Sport e Salute - Gruppo San Donato

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del 25 agosto 2016 in collaborazione con

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Il settimanale delle eccellenze

INFORMAZIONE A CURA DI SPORT NETWORK

salute

benessere

medicina

Se il colesterolo è “out of control”

è ora di lasciare il divano

Asma e Bpco sintomi e rimedi

L'ipercolesterolemia è rischiosa ma si può prevenire A partire dall'alimentazione

La sedentarietà è un “vizio” italiano: basterebbe mezzora di sport al giorno per essere più sani

Pneumologia: come riconoscere le due patologie e affrontarle nel modo più efficace

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tutti in vasca Il "re" degli sport e i suoi vantaggi insoliti: 10 ragioni per cui vale la pena scegliere di praticare nuoto

ricerca

in evidenza

Parola d'ordine: prevenzione

Le Olimpiadi traslocano in cucina

Combattendo i fattori di rischio si possono ridurre le morti per cancro

A ottobre si sfidano gli chef di tutto il mondo: l'Italia parte in pole position

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ipercolesterolemia, cioè l’alta concentrazione di colesterolo nel sangue, è un disordine metabolico responsabile di alcune delle malattie cardiovascolari più comuni e diffuse, come l’aterosclerosi, l’infarto e l’ictus. È importante, in questo senso, tenere sotto controllo il livello del colesterolo nel sangue e affidarsi, in caso, a specialisti competenti. Come affrontarla e prevenirla al meglio? La parola al dottor Lelio Morricone, responsabile dell’Unità Operativa di Diabetologia e Malattie Metaboliche, Area di Endocrinologia e Malattie Metaboliche all’IRCCS Policlinico San Donato. Cosa si intende per ipercolesterolemia? «Per poter parlare di ipercolesterolemia, è necessario definire cosa sia il colesterolo. Il colesterolo è una molecola molto importante prodotta dal corpo umano e serve, per fare qualche esempio, a fabbricare alcuni ormoni fondamentali o come costituente delle membrane cellulari. Se, però, il colesterolo in eccesso, detto appunto ipercolesterolemia, si ritrovasse a circolare all’interno delle arterie potrebbe, con il tempo, creare un danno alle pareti delle stesse, andando a determinare quel fenomeno che tutti conoscono e che prende il nome di aterosclerosi. L’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue è sicuramente una condizione da riconoscere e, quando è il caso, da curare perché col passare degli anni potrebbe costituire un pericolo per eventuali malattie cardiovascolari». Ci sono esami specifici per determinare il livello di colesterolo nel sangue? «Il colesterolo nel sangue può essere rilevato attraverso un semplice prelievo. Bisogna, tuttavia, sottolineare l’esistenza di differenti dei tipi di colesterolo in circolo tra cui i cosiddetti “colesterolo buono” e “colesterolo cattivo”. In realtà, è il colesterolo cattivo, LDL (Low Density Lipoprotein), il “vero” colesterolo che prende parte alle placche aterosclerotiche determinando il danno alle arterie, mentre il colesterolo buono, HDL (High Density Lipoprotein), rappresentando quella frazione che viene eliminata, non è assolutamente dannoso. È ormai assolutamente indicato da tutte le società scientifiche che, quando ci si sottopone al prelievo per individuare i livelli di colesterolo nel sangue, si debbano misurare nello specifico il colesterolo buono (HDL) insieme ad altri tipi diversi di grasso in circolo (trigliceridi) per poi, inil parere fine, ricavare il dato del Parla Lelio Morricone, colesterolo responsabile cattivo. Con dell’Unità Operativa di questo tipo Diabetologia e Malattie di inquadramento, si riMetaboliche all’IRCCS uscirà a dePoliclinico San Donato finire molto bene la situazione clinica del paziente, stabilendo successivamente il tipo di terapia da intraprendere. Se una persona presentasse un colesterolo totale piuttosto alto di cui l’HDL in rilevanti quantità soprattutto negli atleti - il soggetto non correrà alcun rischio, mentre se, all’opposto, il colesterolo fosse basso con una quantità molto esigua di HDL, il rischio di una patologia cardiovascolare sarà considerevole. È, quindi, fondamentale tenere conto - nel momento in cui ci si sottopone a un prelievo ematico - anche di queste sotto frazioni».

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medicina

i 200 mg/dl pone problemi di rischi per la salute, insieme all’ipertensione arteriosa e all’abitudine al fumo. L’Emilia Romagna, assieme alla Sardegna, è appunto prima in classifica con valore medio sulla popolazione generale di 245 mg/dl nelle donne e 237 mg/dl negli uomini. Poco al di sotto sono le donne del Molise con 240 mg/dl, della Calabria con 238 mg/dl, della Sicilia e Sardegna con 237 mg/dl.

40% Non sa di soffrire di ipercolesterolemia

IPERCOLESTEROLEMIA se IL COLESTEROLO è andato... fuori giri

Qualche consiglio sulla prevenzione? È sufficiente seguire una dieta equilibrata? «Sarebbe indicato e consigliato assumere abitudini alimentari corrette in cui i grassi saturi (che si trovano soprattutto in alimenti di origine animale) e il colesterolo in particolare, siano ridotti. Ciò vorrebbe dire incoraggiare il

sostieni cor, la ricerca italiana sul cuore www.gsdfoundation.it

ficienti, solo il medico, o meglio lo specialista, potrebbe decidere di prescrivere al paziente una terapia farmacologica che consiste nell’impiego delle statine, efficaci nel prevenire gli eventi cardiovascolari. La terapia farmacologica è, quindi, sempre una scelta molto importante da discutere con il proprio medico tenendo presente che ormai esistono delle linee guida promulgate dalle principali società scientifiche nazionali e internazionali che suggeriscono in maniera chiara a quale livello, condizioni e su quali tipologie di paziente cominciare questo trattamento. La terapia farmacologica con le statine, una volta cominciata, va continuata per tutta la vita. Uno degli errori più grossi che vengono fatti dai pazienti è cominciare questa cura interrompendola nel momento in cui i livelli di colesterolo cominciano ad abbassarsi: non solo ciò non sarebbe utile per prevenire le malattie cardiovascolari, ma costituirebbe, com’è stato dimostrato da molti studi, un comportamento a rischio. È fondamentale seguire i soggetti per tutta la durata della terapia, per constatarne l’efficacia, sorvegliarne gli eventuali effetti collaterali e, quindi, gestirla al meglio».

NEI PICCOLI L'obesità infantile si combatte in acqua: forza resistenza e flessibilità

OPEN MIND L'esercizio aiuta anche la mente favorendo la crescita di nuove cellule

imperativo: una dieta equilibrata Un’alimentazione equilibrata può basarsi su frutta, verdura o olio extravergine di oliva, che non apportano colesterolo e anche su un largo consumo di pesce

Il nuoto contribuisce a creare una mentalità orientata al raggiungimento di obiettivi nella vita personale e professionale. Che sia battere un tempo, lavorare alla riabilitazione, questa disciplina pone sempre dei traguardi da raggiungere, e questa forma mentale difficilmente abbandona il nuotare fuori dall’acqua.

