Unicusano focus 31 gennaio 2017

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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK martedì 31 gennaio 2017 www.corrieredellosport.it

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Università Il decreto che porterebbe indietro il nostro Paese

Economia I sindacati rialzano la testa

> A PAGINA III

> A PAGINA IV

Il valore umano nel dramma dei migranti

parola di ruud

R

accontare è forse il verbo che meglio esprime il lavoro giornalistico in radio. Il primato della parola, della voce, della narrazione, fa somigliare la cronaca e la descrizione, attraverso le frequenze in Fm, al racconto quotidiano di storie e favole che fanno genitori, nonni, fratelli maggiori, ai propri bimbi che ascoltano appassionati. L’immigrazione è probabilmente il tema centrale di questi ultimi anni. I migranti mostrano con i loro corpi, il loro disperato e costante cammino verso un futuro imperscrutabile come il mare di notte, quanto sia fragile questo mondo. Debole e vecchio questo pianeta, che tossisce umana tragicità dalla gola della sua storia. Il compito dei media oggi è quello di spiegare cosa sta accadendo. Per quale motivo città intere di stranieri senza nome bussano alle porte delle metropoli europee. Ognuno sceglie la sua strada. Certa stampa preferisce declinare la parola paura in ogni articolo, conferendo alle migrazioni un’immagine da film horror, trasformando l’immigrato in uno zombie affamato. Altri media, soprattutto la televisione, provano a trovare un equilibrio tra le problematiche indotte dal fenomeno migratorio e una visione cattolica di accoglienza solidale. Sempre assente è invece un elemento fondamentale che, a mio avviso, dovrebbe rappresentare l’elemento da cui non si dovrebbe prescindere. Il fatto che ci si trovi di fronte a esseri umani. Sembra scontato invece non lo è. Sia la criminalizzazione più spregiudicata del migrante, che il pietismo estremo, non tengono minimamente conto della persona. Se il giornalismo, nel suo percorso di narrazione di questa grande catastrofe umanitaria, non associa alla tecnica, l’attenzione profonda agli uomini alle donne e ai bambini che compongono questi fatti, allora al dramma si aggiungerà ignoranza e pregiudizio. Restiamo umani, almeno noi che abbiamo il compito raccontare, tanta disumana quotidianità.

Un libro sul calcio e molte esperienze di vita: intervista a una leggenda rossonera. E non solo

Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus

> A PAGINA II

Sport

Unicusano Aurelia Nuoto il 2017 è già un successo > A PAGINA VIII Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it

> A pagina V

il punto

GULLIT

LA VIGNETTA

Industria L’eccellenza passa dai giovani


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 31 gennaio 2017

sport e salute

ruud gullit il pallone ha un volto umano Parola alla leggenda milanista tra il mestiere di padre e quello di profondo conoscitore del nostro calcio Quando risponde al telefono, Ruud Gullit conferma tutta la sua straordinaria simpatia: «Ciao, come sta Roma? Per me è sempre un piacere venirci: è una città bellissima dove ho tanti amici. E nella bella città di Roma sono stato anche per la prima operazione al ginocchio». L’olandese con le treccine che col Milan vinse tutto è stato intervistato da Fabio Camillacci a “Tempi Supplementari”, la trasmissione di storia dello

IL SUO PALMARéS CON LE SQUADRE DI CLUB

1 CAMP. OLANDESE DI SERIE B HAARLEM: 1979-80 3 CAMPIONATO OLANDESE FEYENOORD: 1983-84 PSV: 1985-86, 1986-87 1 COPPA D’OLANDA FEYERNOORD: 1983-84 3 CAMPIONATO ITALIANO MILAN: 1987-88, 1991-92, 1992-93 3 SUPERCOPPA ITALIANA MILAN: 1988, 1992, 1994 1 COPPA ITALIA SAMPDORIA: 1993-94 1 COPPA D’INGHILTERRA CHELSEA: 1996-97 2 COPPA DEI CAMPIONI MILAN: 1988-89, 1989-90 2 SUPERCOPPA UEFA MILAN: 1989, 1990 2 COPPA INTERCONTINENTALE MILAN: 1989, 1990

