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del 28 LUGLIO 2016 in collaborazione con
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Il settimanale delle eccellenze
INFORMAZIONE A CURA DI SPORT NETWORK
consigli
Come riconoscere Odontoiatria le cefalee ultime frontiere
ricerca
itinerari
Un viaggio tra vino e sport
Un italiano su tre soffre di mal di testa: ecco le differenti tipologie le cause e i rimedi possibili
Tecniche mini invasive e impronta digitale: l'hi-tech del San Raffaele di Milano
Alla scoperta delle cantine e delle attività fisiche top della Franciacorta
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olimpiadi inno alla gioia Esultanze e sorrisi sono il simbolo dell'appuntamento a cinque cerchi: è l'ora di “liberare” le endorfine
L'esultanza di Valentina Vezzali dopo l'oro olimpico nel fioretto a squadre a Londra 2012
medicina
ricerca
Uomo e salute il coraggio di agire
Cuore sicuro dalla nascita all'età adulta
No ai tabù e prevenzione: così si affrontano le patologie maschili
Il percorso terapeutico del San Donato per le cardiopatie congenite
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2 sport & salute tuttosport
GIOVEDì 28 LUGLIO 2016
ricerca
giovedì 28 LUGLIO 2016
3 sport & salute tuttosport
eccellenze
quando il sorriso è storia
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Maratona
Scherma
Scherma
Tiro a volo
Nuoto
Ciclismo
Judo
Ginnastica
La gioia per l'oro olimpico ad Atene 2004
Un sorriso... di bronzo a Londra 2012
Ancora ad Atene, con la gioia (d'oro) negli occhi
Primo posto nello skeet ad Atene
Domenico Fioravanti a Sydney: l'oro è nei 200 metri rana
Oro in Grecia: Paolo Bettini è il simbolo della felicità
Atlanta, 1996: per la Scapin un sorriso sul tatami
Il Signore degli Anelli: una gioia più contenuta per chi ha vinto tanto
Stefano Baldini
Aldo Montano
Giovanna Trillini
Andrea Benelli
l'ora della gioia olimpica liberiamo le endorfine
l'importanza della prevenzione Nel 2015 in Europa ci sono stati 2605 casi di morbillo, di cui circa il 10% in Italia: un dato ancora molto alto
de coubertin parlava di «godimento morale» della vittoria di una medaglia euforia, adrenalina: salire sul podio è soprattutto una scarica di benessere è una parola che ricorre con frequenza nei discorsi e negli scritti di Pierre de Coubertin, il padre delle Olimpiadi moderne. Questa parola è “gioia”. La gioia di vivere, «quella sana ebbrezza del sangue che da nessuna parte può risultare intensa e squisita come nell'esercizio fisico». La gioia di partecipare alla gara, «anche se uno solo può cingersi della corona d'alloro». La gioia e i buoni intenti amichevoli «che accompagnano il viaggio della Torcia Olimpica attraverso le ere, aumentando le comprensioni amichevoli tra le nazioni, per il bene di una umanità sempre più entusiasta, più coraggiosa e più pura». E naturalmente la gioia della vittoria, «con gli effetti il godimento morale del “podio” che ne risulta». Ora che in Brasile stanCorrere, urlare no per aprirsi i Gioridere, piangere: chi Olimpici, ci si atè il risultato tende dunque che di un investimento tra i doni di questa in lavoro e sacrifici «celebrazione quadriennale della primavera dell'umanità» – come la definì Coubertin – ci sia un'abbondante provvista di gioia, sentimento di questi tempi particolarmente prezioso. Lo sport d'altra parte si presta. In un manualetto dedicato alla figura del coach, Vanni Peluso Cassese osserva che «in nessun altro ambito sociale un successo dell'uomo, sia esso conseguito negli studi o nel lavoro, dà luogo a manifestazioni di gioia come il correre, il ballare, l'urlare il ridere, il piangere, l'esultare con gestualità di tipo tribale oppure proponendo le coreografie più varie. Tutto ciò si verifica, invece, nello sport». La sconfitta provoca il silenzio delle cellule deputate alla produzione di dopamina, impedendo la conseguente produzione di endorfine. E dunque: spalle curve, testa bassa, andatura lenta, gesti di stizza. «La vittoria invece dà sensazioni di benessere ed euforia. Queste - prosegue Cassese - prendono abbrivio da una condizione psicologica che è la risultante dell'investimento fatto di lavoro, sacrifici, rinunzie e si esprime attraverso una catena di attività biologiche che vanno dalla produzione di dopami-
Morbillo e rosolia Per chi va a Rio l'Oms consiglia la vaccinazione
FIORETTO IN FESTA La gioia della squadra femminile di fioretto dopo la vittoria della medaglia d'oro a Londra nel 2012
na da parte del cervello che provoca il rilascio di endorfine, alla scarica di adrenalina accumulata durante la gara». Il risultato è fatto di gesti e immagini raccolte in una virtuale galleria della gioia di cui ogni Paese coltiva la memoria e di cui in Italia si prende cura il Coni, che pubblica in rete un fantastico collage intitolato appunto “esultanze olimpiche”. Ecco dunque, fotografati nel momento del trionfo, i maratoneti Ivano Brugnetti e Stefano Baldini;
gli schermidori Aldo Montano, Luigi Tarantino, Valentina Vezzali e Giovanna Trillini, il tiratore Andrea Benelli; i nuotatori Domenico Fioravanti e Davide Rummolo, il ciclista Paolo Bettini, le ragazze del Setterosa, la judoka Ylenia Scapin, il “signore degli anelli” Jury Chechi. E tanti altri. Tutti hanno appena vinto una medaglia: alcuni alzano le braccia al cielo, altri stringono i pugni nel gesto del “fist pump”. Tutti esultano e sono raggianti, nessu-
no esagera. Il tripudio olimpico esige grazia, ritmo e senso della misura. Come quel passo di danza giamaicano che Usain Bolt, l'uomo più veloce del mondo, alla caccia del terzo titolo olimpico di fila nei 100 e 200 metri, promette di regalarci ancora una volta a Rio de Janeiro. O come quel Geyser Sound – quel ritmico battere le mani insieme ai tifosi - che gli islandesi e il loro pubblico ci hanno regalato agli Europei di calcio.
Chi viaggia verso Rio per le Olimpiadi dovrebbe, se non è già coperto, vaccinarsi contro rosolia e morbillo, per evitare di riportare queste malattie nel paese che le ha debellate negli anni scorsi. Lo afferma l'ufficio della regione del Pacifico dell'Oms, che ricorda come si attendano 500mila persone in arrivo da tutto il mondo per i Giochi. In tutto il le linee guida continente americano, ricorda il coLo scopo è non municato, il morbillo non è più enriportare queste demico dal 2002, e la regione ha ottenuto lo status di “rosolia free” nel malattie 2015. Tuttavia viaggiatori non vacciin Paesi che nati possono reintrodurre i virus «è le hanno già fondamentale - sottolinea Carissa F. Etienne, direttrice dell'ufficio - che debellate tutti abbiano il loro status vaccinale aggiornato». L'Europa, sottolineano le ultime tabelle pubblicate dall'European Center for Diseases Control (Ecdc), è ancora ben lontana dai successi americani. Nel 2015 ci sono stati 2605 casi di morbillo, di cui circa il 10% in Italia, mentre per quanto riguarda la rosolia Italia, Germania e Polonia sono gli unici Paesi ad avere oltre 10 casi l'anno.
