UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
L’azienda Stile e originalità anche negli ausili
Salute Occhio ai polmoni i rischi della Bpco
> A PAGINA VI
l’opinione
Ma che clima fa! C’è un clima strano, e non in senso metaforico, perché la temperatura inaspettatamente mite degli ultimi mesi dell’anno appena concluso ha fatto risuonare un nuovo campanello d’allarme, riportando l’attenzione sul riscaldamento globale e sull’emergenza smog. Il preoccupante cambiamento climatico registrato negli ultimi anni sul nostro pianeta ha inserito la questione ambientale tra le priorità dei grandi della Terra, e così nella recente conferenza Onu sul clima (Cop21) i capi di Stato di 150 Paesi hanno fissato obiettivi ambiziosi: tagliare le emissioni di CO2, ridurre il riscaldamento del pianeta, raggiungere la “neutralità climatica”. Sicché anche l’Italia cerca di fare la sua parte, e lo dimostra almeno nelle intenzioni - l’approvazione pochi giorni prima di Natale di un nutrito pacchetto di disposizioni volte a promuovere misure di green economy e di contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali, attraverso lo sviluppo dell’economia circolare, della mobilità sostenibile e della promozione delle energie rinnovabili. Ma non è tutto. Per ridurre lo smog Milano ha scelto il blocco delle auto, mentre a Roma si è viaggiato a targhe alterne, sebbene finora l’abbassamento dei livelli delle polveri sottili pare essere sovrastato dall’innalzamento dello scontro politico. Tante misure, forse troppe, alcune affrettate e non troppo coordinate, mentre la politica ambientale ha bisogno di costanza e di coerenza. Ma la pioggia, almeno quella, è finalmente arrivata. Si sa, la fine di ogni anno è tempo di bilanci, e quello sullo stato di salute del pianeta al termine del 2015 non appare granché positivo, ciò nonostante pieno di buoni propositi, soprattutto per le generazioni che verranno. Prof.ssa Anna Pirozzoli Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico e Preside della Facoltà di Scienze politiche Università Niccolò Cusano
martedì 5 GENNAIO 2016 www.corrieredellosport.it
Special Olympics Con il Progetto Scuola lo sport è inclusione > A PAGINA III
MASSIMILIANO ROSOLINO
l’impegno vale oro > L’ex azzurro sostiene le attività dei Dottor Sogni, che portano allegria nei reparti pediatrici «Un dovere per chi ha dei figli»
> A PAGINA II
CALCIo, serie d
Sport e disabilità
Girone di ritorno al via domani: occhi puntati sulle sei big
Tiro con l’arco la Mijno a Rio: l’obiettivo è il colpo grosso
> A PAGINA VII
> A PAGINA V
> A PAGINA IV
II unicusano focus CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 5 GENNAIO 2016
RICERCA
il progetto
il dato
Artisti e mimi ecco chi sono i Dottor Sogni
Natalità un 2015 in calo
I Dottor Sogni sono artisti professionisti (attori di teatro, teatro di strada, mimi) assunti e specificatamente formati dalla Fondazione Theodora per lavorare in ambito ospedaliero pediatrico.
Nel 2015 circa 9.800 neonati in meno rispetto al 2014. Lo afferma una ricerca realizzata dal pediatra Italo Farnetani, che sottolinea però come a giugno si sia registrato un aumento (538 in più rispetto a giugno 2014).
ROSOLINO fuori dall’acqua oro in solidarietà Icona del nuoto azzurro, è al fianco della Fondazione Theodora per portare il sorriso ai bambini che soffrono ano per lo più composte da volontari».
Massimiliano è il simbolo delle attività dei Dottor Sogni e della risoterapia «Dal 10 al 24 gennaio con un sms si può dare un aiuto» è l’appello lanciato dall’ex olimpionico La bacheca è piena di medaglie, vinte in tutte le competizioni possibili dedicate al nuoto: Massimiliano Rosolino, ormai chiusa la sua carriera di star della piscina, prosegue però la sua vita da campione. Ma non è più in acqua, con costume e occhialini, è nella vita di tutti i giorni. La salute dei più piccoli è sempre al centro dei suoi pensieri, anche quando non si tratta delle sue figlie Sofia Nicole e Vittoria Sidney. Da alcuni anni, infatti, Massimiliano è in prima fila per sostenere gli sforzi della Fondazione Theodora Onlus, che da venti anni si occupa di risoterapia attraverso il lavoro dei suoi trenta Dottor Sogni, artisti professionisti formati proprio dalla Fondazione per lavorare in ambito pediatrico e
la parola all’esperto
Massimiliano Rosolino. A sinistra, il gruppo dei Dottor Sogni
portare il sorriso ai bambini in reparti di lungodegenza di tutta Italia. Sono già diversi anni che con la tua popolarità aiuti Theodora. Come è nato il tuo impegno? «Devo dire che mi chiamano tante associazioni e fondazioni, e onestamente vorrei avere 12 mesi di tempo all’anno per dedicarmi a tutti. Cercano un amico, in fondo, che possa fare da ambasciatore, da testimone delle loro attività. Raccontano la loro storia, il lavoro che portano avanti e per un fatto pu-
Fegato grasso, il rischio di cirrosi incomincia in età pediatrica E’ stato pubblicato da poche settimane un nuovo studio dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma riguardo il fegato grasso nei più piccoli. Una condizione complessa e delicata di cui ha parlato il prof. Valerio Nobili, responsabile di malattie epato-metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, intervenuto durante la diretta di Genetica Oggi su Radio Cusano Campus, la Radio dell’Università Niccolò Cusano, in onda sugli 89.100 Fm a Roma e nel Lazio. Prima di entrare nel dettaglio, cosa si intende con
Lo studio condotto dal Bambin Gesù e analizzato dal professor Valerio Nobili
in eccesso ponderale, obesi o in sovrappeso. Il fegato è un organo che ha un’elevata capacità di accumulo e dunque incamera grasso. Le informazioni che oggi abbiamo è che questo grasso non è innocuo, ma causa una serie di problematiche che possono mettere a rischio la salute del bambino».
sto campo. E’ la più grande casistica mondiale mai pubblicata. Sostanzialmente abbiamo dimostrato che i bambini che hanno un fegato grasso, e lo complicano con una quota di infiammazione, uno stato di epatite, sono quelli che rischieranno una cirrosi del 30% più probabile».
