UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
Paratriathlon Ferrarin, a Rio per una medaglia
Special Olympics Sulle nevi di Bormio per i Giochi Nazionali
> A PAGINA IV
Serie D Perinetti e il sogno del grande Venezia
> A PAGINA VI
ALE & FRANZ
> A PAGINA VII > A PAGINA II
> Vizi, manie e virtù: la psicologia umana messa in scena dal duo comico
Foto Maurizio Raspante
RICERCA
imprese
Le sfide sanitarie per un mondo migliore
Autonomia e leggerezza l’ausilio diventa elettrico
> A PAGINA III
> A PAGINA V
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IL PUNTO
La nostra visione del calcio
QUESTIONE DI SPIRITO
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martedì 19 GENNAIO 2016 www.corrieredellosport.it
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Un progetto importante ha sempre alla base una visione d’insieme dei valori e dei principi a cui fare riferimento. Un progetto complesso ed esaltante, come quello di una squadra di calcio di proprietà di un Ateneo, non può che svilupparsi da una visione di questo sport diversa da quella a cui siamo abituati. Ecco perché, a prescindere dalla sconfitta in campo, non gradisco determinati atteggiamenti che, purtroppo, hanno caratterizzato l’ultima partita giocata dal mio team. L’UnicusanoFondi rappresenta un unicum nel calcio italiano, che ha come obiettivo principale quello di diffondere i valori e la cultura della ricerca scientifica, che vince sempre, indipendentemente dal risultato. Questo patrimonio culturale comprende ovviamente anche gli aspetti sportivi. Proprio per questo, la sconfitta va sempre accettata con un atteggiamento degno di quello che rappresentano la squadra e l’Università. Non sono tollerabili, quindi, comportamenti volti a contestare in modo isterico le decisioni, giuste o sbagliate, prese dall’arbitro in campo. I tre punti sono importanti, ma non tanto da sacrificare la buona educazione. Noi dell’Università Niccolò Cusano, e quindi dell’UnicusanoFondi Calcio, facciamo riferimento a un modello anglosassone. In quella dimensione calcistica, il direttore di gara è considerato parte del gioco e i suoi errori sono valutati alla stregua di quelli dei calciatori e degli allenatori. Queste cose sono state chiarite, precisate e ribadite più volte a tutto il team e allo staff tecnico, dal momento in cui la Cusano ha preso possesso della gestione della squadra. Mi trovo quindi a disagio nel dover ribadire concetti ormai chiari a tutta Italia, grazie alla nostra opera di comunicazione. Proprio per questo ho deciso di sanzionare la squadra e l’allenatore. Quanto accaduto contro il Serpentara non dovrà più ripetersi. Energie mentali e fisiche andrebbero spese esclusivamente per dare il massimo in campo. Isterismo e panico sono i fratelli della sconfitta. Stefano Bandecchi Patron UnicusanoFondi Calcio
II unicusano focus CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 19 GENNAIO 2016
RICERCA
stress visivi
acquisti inutili
Attenzione a pc, tablet e smartphone
Quando lo shopping è compulsivo
Spasmi, tic e tremolii della vista sono abbastanza diffusi. Tra le loro cause più frequenti – e in genere fonte di qualsiasi stress visivo - c’è anche l’affaticamento da computer, tablet e smartphone.
Nonostante non sia ancora stato definito con assolutezza, lo shopping compulsivo può essere considerato un vero e proprio disturbo, caratterizzato da un impulso irrefrenabile a fare acquisti inutili o eccessivi.
ALE & FRANZ tic e manie? ridiamoci su Nel nuovo spettacolo il duo comico viaggia nella psicologia e nei mille lati delle persone vati all’allestimento definitivo di uno spettacolo comico che propone vari incontri faccia a faccia. Raccontiamo quello che vediamo, i tanti lati dell’essere umano».
Fino al 24 gennaio all’Ambra Jovinelli è in scena “Tanti lati Latitanti”, poi il tour in tutta Italia
Ridere delle manie, ossessioni e ingenuità che inevitabilmente fanno parte di ognuno di noi è la soluzione giusta per vivere meglio? «Sul palco ci piace incontrarci e scontrarci: siamo prima due amici che si ritrovano dopo tanti anni, poi due vecchietti che ricordano il passato. Da questi scontri nascono le scintille della comicità».
«Si può scherzare su tutto ma mai offendere la coscienza altrui» spiega Franz Ridere della “follia” dell’essere umano, portare in scena sogni, manie, ossessioni, modi di dire, gli incontri e gli scontri da cui nascono le scintille della comicità. Fino al 24 gennaio, Ale&Franz, al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, sono i protagonisti di “Tanti Lati – Latitanti”, uno spettacolo che nelle prossime settimane farà il giro d’Italia: Verona, Firenze, Genova, Torino, Bologna e Napoli per citare alcuni palcoscenici. «Divertire il pubblico è insieme un onore e una grande responsabilità», spiega Francesco Villa, il Franz della coppia. Come nasce lo spettacolo? «Nasce da due anni di lavoro nei piccoli teatri: provando e riprovando, siamo arri-
Ale & Franz, una delle coppie comiche più famose e brillanti del panorama comico nazionale
Nel vostro privato avete qualche ossessione? «Chi non ne ha… Con Ale (Alessandro Besentini, ndr), Antonio De Santis e Alberto Ferrari, che è anche il regista dello spettacolo, costruiamo le storie, cerchiamo spunti e mettiamo insieme i punti di vista fino a trovare l’abito che calzi meglio a ciascun personaggio. Siamo davvero artigiani della parola. Ma il nostro grande riferimento è sempre la reazione del pubblico».
Un momento dello spettacolo
foto giacomo saviozzi
Bisogna essere un po’ psicologi per portare in scena l’essere umano. «Scrivendo, si conosce sempre di più il personaggio che
Lo show è in scena fino al 24 gennaio all’Ambra Jovinelli di Roma foto giacomo saviozzi
si sta creando. Sai che non direbbe mai un certo tipo di cosa. Più vai avanti nel plasmarlo, più capisci che strada sta prendendo. C’è bisogno di tempo per capire bene la personalità del personaggio che si porta in scena. Un po’ psicologi bisogna essere». Personalmente, cosa fai per vivere meglio? Hai buone abitudini a tavola? «Sono sempre stato molto attento all’alimentazione. Credo che si debba imparare a mangiare in modo sano come si impara a leggere e
l’intervento
Fumo, diete e altri buoni propositi le sfide vanno affrontate per gradi E’ ampiamente provato che dopo le festività natalizie molte persone sperimentano stati ansiosi. Tra i fattori in grado di esacerbare la crisi postvacanziera vi è sicuramente la percezione di non essere in grado di perseguire i propositi di cambiamento di stili di vita elaborati durante le vacanze. “Staccare” dalla routine significa molte volte trarre dei bilanci anche sui propri stili di vita e formulare degli obiettivi che si fa fatica a ottemperare. Dopo aver riposto l’albero e le decorazioni natalizie, la frustrazione derivante da un inutilizzo dell’abbonamento alla frequentazione di una palestra o da altri propositi le-
L’inizio dell’anno coincide spesso con la voglia di cambiare il proprio stile di vita L’errore più frequente è “correre”: molto meglio formulare un programma realistico a tappe gati al cambiamento di stili di vita malsani può aumentare durante il prosieguo dei mesi invernali.