L’esercizio regolare imposto dal nuoto aiuta a migliorare la memoria e le abilità di pensiero. Per questo è spesso definito uno sport che fa diventare intelligenti, e in qualsiasi momento della nostra vita. Questo perché l’allenamento costante riduce infiammazioni e resistenza insulinica nel cervello, favorendo la crescita delle nuove cellule. Lavorare in gruppo in uno sport tendenzialmente non di squadra aiuta ad accrescere le capacità di team-building. Incoraggiare un compagno di vasca, consigliare alcune correzioni, collaborare a un miglioramento sono abilità facilmente traslabili nel mondo del lavoro.

*Presidente del Gruppo ospedaliero San Donato ...

sognando le gesta del mito michael

Può sembrare assurdo, ma nuotare fa consumare più calorie della corsa. Un’ora di bracciate vigorose può bruciare 715 calorie, lo stesso tempo speso correndo a circa 8 km/h ne fa consumare 606.

Solo lo specialista può prescrivere al paziente una terapia farmacologica che consiste nell’impiego delle statine, efficaci nel prevenire gli eventi cardiovascolari

colesterolo: basti pensare agli alimenti di origine animale come la carne, al latte e ai suoi derivati (burro e formaggio), oppure le uova. Un’alimentazione equilibrata può basarsi su frutta, verdura o olio extravergine di oliva, che non apportano colesterolo e anche su un largo consumo di pesce, il quale costituisce una fonte di grassi polinsaturi, quindi “buoni”. Facendo anch’esso parte del regno animale, non contiene colesterolo o, nella maggior parte dei casi, contiene altri tipi di grassi che sono considerati non dannosi. Si deve, però, stare molto attenti ai molluschi e ai crostacei che, al contrario, contengono una quantità di colesterolo piuttosto rilevante».

è ormai noto come l’obesità sia diventata uno dei maggiori problemi di salute del secolo, una vera e propria epidemia mondiale di fronte alla quale non è più possibile attendere, ma è necessario agire. Secondo dati dell’OMS, la prevalenza dell’obesità a livello globale è raddoppiata dal 1980 al 2014; nel 2008 si contavano oltre 1,4 miliardi di adulti in sovrappeso (il 35% della popolazione mondiale); di questi oltre 200 milioni di uomini e oltre 300 milioni di donne erano obesi (l’11% della popolazione mondiale). I numeri parlano di un fenomeno in rapida crescita, non solo nei paesi industrializzati, ma anche in quelli in via di sviluppo. L’obesità non è solo fortemente limitante e fonte di enorme disagio fisico, psicologico e relazionale, ma costituisce anche uno dei fattori determinanti per molte malattie correlate, come il diabete di tipo 2, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, i disordini muscolo-scheletrici e respiratori. Il Gruppo ospedaliero San Donato (www.grupposandonato.it) ha scelto già da tempo di scendere in campo concretamente, investendo ingenti risorse nell’apertura di centri dedicati al trattamento dell’obesità a 360°, che mettono al servizio del paziente le più avanzate tecniche operatorie, personalizzate sulla base delle necessità e della storia clinica del singolo. Il team multispecialistico affianca il paziente in un percorso che pone molta attenzione ai risvolti personali e sociali della malattia, per fornire un’importante opportunità a coloro che hanno in precedenza tentato, senza successo, altri trattamenti e terapie. Solo così, approcciando sinergicamente la patologia da tutti punti di vista, chirurgico, nutrizionale, psicologico, possiamo vincere contro l’obesità e restituire ai nostri pazienti la vita che desiderano. Vogliamo però andare oltre la cura, perché per noi è la prevenzione viene prima di tutto. Il Gruppo ospedaliero San Donato, da anni impegnato nella diffusione della cultura dell’alimentazione, si è assunto la grande responsabilità di divulgare un concetto di prevenzione volto non solo a scongiurare le patologie di domani, ma a migliorare lo stile di vita a partire già da oggi. Per noi la prevenzione comincia proprio a tavola: mangiare bene è il primo passo per vivere in salute.

Il nuoto è fondamentale per combattere l’obesità infantile, perché combina tre elementi che contribuiscono alla formazione di adulti attivi e non sedentari: resistenza, forza e flessibilità.

L’esercizio fisico è una delle poche abitudini salutari indispensabili per alzare i livelli di colesterolo buono e proteggere l’organismo dai rischi delle malattie cardiovascolari

«È noto come una dieta corretta ed equilibrata e un sano stile di vita riescano a ridurre il colesterolo anche se non in maniera illimitata – spiega il dottor Lelio Morricone, responsabile dell’Unità Operativa di Diabetologia e Malattie Metaboliche, Area di Endocrinologia e Malattie Metaboliche all’IRCCS Policlinico San Donato - nel momento in cui queste indicazioni comportamentali non dovessero essere sufficienti, si può ricorrere a una terapia farmacologica, ormai presente nella pratica medica da oltre trent’anni. Per quanto riguarda le scelte dietetiche e alimentari, dobbiamo tenere presente che esistono alimenti, assunti quasi quotidianamente, che apportano

di Paolo Rotelli*

Nuotare è uno sport “sociale” più di quanto si pensi. Si possono prendere lezioni di gruppo, interagire tanto con i compagni di vasca quanto con gli istruttori. Uno studio dell’Università del Minnesota ha mostrato come la socializzazione nella pratica sportiva combatta gli stati di stress e ansia. Quindi la scienza conferma.

Attenzione all’utilizzo dei condimenti: è necessario imparare a individuarli, a riconoscerli e capire quando potrebbero costituire fonti di grasso in eccesso

Come si tiene sotto controllo con il cibo

Possiamo vincere la partita contro l’obesità

l record millenario di Phelps, i successi azzurri, la medaglia ricchissima del singaporegno Schooling sono le fascinazioni più recenti del nuoto, direttamente da Rio de Janeiro e dalle Olimpiadi appena concluse. Per fortuna non è indispensabile buttar giù vasche a velocità da delfini per praticare questo sport, anche perché i suoi benefici – non solo dal punto di vista fisico – sono indubbi, sono tanti e sono per tutte le età. Alcuni di questi sono facilmente intuibili, e magari li abbiamo ascoltati durante l'infanzia dai nostri genitori. Ma ce ne sono alcuni meno noti che vale la pena scoprire.