logy, è emerso che un fegato grasso da bambini porta a un rischio cirrosi del 30% in più. «Questo lavoro è il nostro “cavallo di battaglia” in que-
non ci fa vedere bene l’infiammazione e la fibrosi. Ma oggi, sempre grazie a degli studi fatti dal nostro ospedale, siamo in grado di dire che quel bambino ha un fegato
«Oggi si può avere una diagnosi tramite una semplice Come avviene la diagnosi? ecografia. E i rimedi Da un vostro recente stu- «Si fa molto semplicemente sono numerosi» dio, pubblicato su Epato- con una ecografia che, però, “fegato grasso”? «E’ una complicanza che colpisce circa un milione e mezzo di bambini italiani
ramente di tempo bisogna scegliere. Io sono sempre stato molto attento a due aspetti in questo senso, cercando di farmi prendere dalla storia e dalle professionilità. Thedora e i Dottor Sogni mi hanno colpito immediatamente. Da un lato hanno come obiettivo aiutare i bambini, con un’attenzione particolare per quelli con problemi oncologici; dall’altro mettono in campo delle professionialità davvero elevate, alle quali spesso non prestiamo attenzione, perché di getto siamo portati a pensare che le associazioni benefiche si-
Li hai visti in azione in ospedale? «Sì, a Roma, al Bambin Gesù. La prima considerazione che ho fatto è stata che tutto ciò che fanno è trasversale: non ci sono bambini ricchi o poveri, perché purtroppo le malattie sono la cosa più democratica al mondo. Hanno una attenzione speciale per tutti i piccoli pazienti. Ho compreso quanto le attività di questi clown siano complesse, perché far ridere qualcuno è davvero difficile, a prescindere dall’età del pubblico. Se poi quella risata serve per far dimenticare anche solo per un minuto una malattia grave, tutto si fa ancora più complicato. Chiaramente i bambini reagiscono in modo diverso, così come i loro genitori, ma la sensibilità che i Dottor Sogni utilizzano nel loro approccio ai ricoverati è unica e sa sempre trovare una giusta via». Oltre ai piccoli pazienti, c’è poi il dramma dei genitori. «Purtroppo sì. Attraverso i social network e con un contatto con loro anche al di fuori dell’ospedale, ho seguito alcune storie e purtroppo ce ne sono alcune che non hanno un lieto fine. Noi genito-
ri a volte ci preoccupiamo eccessivamente per un raffreddore o per un po’ di tosse, e vedere la forza di madri e padri in questi frangenti è uno stimolo a fare il possibile per aiutare tutti i bambini in difficoltà». Sei stato in prima fila anche con la tua compagna e madre delle tue figlie. La solidarietà è «di casa» per te? «Certo, è un tema che da genitori ci sta molto a cuore. Abbiamo provato anche noi a mettere quel naso rosso da clown che è il simbolo della risoterapia. Forse per le mamme è più difficile confrontarsi con l’ospedale e un figlio piccolo malato: credo sia normale, visto il legame naturale esistente». Ora, fino al 2 febbraio, la Fondazione è impegnata in una campagna di raccolta fondi. Qual è il tuo messaggio? «Vorrei invitare tutti i lettori a far sentire il proprio contributo, a partire dal 10 gennaio. Si può inviare un sms solidale al 45505 o con una telefonata dalla rete fissa di può offrire il proprio contributo per sostenere le attività dei Dottor Sogni e aiutare i bambini ad affrontare la dura prova del ricovero. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti». © Copyright Università Niccolò Cusano
le. Vedremo soprattutto trapianti da fegato grasso».
Cosa si può fare dunque per guarire, oppure evitare questa condizione? «Oggi si può fare molto. Lancio subito un appello a tutti i pediatri che si interessano dell’argomento. Oggi ci sono molte terapie standardizzate, che funzionano bene, con alte dosi di Omega-3 grasso, grazie a dei marca- in particolare con il DHA. tori sierici rilevabili tramite I bambini che fanno queprelievo di sangue, un’ana- sta terapia per sei mesi risollisi molto accurata e rivolu- vono completamente il fezionaria». gato grasso. I risultati sono eccezionali. Ricordo infine La cirrosi però è una con- che succhi di frutta e bevandizione che può affligge- de gassate, con particolare re comunque un adulto, attenzione a quest’ultime, anche se nell’infanzia non sono più nocivi dei grassi ha sofferto di fegato gras- stessi. Ci sono numerosi arso, perché consuma cibi ticoli scientifici che evidenziano come bisognerebbe troppo calorici. Per segnalazioni, commenti, informazioni, “dimenticare” il colesterolo «Questa è una riflessione domande alla redazione dei contenuti zucchemolto condivisibile. Aggiun- e pensare solo agli del settimanale Unicusano – Sport go che negli ultimi anni l’e- ri,Focus che sono quelli che stanpatite C ha creato grandi no facendo molti più danni e Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: problemi, portando a nu- dei lipidi. Abolire quindi le ufficiostampa@unicusano.it merosi trapianti di fegato. bevande zuccherate e tutQuesto, con i nuovi farma- to ciò che è zucchero puro». ci, sarà sempre più evitabi© Copyright Università Niccolò Cusano
Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: ufficiostampa@unicusano.it
martedì 5 gennaio 2016
Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
ricerca e cultura
il dato/1
IL DATO/2
Nelle aree cittadine c’è più rischio
E per chi fuma aumentano i pericoli
Nei soggetti residenti in area cittadina, rispetto a quelli che risiedono in zone suburbane, esiste un rischio maggiore del 19% di rinite allergica, del 14% di tosse, del 30% di espettorato e del 54% di Bpco.
La BPCO colpisce 2.600.000 persone in Italia. I fumatori sono i più a rischio: nel 20-40% questi raggiungono la malattia conclamata. Secondo l’OMS ogni anno nel mondo si contano 3 milioni e 280 mila morti.
BPCO il problema si chiama respiro Il professor Lombardi dell’Università di Genova spiega sintomi e cure per questa diffusa malattia polmonare pus, la Radio dell’Università Niccolò Cusano in onda sugli 89.100 Fm a Roma e nel Lazio.
«E’ una patologia molto rilevante dal punto di vista sociale, clinico ed epidemiologico»
Partiamo con la Bpco, un acronimo che sta a indicare la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Di che patologia si tratta? « Una malattia molto rilevante dal pun-
Sui medicinali da usare: «Non ci sono soltanto i cortisonici» Le altre opzioni Si è recentemente concluso a Genova l’incontro annuale tra 500 allergologi e pneumologi italiani e stranieri. Molti i dati emersi, soprattutto novità nella terapia contro acari, asma negli anziani e Bpco. Ne ha parlato Carlo Lombardi, professore presso l’Università degli Studi di Genova, intervenuto durante la diretta di Genetica Oggi su Radio Cusano Cam-
to di vista sociale, clinico ed epidemiologico in quanto coinvolge l’apparato respiratorio e spesso è associata al fumo di sigaretta. C’è da dire, però, che almeno il 20% dei casi di Bpco non è legato all’esposizione attiva al fumo. Per questo è una malattia che va valutata, anche con uno studio funzionale come la spirometria globale e il test della diffusione alveolo-capillare». Quali sono le novità in ambito terapeutico emerse anche durante l’incontro? «Va detto che il sintomo più invalidante nel paziente affetto da Bpco è la dispnea cioè il “fiato corto”, in modo particolare durante uno sforzo fisico. E’ quindi importante ridurre questa sgradevole sensazione. Considerando che la patologia porta all’ostruzione delle vie aeree con intrappolamento dell’aria nei polmoni, c’è bisogno di agi-
re su queste due caratteristiche, cercando di dilatare i bronchi e ridurre l’intrappolamento aereo. Oggi abbiamo a disposizione molti farmaci broncodilatatori che sono in grado di farlo. La caratteristica interessante emersa negli ultimi tempi è che questi farmaci possono essere erogati in associazione fra loro nello stesso erogatore per via inalatoria una sola volta al giorno. Questo è molto importante perché il paziente affetto da Bpco è spesso anziano e può dimenticare la terapia. In questo modo diventa più facile seguirla». Sono farmaci principalmente a base di cortisone? «Non necessariamente, i cortisonici possono essere utilizzati nella Bpco in particolari categorie di pazienti, soprattutto in quelli che tendono a riacutizzare frequentemente. Non vanno dati però cronicamente, perché si è visto
che possono portare in alcuni casi a polmonite. Il ruolo più importante lo giocano adesso i beta-stimolanti e gli anticolinergici». Parlando invece dell’asma, altra diffusa patologia polmonare, nel nostro immaginario è una malattia legata alla giovane età. Qual è in realtà la frequenza nei giovani e negli anziani? «C’è quasi lo stesso rapporto. Sostanzialmente l’anziano può essere colpito da asma e quindi non è una malattia a esclusivo appannaggio dell’età pediatrica o adulta. E’ importante fare una corretta diagnosi, perché con la Bpco l’asma non c’entra nulla. Quindi, bisogna considerare bene tutti i segni clinici tenendo in considerazione che l’asma nell’anziano può presentarsi all’improvviso oppure essere una condizione di cui si soffre da tempo». © Copyright Università Niccolò Cusano
psicologia
Ecco perché dobbiamo essere grati a chi ci fa provare gratitudine Ricevere un dono mette in atto un meccanismo interiore portatore di benessere La catena virtuosa regalo-controregalo è essenziale per consolidare la coesione sociale In queste festività la maggior parte di noi ha fatto e ricevuto regali. Ha scritto e letto biglietti di ringraziamenti. In altri termini un po’ tutti abbiamo sperimentato il sentimento della gratitudine. Ma che cosa è realmente la gratitudine? E soprattutto quali potenzialità trasformative è in grado di mobilitare? nascondere la delusione.