un passo alla volta. La for-
mulazione di obiettivi graduali e rimodulabili. La professoressa Susan Michie, dell’University College di Londra, ha coordinato il gruppo di psicologi della salute della società britannica di psicologia nella formulazione delle linee guida nel cambiamento di comportamento. Uno dei primi suggerimenti riguarda la formulazione dell’obiettivo di cambiamento. Per un fumatore ostinato elaborare un obiettivo del tipo: «Dall’1 gennaio smetto di fumare» può essere in molti casi difficile da perseguire e quindi irrealistico. Secondo la Michie, «la cosa
più importante è la formulazione di un programma di cambiamento graduale». Sarebbe quindi opportuno formulare obiettivi «passo dopo passo», rendendoli più specifici e misurabili nel tempo. Ad esempio, «vado in palestra due volte alla settimana: il martedi e il giovedi dalle 12 alle 14.00»; oppure «inizio a diminuire il numero di sigarette, fumando alle ore 10 e alle ore 18». Un’ulteriore caratteristica è che gli obiettivi siano realistici. Ad esempio un errore che spesso si commette nel voler dimagrire è l’intraprendere diete “fai da te” percepite il più delle volte come una “punizione”
per i comportamenti alimentari finora avuti. Un suggerimento per rendere un obiettivo maggiormente realistico consiste nel non avere remore nel rimodularlo. Se ci si accorge che è troppo impegnativo andare quattro volte a settimana in palestra si può provare con tre o con due. VIZI. Cambiare un comporta-
mento alla volta. Molte volte i comportamenti malsani si sviluppano e si sommano tra loro nel corso del tempo. Analogamente, il cambiamento di più comportamenti malsani richiede tempo. Un errore comune è che si possa cambiare tutto e subito. Invece, sarebbe
scrivere. Già da ragazzi bisognerebbe essere consapevoli di cosa comporta scegliere un’alimentazione errata». Che rapporto hai con lo sport? «Vado a fasi alterne. Ci sono periodi in cui faccio lunghe camminate, anche bicicletta e spinning. Quando siamo in tournée si mangia tardi ed è difficile allenarsi con regolarità».
so che non abbiamo ancora toccato. Sicuramente ci arriveremo perché il salutismo sta diventando sempre più frequente». Di cosa non si può davvero ridere? «L’importante è non offendere la coscienza altrui. Non penso si possa ridere di tutto: su alcune cose, come per esempio le malattie, non si deve scherzare».
Si può ridere degli eccessi di salutismo? «Onestamente è un discor-
Crisi economica, disoccupazione, terrorismo. Quanto è difficile, rispetto
più opportuno impegnarsi a cambiare un comportamento alla volta. Lavorare sulle ricadute. Un’aspettativa erronea che frequentemente caratterizza coloro che tentano di cambiare un comportamento malsano riguarda la linearità del processo di cambiamento: decido di cambiare e di conseguenza cambio comportamento. In realtà le scienze psicologiche testimoniano che cambiare abitudini fortemente radicate negli anni significa intraprendere un percorso tortuoso dove le ricadute e i fallimenti sono eventi normali e gestibili. Il consiglio è di non scoraggiarsi se per una settimana non ci è stato possibile andare in palestra. Capita a tutti avere alti e bassi nel perseguimento di un compito. L’importante è perseverare.
e rendere il percorso verso il cambiamento più piacevole. E’ gratificante discutere con gli amici dei progressi nella dieta e delle sigarette non fumate, condividere i pasti o correre nel parco: dividere e condividere le esperienze e i successi
a vent’anni fa, far ridere e perché è importante farlo? «In vent’anni abbiamo visto cambiare tanto il nostro pubblico, a partire dal fatto che prima era la televisione ad avere un ruolo centrale nel farci conoscere. Sapevamo che chi veniva a teatro ci conosceva attraverso il piccolo schermo. Negli ultimi tempi questo meccanismo si è rotto, hanno preso piede altre forme di comunicazione come youtube. Il nesso tv-teatro non esiste più ma siamo stati fortunati a far parte della generazione che ne ha beneficiato. Ci accorgiamo di avere un pubblico di affezionati ma anche di come il pubblico sia cambiato. I comici oggi hanno un ruolo importante perché il momento è difficile: sappiamo che se prima la gente vedeva a teatro dieci spettacoli all’anno ora magari ne vede due. Se rientri in quei due è un grande onore, è sia gratificante sia una grande responsabilità. L’impegno deve essere sempre massimo». Siete una coppia di comici da oltre vent’anni. Qual è il segreto? «Ci svegliamo la mattina e abbiamo sempre qualcosa da dirci. La chiave è condividere progetti insieme». © Copyright Università Niccolò Cusano
è fonte di gioia e soddisfazione ed è il più grande motore del cambiamento. Prof. Renato Pisanti Docente di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Università Niccolò Cusano
CONDIVISIONE. Condividere
le esperienze. Cambiare un comportamento attecchito nel tempo è un processo oneroso che richiede molte energie. Potrebbe essere approvato da un familiare o amico con cui condividere le gioie e le fatiche
Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: ufficiostampa@unicusano.it
martedì 19 GENNAIO 2016
UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
ricerca e cultura
dall’aids alla tubercolosi emergenze del nuovo anno
Fra i timori anche un’Africa senza medici locali. Il professor Morrone: «In un continente destinato a vedere aumentare la popolazione mancheranno i pediatri, figure fondamentali» Sulla rivista scientifica Plos Medicine anche le previsioni sulle possibili scoperte nei Paesi in via di sviluppo
studenti
Ansia da esame? Alleniamoci a combatterla
L’esperto di medicina delle migrazioni: «Mancano risorse e formazione per i tirocinanti» Il nuovo anno porta con sè buoni propositi e nuove sfide da affrontare. Anche per il mondo della scienza e della ricerca medica di fatto è lo stesso. Almeno secondo alcuni medici e scienziati a cui la prestigiosa rivista di divulgazione scientifica Plos Medicine ha chiesto di elaborare le loro previsioni di sviluppo e le possibili scoperte nei rispettivi ambiti, sulla base di quanto accaduto nel 2015. Molti di loro sono medici operanti in quel contesto di medicina delle migrazioni che rappresenta ad oggi il terreno delle più grandi sfide del futuro, sfide che riguardano ad oggi non solo i Paesi in via di sviluppo. tbc. Philipp du Cros di Me-
In Africa, nei prossimi 50 anni, la popolazione aumenterà di un miliardo
Durante gli esami l’ansia può distruggere i processi mentali
La mancanza della figura del pediatra rappresenta un allarme di larga portata
Per i tirocinanti mancano le risorse
e il delamanid. Più a lungo termine le priorità riguardano l’organizzazione di nuovi trial clinici per definire quali sono le più efficaci combinazioni di farmaci che consentano regimi di più breve durata e più efficaci».
ti nei prossimi 50 anni, vede mancare una figura fondamentale quella del Pediatra. E’ una figura che non c’è un po’ perché le famiglie non hanno risorse per pagare un pediatra, un po’ perché manca la possibilità che i tirocinanti possano svolgere delle ore di formazione con figure formate in pediatria. Si potrà dunque vedere nel giro di pochi anni un continente, con la più alta natalità del mondo, privo della figura dello specialista in pediatria».
dici Senza Frontiere guarda alla tubercolosi come sfida dell’anno. In modo particolare contro le forme farmacoresistenti. I casi sono in aumento e l’emergenza non è più solo un problema dei Paesi in via di sviluppo. Secondo l’esperto i trattamenti attualmente impiegati risultano troppo lunghi (due anni in media) e troppo costosi oltre che eccessivamente tossici. «Nel 2016 sarà necessario migliorare la disponibilità e l’accesso ai nuovi farmaci, come la bedaquilina
James Tumwine, professore di Pediatria alla Makerere University in Uganda teme di vedere presto un’Africa senza medici africani. Una riflessione generata dalla scarsità di risorse e dall’iniquità di un sisteCARENZE.
