IL BRIVIDO SPORTIVO SPECIALE FINALE DI COPPA ITALIA FIORENTINA-INTER DEL 24-05-2023

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SPECIALE COPPA ITALIA 24 MAGGIO 2023

IL NOSTRO VIAGGIO NELLA GIOIA VIOLA

Ripercorriamo insieme la storia dei sei trionfi in Coppa Italia

Momenti magici che possono aiutarci a pensare positivo

Consapevoli che l’Inter è una montagna dura da scalare

Ma abbiamo già dimostrato di potercela fare. E allora riproviamoci!

Un percorso partito nel 1940 fino al 2001 raccontato dagli eroi che hanno alzato al cielo il trofeo

• LUCA CALAMAI

Èun viaggio nella gioia. Emozioni forti nel nome della Fiorentina. Conservate questa copia del Brivido Sportivo. C'è il racconto delle sei Coppe Italia vinte. Momenti magici. Pagine che ora, alla vigilia della nale dell'Olimpico contro la Roma, possono aiutarci a pensare positivo. Consapevoli che l'Inter è la peggior rivale da incrociare in questo periodo. Ma la squadra di Italiano ha dimostrato con i fatti, non a parole, di poter battere qualsiasi rivale. Anche i nerazzurri di Simone Inzaghi. Quindi ci proveremo ad alzare la Coppa. Eccome se ci pro-

veremo. Abbiamo raccontato le notti magiche viola. Sei Coppe alzate al cielo. La prima battendo il Genoa nel lontano 1940, rete decisiva di Mario Celoria. È più facile ripescare nei ricordi con il successo contro la Lazio nella stagione 1960-61. Gol di Petris e Milan e grandi parate di Ricky Albertosi. Il terzo titolo contro il Catanzaro. Con Uccellino Hamrin a dare il via alle danze e rigore decisivo trasformato dal pratese Bertini nei tempi supplementari. Scorrendo il libro dei ricordi si arriva a emozioni che per molti sono ancora vive sulla pelle. Il successo contro il Milan all'Olimpico nel 74-75. Era la

Direttore responsabile Mario Tenerani

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N° ROC 26744

Fiorentina di Antognoni, di giovani scolpiti nella roccia come Guerini e Roggi. Il gol decisivo lo segnò Paolo Rosi. Ed eccoci alle ultime magie. La Coppa Italia alzata al cielo dal Re Leone Batistuta contro l'Atalanta con trentamila tifosi sulle gradinate del Franchi a immaginare una partita che scorreva con immagini sbiadite sul maxi schermo. E poi la festa nella notte con Bati con Rui, con Francesco Toldo. Momenti speciali per una Fiorentina speciale. Resta da raccontare l'ultima Coppa Italia vinta. Una storia diversa. Una gioia so ocata da mille problemi. Un titolo che porta la rma di due allenatori. Fatih Terim capace di iniziare una cavalcata vincente e Roberto Mancini abile a superare in nale il Parma del vecchio amico Malesani. Con la rete decisiva del portoghese Nuno Gomes che pochi mesi dopo fu cacciato con l'etichetta di traditore. Una Fiorentina che conviveva con l'ombra di un fallimento poi materializzatosi. E ora si torna all'Olimpico. Contro l'Inter. Non siamo favoriti ma possiamo vincere. Non abbiamo Batistuta ma abbiamo una squadra e un allenatore che hanno dimostrato di saper capovolgere situazioni negative. Con un'arma fantastica: il gioco. È vero la squadra viola non ha

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dovuto scavalcare "montagne" durante il percorso. Ma ha vinto quando doveva vincere. Ora deve puntare sull'idea tattica che porta avanti da tempo. Sulla loso a di provare sempre a segnare un gol in più rispetto all'avversario. Contro Lautaro e Lukaku la squadra viola ha vinto pochi mesi fa in campionato. In casa loro, a San Siro. Non era la migliore Inter, è vero. Ma ha dimostrato di essere vulnerabile. È bello immaginare che a spingere la Fiorentina ci siano De Sisti, Albertosi, Antognoni, Malusci, Pierini, giocatori che hanno contribuito ai successi nelle sei Coppe Italia conquistate. E che oggi il Brivido ha intervistato per trarre buone idee.

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Direttore editoriale Luca Calamai Caporedattore Tommaso Borghini Stampa Baroni e Gori Foto Massimo Sestini Foto storiche archivio Paolo Melani Hanno collaborato Giacomo Cialdi, Daniele Taiuti, Lucia Petraroli Ruben Lopes Pegna Lorenzo Matteucci Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione Chiuso in redazione il 16/05/2023 alle ore 13
Editoriale SPECIALE COPPA ITALIA | 3 |
hanno dimostrato di saper ca- La Fiorentina vuole far festa con i suoi tifosi Vincenzo Italiano

L’ESODO BIBLICO DEI TIFOSI VIOLA

Biglietti e pullman letteralmente presi d’assalto

Il popolo gigliato invaderà lo stadio Olimpico

Molti raggiungeranno Roma con mezzi propri nella speranza di assistere a un’impresa storica

Un esodo biblico per spingere la Fiorentina a sfruttare la sua grande occasione di scrivere la storia. La tifoseria si riverserà in massa sulla Capitale per partecipare dal vivo alla nalissima di Coppa Italia che vedrà opposta la squadra di Vincenzo Italiano all’Inter. I biglietti messi a disposizione dei supporter gigliati sono stati presi d’assalto n dal primo giorno di prevendita e il dato di presenze fatto registrare nell’ultima nale disputata dalla Fiorentina, quella del 2014, è stato letteralmente polverizzato. Allora, per il match contro il Napoli, i biglietti acquistati dai tifosi viola furono circa 18 mila. Un numero che, al momento della chiusura del nostro giornale, era stato già ampiamente superato e, con ogni probabilità, gran parte dei tagliandi ancora disponibili, circa 5 mila, sono andati anch’essi esauriti per raggiungere la cifra di circa 25

mila presenze.

Insomma, i sostenitori della Fiorentina sono pronti a raggiungere con ogni mezzo Roma, pur di non far mancare il loro apporto alla squadra. E, a proposito di mezzi, ciò che ha creato le maggiori di coltà a chi ha organizzato la trasferta è stata la scarsità di pullman disponibili. Vuoi per la data infrasettimanale (nel 2014 la nale fu giocata di sabato), vuoi per la scarsità di autisti disponibili. Di coltà logistiche che costringeranno molti tifosi a utilizzare mezzi propri, ma che non scongiureranno di certo l’esodo di massa. Perché l’entusiasmo del popolo viola è alle stelle e la possibilità di vedere la Fiorentina alzare nalmente un trofeo, dopo 22 anni di digiuno, è troppo allettante per non lanciarsi alla conquista di Roma. Sperando che il ritorno verso Firenze sia dolce e dedicato al racconto di una grande impresa viola, da consegnare alla storia.

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Atmosfera da brividi | 4 |
Superate le presenze della finale del 2014 nonostante le di coltà di natura logistica
Il popolo viola non farà mancare il suo sostegno alla squadra all’Olimpico di Roma

LA PRIMA GIOIA È FIRMATA CELORIA

Il centravanti decide la finale contro l’allora Genova 1893

La Fiorentina conquista il trofeo a 14 anni dalla sua fondazione

Per la soddisfazione del presidente marchese Luigi Ridolfi

Ma sullo sfondo c’è l’entrata in Guerra dell’Italia

Domenica 16 giugno 1940, sei giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia, allo stadio Berta di Firenze, l'attuale Franchi, la Fiorentina a ronta nella nale di Coppa Italia il Genova 1893 (questa la denominazione del Genoa, visto che all'epoca non si possono usare parole straniere). Si gioca nel pomeriggio, alle 16.30, davanti ad appena 10.000 spettatori. Il pensiero della gente in quei giorni è rivolto, infatti, per lo più ad altre cose. La Fiorentina guidata in panchina dal orentino Giuseppe Galluzzi va in vantaggio al 26' del primo tempo. L'azione la imposta il ventenne terzino Carlino Piccardi, un ragazzo del Campo di Marte, amatissimo dai tifosi viola. Il pallone passa poi a Baldini e quindi a Tagliasacchi. È lui che fornisce l'assist al centravanti Mario Celoria.