l'analisi come evitare di contrarre il virus Ecco i consigli del professor Lazzarin del San Raffaele di Milano Utilizzare repellenti anti-zanzare Indossare indumenti con maniche lunghe e pantaloni lunghi In caso di ambienti infestati, bonificare con insetticidi (piretroidi) in diverse formulazioni
Zika, bene proteggersi ma niente allarmismi Un messaggio rassicurante per coloro che intendono seguire direttamente dal Brasile i prossimi giochi olimpici arriva dal San Raffaele di Milano. Il professor Adriano Lazzarin, primario di malattie infettive dell'ospedale milanese, spiega: «Il periodo in cui si tengono le Olimpiadi, agosto, non coincide con la stagione principale di crescita delle zanzare in Brasile, pertanto l'allarme non è lo stesso di qualche mese fa, durante il picco epidemico. È comunque bene imparare a proteggersi per evitare le punture perchè la quasi totalità della trasmissione del virus Zika avviene per la puntura di zanzare del genere Aedes, le stesse che tra-
messaggio rassicurante Il parere di Adriano Lazzarin, primario malattie infettive al San Raffaele di Milano
smettono il virus della febbre gialla, della dengue e della chikungunya. In un adulto i sintomi sono generalmente lievi: febbre, eruzioni cutanee, congiuntivite, mal di testa e dolori articolari e compaiono tra i 3 e i 12 giorni dopo la puntura della zanzara e possono durare da 2 a 7 giorni. Il rischio reale lo corrono le donne in gravidanza perché la possibile trasmissione materno-fetale dà alterazioni nella morfologia del neonato». L'unico modo per prevenire l'infezione è evitare di essere punti dalle zanzare. L'eliminazione e il controllo dei siti di riproduzione della zanzara Aedes aegypti riducono le possibilità di trasmissione di Zika. Diverse sono le misure che possono essere messe in atto quando ci si reca in zone endemiche: utilizzare repellenti anti-zanzare; indossare indumenti con maniche lunghe e pantaloni lunghi. In caso di ambienti infestati, è bene bonificare con insetticidi (piretroidi) in diverse formulazioni.
domenico fioravanti
Paolo Bettini
Ylenia Scapin
Jury Chechi
I CONSIGLI degli ESPERTI del GSD
odontoiatria innovativa dontoiatria digitale, tecniche mini-invasive, simulazione digitale: l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano è la casa delle ultime frontiere dell'odontoiatria. Il professor Enrico F. Gherlone, Direttore Unità Operativa di Odontoiatria IRCCS Ospedale San Raffaele, Professore Ordinario di Malattie Odontostomatologiche, e vicepreside facoltà di Medicina e Chirurgia Università Vita-Salute San Raffaele, ci illustra quali sono le fasi della crescita del reparto dell'ospedale milanese.
il professor enrico f. gherlone dell'irccs san raffaele di milano spiega le ultime novità specialistiche e il ruolo della tecnologia segnalare che, per tutte le procedure, vi è la possibilità di avere il servizio di sedazione profonda e sedazione cosciente, spesso richiesto da pazienti con esigenze particolari, che non tutti i centri offrono». Quali sono le ultime novità nel campo odontoiatrico che il paziente trova all'Ospedale San Raffaele? «L'Odontoiatria digitale ha permesso di sviluppare una nuova tecnica di rilevamento delle impronte. Si tratta di uno scanner ottico che permette di rilevare l'impronta delle arcate dentarie e, con tecnica digitale, trasferire poi i dati acquisiti a un sistema computerizzato cad cam che realizza la protesi. Tale procedura, definita appunto “impronta digitale”, non richiede più l'utilizzo del portaimpronte da inserire nel cavo orale o l'uso di paste. La simulazione digitale del risultato del lavoro odontoiatrico permetterà al paziente di vedersi come sarà al termine dei lavori con la sua protesi o con gli impianti. Si potrà valutare la lunghezza, la larghezza e il colore dei denti più idonei rispetto ai tratti somatici del paziente: questa tecnica si chiama Digital Smile Design».
«La crescita dell'Odontoiatria all'IRCCS San Raffaele è stata molto dinamica. Da un piccolo reparto con poche poltrone nato nel 1998, siamo diventati celermente sede di corso di laurea con l'Università Vita Salute e oggi offriamo un servizio eccellente in regime di solvenza con 14 poltrone. L'ultima novità è, però, il nuovo reparto che abbiamo inaugurato a gennaio e nel quale offriamo altre 11 poltrone». Quali sono le prestazioni più richieste? «Le riabilitazioni implanto-protesiche con tecniche mini invasive, spesso eseguite con la tecnica a carico immediato, cioè con il posizionamento immediato della protesi, sono le più richieste. A queste tecniche di ultima generazione si affiancano tutte le pratiche più comuni. Da
prestazioni «Le riabilitazioni implanto-protesiche con tecniche mini invasive sono tra le più richieste» scanner hi-tech «L'impronta digitale e la simulazione Digital Smile Design consentono di vedere subito l'effetto estetico»
Riabilitazione protesica post-oncologica Da anni è in atto la collaborazione tra la Clinica Odontoiatrica OSR e l'Ospedale San Rocco di Brescia per un programma di Riabilitazione protesica post oncologica; tale iniziativa riveste un'evidente importanza sociale ed è stata implementata dal 2012 grazie alla collaborazione con il professor Giorgio Gastaldi dell'Università degli Studi di Brescia. È ancora il professor Enrico F. Gherlone a spiegare in cosa consiste la riabilitazione post-oncologica. «La riabilitazione post-oncologica di pazienti sottoposti ad asportazione di tumori del volto e della bocca è il nostro fiore all'occhiello: riportiamo un paziente privato di osso e di parte o tutti i suoi denti a una vita normale. Dopo gli interventi ci sono casi che rimangono deturpati esteticamente ma soprattutto
una svolta sociale «L'odontoiatria sociale permette costi contenuti in riferimento alle fasce Isee del paziente e i servizi convenzionati con il SSN. All'interno della nostra struttura - spiega il Prof. Enrico Gherlone dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano - gravitano professionisti di eccellenza che ci hanno permesso in questi anni di lavorare solo in solvenza con risultati positivi dal punto di vista economico. Ma l'eccellenza non è per pochi. Grazie ai fondi dedicati provenienti dal Ministero della Salute e al nostro impegno è stato possibile realizzare un modello di odontoiatria sociale: presso Ville Turro, area separata dell'IRCCS San Raffaele, abbiamo predisposto un servizio aperto a tutti dove si eseguono terapie per pazienti special needs con due poltrone convenzionate con il SSN - Servizio Sanitario Nazionale».
