Sport & Salute

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del 21 LUGLIO 2016 in collaborazione con

alute

Il settimanale delle eccellenze

INFORMAZIONE A CURA DI SPORT NETWORK

medicina

corpo e mente

Con la cervicalgia Windsurf e kite non si scherza sulle acque si vola

libri

Le letture d'oro aspettando Rio

Sedentarietà e posture sbagliate sono spesso all'origine di un dolore che può trasformarsi in tormento

Le evoluzioni mettono alla prova i muscoli e la tenuta psicologica ben oltre l'intensità del vento

Romanzi, ricostruzioni storiche, e autobiografie: i Giochi Olimpici hanno scritto pagine memorabili

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obiettivo running Adatto a tutti, celebrato nei film e fondamentale per la prevenzione: praticarlo è un inno alla libertà

la patologia

il personaggio

Diabete tipo 2 lo stile di vita frena i rischi

Raccontare il calcio è un'arte

L'attività fisica regolare e l'alimentazione sana scongiurano le complicanze

Il telecronista Pierluigi Pardo: «Bisogna essere accattivanti e saper usare le parole»

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GIOVEDì 21 LUGLIO 2016

medicina

la cervicalgia non fa sconti

i nemici del collo Il dolore al collo si può distinguere in due tipologie: cronico, spesso causato da posture sbagliate, e acuto, di solito associato a colpi di frusta, spondilosi o ernie

rimedi «Parallelamente all'uso di antinfiammatori sarebbe utile sottoporsi a trattamenti manuali da parte di osteopati e fisioterapisti»

più classico, legato ai dolori al collo, è senz’altro il torcicollo, cioè una riduzione della possibilità di movimento del collo stesso. Se a questo dolore si associasse un disturbo irradiato a un arto, ad esempio il braccio, si parlerebbe di cervicobrachialgia; se, invece, si associassero sintomi craniali come cefalea, nausea o vertigini, parleremmo di sindrome cervico craniale». Come affrontare nel modo migliore la cervicalgia? «I rimedi possono essere, in prima istanza, trattamenti farmacologici attraverso l’assunzione di antinfiammatori non steroidei che riducano lo stimolo infiammatorio. Parallelamente, sarebbero utili trattamenti manuali da parte di fisioterapisti o di osteopati, che mirano alla disattivazione di quei gruppi muscolari che, a causa del dolore al collo, si irrigidiscono». Si può parlare, in questo caso, di prevenzione? «Diciamo che si possono osservare dei comportamenti

Hammam e grotte di sale per immergersi nel relax Ci sono angoli, anche nelle nostre città, in cui si possono recuperare le energie per il corpo e la serenità per la mente. Li abbiamo “copiati” dalla tradizione orientale o ereditati dall’antichità. Sono luoghi in cui il benessere della persona è al primo posto e dove ci si può dimenticare del tempo, lasciandosi rapire dall’atmosfera e dai rituali studiati per tonificare la pelle e liberare la mente. È il caso degli Hammam che ormai proliferano ovunque con lo schema della tradizione araba e che rappresentano, proprio come accadeva in ambito romano antico e bizantino, un luogo ideale per trascorrere piacevolmente il tempo, curando o facendosi curare il proprio corpo, tra il lento scorrere dell’acqua e le ceramiche zellij.

IL SALE DELLA TERRA Gli Hammam non sono però gli unici luoghi dove potersi isolare da smog, traffico,

running allenarsi per sentirsi liberi e dovessimo puntare i nostri due centesimi sullo sport che in Italia, in questo decennio, ha avuto l’impennata maggiore, la scelta migliore sarebbe il running. Senza avere troppa coscienza sulla diffusione delle altre discipline, con la sola logica potremmo arrivare a vincere la nostra piccola scommessa. In fondo, però, chiuderlo nella categoria degli sport è quasi limitativo, visto che tra appassionati, fanatici (in senso buono), curiosi e neofiti, ormai si è trasformato in un approccio alla vita, quasi con i crismi di una filosofia contemporanea.

I trattamenti manuali da parte dei professionisti mirano a disattivare i gruppi muscolari che, a causa del dolore al collo, si irrigidiscono

benessere

LE TAPPE La tradizione del bagno turco impone quattro step obbligati. Si comincia dal Tepidarium, una sala umida dove la temperatura è generalmente di 36°, utile per ambientarsi, rilassarsi e preparare il corpo alle fasi successive. Ci si sdraia su panche in marmo riscaldate e ci si lascia coccolare da mani esperte con abluzioni di acqua calda che allentano ogni tensione. Si passa quindi al Calidarium, dove la temperatura sale a 45° e la commistione di umidità e vapore favorisce la perdita di liquidi e l’apertura dei pori. Qui il calore dilata i vasi sanguigni e la circolazione ottiene grandi benefici. E lo stesso vale per l’umore. La pelle è pronta per ricevere il gommage (o scrub), la fase esfoliante. In questo terzo step i centri benessere offrono svariati trattamenti d’accompagnamento: dai massaggi drenanti e detossinanti agli impacchi, fino a maschere e trattamenti viso, per i quali vengono utilizzate materie prime naturali come burro di Karitè, sapone nero di Aleppo a base di olio di oliva e olio di Argan puro al 100%. Il rituale dell’Hammam termina con l’immersione nel Frigidarium (a circa 28°), una vasca di acqua fredda che richiude i pori e ha un forte effetto tonificante.

sport-cult

nelle mani dei veri professionisti

Cos’è la cervicalgia, come si manifesta e quali sono le cause? «La cervicalgia, o dolore al collo, è una delle patologie muscolo-scheletriche più diffuse, il cui dolore si concentra maggiormente nella zona del collo e delle spalle e che ha una durata variabile di mesi e, persino, anni. Questo disturbo si può distinguere in due tipologie: cronica e acuta. Per cronica, si intende un dolore costante che si protrae nel tempo e che molto spesso è causato da diversi fattori quali l’artrosi della colonna cervicale, colpi di freddo, sedentarietà o posture inappropriate e mantenute ripetutamente durante la giornata; per acuta, invece, si intende quella cervicalgia dovuta, perlopiù, a colpi di frusta (causati molto spesso da tamponamenti automobilistici), spondilosi, ernie del disco nel tratto cervicale con compressione di una radice nervosa o a difetti del disco vertebrale, con conseguente passaggio dei carichi della colonna cervicale. I sintomi possono essere svariati: il

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il punto

economica, salutare ma non priva di connotati filosofici: sull'asfalto e nelle aree verdi crescono gli “adepti” di una disciplina universale

il dottor damilano dell'istituto galeazzi spiega: «evitare posture inappropriate e sedentarietà» a cervicalgia è un disturbo frequente che colpisce – in modo capillare – diversi target di età e che interessa principalmente l’area localizzata del collo, con eventuali diramazioni ad altre parti del corpo (ad esempio gli arti superiori). Questo tipo di dolore è molto spesso debilitante e, oltre a influire sulla qualità della vita, può portare a problemi più gravi che possono inibire la corretta funzionalità delle spalle, del collo e, talvolta, anche delle braccia. Il dottor Marco Damilano, specialista in Ortopedia e Traumatologia della Divisione di Chirurgia Vertebrale di Clinica Ortopedica all’Istituto Galeazzi, spiega le caratteristiche di questa patologia e come tenerla sotto controllo nel tempo.