Il giocatore alessandrino con un preciso rasoterra segna il gol del vantaggio viola. Per lui è il quinto centro in Coppa Italia. Esplode - anche se questa è una parola che non va usata in quei giorni - di entusiasmo il Berta. Sventolano le bandiere viola. Nella ripresa il protagonista dell'incontro diventa il ventitreenne portiere della Fiorentina Luigi Gri anti, autore di tre parate decisive e che due anni dopo disputerà due partite in Nazionale. In contropiede la squadra viola ha comunque un paio di occasioni per raddoppiare. Tuttavia non le sfruttano Baldini e la ventenne ala destra Romeo Menti che morirà con il grande Torino nella sciagura aerea

di Superga del 4 maggio 1949. La partita così si conclude con la vittoria per 1-0 della Fiorentina che a meno di 14 anni dalla sua nascita conquista il primo trofeo della sua storia. È un giorno importante anche per il presidente, il marchese Luigi Ridol, che ha guidato la società dal 29 agosto 1926, ovvero dalla sua fondazione dopo la fusione tra il Club Sportivo e la Libertas. Ridol si gode giustamente la festa davanti alla sua gente. E per un pomeriggio almeno anche i tifosi viola possono gioire e distrarre i loro pensieri dalla guerra in corso.

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Per la squadra di Galluzzi sono decisive anche le parate di Gri anti
Romeo Menti, che fece parte di quella squadra, portato in trionfo Il marchese Luigi Ridolfi

RIVINCITA SULLA LAZIO

Nel 1961 la Fiorentina batte in finale i biancocelesti,

Milan

È il secondo trofeo stagionale dopo la Coppa delle Coppe

Domenica 11 giugno 1961, 15 giorni dopo aver conquistato la Coppa delle Coppe, la Fiorentina di Hidegkuti a ronta al Comunale di Firenze la Lazio (che ha terminato il campionato all'ultimo posto ed è retrocessa in serie B) nella quarta nale di Coppa Italia della sua storia. È una sorta di rivincita di quella persa con la Lazio dell'ex Bernardini nel 1958 all'Olimpico di Roma per 1-0 con un gol dell'ex Prini. La partita si gioca di pomeriggio, alle 17.30, davanti a 14.000 spettatori. Pochi davvero. Rispetto alla formazione che ha battuto i Rangers Glasgow 2-1 al Comunale nella nale di ritorno di Coppa delle Coppe, c'è una sola novità. Gioca il mediano Marchesi al posto di Rimbaldo. La Fiorentina parte all'attacco e dopo quattro minuti va in vantaggio. Su assist di Hamrin, Petris fulmina il portiere laziale Cei con un preciso rasoterra. La Lazio reagisce e Albertosi com-

pie due belle parate sui tiri dell'ex Rozzoni. La Fiorentina, a sua volta, si rende pericolosa con le conclusioni di Hamrin, Petris e Da Costa. Nel secondo tempo il ritmo dell'incontro cala. La squadra viola rimane in pieno controllo della partita. Alla mezzora Petris, il migliore in campo, colpisce la traversa con un tiro al volo. Poi al 36' Milan, autore di tre delle quattro reti segnate nelle nali di Coppa delle Coppe ai Rangers, si libera di un paio di avversari e realizza la rete del de nitivo 2-0. Nei restanti minuti succede poco o nulla. La Fiorentina così conquista il suo secondo trofeo stagionale. I tifosi viola esplodono di gioia quando il capitano Alberto Orzan, l'unico tra i giocatori in campo ad aver vinto lo scudetto nel 1955/56, alza nel cielo del Comunale la seconda Coppa Italia vinta dalla Fiorentina.

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LA
vendicando la sconfitta subita 3 anni prima, grazie alle prodezze di Petris e “Gigi”
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Capitan Orzan, l’unico reduce del primo Scudetto, alza la seconda Coppa Italia
Hamrin, tra i protagonisti della finale Orzan alza la Coppa con Robotti

ALBERTOSI: “IL CORAGGIO, ECCO LA NOSTRA FORZA!”

La Fiorentina e la Coppa Italia, una storia che ha visto i gigliati trionfare per ben sei volte. E che, nonostante l'avversario sia tra i più temibili, Firenze sogna possa regalarle ancora una volta grandi emozioni. Tra le squadre che hanno alzato al cielo la Coppa nazionale, c'è la Fiorentina della stagione 1960/61. Per ricordare quella bella vittoria, e cercare di capire che s da sarà quella contro l'Inter, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Enrico Albertosi, grandissimo ex viola che nella nale del 1961 difendeva la porta viola.

Albertosi, la Fiorentina si appresta a disputare la nale di Coppa Italia, una competizione che lei conosce molto bene...

«Eh sì (ride, ndr), ho avuto la fortuna di vincerla ben tre volte, due con la casacca viola e una con il Milan».

Che sensazioni dà arrivare in fondo a un torneo, e come ci si prepara all'ultimo atto?

«È motivo di grande orgoglio perché signi ca, al di là delle squadre incontrate, che si è fatto molto bene. È il caso della Fiorentina quest'anno che, pur non avendo a rontato nessuna big, si è comportata benissimo e ha meritato di arrivare dov'è. Come ci si prepara? Come per tutte le altre partite: chiaramente nei giocatori ci sarà più adrenalina del solito, perché saranno con-

sci di giocarsi la stagione in novanta minuti, ma l'approccio e la voglia di far bene sono sempre le stesse».

Nel 1961, anno in cui ha vinto la Coppa Italia con la maglia viola, quanto fu di cile arrivare alla nale?

«È sempre di cile, perché anche se incontri una squadra meno blasonata nasconde comunque delle insidie e dei valori. Quell'anno ricordo che entrammo in gioco agli ottavi, a Messina, dopodiché incontrammo la Roma... Una gara rocambolesca! Alla ne del primo tempo, di fronte a quarantamila spettatori, o giù di lì, c'erano già stati cinque gol, tre nostri e due loro. Nella ripresa segnammo altre tre reti e ci aggiudicammo il pass per la semi nale vincendo 6-4. Un vero spettacolo!».

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L’ex grande portiere, protagonista nella finale 1961: “Eravamo forti e non avevamo paura di nessuno Anche la Fiorentina di oggi non deve temere l’Inter Solo così si possono compiere le grandi imprese”
• GIACOMO CIALDI
“In quella stagione regalammo una doppia gioia ai tifosi, conquistando anche la Coppa delle Coppe”
Albertosi con la maglia della Fiorentina

La semi nale, poi, a Firenze...

«La semi nale la disputammo all'allora Comunale, contro la Juventus: una squadra fortissima, che l'anno prima aveva vinto campionato e Coppa Italia e che in quel 1961 vincerà nuovamente lo scudetto. Riuscimmo a fare la nostra partita e vincere in modo netto, per 3-1, conquistando meritatamente la nale. Per la gioia dei nostri tifosi!».

Era una gran bella Fiorentina, la sua. «Non me ne voglia la Fiorentina, ma quella del mio periodo credo fosse una squadra più forte di quella di oggi. Basti pensare che nello stesso anno fummo protagonisti, oltre che in Coppa Italia, anche in Coppa delle Coppe».

Quella nale, poi, come andò?

«In nale insieme a noi arrivò la Lazio di Jesse Carver. Ricordo giocammo bene e bastarono un gol per tempo, a rma di

Petris e Gigi Milan, per regolare i biancocelesti. Fu una vittoria importante per noi, a coronamento di un ottimo percorso».

