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11 maggio 2019 Fiorentina - Milan
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Le colpe sono della società, ma manca ancora un punto...
Editoriale
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Brividi Sportivi
Disastro annunciato
Mica fenomeni, ma uomini veri E 50 anni fa vinsero lo Scudetto di Massimo Mattei
di Mario Tenerani
È
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iorentina, che disastro. Un’altra partita persa e ora c’è il Milan. La sconfitta era nell’aria per i segnali mandati dalla Fiorentina dall’eliminazione con l’Atalanta in poi: la squadra si è liquefatta tra la delusione della Coppa Italia e il terremoto del caso Pioli. Nessuna voglia di creare alibi ai giocatori, ma chi conosce il calcio sa benissimo che i gruppi si tengono su sottili equilibri, figuriamoci poi quando si vivono situazioni estreme come la morte di un compagno. Si creano alchimie e dinamiche difficilmente spiegabili, ma tangibili. Montella non c’entra nulla, il suo felice passato a Firenze parla per lui, ma è innegabile che per Vincenzo il lavoro sia stato in salita fin da subito perché il branco voleva tutto tranne che perdere Pioli, un punto di riferimento. Il gruppo si è messo comunque immediatamente a disposizione del nuovo allenatore, ma un conto sono i buoni propositi e un altro sono i risvolti psicologici. Il corto circuito che si è creato dopo il Frosinone è stato un grave errore di gestione della società. Il detonatore del disastro di queste ore. La sensazione è che la Fiorentina edizione 2018-19 sia finita a Bergamo dopo un tempo di adrenalina pura. E’ stato l’ultimo sussulto. Nonostante l’impegno profuso da Montella e le belle promesse dei protagonisti viola che però non trovano trasposizione sul rettangolo di gioco, alcuni giocatori sono ormai fantasmi, la Fiorentina è spenta. Tocca alla società e al tecnico risvegliarla perché la salvezza ancora non è arrivata. Sembra una scherzo e invece è amara verità. Direttore responsabile Mario Tenerani Caporedattore
Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, Tommaso Borghini anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione Chiuso in redazione il 08/05/2019 alle ore 13
toccata alla generazione dei nonni, perché già quella dei padri la sovrumana gioia dello scudetto non l’hanno provata. Alla generazione uscita dalla guerra il primo scudetto ed ai figli della ricostruzione il secondo. Ai figli del primo benessere qualche coppa Italia ed almeno Antognoni. Ai Millennials niente. Un 4 a 2 alla Juventus e poco altro. Ma non facciamo un passo indietro nella fede, perché è proprio il mistero il senso vero della religione; come il tifare Fiorentina negli anni di Maspero e Lupatelli e credere ogni anno a luglio nel “progetto” che poi a marzo si rivela un fallimento. Siam fatti così. Ma allora il progetto resse: cinquant’anni fa resse perché a portarlo avanti c’era un Presidente che riusciva a far quadrare i conti anche senza i diritti televisivi e le plus valenze. C’era un allenatore che non aveva fatto i corsi di comunicazione ma sapeva parlare al cuore, c’era un direttore sportivo che si
Federico Chiesa
Editore e pubblicità SPORTMEDIA GROUP info@brividosportivo.it N° ROC 26744
Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Rossana De Nicola e Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it
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Hanno collaborato Alessandro Rialti, Giacomo Brunetti, Francesca Bandinelli, Giacomo Cialdi, Ruben Lopes Pegna, Duccio Magnelli, Daniele Taiuti, Lucia Petraroli
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capiva quando parlava e cercava di prendere i migliori con i soldi che gli venivano dati. Senza far miracoli. Mica fenomeni. Giocatori veri, de Sisti che orchestrava, Chiarugi, Maraschi ed Amarildo che la buttavano dentro, Brizi che difendeva, Superchi che parava. Mica Messi e Ronaldo. Giocatori, giocatori veri. Uomini veri. Con un’Alfa Romeo al massimo in garage e le vacanze a Castiglioncello. Con mogli normali, case normali, però vinsero lo scudetto. 50 anni fa. Una vita. Perché il progetto loro sì che ce l’avevano in testa. Grazie ancora ragazzi. A noi ci son toccati Cois e Felipe, maledetta sfortuna.
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Appunti di viaggio La contestazione si sta diffondendo a macchia d’olio e la società resta immobile
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Curve vuote e pazienza finita
di FRANCESCA BANDINELLI
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n tempo con le curve vuote e sprazzi di vuoto un po’ ovunque, dalla maratona fino alla tribuna. Gli ultrà continuano la loro protesta, contro la proprietà, i fratelli Della Valle. Il summit telefonico del primo maggio, il faccia a faccia tra Andrea, la squadra e i dirigenti alla vigilia della gara di Empoli continuano a non convincere.
La sensazione, però, è che il gruppo dei contestatori si stia progressivamente allargando. Il centro di coordinamento lo ha detto all’indomani dell’eliminazione dalla Coppa Italia non ci ha girato intorno. Ha parlato apertamente di fallimento del progetto tecnico, riservandosi di individuare forme di manifestazione della propria posizione. Di certo, dopo il ko di Empoli (quattro le sconfitte tra campionato e coppa di Montella, più il pari col Bologna) gli animi
sono ancora più surriscaldati. Ci si è messo anche il rosso di Veretout per proteste, a fischio finale assodato, a rendere il clima più surriscaldato. I quasi 300 tifosi arrivati da Firenze (e rimasti sotto l’acqua per tutta la gara) hanno messo tutti nel mirino, dalla proprietà fino al direttore generale dell’area tecnica Pantaleo Corvino, che i Della Valle non hanno voluto mettere in discussione anche nell’ultimo incontro al centro sportivo.
Arriva il Milan, che certo non naviga in acque più serene dei viola, e per la matematica permanenza in A serve almeno un altro punto: d’ora in avanti, anche i viola saranno con l’acqua alla gola, se non altro per evitare l’emorragia di abbonamenti in vista della prossima stagione che potrebbe davvero farla da padrone. La città non vede la squadra vincere da 11 partite, l’ultima volta è stata a Ferrara lo scorso 17 febbraio. Al Franchi bisogna tornare indietro addirittura fino al 16 dicembre, contro l’Empoli, dunque un girone fa esatto. Non si restava a secco di tanti successi dalla stagione 1989/90 e pure in fatto di gol, dopo aver segnato per sette partite consecutive in campionato, i viola hanno realizzato una sola rete nelle ultime cinque. C'è da rovesciare la prospettiva, per il presente e soprattutto per il futuro, anche se Montella vuole pensare solo all'immediato. I tifosi, che fino ad oggi, tranne le ultime due gare interne, si sono sempre presentati in massa allo stadio, adesso sono stanchi, chiedono chiarezza. Intanto, la loro protesta rischia di continuare ad oltranza e di espandersi, a mo' di chiazza d'olio, un po' in tutti i settori dello stadio. E anche gli striscioni dei club saranno ammainati. Firenze, adesso, è stanca davvero.
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Mai vista così poca dignità nell’approccio alle gare. Serve una rivoluzione complessiva Lente d’ingrandimento
Uno scempio inimmaginabile I giocatori devono pensare, a loro volta, che questi risultati, questo rendimento, può portare, anzi sicuramente porterà, a una rivoluzione
complessi-
va. Chi potrebbe fidarsi di una Fiorentina tanto dimessa, abbattuta, che pare davvero abbia mollato con tanta facilità. No, il match con il Milan non è inutile come purtroppo dice la classifica, c’è da immaginare
Marco Benassi di Alessandro Rialti
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l girone di ritorno della Fiorentina è stato da brividi di paura, da retrocessione, con la bellezza di 13 gare, fra campionato e Coppa, senza vittorie. Qualcosa da record assoluto. Mai visto un crollo tanto repentino, mai vista così poca dignità nell’approccio con le gare. Non si può perdere una dopo l’altra gare come quelle con Cagliari, Frosinone, Empoli. Uno scempio inimmaginabile. Vincenzo Montella ha detto che crede nei Della Valle. Per questo ha accettato di rilevare la squadra che Pioli aveva deciso di lasciare dopo i contrasti proprio con la Proprietà. E’ stata, quella di Montella, una scelta che pensiamo riflettuta, valutata, magari ci permettiamo di sottolineare che Vincenzo non aveva messo in conto proprio questo crollo verticale, questo mollare complessivo della squadra. Ecco che gare come quella di stasera con il Milan gli serviranno per capire fino in fondo che si è «preso» una squadra al limite della catastrofe, macerie di un gruppo di giovani promesse che di colpo ha smesso di volare e ha iniziato a precipitare, a picchiata.
e costruire un futuro. Montella ne tenga conto, misuri quel che resta della disastrosa Fiorentina di questo finale di stagione, legga in controluce ogni prestazione, poi inizi a pensare quanto c’è da riedificare. E si renderà conto che di lavoro non ne manca di sicuro.