Incoraggiare il consumo di frutta e verdura, assumendo liberamente i derivati dei cereali (pane e pasta), i legumi (ricchi di proteine), 3 o 4 porzioni di pesce alla settimana, poca carne (soprattutto insaccati) e formaggi

alimentazione

il punto

maggior socialità, autodeterminazione, team-building e... intelligenza: i motivi per scegliere la piscina a cui forse non avevate ancora pensato

I CONSIGLI PER LA PREVENZIONE

Quali sono i fattori che favoriscono questa patologia? È ereditaria? «L’ipercolesterolemia può avere, in parte, una ragione di tipo ereditario nella cosiddetta ipercolesterolemia familiare, cioè una predisposizione a produrne in eccesso. Non dobbiamo dimenticare che parte del colesterolo presente nel nostro corpo deriva da ciò che noi mangiamo: se è vero che c’è una componente ereditaria, è altrettanto vero che molte abitudini alimentari - soprattutto se non ottimali - possono contribuire ad aumentare i livelli di colesterolo anche in coloro che non sono geneticamente predisposti». Esistono sintomi oggettivi che possono dare l’allarme di ipercolesterolemia? «Purtroppo, essendo l’ipercolesterolemia una condizione insidiosa, il soggetto generalmente non se ne accorge tramite la sintomatologia classica. Certo, esistono forme genetiche molto rare e molto gravi per le quali si formano particolari alterazioni a livello della pelle e dei tendini - detti xantomi - o a livello degli occhi - detti xantelasmi - ma sono situazioni rare: nella maggior parte dei casi, il prelievo ematico è l’unico strumento per rendersi conto del livello del colesterolo».

nuoto, 10 vantaggi del “re” degli sport

l'alta concentrazione nel sangue è responsabile di malattie come ictus e infarti ecco come capire i sintomi, le cause ed esami e terapie che si possono seguire consumo di frutta, verdura, assumendo liberamente i derivati dei cereali (pane e pasta), i legumi (ricchi di proteine), 3 o 4 porzioni di pesce alla settimana, poca carne (soprattutto insaccati) e formaggi, cercando di avere sempre presente la quantità e la qualità degli alimenti consumati. Facciamo attenzione, inoltre, all’utilizzo dei condimenti: è necessario imparare a indiviACCERTAMENTI duarli, a riconoscerli e Basta un semplice capire quanprelievo di sangue do potrebbeper rilevarlo. ro costituire LDL e HDL: fonti di grasso in eccesso. è fondamentale Esiste poi un distinguere il tipo altro aspetto fondamentale della prevenzione che riguarda l’esercizio fisico, una delle poche abitudini salutari indispensabili per alzare i livelli di colesterolo buono e proteggere l’organismo dai rischi delle malattie cardiovascolari. Nel momento in cui queste misure preventive non dovessero essere suf-

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in evidenza sport-attivo

quattro italiani su dieci non sanno di soffrirne Un italiano su tre soffre di ipercolesterolemia e nel 40% dei casi non si sa di soffrirne. Secondo l'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, tra il 2008 e il 2012, il 34,3% degli uomini e il 36,6% delle donne sono risultati affetti da colesterolo alto, con una crescita del valore medio del 24,6% negli uomini e del 36,6% nelle donne. Alcune regioni superano la soglia limite della colesterolemia totale, che già oltre

giovedì 25 agosto 2016

ANTI-AGE Può aiutare a ritardare l'invecchiamento E l'umidità sconfigge l'asma

Non esiste un elisir di lunga vita ma sembra proprio che il nuoto possa aiutare a ritardare l’invecchiamento. La pressione sanguigna resta sotto controllo, la massa muscolare si mantiene tonica e l’afflusso di sangue e ossigeno al cervello resta costante. Può dare una mano anche a migliorare l’equilibrio e far diminuire i dolori articolari grazie alla sua natura fuori-carico. Nuotare è consigliabile per chi soffre di asma, soprattutto di induzione sportiva. Questo perché l’umidità che nasce dall’acqua della piscina aiuta a mantenere in equilibrio il dislivello tra la temperatura corporea e la temperatura ambientale tipico di molte discipline.

NO TIMIDEZZA Per superare questo stato d'animo può bastare a volte un tuffo in vasca

Vi sentite timidi? Buttatevi in vasca. Una ricerca dell’australiana Griffith University ha provato come i giovani nuotatori siano più sicuri di sé dei loro pari età che praticano altri sport. Non tutti ci pensano: nuotare richiede un’attrezzatura tecnica minima. Basta un costume e un paio di occhialetti per essere pronti all’attività fisica.

è l'atleta più titolato nella storia delle Olimpiadi moderne con 28 medaglie complessive. Cinque dei suoi ori sono arrivati proprio a Rio 2016: Michael Phelps è una leggenda del nuoto

lo stile in piscina? non è solo libero Costume, occhialetti, ciabatte e via. Certo, può bastare, ma l'equipaggiamento del nuotatore 2.0 non si ferma certo qui. A partire dalla musica, con le cuffie impermeabili con lettore mp3 integrato, per arrivare alle app e agli swim watch che monitorano numero di vasche, km percorsi e calorie bruciate. Ampia anche l'offerta dei galleggianti, che servono per correggere la bracciata o per consentire allenamenti solo su due arti. Tra questi, anche la Swim Fin, una pinna per tenere a galla le gambe in perfetto stile Lo Squalo

Phelps attira più interesse anche di Bolt Alle Olimpiadi di Rio nuoto e sport acquatici hanno battuto tutti. Pellegrini, Cagnotto e Paltrinieri sono stati, infatti, gli sportivi più citati dai media italiani tra gli atleti impegnati nelle Olimpiadi di Rio 2016. Tra le star internazionali, Michael Phelps ha raccolto più interesse perfino di Usain Bolt.

I bambini entrano in confidenza con l’acqua già nei primi mesi di vita, con la cosiddetta acquaticità. Tra i due anni e mezzo e i cinque si impara a tuffarsi e ad attraversare autonomamente un tratto di vasca di alcuni metri


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GIOVEDì 25 agosto 2016

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la parola d'ordine è sempre PREVENZIONE ricordiamo che smettendo di fumare si ridurrebbe del

50% il rischio di un attacco cardiaco

30%

L'esperto Parla il dottor Domenico De Toma, responsabile dell'U.O. di Oncologia I all'IRCCS Policlinico San Donato

I TIPI DI PREVENZIONE «La prevenzione in ambito medico - spiega il dottor Domenico De Toma, responsabile dell'U.O. di Oncologia I all'IRCCS Policlinico San Donato - può essere primaria, secondaria e terziaria. Per prevenzione primaria si intende l'abolizione dei fattori di rischio di insorgenza della malattia e l'importanza di una diagnosi precoce che permetterebbe una guarigione in circa il 90% dei casi: interrompendo, ad esempio, il vizio del fumo, si ridurrebbe del 50% il rischio di un attacco cardiaco, del 30% il rischio di sviluppare neoplasie e dell'80% il rischio di sviluppare una neoplasia polmonare. La prevenzione secondaria, che facciamo al Policlinico San Donato, affronta le tematiche legate all'alimentazione in maniera trasversale con progetto EAT - Alimentazione Sostenibile, nato nel 2009 allo scopo di diffondere la cultura di una corretta nutrizione e legate al fumo con il Centro Anti-fumo, che aiuta i

il rischio di sviluppare neoplasie

80%

il rischio di sviluppare una neoplasia polmonare

pazienti a smettere di fumare, attraverso supporto psicologico, interventi farmacologici e accurati follow-up. Anche l'inattività fisica rappresenta un fattore di rischio importante forse al pari dell'alimentazione e del fumo: praticarla anche solo 3-4 volte alla settimana per un'oretta, ridurrebbe del 2% l'insorgenza di tumori e una riduzione dei livelli di diabete, obesità e attacchi cardiaci». «La prevenzione terziaria - continua De Toma - è rappresenta-