giovedì 21 LUGLIO 2016

In Europa e nel mondo

attività fisica L'ortopedico consiglia: «Anche una semplice camminata di mezz'ora può favorire la tonicità muscolare e scongiurare reazioni dolorose»

che vanno a educare il paziente su quali potrebbero essere le attività da limitare come, ad esempio – in ambito lavorativo ma anche quotidiano – la posizione statica prolungata, assunta molto spesso davanti al proprio computer. In questo caso, occorrerebbe sospendere ogni 2-3 ore la posizione di sguardo fisso, procedendo con esercizi di mobilizzazione della colonna e del collo. Un ruolo di fondamentale importanza lo riveste l’attività fisica, che deve essere costante e continuativa: anche una semplice camminata di mezz’ora tre volte alla settimana può favorire la tonicità muscolare ed evitare, quindi, fastidiose reazioni dolorose». Come bisogna comportarsi nel momento in cui i dolori non dovessero passare o attenuarsi? «Nel caso in cui i pazienti dovessero presentare disturbi continuativi e non ancora risolti nel corso del tempo, è indispensabile, per loro, sottoporsi ad accertamenti strumentali per scongiurare eventuali necessità chirurgiche».

La base di partenza – assurdo ma non troppo – è economica: il running è trasversalmente per tutti, perché costa poco e l’attrezzatura necessaria per praticarlo è la stessa sia per chi ha appena iniziato sia per chi butta giù maratone come un bicchier d’acqua. Chi lo ha scelto per buttare giù dei chili, invece, ha accantonato per un momento la palestra e i suoi tapis roulant per i percorsi meno alienanti di parchi e piste ciclabili, riportando un po’ di sport sotto il cielo delle metropoli.

gli appuntamenti sulla distanza dei 21 e dei 42 km

09/09 11/09 17/09 17/09 25/09 25/09 25/09 02/10 02/10 09/10 09/10 09/10 09/10 09/10 16/10 16/10 23/10 23/10 23/10 29/10 30/10

9ª Half Marathon di Arenzano Arenzano (GE) Italia 31ª Mezza Maratona di Budapest Budapest Ungheria 43ª Maratona del Mugello Borgo San Lorenzo (Fi) Italia Oslo Marathon Oslo Norvegia 16ª Mezza Maratona di Sabaudia Sabaudia (RM) Italia 22ª Maratonina Città di Montalto Montalto di Castro (VT) Italia 43ª Maratona di Berlino Berlino Germania 8ª Mezza Maratona dei Castelli Romani Ariccia (RM) Italia 31ª Maratona di Lisbona Lisbona Portogallo Maratona di Chicago Grant Park - Chicago Stati Uniti d'America 31ª Budapest Marathon Budapest Ungheria 31ª München Marathon Monaco di Baviera Germania 29ª Maratona d'Italia Memorial Enzo Ferrari Carpi (Mo) Italia 10ª Mezza Maratona Città di Pisa Pisa (PI) Italia Maratona di Pescara Pescara (Pe) Italia 41ª Maratona di Amsterdam Amsterdam Olanda Mezza Maratona del Lago di Vico Lago di Vico - Vico (VT) Italia 31ª Maratona di Venezia Venezia (VE) Italia Mezza Maratona di Valencia Valencia Spagna The Polar Circle Marathon Kangerlussuaq Groenlandia 37ª Maratona di Dublino Fitzwilliam Street Upper - Dublino Irlanda

Il cuore di questo sport risiede nella capacità di porre obiettivi graduali, step che si raggiungono solo con il sudore e chiarezza dei traguardi personali: un po’ una definizione di punti di riferimento a crescere. Questo aspetto è fondamentale, perché il running è in grado di appagare in relazione al bisogno di essere appagati, in quanto noi stessi poniamo i limiti che vogliamo superare. Questa libertà di scelta, in preda a uno sviluppo parallelo etnologico, porta la maggior parte dei corridori a scegliere il completamento di una mara-

a novembre la sfida di new york Si terrà il 6 novembre la 46esima edizione della New York City Marathon, fra le più prestigiose del mondo

tona come obiettivo finale: non proprio una scelta leggera se scritta e pensata come 42 chilometri di corsa, o anche come la distanza da Monza a Bergamo. La spinta a iniziare può essere personale o di gruppo, ma comunque prima o poi nel gruppo si finisce a correre. Perché la corsa ha una capacità unica di mettere insieme persone. Se non bastassero le community sul web a dimostrarlo, si potrebbe restare stupiti dal fenomeno delle running crew: passione per il fondo e voglia di socializzare, con una tendenza all’identificazione di gruppo che sa molto di States (e proprio a New York sono nate le prime). Per questo, tra chiunque e la corsa i gradi di separazione sono molto meno di sei. Per il primo tentativo, quindi, c’è sempre un amico che corre e il traguardo che può dare buoni consigli, La maggior parte che proprio perché un pizzico scontati possono sfuggire dei corridori sceglie alla innata capacità umana il completamento di complicare qualsiasi cosa, di una maratona anche uno sport che riusciva come obiettivo finale bene all’Homo erectus senza troppe riflessioni. Iniziare gradualmente è l’imperativo, alternando corsa a camminata in modo sistematico e su distanza fissa. Ciò significa anche non sottoporre il corpo a stress quotidiano, permettendogli di recuperare completamente. Nessuna paura per i dolori iniziali, perché seguendo i primi due consigli, dovrebbero sparire in 24 ore. Qualche esercizio di potenziamento muscolare per le gambe può aiutare a sostenere meglio la fatica, visto che tutti gli sforzi ricadono su di loro. Stretching e allungamenti, prima e dopo la corsa, sono fondamentali in questo senso: prevengono infortuni e favoriscono un recupero più rapido. Vista l’accessibilità del running, non bisogna risparmiare sulle scarpe, perché la seconda causa di infortuni in questa disciplina è dovuta proprio all’utilizzo di scarpe inadatte. Scelte le migliori, optate anche per il fondo più adatto, perché l’asfalto puro dei marciapiedi è eccessivamente traumatizzante: parchi e giardini sono i vostri migliori amici. Qualsiasi momento della giornata abbiate preferito per la vostra corsa, non mangiate prima di mettervi in moto. Correre e digerire richiedono un grande afflusso di sangue, e un’attività lo sottrarrebbe per l’altra. Accanto al mangiare, c’è il bere: bevete molto prima della corsa per essere ben idratati, poi reidratate una volta finita l’attività fisica. Gli altri due centesimi per la scommessa potrebbero finire sulla probabilità di ritrovarsi in un attimo addicted al running, così che questi consigli per i primi passi – letterali – debbano essere sostituiti da altri più vicini all’agonismo, magari di un preparatore. E dando un’occhiata ai numeri dei nuovi maratoneti in Italia, molto probabilmente ci ritroveremmo con quattro centesimi in tasca.