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Il romanzo dello Scudetto /7 L’11 maggio di 50 anni fa la vittoria più bella firmata dai gol di Chiarugi
di Ruben Lopes Pegna
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ualsiasi tifoso ha un sogno nella vita: veder conquistare lo scudetto dalla propria squadra del cuore. Il massimo, per un tifoso della Fiorentina, è quello di vederlo vincere battendo la Juventus a Torino. Questo sogno diventa realtà proprio 50 anni or sono, l'11 maggio 1969, alla penultima giornata, quando i viola battono all'ombra della Mole i bianconeri per 2-0 con gol, nel secondo tempo, di Chiarugi e Maraschi. Grazie a questo successo i gigliati si laureano così campioni d'Italia per la seconda volta. Ci sono quindicimila tifosi viola al vecchio Comunale di Torino, quello sulle cui ceneri è sorto lo stadio Olimpico-Grande Torino dove attualmente gioca le sue partite il Toro. La Fiorentina prima di scendere in campo, quella calda domenica di primavera alle quattro del pomeriggio, ha una certezza: con una vittoria si laureerebbe campione d'Italia. Infatti ha un punto di vantaggio sul Milan che ha pareggiato il giorno prima a San Siro con il Napoli per 0-0 e che perciò ha giocato una partita in più e tre sul Cagliari. Tutto ciò è possibile perché la vittoria viene premiata con due punti e non con tre come ora. A Torino, dopo un primo tempo di attesa, nella ripresa i viola si scatenano. Al 3' il portiere della Juve Anzolin non trattiene una punizione di Amarildo. Sul pallone si avventa Chiarugi che porta in vantaggio la Fiorentina. Per Luciano, arrivato nel Nagc (Nucleo addestramento giovani calciatori) della società viola quando aveva dieci anni e che ha fatto tutta la trafila del settore giovanile, vincendo tra l'altro il torneo di Viareggio nel 1966 (segnò anche un gol nella finale con il Dukla Praga) è una gioia immensa. In questo momento la squadra di Pesaola sarebbe campione d'Italia. La Fiorentina comunque insiste e, su assist dello scatenato Chiarugi, al 24' Maraschi raddoppia.
I viola battono
La Fiorentina è
L’allenatore viola Pesaola portato in trionfo da Superchi e compagni
E' il gol del definitivo 2-0, quello che regala lo scudetto alla squadra viola. A Torino tra i ventisei giocatori delle due squadre (i ventidue in campo e i quattro in panchina) ce ne è uno che ha vinto il primo scudetto con la Fiorentina tredici anni prima,
nel 1956, con Fulvio Bernardini in panchina. E' Giuliano Sarti, il portiere di riserva della Juventus. Lui che vive sempre a Firenze in cuor suo è contento per lo scudetto viola. Ed è felice di aver partecipato (sia pure sulla panchina bianconera e senza giocare)
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e Maraschi. Firenze impazzisce di gioia e la festa continua fino all’ultimo atto in casa contro il Varese
la Juve a Torino
campione d’Italia
ad un giorno così importante per la storia del club che lo ha lanciato tra i professionisti. A fine partita i giocatori della Fiorentina portano in trionfo Bruno Pesaola, l'allenatore argentino
che ha trasmesso loro grande fiducia. Sugli spalti scoppia il delirio dei tifosi gigliati, ebbri di gioia. Poi in serata la squadra si trasferisce a Milano dove è ospite della Domenica Sportiva, presentata allora da Enzo Tortora. A Firenze, intanto, inizia la festa con caroselli di macchine che con le bandiere viola al vento percorrono tutta la città, centro storico compreso (la z.t.l. ancora non esiste). La festa continua fino a notte fonda e proseguirà per tutta la settimana durante la quale Firenze sarà completamente inondata di viola (le bandiere compaiono sui balconi delle case e nelle vetrine dei negozi). Il campionato, però, non è finito. C'è da disputare ancora una partita il 18 maggio. E' il giorno della passerella nella sfida con il Varese. La Fiorentina vince per 3-1 con gol di Merlo, Chiarugi e Amarildo su rigore in uno stadio colmo di gioia e di felicità. I lombardi che, a causa di questa sconfitta, retrocedono in serie B (prima della partita sono quartultimi e virtualmente salvi) segnano solo al 90' con Golin, quando i tifosi viola hanno già invaso pacificamente il terreno di gioco per festeggiare i campioni d'Italia.
11 maggio 1969 ORE 16
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Il regista dello Scudetto: “Ripetere la nostra impresa è quasi impossibile Gli eroi Ma Firenze merita di lottare stabilmente per un posto in Europa” del Tricolore
De Sisti: “Io, capitano di un sogno” Pensate che fu lui a convincere il presidente Baglini a prendermi dalla Roma e a tirare fuori un bel gruzzoletto per strapparmi ai giallorossi, che non la finivano più di tirare sul prezzo. A un certo punto Baglini se ne voleva andare, ma Pandolfini credeva in me e lo trattenne quasi fisicamente pur di chiudere la trattativa. Comunque quei soldi credo di averli ripagati con gli interessi”.
di Tommaso Borghini
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icordando il secondo Scudetto viola il primo nome che viene alla mente è Giancarlo De Sisti. Perché “Picchio” non era solo il capitano e il regista di quella squadra fantastica, era anche l’uomo capace di guidare i giovani e di far capire loro cosa significasse portare addosso la maglia viola. Oltre che una sorta di allenatore in campo, sul quale il “Petisso” Pesaola non mancava mai di fare affidamento. In una parola era il leader assoluto della mitica Fiorentina yè yè, l’ultima capace di regalare a Firenze l’immensa gioa del Tricolore, di cui oggi celebriamo il cinquantesimo anniversario.
Pandolfini era anche un formidabile talent scout... “Eccome, aveva un fiuto eccezionale nel giudicare i giovani e una serie di collaboratori che gli permettevano di battere a tappeto il territorio nazionale per scovare i talenti. I vari Ferrante, Merlo, Esposito, Chiarugi e tanti altri li ha portati lui a Firenze. Ed era pure un gran signore. Ma non voglio nemmeno dimenticare Carlo Montanari e Raffaele Righetti, persone splendide e dirigenti di primissimo livello. Grazie a loro mi sono subito sentito a casa, anche se nel 1965, quando arrivai a Firenze, ero preoccupatissimo perché non ero mai uscito dalla mia Roma. E invece iniziò una storia bellissima”.
“E’ vero – conferma De Sisti -, io ero un giovane – vecchio, nel senso che pur essendo appena 25enne, ero più maturo rispetto ai ragazzi della mia età, ed ero naturalmente portato ad aiutare i più giovani. Mi piaceva guidarli in campo, insegnare ciò che avevo imparato da campioni come Schiaffino, che avevo avuto come compagno alla Roma, o Hamrin, che era capitano quando arrivai a Firenze. Ma il nostro rapporto non si fermava al campo: spesso invitavo i ragazzi a mangiare a casa mia, dove mia moglie cucinava per tutti. E il lunedì, nel nostro giorno libero, andavamo a giocare a golf all’Ugolino. Ridevamo e ci prendevamo in giro… non troppo però, perché io ero anche un po’ permaloso...”. Giancarlo De Sisti, ci racconta com’è nata la Fiorentina yè – yè? “Il progetto lo iniziò Beppe Chiappella. Lui è stato il demiurgo di quel gruppo, colui che ha lanciato i giovani del vivaio e che ci ha dato una preparazione atletica talmente efficace da durare negli anni. Ricordo ancora la fatica su quei gradoni… altro che Zeman! Poi però alla domenica volavamo in campo e nessuno riusciva a starci dietro. Con Chiappella giocò un ruolo determinante anche Egisto Pandolfini.
Già, la sua storia con Firenze, durata 9 anni e con una seconda avventura da allenatore del quasi Scudetto… “Firenze è la mia seconda patria, sono stato nove stagioni giocatore, delle quali 7 da capitano. In questa città ho vissuto i momenti più belli della mia vita, ma anche situazioni drammatiche. Come quella dell’alluvione del ‘66. Ricordo ancora che con i compagni di squadra ci tirammo su le maniche per aiutare le persone, facendo il possibile in una città ferita che però dimostrò grande forza e seppe rialzarsi. A Firenze sono stato molto amato e ho amato molto i tifosi. Il presidente Baglini mi portava spesso in giro alle varie cene come se fossi un gioiello. E, devo dire, che rischiai pure di montarmi la testa. Ma non lo feci, anzi ho sempre tenuto i piedi per terra e questo mi ha aiutato a fare la carriera che ho fatto. Poi ho avuto il privilegio di essere l’allenatore della Fiorentina negli anni ‘80. continua a pag 10
De Sisti, da allenatore, ha sfiorato il terzo Scudetto
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segue da pag 9 Se avessi vinto anche quello Scudetto nel 1982 avrei messo in crisi la leadership della popolarità del mio amico Giancarlo Antognoni (ride ndr). Avrei stabilito un record e forse mi avrebbero fatto anche una statua. Scherzi a parte, tutti sanno perché non abbiamo vinto. Ci hanno scippato, ma è inutile rivangare i fantasmi del passato”. Che ricordi ha di Bruno Pesaola, l’allenatore dello Scudetto? “E’ stato determinate perché ci ha trasmesso una grandissima autostima. Era un raffinato psicologo che sapeva come tirare fuori il massimo da ognuno di noi. Ci convinse che eravamo i più forti di tutti. A me dava del lei e mi diceva spesso: ‘De Sisti, faccia lei...’ come a dire che non mi doveva insegnare nulla. In realtà mi ha insegnato tanto. Le sue furbizie tattiche mettevano in crisi gli allenatori avversari. E poi era un maniaco della scaramanzia: quella canzone di Peppino Gagliardi era diventata il nostro cavallo di battaglia. Le sue sigarette, il suo cappotto... Era un personaggio unico che ricordo sempre con affetto, anche se qualche volta abbiamo discusso”. Cosa ha provato quando è stato nominato capitano? “E’ stata una delle emozioni più forti della mia vita. Ricordo che, nelle prime partite, mi guardavo sempre la fascia, perché mi faceva sentire più bello… un po’ come i calciatori di oggi fanno con i tatuaggi. Devo ringraziare il compianto Pirovano. Fu lui che mi consegnò i gradi di capitano, dicendo che li meritavo per carisma e personalità, oltre che per la posizione che occupavo in campo. Furono i compagni a eleggermi e questo mi dette una grande forza interiore”. Quando avete capito che potevate vincere davvero lo Scudetto?