Quest'anno invece di fronte alla Fiorentina, in nale, ci sarà l'Inter: che avversario è?

«Uno dei più di cili da a rontare e da battere. La squadra di Inzaghi è una corazzata, ha un'ottima rosa e grandi individualità. Non sarà una passeggiata per la Viola...».

Quale crede potrebbe essere l'arma giusta per scal re la corazza nerazzurra?

«Le armi che da due stagioni contraddistinguono la Fiorentina di Vincenzo Italiano: coraggio, personalità, gioco. Non si può prescindere da questo, se si vuole vincere. Abbiamo avuto dimostrazione che, nonostante i valori sulla carta siano di erenti, Cabral e compagni possono dire la propria contro chiunque, per cui è giusto giocarsi la nale al cento per cento, senza paura. Battere uno squadrone come l'Inter, poi, darebbe ancora più soddisfazione».

Senza considerare che la vittoria, a Firenze, manca da ben ventidue anni...

«Esattamente. Un trofeo manca da tanto, troppo tempo: è l'ora che i orentini riassaporino il gusto di vincere qualcosa di importante. Sarebbe fantastico!».

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“I viola di Italiano hanno già dimostrato di poter battere squadroni come i nerazzurri di Inzaghi”
Albertosi con il presidente Commisso Ricky Albertosi

IL PRIMO TRIONFO DELLA FIORENTINA YÈ - YÈ

Nel 1966 la squadra di Chiappella sfida il Catanzaro qualificatosi a sorpresa per la finale dell’Olimpico di Roma

Hamrin guida il primo nucleo che poi vincerà lo Scudetto

I viola superano i calabresi solo ai supplementari

Giovedì 19 maggio 1966, il giorno dell'Ascensione, alle 16.30 (la Rai manda una sintesi della gara a pomeriggio inoltrato) allo stadio Olimpico di Roma la Fiorentina di Chiappella affronta il Catanzaro che milita in serie B davanti a circa 20.000 spettatori. In quindicimila arrivano da Firenze. È la prima trasferta di massa organizzata dal Centro Coordinamento, nato l'anno prima. Lo stadio Olimpico è ancora tutto scoperto (anche la tribuna) e sugli spalti ci si siede sulle panche di legno. Quella che va in campo è la Fiorentina ye'-ye', una squadra molto giovane. Tre giocatori, Ferrante, Merlo e Chiarugi hanno vinto tre mesi prima il torneo di Viareggio. E poi ci sono il ventenne Brugnera, il ventiduenne Bertini e il ventitreenne De Sisti, romano ed ex romanista che gioca nel suo vecchio stadio. La Fiorentina passa in vantaggio alla mezzora del primo tempo con il suo capitano, lo svedese Kurt Hamrin. L'ala destra viola impegna severamente con un colpo di testa il portiere del Catanzaro Provasi che respinge a fatica il tiro. Sulla ribattuta Hamrin con un sinistro al volo segna il gol dell'1-0. Esplodono di gioia i 15.000 tifosi viola. La partita, però, non è chiusa.

è ancora tutto scoperto (anche la ye'-ye',

Il Catanzaro la riapre dopo due minuti dall'inizio della ripresa con la rete di Marchioro. La gara è ora equilibrata. Fa caldo e all'epoca non sono ammesse sostituzioni. Al novantesimo il risultato è sempre di 1-1. Si va ai tempi supplementari. E nel primo tempo la Fiorentina va vicina al gol. Il tiro di Hamrin, tuttavia, si stampa sul palo. Nel secondo tempo, al 4', c'è l'episodio che decide la partita. Dopo uno scambio tra Merlo e Brugnera il giocatore del Catanzaro Sardei, vistosi scavalcato dal pallone, lo ferma con la mano. È rigore. Sul dischetto va il mediano viola Mario Bertini. Calcia forte.

La palla nisce sul palo interno. Attraversa tutta la linea di porta. Colpisce l'altro palo interno enalmente entra in rete. Pochi secondi che paiono in niti e poi si scatena la gioia del popolo viola. Il Catanzaro non ne ha più. La Fiorentina controlla senza problemi la partita è conquista così la terza Coppa Italia della sua storia. È il capitano Kurt Hamrin che con Albertosi aveva già giocato e vinto la Coppa nel 1961 ad alzare nel cielo dell'Olimpico il prestigioso trofeo.

in niti e poi si scatena la gioia del popolo viola. Il

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È la prima trasferta di massa organizzata dal Centro di Coordinamento
Luciano Chiarugi Kurt Hamrin con la Coppa Italia

DE SISTI: “L’INIZIO DI UNA GRANDE ASCESA”

Una delle leggende viola ci racconta il trionfo del 1966:

“Il Catanzaro fece la partita della vita e non fu facile Poi il gol su rigore di Bertini fu un’autentica liberazione

Quel giorno iniziò il percorso verso il secondo Tricolore”

DANIELE TAIUTI

La Coppa Italia è un antico microfono popolare che si presta a dar voce ai sogni di tutte le tifoserie; a volte una distrazione per il potere del nord, o per chi lo avversa, coincide come una blasonata tappa di riscatto tecnico, a volte sociale, per quelle Piazze in cerca di luce, costrette all’ombra. Come il Catanzaro decimo in Serie B che, nel 1966 a Roma, costrinse la Fiorentina a superarsi nella tecnica e nello sforzo, per poi essere superato al con ne tra impresa e disperazione, 119’ dei tempi supplementari Bertini dal dischetto, dai ri essi del talento della nascente e promettente Viola, che avrebbe circondato il secondo scudetto del suo brillare de nitivo, e forse conclusivo del luminoso periodo, in cui le ambizioni erano i petali che si distribuivano lungo il Giglio. Ne parliamo con un grande protagonista della partita e della storia del club, “Picchio” De Sisti.

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I protagonisti
“Lo spirito critico dei tifosi fiorentini è una ricchezza che spinge sempre avanti la squadra “
Giancarlo De Sisti

Giancarlo De Sisti, cosa ricorda del trionfo in Coppa Italia del 1966 sul Catanzaro?

“Una partita che vivemmo con un po' di preoccupazione, non giocammo benissimo, alla ne riuscimmo a trasferire il trofeo nella bacheca sociale, è questo che interessa alla storia”.

Vi aspettavate il Catanzaro in nale e, soprattutto, le di coltà da esso create e risolte soltanto ai supplementari?

“No, però non c’erano delle di erenze abissali tra le varie categorie; il Catanzaro aveva qualche buon giocatore come il bomber Bui. I supplementari erano inattesi la consapevolezza della nostra forza si trasformò in un freno anziché un volano per la nostra prestazione. Nella partita secca può succedere di tutto”.

Il successo è un’espressione di salute dell’ambiente, di cui la squadra è una parte”.

Che consapevolezze portò al gruppo quella vittoria, fu l’inizio della Fiorentina ye ye?

“Sì, quello l’inizio dell’ascesa, io preso a guidare una banda di giovani baldanzosi, pieni di talento e spavalderia. Le aggiunte di Esposito e Chiarugi, tra le altre, contribuirono a completarla.

Quale fu l’aspetto decisivo della partita?

“L’adeguarsi alle di coltà imposte dal Catanzaro, a cui rispose il nostro maggiore tasso tecnico. Per loro era la partita della vita, che non includeva solo il risultato ma una missione di rivalsa di una città e forse del Meridione intero. Rischiammo di non vincere per la paura di farlo”.

Le criticità vissute durante l’incontro aumentarono o diminuirono la festa di Firenze?

abissali tra le varie categorie; il Catanliberazione). Lo spirito critico dei o-

“La vittoria è sempre tale, è scritta negli annali. Quando non hai rubato niente, hai la coscienza a posto. A volte occorre un po' di loso a, il gap tecnico alla ne ci premiò, rmato da Hamrim e Bertini su calcio di rigore (un'autentica liberazione). Lo spirito critico dei orentini è naturale e una ricchezza.