ma sanitario, quello africano, che rende praticamente impossibile alle famiglie a basso reddito, la maggior parte di quelle residenti in Uganda, accedere alla formazione universitaria. L’aspetto clinico e sanitario è segnato, sempre secondo il professor Tumwine, dalla mancanza di strumentazioni, di kit diagnostici e di farmaci. A tal proposito è d’accordo anche il professor Aldo Morrone, fra i massimi esperti italiani di medicina delle migrazioni, che ai microfoni di Ra-
dio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano ha commentato come: «Le affermazioni di Tumwine sono drammaticamente vere. In diversi paesi Africani è garantito agli studenti meritevoli l’accesso alla facoltà di medicina e quindi la possibilità di laurearsi. Il problema è più complesso quando si tratta della scelta della specializzazione. Il paradosso è che in Africa, che è un paese destinato a vedere un aumento della popolazione di oltre un miliardo di abitan-
malattie sessuali. Infine, il dottor Nicola Low, dell’Institute of Social and Preventive Medicine, dell’Università di Berna, convinto che anche per questo 2016 una grossa sfida sarà rappresentata dalla lotta all’Aids e al ritorno della sifilide. Le malattie a trasmissione sessuale restano, per il medico svizzero, una delle grandi piaghe del nostro secolo. In particolare la sifilide rappresenterebbe la maggiore patologia a trasmissione materno-fetale. © Copyright Università Niccolò Cusano
Indira Gandhi, la svolta compie 50 anni
MODERNIZZAZIONE. Le linee di-
rettrici della sua politica furono caratterizzate, sin dagli albori, da una chiara volontà di accelerare il processo di modernizzazione del paese. Allo scopo, ad esempio, di creare un nuovo sistema creditizio, capace di appoggiare le attività economiche anche dei piccoli operatori del mondo rurale, la Gandhi, già nel 1969, scelse di nazionalizzare le 14 maggiori banche private in-
L’ansia da esame è dovuta ad un’insicurezza inerente alle proprie capacità e ha conseguenze distruttive sulla concentrazione e sulla qualità dell’apprendimento. A contrasto del fenomeno l’auto-efficacia è data invece dall’interazione tra comportamento e apprendimento e riduce il livello d’ansia da esame. Gli individui con una bassa auto-efficacia hanno pensieri molto pessimisti riguardo le loro abilità e una percezione negativa del risultato della valutazione a cui sono sottoposti. Esistono diversi fattori; demografici, culturali, psico-sociali, che incidono sull’auto-efficacia e sulla percezione di sé. Una buona auto-efficacia porta a buoni risultati, mentre una bassa percezione di sé generalmente causa ansia. L’ansia che gli studenti percepiscono è stata studiata sia qualitativamente che quantitativamente, studi evidenziano che la fiducia in se stessi è strettamente collegata all’ansia da esame. Secondo alcuFATTORI.
L’ANNIVERSARIO
Il 19 gennaio del 1966 Indira Priyadarshini Gandhi prese la guida dell’Unione Indiana, divenendo la prima donna a capo di uno Stato dell’Estremo Oriente. Figlia di Jawaharlal Nehru, già presidente dell’India, Indira nel 1938 entrò a far parte del Partito del Congresso e partecipò attivamente alla lotta per l’indipendenza, ottenuta nell’agosto del 1947.
L’ansia da esame, definita come costrutto separato dall’ansia, si verifica quando gli individui si trovano in situazioni di valutazione, com’è stato formalmente testato in ambienti educativi attraverso numerosi studi. L’ansia può essere debilitante e può distruggere i processi mentali, specialmente nel momento in cui si viene sottoposti a prove valutative, come nel caso delle esami accademici, influendo in maniera consistente sulla performance. Generalmente si ritiene che bassi gradi di ansia possano agire come motivatori, mentre alti livelli d’ansia siano dannosi. Le manifestazioni d’ansia possono essere: fisiologiche, cognitive o entrambe.
diane, suscitando le forti proteste dei notabili e dei partiti di destra. In politica estera, il primo ministro cercò di rendere l’India il più possibile impermeabile ai condizionamenti provenienti dalle due superpotenze Stati Uniti e Unione Sovietica. In tale prospettiva, si sviluppò il suo tentativo di rafforzare il Movimento dei non allineati, sorto materialmente già nel 1955 nel corso della Conferenza di Bandung in Indonesia, che aveva come primaria finalità quella di dare vita a un blocco di Stati capaci di proporre una politica indipendente sia dall’Est che dall’Ovest. IL SUCCESSO. Nelle elezioni del 1971, Indira Gandhi riuscì a ottenere una clamorosa affermazione politica che, come ha sottolineato Michelguglielmo Torri nella sua Storia dell’India, poteva essere spiegata con la decisio-
ne del mondo imprenditoriale e soprattutto delle élite rurali di votare a favore del Partito del Congresso, nonostante la retorica populista-marxista della sua leader, che finì peraltro per avvicinare il paese all’Unione Sovietica, dalla quale accettò un consistente aiuto finanziario nel corso della terza guerra indo-pakistana. POTERI. Favorevole all’indipen-
denza del Bangladesh, Indira Gandhi, già dal 1970, optò per una svolta autoritaria, grazie a una significativa estensione dei poteri in capo al primo ministro e attraverso il potenziamento dei servizi segreti, con la costituzione della Research and Analysis Wing (Raw). Il soffocamento delle istanze democratiche fu da lei completato il 26 giugno del 1975, quando, in base alla dichiarazione di uno stato di emergenza interna, assunse poteri dittatoriali
che si tradussero, tra l’altro, nella possibilità di detenere senza processo gli oppositori politici, e nella censura dei mezzi di informazione. RIVOLTA. Fu soprattutto il falli-
mento della sua politica economica a causarne la sconfitta nelle elezioni del 1977. Tornata al potere tre anni più tardi, non modificò la sua impronta autoritaria: nel giugno del 1984, al fine di sedare la rivolta dei sikh nel Punjab, ordinò l’attacco del Tempio d’Oro nella città di Amritsar, provocando la morte di circa 450 persone. Così, nell’ottobre dello stesso anno, due delle sue guardie di origine sikh la assassinarono con 22 colpi di arma da fuoco. Silvio Berardi Professore associato di Storia contemporanea Università Niccolò Cusano
Indira Gandhi, prima donna capo di Stato in Asia
ni autori altri fattori che vengono considerati e che possono influire sull’ansia sono: il numero degli studenti presenti all’interno della classe durante la valutazione, il sistema educativo, i genitori e gli insegnanti che premono sugli studenti. Per conseguire un risultato positivo è quindi necessario, oltre che una corretta preparazione, lavorare sulla propria autostima valorizzando se stessi attraverso l’acquisizione di consapevolezza di quello che si è fatto e definendo obbiettivi chiari e raggiungibili indipendenti dall’esito dell’esame ma riferibili all’esperienza stessa della valutazione. I disturbi d’ansia sono associati ad una riduzione della Variabilità della Frequenza Cardiaca e questo è importante ai fini medici. La conoscenza dell’impatto che ha l’ansia sul cuore può aiutare a prevenire anche malattie cardiovascolari è quindi importante per la salvaguardia della salute, la VFC può esser monitorata ed addirittura regolata attraverso il training autogeno e l’allenamento fisico. Dettò ciò, la preparazione ad un esame si può paragonare ad un percorso di allenamento per il raggiungimento di un traguardo che coinvolge strutture mentali e fisiche che devono essere preparate ad affrontare lo sforzo richiesto per evitare di dover affrontare fenomeni ansiosi che determinerebbero un risultato falsato ed un esperienza negativa. Francesco Peluso Cassese Professore Associato Direttore Laboratorio di Ricerca H.E.R.A.C.L.E. Università Niccolò Cusano Serena Gucciardi Laureata in Psicologia presso Unicusano
IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
sport e disabilità
verso rio 2016, il paratriathlon
Nuoto, corsa e ciclismo: tre discipline per un debutto Il paratriathlon debutterà in ambito olimpico a Rio 2016. Le tre specialità sono il nuoto (750 metri), il ciclismo (20 km) e la corsa (5 km). Lo sport è suddiviso in sei categorie per garantire una corretta competizione tra gli atleti. La TRI1 è riservata a paraplegici, quadriplegici, polio, amputati di entrambe le gambe; devono usare una handcycle sul percorso ciclistico e una carrozzina da corsa nella frazione podistica. La TRI2 è destinata alle gravi disabilità
agli arti inferiori; devono usare la bicicletta e correre con protesi approvate, stampelle o deambulatori. La TRI3 include i malati di sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi celebrale, corridori con doppia amputazione di gambe o paralisi in diversi arti; devono utilizzare una bicicletta e correre con bloccaggi o protesi approvate. La TRI4 è per le disabilità agli arti superiori; devono utilizzare la bicicletta e possono utilizzare
protesi approvate, lacci e fissaggi. La TRI5 indica lieve disabilità agli arti inferiori; devono utilizzare la bicicletta e correre con le protesi approvate. La TRI6 è per ciechi (l’atleta deve avere un massimo di 20/200 di visione con i migliori strumenti di correzione); una singola guida dello stesso sesso è obbligatoria per tutta la gara; atleta e guida sono legati durante la frazione di nuoto e di corsa e devono utilizzare un tandem sulla frazione ciclistica.