Generalmente siamo inclini a considerare la gratitudi-
ne come una piacevole sensazione diretta verso qualcuno che è stato benevolo con noi. Le definizioni di gratitudine date nei dizionari confermano questa prospettiva. Sebbene tale punto di vista contenga un importante elemento di verità, non tiene conto di un significato più fondamentale della gratitudine. Insieme ai piacevoli sentimenti di gratitudine, infatti, vi è una forza categorica che ci obbliga a restituire il vantaggio ricevuto. Come altre emozioni, la gratitudine è quindi accompagnata da una chiara tendenza all’azione. Questo percepito dovere di “ricambiare” ha portato lo psicologo sociale Barry Schwartz a parlare di «gratitudine imperativa». Perché non ci è permesso di “guardare in bocca al cavallo donato”?
Perché ciò può essere percepito come un segno di ingratitudine e di indifferenza verso chi ha donato, ciò è socialmente ritenuto riprovevole. In Giappone al destinatario di un regalo non è permesso di disfare il regalo in presenza di chi ha donato. A noi occidentali que- s t a può sembrare un’abitudi-
ne esotica e lontana dalle nostre usanze ma, a un più attento esame, tale comportamento contiene un messaggio importante di gratitudine. Mantenendo il dono impacchet-
tato è possibile nascondere una eventuale delusione del destinatario del regalo verso chi dona. Probabilmente questa è la versione giapponese del nostro “a caval donato non si guarda in bocca”.
reciprocità COME VALORE.
Perché la mancanza di gratitudine è percepita come qualcosa da evitare a tutti i costi? Probabilmente perché lo scambio di doni e le concomitanti sensazioni di gratitudine servono a costruire e corroborare legami sociali. La gratitudine è parte di una più ampia catena fatta di reciprocità (regalo-controregalo) essenziale per consolidare la coesione sociale e comunitaria e come tale ha un valore adattativo. antidoto alla depressione. Negli ultimi anni nu-
merosi studi hanno tentato di analizzare gli effetti di interventi di psicologia positiva volti a consolidare stati psicologici positivi. Tra questi, di recente, sono stati esaminati gli effetti della gratitudine. In un articolo pubblicato recentemente su “Primary Health Care Research & Development” (Lambert D’raven, et al., 2015) un gruppo di ricercatori canadesi
ha esaminato gli effetti dello scrivere lettere di gratitudine in soggetti con livelli moderati di depressione. I ricercatori hanno evidenziato che un atto di espressione esplicita di gratitudine aveva migliorato l’umore e il senso di benessere dei partecipanti all’indagine. scrivi che ti passa! In un al-
tro recente studio pubblicato sul Journal of Happiness Studies, un gruppo di psicologi australiani coordinati da Shelley Kerr, ha evidenziato come l’espressione di sentimenti di gratitudine sia in grado di migliorare il benessere emotivo di persone in trattamento psicoterapeutico. Gli esercizi consistevano nello scrivere un elenco di cinque cose/persone di cui si era grati o riconoscenti nel corso della propria vita. ad alta voce. Ritorniamo alle
festività natalizie. In questo periodo dell’anno molti sperimentano stati di stress si-
gnificativi, poiché ci si impegna in spese più gravose per il bilancio familiare, talvolta si è costretti a relazionarsi con parenti per cui non si prova simpatia, si fronteggiano bruschi cambiamenti delle proprie abitudini e dei ritmi quotidiani, come l’eccesso di calorie ai pasti in famiglia e con gli amici, la riduzione delle ore di sonno, le ore spese nel traffico cittadino fuori controllo, etc. Staremmo probabilmente tutti meglio e godremmo maggiormente delle festività se seguissimo l’esempio degli studi precedentemente citati. I ricercatori e gli psicologi ci suggeriscono di prenderci qualche minuto per elencare esattamente di cosa siamo grati. Meglio ancora, pensarci su, poi dirlo ad alta voce in modo che tutti possano sentire. Prof. Renato Pisanti Docente di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Università Niccolò Cusano
IV unicusano focus CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 5 GENNAIO 2016
sport, disabilità e cultura
gioco unificato anche la scuola scende in campo
anniversari
“Il Mago di Oz” l’eterna attualità di un capolavoro
Special Olympics Italia promuove lo sport come fattore di integrazione e inclusione Alunni disabili e non si incontrano grazie all’attività motoria il Progetto ora è stato riconosciuto dal Miur La condivisione cancella i pregiudizi e punta a costruire una comunità basata sul rispetto degli altri A partire da quest’anno il Progetto Scuola promosso da Special Olympics Italia è stato inserito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca tra le attività progettuali nazionali inerenti l’educazione fisica, scienze motorie e sportive, sport scolastico e diffusione dei valori dello sport. Il progetto, indirizzato alle scuole di tutti gli ordini e gradi, persegue l’obiettivo generale di Special Olympics di promuovere ed educare alla conoscenza della diversa abilità al fine di evidenziare la stessa come risorsa per la società. SINERGIE. Attraverso un’azio-
ne sinergica con le istituzioni scolastiche il Progetto Scuola propone iniziative formative rivolte agli insegnanti, primo passo per conoscere le finalità e le modalità operative di Special Olympics. In seguito, attraverso la partecipazione a eventi caratterizzati dallo Sport Unificato, in cui studenti con e senza disabilità intellettiva giocano insieme nella stessa squadra, come la European Basketball Week, la European Football Week e a partire dal prossimo febbraio anche la settimana dedicata alla pallavolo, si incentiva una maggiore socializzazione tra tutti gli studenti. Il
gioco e la condivisione sono in grado di abbattere ogni genere di pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità intellettiva, ponendo le basi per la costruzione di una comunità basata sul rispetto delle differenze. Obiettivi. Fornire esperien-
ze di integrazione pratica, attraverso attività che portano alla stretta collaborazione tra alunni con e senza disabilità, attraverso lo sport inteso prima di tutto come esperienza formativa e di gioco; proporre nel mondo della scuola il modello di lavoro in team Special Olympics, collaudato a livello sportivo e ripetibile anche in ambito scolastico. Questi sono alcuni dei principali obiettivi del Progetto Scuola, che vuole, inoltre, promuovere tra gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole se-