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“Sembrerà strano, ma lo abbiamo capito dopo la prima e unica sconfitta subita, in casa, col Bologna. Perdemmo malamente e la gente iniziò anche a contestare. Nello spogliatoio ci guardammo tutti negli occhi e fu come una scarica di elettrochoc. Da quel giorno non perdemmo più e, via via che battevamo le grandi del campionato, crescevamo in autostima. Eravamo spensierati, ma non abbiamo mai perso l’equilibrio, tenendo sempre i piedi per terra. Fino a quel pomeriggio dell’11 maggio 1969 che segnò la nostra impresa più bella”. Si riferisce al giorno di Juventus – Fiorentina? “Certamente, quel giorno, realizzammo definitivamente il nostro sogno e ci abbandonammo a un’incontenibile euforia. Ricordo come se fosse oggi che il sabato prima della partita, in ritiro a Torino, eravamo tesissimi. Così Pesaola decise di portarci tutti all’ippodromo dove correva il cavallo di Mario Maraschi. Il nostro centravanti amava quel ronzino ed era convinto che avrebbe vinto. Ma le cose andarono diversamente e il suo cavallo “ruppe” subito, finendo squalificato. Grazie a quell’episodio passammo il pomeriggio a ridere, scherzare e a prendere in giro il malcapitato Mario… così la tensione svanì e il giorno dopo facemmo una grande partita. Segnarono Chiarugi e lo stesso Maraschi, la Juve dovette inchinarsi davanti alla nostra superiorità. E così potè cominciare la festa...”. Festeggiamenti che continuarono anche a Firenze…
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“Sì, la festa durò per un’intera settimana per culminare allo stadio nell’ultima col Varese. A Torino ci avevano accompagnato 10mila tifosi. A riceverci a Firenze c’era tutta la città. Lì ci rendemmo conto che eravamo i campioni d’Italia. E a ripensarci, ancora oggi, piango di felicità”. Una Fiorentina, quella yè-yè, molto diversa da quella attuale.
“In effetti pensare che sono passati già 50 anni e che in mezzo secolo non abbiamo più vinto lo Scudetto fa un po’ tristezza. Ma nel calcio di oggi è davvero difficile pensare di replicare quello che già allora fu un miracolo sportivo. Oggi ci sono troppe distanze tra i club medio-piccoli e le big, amplificate da fatturati, sponsor e diritti tv. Ogni anno che passa il gap aumenta. Su questo bisogna essere onesti. Anche se vorrei rivedere la Fiorentina più in alto, almeno in lotta per l’Europa, dove Firenze meriterebbe sempre di stare”.
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Gli eroi del Tricolore L’ex terzino dello Scudetto: “Vedo poco attaccamento nei giocatori viola”
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Rogora: “Oggi manca il cuore”
di Giacomo Cialdi
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a Fiorentina non vince al Franchi, in campionato, dal derby toscano del 16 dicembre... Quattro mesi e mezzo, una vita nel calcio. Da allora, sei pareggi e tre sconfitte. In attesa di archiviare una stagione che si è rivelata fallimentare da tutti i punti di vista, i ragazzi di Montella devono onorare la maglia viola e tornare a festeggiare davanti ai propri tifosi: sulla loro strada però ci sarà il Milan, a caccia di punti europei. Per parlare dell'annata dei gigliati e non solo, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Bernardo Rogora, terzino della Fiorentina campione d'Italia nel 1969 in occasione del 50esimo anniversario di quella fantastica cavalcata tricolore. Rogora, quanto soffre nel vedere la Fiorentina così in basso in classifica? «Ah, è una tristezza indicibile! Quest'anno è una Fiorentina senza determinazione, con poco cuore e attaccamento ai nostri colori... fa veramente dispiacere. In alcune partite ho visto una buona Viola, ma troppo spesso ci sono state prestazioni bruttissime. Sa cosa manca a questa squadra? Qualcuno che prenda i giocatori e li attacchi al muro, uno ad uno. Potessi tornerei e ci penserei io: questi ragazzi devono mettersi in testa che giocano per la Fiorentina, che rappresentano Firenze. Mi sembra non si rendano conto dell'onore che hanno». A suo parere quali sono le ragioni di questo rendimento?
«È una e sono tante, da fuori è impossibile dirlo. Certo è che nella rosa della Fiorentina non ci sono campioni, non c'è nessuno in grado di risolvere la partita. Ai miei tempi aveva-
Bernardo Rogora
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Una parte consistente di tifoseria vorrebbe che i fratelli Della Valle vendessero la società: cosa ne pensa? «Ho una sola domanda: cosa vogliono fare i Della Valle a Firenze? Lo chiedo perché ancora non sono riuscito a capirlo. Imprenditori bravi e importanti come loro dovrebbero portare ancora più in alto il nome della Fiorentina e della città, dovrebbero correre per vincere, non galleggiare come stanno facendo ormai da anni. Nella mia esperienza in riva a l l 'A r n o avevamo un grande presidente, Nello Baglini: per lui veniva prima la Fiorentina e poi la sua ditta. I tempi sono cambiati, me ne rendo conto, ma a Firenze servirebbe un Baglini!».
La maglia va onorata con più sacrificio e umiltà
mo De Sisti, Maraschi, Merlo, Chiarugi... oggi dobbiamo affidarci a Chiesa e Muriel, ma non hanno la continuità per tirare la carretta. Inoltre, lo spogliatoio vive di equilibri sottili, basta poco per spaccarlo. Ad esempio, ancora non mi spiego cosa sia successo con Pioli: perché si è dimesso? Cosa è accaduto? Sono cose che sanno solo coloro che vivono all'interno dello spogliatoio». Ha citato l'allenatore, le piace Vincenzo Montella? «È un bravo ragazzo, un buon tecnico. Mi sembra ovvio che non abbia a disposizione giocatori adatti all'idea di calcio che ha in mente.
una giornata magica PER IL SOGNO DI TUTTA LA VITA!
Spero che la società lo soddisfi nel mercato estivo, altrimenti è inutile aver ingaggiato un mister di qualità».
”
A proposito della sua esperienza in viola, vede dei paralleli con questa Fiorentina? «Direi proprio di no. È cambiato il calcio, ma anche i giocatori e il modo in cui si tifa per la propria squadra. Inoltre, adesso a diciotto/venti anni delle mezze seghe pensano di essere fenomeni. Ai miei tempi c'era umiltà e voglia di imparare, predisposizione al sacrificio e spirito di squadra.
Non mi faccia pensare al calcio che era per favore, mi viene il mal di stomaco». Questa sera al Franchi arriva il Milan, che gara dobbiamo aspettarci? «Per me è quasi un derby, dato che vivo in mezzo a strisciati. È una partita che apparentemente ha poco da dire per la Fiorentina, ma in realtà i viola devono far di tutto per vincere: quattro mesi e mezzo senza vincere di fronte al proprio pubblico è qualcosa di incredibile. Non sarà facile, perché il Milan ha ancora ambizioni europee e non ci starà a perdere punti. Sarà un match equilibrato». In conclusione, una battuta su Federico Chiesa: pensa resterà a Firenze almeno un'altra stagione? «Chiesa è un bel giocatore, ma non ha quella determinazione che aveva Chiarugi, per fare un esempio. Tante volte lo vedo poco deciso in situazioni in cui potrebbe fare decisamente meglio. Questo per dire che il talento c'è, ma deve ancora migliorare sotto alcuni aspetti. Non so se resterà, ma non mi ricordo una sua intervista in cui dice che vuole restare a tutti i costi alla Fiorentina. Le faccio un altro parallelo col passato: Picchio De Sisti ad un certo punto era richiesto da tutte le big, sarebbe potuto andare ovunque, ma disse chiaramente "Da Firenze non mi muovo!". [sospira, ndr] Ma mi rendo conto che stiamo parlando di un altro calcio, forse anche di un altro giocatore... Un saluto e sempre forza viola!».
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11 maggio 2019 Fiorentina - Milan
dal 1927
1
13
Il goleador dei viola campioni: “Un consiglio a Chiesa? Resti a Firenze da leader” Gli eroi del Tricolore
Maraschi: “Che emozione il gol-Scudetto alla Juve!” di Daniele Taiuti
A
l momento attuale l’immagine di una Fiorentina vincente raffigura qualcosa di molto remoto nel tempo. L’ultima affermazione della Viola risale al 2001, quando Rui Costa e compagni riuscirono ad alzare al cielo di Firenze la sesta Coppa Italia. Tuttavia ci sono due date che i fiorentini non potranno mai scordare: la prima riguarda la conquista del primo scudetto avvenuta il 6 maggio 1956, a opera di una squadra composta di fuoriclasse come Julinho e Montuori; l’altra invece fa riferimento all’ottenimento del secondo tricolore risalente al 11 Maggio 1969.