il sogno olimpico di un ironman Michele Ferrarin difenderà l’azzurro ai Giochi in Brasile: «Rappresenterò tutto il movimento del paratriathlon» «Le mie prestazioni non sarebbero possibili senza il sostegno della mia famiglia» Michele Ferrarin è un ironman. Ormai l’espressione è stata sdoganata per definire i triatleti, gente che butta giù come se niente fosse tre gare spacca muscoli di nuoto, ciclismo e corsa. Michele, con una disabilità al braccio sinistro, lo pratica da paratleta. E dopo aver già detto la sua nel nuoto (disciplina con cui ha già assaggiato le Paralimpiadi), si è spostato sul paratriathlon, che farà il proprio debutto olimpico a Rio 2016. Ferrarin difenderà i colori azzurri dopo aver fatto razzia di ori agli Europei e ai Mondiali. Lui è una garanzia che il debutto italiano possa essere da podio. Partecipare a una Olimpiade è una grande emozione e già l’hai provata: tenere a battesimo una disciplina lo è ancora di più? «Certo, perché è una prima volta per tutti. La Federazione ha iniziato un progetto da poco, nel 2011, puntando proprio a questo esordio per dare ulteriore dignità al movimento. La soddisfazione è grande e la durezza della discipli-
martedì 19 GENNAIO 2016
la storia
Pallavolo e università da Sara lezioni di vita Il ritorno sul parquet della Anzanello tra emozioni e impegno per lo studio Sara Anzanello non finisce mai di stupire e con un colpo di scena da film struggente di sport è tornata sul parquet da agonista. La sua vicenda va però ripercorsa brevemente per comprendere il suo risultato. Nel 2013 un’epatite fulminante l’aveva costretta ad abbandonare la pallavolo per affrontare la malattia. La sua carriera sarebbe continuata ancora ad altissimi livelli, dove era stabilmente da 15 anni, impreziosendo la sua già ricca bacheca con altri trofei di club e con la nazionale. Ma c’era un’altra partita da giocare, questa volta in solitaria e molto più delicata. “Anza” l’ha affrontata con la stessa grinta e nell’unico modo che ha conosciuto nella sua vita sportiva: da vincente. Superato un trapianto di fegato e una convalescenza dura, Sara è ripartita dal volley, pilastro della sua vita. FORMAZIONE. Da centrale a centro di riferi-
mento del Club Italia, quindi parte integrante della Federazione in qualità di coordinatrice. La società era stata fondata da Velasco nel 1998 – e la Anzanello ne fece subito parte da giocatrice - per formare al meglio le giovani atlete azzurre. Oltre al suo impegno nella formazione delle nuove pallavoliste, Sara aveva dato vita all’Anza Camp, un appuntamento per l’avviamento al volley dedicato a ragazzi e ragazze Under 17 a Jesolo. L’ANNUNCIO. La sua conoscenza della disci-
Ferrarin è campione europeo e mondiale RICCARDO GIARDINA/FITRI
L’atleta paralimpico Michele Ferrarin RICCARDO GIARDINA/FITRI
na fa crescere questa gioia. Io mi sento il rappresentante del lavoro di tutti, atleti e dirigenti, e con la mia partecipazione a Rio mi porto dietro tutto questo. E ne sono molto fiero». Hai iniziato nello sport come nuotatore. Come sei passato al triathlon? «Ero in vasca da normodotato. Poi tra studio e lavoro ho fatto delle scelte ma alcuni miei compagni di squadra si stavano avvicinando a questa
disciplina e mi hanno coinvolto e incuriosito. Siamo a fine anni ’80: è partito tutto da lì». Parliamo di una disciplina che è probabilmente la più dura tra tutte. In che modo ci si prepara quotidianamente, anche dal punto di vista degli allenamenti? «Eh, bella domanda… Durante la settimana l’incastro è veramente difficile. Mi alleno la mattina prima di andare al lavoro, e poi prose-
guo durante la pausa pranzo. Vorrei fare qualcosa anche la sera ma entrano in ballo la stanchezza e soprattutto la mia famiglia, con cui ho sempre voglia di passare del tempo. Nel fine settimana ho più possibilità, quindi sfrutto il weekend per l’uscita lunga in bicicletta o i doppi di corsa. Se dovessi spiegare un criterio secondo cui gestisco la mia vita da atleta, direi “prima la famiglia e poi il lavoro”. Per fortuna i miei affetti mi aiutano tanto e da quest’anno ho anche una maggiore libertà sul posto di lavoro grazie alla disponibilità del mio direttore». Ti alleni da solo? «Praticamente sì. Ho un programma concordato con il mio staff tecnico, e che seguo con precisione. Poi mi
interfaccio con loro con continui scambi di feedback». Hai parlato dell’appoggio della tua famiglia. Quanto conta per te il loro sostegno e quanto influisce nelle tue prestazioni? «Influisce in modo sostanziale, e tutto ciò che faccio non sarebbe possibile se non ci fossero mia moglie e i miei figli. Senza il loro aiuto non avrei gli spazi per allenarmi e gareggiare. Mia moglie, poi, è una triatleta e quindi non solo mi appoggia ma comprende tutto ciò che faccio. I miei figli sono invece fonte di orgoglio, nella grandi e piccole cose. Qualche giorno uno di loro doveva portare a scuola un poster di un personaggio famoso: ha portato una mia foto». © Copyright Università Niccolò Cusano
plina e le sua esperienza sembravano ormai destinate a una funzione di guida, dalla panchina o come dirigente. Ma tutti abbiamo imparato che nel vocabolario di Sara la pagina con la parola “fine” è stata strappata da tempo. Così lo scorso settembre aveva annunciato il suo ritorno in campo in B1 con l’Agil Trecate. «Avevo preparato un discorso – le sue parole al momento dell’annuncio – ma sono troppo emozionata: voglio solo tornare a campo e giocare a volley, la mia grande passione». IL RIENTRO. Poco meno di quattro mesi dopo,
lo scorso 9 gennaio, la Anzanello è tornata in campo. Sarà il caso, sarà la fortuna: l’Agil Trecate era sotto per 2-0, Sara è entrata, ha
Sara Anzanello, campionessa mondiale nel 2002
