di sua volontà non avrebbe mai, dico mai tradito i colori viola. Gonzalo è diventato, invece, un preciso riferimento tecnico. Restando in tema argentino è diventato per la Fiorentina prezioso come il mitico Daniel Passarella. Un grande uomo prima anche che un grande calciatore. Pradè ha avuto anche un altro merito. Non si è limitato ad essere il gelido esecutore di quelle che erano le idee della proprietà. L’ottimo rapporto che aveva creato soprattutto con Andrea Della Valle lo ha aiutato nella sua battaglia e cioè convincere i dirigenti a investire qualcosa in più rispetto a quelle che erano le volontà di partenza. Un buon manager deve anche saper toccare certe “corde” per poter realizzare un prodotto migliore. Ora Daniele torna in maglia viola. Trova un presidente ambizioso e una città che ha tanta voglia di rivincita. Anche lui è caricato a pallettoni perché aveva sofferto non poco nel dover divorziare da Firenze, dalla Fiorentina. Sentiva di aver lasciato il suo percorso a metà. “Nel calcio non bisogna mai dire addio ma arrivederci” dichiarò con la valigia in mano. Beh, bentornato Daniele. Ripartiamo insieme alla conquista di un posto in Europa.
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Commisso-Nardella, un feeling prezioso Subito grande empatia con il primo cittadino Presto ci sarà da affrontare la questione-stadio Ma il proprietario viola cerca risposte veloci e parla chiaro: “Non vi dirò mai bugie”
Rocco Commisso e Dario Nardella uniti nel simbolo di Firenze • Tommaso Borghini
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o ha voluto incontrare subito e tra i due è nato immediatamente un feeling particolare. Rocco Commisso, dopo il primo atterraggio a Firenze dello scorso 6 giugno, si è fatto accompagnare a Palazzo Vecchio per conoscere il sindaco Dario Nardella. Una volta sceso dall’auto ha alzato gli occhi al cielo, verso Palazzo Vecchio, esclamando “Wonderful, bellissimo!”. Poi ha raggiunto l’ufficio del primo cittadino per un incontro privato, nel corso del quale c’è stato anche il tempo per un selfie con messaggio di benvenuto di Nardella a Commisso affidato ai social. “La gente di Firenze deve essere orgogliosa di avere un sindaco come Nardella, giovane e bravo. Mi ha accolto con amore e mi hanno messo pure il giglio sulla giacca, ora sono gigliato”. Queste le prime parole di Rocco dedicate a Nardella, con il quale aveva appena finito di srotolare un bandierone con il Giglio rosso in campo bianco. Parole apparse sincere e prive di ipocrisia, perché Rocco ama dire sempre la verità, anche quando gli è stato chiesto dell’argo-
mento nuovo stadio, questione annosa e fonte di attrito, almeno nella fase finale, tra la vecchia gestione Della Valle e il sindaco. “Se farò il nuovo stadio? Vediamo, di certo non vi dirò mai bugie”. Un approccio figlio della sua mentalità, che è piaciuto ai fiorentini, ma che non sarà morbido nei confronti di eventuali (e purtroppo prevedibili) ostacoli burocratici. Commisso nella sua vita e nel suo business ha sempre agito in modo rapido. “Fast” come dice lui. Dunque la disponibilità a investire c’è, ma non sarà accompagnata da una pazienza illimitata. E, proprio su quest’ultimo aspetto potrebbe risultare determinate l’arte diplomatica di Nardella, dall’uno e dall’altro lato. Per cercare di snellire il più possibile un iter che pareva sulla buona strada, ma che poi ha subito alcuni stop importanti. Ma anche per cercare di dilatare lo (scarso) margine di attesa del magnate italo americano. Del resto l’importanza della questione nuovo stadio di proprietà, con annessi e connessi, non è stata certo sottovalutata da Commisso che sa perfettamente quanto possa essere fondamentale per ampliare, nel
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rocco e il sindaco
L’emozione di Rocco per i monumenti di Firenze Davanti a Palazzo Vecchio ha esclamato: “Bellissimo!” lungo periodo, i ricavi della Fiorentina. Obiettivo che lo stesso Rocco ha indicato come prioritario per superare i paletti del fair play finanziario e per costruire una Fiorentina sempre più forte e ambiziosa. Ma nella testa di Commisso esiste anche un’altra idea: ristrutturare in grande stile lo stadio Franchi, trasformandolo in un impianto moderno e dotato di tutti i confort. Ipotesi che presenta difficoltà, visto che si parla di un monumento salvaguardato dalle Belle Arti che, però, potrebbero accettare interventi “motivati” come la copertura di Curve e Maratona. Nel solco della modernizzazione s’inserisce anche l’idea, tutta americana, di creare un centro sportivo polifunzionale che riunisca tutte le squadre, dalla prima a quelle del settore giovanile, con palestre, foresterie e quant’altro. Anche di questo Commisso e Nardella hanno parlato per individuare, al più presto, l’area più adatta per sviluppare il progetto.