Maraschi alla festa per i 90 anni viola
Rispetto al primo scudetto l’affermazione del 69’ racchiude in sé il sapore dell’impresa. Infatti come viene raccontato dai protagonisti del tempo, la dirigenza dell’epoca stabilì a inizio anno un premio salvezza. Quel gruppo però, composto per la maggior parte di calciatori cresciuti nel vivaio, dopo una partenza difficile si rese protagonista di una cavalcata trionfale coronata dalla vittoria a Torino contro la Juventus, che decretò la Fiorentina campione d’Italia. Uno dei marcatori di quella partita, nonché uno dei principali protagonisti di quell’anno fu certamente Mario Maraschi, capocannoniere della squadra con 14 gol segnati. L’ex attaccante lombardo visse a Firenze, dal 1967 al 1970, la parte più importante della sua carriera. Con lui ora oltre a parlare del delicato momento viola, celebriamo il 50° anniversario dalla conquista del secondo scudetto. Mario Maraschi, ormai orfana di obiettivi come può la Fiorentina trovare le motivazioni per concludere degnamente la stagione? “Sono fiducioso che Montella possa far vedere presto la sua impronta. Urge però una svolta tattica: Chiesa deve giocare leggermente dietro Simeone e Muriel e, contemporaneamente, la squadra alzare il proprio baricentro. Solo così potremmo risalire la china”.
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E’ deluso dal rendimento generale della squadra oppure la classifica rispecchia il reale valore della rosa? “Sarò sincero: mi aspettavo di più. Il potenziale tecnico del gruppo non è stato sfruttato appieno”. Consiglierebbe a Chiesa di restare a Firenze anche il prossimo anno ai fini di una sua completa maturazione? “Certamente. Un anno in più in riva all’Arno non può che giovargli. Ancora deve migliorare qualcosa sotto l’aspetto tecnico-tattico. Tutto però dipenderà dai progetti che la società gli proporrà”. Firenze e i Della Valle: una storia ai titoli di coda? “Mi auguro di no. La tifoseria deve capire che, in questi anni, i fratelli marchigiani hanno sostenuto molti sacrifici sul piano economico, e provare riconoscenza per questo. Possono avere commesso degli errori, tuttavia per la Fiorentina non riesco a immaginarmi una proprietà migliore”. l’11 maggio 1969 la Fiorentina vince il suo secondo scudetto: cosa ci può raccontare di quel trionfo?
aglia viola
aschi in m Mario Mar
“Ho le lacrime agli occhi pensando a quel giorno. Ricordo ancora, come se fosse oggi, il mio gol a Torino contro la Juve che ci dette la certezza del tricolore. Un’emozione incancellabile. Fu Beppe Chiappella a gettare le basi di quella vittoria: l’anno precedente mi affiancò Chiarugi in attacco, con Amarildo appena defilato sulla sinistra. Varianti determinanti nella conquista del secondo tricolore”.
11 maggio 2019 Fiorentina - Milan
dal 1927
1
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L’ex difensore: “Dal ko col Bologna scattò qualcosa di magico. 389 presenze il mio orgoglio” Gli eroi del Tricolore
Brizi: “Noi non perdevamo mai di Giacomo Brunetti
“I ricordi sono molteplici, anche se il
G
tempo talvolta li fa svanire. Qualcosa
iuseppe Brizi è, dopo Giancarlo Antognoni, il secondo giocatore con il maggior numero di presenze (389) della storia viola. Le sue gesta riportano alla mente il secondo Scudetto vinto dalla Fiorentina nel ‘68/’69, che con emozione ci racconta.
è rimasto nella memoria, tranquilli. Ricordo che a Firenze lo Scudetto mancava da diversi anni, fu un avvenimento vincere il campionato”. Qual è il ricordo più bello che si porta dietro? “Disputammo 25 partite con risultati utili consecutivi, non
Giuseppe Brizi, sono passati 50 anni da quel memorabile successo…
perdevamo mai.
Brizi con la maglia dei 90 anni della Fiorentina
Dopo la sconfitta in casa col Bologna scattò qualcosa di magico e nessuno ci ha più battuto. A livello personale, posso dirvi che quell’anno tutti mettemmo in campo ottime prestazioni. Sempre”. Qual è un’immagine di quella stagione che le fa venire il sorriso? “Non posso dimenticare il cimitero di sigarette davanti alla panchina di Pesaola, tutte a causa dello stress”. Lei è secondo per numero di presenze nella storia della Fiorentina. FOTO 1 FOTO 1 Un orgoglio. “Dopo Antognoni ci sono io per presenze, è un bel traguardo. Per me è sempre stato uno stimolo, da ragazzino, anche prima di venire a Firenze, Brizi in maglia viola FOTO 3 FOTO Giuseppe 3 FOTO 4 FOTO 4 ero già tifoso della Fiorentina. Ho dato buone prestazioni, anche se qualche Il suo nome è legato indissolubildelusione rimane sempre”. mente alla Fiorentina. Oggi, però, non è facile trovare le bandiere… Il presente è molto diverso dai suoi “Il 6FOTO calcio è cambiato, a quei tempi il FOTO 6 anni. Quando tornerà a vincere la cartellino era delle società, adesso Fiorentina? uno può cambiare squadra da un FOTO 7 FOTO 7 “Dipende sempre dalla società, da anno a un altro. Ci sono grandi intequello che vogliono fare. Puntare a ressi. Facendo un paragone, non so vincere qualcosa non è sempre faci- FOTOse9FOTO potrebbe esserci un confronto. Il 9 le. Purtroppo seguo saltuariamente fatto stesso che molti diventavano bandiere vuol dire che c’erano anche la Viola, perché con i nuovi pacchetti FOTO 10 FOTO 10 dei valori”. televisivi è un casino (ride, ndr)”.
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1^ giornata
Andata 19/08/2018
6^ giornata
Andata 26/09/2018
Ritorno 24/02/2019
Ritorno 27/01/2019
3^ giornata
Andata 02/09/2018
Ritorno 03/02/2019
Chievo - Juventus
0-3
2-0
Juventus-Lazio
2-1
2-1
Milan-Roma
1-1
Lazio - Napoli
1-2
3-2
Napoli-Milan
0-0
0-3
Bologna-Inter
1-0
0-1
Torino - Roma
2-3
1-0
SPAL-PARMA
3-2
1-2
Parma-Juventus
3-3
0-1
Bologna - Spal
1-1
2-2
Cagliari-Sassuolo
0-3
1-0
Fiorentina-Udinese
1-1
2-0
Empoli - Cagliari
2-2
6-1
Fiorentina-Chievo
4-3
0-1
Atalanta-Cagliari
1-0
2-2
Parma - Udinese
2-1
0-0
Frosinone-Bologna
4-0
0-0
Chievo-Empoli
2-2
1-0
Sassuolo - Inter
0-0
2-1
Genoa-Empoli
3-1
1-0
Lazio-Frosinone
1-0
4-0
Atalanta - Frosinone
5-0
2-2
Inter-Torino
0-1
3-0
Sampdoria-Napoli
0-3
1-1
Sampdoria - Fiorentina
3-3
1-0
Udinese-Sampdoria
0-4
5-3
Sassuolo-Genoa
1-1
2-1
Milan - Genoa
2-0
3-3
Roma-Atalanta
3-3
1-0
Torino-Spal
0-0
7^ giornata
Andata 30/09/2018
Atalanta-Torino
0-2
2-1
Cagliari-Sampdoria
0-1
0-1
11
Empoli-Milan
0-3
2-0
2-0
Genoa-Chievo
0-0
1-2
2-1
Inter-Fiorentina
3-3
2-0
2-0
Juventus-Bologna
1-0
3-1
3-0
Napoli-Parma
4-0
1-0
4-0
Roma-Frosinone
3-2
3-1
0-2
SPAL-Sassuolo
1-1
2-1
1-2
Udinese-Lazio
0-2
1-4