Era una squadra che dopo la vittoria del 69 avrebbe potuto avere una durata maggiore come quella vincente del 56, ma non venne ripetuta la stessa condivisione d’intenti, a iniziare dal mister Pesaola preso dai suoi interessi economici in Campania”.

Roma può essere ancora scenario della settima a ermazione viola nel torneo con l’Inter?

“La Fiorentina può vincere chiunque, anche se i nerazzurri hanno uno dei migliori organici in Italia. Scenari aperti a tutti i risultati. È la partita a dare il suo indirizzo alle squadre, più che la somma della qualità a decidere è la somma delle prestazioni”.

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“Roma può essere ancora una volta teatro di un grande successo La Fiorentina può vincere contro chiunque”
De Sisti in maglia viola

IL TRIONFO SUL DIAVOLO

Nella finale del 1975 contro il più quotato Milan la squadra viola è protagonista di una gran partita, guidata in panchina dal fiorentino Mario Mazzoni

Il gol decisivo è siglato dal subentrato Paolo Rosi

Rocambolesco 3-2 a Roma di Casarsa e Guerini le altre reti

RUBEN LOPES PEGNA

squadra

dalle 21.30. Mazzoni manda per la pubalgia, non disputa che viene steso dal terzino di rigore e Casarsa lo tra-

è un orentino sulla panchina viola come nella vittoriosa nale del 1940. È Mario Mazzoni, il secondo di Nereo Rocco. Il Paron ha lasciato Firenze al termine del campionato e i dirigenti hanno scelto lui per guidare la Fiorentina in Coppa Italia. È emozionato Mazzoni quando sabato 28 giugno 1975 la squadra viola, quella per cui fa il tifo da quando era bambino, a ronta all'Olimpico di Roma il più quotato Milan nella nale di Coppa Italia. Si gioca, davanti a 40.000 spettatori, alle 20.30 ma la Rai manda in onda la partita in registrata dalle 21.30. Mazzoni manda in campo il terzino Roggi che, per la pubalgia, non disputa una partita dal 5 gennaio quando la Fiorentina perse a Cagliari 2-1. La squadra viola passa in vantaggio al 14'. Merlo lancia in area Caso che viene steso dal terzino milanista Sabadini. È calcio di rigore e Casarsa lo trasforma alla sua maniera, senza rincorsa. I rossoneri dopo sei minuti pareggiano con un colpo di testa di Bigon su assist di Sabadini. Il Milan insiste e nel nale del primo tempo il portiere viola Superchi e ettua una parata in due tempi su un tiro da lontano di Benetti.

Poco dopo Caso, lanciato da Merlo, dall'interno dell'area di rigore, calcia fuori. Nella ripresa, Mazzoni sostituisce l'infortunato Beatrice con il terzino Lelj. Dopo neanche un minuto si fa male anche lui. In panchina c'è solo Paolo Rosi, un centrocampista. Con il suo ingresso la squadra è sicuramente sbilanciata in avanti ma riesce comunque a trovare un suo equilibrio. Al 9' per un fallo di mano di Maldera al limite dell'area viene concessa una punizione alla Fiorentina. Merlo la tocca sulla destra per Guerini che con un gran tiro batte l'ex portiere gigliato Albertosi (in maglia viola ha vinto due Coppe Italia). La squadra di Mazzoni insiste e poco dopo, su assist di Guerini, Caso colpisce il palo. Il Milan, però, non molla e al 20' perviene al pareggio. Su assist di Bigon, l'ex Chiarugi, che in maglia viola ha conquistato tra l'altro la Coppa Italia nel 1966, con un tiro al volo segna la rete del 2-2. Passa poco più di un minuto e al 22' la Fiorentina torna in vantaggio. Antognoni lancia in verticale Casarsa. Il numero nove viola crossa al centro per Rosi che di testa realizza il gol del de nitivo 3-2. Il Milan non ci sta e attacca. Al 43' Turone cade a terra nell'area viola dopo un contrasto con Roggi e Pellegrini. L'arbitro concede una punizione per simulazione del difensore rossonero che protesta vivacemente, invocando il rigore. Forse gli scappa qualche parola di troppo e così viene espulso. La partita in pratica nisce qui. La Fiorentina nel nale con Rosi spreca anche l'occasione per segnare il quarto gol. Poi al schio di Michelotti inizia la festa dei giocatori viola. È il capitano Claudio Merlo che con la Fiorentina ha già vinto un'altra Coppa Italia oltre allo scudetto e alla Mitropa Cup (con la maglia rossonera del Milan addosso) ad alzare nel cielo dell'Olimpico il prestigioso trofeo.

Brivido nella storia/4 SPECIALE COPPA ITALIA | 17 |
dini. Il Milan insiste e nel La cover del Brivido dedica alla Coppa Italia del 1975

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LA STORIA

Le nali vinte dalla Fiorentina ai tempi supplementari, nel 1966 con il Catanzaro.

Le nali giocate a Firenze, nel 1940 e nel dallaentrambe1961,vinte Fiorentina.

LE FINALI

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I gol segnati da Paolo Rosi nella Coppa Italia 1974/75, 1 in nale.

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I gol segnati da Hamrin nella Coppa Italia 1965/66, 1 in nale. Vince la classi ca dei cannonieri. 5

4

Le nali giocate a Roma, nel 1958, 1966, 1975 e 2014.

Le edizioni della Coppa Italia vinte dalla Fiorentina: 1939/40, 1960/61, 1965/66, 1974/75, 1995/96, 1965/66,2000/2001 2000/2001 6

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I gol segnati da Batistuta nella Coppa Italia

1995/96, 2 nelle nali. Vince la classi ca dei cannonieri.

I gol segnati dalla Fiorentina nelle nali di Coppa Italia vinte.

Gli anni trascorsi tra le vittorie della prima e della seconda Coppa Italia e tra la quarta e la quinta.

Gli anni di Batistuta quando vince la Coppa Italia da capitano.

Gli anni trascorsi dall’ultima vittoria in Coppa Italia.

Gli anni di Celoria, autore del gol della vittoria, nella Coppa Italia del 1940.

LE FINALI
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SIAMO NOI

ANTOGNONI: “IL GIUSTO PREMIO A UN GRUPPO FANTASTICO”

L’Unico

• LORENZO MATTEUCCI

La Fiorentina di Vincenzo Italiano si appresta, mercoledì 24 maggio, a giocarsi la nale di Coppa Italia contro l’Inter. Nel ripercorrere il rapporto della maglia viola con la storia della competizione nazionale, non poteva certo mancare di ricordare l’edizione della stagione 1974/1975 che la vide trionfare nella nale contro il Milan. Leader di quella squadra piena di giovani promettenti era Giancarlo Antognoni. La “stella”, “l’unico 10”, “il ragazzo che giocava guardando le stelle”, “il capitano”, sono tanti gli appellativi usati ma di certo lui è stato simbolo della Fiorentina, di Firenze e dei orentini e l’amore che si è creato tra loro è un qualcosa che va al di là di ogni possibile immaginazione. Lo abbiamo interpellato per ricordare la cavalcata della sua squadra e per commentare questa stagione che vede i viola tornare a giocarsi la vittoria nove anni dall’ultima volta.

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10 ripercorre il successo nella Coppa Italia 1975: “Eravamo tutti ragazzi con una voglia matta di vincere Fu una gara da brividi e alla fine prevalsero i nostri valori umani Vorrei che i tifosi viola rivivessero un’emozione del genere”
I protagonisti
“Ricordo un’incredibile altalena di emozioni Sul 2-2 dell’ex Chiarugi tememmo di non farcela Poi ci pensò Paolo Rosi”
Giancarlo Antognoni, la bandiera di Firenze

Giancarlo Antognoni, nel 1975 arrivò alla vittoria della Coppa Italia, che ricordo ha di quella cavalcata?