Aiutiamo la ricerca sul diabete di Paolo Rotelli* Il 2015 è stato un anno davvero entusiasmante per la ricerca scientifica dell’Ospedale San Raffaele: abbiamo raggiunto importanti risultati e riconoscimenti internazionali, frutto di un lavoro costante e proficuo dei nostri ricercatori e dei nostri clinici. Ma la storia scientifica dell’Ospedale San Raffaele parte da molto lontano, addirittura dal 1972, quando per la prima volta l’ospedale fu riconosciuto IRCCS – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – per le Patologie Metaboliche. Fin dalla sua nascita, l’Ospedale San Raffaele ha fatto scuola nello studio di queste malattie, in particolare del diabete, con ricerche scientifiche che già all’epoca venivano condotte in modo del tutto innovativo. Il diabete, oltre ad essere una malattia complessa per le molteplici complicanze che sviluppa, è una patologia cronica e richiede quindi una gestione clinica costante e personalizzata. I pazienti si impegnano ad aderire a una terapia che dura tutta la vita e devono essere supportati dall’impegno dei clinici a un’importante collaborazione interdisciplinare con tutti gli altri specialisti e alla costruzione di un rapporto di fiducia duraturo. Presso il DRI, il Diabetics Research Institute (http:// dri.hsr.it) del San Raffaele, si studia e si pratica ormai da anni il trapianto di isole pancreatiche – le cellule che producono insulina – nel fegato, che ad oggi rappresenta l’unica prospettiva curativa in grado di portare alla guarigione del paziente. Trattandosi di un trapianto cellulare che prevede complessi e costosi processi di isolamento e purificazione del materiale da trapiantare, la tecnica si esegue solo nei pochi centri al mondo che sono in grado di eseguirla. Con le sue ricerche ad altissimo livello, il DRI sta continuando non solo a migliorare l’efficacia di questa tecnica ma sta anche studiando un modo per creare isole pancreatiche a partire da cellule staminali. Ogni giorno vengono spese energie umane e finanziarie per progredire e ottenere nuovi successi che possano portare beneficio alle generazioni future: partecipiamo assiduamente alle gare per i bandi di ricerca nazionali e internazionali e sviluppiamo diverse attività di fundraising. I nostri ricercatori sono particolarmente meritevoli e spesso si aggiudicano fondi anche attraverso bandi nazionali e internazionali, ma il supporto dei nostri donatori resta comunque una risorsa fondamentale per mantenere i nostri talenti in Italia e garantire condizioni di ricerca efficaci. Destinare una donazione, il proprio 5x1000 o un lascito al San Raffaele significa alimentare la ricerca del primo istituto medico scientifico del Paese, arricchire un patrimonio nazionale e fare un investimento per il futuro di tutti. *Presidente Gruppo ospedaliero San Donato Vice presidente Ospedale San Raffaele

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Dalla letteratura al cinema, i podisti entrati nel mito il rito del bagno turco Secondo la tradizione, il rito del bagno turco si svolge in quattro fasi: tepidarium, calidarium, gommage e frigidarium

stress e in cui ritrovare un po’ di spazio da dedicare a se stessi. Tra le tendenze più recenti, molto successo stanno riscuotendo le cosiddette grotte di sale, dove si beneficia dei trattamenti di haloterapia, indicati anche per i bambini nei primi anni di vita (previo consulto con il pediatra). Sali provenienti dalle miniere dell’Himalaya o chissà da quale parte del mondo creano scenari fiabeschi dove trascorrere qualche momento per rilassarsi, migliorare la salute della pelle e aiutare la respirazione. Non serve fare nulla, semplicemente spegnere il cellulare, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in una dimensione magica e rilassante. L’haloterapia è oggi fra i trattamenti natural oriented più in auge e sfrutta le proprietà terapeutiche del sale per trasmettere, all’interno di un microclima costruito artificialmente, equilibrio alla mente e al corpo. Il microclima che si crea nella grotta di sale è ricco di ioni negativi che producono un positivo effetto anche sul benessere psicologico, riducendo l’ansia e migliorando umore e concentrazione.

La natura epica della corsa, quella di fondo, è nella sua storia. Tutti sono d’accordo nello stabilire che l’emerodromo Fidippide ne sia stato l’involontario padre 500 anni prima di Cristo. La componente più suggestiva nasce dal fatto che lui fosse un portatore di messaggi, in genere legati a guerre in arrivo o a richieste di alleanze. Oggi nessuno si sognerebbe di affidare un messaggio di qualsiasi tipo a un marciatore, ma la corsa e chi la pratica hanno conservato una valenza metaforica che attinge proprio dall’Antica Grecia. Sono passati due dozzine di secoli da quell’Atene-Sparta e i 220 chilometri in un giorno. Decidete voi se è leggenda, ma è un po’ una questione di fede. Fidippide morì per annunciare agli ateniesi la Battaglia di Maratona ma lasciò un’eredità culturale che resiste ancora, e si rafforza sempre più con il passare del tempo. Se poi ci si mettono anche scrittori, registi e musicisti, c’è poco da fare: la corsa è mito.

sulla carta Non che la disciplina abbia bisogno di un aiuto per diffondersi ancora di più, ma

quando uno dei migliori scrittori contemporanei ne fa una ragione di vita da raccontare a tutti, anche chi è abituato alla scrivania inizia a sentire il formicolio nelle gambe. Murakami, nel suo “L’arte di correre”, ha raccontato il proprio rapporto con il running, raccontare in un perfetto equilibrio di opposti con la sua seRomanzieri, sedentari per dentarietà di scrittore: agli antipodi ma comdefinizione, plementari. Per uno hanno creato scrittore elegante come lui sarà stato facile traleggende Nei film tante sformare in metafore le sue maratone, per uno storie reali visionario come Stephen da celebrare King altrettanto. Il maestro dell’horror, però, ci ha messo il suo ingrediente speciale. Futuro distopico, cento ragazzi presi un po’ a caso e iscritti a una gara di marcia senza traguardo, in cui si corre per vivere. Le regole de “La lunga marcia” sono da ultramarathon splatter: bisogna mantenere un’andatura di almeno 6 km/h, quando si rallenta si riceve un’ammonizione, alla terza am-

riferimenti culturali in marcia Alcune celebri copertine di libri e locandine di fillm ispirate al mondo della corsa

monizione si viene fucilati; se per un’ora si marcia senza penalità, si annulla un’ammonizione. L’ultimo sarà salvo e sarà vincitore, di cosa scopritelo voi. King lo pubblicò sotto pseudonimo, con il nome di Richard Bachman, e disse di averlo completato di getto, scrivendolo senza pause: una specie di maratona della dattilografia, concediamoglielo.

in pellicola I romanzi di King sono spesso finiti sul grande schermo, ultimamente adattati dal fidato Frank Darabont (il genio dietro le atmosfere di “The Walking Dead”, oltre a “Il miglio verde e “Le ali della libertà”). Sembra che il team possa portare al cinema anche “La lunga marcia”, visto che corsa e immagini sono un’accoppiata di sicuro successo. Così come per la letteratura, i film a ispirazione podistica sono centinaia, e tanti passati alla storia. “Momenti di gloria”, la storia vera degli universitari di Cambridge che si prepararono per le Olimpiadi di Parigi

nel 1924, ne è l’alfiere ma la specialità era i 100 metri, e gli integralisti delle miglia ne risentirebbero. Più facile accontentarli con i tre anni di corsa di “Forrest Gump”, parlando di fiction. Dalla letteratura al cinema con “Il maratoneta”, con William Goldman a raccontare il dramma di Babe (che si allena per i 42 chilometri), e John Schlesinger a trasformarlo in immagini con l’aiuto dei mostri sacri Hoffman e Olivier. La realtà diventa leggenda nei due film su Prefontaine e il suo carattere spregiudicato, che stupì tutti alle Olimpiadi di Baviera ’72. La finzione diventa realtà, invece, con Michael Mann nel 1979 e “The Jericho Mile”. Una sceneggiatura dimenticata per anni nei cassetti di un network americano, poi diventata produzione per un film-tv ad alto budget, premi a pacchi e bambini che giocano a “La corsa di Jericho” negli Stati Uniti. In un penitenziario californiano, un ergastolano patricida corre dietro alle sbarre. È veloce, tanto, e i secondini capiscono che sui 1.500 metri potrebbe fare tempi buoni per le Olimpiadi. Come va a finire? Cercatelo e vedetelo, perché anche i corridori odiano gli spoiler.