Andata
12^ giornata
Ritorno
26/08/2018
1-2
0-0
07/04/2019
2^ giornata
Andata
2-3
0-0
11/11/2018
Ritorno 20/01/2019
Ritorno 03/03/2019
Bologna-Udinese Chievo-Torino Fiorentina-Atalanta Frosinone-Genoa Inter-Cagliari Juventus-Napoli Parma-Empoli Roma-Lazio Sampdoria-SPAL Sassuolo-Milan
13^ giornata
Andata 25/11/2018
8^ giornata
Andata 07/10/2018
Ritorno 10/03/2019
9^ giornata
Andata 21/10/2018
Ritorno 17/03/2019
1-2
0-1
Atalanta-Sampdoria
2-1
2-2
Bologna-Torino
3-2
0-3
2-0
Cagliari-Bologna
0-2
1-5
Chievo-Atalanta
1-1
1-3
0-2
Empoli-Roma
1-2
1-1
Fiorentina-Cagliari
1-2
0-0
1-3
Genoa-Parma
0-1
3-3
Frosinone-Empoli
1-2
1-2
1-0
Lazio-Fiorentina
1-1
1-0
Inter-Milan
3-2
2-1
3-1
Milan-Chievo
2-1
1-1
Juventus-Genoa
0-2
3-3
2-0
Napoli-Sassuolo
1-1
0-2
Parma-Lazio
1-4
0-3
1-2
SPAL-Inter
0-2
0-2
Roma-SPAL
1-2
2-1
3-2
Torino-Frosinone
2-1
0-0
Sampdoria-Sassuolo
5-3
0-1
0-2
Udinese-Juventus
1-4
0-3
Udinese-Napoli
2-4
Ritorno 14/04/2019
14^ giornata
Andata 02/12/2018
Ritorno 20/04/2019
15^ giornata
Andata 09/12/2018
Ritorno 28/04/2019
4-1
Atalanta-Inter
0-0
0-0
Bologna-Fiorentina
0-0
1-2
Atalanta-Napoli
2-1
2-2
Cagliari-Roma
0-3
2-2
Chievo-Bologna
0-3
0-0
Cagliari-Torino
1-1
1-1
Chievo-Lazio
2-1
2-1
Empoli-Bologna
1-3
2-1
Empoli-Udinese
2-3
3-2
Empoli-Atalanta
0-0
0-3
1-2
1-1
Genoa-SPAL
1-1
1-1
Frosinone-Fiorentina
1-0
1-1
Genoa-Sampdoria
0-2
1-1
0-1
1-0
Juventus-Inter
1-1
1-2
Genoa-Napoli
1-1
3-0
Inter-Frosinone
3-1
2-1
1-1
2-2
Lazio-Sampdoria
2-1
0-2
Milan-Juventus
1-2
2-0
Juventus-SPAL
1-2
2-2
1-1
0-0
Milan-Torino
0-2
4-1
Roma-Sampdoria
1-0
1-1
Lazio-Milan
0-1
4-1
0-3
4-0
Napoli-Frosinone
2-0
1-1
Sassuolo-Lazio
2-2
0-0
Napoli-Chievo
3-1
0-0
1-1
1-1
Parma-Chievo
1-1
2-2
SPAL-Cagliari
1-2
2-1
Parma-Sassuolo
0-0
2-2
4-2
3-3
Sassuolo-Fiorentina
1-0
1-2
Torino-Parma
0-0
1-0
Udinese-Roma
0-1
2-1
Fiorentina-Juventus Frosinone-Cagliari Milan-Parma Roma-Inter Sampdoria-Bologna Sassuolo-Udinese SPAL-Empoli Torino-Genoa
1-0
1-3
Udinese-Atalanta
0-2
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Andata 16/09/2018
5^ giornata
Andata
Ritorno
23/09/2018
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Ritorno 17/02/2019
CLASSIFICA Serie A
P
g
partite totali v n p
CLASSIFICA Serie A
P
g
partite totali v n p
1-1
Cagliari-Milan
0-3
2-0
Bologna-Roma
1-2
1
Juventus
89 35 28
5
2
11
Spal
0-1
Empoli-Lazio
0-1
0-2
Chievo-Udinese
0-1
2
Napoli
73 35 22
7
6
12
Cagliari
0-5
Frosinone-Sampdoria
1-0
3-0
Fiorentina-SPAL
4-1
Genoa-Bologna
Inter
63 35 18
9
8
0-2
13 Fiorentina 40 35
8
16 11
1-1
Frosinone-Juventus
3
1-0
0-3
0-1
Inter-Parma
1-0
4-1
Lazio-Genoa
1-2
4
Atalanta
62 35 18
8
9
14
Parma
38 35
9
11 15
2-1
Juventus-Sassuolo
3-0
2-2
Milan-Atalanta
3-1
5
Milan
59 35 16 11
8
15
Bologna
37 35
9
10 16
1-0
Napoli-Fiorentina
0-0
2-0
Parma-Cagliari
1-2
6
Roma
59 35 16 11
8
16
Genoa
36 35
8
12 15
2-2
Roma-Chievo
3-0
0-1
Sampdoria-Inter
1-2
7
Torino
57 35 14 15
6
17
Udinese
34 35
8
10 17
2-0
SPAL-Atalanta
1-2
3-1
Sassuolo-Empoli
0-3
8
Lazio
55 35 16
7
12
1-1
Udinese-Torino
0-1
1-3
Empoli
32 35
8
8
19
Torino-Napoli
0-0
18
9
Sampdoria
49 35 14
7
14
19
Frosinone
24 35
5
9
21
10
Sassuolo
42 35
15 11
20
Chievo
15 35
2
12 21
28/10/2018
Ritorno 31/03/2019
11^ giornata
Andata 04/11/2018
Ritorno
3-0
Atalanta-Parma
3-1
1-2
Bologna-Atalanta
1-4
2-1
Cagliari-Chievo
3-0
0-2
Chievo-Sassuolo
0-4
1-2
Empoli-Juventus
0-1
1-1
Fiorentina-Roma
2-2
2-2
Genoa-Udinese
0-2
5-0
Inter-Genoa
4-0
0-3
Lazio-Inter
1-0
3-1
Juventus-Cagliari
2-0
3-2
Milan-Sampdoria
0-1
4-1
Lazio-SPAL
0-1
1-1
Napoli-Roma
4-1
5-1
Napoli-Empoli
1-2
2-2
Sassuolo-Bologna
1-2
0-0
Parma-Frosinone
2-3
0-3
SPAL-Frosinone
1-0
1-4
Sampdoria-Torino
1-2
1-1
Torino-Fiorentina
1-1
0-1
Udinese-Milan
1-1
16^ giornata
Andata 16/12/2018
Ritorno 05/05/2019
9
15
40 35 10 10 15
03/04/2019
Andata
17^ giornata
22/12/2018
Ritorno 12/05/2019
Classifica Marcatori
10^ giornata
Andata
9
42 35 11
Andata
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
NOME
SQUADRA
RETI
RIGORI
Quagliarella Zapata Piatek Ronaldo Milik Caputo Mertens Immobile Petagna Pavoletti Belotti
Sampdoria Atalanta Milan Juventus Napoli Empoli Napoli Lazio Spal Cagliari Torino
25 22 21 21 17 15 14 14 14 13 13
8 1 0 5 0 3 1 4 5 0 5
18^ giornata
26/12/2018
Ritorno 19/05/2019
19^ giornata
Andata 29/12/2018
Ritorno 26/05/2019
1-0
Atalanta-Lazio
3-1
1-1
Chievo-Inter
2-2
Atalanta-Juventus
1-0
0-0
Bologna-Milan
1-2
2-4
Empoli-Sampdoria
0-2
Bologna-Lazio
0-1
Empoli-Inter
0-1
Cagliari-Napoli
1-2
3-1
Genoa-Atalanta
1-0
Cagliari-Genoa
0-0
Genoa-Fiorentina
3-1
Fiorentina-Empoli
0-1
1-0
Juventus-Roma
0-1
Juventus-Sampdoria
Frosinone-Sassuolo
2-2
3-1
Lazio-Cagliari
0-0
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Lazio-Torino
1-0
Inter-Udinese
0-0
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Milan-Fiorentina
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Roma-Genoa
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Napoli-SPAL
3-1
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Sampdoria-Parma
3-3
0-0
Parma-Bologna
2-0
0-0
SPAL-Chievo
4-0
1-1
Sassuolo-Torino
0-0
0-1
Torino-Juventus
1-1
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Udinese-Frosinone
3-0
Fiorentina-Parma Frosinone-Milan Inter-Napoli Roma-Sassuolo Sampdoria-Chievo SPAL-Udinese Torino-Empoli
2-1
0-2
Chievo-Frosinone
2-1
Milan-SPAL
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Napoli-Bologna
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Parma-Roma
2-6
Sassuolo-Atalanta
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Probabili formazioni
ASSALTO AL DIAVOLO FIORENTINA - milan
STADIO ARTEMIO FRANCHI, 11.05.2019, ORE 20,30 Chiesa Benassi
Simeone
Edimilson
P
enultima partita al Franchi per la Fiorentina di Montella, ancora a secco di vittorie fra le mura amiche in campionato dall’ormai lontanissimo 16 dicembre 2018. Contro il Milan, affamato di punti per l’Europa, il tecnico viola dovrà rinunciare a due colonne della squadra: Pezzella e Veretout, il primo reduce dall’operazione allo zigomo, il secondo squalificato per 2 giornate. Scelte quasi obbligate in difesa dove Ceccherini dovrebbe prendere il posto dell’argentino, piazzandosi al fianco di Hugo al centro del reparto nel quale Milenkovic e Biraghi fungeranno da terzini. A metà campo Edimilson dovrebbe occuparsi della regia, supportato dalle mezzali Gerson e Benassi (favorito su Dabo). In attacco possibile l’impiego contemporaneo di Muriel, Chiesa e Simenone, anche se quest’ultimo è insidiato dal belga Mirallas.