«Sono passati diversi anni ormai ma ricordo bene lo splendido gruppo che eravamo. Tanti ragazzi che avevano la voglia e il sogno di vincere un trofeo con la maglia gigliata».

La nale contro il Milan fu a dir poco rocambolesca.

«Bravo, ha detto bene. Successe di tutto e fu emozionante. Facile dirlo perché alla ne a vincere fummo noi (ride, ndr) però chi la vide di sicuro non si annoiò».

Cinque gol in totale, di cui ben tre nel giro di 13’.

«A ripensarci ancora oggi mi vengono i brividi. Dopo il 2-1 nostro con Guerini arrivò il pareggio dell’ex Chiarugi. Poteva essere una mazzata ma dopo solo due minuti arrivammo al nuovo, e decisivo, vantaggio grazie a Paolo Rosi. Mi lasci aggiungere che quello dimostrò ancora una volta il valore sportivo e umano di quella squadra».

Che importanza dà vincere la Coppa Italia?

«Alzare un trofeo è sempre importante, qualunque esso sia. Vincere a Firenze poi ha un sapore particolare e porta prestigio e attenzione alla squadra e società».

Non scopriamo certo oggi il suo amore per Firenze, cosa signi cherebbe vincere per i orentini?

«Tanto, sarebbe importantissimo anche perché i tifosi non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Sono splendidi e tutto il pubblico di Firenze meriterebbe di gioire alzando un trofeo».

Quanto è orgoglioso di essere stato capitano e bandiera della Fiorentina che non mai tradito?

«A distanza di tanti anni, ogni giorno qualcuno si complimenta con me per quella scelta. Purtroppo con la Fiorentina ho vinto troppo poco, ma l’a etto di un’intera città non mi ha mai abbandonato. Poche vittorie sul campo, ma una, forse più grande, al di fuori. La gratitudine nella vita è importante. Ti torna indietro, solo se sei entrato nel cuore della gente. L’acquisisci negli anni, non la puoi comprare una volta per tutte».

• Continua a pagina 22

SPECIALE COPPA ITALIA | 21 |
“Vincere a Firenze è molto di cile Ma ha un sapore così particolare che non si dimentica”
La fotocronaca del gol - vittoria di Paolo Rosi

Davanti ci sarà l’Inter.

«Squadra di cile, sul nale di stagione si sono ripresi, soprattutto in attacco dove sono tornati a segnare gli attaccanti. Se ci limitiamo a guardare la rosa quella della Fiorentina è inferiore ma le nali fanno storia a sé. Può sempre succedere di tutto in partita secca. La Coppa Italia di quest’anno lo testimonia molto bene. Si capirà molto dall’impatto iniziale che avranno le due squadre».

Si spieghi meglio.

«Siamo a ne stagione, che con il Mondiali a dicembre è stata anomala quindi bisognerà capire come ci arrivano le due squadre. Quanta benzina hanno in corpo anche a livello nervoso. Chi avrà più fame alla ne avrà la meglio».

Ultima curiosità, preferisce il calcio di oggi o quello dei suoi tempi?

«Mi piaceva più quello di ieri. Non c’erano i falli tattici e i movimenti rigidamente prestabiliti. C’erano più improvvisazione, più gioia e più fantasia. C’erano giocatori che erano liberi di fare quello che volevano. Gli artisti del pallone hanno bisogno di libertà per dare lo spettacolo che vorremmo sempre vedere. Non è un caso che i numeri dieci non esistano più».

SPECIALE COPPA ITALIA | 22 |
I protagonisti
“L’Inter è un ostacolo davvero duro Ma in una finale secca può accadere di tutto Vincerà chi avrà più fame”
• Segue da pagina 21
I servizi del nostro giornale dedicati alla vittoria della Coppa Italia 1975

LA LUNGA NOTTE DEI TIFOSI VIOLA

Dopo aver vinto la finale d’andata contro l’Atalanta, il 18 maggio 1996 la Fiorentina espugna anche Bergamo e il popolo gigliato si raduna allo stadio Franchi per aspettare la squadra fino alle 3 del mattino

Partiamo dalla ne: è notte fonda, ma allo stadio Artemio Franchi ci sono oltre 30mila persone. Sul prato verde non c’è nessuno perché la squadra è in viaggio di ritorno da Bergamo, ma sono tutti lì per aspettarla e scatenarsi in una grande festa (peraltro già ampiamente cominciata dopo il triplice schio della nale di ritorno). Il pullman viola arriva intorno alle 3 di notte e i giocatori spuntano dal tunnel con la Coppa in mano a capitan Gabriel Batistuta. È l’apoteosi e chi può entra in campo per abbracciare gli eroi viola che riportano la Coppa Italia a Firenze dopo 21 anni di assenza.

Qualcosa di unico che solo una tifoseria appassionata come quella viola è capace di fare. La festa è l’ultimo atto di un percorso splendido della Fiorentina di Claudio Ranieri, ripartita dalla serie B nel 1993 e, appena tre anni dopo, trionfatrice in Coppa Italia. La nale di andata si disputa a Firenze il 2 maggio 1996. La Fiorentina a ronta l’Atalanta del tifoso viola Emiliano Mondonico, quali catasi a sorpresa. I viola sono favoriti, ma faticano a sbloccarla anche per l’arcigna difesa dei bergamaschi. Sotto la pioggia, dopo vari tentativi andati a vuoto, è Batistuta a rmare il gol del vantaggio al minuto 52. Sugli sviluppi di un corner, l’argentino si fa trovare stranamente appostato al limite dell’area e fa partire un

Batistuta a segno nel primo e nel secondo match nel quale va a rete anche Amoruso

destro a spiovere che supera il portiere dell’Atalanta Ferron. È il gol che decide la gara. Un vantaggio risicato, ma importante, con il quale i viola si proiettano con ottimismo verso il match di ritorno, in programma a Bergamo il 18 maggio. Tantissimi tifosi gigliati seguono la squadra ma ovviamente non ci può essere posto per tutti. Così in migliaia guardano la partita sui maxischermi, allestiti appositamente in varie zone di Firenze. Il punto di maggior ritrovo è lo stadio Franchi, dove si assiste alla diretta della gara, sperando di poter festeggiare poi la squadra. È ciò che accade perché la Fiorentina di Ranieri disputa una partita perfetta, lascian

do un po’ sfogare l’Atalanta e colpendola nei momenti decisivi. Al 3’ della ripresa, Rui Costa pennella da calcio d’angolo e Amoruso ci mette il piatto destro, girando la palla alle spalle del portiere. È il gol che blinda la Coppa, al quale segue anche il raddoppio rmato dal solito Batistuta, al 16’, dopo una bella azione di Rui Costa, lanciato da Flachi, sul quale esce a valanga Ferron, ma sul rimpallo l’argentino scaraventa in rete il pallone che fa scattare la festa. Da quel momento tutti aspettano la Fiorentina a Firenze, radunandosi sugli spalti del Franchi. Oltre 30mila persone in trepidante attesa dei loro eroi, che arrivano a notte fonda per uno storico abbraccio che pare durare in eterno.