condarie l’attività di volontariato, affermare pienamente il valore dello sport quale strumento relazionale, riabilitativo, sociale e organizzare e realizzare eventi e manifestazioni culturali, artistiche e sportive, che mirino a valorizzare l’autonomia, l’autodeterminazione e l’autostima della persona con disabilità intellettiva, per il miglioramento della qualità della sua condizione di vita. Si vuole poi stimolare, attraverso la sensibilizzazione degli studenti, un costruttivo dialogo tra le famiglie degli alunni con e senza disabilità, aumentare i servizi finalizzati all’integrazione, utilizzando tutte le potenziali risorse umane e professionali presenti nella scuola, pur con ruoli e compiti diversi e porre le premesse per la predisposizione e il miglioramento di strumenti legislativi, sia
sul piano nazionale che locale, che consentano l’effettivo raggiungimento di una piena inclusione per le persone con disabilità intellettiva. DESTINATARI. Destinatari sono gli alunni con disabilità intellettiva, che possono sperimentare l’esperienza dello
sport e del gioco adattate alle proprie capacità, interagendo con i compagni che, opportunamente preparati, vivranno la disabilità in un contesto di divertimento ed emozione sportiva. Oltre ad alunni con disabilità intellettive o disabilità multiple che abbiano una disabilità intellettiva cer-
Un Team Special Olympics foto francesco scirè/s4c
tificata, possono comunque far parte del Progetto Scuola anche gli alunni con sola disabilità fisica o sensoriale, DSA, disturbi del comportamento, disagio sociale e patologie psichiatriche. Ma il progetto è aperto anche ad alunni senza disabilità, che hanno l’opportunità di aprirsi alla conoscenza della disabilità intellettiva, ai docenti della scuola dell’obbligo, non solo di educazione fisica, che avranno l’occasione di far accrescere le capacità relazionali all’interno del gruppo classe, educando gli alunni alla socializzazione nel far loro vivere esperienze di reale integrazione. In generale, il Progetto Scuola è dedicato a giovani ragazzi e ragazze che decidono di dedicare parte della propria vita al volontariato e nell’associazionismo di base. © Copyright Università Niccolò Cusano
corruzione
Una nuova legislazione per la credibilità della P.A. La Corte Costituzionale ha di recente ribadito la necessità a tutti i livelli di «evitare un inquinamento dell’amministrazione e garantire la credibilità dell’amministrazione presso il pubblico cioè il rapporto di fiducia dei cittadini verso l’istituzione». Sono principi applicabili a tutti i fenomeni di corruzione. Quanto siano state progressive e lente in Italia tali consapevolezze è attestato dal tempo trascorso dalle prime Convenzioni ad oggi. Tutti i report internazioRITARDI.
nali (ad esempio il rapporto GRECO del Consiglio d’Europa del 2012) rilevano lo iato tra la percezione dei fenomeni corruttivi in Italia rispetto agli altri Paesi. Sono dati che le classifiche internazionali di Transparency confermeranno più volte. Risultava ad esempio estranea alle classificazioni nazionali la corruzione tra privati, introdotta solo con la legge numero 190 del 2012 (art. 2635 cod. civ.). La legge 190 del 2012 aumenta i minimi di pena di varie fattispecie (nel peculato, nell’abuso di ufficio, nella corruzione per un atto contra-
rio ai doveri di ufficio - corruzione propria - nella corruzione in atti giudiziari). Non sono mancate discussioni aperte come nella introduzione della distinzione tra concussione per costrizione e induzione indebita. Fattispecie nuove come il “traffico di influenze illecite” sviluppano ulteriormente la fattispecie già contemplata del millantato credito. Sono previsioni e principi tutti sulla medesima linea, costituiscono una necessaria fase evolutiva. PREVENZIONE. La legge numero
69 del 2015 rafforza l’Autorità anticorruzione come organo indipendente di supervisione e di controllo e di previsione di più adeguati modelli di prevenzione del rischio. Viene reintrodotto il falso in bilancio per le società non quotate in borsa e il delitto delle false comunicazioni sociali prima mera contravvenzione. Solo in caso di restituzione del prezzo del profitto del reato è consentita la applicazione della pena su richiesta e la sospensione condizionale della pena. EUROPA. La Corte di giustizia
delle Comunità europee più volte, infine, pone a propri modelli di riferimento la Convenzione delle Nazioni Unite del 31 ottobre 2003 tenuto conto che «lo scopo» di essa «è quello di consentire di incriminare un crescente numero di atti
di corruzione, tenendo conto della minaccia che essi costituiscono per la stabilità e la sicurezza delle società», ed «essa contempla non solo il fatto di offrire vantaggi indebiti a persone o la sottrazione di fondi pubblici, ma anche l’abuso di influenza nonché la ricettazione o il riciclaggio dei proventi della corruzione». E’ la cartina di tornasole conclusiva che non può più trovare spazio nell’ordinamento italiano l’attentato alla sicurezza giuridica che da tali condotte proviene non solo ormai più all’Italia ma all’Europa e al mondo stesso. Avv. Francesco Paola Coordinatore scientifico del Master “La nuova legge anticorruzione nella Pubblica amministrazione” della Facoltà di Giurisprudenza Università Niccolò Cusano
Nel 1900 uscì a Chicago la prima edizione di “Il meraviglioso mago di Oz”. Molti i bambini che nel primo Natale del ventesimo secolo trovarono sotto l’albero il romanzo di Lyman Frank Baum che, dopo 115 anni, continua ancora oggi ad affascinare. La prof. ssa Alide Cagidemetrio, docente di Lingue e Letterature anglo-americane all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e curatrice dell’edizione Marsilio con testo a fronte de “Il Mago di Oz” di Baum, spiega perché ai microfoni di RadioCusano Campus nel corso del format «Giochi a Fumetti». Quali sono i segreti che hanno fatto del Mago di Oz un’opera immortale? «Prima di tutto, è stato un libro che ha messo insieme parole e disegni. La prima edizione, illustrata da William Wallace Denslow è un piccolo capolavoro dell’editoria, i disegni che hanno accompagnato questo testo sono meravigliosi. Poi c’ è l’abilità imprenditoriale di Frank Baum, che oltre a scrivere le sue opere riusciva con una serie di attività collaterali a pubblicizzarle con successo. Potremmo dire che Baum ha inventato il “bambino consumatore”. La sua operazione ha avuto una risonanza dal punto di vista delle tipologie del fantastico, molto simile a quella del circo che all’epoca era una delle principali forme di intrattenimento. Il mondo colorato di Oz, contrapposto al mondo in bianco e nero del Kansas è anche il mondo dell’illusione che è necessario come lo è il mito. Dorothy proietta questo mondo su se stessa e i suoi compagni ma una volta affermata la necessità dell’illusione torna alla realtà. Anche questo è un elemento tipico della cultura americana, il fatto che i sogni possano avverarsi».