Il saluto tra il nuovo proprietario della Fiorentina e il primo cittadino
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Il corrispondente Usa
Massimo Lopes Pegna de “La Gazzetta”: “La reputazione di Commisso negli Usa è ottima Ha voglia di fare, non di partecipare Per la Fiorentina è una figura positiva” • Giacomo Brunetti
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assimo Lopes Pegna dal 1991 è la firma americana de La Gazzetta dello Sport. Con l’avvento di Rocco Commisso, abbiamo voluto scoprire il personaggio attraverso il referente della rosea sul suolo statunitense. Massimo Lopes Pegna, di quale considerazione mediatica gode Rocco Commisso negli Stati Uniti d’America? “Ha una buona reputazione. Non che i media sportivi si occupino di lui al di là dei Cosmos. Li ha salvati, evitando il fallimento e la perdita di posti di lavoro: gli stipendi sono bassi in questo calcio. Ha fatto un atto di bontà, più che di esclusivo business. Invece, quando si parla di lui a livello economico, si parla di Mediacom.
La trattativa con la Fiorentina non è stata seguita un granché, quella con il Milan invece sì, soprattutto a causa delle inchieste portate avanti sulle finanze degli investitori cinesi”. Commisso ha lottato contro l’MLS per la suddivisione meritocratica ed ‘europea’ dei campionati. “Ha fatto causa alla Federazione calcistica americana perché voleva modificare il modo di operare nelle leghe, che è simile all’NBA o all’NFL, ossia leghe chiuse. La FIFA prevede nello statuto che i campionati si disputino per meritocrazia. Inoltre, ha fatto causa alla Federazione per il monopolio dell’MLS nel marketing, dato che ci sono figure che occupano cariche sia in Federazione che nell’MLS: ha denunciato un conflitto d’interessi”. Sotto il punto di vista dell’investitore, Commisso che uomo è?
Massimo Lopes Pegna, corrispondente negli Usa de "La Gazzetta dello Sport"
“Giocava nella NASL il primo anno, ha dovuto trovare uno stadio e ha fatto una grande campagna pubblicitaria. Il debutto della squadra era sugli autobus, i Cosmos non avevano uno stadio e lui lo ha trovato a Coney Island, adattando un impianto dedito al baseball. Lui voleva portare la gente allo stadio, più che vincere”. La sua azienda, Mediacom, come se la passa? “Parlavano di debiti, in realtà l’indebitamento è comune in quel tipo di business. Ha ripagato grosse quote di debito, anche più del dovuto, e questo dà senso alla sua credit history, un fattore molto importante in America. Non ci sono problemi, il suo patrimonio da 4.9 miliardi è in salute”. Ha avuto altre ambizioni di investimento in Italia? “Aveva tentato di acquistare altre società italiane, già tre anni fa con la Fiorentina e lo scorso anno con il Milan. Non è entrato nella Roma perché non voleva essere in minoranza. Entrare nel calcio italiano è darsi una rilevanza, è una persona generosa con un ego ambizioso. Ha voglia di fare, non di partecipare. Penso che per la Fiorentina sia una figura positiva”. Chi è, invece, il braccio destro di Commisso, Joe Barone? “Ha lavorato in banca per anni, è venuto in America dalla Sicilia a sette, da Pozzallo. Ha giocato un po’ a calcio, si occupa dei Cosmos. Va al campo, organizza. Dovrebbe essere l’uomo di Commisso a Firenze. Dovrà essere colui che avvia la macchina”.
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Il presidente del Viola Club New York: “Rocco ci ha fatto una bella sorpresa portandoci a cena con Montella Mi ha anche chiesto del Calcio Storico...” • Giacomo Brunetti
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l Viola Club New York è un punto di riferimento per i tifosi della Fiorentina nella Grande Mela. E proprio da New York arriva Rocco Commisso. Un club la cui storia è cominciata nell’ormai lontano 1990 e che si è reso protagonista di numerose iniziative, come la storica cena con tutta la squadra viola riunita, allora allenata da Claudio Ranieri, organizzata nel 1994, il ricevimento particolare dedicato a Christian Riganò o il rapporto speciale instaurato con Pepito Rossi, originario del New Jersey e, dunque, molto vicino al viola club newyorkese. Oggi il club raccoglie professionisti, imprenditori, ma anche artisti, giornalisti e pure alcuni bambini, annoverando iscritti anche in Connecticut, New Jersey e Maryland.