La professoressa Clelia Di Serio coordinatore della laurea magistrale Cognitive Psychology in Health Communication dell'Università Vita-Salute San Raffaele e dell'Università Svizzera italiana

nuova laurea magistrale

Uno scienziato al servizio della salute Cognitive Psychology in Health Communication Una nuova laurea magistrale internazionale svela i segreti di una professione innovativa e sempre più diffusa in Europa: lo psicologo cognitivo per la comunicazione della salute. La psicologia cognitiva studia i fondamenti neuropsicologici della nostra percezione della realtà – oggi veicolata in modo massivo attraverso strumenti audio-visivi – e studia di conseguenza i processi attraverso i quali facciamo le nostre scelte, sia che si tratti di una marca di detersivo, sia che si tratti di partecipare, ad esempio, a una campagna di prevenzione. Questa disciplina si sta rivelando una chiave di volta per l’identificazione dei fattori che possono migliorare in modo significativo le azioni e le strategie di comunicazione di un qualsiasi operatore impegnato a promuovere la salute, la prevenzione e, in generale, comportamenti salutari come l’aderenza a una terapia, l’adesione a uno screening, l’adozione di uno stile di vita sano. Scopriamone qualcosa in più con la professoressa Clelia Di Serio, coordinatore della laurea magistrale Cognitive Psychology in Health Communication, dell’Università Vita-Salute San Raffaele e dell’Università della Svizzera italiana. Dove potrà essere impiegato un laureato in Cognitive Psychology in Health Communication? «I laureati potranno essere impiegati come esperti in psicologia cognitiva in ambito di organizzazione, management, mediazione e comunicazione strategica all’interno delle imprese private e delle organizzazioni pubbliche operanti nel ramo della salute, delle tecnologie biomedicali, della ricerca scientifica. La loro formazione di psicologi integrata con competenze forti di comunicazione sanitaria, analisi di dati e management contribuirà a farne una figura nuova e all’avanguardia (presente da anni già negli Stati Uniti) in tutti i settori istituzionali pubblici e privati nel campo della salute, della pianificazione di campagne sociali di prevenzione e tutela

della salute. Con queste competenze potranno intervenire anche negli aspetti strategici direzionali dell’organizzazione e la comunicazione interna in enti pubblici e privati come strutture ospedaliere complesse, autorità governative e non governative per la tutela della salute, aziende farmaceutiche e biotecnologiche, ma anche nella pubblica amministrazione, nei servizi pubblici dedicati all’educazione, alla scuola, all’ordine pubblico. Il laureato sarà comunque uno psicologo a tutti gli effetti che un domani potrà anche decidere di dedicarsi alla libera professione». In quali Paesi è riconosciuta la laurea magistrale in Cognitive Psychology in Health Communication? «La laurea magistrale è il primo esempio di joint degree, ovvero di un titolo di studio unico di Psicologo rilasciato congiuntamente dai due Atenei, che ha pari dignità di riconoscimento in Italia e in Svizzera, paesi dove si divide anche la didattica (un semestre si svolge a Lugano e uno a Milano). Il nuovo corso vanta anche altri primati: è la prima laurea specialistica in inglese in ambito psicologico per tutta la Svizzera e la prima in generale per il Canton Ticino. La figura professionale innovativa emergente dal corso di studi è quella dello psicologo cognitivo che può contare su una laurea magistrale in Psicologia, riconosciuta in Svizzera e da EuroPsy (Certificazione di qualità fondata sugli standard europei di formazione accademica e professionale messo a punto dall’EFPA - European Federation of Psychologists' Associations) che consente dopo il perfezionamento di esercitare anche la “tradizionale” professione clinica in tutti i paesi europei».

IL CORSO La psicologia cognitiva studia i fondamenti neuropsicologici della percezione della realtà

Cosa si intende con “field project”? «Il corso di laurea magistrale in Cognitive Psychology in Health Communication prevede all’interno del corso di studi l’ideazione, lo sviluppo e la realizzazione di un progetto sul campo, all’interno di alcuni enti partner in tutta Europa. Ciò consentirà agli studenti d’inserirsi immediatamente in un network internazionale di opportunità d’impiego». A quanto ammonta il costo del corso di studio? Sono previste misure di sostegno allo studio? «Il costo della laurea magistrale è di 8.000 CHF per anno. Ogni anno la Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’Università della Svizzera italiana mette a disposizione degli studenti svizzeri e stranieri 60 borse di merito da 4.000 CHF. È possibile accedere anche all’assegnazione di borse di studio e/o all’esonero dal pagamento delle tasse e contributi universitari emanati annualmente dall’Università Vita-Salute San Raffaele, in conformità alle disposizioni della Regione Lombardia (regolamentate dalla disciplina I.S.E.E. - Indicatore della Situazione Economica Equivalente per le prestazioni agevolate per il diritto allo studio universitario). Gli studenti potranno ricorrere alternativamente all’una o all’altra forma di sostegno».

ATTIVITà FISICA Un esercizio regolare di sport può limitare del 2% l'insorgenza di neoplasie

ta dalla riduzione dei danni che può dare una neoplasia, attraverso un'efficace riabilitazione in grado di diminuire la necessità di interventi demolitivi. Si può parlare, invece, di fattori di rischio non evitabili in caso di familiarità e, purtroppo, di sfortuna: una persona, non conoscendo la recettività del proprio corpo ai cancerogeni, potrebbe quindi esserne colpita senza sapere di una propria eventuale predisposizione».

I DANNI DEL FUMO «Secondo una stima dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel 2000, nel mondo, sono stati consumati circa 300 miliardi di pacchetti di sigarette su circa un miliardo di fumatori – prosegue De Toma - In Italia, a oggi, si stima una percentuale del 23% di fumatori con 3000 nuovi fumatori ogni giorno. Oltre a danneggiare, com'è noto, i polmoni, il fumo colpisce qualsiasi organo del corpo favorendo l'insorgenza di patologie come cataratta, bronchite cronica, enfisema, infarti cardiaci e ictus. I fumatori inalano più di 7000 sostanze chimiche e di queste, 50 sono certificate come cancerogene. La probabilità di morire per il fumo di sigaretta è 1 su 2, quindi il 50% delle probabilità. Circa il 30% dei tumori è correlato al fumo di sigaretta di cui l'80% delle neoplasie polmonari. Negli ultimi anni, sono stati fatti progressi significativi nella diagnosi precoce e nelle terapie oncologiche, anche se poco si è investito nella prevenzione. Il fumo rappresenta, in assoluto, la prima causa di morte evitabile e di cui, negli ultimi 50 anni, abbiamo imparato a conoscere i gravi danni sulla salute».

IN ITALIA «C'è sicuramente maggiore presa di coscienza nel nostro Paese da parte dei medici - conclude il dott. De Toma parlando della situazione nazionale - ma da parte della popolazione il messaggio sembra essere poco recepito. Io credo che debbano essere prima di tutto i medici a dare l'imprinting al paziente, smettendo essi stessi di fumare. In Italia, purtroppo, in termini di prevenzione, si fa pochissimo. La prevenzione al fumo, a mio parere, dovrebbe diventare una materia di educazione civica da insegnare nelle scuole e un incoraggiamento a migliorare il proprio stile di vita».