privi di funzionalità fondamentali per la vita del soggetto. Sono problematiche che incidono profondamente sulla qualità di vita del paziente e che portano con sé, se non curate, una mancanza di comunicazione sia funzionale sia estetica. Il paziente che ha avuto delle grosse resezioni ossee o osseo mucose, a cui cioè è stato asportato il tumore e con esso parte del volto, ha delle parti mancanti che, se non vengono colmate con la protesi, danno dei quadri estetici drammatici e soprattutto non permettono la fonazione e la masticazione. Il rischio, quindi, è l'isolamento e la malnutrizione. Oggi la buona notizia è che si riesce a ricostruire il volto della persona offesa dal cancro: è possibile posizionare delle protesi per ogni parte del volto, dall'occhio artificiale al naso e gli interventi sono a 360 gradi, non si limitano, quindi, alla ricostruzione del cavo orale». Il Servizio Sanitario Nazionale non riconosce questi interventi? «Al momento no, ma stiamo lavorando con un'apposita commissione regionale, affinché vengano riconosciuti. In alternativa, per adesso, ci serviamo di sponsorizzazioni. Non essendo questi pazienti numerosissimi, speriamo che il Servizio Sanitario Regionale possa accreditarlo. Al momento, essendo stato io l'ideatore delle raccomandazioni cliniche in odontoiatria, ho prima suggerito e in seguito sono riuscito a farlo inserire come una specialità all'interno del-
collaborazione Il programma portato avanti in sinergia dalla Clinica Odontoiatrica OSR e dall'Ospedale San Rocco di Brescia
le raccomandazioni licenziate dal Ministero della Salute. Un tempo, queste protesi non venivano menzionate, mentre adesso hanno una dignità propria e riconosciuta. Quindi, essendovi stato un riconoscimento a livello nazionale di questo tipo di terapia, vedremo di operare affinché venga riconosciuta a livello economico per i pazienti meno abbienti».
meeting e convegni tra scienza e cultura Non solo clinica e didattica, la sinergia tra strutture del GSD passa anche per la cultura e il tempo libero. «Organizziamo corsi e serate in sinergia – spiega il professor Gherlone - È quindi una collaborazione anche culturale e non solo clinica. Con il Prof. Paulo Malò (Università di Lisbona) e la Società Italiana di Odontostomatologia Protesica e Implantoprotesi (SIOPI), di cui è presidente il Prof. Gastaldi, abbiamo organizzato, lo scorso novembre, una giornata di aggiornamento di protesi e sono giunti colleghi cattedratici di protesi da tutta Italia. La collaborazione tra queste due realtà si realizza anche attraverso meeting, conferenze, pubblicazioni scientifiche e incontri culturali».
tecniche mini-invasive
Impianti e osteoporosi niente più ostacoli L'osteoporosi di per sé non rappresenta una controindicazione al posizionamento degli impianti dentali, soprattutto se in buon compenso. Ma in alcuni casi, dei farmaci impiegati nel trattamento dell'osteoporosi (i bifosfonati) possono rappresentare una controindicazione all'implantologia. «I pazienti che vengono - spiega ancora Enrico F. Gherlone - e chiedono di utilizzare le nostre tecniche hanno spesso perso i denti da molto tempo e, di conseguenza, hanno un ridotto volume dei tessuti ossei (atrofia ossea). Secondo le tradizionali metodiche riabilitative, al fine di posizionare degli impianti e relativa protesi fissa, questi pazienti dovrebbei costi ro essere sottoposti a Con le nuove procedure di rigenerazione ossea comtecniche si plesse (ad esempio riducono di 1/3 innesti di osso autoDopo l'intervento logo prelevati da vasubito i denti rie sedi intra ed extraorali) e molto aggresfissi provvisori sive dal punto di vista biologico. Nel nostro reparto, ove indicato, utilizziamo le nuove metodiche riabilitative a minima invasività che permettono, ad esempio, di riabilitare un'arcata completa in 24 ore, posizionando una protesi fissa su quattro impianti, di cui due inclinati. Nei casi di atrofia ossea estrema, siamo inoltre in grado di procedere al posizionamento di una protesi fissa su 4 impianti zigomatici, cioè degli impianti che, operando dalla bocca, vengono ancorati all'osso zigomatico. Una volta per ottenere questi risultati era necessario utilizzare l'osso prelevato dalla teca cranica o dalla cresta iliaca del paziente, innestarlo, monitorarlo nel tempo e poi procedere al posizionamento degli impianti e della protesi; il tutto con costi molto rilevanti sia dal punto di vista biologico sia da quello economico». Cosa è cambiato nei tempi di attesa e nei costi? «I costi ci sono ma oggi, con queste tecniche, si riducono di 1/3 e permettono di congedarsi dall'intervento con i denti fissi provvisori. In due o tre ore il paziente ha i suoi denti, poi farà i controlli necessari. Dopo una settimana, dopo 15 giorni, ecc. e trascorsi 4 o 6 mesi si realizzerà poi la protesi definitiva». Problemi di rigetto, la paura di molti. Come rassicurare i pazienti interessati all'implantologia? «Non devono avere queste preoccupazioni. Le percentuali di successo degli impianti ormai arrivano al 98% e si riducono del 10% (88% di casi di successo) solo per i fumatori».
4 sport & salute tuttosport
ricerca
il mal di testa non ha più segreti tipologie, cause, rimedi e prevenzione: impariamo a distinguere le differenti cefalee a cefalea o, più comunemente, mal di testa, è un disturbo che solo in Italia – nell’ultimo anno – ha coinvolto circa un terzo della popolazione, manifestandosi in tutte le sue forme. Le strutture nervose dell’encefalo non hanno terminazioni sensitive, quindi, il dolore alla testa deriva da tutte le altre strutture che possono essere ossa, vasi, nervi, muscoli e meningi. Abbiamo incontrato la dottoressa Laura Geremia - responsabile del servizio di Neurofisiopatologia e del Centro Cefalee all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e consulente Neurologo presso gli Istituti Clinici milanesi di San Siro e Sant’Ambrogio – che ci ha spiegato le diverse tipologie di cefalea, le cause e i rimedi. Cosa si intende per cefalea e come si classificano? facciamo chiarezza «Per cefalea si intende tutto Parla Laura Geremia, un corteo di sintomi che riresponsabile del servizio guardano un dolore al cranio che, talvolta, coinvolge di Neurofisiopatologia anche il collo e il volto. La cee del Centro Cefalee falea, malattia conosciuta fin al Galeazzi di Milano dall’antichità, è una patologia molto frequente poiché riguarda circa 19 milioni di italiani i quali hanno dichiarato, secondo un recente studio, di aver sofferto di mal di testa nell’ultimo anno e, addirittura, 4 milioni di essi di averne avuti di molto intensi. La cefalea viene distinta in due forme principali: la primaria e la secondaria. La primaria è una forma che non ha una spiegazione organica, in quanto è fine a se stessa. Esistono, a questo proposito, diverse tipologie di cefalea primaria come quella tensiva, a grappolo, l’emicrania, ma anche le nevralgie come, ad esempio, quella del trigemino. Le cefalee secondarie, invece, sono tutte quelle forme per cui si ha mal di testa per cause esterne – come masse tumorali, aneurismi, ascessi, meningiti, encefaliti, glaucomi, otiti, sinusiti oppure traumi cranici o cervicali - le quali pos-