Lo spaventapasseri, l’uomo di latta e il leone fifone: cosa rappresentano? «Ci sono centinaia di interpretazioni sui compagni di viaggio di Dorothy. Secondo la più semplice, lo spaventapasseri rappresenterebbe il mondo rurale, l’uomo di latta il mondo industriale e il leone il coraggio che è l’azione necessaria in entrambi i mondi. C’è un aspetto curioso dell’uomo di latta: Baum aveva aperto da poco una specie di supermercato, dove sperimentava una delle sue attività, quella del vetrinista. In questo supermercato costruì una secie di uomo di latta che in breve tempo divenne simbolo delle mercanzie che il suo negozio vendeva». Quanto è importante per le nuove generazioni riscoprire quest’opera? «E’ una di quelle storie che coniugano il bisogno di fiaba che hanno i bambini con un principio di realtà, il ritorno a casa. C’è una specie di ponte tra fiaba e realtà e credo che questo sia quello che maggiormente caratterizza questa fiaba rendendola moderna. Dobbiamo andare ad Oz per accettare il Kansas e questo mi sembra che corrisponda al desiderio o all’energia che è dietro al cosiddetto sogno americano». Il mago di Oz è una fiaba rassicurante o inquietante? «I bambini a cui ho regalato il libro la trovano una fiaba positiva, è chiaro che ci sono anche episodi che in questo connubio tra realtà e fantasia possono essere terrificanti, come quello delle streghe o degli uomini martello ma sono fantasmi che ci riportano in un territorio neutro tra realtà e fantasia e che il bambino se vuole può trasportale nella propria realtà quotidiana». © Copyright Università Niccolò Cusano
martedì 5 gennaio 2016
Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
sport, disabilità e cultura
tenacia e precisione lo stile di elisabetta
L’arciera piemontese Mijno è una delle sicure protagoniste alle Paralimpiadi di Rio: ci racconta la sua vita e i suoi obiettivi In che modo vi supporta la Federazione? «E’ sempre presente e quando si fanno raduni collegiali con gli atleti abbiamo a disposizione uno staff tecnico al completo, l’allenatore, il supporto psicologico e un fisioterapista. Siamo sempre supportati durante la preparazione: c’è molta attenzione e interesse alla preparazione degli atleti».
«Le Olimpiadi sono sempre un momento speciale: l’emozione è inevitabile» spiega l’azzurra «Ho cominciato quasi per caso Questo sport richiede pazienza e concentrazione»
Partiamo dall’appuntamento più importante: Rio 2016. «Come tutte le Olimpiadi significa molto per me perché è sempre uno dei palcoscenici sportivi più ambiti in assoluto. Mi aspetto sempre molto da me stessa e dall’organizzazione e, anche se non mi piace molto come affermazione, devo confermare un titolo: è bello continuare a vincere». Ti sei abituata o ti emozioni ancora? «Ho partecipato alle Olim-
Michelle Frangilli, Marco Galiazzo, Mauro Nespoli ed Elisabetta Mijno: per gli azzurri un vero dream team
piadi di Pechino 2008, a due europei e tre mondiali. Un po’ sono abituata, ma ho sempre voglia di vivere lo spirito olimpico anche perché ogni volta è una sorpresa. E’ un palcoscenico che emoziona sempre, dove mi confronto con atleti che arrivano da tutto il mondo, che hanno la mia stessa passione, ma praticano uno sport diverso».
tecnologia
Se l’agricoltura finisce in un’app L’innovativa idea di Urbener: nasce la condivisione degli orti 2.0 E Fiorello applaude Un ponte tra chi possiede un terreno e ha il desiderio di affittarlo, chi fornisce servizi di giardinaggio e chi è appassionato a tutto questo ma non ha a disposizione gli spazi o il tempo che servono per prendersi cura di un orto in prima persona. E’ nato l’Airbnb degli agricoltori urbani e si chiama Urbener. Il progetto è tutto made in Italy, anche se ha mosso i suoi primi passi nella Silicon Valley. «Siamo braccia rubate all’agricoltura» così si definisce ironicamente il team di ingegneri italiani che ha pensato e poi realizzato Urbener. «Siamo gli Urbeners (Urban Gardeners) e vogliamo avvicinare le persone alla cura della terra e alla sana nutrizione, creando una relazione tra chi possiede un terreno e desidera affittarlo, chi fornisce servizi di giardinaggio, orticoltura e frutticoltura, chi è appassionato di green ma non dispone degli spazi o del tempo necessari per potere curare un proprio orto». PROGETTO. La piattaforma (web + app mobile) consente agli
ricerca
Le questioni di genere sotto la lente di Ipazia
Cosa pensi del movimento paralimpico? È cresciuta l’attenzione? «Io credo semplicemente che esista lo sport e che esistano persone che vogliano fare sport: che abbiano protesi, che siano in carrozzina o in piedi cambia poco. La differenza la fa la passione per l’allenamento e per le gare. Il movimento ci dà sicuramente la possibilità di portare alla luce questo mondo».
Non vuole mollare, Elisabetta Mijno: l’arciera piemontese classe 1986, dopo un sorprendente argento alle Paralimpiadi di Londra 2012, tenterà di rubare la scena anche a Rio 2016. Un palcoscenico sportivo importante che si trasformerà in un’occasione per ottenere il titolo di campionessa e salire sul gradino più alto del podio. Passione, grinta e determinazione la guidano da sempre in allenamento e in gara, trasformandola in una delle più giovani eroine dello sport paralimpico.
Perché hai scelto tiro con l’arco? «È stato un caso. La mia vicina di casa tirava con l’arco, ho provato e mi è piaciuto. È uno sport che richiede concentrazione e pazienza e devo dire che queste caratteristiche riflettono molto il mio carattere».