Biraghi
FIORENTINA 4-3-3 Muriel
1 Lafont
Gerson
4 Milenkovic 5 Ceccherini 31 Hugo 3 Biraghi
Hugo Lafont
Ceccherini
8 Gerson 26 Edimilson 24 Benassi 29 Muriel 9 Simeone 25 Chiesa
Milenkovic Allenatore: Montella
A Disposizione: 23 Terracciano, 33 Brancolini, 2 Laurini, 16 Hancko, 6 Norgaard, 14 Dabo, 18 Beloko, 19 Montiel, 11 Mirallas, 28 Vlahovic.
MILAN 4-3-3 99 Donnarumma 20 Abate 22 Musacchio 13 Romagnoli 68 Rodriguez
Piatek
79 Kessie 4 Mauri 10 Calhanoglu 8 Suso 19 Piatek 11 Borini
Suso
Borini Calhanoglu Rodriguez
Kessie Mauri Romagnoli
Abate Musacchio Donnarumma
Allenatore: Gattuso
A Disposizione: 25 Reina, 90 A. Donnarumma, 12 Conti, 93 Laxalt, 17 Zapata, 14 Bakayoko, 18 Montolivo, 16 Bertolacci, 63 Cutrone, 7 Castillejo.
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Gli eroi del Tricolore Da Baglini a Pesaola, passando per Ferrante e Pandolfini. I protagonisti che ci hanno lasciato
Quelli che non ci sono più Ferrante se ne è andato nel 2004 ad appena 59 anni, Mancin nel 2016 a 71. Ci hanno lasciato anche tre riserve: le ali Giorgio Mariani (una presenza, alla seconda giornata con l'Atalanta) e Giancarlo Danova (due partite) oltre al mediano Giovambattista Pirovano (sette presenze) che aveva iniziato la stagione da titolare. Mariani se ne è andato nel 2011 a 65 anni, Danova nel 2014 a 75 e Pirovano sempre nel 2014 a 77. Baglini, Pesaola, Montanari, Pandolfini, Ferrante, Mancin, Mariani, Danova e Pirovano sarebbero stati felici oggi di ricordare quella splendida avventura di mezzo secolo fa della quale furono protagonisti.
di Ruben Lopes Pegna
N
ella giornata in cui festeggiamo il cinquantenario della conquista del secondo scudetto della Fiorentina il nostro pensiero va ad alcuni dei protagonisti di quella splendida stagione che purtroppo non sono più con noi. Tutti, ciascuno nel proprio ambito, avevano contribuito a scrivere una delle pagine più belle della storia della società viola. Se ne è andato a 91 anni, nel 1999, l'artefice principale di quello splendido successo, ovvero il presidente Nello Baglini. La sua Fiorentina yè-yè è stata davvero una squadra fantastica, un mix di giovani e giocatori esperti. Nel 2015, a 89 anni, ci ha lasciato l'allenatore argentino Bruno Pesaola. Il "petisso", al suo primo anno a Firenze, era riuscito subito a conquistare lo scudetto, cosa che non era riuscita neppure al grandissimo Fulvio Bernardini. Pesaola aveva regalato tra le altre cose alla squadra viola la consapevolezza della propria forza. Non possono festeggiare con noi oggi neppure il direttore sportivo Carlo Montanari che se ne è andato nel 2012, ad 88 anni, ed Egisto Pandolfini, uno dei più grandi dirigenti della Fiorentina, che ci ha lasciato a gennaio di quest'anno, a pochi giorni dal suo novantatreesimo compleanno.
Egisto Pandolfini e Be
ppe Chiappella
E poi non ci sono più anche cinque dei diciotto giocatori della rosa della squadra che l'11 maggio 1969 si laureò campione d'Italia. Due erano titolari, ovvero il libero Ugo Ferrante che giocò tutte e 30 le partite, segnando anche un gol decisivo a Marassi contro la Sampdoria e il terzino sinistro Eraldo Mancin che di partite ne disputò 29.
Nello Baglini, presidente del secondo Scudetto viola
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Gli eroi del Tricolore
NELLO BAGLINI
to nchiostro è na Industriale dell'ima lavora per lo 06 19 ena Pisa nel Diventa presid più a Milano. bbraio 1965. E' lui fe l ne la a te vio della Fiorentinn a sposare l'idea e co an ov gi a dr ua yè-yè, una sq e. Il suo primo acalcune chiocc ma), cinque mesi quisto (dalla Ronomina da presidopo la sua iduenne "Picchio" dente, è il vent to trecento milioDe Sisti, valuta cifra astronomica ni di lire, una Ma Baglini aveva per l'epoca. l'uomo giusto per visto in lui rocampo viola. E guidare il centagliato. Nella stanon aveva sb6 conquista la Copgione 1965/6 itropa Cup. Poi nel pa Italia e la Ma lo scudetto. 1968/69 arriv
BERNARDO ROGORA
ro di Solbiate Il terzino dest 1938, viene Olona, classe assenza di in o impiegat e stopper. m Brizi anche co mpionato ca l ne a Disput etto viola ud sc o del second e pr di buon 28 partite, sem e deciso, so to in Gr livello. è anche e, al le ma sempre . E’ uno dei molto veloce esperti della ù pi giocatori ola. squadra di Pesa
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Le schede dei p BRUNO PESAOLA
Nato a Buenos Aires 1925, ha quasi quara il 28 luglio quando arriva a Firentatré anni a una trattativa sernze grazie dotta dai vicepresi rata conSenatori e Ugolini denti viola mo succederà a Bag(quest’ultipresidente). Ma la sualini come carriera, da giocatore prima co dopo, si è svolta e da tecniper lo più all’ombra del Vesuvi ha conquistato una o. A Napoli Co pp a Italia, una Coppa del Alpi, una promozione in serle massimo campionatie A e nel nuto anche un brillano ha ottedo posto. Al suo pri te seconmo anno a Firenze vince lo scudet to.
ERALDO MANCIN
Il terzino sinistro di Po Tolle, classe 1945, gio rto ca campionato 1968/69 nel 29 partite (salta solo qu ella di Vicenza). Rapido ne l recuperare il pallone, è anche bravo a far ripartire l’azione. Purtroppo ci ha lasciati troppo presto, nel 2016 stato uno dei sei gio . È cat ad aver vinto due scu ori de consecutivi con squ tti adre differenti (nel 1969 /70 lo conquista con il Cagli ari).
Franco SUPERCHI
pionato Gioca il primo cam endo il da titolare, sostitu Nazionale lla de re rtie po un azzarAlbertosi. Sembracedenza in do, perché in preputato solo serie A aveva dis Superchi 7 partite. Invece ezza del si dimostra all’alt viola è compito. La difesa pionato la seconda del cam del Cagliainsieme a quella iti. In realtà ri con 18 gol sub puta tutte dis e ch i rch pe Su incassa e 30 le partite ne Varese lo 17 (l’ultimo con ilondo Bansubisce il suo secdida tradidoni). La splenri viola con zione dei portie lui continua.
SALVATORE ESPOSITO l
I
mediano di Torre Annunziata stituisce Chiarugi all’inso izi ripresa della pa o della ta casalinga con il Naporti li alla decima giornata e no più di squadra. E’ n esce il più dinamico del centr viola, quello che ocampo va a marcare il di solito avversario. “Ciccfantasista perde un colpo e io” non nel campionato del seco detto disputa 22ndo scuHa ventuno anni partite. quando la Fiorentina si lau pione d’Italia ed rea camgiovane del grupp è il più o.
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rotagonisti
GIUSEPPE BRIZI
E
’ il compagno di arto di Fer rante. Gioca stopper rep il centravanti av vee, dunque, marca rsario, commettendo tra l’altro po chissimi falli. Elega nte nei movimenti ed abile a far ripartire le azioni, anche pe rché all ’inizio della car riera gioca come mediano. Nel campionato del secon do scudetto dispu ta 25 partite. Ne salta 5 sol perché Brizi è un gio o per infortunio catore fondamentale nella Fiorentin a di Pesaola.
UGO FERRANTE
difensola, ovvero iltti gli altri ’ il libero vio dietro tu impegni na io az st e re ch reparto senziacrescere i compagni di m incia a fars ce che li Co . ra tu ca ar . Di di m unno del 1968 ut ll’a ne lli sconfitta. La pe a ca im pr la po la lunga critaglierà solo do perderà più. E Fiorentina nonnte, sacrificata solo a magli rra niera di Fe fatti, resta uno dei simbo gio a giochi to. Abile nel gioco aereo di dello scudet partite e segna di testa un sputa tutte lea Genova con la Sampdoria.a gol decisivo ha lasciato troppo presto Purtroppo ci 59 anni.
E
CLAUDIO MERLO
a nel campio a mezzala viola disput la 26 par tite, renato del trionfo vio ma giornata alizzando un gol, all’ulti unale nel match con il Varese al Com per 3-1. Appena vinto dalla Fiorentina classe soprafventiduenne con la sua della squadra di fina illumina il gioco gi aveva vinto in Pesaola. Come Chiaru di Viareggio ma maglia viola il torneo e la Mitropa Cup anche la Coppa Italia detto. tre anni prima dello scu
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MARIO MARASCHI
Il centravanti viola gioca tutte e trenta le pa quella magica startite in 1968/69. A ventin gione anni è il bomber della ove squadra con 14 reti, 4 delle qu ali realizzate su calcio di rigore. Da solo segna in qu el campionato il 36,8 r cento delle reti della squpe ad in gol in ben 13 pa ra. E va rtite. Al suo attivo c’è soltan doppietta al Pisa al to una Comunale alla terzul a giornata. Nel match tim vin Fiorentina per 3-2 to dalla raschi realizza 2 reti su Ma calcio di rigore.