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giovedì 21 luglio 2016

ricerca

giovedì 21 luglio 2016

incontri xxxx

i consigli degli esperti del gsd

IL PERSONAGGIO - PIERLUIGI PARDO

anchorman. Pierluigi Pardo, 42 anni, conduce su Italia Uno la trasmissione Tikitaka che unisce analisi tecniche, talk show e intrattenimento

Le cause Identificare le cause del diabete e della sua continua espansione è una delle grandi s de della medicina moderna: l’Ospedale San Raffaele l’ha raccolta con nuovi investimenti dedicati alla prevenzione e cura del diabete, in particolare del diabete di tipo 1, in aumento fra bambini e adolescenti. «In Italia, mediamente, ogni giorno quattro bambini o adolescenti sviluppano questa forma di diabete che interessa circa il 5-10% del totale delle persone con questa malattia», spiega il professor Emanuele Bosi, direttore del San Raffaele Diabetes Research Institute (DRI) e primario di Diabetologia. «Con uno staff di 50 fra medici, ricercatori, infermieri e tecnici, il DRI è interamente dedicato alla ricerca e alla cura del diabete, sia nelle sue forme infantili, sia in quelle che colpiscono gli adulti, con una concentrazione particolare su tutte le terapie innovative come il trapianto di isole pancreatiche, la prevenzione, i meccanismi responsabili della malattia e delle sue complicanze, l’impiego delle tecnologie avanzate per il monitoraggio della glicemia e per l’erogazione di insulina, oltre che alla sperimentazione di nuovi farmaci».

contro l'emergenza serve un certo stile

L'approccio «Possiamo pensare al diabete come a un compagno di viaggio: se lo trattiamo correttamente, ci permetterà di condurre la nostra vita senza particolari problemi». Così la dottoressa Lucilla Monti, responsabile degli ambulatori di diabetologia dell’Ospedale San Raffaele, riassume ai suoi pazienti il corretto approccio alla malattia. Il diabete è una malattia cronica che non dà dolore se non quando è troppo tardi. Occorre tenerla regolarmente sotto controllo, seguendo scrupolosamente la terapia per evitarne le complicanze come retinopatia, nefropatia, neuropatia e malattie cardiovascolari come infarto, ictus e piede diabetico. «La diabetologia del San Raffaele si prende cura del paziente in modo complessivo, per offrire le terapie più innovative insieme a una assistenza attenta a tutti i bisogni del paziente, medici, psicologici e sociali».

Alimentazione equilibrata, esercizio fisico regolare e niente fumo nelle sue prime fasi il diabete di tipo 2 si può gestire senza farmaci Onu ha definito il diabete una “emergenza sanitaria planetaria”. Esso rappresenta un vero problema per la salute pubblica, sia perché interessa un numero sempre maggiore di persone (attualmente circa 246 milioni di persone nel mondo), sia per la frequenza di altre condizioni di rischio che a esso si associano, come ipertensione arteriosa, dislipidemia, obesità e malattie cardiovascolari. Il diabete si caratterizza per l’elevata concentrazione del glucosio (zucchero) nel sangue, legata all’assenza o al malfunzionamento dell’insulina, un ormone che svolge una funzione centrale nella regolazione del metabolismo. L’assenza di insulina (alla base del diabete di tipo 1) o il suo malfunzionamento (associato al diabete di tipo 2) impediscono al glucosio di entrare nelle cellule dell’organismo dove viene utilizzacomplicanze to come substrato energetico, La forma più frequente causandone così un accumulo nel sangue (iperglicemia) che della malattia compare è alla base delle complicanze, perlopiù dopo i 40 anni soprattutto vascolari, a cui le associata spesso ad altre persone con il diabete sono condizioni di rischio predisposte.

i casi Il diabete di tipo 2 è la forma più comune che interessa circa il 90% dei casi e si manifesta perlopiù dopo i 40 anni di età. Già nelle fasi pre-cliniche, cioè prima ancora che compaia anche una minima elevazione del glucosio nel sangue, è presente l’insulino-resistenza, cioè una condizione nella quale il pancreas produce insulina, ma questa risultando meno efficace, porta l’organismo a richiederne sempre di più; in questa fase posso-

sotto pressione

sport e diete

Per la prevenzione è importante tenere sotto controllo il colesterolo e la pressione arteriosa

sostieni la ricerca sul diabete www.hsr.it/sostienici

Adottare uno stile di vita sano, con una corretta alimentazione e una costante attività fisica, è utile sia a livello terapeutico sia a livello preventivo perché tra le cause del dilagare del diabete, in particolare del diabete di tipo 2, oltre alla familiarità, c’è la tendenza a mangiare troppo e male e a muoversi poco o niente. Per una corretta prevenzione del diabete di tipo 2, gli esperti raccomandano di tenere sotto controllo il peso, valutare la circonferenza vita se si è soggetti ad accumulo di grasso in sede addominale e monitorare i livelli di colesterolo nel sangue e la pressione arteriosa, in particolare dopo i 40 anni. Tra gli sport raccomandati, le attività aerobiche come nuoto, corsa e bicicletta; è utile, anche soltanto, camminare il più possibile. Da evitare il fumo e da incoraggiare un sonno non inferiore alle 6 ore.

no già coesistere ipertensione, sovrappeso o obesità, che accentuano ulteriormente l’insulino-resistenza. Successivamente, si sviluppa anche un graduale esaurimento delle capacità di produrre insulina, con conseguente progressiva elevazione della concentrazione del glucosio nel sangue. All’inizio, il diabete di tipo 2 può essere efficacemente controllato senza ricorso ai farmaci, attraverso esercizio fisico e dieta. Con l’evolversi della malattia, diviene quasi sempre necessario introdurre farmaci per il controllo della glicemia mentre, nel 20-30% dei casi, a un certo punto, occorre passare alla terapia con insulina. In generale, è fondamentale mantenere sempre uno stile di vita sano, che comprenda un’alimentazione equilibrata, con un apporto adeguato di fibre e un consumo ridotto di grassi saturi, associati a un regolare esercizio fisico. È importante, inoltre, evitare il fumo e tenere sotto controllo colesterolo e pressione arteriosa, ricorrendo, se necessario, ai farmaci.