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ricerca

siste la possibilità di fare una distinzione chiara e netta tra asma bronchiale e Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, detta più comunemente bronchite cronica? Come arrivare a una diagnosi definitiva e dare così un nome a quell’insieme di sintomi, come affanno, tosse e mancanza di fiato, che fastidiosamente si presentano nel nostro quotidiano? Il professor Vincenzo Valenti, responsabile dell’U.O. di Pneumologia all’IRCCS Policlinico San Donato, ha spiegato le sostanziali differenze e somiglianze tra le due patologie, come riconoscerle e come tenerle sotto controllo.

agendo contro i principali fattori di rischio si riducono le morti per cancro e patologie cronico-degenerative. partendo dal fumo e neoplasie sono la seconda causa di morte nei paesi occidentali con una percentuale del 20-25%. La prevenzione, da questo punto di vista, è assolutamente importante poiché si potrebbero ridurre in maniera consistente le probabilità di un'insorgenza di neoplasie. Il cancro è secondo solo alle malattie cardiovascolari, seguito dagli ictus e dalla Broncopneumopatia CronicoOstruttiva (BPCO), quest'ultima correlata in maniera specifica al fumo. Se si agisse contro tutti i fattori di rischio più importanti ed evitabili come fumo, alcol e alimentazione, considerati anche come i big killer del mondo occidentale, si riuscirebbero a ridurre le cause di morte non solo per cancro ma anche per le altre eventuali malattie cronico-degenerative.

giovedì 25 agosto 2016

Professore, cosa si intende per BPCO? «BPCO è un acronimo che viene utilizzato per indicare la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, quella che alcuni medici chiamano “tosse del fumatore”. Questa patologia può essere definita come tosse e ipersecrezione di catarro che si verifica, tendenzialmente, tre mesi all’anno per due anni consecutivi in assenza di altre motivazioni che possono causare questi sintomi. Si tratta, quindi, di una sintomatologia molto vaga che riporta, però, a una malattia molto invalidante e sottostimata. Si parla molto poco di questa patologia perché i medici, soprattutto se non sono specialisti, spesso ritengono che la tosse sia un sintomo assolutamente normale, tipico del paziente fumatore; ma non sempre è così. La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva è, al momento, in termini numerici di severità e gravità, la quarta causa di morte nel mondo, patologia che nel 2020 potrà salire al terzo posto. Stiamo parlando, quindi, di una patologia fumo-correlata che è di estrema importanza ed estrema gravità poiché, morte a parte, è una patologia fortemente invalidante che può portare a disabilità, in quanto il paziente negli stadi avanzati potrebbe non riuscire più a respirare autonomamente, ricorrendo di conseguenza alla somministrazione di ossigeno. Per non parlare poi del corteo di altri sintomi che l’accompagnerebbero». Cosa si intende, invece, per asma? «L’asma è una patologia che, in qualche modo, si potrebbe definire meno grave ma comunque estremamente importante. Asma e BPCO sono due patologie croniche, dalle quali cioè non si può guarire in maniera definitiva. Si curano senz’altro, ma è importante che vengano diagnosticate il prima possibile. Dall’asma non si può guarire, ma si può certamente condurre una vita normale tenendola costantemente sotto controllo attraverso alcuni farmaci specifici e osservando determinate abitudini di vita. Questa patologia infiammatoria delle vie aeree coinvolge numerose cellule, tra cui i linfociti, i mastociti e i granulociti. Per il paziente l’asma è una malattia caratterizzata da crisi di mancanza di fiato ad accessi, ovvero un’alternanza di periodi in cui il soggetto presenta crisi di respiro e altri in cui sta perfettamente bene». Quali sono le similarità e le differenze tra le due patologie? «I sintomi di entrambe le malattie sono sostanzialmente gli stessi: tosse, mancanza di fiato e affanno. Una caratteristica importante che distingue l’asma dalla bronchite cronica è che quest’ultima comporta nel soggetto la comparsa di una sintomatologia non accessionale: rispetto all’asma, i cui sintomi si riscontrano ciclicamente, nella BPCO sono continui. Quest’ultima ha un andamento continuativo nel tempo, sempre peggiorativo, mentre l’asma bronchiale questo andamento non ce l’ha poiché si presenta a cicli, con il passare delle età e delle condizioni del soggetto. La maggior parte delle donne, ad esempio, ha una remissione dei sintomi asmatici verso i 30 anni (il che potrebbe far loro pensare erroneamente di essere guarite), che tendono però a ripresentarsi durante la menopausa, perché viene meno l’effetto protettivo sul bronco determinato dagli ormoni. Va detto, però, che un certo numero di pazienti asmatici, nel corso dei decenni, tramuta la propria asma bronchiale in bronchite cronica. Ci sono tanti motivi per cui l’infiammazione continua delle vie aeree tipica dell’asma determina una modificazione della struttura del nostro bronco, modifica che, in qualche modo, lo rende assimilabile a quello che abbiamo nella bronchite cronica. Uno di questi fattori potrebbe essere il fumo di sigaretta: molti asmatici non smettono di fumare, accettando di assumere questo rischio, tipico della BPCO. Ci sono molte similitudini tra le due patologie, a partire dai sintomi come tosse e affanno che, anche se si dovessero presentare in modalità differenti, sono caratteristiche comuni sia per l’asma sia per la BPCO, tant’è vero che, una volta, si utilizzava la definizione di Bronchite Asmatiforme - conosciuta oggi con il nome di Sindrome Overlap - che

una patologia progressiva che colpisce il 5% della popolazione mondiale Colpisce 329 milioni di persone, il 5% della popolazione mondiale, ed è quarta causa di morte responsabile di oltre 3 milioni di decessi: la broncopneumopatia cronica ostruttiva, meglio conosciuta con l’acronimo Bpco, è una malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da un'ostruzione irreversibile delle vie aeree. Una patologia progressiva che solitamente è associata a uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare: la conseguenza a lungo termine, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, è un vero e proprio rimodellamento dei bronchi, che provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria.

329

milioni di persone colpite nel mondo

5%

della popolazione mondiale

3

milioni di decessi

i consigli degli esperti del gsd

POLMONI ASMA e BPCo “istruzioni per l'uso”

differenze e somiglianze tra le due patologie: è importante riconoscerle e sapere quali sono i fattori che possono causare un peggioramento rapia immunosensibilizzante (i cosiddetti vaccini) quando questi siano possibili. Di fondamentale importanza è che questi soggetti stiano il più lontano possibile dalle fonti (dette allergeni) che potrebbero causare loro delle crisi. Come, ad esempio, l’allergia agli acari della polvere: è necessario che il soggetto asmatico ne eviti il contatto diretto (cosa non proprio facile), almeno quando si dorme; la camera da letto deve essere il più possibile spoglia di oggetti ricettacolo di acari (peluche, tappeti, tendaggi, cuscini, stoffe). Lenzuola, coperte e materassi dovrebbero battuti e disinfettati al meglio e spesso, utilizzando ad esempio materassi e cuscini anallergici. Se molti soggetti asmatici sono allergici al pelo degli animali, l’ideale sarebbe allontanarli dal proprio ambiente familiare, anche se alcune volte l’asmatico preferisce tenere i propri disturbi piuttosto che separarsene».

le risposte Parla il professor Vincenzo Valenti, responsabile dell’U.O. di Pneumologia all’IRCCS Policlinico San Donato

tendeva a unire le due patologie insieme. Sono entrambe malattie croniche dalle quali non si può guarire ma un’importante differenza è che l’asma bronchiale si può più facilmente tenere sotto controllo evitando un’evoluzione fortemente peggiorativa per il paziente dalle abitudini di vita ottimali . Di contro, nella bronchite cronica è più complesso mantenere la patologia poco sintomatica nel paziente.