messo a terra 13 punti guidando la rimonta per il 3-2 finale. Nuova vita sportiva e nuovo ruolo, perché ora fa l’opposto, ma la classe è sempre la stessa. Le sue compagne di squadra sono molto giovani (ci sono anche delle 16enni) e le sue 278 partite in nazionale sono un bagaglio di esperienza da condividere per far crescere il gruppo. Per non farsi mancare nulla, oltre al rientro in campo si anche iscritta all’università, facoltà di Scienze motorie. Sport e istruzione per “Anza”, un simbolo che incarna al meglio il credo dell’Università Niccolò Cusano e il suo progetto di sensibilizzazione socio-culturale attraverso l’attività fisica in ogni tipo di disciplina. © Copyright Università Niccolò Cusano
Sara Anzanello, opposto dell’Agil Trecate, di nuovo sul parquet dopo il trapianto di fegato
martedì 19 GENNAIO 2016
sport, disabilità e cultura
Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
i giochi invernali di special olympics Le piste di Bormio sono pronte ad accogliere 460 Atleti con e senza disabilità intellettiva: il 26 l’inaugurazione Dal 24 gennaio sulle montagne della Valtellina un inno al valore dello sport unificato Alla cerimonia di apertura sono attesi i campioni azzurri Deborah Compagnoni e Giorgio Rocca La torcia olimpica, che accenderà il tripode per dare il via ufficiale, il prossimo 26 gennaio, alla cerimonia di apertura della XXVII edizione dei Giochi Nazionali Invernali Special Olympics di Bormio, ha iniziato il suo cammino lungo i passi alpini dell’Alta Valtellina portando con sè un messaggio forte che mira a promuovere lo sport tra le persone con disabilità intellettiva e favorire l’inclusione attraverso lo Sport unificato. Dopo aver toccato il comune di Valfurva, il 28 dicembre scorso, proseguirà il suo percorso attraversando, a partire dal 22 gennaio, i comuni limitrofi di Sondalo, Livigno, Valdisotto e Valdiden-
tro. Ad attenderla a Bormio, in piazza Cavour/Kuerc alle ore 16.30, in occasione della cerimonia di apertura, saranno presenti 200 tecnici, 400 familiari e circa 300 volontari che vedranno sfilare oltre 460 Atleti, con e senza disabilità intellettiva, insieme ai rappresentanti delle associazioni locali per vivere un evento sportivo che valorizzi le capacità di ognuno. Lo stesso giuramento dell’Atleta Special Olympics («Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze») esprime ed evidenzia la forza di volontà, il sacrificio e il coraggio di ognuno di loro, persone che sfidano la disabilità e i pregiudizi attraverso la pratica sportiva e la condivisione. Gli Atleti, provenienti da tredici differenti regioni d’Italia e da San Marino, e rappresentativi di oltre 44 delegazioni Special Olympics sparse su tutto il territorio nazionale, gareggeranno, dal 24 al 29 gennaio, nelle seguenti discipline sportive: sci alpino, sci nordico, corsa con le racchette da neve e snowboard. Sarà inoltre promossa, per l’occasione, l’iniziativa ludico-sportiva “Pro-
Il pollice verde di Timothy Top
conda. Ha una tartaruga acquatica che si chiama Tecla e una passione per Little John, un albero del parco cittadino minacciato da un imprenditore senza scrupoli di nome Mr. Plumbee, che vuole far passare il suo progetto di far diventare il parco un mostro di cemento. Ma Timothy ha anche un segreto, in una notte senza luna scopre che il suo pollice si illumina magicamente di verde e può guarire le piante. Diventerà insomma anche Timothy un supereroe come i personaggi che tanto ama? l’autore. Scopritelo in “Ti-
mothy Top, Verde Cinghiale”,
Il giorno della chiusura saranno ufficializzati i nomi dei convocati per i Mondiali di marzo in Austria
VOLONTà.
libri
Timothy Top è un bambino di otto anni, ha la passione per i supereroi ed è alle prese con i problemi che condividono tanti dei suoi coetanei: le prese in giro dei compagni di scuola, una sorellina che ha ancora bisogno del ciuccio e due genitori che litigano troppo spesso. Timothy ha anche una grande sensibilità nei confronti degli animali e dell’ambiente che lo cir-
Tra le discipline in programma sci alpino, sci nordico, corsa con le racchette da neve e snowboard
edito da Tunué, primo libro di una nuova saga firmata da uno dei maestri del fumetto in Italia, Daniele “Gud” Bonomo. «Ho preso spunto da problematiche legate all’ambiente ma soprattutto ho voluto esprimere un mio malessere», ha spiegato Gud ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del format Giochi a Fumetti. «Ci lamentiamo spesso ma non facciamo niente per cambiare le cose anche nel nostro piccolo. C’è un momento nella graphic novel che è esemplificativo in questo senso. Timothy chiede al padre perché non partecipano alle manifestazioni contro la chiusura del parco e il padre gli risponde che non ha tempo. E’ questa la chiave di lettura di questa storia, la cittadinanza attiva». Funziona bene la sensibilizzazione a temi così importanti con il linguaggio del fumetto? «E’ un discorso problematico - ha spiegato Bonomo - spesso il fumetto si usa come mezzo di comunicazione semplice e diretto per sensibilizzare a varie problematiche ma di solito queste operazioni portano a storie didascaliche e pesanti da leggere. Quello che ho cercato di fare è raccontare delle storie coinvolgenti che nascondano nella sottotrama un messaggio, in questo caso quello della cittadinanza attiva. Non voglio dare giudizi morali o creare un manuale di istruzioni per l’uso». Una graphic novel da non perdere in attesa di conoscere i nuovi compagni di avventura di Timothy Top nei prossimi due capitoli della saga. © Copyright Università Niccolò Cusano
va lo Sport”, che consiste in attività di floor ball, pattinaggio sul ghiaccio e tennis tavolo finalizzate alla sensibilizzazione di nuovi potenziali Atleti in queste discipline.