sono tramutarsi in cefalee della durata di mesi. Determinanti anche le malattie sistemiche, in primis l’ipertensione, ma anche l’ipotiroidismo. Inoltre, va considerata la percentuale prevalente delle cefalee nella donna, in rapporto con gli uomini 3 a 1. Questo si verifica, probabilmente, a causa di variazioni ormonali, anche dovute all’utilizzo di pillole anticoncezionali». Quali potrebbero essere i fattori scatenanti? «Le cause scatenanti possono essere molteplici: abuso di farmaci - paradossalmente antidolorifici, anche oppioidi, vasodilatatori - o, addirittura, intossicazioni, come quella da monossido di carbonio. Fatto un completo quadro clinico del paziente, si procede con un esame obiettivo neurologico: se l’esito è negativo, in genere, già ci si potrebbe orientare verso un tipo piuttosto che un altro di mal di testa; se, invece, ci fossero delle perplessità o dubbi di una cefalea secondaria, sarebbe utile sottoporsi a esami diagnostici più accurati come, ad esempio, una TAC o una Risonanza Magnetica». Che differenza c’è tra cefalea tensiva ed emicrania e come si curano? «La cefalea tensiva è un dolore sordo e gravativo che dura diverse ore. Non è ben localizzato, ma interessa tutta la testa e può essere accompagnato da nausea. L’emicrania, invece, interessa metà cranio ed è un dolore pulsante, molto più intenso e può durare fino a tre giorni. Ci sono anche altri sintomi correlati, quali la fonofobia e la fotofobia (rispettivamente il fastidio per il suono e la luce intensi), accompagnati quasi sempre da nausea e vomito. In questo caso, il paziente tende a preferire un ambiente silenzioso e buio. La
lavoro
L'automazione può diminuire lo stress L’industria italiana dell’automazione va in controtendenza rispetto alla crisi economica. Il giro d’affari è passato dai 3,72 miliardi di euro del 2013 ai 4,1 miliardi fatturati nel 2015. Le “eccellenze” dell’automazione sono l'automotive, il food e il farmaceutico ma anche nicchie come il comparto aerospaziale. Sono diverse le ragioni che spingono le aziende ad automatizzarsi: le nuove soluzioni offerte dall'evoluzione tecnologica per il controllo del processo produttivo, la riduzione dei costi, l'ottimizzazione del consumo energetico. è verosimile che l’automazione inciderà molto sulla industria quantità e la qualità del Ambienti mercato del lavoro. Secondo l’Ocse il 9% delle più fluidi professioni attualmene connessi: te esistenti è destinato a la tecnologia essere svolto dai robot o migliorerà da macchine automatizzate. Un fattore destinaflessibilità to a incidere sarà il livele orari lo di educazione e formazione media presente in un dato Paese: le occupazioni a basso tasso di educazione saranno infatti più facilmente sostituibili dai robot. Questi ultimi, tuttavia, avranno essi stessi bisogno di nuove competenze e nuovo lavoro umano, per poter essere assemblati e programmati. La sfida è riuscire ad aprire la strada a nuove produzioni e a nuovi mestieri con la stessa velocità con cui si eliminano quelli resi superflui dai processi di automazione. Ma sarà sulla qualità - del nostro lavoro e della
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A sinistra e sotto, la factory di Amazon, esempio di automazione
nostra vita - che misureremo gli effetti più importanti dell’automazione. Sul rapporto tra robotizzazione e benessere esiste ormai una vasta letteratura, con esempi sempre più sorprendenti. Nel settore della mobilità, con 3 miliardi di automobili in circolazione nel 2030, la vera sfida sarà quella di farci togliere le mani dal volante. Ci si sta provando a Somerville, un conglomerato urbano a nord di Boston, dove arrivato davanti al palazzo in cui lavori, scendi dall’auto e vai alla tua scrivania, mentre la tua auto, da sola, scende per la rampa del parcheggio e va a piazzarsi al suo posto. A fine giornata risale per venire a prenderti. Il tutto grazie a un sistema messo a punto da “Mobility In Chain”, laboratorio di giovani italiani che si occupano di pianificazione dei trasporti. Secondo gli studi dell’urbanista Philip Parson un mix intelligente fra smart car e smart city consentirà di ridurre del 60% lo spazio dedicato alle auto, del 15% le emissioni nocive, del 20% il tempo dedicato al pendolarismo. L’interazione fra auto e città – entrambe robotizzate - eleverà il nostro stile di vita e ci permetterà di dormire di più. Spetterà alla domotica migliorare la qualità della vita in casa e alleggerirci di molte incombenze. Ma è sul lavoro che l’automazione apporta il suo valore aggiunto: orari flessibili e in molti casi ridotti, più spazio ai mestieri basati su creatività e intelligenza sociale, abbattimento del rumore e condizioni ergonomiche più favorevoli. Gli studiosi concordano: nei prossimi 10-15 anni gli ambienti di lavoro saranno più fluidi, connessi e collaborativi. Come si conviene all’era digitale.
in italia ne soffre uno su tre La cefalea colpisce circa 19 milioni di italiani: ben quattro milioni di essi dichiarano di aver sofferto nell'ultimo anno di mal di testa molto intensi
cefalea a grappolo, invece, è caratterizzata da esacerbazioni, dolori intensissimi che possono alternare periodi di crisi frequenti a periodi di remissione». Quali sono le terapie? «La terapia che si adotta in caso di cefalea può essere sintomatica, con l’assunzione del farmaco (antinfiammatori, antidolorifici) nel momento di manifestazione dei sintomi o, nel caso delle emicranie, utilizzo dei Triptani; oppure preventiva: si consiglia un’assunzione cronica di farmaci, cioè quotidianamente, da tre a sei mesi, onde evitare che sopraggiungano nuove crisi o, comunque, per cercare di ridurne la frequenza, la durata e l’intensità. In questo caso, si utilizzano ad esempio l’Amitriptilina, la Fluoxetina, il Topiramato ma anche gli antiepilettici. La familiarità ha una sua importanza, soprattutto nell’emicrania: spesso i soggetti emicranici hanno parenti che ne sono affetti. L’emicrania si può manifestare con sintomi neurologici che precedono il mal di testa (la cosiddetta “aura emicranica”), tra i quali il sintomo visivo con perdite di visione di alcuni punti del campo oppure i cosiddetti scotomi scintillanti, ovvero bagliori, con la durata di circa 20 minuti, dopodiché sopraggiunge il mal di testa. Anche i formicolii o le perdite di forza in una parte del corpo possono essere sintomi frequenti». Si possono prevenire in qualche maniera? «È difficile in questo caso parlare di prevenzione vera e propria: di solito si cerca di invitare il paziente a tenere un diario della cefalea su cui riportare il numero delle volte in cui gli vengono i mal di testa, la durata e il farmaco che ha assunto per farlo passare. Tramite questo espediente è possibile inquadrare meglio il paziente per conoscere al meglio le sue abitudini, al fine di evitare il più possibile i fattori che potrebbero favorire la comparsa dei mal di testa quali lo stress, i farmaci e l’alcool».