«Il mondo dello sport ha un potere enorme ma va sfruttato meglio» afferma l’olandese sport in onda ogni week end su Radio Cusano Campus. Nel suo libro “Non guardare la palla- che cos’è (davvero) il calcio” (Edizioni Piemme), Gullit racconta infatti la sua vita calcistica spiegando nel dettaglio la tecnica e la tattica. E così dopo aver letto il libro, la prima domanda nasce spontanea: ma perché Ruud Gullit ha interrotto la carriera di allenatore visto che conosce molto bene il mestiere? La risposta di Gullit lascia di stucco e fa onore al fuoriclasse orange: «Non ho proseguito la carriera di tecnico per dedicarmi a mio figlio che ancora vive con me; per lui sono stato e sono padre e madre allo stesso tempo; certo, non potrò mai sostituire la madre però ho dovuto farlo. Quindi ho preso la decisione di stare con lui: se avessi continuato a fare l’allenatore non avrei potuto dedicarmi a mio figlio. Ma io volevo e dovevo star vicino a lui come padre. E così l’ho fatto felice e adesso che è più grande è lui a dirmi “papà quando riprendi a fare l’allenatore?” Non è stato facile fare bene il genitore, perché non è mai facile fare il genitore». Ruud, tu che sei stato e sei

CON LA NAZIONALE

1 CAMPIONATO D’EUROPA GERMANIA OVEST 1988 INDIVIDUALE

2 CALCIATORE DELL’ANNO DEL CAMP. OLANDESE 1984, 1986 1 PALLONE D’ORO 1987 2 WORLD SOCCER 1987, 1989 Ruud Gullit è stato di recente ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”

ancora un uomo sempre pronto a donare la tua immagine per manifestazioni di beneficenza e solidarietà, e questa tua risposta sul ruolo di padre conferma la tua grande sensibilità, pensi che il mondo del calcio faccia abbastanza per la ricerca medico-scientifica, un tema che sta molto a cuore all’Università Niccolò Cusano? «Penso che il calcio faccia molto ma si può fare di più. Soprattutto, penso che il calcio dovrebbe essere aiutato di più dalle istituzioni per iniziative del genere, sportive e non. Ci vuole un miglior coordinamento per fare in modo che le iniziative per raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica e ad altri sco-

pi nobili vedano la massima partecipazione dei giocatori più famosi. Il mondo del pallone ha un potere enorme ma questo potere va sfruttato meglio». Ruud Gullit dal cuore d’oro. Non a caso il tuo eroe personale è un grande del XX Secolo come Nelson Mandela, al quale dedicasti la vittoria del Pallone d’Oro nel 1987, quando il leader sudafricano era ancora in prigione. «Dici bene, Nelson Mandela è stato un eroe; era unico, carismatico, speciale. Mandela è stato un eroe, perché solo un eroe può fare quello che ha fatto lui. Vi racconto come lo incontrai. Dopo avergli dedicato il Pallone d’Oro vinto

nel 1987, quando lui uscì di prigione e divenne presidente, mi invitò in Sudafrica per conoscermi di persona e nominarmi cavaliere del Sudafrica con tanto di medaglia. Mi disse: “Caro Gullit, voglio premiarti perché adesso che sono diventato presidente ho tanti amici, tutti mi vogliono conoscere, ma quando ero in prigione tu eri uno dei pochi amici che avevo in tutto il mondo”. Per me fu un’emozione unica. Ricorderò per sempre quell’incontro da brivido». Qual è a tuo giudizio uno dei problemi più gravi del calcio italiano? «Gli stadi, senza dubbio: sono vecchi e scomodi e di conseguenza vuoti perché

disertati sempre di più dai tifosi. È una tristezza. Per cambiare rotta tutti i club dovrebbero avere stadi di proprietà come lo Juventus Stadium che infatti è sempre pieno. Guardate invece l’Olimpico: è bello, affascinante e tutt’ora ho un bel ricordo delle partite giocate nello stadio di Roma e Lazio, ma serve un impianto per il calcio, senza pista di atletica, dove si veda bene la partita con gli spalti più vicini al campo di gioco. Certo, capisco che adesso con la crisi economica che c’è in Italia sia difficile trovare i soldi per rifare tutti gli stadi. Servirebbero tanti sponsor e investimenti da parte di imprenditori importanti». La Juventus veleggia verso il