Ernie, la terapia è cucita su misura Il professor Giampiero Campanelli, esperto di fama internazionale, presidente eletto della European Hernia Society e fondatore della Società Internazionale di Chirurgia della Parete Addominale, svela tutti i segreti e i falsi miti sulle ernie, alla luce della sua esperienza di circa 8.000 casi. Il Gruppo San Donato ospita nelle sedi ospedaliere dell’Istipunti cardine tuto Clinico Sant’Amdelle cure brogio e della Clinica Il prof. Campanelli La Madonnina il primo e unico centro di spiega: «Si deve ricerca e di alta speciavalutare il singolo lizzazione sulla chirursia nell'anatomia gia delle ernie addomisia nei desideri» nali e l’Hernia Center di Milano. Prof. Campanelli, ci dice esattamente e in poche parole cosa è l’ernia e quali sono le cause? «Le ernie della parete addominale e in particolare l’ernia inguinale non sono altro che la fuoriuscita dell’intestino, del grasso che lo ricopre e/o di parte di esso ricoperti dalla membrana peritoneale (il sacco) attraverso dei canali preesistenti, quale quello inguinale o quello ombelicale e crurale, oppure attraverso lesioni, ferite, incisioni chirurgiche e/o sfiancamenti di tutta la parete dell’addome: questi ultimi pren-

dono il nome di laparoceli. La causa è sempre una coincidenza tra una debolezza costituzionale o acquisita (come nel caso dei laparoceli) dei tessuti e l’attività fisica». Riguardo all’attività fisica, ci vuole dire che gli sforzi e l’attività sportiva sono responsabili? «Per quanto riguarda gli sforzi questi possono essere valutati solo come delle concause in coincidenza sempre con una debolezza costituzionale dei tessuti, riguardo all’attività sportiva è importante distinguere nettamente la cosiddetta “ernia dello sportivo”, anche chiamata “pubalgia”, dall'ernia inguinale».

pubalgia

Per il prof. Campanelli il termine ernia dello sportivo usato per la pubalgia è errato: lo studioso ha proposto alla comunità scientifica la nuova denominazione Sindrome Dolorosa Pubico Inguinale

Cosa è l’ernia dello sportivo? «In realtà la terminologia è già di per sé sbagliata: infatti non si tratta di una vera e propria ernia e non è appannaggio solo dello sportivo. È per tali motivi che da diversi anni ho proposto alla comunità scientifica internazionale una nuova denominazione, “Sindrome Dolorosa Pubico Inguinale”(PIPS), che meglio si presta alla realtà clinica, anatomica e eziologica. Si tratta difatti di una sindrome determinata da tre principali fattori che sono una leggera debolezza delle strutture inguinali, un irrigidimento dei tendini di inserzione del muscolo retto addominale e del muscolo adduttore lungo e la compressione dei nervi sensitivi della regione». Quali sono i segreti per un’efficace terapia alle patologie erniarie inguinali e a tutte situazioni descritte? «Il tipo di anestesia, il tipo di ricovero, il tipo di approccio (open o laparoscopico), il tipo di riparazione (la tecnica), il tipo di protesi, nonché il suo fissaggio (colle, suture assorbibili, ecc.) e infine il trattamento post-operatorio così come la dimissione, sono tutte caratteristiche che devono essere “cucite” su misura del singolo paziente, della sua tipologia di vita, della sua età, della sua anatomia e soprattutto delle sue aspettative e dei suoi desideri».

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Ci dica un iter routinario per un paziente con un’ernia inguinale primitiva. «Le caratteristiche essenziali sono sostanzialmente quattro: l’uso routinario dell'anestesia locale, che significa semplicemente delle punturine sulla parte da operare per una perfetta tollerabilità e nessun dolore. Il secondo punto è un approccio dolce ai tessuti, proprio in considerazione del fatto che il paziente è sveglio. Il terzo punto è l’uso di reti e protesi possibilmente avendone a disposizione (e sapendole usare correttamente) di tutte le tessiture, materiali, pesi, composizioni ecc. in modo tale da poter scegliere la più idonea, come prima detto, a ciascun caso. Strettamente correlato alla scelta della protesi, il discorso sul suo tipo di fissaggio: in linea di massima nella mia esperienza, sulla base di uno studio scientifico internazionale, che abbiamo condotto nell’arco di cinque anni e che è stato pubblicato su Annals of Surgery, la più prestigiosa rivista chirurgica scientifica mondiale, la tecnica senza suture, utilizzando una colla particolare, rappresenta la scelta più frequente. Il quarto punto è il regime di Day Surgery, ossia la capacità e possibilità organizzativa, clinica e di controllo di poter dimettere il paziente operato di ernia inguinale dopo poche ore, inviandolo a casa con opportune spiegazioni, brochure informative e reperibilità dei medici operatori».

Hernia Center Milano

“tailored surgery” Ogni anno 400 casi

Al Hernia Center di Milano vengono annualmente trattati globalmente circa 400 pazienti con le patologie indicate. In particolare, tutti i tipi di protesi e approcci vengono utilizzati nel concetto di fornire una “tailored surgery”. I casi più semplici sono tutti operati in giornata, per i casi più complessi è previsto il ricovero. Particolarmente interessanti i casi di Sindrome Dolorosa Pubica Inguinale (la cosidetta ernia dello sportivo) e la ricostruzione e il rimodellamento dell’addome post-partum: entrambe queste situazioni patologiche sono trattate in maniera polispecialistica, che prevede oltre all’esperto di chirurgia erniaria, anche il chirurgo plastico, il fisioterapista, ecc.

ierluigi Pardo, 42 anni, giornalista sportivo di Mediaset, tornerà da agosto sugli schermi con Tikitaka, il programma di calcio che si è confermato campione di ascolti anche nell’ultima stagione televisiva. Con lui abbiamo parlato della retorica nel giornalismo sportivo, proprio ora che questa arte antichissima viene riscoperta e alla quale la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita - Salute San Raffaele di Milano, in collaborazione con Mediaset, ha dedicato un master. www.unisr.it L’arte della retorica e le notizie. Come è cambiato il modo di raccontare i fatti? «Viviamo in un’epoca di comunicazione permanente. La rete, i social network, i canali di informazione h24 hanno moltiplicato quantità e frequenza delle notizie che riceviamo e l’utilizzo di tanti collegamenti in diretta ha certamente accelerato il ritmo della narrazione. Detto questo le regole del giornalismo rimangono sempre le stesse. Bisogna saper essere accattivanti per catturare l’attenzione del pubblico ed estremamente chiari per informarlo in maniera corretta. Linguaggio semplice ma non sciatto, ritmo e un po’ di originalità nell’esposizione». E nel calcio? «Il discorso è lo stesso. Certamente la passione gioca un ruolo decisivo. Raccontiamo un grande divertimento, il calcio è il nostro gioco come ripetiamo spesso a Tikitaka, e non dobbiamo mai dimenticarlo. Serve molta preparazione, anche perché il pubblico rispetto al passato è decisamente più esperto, ma anche leggerezza. L’ironia vince sempre. Rispetto al passato poi ci sono altre differenze. Nella diretta di una partita oggi la tecnologia dà una grande mano. Bisogna saper utilizzare perfettamente replay e stimoli che arrivano continuamente della regia. E poi ci sono i social network. Twitter, ad esempio. Può capitare di ricevere spunti interessanti durante una telecronaca. Ci sono siti di statistiche e opinion leader che in casi eccezionali possono diventare informazioni da usare in cronaca. Il telecronista deve essere concentrato, sveglio e piuttosto multitasking, insomma. Quello che certamente non è cambiato e non cambierà nella narrazione calcistica di ieri e di oggi è invece l’esigenza di una narrazione che sia anche epica, sentimentale. Dall’andamento di una partita dipende l’umore di moltissime persone che ci stanno guardando da casa. Sarà pure irrazionale ma intanto è così e dobbiamo tenerne conto». Come è nato il tuo personaggio? «Non sono un personaggio. Sono un 42enne che ha la fortuna di occuparsi di cose che gli piacciono e il privilegio di continuare a giocare con il suo lavoro. Quello che si vede in onda o sul web è quello che sono. Non resisto alla tentazione della battuta, mi piace la divagazione, vado a braccio, spesso mi emoziono. La cifra di Tikitaka è informale e generalista. Punta a coinvolgere un pubblico vasto e articolato. Non è un programma

calcio e musica lo spettacolo è la sua vita Soprattutto sui social Pierluigi Pardo non nasconde la sua grande passione per la musica. Non a caso, lo si è visto anche tra gli special guest della finale del talent Top Dj. Nella sua playlist ideale figurano Bruce Springsteen, i Babyshambles, The Smiths i Placebo e gli U2.