presentazione. La conferen-
za stampa di presentazione dei XXVII Giochi nazionali invernali Special Olympics si terrà il 26 gennaio alle ore 14.30, presso la sala stampa
in via Manzoni di fronte gli uffici dell’Unione Sportiva Bormiese. Due grandi Atleti, Giorgio Rocca, slalomista eccezionale, vincitore di una Coppa del Mondo di specialità e di tre medaglie iridate, e Deborah Compagnoni, prima atleta ad aver vinto una medaglia d’oro in tre differenti edizioni dei Giochi olimpici invernali nella storia dello sci alpino, sono testimonial di Special Olympics e saranno presenti durante la cerimonia di apertura dei Giochi nazionali invernali Special Olympics. Durante la cerimonia di chiusura dei Giochi nazionali invernali, prevista per il 29 gennaio, saranno infine resi noti gli Atleti convocati
Tutto pronto per la XXVII edizione dei Giochi nazionali invernali di Special Olympics
per i prossimi Giochi mondiali invernali Special Olympics in programma, in Austria, dal 14 al 25 marzo 2017. PARTNER. L’evento è realiz-
zato grazie al sostegno di Mitsubishi Electric, Coca Cola HBC Italia, Comunità Montana e i Comuni, dell’Alta Valtellina, di Bormio, Livigno, Sondalo, Valdisotto, Valdidentro e Valfurva. © Copyright Università Niccolò Cusano
istruzione
Inclusione scolastica la grande occasione L’alunno con disabilità ha il diritto di vedere riconosciuti i propri diritti: anche gli Atenei devono adeguarsi La legge n. 107/2015 mira a riformare funditus la scuola italiana, facendo ricorso anche allo strumento della delega legislativa in favore del Governo. La legge in verità si compone di un articolo unico composto di 212 commi e, ferme le note perplessità suscitate da testi normativi redatti in pochi articoli corredati da centinaia di commi, quel che qui più interessa è la delega contenuta nel comma 181, lett. c), in tema di «promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione». PROPOSTE. I principi e criteri direttivi enunciati nei nove punti in cui viene esplicitata (e delimitata) la delega al Governo recano un contenuto che appare condivisibile; dirimente, però, sarà il modo in cui verrà data attuazione a tali principi ovverosia quanto sarà stabilito nel decreto legislativo che l’Esecutivo è ora abilitato ad adottare. Le due principali federazioni che riuniscono le associazioni che in Italia si occupano di disabilità (FISH e FAND) hanno già da tempo formulato le loro proposte in materia. Un intervento che razionalizzi la vigente e non del tutto organica disciplina sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità è indubbiamente auspicabile, così come del pari auspicabile è che ne venga preservato l’impianto di fondo che grazie al ripudio delle classi differenziate la colloca fra le più avanzate del mondo. SOSTEGNO. Chiaramente non è tutto rose e fiori ed anche la normativa migliore del mondo se non (correttamente) applicata resta lettera morta e dunque serve a ben poco. In Italia, anzi, proprio in materia di assegnazione delle ore di sostegno agli alunni con disabilità abbiamo assistito ad un consistente contenzioso giudiziario, che però ha in
effetti contribuito a chiarire i tratti caratterizzanti del nostro modello di inclusione scolastica. Va allora ribadito che in base alla legge docenti dell’alunno con disabilità sono tutti i docenti curricolari e non il solo insegnante di sostegno, il cui ruolo resta senza dubbio centrale nell’attività di supporto dei colleghi, della classe e, naturalmente, dell’alunno con disabilità, volta al fine della migliore inclusione possibile di quest’ultimo: insomma il sostegno deve funzionare quale autentico “sostegno all’inclusione” e va scongiurato il rischio che degradi, per una sorta di contrappasso, a strumento (magari inconsapevole) di ghettizzazione. piani di studio. Non solo, l’a-
lunno con disabilità ha diritto a vedersi riconosciute le ore di sostegno indicate nel PEI (Piano educativo individualizzato) ed ora, come si evince da quanto statuito dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite (sent. 25011/2014), tale diritto può esser fatto valere oltre che davanti al giudice amministrativo anche davanti al giudice ordinario chiedendo l’applicazione della legge n. 67/2006 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni). Nel quadro del programma costituzionale di piena inclusione sociale delle persone con disabilità anche l’università è chiamata a fare la sua parte e non solamente sul piano della formazione dei docenti della scuola, ma anche su quello della inclusione degli studenti con disabilità nei propri corsi di studi. L’Università Niccolò Cusano è ben consapevole del rilievo e della delicatezza della questione: al momento è allo studio la fattibilità (e l’utilità) della frequenza, ove possibile, di corsi universitari da parte di studenti con disabilità magari tramite l’ausilio delle nuove tecnologie e, soprattutto, l’elaborazione di piani di studio individualizzati. È questo un impegno serio, denso di responsabilità, che, proprio perché tale, non vuole certo alimentare false speranze: sarebbe solo controproducente. Prof. Federico Girelli Docente di Diritto costituzionale Università Niccolò Cusano www.siblings.it
VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 19 GENNAIO 2016
sport, INDUSTRIA e DISABILITà
triride se l’INNOVAZIONE NAsce IN GARAGE L’ausilio elettrico di Gianni Conte tra le necessità della vita quotidiana e le imprese paralimpiche
p e rc h é è pres t o d e tto per Conte: «Gli sportivi hanno iniziato a prenderlo perché quando vanno alle gare spesso non riescono a muoversi dall’albergo, perché a spingere la carrozzina rischiano di fare sforzi inutili che potrebbero comprometterne le prestazioni in vista della gara. Per l’handike inoltre viene usato nella ricognizione della pista». Non a caso la tenden-
all’automobile, per spostamenti a corto e medio raggio: dobbiamo ammettere che noi disabili, essendo in possesso dei permessi per gli accessi alle zone a traffico limitato, siamo tra i primi inquinatori per necessità, mentre con Triride io parcheggio fuori dal centro e posso fare chilometri nelle città: il nostro punto di forza è usare batterie elettroniche da quasi 85 chilometri di autonomia: è un po’ il riscoprire il piacere di stare all’aria aperta».
Da ex pilota e perito tecnico ha creato un “superleggero”: «E’ un’alternativa all’automobile» Test e collaudi: «Per l’handbike viene utilizzato nella ricognizione della pista» Gianni Conte ha iniziato per soddisfare un’esigenza e un bisogno del tutto personale: rendere la sua carrozzina agile e se stesso autonomo in ogni situazione della propria quotidianità. Non immaginava, probabilmente, che sarebbe diventato il deus ex machina di un’azienda leader nel proprio settore: quella della creazione di un ausilio elettrico da applicare in pochissimi secondi alla normale carrozzina manuale per trasformarla in una carrozzina motorizzata, versatile, leggera, veloce, in grado di assicurare alte prestazioni anche su percorsi difficili, e molto facile da utilizzare. «Il Triride è nato nel mio garage, sotto casa: il mio prototipo l’ho costruito da solo, perché dopo 26 anni di utilizzo della carrozzina ero in difficoltà su terreni impervi. Poi alcuni amici hanno iniziato a chiedermi di costruirne uno anche per loro...». Così è nato il progetto Triride, l’idea di creare un ausilio con una trazione superleggera, piccolo, compatto e trasportabile: «C’era già qualcosa di simile ma si usava più per divertimento, il Triride invece è per gli spostamenti quotidiani e mantiene le caratteristiche della carroz-
Francesca Porcellato, campionessa di paraciclismo
LO SPORT. Seb-
Le handbike sul circuito di Imola per la prima gara del Giro d’Italia
zina manuale». l’idea. Gianni Conte, oltre a
essere stato un pilota di Enduro, è anche un perito elettrotecnico, esperto di meccanica, e ha fatto tutto da solo: «La difficoltà più gran-
de all’inizio era che non c’era la possibilità di motorizzare il cerchio da 14’, avevo chiesto a un’azienda di farmi una ruota apposta, poi alcune altre hanno iniziato a copiare il dispositivo e ho depositato i brevetti».