Nel suo libro “Non guardare la palla” racconta nei dettagli tecnica e tattica calcistiche sesto scudetto consecutivo: un record storico. I bianconeri di Allegri come il tuo Milan degli Invincibili? «La Juventus è una grandissima squadra e un grande club, anche perché come ho detto ha uno stadio di proprietà fatto per il calcio: un ottimo indotto. Ma non dite che i bianconeri sono forti in Italia e deboli in Europa, perché io ero a Berlino per la finale di Champions League Juventus-Barcellona e vidi la squadra di Allegri giocare alla pari col grande Barça: furono soltanto sfortunati negli episodi. Quindi, ritengo che

la Juventus abbia i mezzi per vincere anche in Europa». E il Milan, che passa dal tuo ex presidente Berlusconi ai cinesi? «È frutto dei tempi che cambiano: in Inghilterra ormai tutti i club sono in mano a cinesi, americani, thailandesi, russi, arabi. Di una cosa però sono sicuro in attesa del closing rossonero: Silvio Berlusconi non venderà il Milan a gente che non è capace di tenere il club ad alti livelli, perché Berlusconi fa sempre il meglio per il Milan». Ruud Gullit ci saluta con un

TEMPI SUPPLEMENTARI LE EMOZIONI DEL CALCIO Il programma racconta la storia dello sport: grandi campioni, eventi fondamentali, ricordi e racconti per rivivere grandi emozioni. Condotto da Fabio Camillacci, in onda ogni domenica dalle 19 su Radio Cusano Campus

© Copyright Università Niccolò Cusano

parla il presidente di labozeta

Alle radici dei laboratori della Cusano: armonia e progettazione Si è abituati a pensare al laboratorio scientifico come luogo di ricerca e ovviamente di lavoro. Un posto dove professionisti di vario tipo collaborano insieme per un bene comune o un obiettivo mirato ma comunque importante. Si riflette meno su come si costruisce un laboratorio: le fasi di progettazione e di realizzazione di un luogo che deve rispondere a molti requisiti, non solo di natura tecnica, per far sì che chi ci lavora ogni giorno possa farlo al meglio. Ne ha parlato, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma “Genetica Oggi”, il dottor Giancarlo De Matthaeis, presidente di Labozeta Spa, una nelle maggiori realtà italiane nel campo della proget-

tazione e costruzione di laboratori scientifici. Presidente De Matthaeis qual è la mission di Labozeta? «Labozeta è una società fondata nel 1983 con una missione molto importante: offrire la possibilità a chi vive nei laboratori di viverci nella maggior sicurezza possibile. Nel momento che nei laboratori si svolgono attività qualche volta a rischio, era importante individuare quelle che fossero le tecnologie presenti, non solo in Italia, che potessero supportare delle azioni di progettazione tali da rendere il laboratorio un’area meno a rischio. Su questa idea nasce Labozeta che ha come identificativo la sicurezza nel laboratorio».

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

Quando progettate un laboratorio pensate al benessere dei professionisti che ci dovranno lavorare? «In effetti quello da cui noi partiamo è proprio l’individuo. Immaginate un ambiente che è fatto da attrezzature, pareti e pavimenti, ma senza l’uomo non sarebbe nulla. La nostra progettazione parte mettendo al centro l’uomo, l’individuo e il suo ambiente, l’ambiente in cui dovrà muoversi con la massima motivazione possibile. Per far ciò deve trovarsi, torniamo alla nostra mission, in un ambiente sicuro». Ideare un laboratorio richiede competenze diverse in base al tipo di laboratorio che si andrà a progettare?

mix di ricordi: «L’allenatore a cui sono più legato è sicuramente Arrigo Sacchi. Anche se ho avuto grandi tecnici come Capello, Michels e Boskov. Il trionfo più bello? La prima Champions vinta contro la Steaua Bucarest in un Camp Nou di Barcellona tutto rossonero, perché i tifosi rumeni non potevano andare in trasferta a causa del dittatore Ceausescu. Il trionfo olandese agli Europei? Vi svelo un segreto: vincemmo l’Europeo del 1988 in Germania per merito di Van Basten, che era fresco perché durante l’anno col Milan si era riposato a causa dei troppi infortuni; io invece avevo giocato tante partite ed ero a pezzi in quell’estate (ride ndr)». Ruud Gullit, un simpatico Campione-istrione. Un giorno l’indimenticabile Vujadin Boskov disse di lui: «In campo è maestoso come cervo che esce di foresta».