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origine del suo nome è avvolta da mistero. Qualche storico sostiene che derivi dal fatto che fosse un priorato franco, nel senso di libero dai dazi. Qualcun altro che avesse affascinato Carlo Magno al punto da ricordargli la Francia. La leggenda vuole che un ciabattino, a metà del Trecento, si ribellò alle truppe di Carlo D'Angiò che, probabilmente ebbre degli ottimi vini che lì si producevano, molestavano le donne della zona: la loro nuova Francia, quella temporanea nel territorio della Leonessa, avrebbe avuto vita breve, sarebbe stata corta. Forse si può scegliere l'etimologia preferita, senza curarsi troppo della storia medievale. Il punto di arrivo è comune a tutte: sulle colline tra Brescia e il Lago d'Iseo, c’è la DOCG Franciacorta, che insieme all’Asti e al Marsala è uno dei tre casi in Italia riconosciuti dall'Unione Europea di indicazione senza altri termini qualificativi. Quindi Franciacorta e non spumante Franciacorta. Per arrivare qui, si è partiti da molto lontano. Originalità «La DOC è addirittura del 1967 - racconta Fabio Cagnetti, importatore e distributori di vini Le uve erano pinot bianco, grigio e nero, mentre lo chardonnay è arrivato più tardi. Il boom incredibile che i Franciacorta hanno avuto negli ultimi decenni è frutto di un inizio con poche aziende che lavoravano a livello artigianale negli anni Cinquanta e Sessanta. L’intraprendenza degli imprenditori bresciani ha fatto la differenza: arrivati da altri settori, hanno applicato le loro conoscenze a quello del vino. E in pochi decenni hanno ripianato il gap con le altre regioni». Spesso si sente mettere in comparazione la regione con la Champagne, DOC La certificazione ma il paragone sembra risale al 1967 grazie non essere del al lavoro di aziende tutto corretto: artigiane. Poi il boom «Le zone non negli anni Ottanta sono simili da un punto di vista geologico o climatico - spiega Cagnetti - e infatti nella Franciacorta non nascono vini affilati come in Champagne. Qui si è puntato su piacevolezza e morbidezza, inventando un satèn, un vino metodo classico, che ha una pressione inferiore a quella dello Champagne. Parliamo di 4,5 atmosfere contro 6: va da sé che i Franciacorta si accompagnino a piatti più delicati». Cagnetti è un convinto sostenitore della produzione biologica, anche nella Franciacorta: «Non ci si deve fermare a bollini e protocolli, quindi spazio ai vini biologici, senza prodotti chimici di sintesi né procedimenti invasivi. Credo che l’applicazione del biologico sia l'unica via, perché permette di “trasferire” il territorio nel vino. L'importante è non accettare difetti in nome dell’etica: si può fare un vino etico e buono».
itinerari
bandiere del gusto in italia sono 4965
trail running sulle dolomiti
Salgono al numero record di 4965 le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2016 sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale. Sul podio delle bandiere del gusto assegnate a livello regionale salgono la Campania (486) che quest’anno, con l’inserimento di 29 nuovi prodotti, ha conquistato la leadership scavalcando la Toscana (460), mentre il Lazio (396) consolida il terzo posto. A seguire si posizionano l’EmiliaRomagna (387) e il Veneto (378).
Per i patiti del trail running il Trentino è una terra eletta. Il 10 settembre prossimo il Dolomiti di Brenta Trail proporrà un viaggio eccezionale che partirà dal magnifico Lago di Molveno e passerà per Andalo, nel gruppo di Cima S. Maria e Cima di Campa per giungere poi al Passo del Grosté e percorrere tutta la parte centrale del Brenta (ai piedi di cime storiche come Cima Brenta, Crozzon di Brenta, Cima Tosa, Campanil Basso, e mille altre) sino a svalicare Bocca di Brenta e ridiscendere al lago (trentinotrailrunning.it).
breve viaggio tra le eccellenze enologiche della franciacorta e oltre a un buon bicchiere, tante proposte per l'attività fisica
sport vino natura il paradiso dei sensi ta: dritti e decisi. Chi produce in collina è un po’ più su della media della regione. Da sottolineare anche il buon rapporto tra qualità e prezzo». Camignone Mosnel «Non lasciamo fuori nomi più grandi - ci tiene ad aggiungere Cagnetti - Tra le aziende di media grandezza, Mosnel è quella che si distingue per qualità e prezzo. È strutturata, con una produzione da 100-150 mila bottiglie, attrezzata come ospitalità e da qualche anno lavora con il biologico. I prodotti sono in crescita qualitativa, in controtendenza rispetto alle aziende di queste dimensioni, che nel tempo tendono a sedersi sugli allori. I loro non dosati sono precisi, molto gastronomici e possono essere stappati senza rischi. Spesso troviamo Mosnel anche sulle riviste di botanica, perché il giardino della loro villa ha un fascino degno di nota, sfruttando appieno il microclima molto particolare che influenza l'area». Brione La Madia «Sono appollaiati sopra a tutti i vigneti - racconta Cagnetti a proposito del ristorante La Madia, a Brione - Fanno un lavoro pazzesco di selezioni su formaggi e salumi dei piccoli produttori del posto, accertandosi che siano veramente artigianali. Un po' come filosofi della cucina, hanno grande rispetto della materia prima, non vendono aria: sono molto integri sulla stagionalità e sulla bontà dei prodotti senza utilizzo di chimica. È una trattoria-rifugio, con prezzi accessibili, dove si nota un lavoro di ricerca notevole».
Tra vini e ristoranti Quali cantine provare se dovessimo trovarci in Franciacorta? E dove degustare i migliori prodotti gastronomici? Fabio Cagnetti ci accompagna in un percorso enogastronomico della regione, alla ricerca del meglio che il territorio può offrire.
start-up
Debuttano i robot fattorino
Debuttano i primi robot fattorino: piccoli carrelli a sei ruote capaci di muoversi in modo autonomo si faranno largo sui marciapiedi, evitando accuratamente i pedoni, per consegnare cibi a domicilio in quattro città di Gran Bretagna, Germania e Svizzera. è al nastro di partenza il progetto pilota organizzato dalla start up che produce questi fattorini hi-tech, la Starship Technologies lanciata nel 2014 da uno dei fondatori di Skype, Ahti Heinla. Londra è una delle città protagoniste dell'esperimento, con Berna, Dusseldorf e un'altra città tedesca. Altri test sono previsti successivamente in altre città europee e poi Estonia, a Tallinn, e negli Stati Uniti. In tutti i casi i robot consegneranno cibi preparati da aziende specializzate nella ristorazione nell'arco di 15-30 minuti e nel raggio di cinque chilometri. «Negli ultimi nove mesi abbiamo sperimentato i robot in 12 Paesi e adesso stiamo sviluppando le competenze per mettere in piedi un vero servizio di consegne con i robot», ha rilevato Ahti Heinla. La sperimentazione prevede che i robot si muovano autonomamente, supervisionati da un centro di controllo.
Cellatica Ca del vent «La zona è un’anomalia geologica nella Franciacorta - sottolinea Cagnetti - Ci sono sorgenti termali sotterranee, flussi che apportano una mineralità del suolo in modo più rilevante rispetto alla media della Franciacorta: è un mosaico geologico. Ca del Vent, a Cellatica, è un’azienda che segue i principi della biodinamica. Dal 2011 ha eliminato i trattamenti di rame e zolfo, preferendo estratti di alghe ed erbe come antiparassitari per aumentare le difese immunitarie della vite. Le rese di uva per pianta sono molto basse, in nome della qualità. Sperimentano, leggono, studiano tanto. Nel loro lavoro miscelano filosofia e fisica, e questa mistura tra pensiero e natura genera vini di una complessità mostruosa. Sono un po' degli ufo della Franciacorta. Vibranti, profondi, sapidi: al palato si percepisce il grande rispetto per il territorio». Monticelli Brusati Casa Caterina «Nel campo della follia - scherza Cagnetti - c'è Aurelio di Casa Caterina, a Monticelli Brusati. Segue strategie anti commerciali, la sua è una diversificazione estrema. Può capitare che tenga dei vini in cantina per dieci anni prima di metterli in vendita, o che magari abbia smesso di produrne altri eccellenti. Il suo lavoro in vigna è rimarcabile, così come la quantità di vitigni piantati. Dei vini, solo una parte è collezione permanente, e non tutte le ciambelle riescono con il buco. Ma lui ha un seguito che definirei di culto. La giusta valutazione sta nel mezzo: ha intuizioni geniali ma a corrente alternata. Va apprezzato così com'è, perché se fosse a fuoco su ciò che gli conviene fare, sarebbe addomesticato. Il consiglio migliore è andare, assaggiare i suoi vini e comprare quello che piace». Monticelli Brusati Il Pendio «Ancora a Monticelli Brusati c'è Il Pendio - aggiunge il distributore, sempre molto attivo sul territorio alla ricerca delle migliori proposte è un vino biologico senza spunti di follia come a Casa Caterina. Con metodo classico, solo pas dosé, ci sono due bianchi e un rosé che hanno una marcia in più rispetto alla solita Franciacor-
5 sport & salute tuttosport
Adro La Dispensa «Ad Adro, c'è la Dispensa - conclude Cagnetti con la sua ultima proposta enogastronomica della Franciacorta - Più elegante rispetto a La Madia ma non per questo privo di una di una ricerca seria e ben fatta di prodotti locali. Lavora anche con i presidi slow food, e l'ambiente e il servizio sono curati. La cucina è creativa e contemporanea. Forse c’è qualche compromesso qua e là, magari è meno schierato, ma la qualità è assoluta, anche nella cantina».