Alessandro Sisto è il presidente dell’associazione e ci ha offerto il punto di vista dei tifosi viola oltreoceano sul nuovo proprietario della Fiorentina che a New York vive e lavora dal 1962. Quali sono state le reazioni all’interno del Club dopo l’arrivo di Commisso? “Siamo stati eccitati fin dal primo momento, nonostante le voci di un possibile investitore del Qatar. Abitando lontano, ci manca il contatto con i giocatori e con la società. Speriamo che con Commisso la musica cambi”. Vi ha fatto una sorpresa: pronti, via e subito una serata con lui e Montella... “È andata benissimo, abbiamo organizzato tutto in due giorni e mezzo. Ha un’energia incredibile, trasmette passione: non tanto per il calcio, quanto
Il fascino del profilo della Grande Mela
Il Viola Club Ny supporta la Fiorentina oltreoceano
per la gente e i tifosi. Ha parlato più con le famiglie che con il Console, ha preso in braccio mio figlio e altri bambini. Ci ha raccontato la sua carriera da businessman, è iniziato tutto con una borsa di studio. A lui piace investire in maniera veloce, è stata una serata incredibile. Ha la passione di rendere all’Italia ciò che essa gli ha dato. Mi ha chiesto di spiegargli il calcio storico. Stiamogli vicino”. E poi c’è Joe Barone... “L’avevo incontrato un anno fa tramite i Cosmos. Voleva fare aggregazione tra i Club di calcio italiano a New York, ma l’idea non era andata in porto a causa della… classica rivalità italiana. Spero che questo possa accadere in futuro, avere un punto di riferimento sarebbe importante. Ci sentiamo spesso. Mi invia i messaggi come fossi un suo amico di vecchia data. C’era un nostro socio a Firenze, mi ha inviato anche le sue foto. In quei tre giorni sono stato più a telefono con lui che a lavorare, mi chiedeva se ci sarebbero state famiglie e bambini alla festa. Mi ha chiamato martedì sera, alle 22, per organizzare il venerdì. E mentre erano a Times Square, mi ha detto che si sarebbero aggregati dei fiorentini che aveva trovato lì”.
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BS| Giugno 2019
“C’è già un bel rapporto fra il presidente e l’allenatore Ora speriamo che la Fiorentina sia sempre più spesso qui da noi”
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i tifosi
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Qual è la vostra considerazione dell’operato dei Della Valle? “Li abbiamo conosciuti, il figlio di Diego è venuto con noi a vedere alcune partite. Quando il rapporto arriva a concludersi, è giusto cambiare. A livello personale, gli anni di Prandelli li ho vissuti a Firenze e mi sono divertito, ma ora il trend era cambiato. Da lontano, inoltre, la sofferenza si amplifica”.
FIORENTINA IN USA A LUGLIO I tifosi viola
Il Viola Club Ny è nato nel 1990 e vanta numerosi iscritti
in Usa potranno vedere presto dal vivo la Fiorentina che ha già ufficializzato la sua partecipazione alla International Champions Cup che la vedrà impegnata sui campi americani dal 17 luglio. Il primo incontro si svolgerà al SeatGeek Stadium, a Bridgewiew in Illinois, contro i messicani del Chivas; il secondo il 20 luglio al Bank of America Stadium, a Charlotte in North Carolina, contro l’Arsenal; il terzo il 25 luglio, alla Red Bull Arena di Harrison in New Jersey, contro il Benfica.
Avete avuto modo di conoscere Montella dopo la riconferma. “Era seduto accanto a me, era un po’ stanco. Molto disponibile, scherzava, mi ha detto che gli ultimi periodi sono stati difficili perché i ragazzi erano giù di morale. Lui pensa che questo entusiasmo trasmesso dal presidente sia positivo per la squadra, è convinto che a fine del campionato saranno punti in più. Ho visto un bel rapporto tra lui e Commisso. Gli diceva: ‘Sei stato in vacanza, ora inizi a lavorare’. Questo mi ha sollevato”. Cosa vi aspettate adesso? “Spero che si possa creare un buon legame, non un’occasione mordi e fuggi. Al momento non abbiamo una sede, vorremmo essere più stabili e speriamo che la proprietà americana dia un impulso in tal senso. Siamo un Club ufficiale, non solo per le associazioni fiorentine, quanto per lo stato di New York, una no profit”.