«Assolutamente sì, non esiste un concetto di laboratorio “unico”. Ci sono caratteristiche fondamentali che distinguono le attività dei vari tipi di laboratorio. Fra di loro ci sono anche condizioni ambientali sostanzialmente diverse. Per esempio se noi lavoriamo in un laboratorio dove si fanno prevalentemente attività chimiche ci saranno delle strutture e delle dinamiche di progettazione diverse rispetto a quelle per laboratori di tipo biologico. Ci sono in sostanza due tipi di rischi che vanno considerati: quello chimico e quello biologico. Poi, nell’ambito di queste due macro divisioni, esistono altri tipi di laboratori». Voi di Labozeta avete realizzato anche il laborato-

rio di Ingegneria dell’Università Niccolò Cusano. «Sì, è stato fatto rispettando i criteri di sicurezza e centralità della persona di cui parlavo. Per noi è uno standard, non esiste nella nostra filosofia imprenditoriale l’idea di dover vendere delle attrezzature. Noi vendiamo il risultato di quell’attrezzatura, quindi il laboratorio che noi progettiamo, in armonia con chi ci dovrà vivere. Questo significa dare a chi ci dovrà lavorare il piacere di vivere quel luogo rimanendo motivato. Tutto questo è stato fatto anche per il laboratorio all’Università Niccolò Cusano. Sono i valori e il trasferimento di questi a far lavorare insieme le persone». © Copyright Università Niccolò Cusano

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


martedì 31 gennaio 2017

Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

università

LA BUONA UNIVERSITà, i prof CAPACI E I POLITICI INTELLIGENTI L’opinione di Enrico Ferri, docente della Cusano, sul cosiddetto “decreto ammazza-telematiche” Un recente decreto ha stabilito il rapporto tra docente e studenti nelle università , sollevando molte polemiche. Ne parliamo con il prof. Enrico Ferri. Uno degli ultimi decreti di Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione del governo Renzi, ha stabilito che gli atenei telematici entro il 2018 dovranno aumentare il numero dei docenti in organico: un docente ogni 25 studenti. Alcuni commentatori lo hanno chiamato il “decreto ammazza-telematiche”, costrette ad aumentare molto le rette universitarie o a chiudere i battenti. Ma, a prescindere dai risvolti che tale decreto potrebbe avere, abbiamo chiesto l’opinione al professor Enrico Ferri, che insegna Filosofia del Diritto all’Unicusano.

«Ovviamente: se uno studente vuole parlare con me può venire in sede il martedì o il giovedì, mi può inviare una email, può collegarsi via skype dal lunedì al venerdì, ma può contattare anche per telefono o via email uno dei miei capaci collaboratori». La differenza si basa molto sulla maggiore flessibilità e funzionalità dello strumento telematico? «Flessibilità, integrazione tra telematica e varie figure umane (docenti, tutor, consulenti), metodo didattico. Poi ci sono, ovviamente, le altre strutture necessarie: biblioteche, mense, alloggi, ecc. Un ultimo elemento, ma forse tra i più importanti, è la qualità del corpo docente».

«Un provvedimento anti-storico che, L’entrata dell’Università Niccolò Cusano se realizzato, avrà conseguenze to gli studenti fuorisede seguono in genere questo persociali gravi »

Sotto, l’ex ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania GIannini

tico, che si collega in videoconferenza per fare un seminario o per comunicare con uno studente, non ha quei limiti che incontra un docente che in una sala parla attraverso un microfono a degli studenti, che a volte neanche lo vedono».

corso».

Prof. Ferri, esistono e quali sono i criteri ottimali per stabilire un corretto rapporto tra il numero degli studenti e dei docenti? «Criteri oggettivi e certi non esistono e bisogna tener presenti una serie di variabili, come il tipo di scuola e l’età degli studenti. Lo studente universitario è un giovane con un’avanzata formazione ed è in grado di gestire autonomamente parte degli studi. Ancora oggi in Italia, la maggioranza degli universitari acquista i testi delle varie materie e studia per proprio conto il programma, andando all’università solo per sostenere l’esame. Soprattut-

Il decreto Giannini, però, sembra prescindere da queste considerazioni e stabilisce il rapporto di un docente per 25 studenti! «Sì, ma solo per le telematiche, lasciando una relazione più ampia tra professori e studenti nelle università in presenza. In tal modo capovolge del tutto i criteri più logici. Un professore che insegna con un corso telema-

La differenza di metodo tra le università telematiche e quelle in presenza si avverte anche nelle altre fasi della vita universitaria dello studente, per la frequenza, per gli esami e lo svolgimento della tesi di laurea?