sempre in movimento Cicloturismo Cinque tracciati per tutti Cinque percorsi tra natura e gusto per gli amanti delle due ruote. Punti panoramici, luoghi d’interesse storico-artistico, enogastronomia: tutto da vivere in 5 tracciati che si distinguono per colore, ispirandosi alla colorazione dei vini (consultabili sul sito franciacorta.net).
Trekking Tra pendici e cantine Dal Monte Alto a Erbusco, da Borgonato a Torrente Gaina e al Monte Orfani. Anche per gli amanti del trekking la Franciacorta è una terra piena di spunti e passioni. Un viaggio indimenticabile tra pendici e cantine.
Golf Una giornata di relax sul green Rilassarsi sulla strada del vino e divertirsi sul green. In Franciacorta c'è un golf club molto qualificato, che vi permetterà di rilassarvi in mezzo alla natura e - una volta finita la vostra performance - gustarvi una delle tante qualità di vino.
Motori Racing Academy, si scende in pista In Franciacorta c'è un autodromo sul quale ci si può cimentare in brevi sessioni di racing academy (autodromodifranciacorta.it). Si possono anche frequentare corsi di guida sicura.
In acqua Lago d'Iseo, a caccia del vento Il lago d'Iseo è un paradiso per gli amanti degli sport d'acqua: vela, windsurf, kitesurf, wakeboard, immersioni. E ancora pesca sportiva e dilettantistica: ce n'è per tutti i gusti.
un nome unico Franciacorta, insieme all’Asti e al Marsala, è uno dei tre casi in Italia riconosciuti dall'Unione Europea di indicazione senza altri termini qualificativi
Shopping Il lusso a portata di mano Un pomeriggio nel lusso del Franciacorta Outlet Village potrà farvi tornare, per qualche ora, in un contesto più urbano. Molti marchi, i più prestigiosi, e tante attività ricreative e culturali.
6 sport & salute tuttosport
Giovedì 28 LUGLIO 2016
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giovedì 28 LUGLIO 2016
ricerca I CONSIGLI degli ESPERTI del GSD
in sella si vola con il downhill
aspettativa di vita più alta
Due ruote senza frontiere: tecniche e benefici fisici dell'ultima tendenza del mountain biking he le emozioni della discesa abbiano inizio. Non si arresta il successo del Downhill, l’ultima frontiera del mountain biking. Si tratta di una disciplina che appassiona soprattutto per la sua spettacolarità. Le emozioni, per chi pratica (ma anche per chi segue da semplice appassionato) il downhill, sono infatti all’ordine del giorno. Giù dalle montagne più ripide e impervie, con l’adrenalina addosso che non ti abbandona neppure per un attimo. Passione e coraggio, in una miscela esplosiva che fa battere forte il cuore. Il downhill si svolge completamente in discesa, lungo piste dai 2 ai 5 chilometri costruite con estrema perizia su pendii anche molto ripidi e con ostacoli di tipo naturale o artificiale, come salti, gradoni e parti sconnesse di rocce e radici. È una delle discipline che più fa affidamento sulla forza di gravità per la propulsione e sulle innate doti di equilibrio di chi la pratica. L’impegno fisico e la preparazione atletica devono essere sempre ai massimi livelli. Chi fa downhill, insomma, non si risparmia.
bilito dalle norme in fatto di sicurezza. Il casco integrale è sempre provvisto di mascherina e in generale l’abbigliamento riprende molto il look motocrossistico. Le velocità che si possono raggiungere sono davvero da capogiro: 80 km/h da parte dei più abili, impavidi e spericolati downhiller.
la guida Anche la tecnica di base è fondamentale per affrontare nel modo migliore le mille difficoltà di uno sport così estremo. Le tecniche di guida dipendono molto dal tipo di terreno sul quale si svolge la performance. Su un percorso ricco di pietre sarà necessario piegare il busto in avanti e flettere le gambe, senza mai abbandonare la linea intrapresa ed evitando i movimenti a zig-zag. Se si viaggia su un terreno ricco di radici occorre invece una guida leggera, agendo sui freni con delicatezza per evitare bloccaggi troppo frequenti. Infine, in contropendenza, si dovrà abbassare il pedale a valle, spostando bacino e spalle per ottenere un migliore grip laterale. Come competizione, il downhill si svolge anche a livello agonistico, con una cronometro individuale, ed è inserita nel calendario UCI della Coppa del Mondo. Spesso viene abbinata alle gare di dual slalom, four-cross e cross country. Ma il bello di questa disciplina è che tutti possono praticarla. Divertimento ed emozioni sono sempre assicurate.
il mezzo Anche l’aspetto tecnico svolge un ruolo fondamentale in questo sport. A cominciare dallo strumento per antonomasia: la bicicletta. È lei la grande protagonista della discesa in montagna. Deve avere un telaio molto robusto, un manubrio molto largo per un controllo sempre agevole e delle sospensioni anteriori e posteriori che di solito non superano i 200 millimetri. La bici da downhill deve essere ben stabile, ma al tempo stesso possedere i requisiti massimi in fatto di leggerezza e agilità, tanto da consentire a chi è in sella accelerazioni e frenate rapide e immediate. I freni sono potenziati e provvisti di dischi idraulici speciali. Molto importanti sono i rapporti di trasmissione, che devono essere utilizzati con bravura strategica dal ciclista ed essere adatti a sostenere le elevate velocità raggiunte in questo vero e proprio campionato della discesa in montagna. I downhiller indossano protezioni molto robuste, così come sta-
analisi
Prevenzione Superare i tabù: prima regola la fiducia nell'andrologo «È necessario che i maschi eseguano una autopalpazione frequente dei loro testicoli e che senza vergogna e senza imbarazzo si rivolgano a uno specialista urologo, non per forza solo in caso di patologia maligna – sottolinea il professor Andrea Salonia – Inoltre, è altrettanto importante portare alla conoscenza di tutti quanto sia lungimirante e fondamentale promuovere la qualità di vita dell’uomo attraverso una criopreservazione del liquido seminale nel pre-intervento, nel post-asportazione o, comunque, prima che qualunque tipo di terapia venga iniziata (chemioterapia, radioterapia…) per giocare d’anticipo su un’eventuale infertilità». «È aspetto rilevante – spiega l’esperto – il fatto che esista, dal punto di vista sociale, una differente modalità di approcciare la patologia genitale maschile e quella femminile; per cui, nonostante il sesso femminile venga di norma considerato come il “sesso debole”, è forse quello maschile – da un punto di vista patologico – il più debole fra i due. Primo, perché non ha, come le donne, una figura riconosciuta assimilabile al ginecologo: esistono infatti l’urologo, l’uro-andrologo e l’andrologo, che sono a tutto tondo gli specialisti della salute del maschio, ma a cui l’uomo si rivolge troppo spesso non per fare prevenzione primaria ma solo se costretto. È infatti ancora forte la percezione che l’urologo, e come lui gli altri specialisti di cui sopra, si occupi di problematiche che riguardano una sfera molto sensibile e motivo di grande imbarazzo per molti uomini. Si dovrebbe cominciare fin dall’infanzia, laddove il pediatra e l’adolescentologo (figura, purtroppo, ancora poco strutturata in Italia) fanno prevenzione a mezzo di un’accurata analisi del testicolo e della eventuale presenza di criptorchidismo, decidendo se il bambino possa meritare un approccio chirurgico o di terapia medica per riportare il o i testicoli all’interno della borsa scrotale».