FRANCESCO RIZZO
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ei nuovi acquisti è l’unico che gioca titolare. Arrivato dal Cagliari nell’estate del 1968 in cambio di Enrico Albertosi e Mario Brugnera, nella stagione del secondo scudetto viola disputa 27 partite, realizzando 6 reti. E’ il terzo goleador della squadra dopo Maraschi e Chiarugi. Memorabile è una sua doppietta al San Paolo contro il Napoli nella partita vinta dalla Fiorentina per 3-1 alla venticinquesima giornata. Dotato di un tiro forte e preciso, Pesaola lo impiega, a seconda delle necessità, come mezzala o come ala tornante. E Rizzo non tradisce mai.
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Gli eroi del Tricolore
Le schede dei protagonisti AMARILDO Il giocatore brasili campione del mond ano, Cile con la sua nazioo in nel 1962, gioca con nale la glia numero undici. maE’ dei fantasisti della squ uno ed è uno specialist adra a dei calci di punizione. Ne stagione dello scu lla detto disputa 25 partite su realizzando 6 reti. Un 30, a riosità. Dei 38 gol rea culizzati dalla Fiorentina in tutto il campionato, Am ari segna il primo (all’Ol ldo impico con la Roma alla pri giornata nel match ma vinto dai viola per 2-1) e l’ultimo (al Comunale al Varese all’ultima giorna ta su rigore nell’incontro che la squadra di Pesaola si aggiudica per 3-1).
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GIANCARLO DE SISTI
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Il capitano, appena ienne quando la Fioventiseconquista lo scudet rentina to, nella magica stagione del lore gioca tutte e tre triconta le partite, segnando 2 partite consecuti2 gol in ve, Juve al Comunale nel alla vinto dai viola per match Varese la settimana2-1 e a quando la squadra dopo ola pareggia 2-2. E’ di Pesacampione d’EuropaPicchio, con la Nazionale di Val nel 1968, a dettare careggi i ritm i del gioco della Fio Funge da regista rentina. cla ssic o il numero dieci gig sempre pronto in liato. E’ a venire in soccor campo compagni. E’ un genso dei insomma, e un granderoso, tatore. E poi non dis e lotdegna il tiro.
Le seconde linee Portiere: Claudio Bandoni Difensore: Paolino Stanzial Centrocampisti: Pierluigi Cencetti, Giovan Battista Pirovano Attaccanti: Giancarlo Danova, Giorgio Mariani
presenze 30 - De Sisti, Ferrante, Maraschi, Superchi 29 - Mancin 28 - Rogora 27 - Rizzo 26 - Merlo 25 - Amarildo, Brizi 22 - Esposito 18 - Chiarugi 7 - Pirovano, Stanzial 6 - Cencetti 2 - Danova 1 - Bandoni, Mariani
LUCIANO CHIARUGI
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el campionato del secondo scudet viola la ventiduennto e ala di Ponsacco disputa partite, realizzando 7 18 reti 6 nelle ultime 10 giorna , E’ il secondo cannon te. della squadra dopo iere raschi. E’ lui a segnarMae a Torino contro la Juvent us il gol che laurea la Fioren tina campione d’Italia. scelta tecnica rimane Per squadra più di due mefuori mezzo. Quando rientra si e match con il Vicenza delnel 9 marzo 1969 realizza una doppietta. Diventa un gio catore fondamentale conquista del titolo. per la
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reti 14 - Maraschi 7 - Chiarugi 6 - Amarildo, Rizzo 2 - De Sisti 1 - Ferrante, Merlo
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Nel 2015, con Montella in panchina, lo spagnolo firmò la rimonta sul Milan
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Amarcord
Joaquin e quel successo al 90° di Ruben Lopes Pegna
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arà una partita speciale quella di stasera per Vincenzo Montella che alla guida del Milan ha vinto la Supercoppa italiana nel 2016. C'era lui, invece, sulla panchina viola l'ultima volta che i viola persero al Franchi con i rossoneri nel campionato 2013/14. Il Milan si impose per 2-0 con i gol di Mexes e Balotelli. E' stata quella l'unica sconfitta che l'aeroplanino ha subito a Firenze contro i rossoneri. Nel 2012/13, infatti, il match terminò 2-2. Dopo i gol dell'ex Montolivo al 14' e di Flamini al 62', la Fiorentina, pur con un uomo in meno per l'espulsione di Tomovic, pareggiò grazie alle reti, entrambe su rigore, di Ljajic al 66' e di Pizarro al 73'. Nel 2014/15 (ultima stagione di Montella a Firenze, esattamente il 16 marzo 2015) la Fiorentina vinse in rimonta per 2-1. Al gol di Destro al 56', risposero Gonzalo Rodríguez all'83' e Joaquin all'89'. PAREGGI E' finita in parità, 1-1, l'ultima partita tra Fiorentina e Milan giocatasi al Franchi sabato 30 dicembre 2017 alle 12.30. Al gol di Simeone al 26' della ripresa, replicò tre minuti più tardi Calhanoglu. In parità, 0-0, era terminata anche la sfida del 25 settembre 2016. Ma Ilicic al 22' del primo tempo aveva calciato sul palo un rigore concesso per un fallo di Calabria su Borja Valero. L'ULTIMO SUCCESSO DELLA FIORENTINA La squadra di Paulo Sousa lo ottenne più di tre anni
e mezzo fa. Il 23 agosto 2015, al Franchi, alla prima giornata i viola si imposero per 2-0 grazie alle reti di Alonso nel primo tempo e di Ilicic su rigore nella ripresa. Il Milan rimase in dieci per l'espulsione di Ely per doppia ammonizione. UNO SECCO CON IL MILAN Al Berta, l'attuale Franchi, i viola vinsero le prime 5 partite della loro storia giocate con il Milan: la prima nel 1931/32 per 3-0 con doppietta di Prendato e rete di Galluzzi, la seconda nel 1932/33 per 5-1 con gol di Pitto, Sarni, Gringa e doppietta di Borel I. Poi si imposero nel 1933/34 per 1-0 con gol di Perazzolo, nel 1934/35 ancora per 1-0 con rete di Prendato e nel 1935/36 per 3-1 con gol di Gringa, Scagliotti e Romagnoli. NEGLI ANNI QUARANTA 3 SPLENDIDE VITTORIE VIOLA AL BERTA Nel 1941/42 la Fiorentina battè il Milan 4-3 con doppietta di Degano e reti di Gei e Valcareggi. Fu decisivo il gol di quest'ultimo all'88'. Nel 1942/43 i viola vinsero 3-0 con tripletta di Bollano. Ma indimenticabile restò il successo negli ottavi di finale di Coppa Italia il 13 aprile 1940 per 5-0 con reti di Morisco, Celoria, Antona e doppietta di Baldini. la Fiorentina si aggiudicherà poi la Coppa Italia. UN'ALTRA VOLTA 5 RETI Accade il 29 ottobre 1961. La Fiorentina al Comunale battè il Milan 5-2 con doppiette di Hamrin e Milani e rete di Petris.
uin autore braccia Joaq Montella ab sul Milan del 2015 oria del gol vitt
UNA SCONFITTA STORICA E' quella subita dalla Fiorentina con il Milan al Franchi il 4 ottobre 1992, nel campionato che poi si concluse con la retrocessione dei gigliati. I viola, guidati dall'ex Gigi Radice, persero 7-3 dopo essere andati in vantaggio con un gol di Baiano. I rossoneri ribaltarono il risultato e chiusero il primo tempo in vantaggio per 4-1 grazie a una doppietta dell'ex Massaro e alle reti di Lentini e Gullit. Nella ripresa Effenberg accorciò le distanze. Poi negli ultimi undici minuti Van Basten realizzò una doppietta e Gullit un gol, inframmezzati dalla rete di Di Mauro (quella del 3-6). Questa è la sconfitta più netta patita dalla Fiorentina nella sua storia a Firenze.
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Esclusiva La giovane difensore della squadra femminile: “Io sono fiorentina e vestire questa maglia è un sogno”
Fusini: “Che orgoglio essere viola” di Lucia Petraroli
A
differenza di quella maschile, la squadra femminile della Fiorentina ha disputato un’ottima stagione, raggiungendo la qualificazione in Champions League e arrivando con un solo punto di distacco dalla Juventus campione d'Italia, con cui purtroppo ha perso di misura la finale di Coppa Italia. Una squadra, quella delle ragazze viola che, oltre ad affermate campionesse, ha in rosa anche giovani promettenti, come Martina Fusini, difensore fiorentina doc e da sempre tifosa viola, recentemente convocata nella Nazionale universitaria che parteciperà alle Universiadi del prossimo luglio. Con lei, in esclusiva, parliamo della stagione appena conclusa, rivolgendo lo sguardo anche ai colleghi di sesso maschile. Martina Fusini, come giudica la stagione della Fiorentina Women’s? “Arrivare dove siamo arrivate non era scontato, il raggiungimento della Champions e la Supercoppa sono stati grandi traguardi, peccato per la finale di Coppa Italia persa contro una grande squadra come la Juventus, dopo una bella partita giocata alla pari. Nel complesso la nostra è stata una buona stagione, nonostante molte avversità come infortuni importanti”. Come si è trovata con Mister Cincotta, per la prima volta allenatore unico della squadra?