IL NOME BPCO è un acronimo che indica la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, quarta causa di morte «È fondamentale - prosegue - in questo senso, ridurre, fino sul pianeta a smettere, l’abitudine tabagica, perché il fumo di sigaretta è il fattore di rischio principale per la bronchite cronica. Non lo è invece per l’asma bronchiale: la patologia peggiora con il fumo, ma non viene di per sé solo con questa abitudine. Il soggetto asmatico è asmatico perché ha una predisposizione su base genetica che si chiama atopia ovvero la predisposizione del soggetto, detto atopico, nel produrre una particella chiamata IgE, che il soggetto asmatico eredita ed è predisposto ad avere allergie. Da questo punto di vista, anche se il fumo va a peggiorare la sua infiammazione (che è una delle maggiori caratteristiche dell’asma bronchiale), questo fattore non è la causa scatenante della patologia. Al contrario, lo è per la bronchite cronica. Il soggetto asmatico è, molto spesso, allergico. Oltre alla terapia farmacologica che abbiamo, si può intervenire anche attraverso una te-

Come si può arrivare a una diagnosi di asma bronchiale? «Dopo l’anamnesi e un’ipotesi iniziale di patologia da parte del medico, per scongiurare ogni dubbio - nel caso di sospetta asma bronchiale - il paziente deve sottoporsi al test della Metacolina, sostanza simile all’istamina che, inalata dai soggetti predisposti asmatici, simula loro una reazione immediata, confermando la fondatezza delle ipotesi avanzate dallo specialista in prima istanza. Questo test si basa su un esame centrale e fondamentale che è la Spirometria: ogni volta che il soggetto si sottopone a questo esame inala la Metacolina in dosi via via sempre maggiori, riscontrando o meno la comparsa di una crisi asmatica. Se il soggetto è Metacolina negativo, verosimilmente non avrà un’asma bronchiale, se invece sarà Metacolina positivo, verosimilmente ce l’avrà, ma la certezza verrà riscontrata successivamente anche tramite alcuni test allergologici. Nel complesso, l’esame alla Metacolina rappresenta senza dubbio alcuno il caposaldo per la diagnosi e un’autorevole fonte di certezza per il paziente». Se nell’età infantile il soggetto soffrisse di asma e allergie, esisterebbe la possibilità, in età adulta, di una retrocessione di queste patologie? «Può succedere. Esistono tante possibilità. Innanzitutto, può essere che una terapia di tipo vaccinico determini l’assoluta risoluzione di questo problema (nel caso in cui l’allergia fosse circoscritta, ad esempio, a un tipo di allergene). Un’altra possibilità è legata, come detto, a cicli ormonali molto importanti, soprattutto nella donna, e soggetti che riferiscono di essere stati asmatici in gioventù e poi di avere assistito a una remissione dei sintomi. Esistono molteplici spiegazioni legate a queste probabilità: ad esempio, tenendosi alla larga dall’allergene scatenante, alla lunga l’infiammazione da esso causata può diminuire così come la sintomatologia asmatica».

Tra broncodilatatori e cortisonici: il rimedio esiste Il professor Vincenzo Valenti, responsabile dell’U.O. di Pneumologia all’IRCCS Policlinico San Donato spiega anche come sia possibile tenere sotto controllo le due patologie. «Sicuramente – afferma - allontanando gli allergeni, che determinano l’infiammazione, il fumo di sigaretta (qualora il soggetto fumasse) e attraverso alcuni farmaci, tra cui i broncodilatatori e i cortisonici spray per via locale. Se una patologia asmatica è ben controllata, non necessita di farmaci che abbiano un effetto per via generale. Il cortisone somministrato in compresse o in vena, infatti, dev’essere riservato a casi molto rari di peggioramento e acutizzazione della patologia. Il salbutamolo, ossia il Ventolin è stato per molto tempo il primo e unico farmaco broncodilatatore in circolazione: nonostante la sua azione sia immediata, l’effetto è, purtroppo, limitato nel tempo. Oggi, infatti, lo si usa principalmente per crisi acute improvvise, mentre per tenere sotto controllo quotidianamente questa patologia, sono stati concepiti altri tipi di farmaci steroidei e

broncodilatatori. Ci sono anche altri farmaci, utilizzati da un numero inferiore di pazienti, come ad esempio gli antileucotrienici, l’unico farmaco per l’asma bronchiale a essere in compresse il quale può essere associato ad altre terapie (ad esempio nella rinite allergica) e farmaci per soggetti allerNEI BAMBINI gici la cui sintomatologia Tra i piccoli asmatica risulta difficile da controllare, attraverspesso so anticorpi. Nei soggetil fattore ti con bronchite cronica, scatenante la remissione dei sintomi dell’asma non si avrà praticamente mai anche se il problema è lo sforzo degli pneumologi è avefisico re a che fare con un sintomo, come la dispnea (o affanno) e la tosse.

FARMACI Il salbutamolo, ossia il Ventolin, è stato per molto tempo il primo e unico farmaco broncodilatatore in circolazione. Oggi i prodotti sono numerosi

La dispnea è molto soggettiva per cui non sempre il paziente si rende conto di essere malato nel momento in cui è presente; la tosse è invece spesso considerata normale. La terapia del paziente bronchitico cronico

dev’essere continuata nel tempo, cercando di limitare il più possibile l’andamento evolutivo peggiorativo che questa patologia comporta e che arriva negli stadi avanzati alla mancanza di ossigeno (che viene somministrato dal medico) a una mancanza di fiato evidente per qualsiasi genere di sforzo anche banale, come il solo lavarsi o pettinarsi. Oltre agli asmatici allergici, le cui crisi vengono scatenate dal contatto diretto con allergeni, esistono anche asmatici non allergici, i cui attacchi si verificano a causa di altri fattori come, ad esempio, la nebbia, la presenza in un ambiente di odori molto intensi (come quelli provenienti dalla cucina o profumi che normalmente indossiamo) che possono causare nell’asmatico una crisi. Non tutte le sintomatologie asmatiche, però, sono uguali - conclude il professor Valenti - in alcuni soggetti possono manifestarsi attraverso sibilii mentre in altri attraverso la sola tosse. Nei bambini, molto spesso, il fattore scatenante è lo sforzo fisico che nell’adulto, invece, si verifica molto meno».

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6 sport & salute tuttosport

Giovedì 25 agosto 2016

in evidenza

con più sport nel mondo 5 malattie meno pericolose

rinunciare al movimento fa male quanto il fumo

Fare sport comporta un minor rischio di ben cinque comuni malattie croniche: il cancro al seno e del colon, il diabete, le malattie cardiache e l'ictus. Secondo uno studio del Research Institute for Health Metrics and Evaluation della University of Washington, il dato emerge dall’analisi dei risultati di 174 studi pubblicati tra il 1980 e il 2016 sulle associazioni fra lo sport e almeno una delle cinque malattie croniche prese in considerazione. Un livello di attività fisica superiore a quanto raccomandato attualmente è associato a un minor rischio di tutte e cinque le patologie: la maggior parte dei benefici per la salute si verifica a un livello di 3.000-4.000 Met (unità di misura per misurare un esercizio fisico) a settimana, molti di più della media consigliata dall’Oms, che è di 600 Met.