pardo la telecronaca come una forma d'arte «bisogna essere chiari, corretti, sapere mille cose e dirne poche ma contano anche l'estetica della voce e il suono delle parole» concentrazione «Durante la diretta di una partita arrivano spunti anche dai social Il nostro lavoro deve essere multitasking»

solo per addetti ai lavori e non è solo calcio. Si intreccia con altri aspetti della realtà, è un bar che contiene tutto, alto e basso, gli intellettuali e il gossip, i campioni e i polemisti. La telecronaca invece è una grande passione, una cosa a metà tra un lavoro giornalistico e una vera e propria prestazione artistica. Conta l’estetica della voce, il suono delle parole, il rapporto tra momenti concitati e pause. L’obiettivo non è solo informare ma anche divertire ed emozionare». La metafora calcistica viene molto utilizzata anche in contesti diversi e talvolta molto seri, cosa ne pensi? «Non mi stupisce. Il calcio è un passe-partout, amato o comunque seguito da tutti. Trovo piuttosto normale che il linguaggio del pallone possa essere mutuato dalla politica o dall’economia. Anche perché molti campi della vita umana parlano di squadra, competizione, prestazione, sfida. Noi italiani ad esempio, se fossimo un po’ più uniti saremmo davvero “una squadra fortissimi” come diceva quella canzone...».

il successo «Non mi sento un personaggio: sono un 42enne che ha il privilegio di occuparsi della propria passione»

Sei romano, a tratti sembra che ti piaccia giocare con la tua inflessione, soprattutto a Tikitaka. Funziona? «Sono istintivo. Se mi viene la frase in romanesco la dico, e lo stesso se devo imitare l’accento barese o milanese di qualcuno che ho davanti. Nelle telecronache ovviamente uso una dizione più asciutta, in trasmissione ci si può lasciare andare di più. Anche perché accenti e inflessioni dialettali sono una ricchezza». Un’ultima domanda: qual è il segreto della telecronaca perfetta? «Prepararsi. Studiare mille cose e dirne poche, quelle che diventano attinenti con l’andamento della partita. Dosare momenti di racconto intenso e retorico a pause utili per far decantare la tensione. Soprattutto “vivere” il match, non aver paura di emozionarsi. Raccontare una grande partita non è soltanto un lavoro, è soprattutto un privilegio che tanti vorrebbero avere. E per farlo bene serve soprattutto tanta passione».

La sua voce diventata cult nei videogiochi Pierluigi Pardo è dAL 2015 la voce italiana delle telecronache della serie di videogiochi FIFA, affiancato da Stefano Nava per il commento tecnico. In precedenza, dal 2008 al 2014, aveva dato la sua voce alle telecronache di Pro Evolution Soccer.


6 sport & salute tuttosport

Giovedì 21 LUGLIO 2016

in evidenza

le evoluzioni della specie

COORDINAZIONE Il primo di questi è il windsurf. In quasi mezzo secolo di vita, e nonostante oggi debba dividere il mare con decine di altre discipline, lo sport inventato da un ingegnere aerospaziale californiano non ha mai perso il proprio appeal. Per praticarlo servono equilibrio, coraggio, forza, coordinazione e (molta) pazienza. È una disciplina avventurosa, fatta di cadute, di attese, di evolu-

Stretto di Messina 27-31 luglio

Lago di Garda 13-15 agosto

inseguendo il vento Gli appassionati di sport acquatici viaggiano tutto l'anno andando a caccia delle onde più alte

benessere Le discipline praticate al mare o nei laghi migliorano la postura, rafforzano il fisico e liberano la mente

zioni e di scariche di adrenalina quando finalmente si sale sull’onda e la si sfida. I benefici per il fisico sono evidenti perché ogni distretto muscolare viene interessato, dalle spalle alle braccia, dalle gambe ai glutei, all’addome. E anche la mente e lo spirito ne beneficiano: il windsurf si gioca tra il vento e l’acqua e poter essere il trait d’union tra questi due elementi trasmette una grande gioia interiore. Difficilmente, si vede uscire dall’acqua un windsurfer che non abbia stampato il sorriso sulle labbra.

ADRENALINA PURA Di più recente invenzione, ma ugualmente affascinante e adrenalinico, è il kitesurf. Nato anch’esso – neanche a dirlo – alle Hawaii, nel giro di meno di un ventennio si è trasformato in una vera e propria religione. Mantenersi a pelo d’acqua ad aquiloni manovrabili a due o quattro cavi, dedicandosi a evoluzioni estreme, richiede devozione e spirito di sacrificio, ma in cambio regala soddisfazioni e scariche di adrenalina che ripagano tutto. Dal punto di vista psicofisico, il kite migliora la postura, aiuta l’apparato cardiovascolare, rafforza glutei, interno, esterno cosce e addominali in modo passivo, fa bene all’umore e combatte lo stress.

trainati C’è poi il wakeboard, una disciplina che nasce negli Stati Uniti dalla fusione dello sci nautico e dello snowboard e che ha tra i suoi discepoli anche supervip come Justin Bibier. Il fatto di essere trainati da un motoscafo non sia di inganno: anche questa disciplina mette a dura prova i muscoli di braccia e gambe, l’equilibrio e la coordinazione. Il wakeboard è uno sport a tutti gli effetti, complesso e affascinante. C’è anche una forma più acrobatica fatta di rampe su cui prendere velocità per lanciarsi in giri spettacolari. Da affrontare con prontezza di riflessi, forza nella braccia e con il desiderio di vivere il brivido della velocità.

La Maddalena 14-20 agosto

Il Mediterraneo Ecco lo Slalom Comfort e spot a tutta velocità internazionale nell'Arcipelago Torna dal 27 al 31 luglio la Traversata dello Stretto di Messina, regata epica ed estrema. La Continent-Island GPS Crossing Race, giunta alla nona edizione, è una gara di velocità sul filo dei 40 nodi, una prova di resistenza estrema contro se stessi e contro la natura, una sfida velica tanto essenziale quanto tecnologica che prende vita in uno degli scenari più suggestivi e impegnativi di tutto il Mediterraneo.

È in programma dal 13 al 15 agosto il Trofeo Michele Nogler, la regata sociale del Circolo Surf Torbole. La disciplina sportiva è lo slalom. La regata si disputa nelle acque antistanti il paese di Torbole e permette a tutta la gente presente sulla spiaggia di ammirare le evoluzioni degli atleti. Negli ultimi anni oltre agli italiani partecipano alla regata anche atleti tedeschi, austriaci e dell’Est.