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“Fin da bambino amava il pallone” Sergio, l’amico d’infanzia a Marina di Gioiosa: “Giocavamo scalzi per non rovinare le scarpe Rocco era testardo e molto determinato Non voleva aiuti, neppure per i compiti a scuola” • Giacomo Brunetti
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Marina di Gioiosa Ionica c’è una stazione, e davanti alla stazione c’è un piazzale, incastrato in Via Dante Alighieri. Ironia della Commedia, da lì è partito il cammino di Rocco Commisso nel calcio. Chissà com’era sessant’anni fa, quando un bambino calabrese sognava di fare il portiere e si tuffava su quell’arido cemento. Come tanti, nel dopoguerra, ha abbandonato il paesino di seimila anime viaggiando alla volta dell’America. Un fenomeno sociale espanso e incontrastabile, anche se quelle coste sono sempre state popolate: perché mentre in tanti salutavano per un sogno americano, altri dall’entroterra si muovevano da Gioiosa Jonica verso la parte marittima. In una palazzina incastonata tra quelle vie, oltre mezzo secolo e qualche capello bianco dopo, abita Sergio Catalano. Insieme a Rocco giocava sotto al Sole cocente della Locride. «Sono ricordi lontani, ma il nostro legame era stretto. Abitavamo nella stessa casa». Rocco era testardo, tanto che «quando la maestra ci assegnava i compiti, lui si spostava per farli da solo, non voleva aiuti, ma riuscire con le proprie capacità». Otto anni e la voglia di divertirsi in un periodo di grande recessione. Sergio ricorda: «Eravamo sempre con il pallone, giocavamo davanti al portone o per strada, spesso scalzi per non consumare le scarpe. I nostri genitori si arrabbiavano altrimenti». All’epoca ci si conosceva per rione e, al momento della partenza, era sempre una sofferenza: «Partirono in tre, non vi erano possibilità. Ha presente i film vecchi dove le persone si salutano con fazzoletti bianchi e lacrime? Ecco, fu così». Le due famiglie erano molto unite, tanto che poco prima di parlare con noi, Sergio aveva sentito Rocco dopo diverso tempo. Stava andando in ufficio, a New York, e aveva chiamato la cugina, che abita vicino a Sergio, oggi negoziante di articoli sportivi a pochi passi dal Comune. Lì incontriamo Agatino, che racconta di un paese «in fibrillazione». La favola di Commisso è ben conosciuta in quelle terre. In pochi tifano Fiorentina, ma qualcuno c’è. «Siamo convinte che i tifosi viola aumenteranno presto», scherzano due signore davanti alla panetteria.
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Tutto il paese è in fibrillazione e c’è forte stima per un uomo che rende orgogliosi i concittadini
Marina di Gioiosa Ionica, il paese di Rocco Commisso
La spiaggia di Marina di Gioiosa
Dall’ultima volta che Rocco è tornato a Marina sono passati quindici anni, nei quali il suo impero Mediacom si è consolidato oltreoceano. Il giorno dopo la diretta da Times Square, il paese è in visibilio: «Lo hai visto ieri sera?», «Certo che l’ho visto».
L’orgoglio è tanto e non si riesce a trattenere. «Un uomo che si è fatto da solo, per questo merita stima», così ce lo descrivono. E chissà che con il nuovo legame con Firenze, Rocco non possa ripercorrere anche quello natio.
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BS| Giugno 2019
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La voce viola nel mondo
“Abbiamo amici in comune a New York So che è venuto spesso ai miei concerti Spero di conoscerlo molto presto”
Narciso Parigi: “Un calabrese meraviglioso” “Rocco è una gran bella persona, come la gente della sua terra Ne ho conosciuti tanti negli Usa e mi hanno voluto tutti bene”
• Lucia Petraroli
E’
la voce fiorentina più nota nel mondo, quella voce che ha fatto grande Firenze anche negli Stati Uniti d’America, dove ha trascorso alcuni degli anni più belli della sua lunghissima carriera. Narciso Parigi in America è famosissimo ed è un autentico mito fra gli italo – americani. Negli Usa ha venduto tantissimi dischi, ha fatto concerti da tutto esaurito e ha persino interpretato dei film. E avrà certamente cantato anche l’Inno Viola, proprio quell’inno che tanto piace a Rocco Commisso che ha più volte promesso di studiare per interpretarlo presto con la fisarmonica, lo strumento musicale che ama e che lo ha aiutato a farsi strada nel mondo. Di certo il miglior maestro sarebbe proprio Narciso che si augura di conoscerlo il prima possibile e con il quale condivide amicizie newyorkesi. A patto che l’interpretazione sia fedele all’originale perché, avverte Parigi: “L’inno della Fiorentina non si tocca e deve essere cantato in italiano!”. Narciso Parigi, cosa pensa del passaggio di mano della Fiorentina dai Della Valle a Rocco Commisso? “Credo che questo cambio di proprietà sarà proficuo per i nostri colori. I Della Valle avrebbero dovuto stare più vicini alla Fiorentina… ma si vede che di più non potevano fare. Spero che Rocco Commisso amerà molto la mia Fiorentina, proprio come la amo io e come merita di essere amata”.
Narciso Parigi è popolarissimo negli Usa fra gli italo americani
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BS| Giugno 2019
La voce viola nel mondo
“Suonerà l’Inno con la fisarmonica? Sono contento, ma l’importante è che lo canti sempre in italiano!”
Rocco Commisso ha promesso che presto suonerà l'Inno Viola con la fisarmonica
Le piace Rocco, il personaggio che sta entusiasmando il popolo viola? “La cosa meravigliosa è che lui viene dalla Calabria, i calabresi sono delle belle persone e mi hanno sempre voluto bene. Sono certo che Firenze amerà il nuovo proprietario. Io e Commisso abbiamo amici comuni a New York, lui sa chi sono, so che è venuto a vedermi cantare molte volte in passato, quando facevo concerti nella Grande Mela.