Un’emozione unica sotto un cielo stellato. L’eccezionale apertura notturna delle Skyway Funivie Monte Bianco farà da cornice alla prima notturna della Courmayeur Mont Blanc-Sky Race. La competizione by night, in programma venerdì 5 agosto, prenderà il via alle 21.00 da Courmayeur a 1.224 mt di altitudine con arrivo entro le 23.30 al Pavillon a 2.173 mt. La gara, nei primi 3 chilometri, si sviluppa su terreno ondulato, misto asfalto e sterrato, fino a raggiungere Pontal d’Entreves, per poi prendere il sentiero di caccia lungo un tratto boschivo dove, in pochi chilometri, con quasi 900 metri di dislivello si raggiunge il rifugio Pavillon, primo tronco della funivia. La gara nasce su un tracciato di rilevanza storica e culturale. Già nel 1786, il colle metteva in comunicazione Courmayeur e Chamonix. Il tratto servì per la costruzione della Capanna Margherita nel 1876, del Rifugio Torino nel 1898 e, successivamente, per la realizzazione della prima Funivia del Monte Bianco.
circuito mondiale
il punto
L’IRCCS Ospedale San Raffaele possiede, all’interno Come si diagnostica e quali sono gli esami fondamendel dipartimento di Urologia (con una Unità in sede cen- tali a cui ci si deve sottoporre? trale e una seconda Unità in Villa Turro), un Istituto de- «Il campanello di allarme si dovrebbe accendere con le dicato alla Ricerca Traslazionale, ovvero quella che par- cosiddette comuni pratiche igienico-sanitarie giornaliete dal mondo preclinico (ricerca di base) e che veicola le re: ogni qualvolta l’individuo si lava, la palpazione del teinformazioni fino al letto del malato. Questo tipo di ricer- sticolo - manovra banale dove si prende il testicolo tra inca è ciò che caratterizza URI-Urological Research Institu- dice e pollice - permette di individuare eventuali formate, nato per idea e volontà del professor Francesco Mon- zioni di consistenza aumentata e duro-lignee che potrebtorsi nel 2008-2009 e attualmente diretto dal professor An- bero lasciar presagire a un tumore testicolare. Non si deve drea Salonia. Una parte significativa di URI è dedicata alla poi trascurare, anche se segni molto più rari, la presenza Uro-oncologia, dove vengono trattati neldi sangue nello sperma e la comparsa di lo specifico patologie oncologiche quali il dolore. Tra gli esami utili per una corretta diagnosi e per inquadrare in maniera tumore della prostata, del rene e delle vie uro-oncologia ottimale un’eventuale patologia, si ricorre escretrici, della vescica e del testicolo. Ed Parla il professor pertanto a un esame obiettivo dei genitaè proprio di quest’ultimo che il professor li esterni, cioè la visita dell’esperto uroloSalonia, responsabile dell’area di URI-Ri- Salonia, responsabile cerca Clinica di Medicina Sessuale, Medi- dell'area di URI-Ricerca go a cui segue un’ecografia che permette cina Riproduttiva e Tumore del Testicolo Clinica di Medicina di caratterizzare la struttura, di dare criteri all’IRCCS Ospedale San Raffaele, ha voluto Sessuale dell'IRCCS di omogeneità del parenchima e di rilevare raccontare: dell’impegno della ricerca verla presenza di eventuali ematomi. Infine si so la cura delle patologie, di come sia im- Ospedale San Raffaele esegue un esame del sangue; per quest’ulportante sensibilizzare l’opinione pubblitimo si ricorre allo studio di tre marcatori ca sul ruolo della prevenzione e di come la medicina, ne- tumorali: l’alfa-fetoproteina, il Beta-HCG e la latticodeigli anni, abbia fatto passi da gigante. drogenasi (LDH)». È sempre necessaria l’asportazione del testicolo? «Non sempre. Solitamente, a un tumore della linea germinale corrisponde di necessità la rimozione del testicolo, mentre a un tumore della linea non germinale (come un Leydigoma, ovvero un tumore delle cellule di Leydig che producono testosterone) non corrisponde obbligatoriamente la necessità di asportazione. Un ulteriore caso, anche se molto infrequente, è rappresentato dal sarcoma, per cui il testicolo deve - per forza di cose - essere rimosso». Dopo l’operazione chirurgica, si deve necessariamente seguire una terapia? «Non per forza. Ci sono pazienti che, rimosso il testicolo malato, hanno concluso il loro iter e non hanno più la necessità di ricorrere a terapie adiuvanti. In realtà, nella maggior parte dei casi, non è detto che ci sia una neoplasia metastatica anche se, di norma, eseguiamo sempre una TAC di tutto il corpo con mezzo di contrasto (talvolta anche prima dell’intervento) per scongiurare la presenza di eventuali secondarismi. In caso di necessità terapeutiche, si opta per trattamenti radioterapici, chemioterapici oppure con l’asportazione dei linfonodi retroperitoneali».
ll’IRCCS Policlinico San Donato, quando si parla di Cardiopatia Congenita in Età Adulta si sfonda una porta aperta: non solo perché è sede di un Centro dedicato che segue il paziente dalla nascita all’età adulta, ma anche perché lo fa avvalendosi di équipe mediche altamente specializzate impegnate, da oltre 15 anni, nel promuovere e migliorare la qualità di vita di questi pazienti. Il dottor Massimo Chessa, Specialista in Cardiologia Pediatrica, membro dell’U.O. di Cardiologia Pediatrica e Cardiopatie Congenite dell’Adulto e Coordinatore del progetto clinico dedicato a questi pazienti, traccia una panoramica accurata di cosa è cambiato nelle ultime tre decadi e quali sono stati i progressi in merito.
Quali sono le principali problematiche legate a questi pazienti? «Innanzitutto va compreso che, quando un bambino viene operato per una cardiopatia congenita, di fatto, non va sempre incontro a una vera guarigione perché molto spesso ciò che viene fatto, o chirurgicamente o con procedure interventistiche, determina una correzione della cardiopatia ma non costituisce una cura definitiva. Quindi, possiamo avere difetti residui, problematiche innescate o create dalla chirurgia come, ad esempio, aritmie, difetti settali residui, difetti funzionali soprattutto di natura aritmica».
medicina
Tumore del testicolo il coraggio dell'azione
il progetto ”transition clinic”: cos'è
Chi è il cardiopatico adulto congenito? «Quei bambini nati con una cardiopatia congenita che, una volta trattati chirurgicamente o con procedure di tipo interventistico in emodinamica, oggi si presentano a noi in un’età e in una veste diversa, adulta a tutti gli effetti, rimanendo pur sempre i nostri “piccoli” pazienti».