Nella settimana di Ferragosto (dal 14 al 20) un cabinato a vela di 14 metri, dotato di tre cabine, è pronto a ospitare equipaggi di appassionati di kitesurf per raggiungere e surfare i migliori spot che circondano l’Arcipelago di La Maddalena, in Sardegna. A bordo tutti i comfort e la possibilità di prendere lezioni di kite per imparare o migliorare la propria tecnica.

fitness

Equilibrio ed energia con l'Olistic Workout in armonia con se stessi

lavoro di gruppo

L'Olistic Workout inventato da Cristiano Lollo combina sinergicamente i principi di tai chi, yoga e pilates

Nell'Olistic Workout il benessere personale è collegato al lavoro che si svolge in gruppo

Non è possibile raggiungere una perfetta forma fisica senza agire contemporaneamente sulla mente. È uno dei presupposti dell’Olistic Workout, una disciplina must nei centri fitness e nelle fiere del wellness ideata da Cristiano Lollo. Si tratta di un allenamento funzionale a corpo libero che combina sinergicamente i principi di tai chi, pilates e yoga coinvolgendo muscoli, canali energetici ed emozioni. L’obiettivo non è solo ritrovare e mantenere la forma fisica, ma fare in modo che tutto l’organismo sia in armonia: dalla mente al cuore, dalla respirazione alla sincronia dei movimenti. L’obiettivo non è estetico ma funzionale.

L'allenamento La seduta comincia con l’attivazione muscolare, per poi passare a una fase di lavoro sull’equilibrio e bilanciamento, allenamento della forza resistente, core training, per terminare con una fase di meditazione attra-

7 sport & salute tuttosport

in evidenza

sfide Autobiografie, aneddoti, psicologia e matematica: la storia dello sport ha scritto momenti dal fascino unico

windsurf, kite e wakeboard: gli sport acquatici richiedono muscoli, coraggio e un pizzico di follia e spiagge da film della California, quelle estremamente ventose di Fortaleza, l’Isola di Paros in Grecia o la Corsica. E ancora, Fuerteventura e il Portogallo, oppure – se si vuole rimanere nelle vicinanze – il Lago di Garda e quello di Silvaplana, in Svizzera, appena oltre i nostri confini. C’è una tribù che viaggia, sia d’estate sia d’inverno, per inseguire le onde. E sfidarle. Lo fanno attraversando lo Stivale, magari dal Nord Italia fino al Golfo di Sant’Eufemia, sulla costa tirrenica della Calabria. Lo fanno coronando il sogno di cavalcare le onde delle Hawaii, dove tutto è cominciato e dove vento e mare sembrano stati creati appositamente per praticare sport acquatici estremi.

giovedì 21 LUGLIO 2016

verso pranayama e tecniche cità ed elasticità dei diversi di training autogeno. Ven- in forma distretti muscolari; migliogono eseguiti allungamen- Il risultato degli esercizi ramento posturale; dispieti e movimenti svolti sia sui gamento di energie fisicotre piani principali (frontale, non è solo estetico emozionali; abbassamento della soglia dello stress; trasverso e sagittale) che su ma anche funzionale: rilassamento; educarsi alla dei piani intermedi di lavoro, il primo nemico consapevolezza corporea; utilizzando molti movimenti da battere è lo stress migliorare la forma fisica. a spirale con rotazioni e torsioni. L’esecuzione di esercizi mirati di allungamento accompagnati da una tecnica di respirazione crea una armo- funzionalità nizzazione di mente e corpo che avvolge le La disciplina va ad allenare quei distretti persone in uno stato di benessere fisico ed muscolari “funzionali” ai movimenti quotiemotivo, con una progressiva liberazione diani. Tra i principali: l’allungamento della dell’energia di tutto il corpo. I benefici che colonna per prevenire ernie e mal di schiesi intende di ottenere sono i seguenti: toni- na, movimenti in grado di favorire la mobi-

lità articolare e la flessibilità, l’allenamento della forza permette di snellire, tonificare e rimodellare i muscoli. Tutto questo va inserito all’interno di una cornice di lavoro in gruppo, dove ogni gruppo assume una propria identità capace di auto-sostenersi con l’aiuto del trainer fitness; ciò è di particolare importanza per creare, attraverso un allenamento di Olistic Workout, il benessere personale. All’ultima edizione di Rimini Wellness Cristiano Lollo ha proposto la sua disciplina con l’ausilio di un tappeto chiodato per agopressione. Questo consente di richiamare il sangue nelle zone del corpo che spesso presentano problematiche e di ristabilire un flusso sanguigno completo, filtrando e modulando le sensazioni dolorifiche.

l pomeriggio del 14 agosto 1936 a Berlino, sullo specchio d’acqua del Langer See, sotto gli occhi di Adolf Hitler e di una folla immensa si svolge la finale dell’otto maschile, la gara di canottaggio più attesa dell’XI Olimpiade. In sesta corsia, l’equipaggio statunitense si prepara a coronare un sogno incredibile, la conquista della medaglia d’oro, in uno dei più emozionanti trionfi negli annali della specialità. Solo pochi mesi prima, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulle possibilità di vittoria della squadra dell’Università di Washington, formata da ragazzi di umili origini, figli di un’America messa in ginocchio da una spaventosa crisi economica. La vicenda di quel gruppo di amici e della loro fantastica impresa è raccontata da Daniel James Brown in un libro da poco disponibile anche nella versione italiana con il titolo “Erano ragazzi in barca. La vera storia della squadra di canottaggio che umiliò Hitler” (Mondadori, pp. 470). Si può partire da quest’epica avventura per entrare, leggendo, nel clima dei prossimi Giochi di Rio.

campioni In un’ideale libreria olimpica non dovrebbe mancare “Mente da campione” (Ferrari Sinibaldi, pp. 265), scritto dallo psicologo dello sport Jim Afremow. «La mente è tutto. I muscoli sono solo un pezzo di gomma», diceva Paavo Nurmi, uno dei più grandi mezzofondisti di tutti i tempi, vincitore di nove medaglie d’oro e autore di un’impresa straordinaria ai Giochi del 1924, quando nello spazio di una sola ora vinse 1.500 e 5.000 metri. Afremow fa sue quelle parole e le arricchisce con esempi, testimonianze e suggerimenti di alcuni vincitori di una medaglia olimpica. E a proposito di questi ultimi è più che mai attuale, anche se non è fresca di stampa, l’autobiografia di Usain Bolt, l’atleta più veloce di tutti i tempi. Vincitore di sei ori olimpici e detentore del record mondiale dei 100, dei 200 e della staffetta 4x100 Bolt ha scritto “Come un fulmine” (Tre60, pp. 266), dove si racconta senza reticenze e con la simpatia che tutto il mondo gli riconosce. metafisica Da non perdere, per chi sa apprezzare scrittura elegante e pensieri originali, “La metafisica del ping-pong” (Ponte alle Grazie, pp. 240), un saggio scritto da Guido Mina di Sospiro, italiano trapiantato in America che grazie al ping-pong ha incontrato e visto in azione, nel vivo del gioco, la geometria non euclidea, la logica non lineare, la strategia da von Clausewitz a Sun Tzu; ha riscoperto Carl Gustav Jung e interrogato l’I Ching, colto la potenza del mito platonico della caverna e dei principi della filosofia taoista. E naturalmente, inseguendo il suo “stato di grazia” mistico-sportivo, si è anche divertito. Agli appassionati di pugilato, uno degli sport olimpici più seguiti, piacerà invece “Pugni – Storie di Boxe” (Becco Giallo, pp. 144), in cui lo scrittore Boris Battaglia e il fumettista Paolo Castaldi ci accompagnano dagli albori leggendari del pugilato moderno (Tom Molineaux Vs. Tom Cribb, usato pochi anni dopo dal Duca di Wellington come metafora dello scontro militare tra i nascenti Stati Uniti e l’Inghilterra) fino alla furia animale di Mike Tyson che si arrende davanti al talento spiazzante di Lennox Lewis nel 2002. l'elogio Ai topi di biblioteca consigliamo, per concludere, un’antologia scritta nel 1960 da Gian Piero Bona e intitolata “Elogio olimpico, poesie sportive da Omero ai nostri giorni” (Editore: All’insegna del pesce d’oro, fuori commercio). Si scoprirà che “A un vincitore nel pallone” di Giacomo Leopardi consacra autorevolmente l’avvio della fioritura poetica ispirata al gioco del calcio. E che fu un verso dello scrittore brasiliano Carlos Drummond de Andrade a compendiare il nostro ruolo di eterni spettatori: «Assistere? Non assisto. Sto giocando».