Un momento delle finali a Londra 2012
Elisabetta Mijno, punta di diamante del tiro con l’arco italiano
Come riesci a conciliare vita privata e sportiva? «Sono medico e non è facile conciliare lavoro e allenamento. Sacrifico un po’ l’aspetto ludico della mia
vita, ma non mi è mai pesato. Non mi pento delle mie scelte e spero di riuscire a portare avanti la mia attività agonistica». © Copyright Università Niccolò Cusano
In un periodo caratterizzato da una perdurante congiuntura di crisi economica e sociale e da un’evidente necessità di politiche sul lavoro, il rilancio sociale ed economico necessita di guardare al capitale umano come vero motore di sviluppo sostenibile e intelligente. In questa direzione le “questioni di genere” assumono un ruolo centrale: utilizzare le competenze e le attitudini femminili disponibili può davvero fare la differenza per alimentare il vantaggio competitivo delle nostre imprese e più in generale la crescita del nostro Paese. OBIETTIVI. L’indagine
sulle strategie di genere adottate e sperimentate dalle imprese e la valutazione dell’impatto per una successiva diffusione risulta un obiettivo fondamentale di Ipazia, Osservatorio scientifico sulle questioni di genere (www.questionidigenere.it) del quale sono fondatrice e responsabile scientifico. Per la precisione l’Osservatorio nasce nel marzo 2014 presso la Cusano e si sviluppa con l’intento di implementare, organizzare e promuovere iniziative di rilievo scientifico (workshop, seminari, convegni, studi, laboratori scientifici) in collaborazione con le istituzioni pubbliche e il mondo delle imprese. LA STORIA. Nasce con un cuo-
agricoltori l’affitto e la gestione in remoto di orti, dal semplice monitoraggio e irrigazione alla scelta delle specie, semina, raccolta, spedizione. In Italia è stata già attivata la fase di sperimentazione, è possibile quindi ottenere l’accesso gratuito alla piattaforma prenotandosi sul sito www.urbener.it. «Speriamo che in tanti possano sostenere questa nostra piccola rivoluzione – spiegano ancora dal team di sviluppo - all’insegna del mangiar sano e nel rispetto dell’ambiente. Un’iniziativa che sta attirando l’interesse di molti: tra tanti, anche Rosario Fiorello, in un tweet, l’ha definita “un’ottima idea”». © Copyright Università Niccolò Cusano
re Economico aziendale, essendo io e tutto il suo comitato scientifico composto da studiosi nazionali ed internazionali di business economics, ma ho avuto da subito chiara l’idea che il cammino delle donne nelle imprese e nel lavoro si svela solo se chiare emergono le trasformazioni storiche e sociali delle stesse, i percorsi effettuati, le motivazioni di eventi ed accadimenti. Le disuguaglianze di genere nella sfera pubblica e privata si sono ad oggi sicuramente ridotte, come ridotta è la numerosità delle famiglie, ampliate e diversificate sono l’istruzione femminile e la presenza delle donne nella scena politica italiana, europea e mondiale. Tuttavia è necessario sottolineare l’importanza dei percorsi effettuati e la ricchezza degli eventi accaduti utilizzando il passato come chiave di lettura del presente e del futuro. Per soddisfare il suddetto obiettivo di piena comprensione e trasversalità tematica, ho voluto comprendere all’interno di Ipazia altre aree disciplinari che completassero e quindi arricchissero la mia area di studi prettamente economico-aziendalistica. Nascono quindi, con la collaborazione di colleghi interni all’Università Niccolò
Cusano l’area storico-politica, l’area statistica, l’area giuridica e l’area socio-psicologica attraverso le quali proporre, di volta in volta, trasversali percorsi di ricerca e sviluppare indagini complementari sull’intero universo femminile. RICHIESTE. Dopo il primo wor-
kshop, svoltosi l’8 marzo 2014, durante il quale è stato lanciato l’osservatorio, e presentate le prime ricerche sull’imprenditorialità femminile, Ipazia ha organizzato piu di 10 “seminari intermedi ” sugli studi di genere di carattere interdisciplinare rivolti prevalentemente ai nostri studenti, molti dei quali, appassionandosi al tema, hanno già cominciato ad elaborare le proprie tesi di laurea sull’argomento, le “tesi di Ipazia”. Sono sempre più numerose le richieste di studiosi, nazionali e internazionali di vari settori disciplinari in tema di studi sulle donne, che mi contattano interessati all’osservatorio, ai workshop e seminari gruppi di studio e di confronto che arricchiscono e gravitano ormai da quasi un anno intorno a Ipazia. Sempre nel 2015 Ipazia è, inoltre, divenuto membro del progetto “HeForShe – Progetto Università Italia” (http://www.heforshe.org) del comitato nazionale UNwomen dell’ONU insieme ad altre dieci università italiane pioniere sugli studi di genere. Ho coordinato diverse track sul gender inserite all’interno di convegni internazionali all’interno dei quali ho potuto presentare i lavori scientifici sviluppati e implementare quindi un network di studiosi con i quali collaborare. ATTUALITA’. Oggi l’Osserva-
torio è impegnato nella revisione dei diversi contributi di studiosi che hanno risposto alla call per partecipare al secondo “workshop on gender” nel marzo 2016 in fase di organizzazione. Il convegno sarà articolato in due parti. Una prima parte vedrà raccolti in plenaria tutti gli studiosi interessati, le autorità, le imprese femminili, le associazioni di categoria e, naturalmente gli studenti. Nella seconda parte saranno organizzate session parallele divise in aree disciplinari (economico aziendale, storico giuridica, sociologica, statistica) all’interno delle quali gli studiosi che ad oggi hanno chiesto di partecipare con i propri lavori potranno presentarle proprie ricerche e confrontarsi sul tema. Ipazia cresce, auguri Ipazia! Prof.ssa Paola Paoloni Docente di Economia aziendale Università Niccolò Cusano
VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 5 GENNAIO 2016
industria, disabilità e cultura
progeo una vocazione internazionale L’azienda veneta è da oltre vent’anni impegnata nella fabbricazione di carrozzine Lo stile e la praticità degli ausili hanno conquistato il mondo Esporta anche in Canada e Australia Sul Palazzo della Civiltà italiana c’è una scritta che riassume la vocazione dei nostri concittadini, un «popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori». Forse andrebbe aggiunta qualche professione, magari quelle artigiane, perché nel Paese c’è un expertise non indifferente in alcuni settori che fa scuola in tutto il mondo per qualità e innovazione. A Castagnole di Paese, in provincia di Treviso, da oltre vent’anni c’è un’azienda con trenta dipendenti che a tutto diritto si può definire a vocazione artigiana, anche se l’oggetto finale spesso, ma erroneamente, non viene considerato tale. ESPERIENZA. Da oltre 20 anni,
la Progeo è impegnata nella fabbricazione di carrozzine, con un catalogo molto ampio in grado di soddisfare necessità in qualsiasi ambito. «Abbiamo una cura particolare per il disabile attivo – spiega Manuela Innocente, responsabile qualità dell’azienda – e un’attenzione spiccata per il design e la ricerca di materiali innovativi, nonostante questa sia dispendiosa dal punto di vista economico». La Progeo è una realtà nel panorama italiano e riesce a operare in tutto il Paese: «Arriviamo ovunque. E’ necessario fare una distinzione sul nostro brand legato alla sua distri-
time credenziali, virtualmente firmate dagli atleti di tennis e basket in carrozzina: «Abbiamo due linee dedicate proprio a queste due discipline, rispettivamente la T-Game e la B-Game. La nostra professionilità - aggiunge Innocente - mi spinge però a dire che gli ausili per l’attività sportiva richiedono un supporto tecnico non indifferente, ricambi personalizzati e una vicinanza continua con l’atleta che comporta molto impegno. Per questo motivo, non ne realizziamo molti se con-
T-Game e B-Game sono le due linee esclusive dedicate allo sport
buzione. La società è composta da due marchi: Rehateam, che opera in Italia, e Progeo, che è destinato all’esportazione. Serviamo, infat-
ti, gran parte dell’Europa, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda. Gianfranco Pivato e Luciano Nosella sono gli amministratori delegati e
La Progeo offre anche molte possibilità di personalizzazione
frontati con il resto della produzione». PERSONALIZZARE.