Faccio i miei auguri più sinceri a Rocco e spero di conoscerlo molto presto!”. Che Fiorentina si aspetta? “Ci vorrà del tempo per costruire la nuova Fiorentina. Montella? Con lui in panchina in 7 partite sono stati raccolti solo due punti, ma non possiamo dare tutta la colpa all'allenatore, molta parte della responsabilità è dei giocatori e credo che tanti di
questi saranno cambiati. Anche Pradè, il nuovo direttore sportivo che conosciamo bene, dovrà fare un buon lavoro per riportare la Fiorentina nel posto che merita”. Giancarlo Antognoni, la bandiera viola, avrà un ruolo importante in società, è contento? “Contentissimo perché se lo merita. Antognoni fa parte della Fiorentina da sempre, è stato un grande giocatore ed è un grande personaggio. Ed è anche molto preparato per un incarico di maggiore responsabilità”. Secondo lei Federico Chiesa resterà a Firenze? “Mi auguro che Federico rimanga in viola. Almeno ancora un anno. La Juventus lo sta tentando. Ma credo che la sua permanenza sarebbe proficua non soltanto per la Fiorentina e per Firenze, ma anche per la sua carriera”. Quanto è orgoglioso di aver esportato il nome di Firenze e della Fiorentina nel mondo? “Un grandissimo orgoglio e io l’ho fatto per una vita. Soprattutto negli Usa. Gli italiani in America sono meravigliosi, sono i veri italiani, ve lo dice una persona che ha passato 50 anni negli Stati Uniti, dove ho avuto amici italiani fraterni come Sinatra e Dean Martin”. Ha già pensato ad un inno in americano? “Non scherziamo. L'inno della Fiorentina deve essere in italiano! Non va assolutamente cambiato! Deve essere cantato allo stesso modo in tutto il mondo! Questo è l'inno che io ho imparato da ragazzo. Alla Fiorentina, mio grande amore, dedicai i Magnifici 11 con cui vincemmo il primo premio alla Rai”.
Parigi allo stadio Franchi dove risuona sempre il suo Inno Viola
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BS|Giugno 2019
le prospettive
Bellinazzo, giornalista de “Il Sole 24 ore”: “Commisso ha grande forza finanziaria Ma il fair play impone dei paletti A meno di un voluntary agreement”
Marco Bellinazzo, giornalista esperto in calcio e business • Giacomo cialdi
L
a Fiorentina è ufficialmente passata nelle mani del magnate italo-americano Rocco Commisso, e i tifosi viola si pongono più di una domanda su quello che potrà essere il futuro della squadra e le potenzialità d’investimento del tycoon calabrese. Per cercare di fare un po' di chiarezza, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Marco Bellinazzo, giornalista che si occupa di calcio e business per Il Sole 24 ore. Marco Bellinazzo, i tifosi della Fiorentina possono dormire sogni tranquilli con Rocco Commisso? «La storia dell'italo-americano parla per lui, una storia fatta di sacrifici e rivincite, di grande successo. La tipica storia del self-made man. E' certamente una proprietà solida, un personaggio conosciuto nel mondo grazie alla sua impresa, la Mediacom, che oggi conta circa 4500 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 1,5 miliardi di dollari. Basta dire che il suo patrimonio personale, secondo Forbes, ammonta a 4,9 miliardi di dollari per capire che stiamo parlando di una potenza. E' un uomo che conosce lo sport business, che in America sta cercando di riqualificare i Cosmos. Non stiamo parlando di uno sconosciuto, su questo possiamo stare tranquilli».
La preoccupazione di molti riguarda il fatto che Commisso possa essere un altro Pallotta o un altro Saputo. Qual è la differenza secondo lei? «La differenza principale tra questi personaggi è il loro business. A mio parere Commisso è molto più dentro al mondo del calcio e dei media, quindi potrebbe avere una visione più chiara di come sviluppare il business. Inoltre, la piazza di Firenze è più piccola e meno complessa di quella romana, dove per altro Pallotta nei primi anni ha dovuto coabitare con alcuni soci ed ha faticato non poco a portare avanti le sue idee. Saputo sta lavorando sulle infrastrutture, così come potrebbe fare Commisso». Da giorni si parla di mercato e, ovviamente, dell'eventuale cessione di Chiesa. «La società viola fino ad ora è andata avanti con operazioni di ordinaria amministrazione, come accade sempre in casi di cambio di proprietà. Per le operazioni di mercato di maggiore entità, ad esempio la cessione di un giocatore importante come Federico Chiesa, serve l'avallo della nuova proprietà: se nel pacchetto che i fratelli Della Valle hanno venduto a Rocco Commisso è compreso anche il giocatore, l'ultima parola spetta all'italo-americano».