Uno studio pubblicato sulla rivista European Journal of Preventive Cardiology di un team di ricerca dell’Università di Goteborg dimostrerebbe che i danni provocati dalla sedentarietà sarebbero pericolosi quasi quanto il fumo. Per arrivare a dire ciò, gli esperti svedesi hanno tenuto in considerazione negli anni il massimo volume di ossigeno consumato al minuto (Vo2 max) dai pazienti inclusi nella ricerca, tramite l'esame dell'ergospirometria. Tali accertamenti sono stati ripetuti ogni dieci anni in un arco di tempo di quasi mezzo secolo: i partecipanti allo studio che presentavano un Vo2 max ideale avrebbero il 20% in meno di possibilità di morte precoce dopo i 45 anni.

Giovedì 25 agosto 2016

eccellenze la top 5 del made in Italy

1 VINO

Il vino è il leader dell’export con con un fatturato di 5,4 miliardi di euro

2 FRUTTA E VERDURA

Le performance dell’ortofrutta fresca hanno un valore stimato in 4,4 miliardi nello scorso anno

il nostro paese e lo sport

troppa televisione? I bambini devono fare almeno un'ora al giorno di atttività fisica. In Italia, però, si dedica troppo tempo al piccolo schermo e non si raggiunge neanche questo obiettivo minimo

oltre 23 milioni non hanno praticato alcuna attività fisica nell'ultimo anno: basterebbe mezzora al giorno per ridurre acciacchi e dolori

Il rischio di una “pandemia” da inattività fisica riguarda anche l’Italia, a giudicare dai dati sugli stili di vita nocivi diffusi dall’Istat lo scorso 26 luglio. Nonostante qualche miglioramento rispetto al decennio precedente, la sedentarietà – insieme a fumo, eccesso di peso e consumo di alcol - continua a rappresentare una delle principali insidie per la salute degli italiani.

A farsi del male si comincia da piccoli. Secondo la Siprec, la Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare, il nostro Paese è l’ultimo nel mondo occidentale a incoraggiare un’attività fisica regolare tra i ragazzi. «L’attività minima che il bambino dovrebbe svolgere è di almeno un’ora al giorno, ma per un insieme di fattori e di cause legate alle abitudini delle famiglie, in Italia non si raggiunge neanche questo obiettivo» osserva il professor Giorgio Monti, del direttivo Siprec. In compenso i nostri ragazzi sono grandi consumatori di televisione, con effetti non sempre benefici: l’eccesso di sedentarietà impedisce loro di costruire bene lo scheletro durante gli anni critici dello sviluppo, rendendoli più vulnerabili all’osteoporosi e, di conseguenza, alle fratture ossee negli anni della maturità.

D’altra parte, nel 2015, ben 23 milioni 524 mila persone – cioè il 39,9% della popolazione di 3 anni e più – hanno dichiarato di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero. Elevate le differenze di genere: è sedentario il 44,3% delle donne contro il 35,1% degli uomini. I dati di lungo periodo evidenziano un lieve calo di persone sedentarie, prevalentemente tra le donne (erano il 46,1% nel 2001) ma confermano che la sedentarietà cresce all'aumentare dell'età. La situazione è allarmante al Sud, dove più del-

Dice il Censis che gli italiani sono un popolo dipendente dallo sport, nel senso che amano guardarlo in tv . Gli ostacoli che impediscono di dedicarsi all’attività sportiva sono mancanza di tempo (42%), pigrizia (18%), motivi di salute (16%), ma anche ragioni economiche (2%). Eppure – sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità - basterebbe mezz’ora di moderata attività fisica ogni giorno per ridurre e o ritardare gli acciacchi dell’età. Ormai è provato che una passeggiata allunga la vita.

le regole Il regolamento, d’altronde, è molto severo e richiede un’attenzione ferrea da parte di tutti i concorrenti: dallo stoccaggio delle materie prime al controllo numerico degli addetti, fino all’allestimento del tavolo tematico, per poi proseguire verso l’osservanza delle norme igieniche, con la necessità di assumere precise tecniche di lavorazione e adeguati comportamenti nelle cucine. I numeri dell’edizione 2016 delle Olimpiadi della Cucina sono davvero extra-large: 59 delegazioni di nazioni del mondo presenti, 32 squadre nazionali Senior, 20 squadre nazionali Junior, 20

motori d'elite

Due ruote extralusso, sogni in sella

Icon Sheene Dedicata al pilota Gb Barry Sheene

Nehmesis Yamaha BMS Un chopper veramente originale. Prezzo da capogiro

cata in oro 24 carati e vanta particolari unici come il pneumatico posteriore Vee Rubber da 360 millimetri. Il suo prezzo? Reggetevi forte: 3 milioni di dollari, circa 2 milioni e 600 mila euro. Una cifra da capogiro, siamo davvero su un altro pianeta.

Per chi volesse invece tornare sulla Terra, magari orientandosi verso il sempre affidabile made in Italy, ecco una Macchia Nera NCR, moto nostrana dalla linea essenziale, “partorita” dall’inesauribile fantasia del designer Aldo Drudi, provvista di un telaio in titanio e che dispone di una ciclistica derivante dalla 998RS in stile superbike. Con 185 CV e un irrisorio peso di 135 Kg, è una delle moto italiane più desiderate del momento. Il suo prezzo si aggira attorno ai 150 mila euro. Ma per chi avesse mire un po’ meno pretenziose, sarà possibile sognare in grande anche con una Confederate B120 Wraith. Una moto che avvicina il futuro ed è da sempre l’oggetto del desiderio di celebrità e personaggi famosi. Da qualche anno è disponibile anche in Italia e la si può acquistare ad un prezzo intorno ai 90 mila euro. Troppo, per il vostro portafogli? E allora una scelta più economica potrebbe ricadere su una Ducati XDiavel, che garantisce un’andatura rilassata a bassa velocità, tipica delle cruiser, nonché delle prestazioni brillanti proprie di una superbike, anche grazie ai 156 CV del suo motore che deriva da quello della Panigale. Il prezzo, in questo caso, parte da circa 20 mila euro.

ucina Senza Confini: è questo l’accattivante titolo che farà da sfondo alla rassegna delle Olimpiadi della Cucina, giunte alla loro 24ª edizione. L’appuntamento per tutti è dal 22 al 25 ottobre prossimi in Germania, presso il centro espositivo di Erfurt, raffinata località della Turingia. Già fervono i preparativi per la spettacolare cerimonia di apertura con la parata di cuochi in divisa, senza dubbio uno dei momenti clou dell’intero evento. Le Olimpiadi della Cucina rappresentano un appuntamento di risonanza internazionale organizzato dalla Federazione dei cuochi tedeschi e si svolgeranno in contemporanea con la mostra fieristica “Inoga”, una tra le più grandi e importanti esposizioni al mondo relativamente all’ospitalità legata all’arte culinaria.