Sul sito ufficiale della Progeo è presente uno strumento molto interessante che può essere sfrut-
la guida dell’azienda», spiega ancora. AUSILI PER LO SPORT. In ambito sportivo, la Progeo gode di ot-
tato tanto da disabili quanto dai distributori: «Si tratta di un configuratore gratuito, da scaricare sul proprio computer - spiega la Innocente che permette di disegnare un ausilio, scegliendo materiali, colori e optional. Poi, una volta ricevuto questo modello unico, noi prepariamo uno studio di fattiblità e rimandiamo al mittente la configurazione ottimizzata e pronta per la realizzazione». In un settore in forte evoluzione e con una crescente richiesta di personalizzazione, la creatività e lo spirito innovativo della Progeo rappresentano quindi la certezza di poter soddisfare ogni tipo di necessità degli atleti disabili, e non solo. © Copyright Università Niccolò Cusano
l’iniziativa
Liberi di danzare, anche sulla sedia a rotelle In provincia di Cuneo l’associazione D’Anziké ha tenuto tre giorni di stage aperti a tutti Tra gli istruttori Marilena Goria, coreografa nel 2006 delle Paralimpiadi invernali di Torino
Si chiama “Liberi di danzare” l’iniziativa che si è tenuta nei giorni scorsi ad Ormea, cittadina in provincia di Cuneo, dove l’associazione D’Anziké ha organizzato uno stage rivolto ad allievi (disabili e non) e a insegnanti desiderosi di apprendere questa disciplina. Docenti provenienti da tutta Italia hanno curato le lezioni: in particolare, le lezioni di danza in carrozzina sono state tenute da Ma-
rilena Goria, che da anni a Torino si interessa a questa disciplina e che fu la coreografa della danza in carrozzina durante la cerimonia di apertura alla Paralimpiadi Invernali di Torino 2006. il SOGNO. Lo stage, ideato e
curato da Susanna Campo e Alessandra Giovana, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, il patrocinio del Comune di Ormea e in col-
laborazione con l’Associazione DiscesaLiberi, nasce con l’intento di realizzare il sogno “danzante” di tutti coloro che, fino a oggi, non hanno avuto accesso alla danza, consentendo alla disciplina stessa di diventare una forma di espressione senza barriere e aperta a tutti. sulla neve. Nell’autunno del 2011 è stata costituita, con atto notarile, l’A.S. Di-
scesaLiberi con sede operativa a Prato Nevoso, in provincia di Cuneo, con la finalità di avviare - senza alcuno scopo di lucro agli sport invernali persone disabili. L’associazione si occupa quindi di promuovere, insegnare, facilitarne la pratica, fornire materiali, occuparsi dei trasporti quando occorre, fornire supporto tecnico e assistenza medica.
Il progetto di inclusione dell’associazione D’Anzikè
© Copyright Università Niccolò Cusano
filosofia
I fumetti per trovarsi faccia a faccia con Platone
Blake e Mortimer, un fumetto del belga Jacobs
«I filosofi hanno spesso a che fare con le nuvole, con la testa tra le nuvole di Talete, con il Socrate delle Nuvole di Aristofane, con l’irregolarità delle nuvole-orologi che regolano la nuova fisica del Novecento; non dovrebbero dunque trovarsi a disagio tra le nuvolette dei comics». Ne è convinto Andrea Sani, professore di storia e filosofia al Liceo Classico Galileo di Firenze. Sani si è occupato di cinema e di fumetti in molti dei suoi libri ed è stato recentemente ospite della rubrica “I fumetti e la filosofia” in onda su Radio Cusano Campus nel corso del format “Giochi a fumetti”. Sono due,
filosofia del fumetto vera e propria, che consiste nel ricercare nella storie la presenza di tematiche filosofiche.
Il professor Sani analizza in un saggio i legami della saga Blake e Mortimer con il Timeo e il Crizia
SUCCESSO. E’ quello che ac-
I due dialoghi rappresentano la prima e unica testimonianza sulla civiltà di Atlantide Un busto di Platone
secondo Sani, gli approcci possibili della riflessione filosofica applicata al fumetto. L’estetica del fumetto ov-
vero l’analisi del linguaggio dei fumetti, come questi si differenziano dalle altre forme di comunicazione. Poi la
cade ad esempio in un albo del 1957 di Blake e Mortimer, una serie a fumetti creata dallo scrittore e disegnatore belga Jacobs della quale Sani si occuperà nello specifico in un libro di prossima pubblicazione “Blake e Mortimer. Il realismo fantastico della linea chiara. Scienza, fantascienza e filosofia nella saga a fumetti creata da E.P. Jacobs” (Alessandro Editore). Jacobs è un autore belga che ha creato Blake e Morti-
mer nel 1946. Le prime storie sono state pubblicate sul settimanale Tin Tin e rientrano nello stile della linea chiara, della scuola di Bruxelles. Fumetti dallo stile elegante e ben documentato con i protagonisti che vivono avventure di carattere fantascientifico e hanno tuttora un grande successo in Francia. ENIGMA. Nell’Enigma di At-
lantide la filosofia è protagonista, in particolare quella platonica. Jacobs si ispira apertamente a due dialoghi di Platone, il Timeo e il Crizia che rappresentano la prima e unica testimonianza sulla civiltà di Atlantide.
Platone nel Timeo racconta che Atlantide era situata oltre lo stretto di Gibilterra e che sia poi sprofondata nel giro di una notte. Nel Crizia Platone parla ancora della civiltà di Atlantide descrivendo, tra l’altro, l’acropoli con mura ricoperte da un metallo ignoto chiamato oricalco. Jacobs nell’albo riprende questi aspetti e rende omaggio a Platone disegnando il re di questa civiltà con i tratti di Platone, rappresentati in un busto attribuito a Silanione esposto al Louvre. Sfogliando le pagine di Blake e Mortimer vi troverete così faccia a faccia con Platone. © Copyright Università Niccolò Cusano
martedì 5 GENNAIO 2016
unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
La cusano racconta la serie d
il punto sul girone h
il personaggio
il grande ritorno napoli nel cuore delle sei sorelle attenti a barone La corsa promozione riparte nel giorno dell’Epifania Il fantasista del Marcianise, cresciuto in azzurro, con la prima giornata di un girone tutto da vivere attende gli “universitari”: «Possiamo superarli»
Impegni esterni per le prime due della classifica Virtus Francavilla e Francavila in Sinni
Classe ’95, ha messo a segno cinque gol da inizio stagione: «Questo campionato è una piccola C2»
L’UnicusanoFondi atteso a Marcianise Anche Pomigliano, Nardò e Taranto a caccia dei tre punti
«Le squadre pugliesi investono molto, ma anche i fondani hanno le carte per arrivare primi»
Eccolo il girone H del campionato di serie D. Anche per il raggruppamento del centro sud, tra i più intensi e appassionanti, in testa come nella coda della classifica, arriva il momento di tornare in campo e di mettere in archivio le due settimane di vacanza che hanno fatto seguito alle gare prenatalizie.