Il popolo viola si aspetta grandi investimenti da Commisso
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In termini di benefici, cosa può portare la nuova proprietà alla Fiorentina? I tifosi viola sognano campagne acquisti di un certo peso... «Ritengo sia sbagliato illudere i tifosi che Commisso possa arrivare e spendere centinaia di milioni di euro sul mercato come se nulla fosse, ci sono un principio di autonomia del club e paletti legati al fair play finanziario che glielo impedirebbero. Non si può stabilire a priori quanto potrà spendere la Fiorentina, dipende da quanto sarà il ricavato delle cessioni; ciò che è certo è che si tratta di una società che per il rapporto tra introiti e costi complessivi tende ad andare in rosso. Da questo punto di vista, tra avere come proprietà Della Valle oppure Commisso non è cambiato niente. Il calciomercato dovrà essere mirato a giocatori con ingaggio e costo del cartellino non elevati, tenendo presente che ogni squadra ha un margine triennale di 30 milioni di rosso. Per questo è importante la costruzione degli impianti che permettono di alzare i ricavi, come lo stadio e il centro sportivo, nonché la valorizzazione del brand Firenze... Aspetti che anche i fratelli Della Valle hanno provato a sviluppare nel corso della loro gestione, ma per tanti motivi non ci sono riusciti come avrebbero voluto o potuto. Inoltre, Commisso può percorrere un'altra strada: essendo una nuova proprietà, potrebbe presentarsi alla Uefa con un piano di sviluppo della società e stipulare il cosiddetto "voluntary agreement", il che permetterebbe all'italo-americano di immettere capitale nel club. Finora il "voluntary agreement" non è mai stato concesso, ma Firenze ha tutto per rientrare nei parametri». Alla luce di queste considerazioni, considera credibili le voci che vogliono Commisso poco interessato alla costruzione del nuovo stadio? «Assolutamente no. Commisso è un imprenditore navigato, sa benissimo che l'unico modo per far fare alla Fiorentina il salto di qualità è aumentare i ricavi, e per far ciò ci sono soltanto due vie: fare lo stadio e valorizzare la rete commerciale. Meglio se le due cose vanno di pari passo».
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Pieraccioni: “Commisso, lampredotto e 1 fisso!” L’attore comico, tifoso viola: “Per degobbizzarlo bastano du’ giorni e du’ notti a forza di panini e ribollita”
• Lucia petraroli
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eonardo Pieraccioni, lo conoscono tutti. E’ un attore famosissimo e anche un ottimo regista che ha diretto, interpretandoli, numerosi film esilaranti e di grande successo. Ma soprattutto è un fiorentino doc, che ha portato in giro per l’Italia la comicità di casa nostra, facendo innamorare della parlata della città del Giglio un po’ tutta la Penisola. E, anche se non è un assiduo frequentatore dello stadio Franchi, Pieraccioni è uno dei più noti tifosi viola, cosa che certamente non sarà sfuggita a Rocco Commisso, l’imprenditore calabrese trapiantato negli States che ha deciso di investire sulla Fiorentina e su Firenze, appassionando subito i supporter gigliati per il suo verace modo di essere.
Questo nonostante nel passato di Rocco, come ama farsi chiamare dai suoi 4500 dipendenti, ci sia una vecchia passione per la Juventus, della quale fin da ragazzino rimase impressionato perché “vinceva sempre” grazie a grandi campioni come Sivori e Charles. Una “macchia” destinata a sparire, visto che il magnate di Mediacom ha scelto il colore viola e ha già dichiarato di voler creare una squadra che sia in grado di competere proprio con la Juve, negando ai bianconeri quel Federico Chiesa che la società di Agnelli vorrebbe strappare alla Fiorentina. “Voglio tenere Chiesa, non sarà un altro caso Roberto Baggio” ha tuonato il tycoon. Insomma, il tifo per la Vecchia Signora sembra già un pallido ricordo, ma a scanso di equivoci Pieraccioni, in esclusiva per il
Rocco Commisso all’aeroporto di Peretola
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Leonardo Pieraccioni allo stadio Franchi
Brivido Sportivo, ci aiuta a escogitare un sistema per una “degobbizzazione efficace” attingendo alla sua impareggiabile ironia... Sentite un po’... Leonardo Pieraccioni, cosa pensa della cessione della Fiorentina, passata dalle mani dei Della Valle a quelle di Rocco Commisso? “Quella dai Della Valle a Commisso è stata una cessione giusta, quando i matrimoni fanno fatica ad andare avanti da tanto tempo, bisogna per forza lasciarsi”. Si prospetta una nuova era per la Fiorentina? “Sì, con Commisso uno fisso (ride ndr)”. Sappiamo che Commisso è stato un tifoso juventino… quale può essere un sistema efficace per la sua degobbizzazione? “Per degobbizzarlo basta tenerlo du’ giorni e du’ notti sotto l’arco di San Pierino e nutrirlo solo a base di Lampredotto e ribollita! E il gioco è fatto!”. Quindi, se il nuovo proprietario della Fiorentina ascolterà i consigli di Leonardo Pieraccioni, lo vedremo spesso nel centro storico di Firenze, magari con un bel panino di lampredotto in mano e una vaschetta dell’ottima ribollita fiorentina per gustare i veri sapori della cucina tipica gigliata e dimenticare definitivamente il suo passato in bianco e nero...