i colori nazionali L’Italia, come da tradizione, reciterà un ruolo di prim’ordine ed è senza dubbio tra le nazioni più attese. Saranno due le giornate, il 22 e 24 ottobre, che vedranno la Nazionale Italiana Cuochi competere nel programma freddo e nel programma caldo. StesIN TAVOLA se date per i due team, senior Dal 22 al 25 ottobre e junior, che compongono in Germania a Erfurt la squadra azzurra. Più nel si sfidano i cuochi dettaglio: il 22, allestimento del tavolo del freddo per i sedi tutto il mondo: nior e preparazione del bufuna gara storica fet freddo e caldo per 12 persone per i junior. Poi, il 24, sempre in contemporanea, preparazione del menù – composto da starter, main course e dessert – per 110 persone (senior) e 60 persone (junior). Ma non finisce qui: i nostri cuochi saranno protagonisti anche il 25 ottobre, quando, in attesa dei risultati finali, si svolgerà la seconda edizione della Festa della Cucina Italiana. Una serata speciale adatta per condividere e assaporare i gusti tipici dello Stivale in un percorso gastronomico che affonderà le proprie radici nelle nostre migliori tradizioni in fatto di cucina, esaltando la bontà e la speciale genuinità dei nostri prodotti, davvero unici al mondo. Insomma, il made in Italy è pronto ancora una volta a stupire, con i sapori e la raffinatezza dei nostri alimenti che di certo convinceranno giudici e ufficiali di gara.

la metà della popolazione non pratica sport né attività fisica, fatta eccezione per la Sardegna dove la percentuale di sedentari scende al 36,3%. Le percentuali più elevate si rilevano in Sicilia (57,3%), Campania (57,2%), Calabria (56,7%), Molise (55,1%), Basilicata (51,7%) e Puglia (51,1%).

Lusso e motori: un binomio sempre di moda (almeno per chi può permetterselo). Ma nella vita, si sa, ogni tanto è bello sognare. E allora ecco le due ruote più ambite del momento: veri e propri gioielli di lusso, con prezzi che raggiungono anche le centinaia di migliaia di euro. Due ruote dotate di una tecnologia esclusiva e, nella maggior parte dei casi, prodotte in numero limitato. fuoriclasse Qualche esempio? Dalla Icon Sheene La meravigliosa e costosissima Icon Shealla Nehmesis ene, nata in omaggio Yamaha Bms: al pilota britannico autentici gioielli Barry Sheene, sodi design prannominato Iron Man. Dotata di motore Suzuki 1400 da 250 cavalli, ha un prezzo che si aggira intorno ai 172 mila dollari (più di 150 mila euro). I sogni su due ruote non finiscono qui, perché per i più facoltosi appassionati c’è anche una moto unica al mondo, la famosa Nehmesis Yamaha BMS. Semplicemente fantastica, una motocicletta fortemente elaborata e sottoposta a un radicale processo di personalizzazione. La moto è tutta plac-

3 PASTA

Circa 200 tipi di pasta e oltre 120 pastifici per un totale di 2,4 miliardi di euro

4 FORMAGGIO

I formaggi italiani hanno raggiunto un export di 2,3 miliardi

medaglia d'oro al nostro export

5 POMODORI

C’è gloria anche per i nostri pomodori che, trasformati, fatturano oltre 1,5 miliardi

L’export 2015 dell’industria alimentare ha raggiunto i 28.966 milioni di euro, con un aumento del +6,7% sul 2014. Risalta subito la performance di alcuni grandi mercati, a cominciare dagli USA (+19,5%). E risalta il vantaggio di passo dell’export alimentare su quello complessivo del Paese, che si è fermato sul +3,9%. L’incidenza dell’export 2015 sul fatturato di settore, pari a 132 miliardi, è salita al 21,9%.

alimentazione doc

italia, la sedentarietà è il nemico da battere inque milioni di vite e 67,5 miliardi di dollari. È questo il “conto” che, annualmente, la mancanza di attività fisica presenta ai sistemi sanitari di tutto il mondo in termini di salute e di costi. La stima, pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet, si basa sull’esito di uno screening che ha riguardato un milione di persone. Il team guidato da Ulf Ekelund, professore alla Norwegian School of Sports Sciences e alla Cambridge University, ha dimostrato che la sedentarietà è collegata a un aumento di malattie cardiovascolari, diabete e tumori.

7 sport & salute tuttosport

Le mille tentazioni di XDIAVEL Coraggiosa, irriverente, fuori dagli schemi, la nuova XDiavel porta i valori Ducati nel mondo cruiser unendo concetti apparentemente antitetici

altre olimpiadi cinque cerchi da gourmet

sostieni cor, la ricerca italiana sul cuore www.gsdfoundation.it

Si tratta di una malattia genetica che può portare anche a morte improvvisa

archiviata rio 2016, a ottobre tocca alla cucina: MEDICINA gli chef italiani puntano sulla dieta mediterranea cos'è la sindrome

di brugada?

La sindrome di Brugada è una patologia che altera l'attività elettrica del cuore provocando palpitazioni, sincope, aritmie ventricolari e, nei casi più gravi, l’arresto cardiocircolatorio. Come ci ha spiegato il dottor Amarild Cuko, assistente del professor Carlo Pappone e Responsabile del Servizio di Elettrofisiologia dell’Istituto Clinico San Rocco a Ome (BS) - Unità Operativa di Cardiologia diretta dal dottor Antonio Fappani - «si tratta di una malattia genetica che può portare anche a morte improvvisa».

nazionale italiana cuochi In gara a Erfurt

squadre di Comunità Catering, 59 squadre ufficiali regionali, 85 concorrenti di intaglio (carving in diretta di frutta e verdura), 802 concorrenti in totale che si daranno battaglia a suon di manicaretti nelle varie categorie.

la storia Infine, un po’ di storia: le Olimpiadi di Cucina vennero organizzate per la prima volta nel 1900 a Francoforte su disposizioni della Corte di Prussia. Da allora vengono disputate ogni quattro anni, con sospensioni durante i periodi bellici. Un “In Bocca al Lupo” ai nostri cuochi è davvero d’obbligo!

Che fare per prevenirla? «È opportuno sottoporsi ad una visita ambulatoriale e ad alcuni esami come l’elettrocardiogramma e, se necessario, a uno studio elettrofisiologico con associato un test farmacologico, che rappresentano un utile approfondimento per ottenere informazioni più precise in merito al meccanismo e alla sede dell’eventuale aritmia rappresentando, pertanto, la base per una corretta terapia». Per fortuna da qualche tempo questa malattia non fa più paura, grazie all’ideazione di una tecnica di ablazione “al bersaglio” la quale, tramite una corrente elettrica a radiofrequenza brucia selettivamente le cellule cardiache responsabili della patologia genetica, dopo averle individuate attraverso un mappaggio elettromagnetico dell'area cardiaca sede del substrato aritmogeno. Una scoperta che porta la firma del professor Carlo Pappone, Direttore del Dipartimento di Aritmologia Clinica ed Elettrofisiologia dell’IRCCS Policlinico San Donato e del Servizio di Elettrofisiologia dell’Istituto Clinico San Rocco di Ome (BS).



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