Alcune scelte si pagano e c’è ancora molto tempo per incassare il dovuto. Vincenzo Barone, talento napoletano classe 1995, sogna ancora in grande. Punto di riferimento della Progreditur Marcianise, il fantasista ha militato per undici anni nel Napoli. «Dopo otto anni di settore giovanile arrivai in Primavera – racconta Barone a Radio Cusano Campus – quella volta ebbi l’occasione di giocare la finale di Coppa Italia di categoria contro la Juventus. Purtroppo non andò benissimo perché perdemmo, ma l’aver giocato al San Paolo davanti a 30mila persone è un ricordo che porterò sempre con me».
BATTISTRADA. Si riparte do-
mani, giorno dell’Epifania, si riparte dalla prima giornata del girone di ritorno, che di fatto apre una seconda fase nella quale non mancheranno spunti di interesse, anche alla luce dei movimenti di mercato che hanno cambiato il volto di diverse squadre. Si riprende con le due battistrada entrambe impegnate in trasferta, al cospetto di due formazioni impegnate nella lotta salvezza, e che potranno essere decisamente scomode: la capolista pugliese Virtus Francavilla giocherà ad Aprilia, sul campo della formazione laziale che ha appena cambiato guida tecnica (da Venturi a Fattori) e che avrà dunque tutte le motivazioni per cercare qualcosa di importante, mentre i lucani del Francavilla in Sinni, secondi della classe, giocheranno a Gallipoli: neanche a farlo apposta, le due compagini di casa sono entrambe penultime - attualmente tagliate fuori dal gioco salvezza, visto che il divario dalla sestulti-
Francavilla in Sinni, la seconda forza del Girone H sarà ospite del Gallipoli nel turno di domani
ma posizione è ben oltre gli otto punti previsti dal regolamento come soglia minima per prendere parte ai play out - e dunque assai motivate a partire in questo 2016 con il piede giusto. INSEGUITRICI. Non da meno
sarà l’impegno dell’UnicusanoFondi, alle prese con una squadra invischiata nella lotta retrocessione. Il Marcianise, in piena bagarre nella zona play out, rappresenta un avversario scomodo, al cospetto del quale gli uomini di Sandro Pochesci dovranno presentarsi con l’atteggiamento mentale dei giorni migliori se vorranno centrare il risultato pieno. Anche perché il turno che apre il nuovo anno si apre a diverse situazioni interessanti, legate alla trasferta del Pomigliano sul campo del Serpentara, formazione che ambisce a salvarsi e che ha terminato la prima fase del torneo in crescendo, e alle partite delle due compagini che completano il gruppo delle sei formazioni di testa. Due partite casalinghe, come quella del Nardò, che spera di ritro-
vare contro il Picerno ultimo della classe la vittoria che manca da diverse settimane, e quella del Taranto, la squadra più attesa nella parte alta, che non nasconde di voler superare l’ostacolo Manfredonia per cercare di trovare lo slancio e mettere da parte gli alti e bassi che hanno caratterizzato il girone d’andata rossoblù. LE ALTRE. Interessanti anche
gli altri confronti del turno
infrasettimanale, come il match tra Turris e Isola Liri, entrambe desiderose di allontanarsi in fretta dalla zona che scotta, e il confronto che opporrà il San Severo al Torrecuso, smaniose di voler consolidare la propria posizione, per tenere alla larga i pericoli. Infine, match casalingo per il Potenza contro il Bisceglie: in palio ci saranno tre punti che farebbero davvero comodo a entrambe. © Copyright Università Niccolò Cusano
RIMPIANTI. Dopo l’esperien-
Vincenzo Barone, talento della Progreditur Marcianise
za al Napoli, Barone andò al Lanciano per poi cominciare il suo percorso in serie D. Vico Equense prima, Arzanese e Marcianise poi: tutte piazze che stanno arricchendo il bagaglio calcistico del classe ’95. Alla fine ognu-
unicusanofondi
giovanissimi regionali
E nel weekend tocca al settore giovanile Il prossimo fine settimana porterà a pieno regime anche l’attività del settore giovanile dell’UnicusanoFondi. Se i Giovanissimi regionali hanno già iniziato, e domenica prossima saranno ospiti del Calcio Sezze in una gara non certo impossibile, per le altre squadre rossoblù sarà l’esordio ufficiale nel nuovo anno. Inizierà sabato pomeriggio la Juniores Nazionale, che sul campo dell’Astrea nella prima di ritorno ripartirà dal primo posto conseguito al termine della prima
parte della stagione. Domenica mattina, entrambe sul campo amico di Madonna degli Angeli, toccherà alle formazioni di scena nei campionati provinciali: si comincerà con i Giovanissimi, che ospiteranno i pari età del Bassiano, e a seguire saranno di scena gli Allievi, che puntano a consolidare il primo posto sin qui conseguito nel confronto diretto con la Don Bosco Gaeta. Far bene contro gli oratoriani, significherebbe davvero spiccare il volo.
no ha, probabilmente, la carriera che si merita, ma Barone non può pensare a quello che sarebbe potuto essere: «Il rimpianto più grande è stato andarmene via dal Napoli. Ancora oggi ci ripenso, sarebbe stato tutto diverso.
Giovanissimi regionali, Nogarotto in azione
CLASSIFICA Pt La Selcetta 34 Sermoneta Calcio 31 Aprilia 28 Albalonga 26 Pomezia Calcio 21 Borgo Podgora 1950 18 Virtus Nettuno 17 UnicusanoFondi 16 Pontinia 12 Anzio Calcio 11 Calcio Sezze 11 Sabotino 8 Unipomezia Virtus 1938 8 Agora 8 Don Bosco Gaeta 7 Priverno Calcio -
Ho avuto problemi con il tecnico di allora e presi la decisione di cambiare casacca. Lì ho avuto modo di giocare con ottimi calciatori, da Roberto Insigne, fratello di Lorenzo, a Tutino». La fortuna non lo ha aiutato, questo è sicuro. Aveva firmato con La Spezia per andare lì in prestito ma il giorno prima di concludere l’affare uno stiramento fermò la partenza per la Liguria. Ora, con la Progreditur Marcianise, Barone ha già siglato 5 gol: «La D è un campionato vero – dice Barone – penso sia un campionato più formativo rispetto a quello Primavera, lo consiglierei a tutti. O la Primavera si fa a livelli importanti, con società che puntano veramente sul settore giovanile, oppure è meglio giocare in D e mettersi in mostra sul serio». Inoltre, c’è la possibilità di avere vicino calciatori esperti, in grado di consigliare i più giovani: «Sono amico stretto di Giovanni Baratto, mi tratta come un fratello minore. Tutti gli esperti si comportano in maniera squisita qui con la Progreditur ma anche in passato sono stato fortunato». LA SFIDA. Domani arriva l’U-
nicusanoFondi, una delle pretendenti alla vittoria del girone H: «Questo raggruppamento è una piccola serie C2 – afferma Barone – le formazioni pugliesi, così come l’UnicusanoFondi, investono molto. Ci sono giocatori di categoria superiore, non c’è dubbio. I fondani verranno a Marcianise per fare punti. Loro vogliono vincere con tutte. Ci conoscono e non credo che ci lasceranno molti spazi. Anche noi possiamo fargli male, speriamo il tempo ce lo permetta – conclude l’attaccante, sperando nel sole - altrimenti verrà fuori una partita, diversa, certamente “maschia”». © Copyright Università Niccolò Cusano