la fiaccola olimpica Ha cominciato ad aprile il suo viaggio verso Rio: viene portata da 12mila tedofori

in trionfo nella berlino dei nazisti

le vittorie nascono dalla testa

ping-pong una sfida da filosofi

i segreti dell'uomo dei record

racconti e disegni di boxe

le poesie a cinque cerchi

“Erano ragazzi in barca” ricostruisce la storia della squadra di canottaggio statunitense che vinse l'oro a Berlino nel 1936, nella Germania di Hitler

Lo psicologo dello sport Jim Afremow utilizza le testimonianze di alcuni grandi campioni olimpici per spiegare cosa c'è dietro ogni medaglia

Dalla geometria non euclidea alla filosofia taoista: ci sono tanti modi per giudicare una “semplice” partita di ping-pong

L'uomo più veloce del mondo, attesissimo a Rio 2016 e conosciuto anche per il suo carattere istrionico, si racconta in questa autobiografia

Lo scrittore Boris Battaglia e il fumettista Paolo Castaldi ci portano dagli albori del pugilato moderno fino alla furia animale di Mike Tyson

“Elogio olimpico: antologia di poesie sportive da Omero ai giorni nostri” a cura di Gian Piero Bona raccoglie i versi che si ispirano ai Giochi

verso rio quanti eroi nella libreria dei giochi

le pagine ideali per prepararsi all'evento brasiliano: anche la letteratura ha attinto a piene mani dall'epica olimpica e dalle vite dei grandi protagonisti

Alopecia, perché perdiamo i capelli? Rispondono il professor Antonino Di Pietro, direttore scientifico, e la dott.ssa Paola Bezzola, specialista in dermatologia, dell'Istituto Dermoclinico Vita Cutis e I. Clinico Sant’Ambrogio A quanti sarà capitato di trovare capelli nella doccia, sul cuscino o sugli abiti? La caduta dei capelli è una condizione piuttosto diffusa in ambo i sessi e può essere un fenomeno transitorio legato a momenti particolari della vita. Può essere normale vivere un episodio di caduta dei capelli – magari isolato – dovuto a situazioni di stress passeggero, a un intervento chirurgico, a una dieta sbagliata o a situazioni familiari spiacevoli e che, se la caduta persiste o si notano cambiamenti nella qualità e quantità dei capelli, è fondamentale rivolgersi allo specialista. Si possono identificare diversi tipi differenti di alopecia? «Le forme di alopecia più frequenti sono le forme androgenetiche dell’uomo e della donna e l’alopecia areata. Quest’ultima si manifesta indistintamente negli uomini e nelle donne e si caratterizza per la formazione di chiazze definite che possono variare sia nella forma sia nella quantità. L’alopecia areata costituisce un discorso a sé, legato a una questione immunitaria in cui si verifica una sorta di “autoaggressione” al follicolo. L’alopecia che ca-

ratterizza l’uomo prende il nome di alopecia oppure utilizzare la ionoforesi che facilita la androgenetica e determina un diradamento penetrazione dei principi attivi per via locadella zona centrale della testa fino al vertice le consentendo, spesso, di evitare l’applicaspesso con un’accentuazione della stempia- zione delle comuni lozioni. Per gli uomini, tura. Questo accade perché, in quella zona, i in particolare, esiste un farmaco specifico, la capelli hanno un sistema particolare di recet- Finasteride che, andando a inibire l’enzima tori per gli ormoni androgeni che li rende più che interviene nel metabolismo del testostevulnerabili all’azione degli androgeni stessi i rone, mantiene sotto controllo la progressioquali, per un evento paradosso, inibiscono la ne del disturbo». crescita dei capelli in questa zona ma stimolano la crescita dei peli sul resto del corpo. Nelle Quanto è labile il confine tra punto di vista donne il diradamento risparmia solitamen- medico e punto di vista estetico? te l’attaccatura determinan«In realtà il problema dei cado però un assottigliamenpelli, a meno che non sia spia to progressivo del diametro o anticamera di qualche altra dei capelli con una riduzio- trapianti malattia internistica è un fe«Se il problema è estetico nomeno più estetico che mene della massa totale». dico Il ricorso alla chirurgia è il medico consiglia puramente un fatto estetico Quali sono le terapie a cui ci il ricorso alla chirurgia e il medico lo consiglia caso si deve sottoporre? per caso tenendo conto an«In caso di piccole chiazze, il caso per caso, tenendo che della sofferenza psicolotrattamento di prima scelta conto della sofferenza gica del paziente e di quanto per l’alopecia areata è il cor- psicologica del paziente» tisone, che può essere utilizil problema influenzi la sua zato per bocca o per via locacapacità di accettarsi e la sua le; il medico può poi prescrivere lozioni gale- vita di relazione». niche specifiche. In alcuni casi si può ricorrere all’immunoterapia topica, alla fototerapia È vero che all’Istituto Dermoclinico Vita Cuo all’impiego di altri farmaci immunosop- tis è nato da poco un nuovo ambulatorio depressori. Per quanto riguarda alopecia an- dicato al benessere e alla cura dei capelli? drogenetica maschile e FPHL le terapie pos- «Da settembre 2015, è operativo presso la sono essere sia ambulatoriali sia domiciliari, Clinica Sant’Ambrogio un nuovo ambulatoe vengono decise dal medico in base alla si- rio dell’Istituto Dermoclinico dedicato alla tuazione particolare del paziente; si possono cura e al benessere dei capelli. I dermatoloattuare correzioni ormonali, utilizzare il Mi- gi del Dermoclinico dedicano estrema attennoxidil, la tecnica del PRP (che sfrutta l’abili- zione alle cause che possono determinare la tà delle piastrine nel rigenerare i tessuti e, in perdita dei capelli ed eseguono la modernisquesto caso particolare, il follicolo pilifero) sima dermatoscopia del cuoio capelluto».

farmaci specifici Negli uomini la Finasteride, un farmaco specifico, mantiene sotto controllo la progressione del disturbo



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