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Brivido nella storia/5 SPECIALE COPPA ITALIA | 23 |
Batistuta e il gruppo viola fanno festa con la Coppa Italia Il gol di Amoruso a Bergamo
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“QUALCOSA

DI MAI VISTO”

L’ex difensore sulle emozioni della vittoria del 1996:

Si ha la sensazione che la vittoria in Coppa Italia del 1996, fosse un appuntamento prenotato in anticipo con la storia dall’idea a cui la qualità crescente di quella Fiorentina si rivolgeva in fretta, dopo la promozione in Serie A del 1994 incominciò ad aggregare talento e ambizioni. L’ispirazione di Rui Costa, era la amma di accensione di una delle macchine da gol più importanti e micidiali del dopoguerra, Gabriel Omar Batistuta. Insieme a dar giustizia al lavoro che i loro bagliori rendevano oscuro ed evidente, il sapiente sudore dei gregari. Rappresentati in quella nale di Bergamo con l’Atalanta dall’acrobazia straordinaria di Lorenzo Amoruso, una sorta di sintesi dell’abile mescolare di Claudio Ranieri, dove l’opera di fatica raggiunge il genio, insieme si cementano, trasferendo l’unità al trionfo. Ne parliamo con Alberto Malusci protagonista della nale di ritorno, che quella Fiorentina l’ha vista nascere e compiersi.

Alberto Malusci, la vittoria in nale del 1996 con l’Atalanta fu una sorta di riconoscimento di un percorso iniziato prima?

“Direi proprio di sì, dopo la retrocessione Cecchi Gori andò alla ricerca di un allenatore per costruire qualcosa. Ranieri fu il primo tassello della crescita, poi nel tempo l’aggiunta di calciatori determinanti nell’ossatura della squadra, come Rui Costa, Schwarz, Piacentini, Bigica, Padalino, Amoruso e Serena”.

Come vi avvicinaste a quel doppio scontro con l’Atalanta?

“Con grande consapevolezza dei nostri mezzi, consci di avere una rosa che poteva fare male a tutti. Ranieri ebbe merito soprattutto nella rotazione degli uomini sia in campionato sia in coppa. Venivamo da un percorso nella manifestazione importante, suggellato col passaggio del turno con l’Inter, con un gran gol di Batistuta a San Siro”.

Il minimo vantaggio dell’andata vi confortava o vi incuteva timore in vista del ritorno?

“Quando si giocano le partite, non si fa calcoli, si pensa al campo e basta. Nella nostra testa non c’era nessun vantaggio, ma tutto era ancora da compiere, quella mentalità uno dei nostri meriti”.

Quando capì che ce l’avreste fatta?

“I minuti passavano, e le dinamiche della gara erano in nostro controllo. Il gol di Amoruso lo riconobbe, quello di Batistuta fu il verdetto. Ci accompagnava e univa durante la partita l’emozione di portare un trofeo a Firenze, mancante dal 75. Con l’Europeo Under 21 una delle mie più grandi soddisfazioni in carriera.

Il mio rimpianto, quello di non esserci nella foto di squadra con la coppa, stavo piangendo in panchina perché era l’ultima partita con la Viola”.

Cosa ricorda dell’abbraccio di Firenze nel dopo gara?

“Al ritorno da Bergamo, alcuni amici mi dicevano al telefono: ”Non puoi capire quello che troverete a Firenze”. Una volta arrivati, capimmo, un’atmosfera unica. Non ci saremmo mai aspettati un’ accoglienza del genere”.

Quante possibilità ci sono che la Fiorentina alzi la settima Coppa Italia della sua storia con l’Inter?

“È una partita secca, che si inizia alla pari. Poi non devi sbagliare niente perché ti possono sempre punire. L’Inter poteva competere col Napoli per lo scudetto, le occasioni però le lascia sempre agli avversari, la Fiorentina ci deve essere e colpire”.

MALUSCI:
I protagonisti SPECIALE COPPA ITALIA | 25 |
“L’accoglienza notturna dei tifosi fu davvero incredibile Quella Coppa è stata il completamento di un ciclo cominciato con Claudio Ranieri dopo la retrocessione”
“Alla fine piansi a dirotto perché era la mia ultima partita con la Fiorentina”
Alberto Malusci in maglia viola

La Fiorentina conquista la sua sesta e ultima Coppa Italia

nella doppia finale del 2001, grazie ai gol di Vanoli e Nuno Gomes

Capitan Rui Costa alza al cielo il trofeo nel Franchi in estasi

Ma poco più di un anno dopo il club gigliato sarà dichiarato fallito

Il canto del cigno. La Fiorentina conquista la sua sesta Coppa Italia a metà giugno del 2001 e si tratta dell’ultimo trofeo della storia viola. Un successo inatteso e accolto con grande entusiasmo dal popolo gigliato, ma che avrà anche un retrogusto amaro, vista la difficilissima situazione economica in cui versa la società del presidente Vittorio Cecchi Gori. Di lì a poco, infatti, nel settembre 2002 la Fiorentina verrà dichiarata fallita e sarà costretta a ripartire dalla serie C2.

Ma ciò che vogliamo raccontare su queste pagine è il trionfo di una squadra, quella guidata per gran parte della manifestazione da Fatih Terim, capace di andare oltre i propri limiti e di fare vittime illustri sul suo cammino come il Milan, nelle semi nali, e il Parma nella doppia nale. Nella quale però il tecnico turco sarà sostituito in panchina da Roberto Mancini, visto il suo clamoroso esonero

Decisivi il colpo al Tardini all’andata e l’acuto del portoghese nel ritorno che pareggia la rete di Milosevic

avvenuto mesi prima, a ne febbraio, con la nale di Coppa Italia già in tasca. Il primo confronto con il Parma, guidato da Renzo Ulivieri, tecnico di San Miniato e noto tifoso viola, è datato 24 maggio 2001. Si gioca in terra ducale contro una squadra forte che annoverava elementi come Thuram, Cannavaro, Di Vaio e altri campioni. La Fiorenti-

na, dopo 9 anni d’amore, gli insidiosi attacchi locali, in festa. Il gol è importantissimo quando

na, dopo 9 anni d’amore, è orfana di Batistuta, ma può contare ancora su Toldo, Rui Costa, Di Livio ed Enrico Chiesa. Al Tardini i viola vestono una insolita maglia argentata e so rono gli insidiosi attacchi locali, difendendosi con ardore no all’incredibile epilogo. Al 41’ del secondo tempo Vanoli, ex di turno, su cross di Bressan dalla destra, svetta più in alto di tutti e batte il portiere Guardalben, andando a esultare sotto lo spicchio dei tifosi gigliati in festa. Il gol è importantissimo perché consente alla squadra di Mancini di avere due risultati su tre nella gara di ritorno al Franchi, in programma il 13 giugno. Ma per i viola è un’altra partita di so erenza, soprattutto dal 39’ del primo tempo quando Milosevic segna per il Parma, riequilibrando le sorti della contesa. Nella ripresa Mancini fa entrare un attaccante, Nuno Gomes, al posto di un difensore, Moretti. È la mossa decisiva perché proprio il portoghese, al 67’, conclude alla perfezione in diagonale su assist di Chiesa e rma l’1-1 che vale la Coppa. In virtù della regola dei gol segnati in trasferta (oggi abolita), capitan Rui Costa può alzare il trofeo nel cielo di Firenze, in un Franchi in delirio. E sarà lui l’ultimo capitano della storia gigliata a farlo, almeno no a oggi...

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| 26 | Brivido nella storia/6
• TOMMASO BORGHINI panchina da Roberto Rui Costa festeggia con la coppa Italia La Fiorentina vittoriosa nella finale di ritorno col Parma

PIERINI: “UN’EMOZIONE CHE DURA IN ETERNO”

Novanta minuti che valgono una stagione intera. Forse qualcosa di più, per la Fiorentina, dato il lungo, lunghissimo digiuno di vittorie dell'ultimo ventennio. La nale di Coppa Italia contro l'Inter è alle porte e Firenze vive giorni di grande tensione: può essere la gara che riporta nalmente il club e la tifoseria tra le grandi del calcio italiano. Per analizzare la s da dell'Olimpico e ricordare la bellissima cavalcata che portò la Viola ad alzare al cielo la Coppa nel 2001, il Brivido Sportivo ha intervistato Alessandro Pierini, tra i protagonisti di quella squadra che in nale a rontò e batté il Parma.