mercato. Nonostante i tenta-
tivi di imitazione, Conte non usa falsa modestia quando dice che al momento, sul mercato, nel rapporto tra qualità e prezzo non c’è competizione: «Il nostro ausilio è pensato anche in alternativa
bene Triride sia pensato per la vita quotidiana, sono molti gli sportivi paralimpici che si sono fatti suoi testimonial, e il
pratica, si testano freni e altri componenti su motori molto più potenti per essere sicuri del loro funzionamento anche sui modelli sul mercato, che non superano i 12 chilometri orari. «Sono oggetti assolutamente sicuri in frenata, ma la componentistica di alto livello è una delle nostre caratteristiche. Alcune aziende ci sono venute dietro vedendo la sua utilità, ma devo dire la verità: sono arrivati tardi e il mercato non li ha premiati». Oggi i prezzi di un Triride base («che però è full optional», precisa Conte) sono ancora quelli del 2013, anno dell’esordio: 1.840 euro, interamente coperti da Asl e Inail in caso di prescrizione medica. E prima dell’acquisto c’è sempre la prova cliente, anche all’estero: «Preferiamo che il cliente possa fare la prova, e questo ci ha sempre premiato. Anche all’estero siamo presenti solo attraverso rivenditori esperti, che offrono un percorso postvendita e di personalizzazione: è l’ausilio che deve adattarsi alla persona e non il contrario».
za alla modalità “racing” in Triride c’è, eccome: «Abbiamo fatto dei prototipi racing provati a Imola, alcuni sono in grado di arrivare fino a 90-100 chilometri orari: ovviamente non è possibile usarli sulle carrozzine normali, ma solo con l’handbike. Ma si tratta modelli fatti per i test e i collaudi per le certificazioni»: in
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l’appuntamento
In estate la novità dei Trisome Games Dal 15 al 22 luglio Firenze ospita la prima Olimpiade per gli sportivi con sindrome di Down Le iscrizioni hanno già raggiunto quota 900 fra atleti e tecnici Sono 34 le nazioni rappresentate
Sarà il nostro Paese a ospitare la prima edizione dei Trisome Games 2016: teatro del più grande evento sportivo mondiale dedicato agli atleti con sindrome di Down sarà Firenze, dove i giochi si svolgeranno dal 15 al 22 luglio. I partecipanti si cimenteranno in nove discipline diverse: atletica leggera, nuoto, nuoto sincronizzato, ginnastica artistica, ginnastica ritmica, futsal, judo, tennis, tennistavolo. Si preannunciano nu-
meri importanti per la manifestazione fiorentina, che vede già iscritte 34 nazioni dai 5 continenti, con la presenza di quasi 900 fra atleti e tecnici. Le location saranno lo Stadio Ridolfi (atletica leggera), la Piscina Costoli (nuoto e nuoto sincronizzato), la Palestra Sorgane (ginnastica), la Palestra Generale Barbasetti (futsal), l’Affrico (judo, tennis e tennis tavolo); il Trisome Village, che verrà allestito nell’area della Firen-
ze Marathon, nei pressi dello Stadio Ridolfi, sarà il punto nevralgico nel quale culture differenti entreranno in contatto dando vita a una festa dello sport mondiale. Si tratta di un riconoscimento importante per il nostro Paese che, dopo aver organizzato i Global Games Inas (dedicati sempre ad atleti con disabilità intellettiva) nel 2011, si appresta a vivere un’altra esaltante sfida a livello sportivo e organizzativo. I Triso-
me Games rappresentano di fatto la prima Olimpiade dedicata unicamente ad atleti con sindrome Down: l’obiettivo è quello di equiparare i C21 (Trisomia 21 è il nome con cui è anche conosciuta la sindrome di Down) agli altri atleti con disabilità: i Trisome Games si terranno a partire da quest’anno, ogni quattro anni, calcando la cadenza dei Giochi Paralimpici. © Copyright Università Niccolò Cusano
La stella azzurra Nicole Orlando
il libro
L’importanza di saper sdrammatizzare la realtà “Zia, lo sai che sei un po’ strana?!” (pubblicato da SP Joy s.r.l.) è il racconto biografico, ironico e graffiante di Patrizia Ciccani, una donna con la tetraparesi spastica (una forma di paralisi cerebrale che colpisce entrambi gli arti superiori e inferiori). L’autrice, raccontando se stessa e le contraddizioni del mondo in cui abita, mette a nudo con gusto, dolcezza e severità l’attitudine dei normodotati nei confronti delle persone con disabilità. Un libro che svela ipocrisie e incomprensioni, offrendoci una lettura della
In “Zia, lo sai che sei un po’ strana?!”, la vita di Patrizia Ciccani, pedagogista malata di tetraparesi spastica La pubblicazione è legata a un progetto di raccolta fondi per sensibilizzare sul tema disabilità
realtà che ribalta i paradigmi culturali della società in tema di diversità, disabilità e diritti. “Zia, lo sai che sei un po’ strana?!” insegna che il compito di ognuno non è cercare l’inesistente normalità, ma essere al meglio di come possiamo essere e non tanto come vorremmo essere. Ma questo è lavoro di ognuno. L’autrice aggiunge l’ingrediente che dà il sapore al suo romanzo di vita, come un attore recita la sua parte: prendersi gioco della disabilità con un pizzico di ironia e sano umorismo. Patrizia Ciccani è dottore
di ricerca in Pedagogia; fino al 2010 presso la Cattedra di Pedagogia speciale dell’Università Roma Tre e presso l’Istituto Progetto Uomo affiliato con la Pontificia Università Salesiana ha svolto attività di docenza e di ricerca centrata sul tema di counseling e disabilità. Ha realizzato in scuole di ogni genere e grado il progetto “Girotondo”, un intervento socio-pedagogico volto a educare gli alunni a una serena convivenza con la diversità. Ha lavorato nel campo della formazione di educatori, insegnanti, infermieri, operatori
e assistenti sociali. CROWDFUNDING. Il libro “Zia, lo sai che sei un po’ strana?!” è legato anche a un progetto di crowdfunding, per «mettere in moto tutte le competenze e le risorse umane con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e le persone sul tema della disabilità”, spiega Alfonso Fabio Larena, presidente della associazione Mameli 7 onlus (che sabato scorso ha organizzato la presentazione del volume a Roma insieme all’associazione culturale Spaziottagoni), inter-
venendo a “Il mattino ha la cultura in bocca” su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www. radiocusanocampus.it). «Si tratta – aggiunge Larena - di trovare un sostegno anche finanziario per portare avanti percorsi associativi attraverso cui far conoscere, grazie all’ausilio di docenti ed esperti, le problematiche di coloro che soffrono per una vita quotidiana difficile, in una società frettolosa e disattenta a quelli che sono i bisogni dei disabili». © Copyright Università Niccolò Cusano
martedì 19 gennaio 2016
unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
La cusano racconta la serie d
Perinetti: «farò grande venezia»
il punto sul girone H
La Virtus va in fuga Colpo del Francavilla con il Pomigliano
Il direttore sportivo punta a far tornare il club lagunare nel calcio che conta: «Abbiamo un brand da valorizzare» re. Bisogna valorizzare un brand mondiale, planetario. Lui ha questa idea, sfruttare merchandising e marketing. Ovviamente vuole migliorare anche l’impiantistica. Ha già progettato migliorie per i campi di allenamento – continua Perinetti – bisogna rivedere anche lo stadio, il Penzo all’Isola di Sant’Elena. E’ un impianto romantico ma penalizzante per la tifoseria. Avere risorse per raggiungere questo posto è impegnativo. Servono un’ora e mezza per arrivare e una per tornare».