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Viola amore mio
Della Martira: “Sarà una Viola made in Usa” L’ex difensore della Fiorentina che ha collaborato con i Cosmos: “Commisso punterà sul merchandising e sulla costruzione del nuovo stadio"
Della Martira (primo in alto da sin.) nella Fiorentina vincitrice della Coppa Italia del 1975 • Daniele taiuti
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opo 17 anni di gestione la famiglia Della Valle ha deciso di cedere la Fiorentina. A far propendere i fratelli marchigiani verso questa decisione è stato il continuo dissenso manifestato dalla tifoseria ai loro danni negli ultimi mesi. A Rocco Commisso, neo proprietario viola, adesso spetta il compito di riaccendere l’entusiasmo della piazza di Firenze. Il tycoon italoamericano è un uomo che si è fatto da sé, fondatore di Mediacom colosso americano delle telecomunicazioni, ha nel calcio la sua grande passione; palesata con l’acquisto dei New York Cosmos nel 2017 e della Fiorentina recentemente. Per saperne di più sulla sua figura siamo ricorsi alla testimonianza di Mauro Della Martira, difensore della Fiorentina dal 1973 al 1978 con cui vince anche una Coppa Italia, nonché ex collaboratore tecnico dei New York Cosmos dal 80 al 82, dove ha conosciuto nel dettaglio il calcio americano. Mauro Della Martira, ci può offrire una breve descrizione di Rocco Commisso?
Della Martira (primo in basso da sin.) assistant coach dei Cosmos del 1981
“E’ un uomo d’affari di spessore internazionale che ha tutto per fare grandissime cose a Firenze”. Con il magnate italoamericano la Fiorentina può insediarsi stabilmente nel gruppo delle grandi del campionato? “Sicuramente in questa campagna acquisti-cessioni mi aspetto grandi investimenti da parte sua. Fattore questo che può aiutare sensibilmente la rincorsa della squadra alle posizioni di vertice della Serie A. Per quanto riguarda le prospettive di grandezza della Viola in futuro, se ne può sapere certamente di più alla fine della prossima stagione”. Pallotta, Saputo e ora Commisso: quanto l’intervento statunitense può favorire lo sviluppo del calcio nostrano? “Riguardo a questo punto sono abbastanza scettico. Roma e Bologna hanno realizzato prevalentemente delle grandi plusvalenze; in generale non hanno compiuto una crescita significativa in questi anni.
Il neo patron viola rispetto ai suoi colleghi deve essere più bravo a lavorare sul merchandising, e alla realizzazione del nuovo stadio. Punto chiave nella crescita delle società italiane”. L’esperienza maturata alla guida dei Cosmos quanto può aiutare l’imprenditore americano nell’impatto con il movimento italiano? “Per quanto riguarda la gestione della società a livello di amministrazione direi molto. Sul piano squisitamente tecnico non credo gli possa dare un grande supporto. Il campionato americano infatti è ancora purtroppo indietro da questo punto di vista”. In relazione ai suoi trascorsi a Firenze e New York quali sono i momenti più significativi da lei vissuti? “Il ricordo degli Usa è fantastico. Lì ho acquisito molte competenze soprattutto nel settore commerciale. Della Fiorentina rievoco con emozione il mio esordio nella massima serie. Nel capoluogo toscano poi ho costruito la mia famiglia”.