Pierini, cosa signi ca disputare una nale?

«Le nali sono sempre qualcosa di speciale, qualcosa di incredibilmente emozionante. Sapere di essere a un passo dall'alzare un trofeo ti dà una scarica di adrenalina, perciò è sempre bello esserci. Per la Fiorentina lo è ancora di più, forse, perché negli ultimi ventidue anni purtroppo non ha avuto molte occasioni per vincere».

Lei, con la sua Fiorentina, è stato infatti l'ultimo a vincere con la maglia viola. Cosa ricorda di quella cavalcata in Coppa Italia?

«Sono trascorsi tanti anni, ma certi momenti te li porti dentro per sempre. Il nostro percorso in Coppa in quella stagione fu entusiasmante.

Ricordo che no a febbraio giocammo un gran calcio, tanto in campionato quanto in Coppa Italia; poi alcuni infortuni ci frenarono un po', ma riuscimmo comunque a superare il Milan e approdare alla nale. Ci meritammo ampiamente di arrivare in fondo...».

Quest'anno, invece, come valuta il percorso della Fiorentina?

Con l'Inter che nale dobbiamo aspettarci?

«Reputo l'Inter la squadra più forte e completa della Serie A, nonostante il tricolore sia andato al Napoli, per cui è indubbio che la partita non sarà facile. È giusto sottolineare però che le due squadre si sono già a rontate in questa stagione, e la Fiorentina ha dimostrato di poter tenere testa ai nerazzurri: sarebbe un errore pensare di non avere chance, anche perché in novanta minuti può veramente capitare di tutto».

non essendo troppo abituate, vivono le vittorie con un'enfasi e un trasporto davvero speciali. Al di là della soddisfazione personale, che ovviamente fu grandissima, nel 2001 ricordo la gioia della città e dei tifosi: ci rendemmo conto di aver fatto qualcosa di grande per il popolo viola, e questo loro sentimento di euforia ci contagiò e fece da ampli catore alle nostre emozioni».

Vincere quest'anno, a distanza di ventidue anni, cosa signi cherebbe?

to che vincere non è mai semplice per

«Be', quando arrivi in nale meriti soltanto applausi. Non ci sono dubbi che il calendario abbia sorriso alla squadra di Italiano, incontrare la Cremonese, con tutto il rispetto, è diverso dall'affrontare Roma o Napoli, ma sta di fatto che vincere non è mai semplice per cui credo la Fiorentina abbia fatto un ottimo percorso».

In nale, nel 2001, incontraste il Parma: che gara fu?

Cosa signi cò per lei, e per quella Fiorentina, alzare al cielo la Coppa Italia?

«Non c'è città dove la vittoria non sia importante, però ci sono società e tifoserie per le quali vincere un trofeo è qualcosa di più: Firenze e la Fiorentina,

«A maggior ragione dopo più di un fantastico. Signi cherebbe scripagina, nella luminosa sto-

«Non arrivammo al meglio a quella doppia s da, non eravamo a atto nel nostro momento migliore. Nella gara del Tardini fummo bravi a trovare il gol e mantenere l'1-0. Nel ritorno, ricordo che i gialloblù ci furono superiori nel primo tempo: andarono in vantaggio con la rete di Milosevic, meritatamente. Poi, nella ripresa, il gol di Nuno Gomes ci sbloccò, anche psicologicamente. Credo di poter dire che la vittoria fu meritata».

rete di Milosevic, me-

cherebbe mente Firenze tra le grandi ni di tifosi. Sarebbe memorabile!».

«A maggior ragione dopo più di un ventennio, sarebbe qualcosa di fantastico. Signi cherebbe scrivere una pagina, una grande pagina, nella luminosa storia della Fiorentina: signicherebbe riportare nalmente Firenze tra le grandi del calcio italiano e rendere indelebile questa impresa nella mente di generazioni di tifosi. Sarebbe memorabile!».

L’ex difensore sulla conquista dell’ultimo trofeo:
I protagonisti SPECIALE COPPA ITALIA | 27 |
“Dopo il fischio finale della sfida col Parma ci rendemmo conto di aver fatto qualcosa di grande per il popolo viola che ci avvolse con un abbraccio infinito”
“E’ l’ora che la Fiorentina scriva una nuova pagina di storia per la città di Firenze”
• GIACOMO CIALDI
Alessandro Pierini

VALLESI: “VIOLA, LA FORZA DELLA VITA!”

Il noto cantautore, grande tifoso della Fiorentina:

Lui direbbe “La Forza della Vita”. Forza che sicuramente servirà in questo speciale appuntamento alla Fiorentina, che dopo 22 anni potrebbe alzare al cielo un trofeo, ma difronte c’è un avversario molto di cile come l'Inter da superare per aggiudicarsi la Coppa Italia. Paolo Vallesi grande cantautore, orentino doc e tifosissimo viola, analizza insieme a noi l'atmosfera che circonda questo evento che fa trepidare il cuore del popolo gigliato.

Paolo Vallesi, la Fiorentina si gioca la possibilità di mettere in bacheca un trofeo dopo un’interminabile attesa che dura da 22 anni… Che sensazione le suscita?

“La nale di Coppa Italia mi riporta il pensiero a quella giocata nel 1996 contro l’Atalanta, perché poi ci fu un a usso spontaneo allo stadio di 30 mila persone che aspettarono la squadra no a notte fonda. Furono una serata, una notte e un’alba bellissime.

Ma purtroppo si tratta di un ricordo oramai lontano nel tempo. Poi ci fu la Coppa Italia conquistata nel 2001, anche quella una gran bella emozione. Diciamo che, purtroppo, ci siamo abituati ad aspettare molto tempo… Calcisticamente la Fiorentina quest'anno ha fatto un ottimo torneo e si è meritata la nale. E’ vero che ha avuto un po’ la strada spianata con avversari tutti alla portata, credo però che possa farcela anche contro l’Inter, calcolando che si gioca in gara secca e che nelle nali può accadere di tutto”.

Quanto sarebbe importante per Firenze tornare a vincere un trofeo?

“Per noi vincere la Coppa Italia sarebbe come vincere una Champions League. Facciamo così (scherza ndr) all’Inter lasciamole la Champions e noi ci prendiamo la Coppa. Vincerla sarebbe il giusto epilogo di un percorso intrapreso dal club che ha speso tanto nelle strutture, vedi il bellissimo Viola Park, ma anche sul mercato per costruire una rosa capace di competere su più fronti. Poi c’è anche il grande lavoro da parte della squadra e del Mister Italiano, aspetti assolutamente da sottolineare”.

Come vorrebbe si festeggiasse in città questa occasione cosi speciale?

“Vorrei vedere il bello di questa città e non comportamenti che degenerano. Guardando altrove, per esempio a Napoli, non mi sono piaciuti alcuni festeggiamenti che purtroppo sono degenerati.

SPECIALE COPPA ITALIA
| 28 | Viola in musica
“La squadra di Italiano ha un compito molto di cile ma ha dentro di sé l’energia necessaria per farcela e per far esplodere di gioia Firenze e i tifosi gigliati”
• LUCIA PETRAROLI
“Con l’Inter è dura Però anche noi abbiamo frecce forti al nostro arco come Cabral e Dodò”
Paolo Vallesi

La parte bella della festa del Napoli è stata quella andata in scena allo stadio Diego Maradona, ecco vorrei una festa spettacolare, simile a quella. Sono sicuro che il presidente Commisso ci regalerebbe un grande spettacolo, magari al Franchi”.

Si sente di fare un oretto nel caso di vittoria?

“Di sicuro non mi spoglierò (ride ndr). Anche perché l'avevo già promesso l’anno scorso, se fossimo andati in Europa, e così è stato. Ma vi garantisco che, seppur breve, non è stato un bello spettacolo (scherza ndr). Dico che camminerò dal Duomo no allo stadio andata e ritorno”.