“E’ un tecnico davvero preparato che ogni giorno ci allena con grande intensità. Un grande professionista e una brava persona. Ha dato spazio a molte giovani, un valore in più”. Come giudica il percorso del calcio femminile in Italia? “Erano anni che aspettavamo questo momento per il calcio femminile, siamo entusiaste per la sua evoluzione e sarà sempre più sviluppato e competitivo. La Fiorentina ha il merito di essere stata la prima e per me, fiorentina doc, è un orgoglio poter indoss a r e questa maglia”. La tifoseria viola vi dà sempre un apporto importante... “I tifosi sono il nostro valore aggiunto. Sempre presenti anche in trasferte più difficili. Il loro sostegno è fondamentale”.
Ad oggi che bilancio traccia della sua carriera? “Sto bene a Firenze, non penso ad un futuro diverso. Spero di poter alzare ancora tanti trofei con questa maglia. Mi auguro di avere più spazio, ogni giorno cerco di mettere in difficoltà il Mister, il livello della squadra è alto, quindi c'è da combattere”. Alla Nazionale maggiore ci pensa? “La Nazionale è sicuramente un mio obbiettivo, poter partecipare ad un Mondiale sarebbe un sogno. Ancora sono giovane, ho qualche convocazione arrivata quest'anno, sicura m e nte tiferò le azzurre al Mondiale”.
Martina Fusini (foto violachannel.tv)
Passando alla Fiorentina m a s c h i l e, ci dà un suo parere sul campionato dei viola? “Quest’anno potevamo fare meglio, soprattutto in campionato.
In Coppa Italia la squadra ha avuto il merito di raggiungere la semifinale e non è cosa da poco. Purtroppo l’ostacolo Atalanta, davvero in forma smagliante, ha complicato le cose, impedendo di arrivare alla finale. Sarebbe stato bello, tutta Firenze ci sperava”. Da difensore che giudizio dà della difesa di Pezzella e compagni? “Il reparto difensivo è valido e il capitano Pezzella spicca su tutti. Anche Ceccherini, quando chiamato in causa, si è fatto trovare pronto”. Le piace Mister Montella? “Ha fatto bene in passato, mostrando un bel calcio. Credo potrà ripetersi a partire dalla prossima stagione”. Al Franchi arriva il Milan, per la Fiorentina è in palio l’orgoglio… “Il Milan è un brutto cliente. Gattuso è riuscito a fare un ottimo lavoro. Però la Fiorentina, viste le ultime sconfitte, avrà motivazioni molto alte per riscattarsi davanti ai tifosi. Sarà una partita combattuta”. Voi avete già vinto più di un trofeo, quanto orgoglio c’è nelle vostre imprese? “Per me, che sono fiorentina, l’orgoglio è doppio. Da tifosa so cosa significa portare un trofeo a Firenze. È una piazza che merita di stare in alto. Spero che anche la squadra maschile riuscirà presto a regalare un trofeo alla città”.
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Un lento scivolare nel nulla di Duccio Magnelli
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oteva essere un’idea per passare una serata diversa dal solito. La magia del Franchi, il sabato sera, le luci artificiali che danno l’illusione di essere nel calcio che manca tanto (quello dell’Europa), un avversario di rilievo (anche se ultimamente un po’ decaduto). E poi maggio e quindi un clima mite, primaverile. Poteva essere, ma forse non sarà. Gli Il tecnico viola ultimi avvenimenti potrebbero Vincenzo Montella aver definitivamente allontanato il pubblico viola dallo stadio, almeno per questa stagione. Anche molti dei ventunomila abbonati potrebbero non farsi vedere, preferendo guardare la partita su DAZN. O non guardarla affatto. Non per disamore, quello mai: la parola non compare nel vocabolario del tifoso gigliato. Ma per la disperazione, per la rabbia di vedere questa squadra scivolare pian piano sempre più giù, superata prima dal Sassuolo e poi anche dalla Spal dell’ex Semplici. Uno slittamento apparentemente senza freni e, cosa ancora più grave, senza una reazione tangibile Un cammino deprimente per le speranze di chi da parte di squadra, tecnici e società. La Fiorentina ora è dodicesima in classifica e la ha creduto, pur tra alti e bassi, in questo gruppo. partita di stasera, anche se contro un Milan in Quaranta punti e qualcuno che parla, in modo non grandissima forma, non promette nulla di provocatorio, di una comunque impossibile retrocessione. buono. Cinque punti nelle ultime undici partite.
Quando fino a qualche mese fa si parlava di Europa e di una possibile finale di Coppa Italia. Nemmeno il cambio di panchina è servito a scuotere l’ambiente. Anzi, paradossalmente, sembra averlo affossato ancor di più, visto il cammino di segno negativo della gestione Montella. Un punto con il Bologna e poi una serie interminabile di sconfitte hanno portato acqua al mulino di chi è convinto che i cavalli di ritorno non andrebbero, appunto, fatti ritornare. Soprattutto quando, come in questo caso, il ricordo lasciato era stato tutto sommato positivo, con un calcio divertente, risultati discreti, una finale di Coppa Italia (sia pure persa) e buone prestazioni in Europa. Insomma, ci si aspettava qualcosa di più e una prospettiva per il futuro. Niente di questo è accaduto e la delusione è stata ancor più cocente. Forse solo nel primo tempo della partita con la Juventus si è vista un’idea del calcio champagne di Montella. Poi però le bollicine sono svanite. Buona partita a tutti
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11 maggio 2019 Fiorentina - Milan
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1
EUROCALCIO WOMEN’S REGINA DI GOLDEN
TANTI SUPER TORNEI IN ARRIVO!
E’
ufficialmente terminato il 12° Campionato di calcio a 5 Femminile. Con la finalissima di Golden League tra Eurocalcio Women’s e Un Pozzo Per Edoardo si è conclusa la manifestazione in rosa più lunga della stagione. Dieci squadre si sono già rituffate nel Firenze Estate femminile, altre si stanno preparando per la Green Cup che comincerà dal 3 Giugno. Nel mezzo il nuovo torneo di 10 ore che si svolgerà alla Florentia in zona Cure Sabato 25 Maggio. Come per la Top League,
Eurocalcio Women’s 18-19
sono stati decisivi i rigori per l’assegnazione della Golden. Dai cinque metri sono state più fredde le ragazze di mister Pecchioli dopo l’1 a 1 dei tempi regolamentari. Il penalty decisivo, il settimo, è stato trasformato da Deborah Ercolani, dopo l’errore delle avversarie. Le ragazze in maglia blu ottengono così il loro primo titolo Midland e alla prima partecipazione è sicuramente un grande risultato. All’interno dei 50 minuti Ginevra Mazzini (Eurocalcio Women’s) aveva risposto a Lavinia Aquilio. Una finale decisamente equilibrata, come già accaduto nei precedenti incroci tra le due formazioni. L’Eurocalcio Women’s, nata pochi mesi fa, aveva cominciato la pro-
pria avventura nel girone Uruguay lottando con le migliori. In virtù del quarto posto ottenuto, nella seconda fase, quella che ha portato alla Golden League, è risultata la formazione migliore, vincendo quattro partite e pareggiandone due. Questo risultato ha permesso alle blues di arrivare subito in semifinale senza passare dal turno preliminare. Un secco 2 a 0 alle Te Amo Perù firmato da Ilaria Paoli e Gaia Biagiotti, due delle protagoniste dell’intera stagione. E poi la finalissima di ieri sera a Olympus Virtus Firenze Usd vinta ai rigori. Una nuova realtà che si affaccia nel mondo femminile amatoriale, come già altre hanno fatto negli ultimi anni. Una nuova realtà che si candida a insidiare le migliori formazioni Midland e sovvertire le gerarchie. Complimenti per la vittoria della Golden League Eurocalcio Women’s! Siete solo all’inizio di una bella nuova storia! Arrivano i tornei primaverili ed estivi! Ce ne sono per tutti i gusti: dal Trofeo delle 4 Città C5 e C7 che comincerà dal 20 Maggio e mette in palio le finali nazionali a Rimini, fino al nuovo evento di calcio a 5 femminile, un torneo di 10 ore in programma sabato 25 Maggio alla Florentia Sporting Club. Anche il mese di Giugno sarà ricchissimo di manifestazioni: si parte con la Green Cup Femminile da lunedì 3, si prosegue con i tornei di calcio a 5 e a 7 Easy (per non tesserati FIGC) e Master World League (la vincitrice va alle finali Europee con la prospettiva delle finali Mondiali) che partiranno dal 10 Giugno, si chiude con il mitico torneo Misto Blu&Rosa e con il Campi Estate interamente disputato a Campi Arena. Non solo calcio nell’estate Midland 2019. Tanto tennis amatoriale con la Summer Cup maschile e femminile (varie categorie in base alla classifica FIT dei partecipanti), tanto basket 3vs3 amatoriale, il beach volley e la grande novità del padel, uno degli sport più in voga negli ultimi tempi. Contattateci su Whatsapp al 3703496415 per tutte le informazioni.
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