«E’ un onore poter lavorare in una città conosciuta in tutto il mondo, Tacopina aggiunge entusiasmo» Tra gli obiettivi un nuovo stadio: «I tifosi non devono essere penalizzati dalle distanze» È figlio di un calcio antico, dal sapore particolare. La passione, però, è capace di spingere in avanti e di stare sempre e comunque al passo con i tempi. Dopo aver diretto piazze importanti, Giorgio Perinetti ha accettato una nuova, affascinante sfida. In laguna, il direttore sportivo del Venezia vuole costruire un ponte bello come il Rialto per riportare il club nelle categorie che contano. I tempi di Novellino, Recoba, Volpi e Maniero sono lontani ma l’ambizione è tanta. Con James Tacopina alla guida del sodalizio, Perinetti ha il compito di far approdare i lagunari nei porti più importanti d’Italia. Al dirigente non mancavano le offerte, anche dai professionisti. Alla fine, però, ha accettato il Venezia: «Mi chiedono spesso perché ho accettato questo incarico – dice Perinetti – e i
La passione della tifoseria, però, riesce a sopperire anche alle carenze logistiche. «Ci seguono in molti ma per avere numeri importanti bisogna avere uno stadio diverso. è incredibile perché per i nostri sostenitori è più facile seguirci in trasferta».
Giorgio Perinetti, 65 anni lo scorso 17 gennaio, è il direttore sportivo del Venezia
motivi sono sostanzialmente tre. Per prima cosa, è un onore poter lavorare per la città di Venezia, posto conosciuto ovunque nel mondo. Il secondo motivo è stato il colloquio con Joe Tacopina, personaggio che ha entusiasmo ed è capace di trasmetterlo. È una persona diretta, mi pia-
ce perché è un riferimento continuo, anche quando non c’è. Sta venti giorni in America e altrettanti da noi. Infine, con la mia qualifica di direttore sportivo lavoro con una società che conosce bene la divisione dei ruoli. Sembra assurdo ma oggi ho più autonomia di quando lavora-
vo con squadre di categoria superiore. Mi piace, mi danno un budget e tante responsabilità. Per me è stimolante far fruttare i mezzi messi a disposizione». Quali sono gli obiettivi principali della società? «Tacopina vuole farci cresce-
unicusanofondi
conferma di un rendimento sin qui strepitoso. Possono sorridere anche i Giovanissimi regionali, che contro l’Unipomezia hanno festeggiato la quarta vittoria consecutiva, continuando così a grande velocità la corsa verso la parte alta della graduatoria. Non ce l’hanno fatta, invece, i Giovanissimi provinciali, battuti in trasferta dall’Antonio Palluzzi. Ma il terzo posto in classifica lascia ben sperare per il prosieguo del torneo.
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Juniores nazionali
Un weekend convincente per le giovanili Non è stato l’ennesimo en-plein per poco. Tre vittorie su quattro partite nel fine settimana del settore giovanile dell’UnicusanoFondi. Vince la Juniores nazionale, che ha superato il Cynthia confermandosi al comando della classifica in solitaria. Ancora in vetta anche gli Allievi, che non hanno avuto problemi a superare nettamente il Mondo Calcio Formia (otto reti per i ragazzi rossoblù), infilando l’undicesima vittoria su altrettante partite giocate, a
Cosa pensa della Serie D? «Sono rimasto stupito dal livello di organizzazione tattica e di preparazione fisica delle squadre. Nulla è lasciato al caso. I giovani sono una risorsa importante. Io, però, sono restio ad accettare l’obbligatorietà dei giovani, che devono giocare ma come espressione del lavoro svolto e non per imposizione dall’alto. E’ una nostra priorità allestire un settore giovanile importante, dal quale attingere nei prossimi anni».
Il giovane rossoblù Parisella
CLASSIFICA Pt UnicusanoFondi 32 Trastevere 30 Ostia Mare 26 Rieti 26 Albalonga 24 San Cesareo 24 Aprilia 22 Viterbese 20 Astrea 15 Cynthia 14 Serpentara Bellegra 11 Flaminia 6 Isola Liri (- 1 ) 2 Lupa Castelli Romani -
Sconfitta per 3-2 dell’UnicusanoFondi sul campo del Serpentara in coda. Sorride anche il Mar-
le inseguitrici. Il Francavil-
la in Sinni ha ritrovato la seconda piazza grazie alla rete segnata in extremis dal sudamericano Gasparini, che ha permesso di superare il Pomigliano. I lucani consolidano così il loro piazzamento nei primi cinque posti, fondamentali in ottica play off. Nel frattempo è tornato a far sentire la propria voce il Taranto, che avuto la meglio su un buon Bisceglie. I tre punti ottenuti dai rossoblù pugliesi hanno dato serenità all’ambiente in vista delle quattordici giornate ancora da disputare. I nerazzurri stellati, invece, gravitano a metà classifica, dove la situazione appare sempre più incerta. A sorridere sono stati infatti solamente il San Severo, che ha avuto la meglio in casa sulla pericolante Isola Liri, e la Turris, che a spese del Gallipoli penultimo in classifica ha ribadito che al “Liguori” può sempre e comunque dire la propria.
allievi provinciali
giovanissimi regionali
giovanissimi provinciali
Ai biancocelesti basta un pareggio a Nardò per allungare in vetta Il Serpentara ferma l’UnicusanoFondi A volte può è essere sufficiente un pareggio per consolidare la propria posizione. Deve aver pensato questo la Virtus Francavilla a chiusura della terza giornata di ritorno del girone H di Serie D. I biancocelesti primi della classe hanno superato senza danni la trasferta di Nardò, che pure avrebbe potuto creare problemi, e hanno beneficiato dello stop subito dall’UnicusanoFondi in casa del Serpentara. Ancora una vittoria per la squadra laziale, che di gran carriera sta venendo fuori dalla zona play out.
CLASSIFICA Pt UnicusanoFondi 33 Formia 25 Monte San Biagio 23 SS. Cosma e Damiano 22 Don Bosco Gaeta 22 Mondo Calcio Formia 19 Vigor Gaeta 15 Don Bosco Formia 10 Insieme Ausonia 6 Virtus Lenola 5 Briganti Itri 4 Scauri 1
CLASSIFICA Pt La Selcetta 37 Sermoneta 34 Aprilia 34 Albalonga 28 Pomezia 24 UnicusanoFondi 22 Virtus Nettuno 21 Borgo Podgora 21 Pontinia 12 Anzio 12 Calcio Sezze 11 Sabotino 11 Agora F.C. 11 Unipomezia Virtus 9 Don Bosco Gaeta 7 Priverno Calcio -
cianise, che nel 2016 ha già trovato sette punti in tre partite, mentre è in chiara difficoltà il Potenza, al quale neanche il ritorno in panchina di Massimo Agovino ha dato la svolta sperata. I rossoblù hanno perso il derby regionale contro il Picerno, che presentava in panchina il nuovo tecnico Arleo (il terzo stagionale dopo La Cava e De Pascale). Il messaggio è quello di una compagine che, seppur ultima, vuole provare fino alla fine a conquistare la salvezza evitando gli spareggi della post season. Le ultime due posizioni, occupate da Picerno e Gallipoli, sono più lontane dal gruppo di squadre che lottano per conservare la categoria, anche per merito dell’exploit dell’Aprilia, bravo a conquistare sei punti nelle ultime due giornate, ritrovando morale per tentare la clamorosa rimonta. © Copyright Università Niccolò Cusano
CLASSIFICA Pt Borgo Faiti 2004 28 Monte San Biagio 23 UnicusanoFondi 22 Città Di Sonnino 19 Nuova Circe 19 Borgo Hermada 18 Palluzzi Priverno 17 A. Vodice 10 Real Sabaudia 3 Bassiano 0