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Il mito dei Cosmos e quel legame con la Fiorentina
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BS| Giugno 2019
Brivido nella storia
Commisso ha salvato dal fallimento la blasonata squadra di New York che sfidò 2 volte i viola negli anni ‘80 Ed è “in guerra” per riportarla in alto • Ruben lopes pegna
cessioni né promozioni come prevede la norma-
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a Fiorentina non è la sola società calcistica di cui è proprietario Rocco Commisso. Dal gennaio del 2017 lo è anche dei Cosmos, uno dei club più blasonati degli Stati Uniti. Commisso l’ha salvato dal fallimento e l’ha iscritto a un campionato equivalente alla nostra serie B. Ma con la riorganizzazione dei campionati americani adesso i Cosmos si sono ritrovati a partecipare a un torneo equivalente alla nostra serie D. L’ obiettivo di Commisso è logicamente quello di partecipare alla Major League Soccer, la serie A americana. Ma non è semplice giocare in quel torneo perchè, al momento, non ci sono né retro-
tiva Fifa. E quindi vi partecipano sempre le stesse squadre. Così Commisso è in causa con la Federcalcio americana per poter vedere i suoi Cosmos, la squadra per la quale tifava da ragazzo quando era arrivato negli Stati Uniti, giocare nella Major
Antognoni, in azione al Giants Stadium dove realizzò il gol viola
League Soccer. Vuole riportare il club di New York ai fasti di un tempo quando c’erano ottantamila persone ad assistere alle partite dei Cosmos al Giants Stadium, lo stadio situato nel New Jersey dove l’Italia disputò diverse partite dei mondiali del 1994. Ora, invece, la squadra di Commisso gioca le proprie gare casalinghe per lo più alla Columbia University, alla quale il proprietario
Pelè, Chinaglia e Beckenbauer con la maglia dei Cosmos
della Fiorentina si era iscritto grazie alle sue doti di calciatore e nella quale si era laureato in ingegneria industriale, conseguendo poi anche un master in economia. Lo stadio dove giocano i Cosmos è chiamato in suo onore Rocco Commisso. Tra gli altri nel club, dove sotto la gestione Commisso nel 2017 ha disputato alcune partite anche l’ex viola Amauri, gioca anche Andrea Mancini, il figlio ventiseienne di Roberto, il commissario tecnico della Nazionale italiana.
UN CLUB RICCO DI STORIA Il New York Cosmos, società fondata nel 1970, è stato per una quindicina d’anni (la stagione 1984/85 è stata l’ultima prima della ripresa dell’attività nel 2013) uno dei club più famosi d’America. Vi ha militato anche il giocatore più forte al mondo, almeno all’epoca. Il grande Pelè giocò con i Cosmos dal 1975 al 1977, vincendo proprio nel 1977 lo scudetto. Il 1 ottobre di quello stesso anno il campione brasiliano si ritirò dal calcio, disputando al Giants Stadium, davanti a oltre 80.000 persone, la sua ultima partita. I Cosmos quel giorno affrontarono il Santos, la squadra nella quale Pelè aveva sempre giocato prima di arrivare a New York.
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Brivido nella storia
Da “O Rey” Pelè a Chinaglia passando per Beckenbauer Quando al Giants Stadium giocavano i campionissimi
E poi vi hanno giocato gli italiani. Su tutti Giorgio Chinaglia e Pino Wilson che vinsero lo scudetto con la Lazio nel 1973/74. Chinaglia con i Cosmos si aggiudicò 4 titoli: nel 1977, nel 1978, nel 1980 e nel 1982. Wilson vinse lo scudetto nel 1978. Poche partite nel 1984 le disputò anche Oscar Damiani. Nel 2015 ha giocato nel club di New York anche l’attaccante spagnolo Raul.
“O Rey” giocò un tempo con la maglia dei Cosmos che vinsero il match per 2-1 e uno con quella del Santos. Il Cosmos nel corso della sua storia, ha conquistato cinque scudetti: nel 1972, nel 1977, nel 1978, nel 1980 e nel 1982. Nel club di New York hanno militato diversi campioni del mondo: il portiere inglese Gordon Banks, Carlos Alberto, il capitano del Brasile che battè l’Italia in finale nel 1970 a Città del Messico e il tedesco Franz Beckenbauer. Ma hanno vestito la maglia dei Cosmos anche l’olandese Johan Neeskens, il polacco Wladyslaw Zmuda e lo jugoslavo Vladislav Bogicevic.
LE SFIDE CON I VIOLA Contro i Cosmos la Fiorentina ha giocato due partite. Nella prima a Firenze, nell’ottobre del 1980, la squadra di Carosi si impose per 6-2. E il giovane Sauro Fattori realizzò una doppietta. Nella seconda, valida per la Trans Atlantic Challenge, il 30 maggio 1983 i viola di “Picchio” De Sisti persero per 4-1 a New York. L’unico gol della Fiorentina lo realizzò Giancarlo Antognoni.
La selezione europea, sotto di due reti al termine del primo tempo, si impose per 3-2, trascinata dal capitano della Fiorentina. Antognoni fornì gli assist per i gol di Keagan e Pezzey e poi all’88’ realizzò la rete del successo. Giancarlo fu acclamato dagli 80.000 del Giants Stadium tra i quali vi era-
LE MAGIE DELL’UNICO DIECI Proprio Antognoni al Giants Stadium, l’anno prima, il 7 agosto 1982, a meno di un mese della finale dei mondiali vinti dall’Italia, era stato grande protagonista della sfida tra Europa e Resto del Mondo.
no numerosissimi tifosi italiani.
Patrizio Sala contrasta Chinaglia nella sfida tra Cosmos e Fiorentina del 1983
La doppietta di Fattori e il gol di Antognoni che incantò la Grande Mela anche nell’estate 1982
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