Le gare di Downhill vengono regolamentate dall'Unione Ciclistica Internazionale: spesso sono abbinate a cross country, dual slalom e four cross.
Cos’è il tumore del testicolo e quali sono i principali fattori di rischio a esso legati? «Il tumore del testicolo è una patologia relativamente rara, con una incidenza stimata di circa 3 casi/100.000 anno e si caratterizza per il fatto di interessare in maniera specifica due momenti nella vita dell’individuo: il primo è che quello va usualmente dall’adolescenza fino ai 30-35 anni (con picco ai 35 anni circa) e il secondo, molto meno rappresentato, che interessa gli uomini dalla quinta decade, soprattutto in presenza di istotipi particolari. Aspetto da tenere in considerazione tra i potenziali fattori di rischio per il tumore del testicolo è la familiarità: in caso di presenza di un parente (solitamente genitore o fratello) che abbia avuto un carcinoma del testicolo è molto più facile e probabile che il soggetto in questione possa svilupparlo. Il rapporto tra tumore del testicolo, fattori genetici, eredo-famigliari e fattori che combinano l’infertilità e la familiarità è di per sé però molto complesso. Altro fattore di rischio importante, legato tanto all’infertilità che al tumore del testicolo, è il criptorchidismo, patologia congenita dell’infante che interessa circa lo 0.8% della popolazione maschile e nella quale i testicoli non sono correttamente discesi fino a livello scrotale».
Il dottor Massimo Chessa, Specialista in Cardiologia Pediatrica, spiega: «Le aspettative di vita di chi ha una cardiopatia congenita sono aumentate, anche grazie a strutture evolute come l'IRCCS Policlinico San Donato»
courmayeur mont blanc sky-race: a piedi tra le vette
Skyway, la funivia che da Courmayeur sale alla Punta Helbronner del Monte Bianco. Le telecabine sono rotanti e con pareti totalmente vetrate.
Prevenzione al maschile, informare prima di curare di Paolo Rotelli* I numeri parlano chiaro: ancora oggi solo il 10-20% degli uomini si sottopone nel corso della vita ad una visita di prevenzione, contro oltre il 50-60% delle donne di pari età. Inoltre, 9 maschi su 10 si sottopongono a visita medica solo dopo la comparsa di sintomi evidenti e, in generale, sono ancora estremamente reticenti a parlare delle problematiche maschili con uno specialista. Decisamente in controtendenza ciò che avviene nell’universo femminile: le donne, infatti, negli ultimi vent'anni hanno compiuto passi da gigante, facendo della prevenzione delle patologie femminili un’abitudine consolidata. Eppure gli uomini si ammalano di più, e spesso in maniera più grave, rispetto alle loro compagne. Un'adeguata prevenzione in ambito urologico, effettuata fin dall’età giovanile, ridurrebbe in maniera significativa la frequenza di patologie tumorali, consentendo inoltre una diagnosi precoce ed un tempestivo trattamento, e delle patologie benigne che, se trascurate, possono compromettere non solo la salute ma la qualità della vita e la fertilità. Accrescere negli uomini il valore del “prendersi cura di sé”, senza tabù, paura, incertezza, è la sfida che vogliamo intraprendere come Gruppo ospedaliero San Donato, (www. grupposandonato.it), per affrontare il tema della prevenzione con serenità, ma anche senso di responsabilità verso se stessi, verso la famiglia e la comunità di appartenenza. Le malattie si possono prevenire con controlli regolari, ai quali è fondamentale associare uno stile di vita corretto. Per questo l’impegno più importante dei nostri ospedali è la diffusione della cultura della salute. Vogliamo essere presenti con progetti concreti di sensibilizzazione che accompagnino tutte le fasi della nostra vita, offrendo un modello di sanità che, prima ancora di curare, informi senza paura. *Presidente Gruppo ospedaliero San Donato Vice presidente Ospedale San Raffaele ...
7 sport & salute tuttosport
In che modo viene assistito all’interno della vostra unità operativa? «Qui, all’IRCCS Policlinico San Donato, abbiamo creato un centro dedicato, una struttura assistenziale per questi pazienti - parte integrante del Dipartimento di Cardiopatie Congenite - che si occupa del paziente dalla nascita all’età adulta. Questa realtà ha una competenza di gestione ben specifica con un ricovero all’interno di un reparto dedicato diverso da quello pediatrico e con personale sia medico sia paramedico dedicato; a queste professionalità si associa la presenza di psicologi e counselor che attuano un’azione di sostegno anche psicologico. Il mio campo specifico è l’interventistica nel congenito la quale offre un servizio a 360° che copre tutte le possibili necessità assistenziali. Grazie, inoltre, al Centro di Riabilitazione Cardiovascolare sempre all’interno della nostra struttura, abbiamo attivato in fase preliminare un percorso anche per questi pazienti – congeniti adulti – per
cuore al sicuro dalla nascita all'età adulta
Il progetto Transition Clinic vede il paziente, una volta raggiunta l’età adolescenziale, inserito all’interno di un programma educativo attraverso il quale gli vengono spiegate tutte le caratteristiche della sua patologia, il tipo di evoluzione, la necessità e l’importanza dei controlli e come deve gestire in futuro questo tipo di problematica. Per questo, è stata attivata all’IRCCS Policlinico San Donato anche un’unita di ricerca chiamata C.E.R.C.C.A. (Centro per la Ricerca delle Cardiopatie Congenite in Età Adulta), coordinata dal Dott. Alessandro Giamberti. È stata anche fondata l’Associazione Italiana per Cardiopatici Congeniti Adulti (A.I.C.C.A.): ha la sede principale proprio all’IRCCS Policlinico San Donato ed è gestita in questo momento, quasi esclusivamente, da pazienti con il supporto dei professionisti del policlinico.
all'irccs policlinico san donato le cardiopatie congenite vengono seguite in un percorso continuo valutare l’utilità anche di tale supporto». Com’è cambiata, nel corso degli anni, la prospettiva di vita per i cardiopatici congeniti adulti? «Le aspettative di sopravvivenza alle cardiopatie congenite sono sensibilmente aumentate: il problema principale non è più semplicemente garantire una “sopravvivenza” bensì una qualità di vita quanto più accettabile possibile. Ciò che va migliorata è la conoscenza della problematica. Non essendoci una formazione dedicata a chi deve poi seguire questi pazienti, è ancora oggi presente una difficoltà nella loro gestione, tant’è che il problema principale è la loro “scomparsa” cioè la perdita nel follow up di questi pazienti che non appena superano i 18 anni vengono automaticamente seguiti in ambiti di cardiologia generale non congenita. Purtroppo, questo è un problema che coinvolge quasi tutte le strutture. Credo che in questo, l’IRCCS Policlinico San Donato, il quale ha dato vita a questo tipo di progetto 15 anni fa, costituisca quasi un unicum nel panorama italiano, in quanto offre sia l’assistenza sia una struttura organizzata dedicata».
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