Che gara sia aspetta? Battere l'Inter non sarà certo facile.

“L'Inter vista ultimamente è una squadra di cile da a rontare. Non credo che sarà la solita partita della Fiorentina arrembante. Forse Italiano dovrebbe coprirsi un po’ e aspettare il momento giusto per colpire. Mettersi sullo stesso piano dell’Inter potrebbe essere pericoloso”.

Di chi dovrà avere paura la Fiorentina e viceversa?

“L'Inter è forte nei suoi singoli e ha la tranquillità di avere una rosa ampia. Con tutti i giocatori che stanno bene e recuperati. La Fiorentina dovrà stare attenta e puntare su Cabral là davanti. Sul brasiliano faccio pubblica ammenda perché all’inizio avrei scommesso più su Jovic e mi sbagliavo. Poi abbiamo anche altre frecce, vedi Dodò”.

Come valuta la gestione Commisso no a oggi?

“Credo sia il momento più bello della sua gestione, ha fatto un ottimo lavoro no ad adesso. Ho letto molte critiche e, forse, non risulta a tutti molto simpatico per alcuni suoi modi di fare, ma noi orentini siamo molto di cili da accontentare, a volte anche troppo. Bisogna dargli il merito di ciò che ha fatto. E fosse stato per lui oggi avremmo anche uno stadio nuovo e bellissimo. Oltre al centro sportivo (che avremo) più grande d’Europa”.

Quale tra le sue canzoni sceglierebbe per spronare la Fiorentina alla battaglia?

“Beh... non posso che dire “La Forza Della Vita”, per il suo signi cato che spinge ad a rontare i momenti di cili della vita con forza interiore, senza lasciarsi andare, per poi trarne gioia. E quindi dico che accompagna davvero bene l'impresa che la Fiorentina si sta apprestando a compiere”.

Viaggio nel tempo

QUEGLI OCCHI PIENI DI LUCE DI SCONCERTI E LE VACANZE MAI ARRIVATE DI MACILETTI

Riavvolgere il nastro del tempo per fermare momenti che, anche se passati, fanno parte della tua vita. Il mio nastro dei ricordi corre all' indietro e torna, oltrepassando il tempo, al 13 giugno 2001 e torna all'ultima conquista della Coppa Italia da parte della squadra viola. Una serata felice, un raggio di sole, in una stagione complessa che terminò nel peggiore dei modi. Lavoravo nell'u cio stampa della Fiorentina, dove avevo iniziato con una collaborazione nel 1999 gestendo i rapporti con gli u ci stampa dei club avversari dei viola in Champions League. Il " viaggio nel tempo", che mi o re il Brivi-

do Sportivo, mi permette di ricordare coloro che non ci sono più e con cui ho condiviso le mie tappe di lavoro nel club viola come Mario Sconcerti e Vincenzo Macilletti. Quest'ultimo guidava la comunicazione. Ricordo le sue giornate interminabili, le sue vacanze che "non trovavano la data giusta perché la Fiorentina viene prima" come mi diceva. "Essere professionisti sempre e con un sorriso anche se il momento non è facile" erano le sue parole, accompagnate da una pacca sulle spalle, quasi a far coraggio ad una allora giovane giornalista alle prime armi.

Di Sconcerti ricordo la felicità di quella sera che vide la formazione viola alzare la Coppa Italia. "Sarebbe bello fare una piccola riproduzione della Coppa Italia (una sorta di gadget) per tutti coloro che lavorano per la Fiorentina perché è la vittoria di tutti. È senso di appartenenza". Occhi pieni di luce, i suoi.

Sono passati 22 anni. Si sa che il tempo sbiadisce i contorni dei ricordi come "rosicchia" i colori delle foto, ma c'è un posto dove non arriva. È il cuore: una casa che protegge giorni che appartengono al passato, ma potrebbero ria acciarsi nel futuro.

SPECIALE COPPA ITALIA | 29 |
“Alzare un trofeo sarebbe il giusto epilogo del bel percorso intrapreso da questa società”

Probabili Formazioni

FIORENTINA – INTER FINALE COPPA ITALIA 2022/2023, STADIO OLIMPICO DI ROMA, ORE 21

Bonaventura

Ikoné

ALLENATORE:

A Disposizione: 31 Cerofolini, 51 Vannucchi, 23 Venuti, 28 Quarta, 16 Ranieri, 15 Terzic, 32 Duncan, 10 Castrovilli, 42 Bianco, 72 Barak, 99 Kouamé, 77 Brekalo, 8 Saponara, 33 Sottil, 7 Jovic.

FIORENTINA 4-2-3-1 24

ALLENATORE: INZAGHI

A Disposizione: 1 Handanovic, 21 Cordaz, 33 D’Ambrosio, 12 Bellanova, 36 Darmian, 14 Asllani, 22 Mkhitaryan, 5 Gagliardini, 8 Gosens, 11 Correa, 9 Dzeko.

Onana Bastoni Acerbi Lautaro Brozovic Dumfries Calhanoglu Lukaku
Vrij Barella Dimarco Terracciano Milenkovic Biraghi Dodò Mandragora Amrabat Igor Cabral Gonzalez SPECIALE COPPA ITALIA
De
| 30 | 1
2
4
98
3
38
34 Amrabat 11
5 Bonaventura 22 Gonzalez 9 Cabral
Terracciano
Dodo
Milenkovic
Igor
Biraghi
Mandragora
Ikoné
ITALIANO
Onana 95 Bastoni 6 De Vrij 15 Acerbi
Dumfries 23 Barella 77 Brozovic 20 Calhanoglu 32 Dimarco
Lukaku 10 Lautaro
3-5-2
2
90
INTER
SPECIALE COPPA ITALIA | 33 |
L’ALBO D’ORO DELLA COPPA ITALIA

L’ESTREMO BISOGNO DI TORNARE A VINCERE

trofeo

E allora proviamoci, con tutte le forze possibili

Ci siamo. La notte sognata da nove anni è nalmente arrivata, adesso si tratta di trasformarla in una notte da sogno. La grande occasione viola, la possibilità di battere l'Inter, per altro già superata in campionato una volta, è concreta. Al netto della forza dei nerazzurri, ben nota al mondo. Peserà più la caratura tecnica e sica dell'Inter o la voglia pazza della Fiorentina di riaprire quella bacheca chiusa addirittura dal lontanissimo 2001? Sono passati 22 anni, praticamente un'era geologica fa, se parliamo di calcio.

La Fiorentina ha bisogno di tornare a vincere perché non si ricorda più come si fa. I tifosi meritano una gioia così grande: in questi 22 anni di cose ne hanno viste, alcune tremende, altre migliori, ma un trofeo vero e proprio, anche se ci siamo andati vicini in alcune occasioni, non è mai arrivato. Il fallimento della società, proprio un anno dopo l’ultimo trionfo in Coppa Italia, poi Calciopoli e in ne la scomparsa dell’indimenticabile capitano Davide Astori.

Tre momenti terribili che, per aspetti diversi, hanno segnato questo segmento temporale. Firenze attende con impazienza questa notte romana perché spera di vedere tornare la squadra in città con la coppa in mano. Magari accendendo il Franchi anche a notte fonda, illuminato da trentamila cuori viola, come accadde nel '96 quando Gabriel Omar Batistuta e compagni rientrarono da Bergamo, trovando una città che li attendeva allo stadio. Ci siamo. Speriamo davvero che sia la volta buona.

SPECIALE COPPA ITALIA
Ci siamo, la notte attesa da un’era calcistica ci aspetta Insieme abbiamo passato momenti belli e terribili Ma adesso è arrivata l’ora di alzare un
Contro editoriale | 34 |
La caratura dell’Inter è evidente a tutti Però Firenze ha una voglia matta di riaprire la bacheca
Il gruppo viola vuole festeggiare Il presidente Rocco Commisso

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