E in questo lo strumento telematico è di supporto? «Ovviamente, basti pensare che se uno studente del primo anno di Giurisprudenza volesse seguire una lezione della mia materia, di Filosofia del diritto, in un’università tradizionale potrebbe farlo solo in certi giorni e in un’ora stabilita. Se una o più volte fosse impossibilitato a farlo perderebbe le lezioni e non potrebbe più recuperarle. Uno studente del mio corso ha in piattaforma le lezioni, che può seguire in qualsiasi ora o giorno della settimana».

wwLei, però, non sembra considerare che anche in un’università in presenza ci sono modalità didattiche come i seminari e il ricevimento degli studenti e sono presenti altre figure professionali di supporto alla didattica. «Certo, ma vale quanto detto in riferimento alle lezioni: lo studente per usufruire di questi servizi deve recarsi all’università, in determinati giorni e in certe ore e questo non avviene o avviene solo saltuariamente per la maggioranza degli iscritti. Se il docente vuole essere più reperibile e comunicare in modo più rapido e funzionale deve farlo per via telematica. Ma quest’ultima modalità è ancora considerata di mero supporto all’altra e non sempre usata adeguatamente. In considerazione di queste valutazioni, come considera il decreto ammazza telematiche della Giannini, che stabilisce un rapporto docenti-studenti difficilmente sostenibile per queste università, o sostenibile a condizione di elevare in modo considerevole le rette? «Un decreto anti-storico che, se realizzato, avrà conseguenze sociali gravi di cui il governo che lo ha promosso e quello che lo realizzerà dovranno assumersi la re-

sponsabilità politica davanti alla nazione. L’insegnamento superiore per via telematica è stato il solo che negli ultimi anni ha avuto una considerevole crescita, di fronte a una sensibile decrescita degli immatricolati nelle altre università. Oggi in Italia ci sono 75.000 iscritti nelle undici università telematiche: decine di migliaia di persone che avevano abbandonato gli studi li hanno ripresi e portati a termine. Persone che per motivi economici, di mobilità e di lavoro non potevano iscriversi e frequentare un’università in presenza, ora possono farlo attraverso un PC o un iPad, con dei costi sostenibili. In occasione delle sessioni di laurea vediamo spesso la presenza, accanto al laureando, del coniuge, dei figli, dei genitori, degli amici. Persone che hanno gli occhi lucidi, che condividono la gioia per un importante obiettivo raggiunto, un traguardo che ha una valenza culturale e sociale, che a volte è persino segno di riscatto e di emancipazione. Ridimensionare o addirittura annullare il ruolo delle università telematiche significherebbe ridimensionare, in modo più o meno grave, la possibilità di studiare e di progredire per una parte significativa della nostra nazione». © Copyright Università Niccolò Cusano

Open Day è on air dalle 18 alle 20 Di università e ricerca si parla a “Open Day”, il programma di Radio Cusano Campus condotto da Misa Urbano e Alessio Moriggi, in diretta dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 18-20 sull’emittente dell’Ateneo (89.1 Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it). Open Day tratta le tematiche principali dell’istituzione universitaria: l’offerta formativa, i servizi, le convenzioni, l’orientamento e gli eventi, accademici e non, organizzati dall’ateneo di via Don Carlo Gnocchi.

IL PARERE

Il decreto ci riporterebbe indietro di quindici anni «In una società dove i fenomeni perdono i loro confini, dove tutto sembra confondersi, in un mondo senza più certezze, dove vengono meno le solidità di un tempo, c’è la necessità di risposte fluide alle richieste di una società liquida. Nel mondo dell’alta formazione l’insegnamento a distanza rappresenta la risposta a quella richiesta di liquidità ed è una risposta veloce, innovativa, tecnologi-

PASSO INDIETRO. Contestual-

L’analisi del prof. Marxiano Melotti di Sociologia dei processi culturali alla Cusano ca, l’unica coerente con quel nuovo modello di educazione che pretende il mondo di oggi e ancor di più quello di

domani». Con queste parole, pronunciate ai microfoni di Radio Cusano Campus, il prof. Marxiano Melotti, do-

cente di Sociologia dei processi culturali all’UniCusano, rintraccia nella filosofia liquida di Zygmunt Bauman

le premesse che hanno dato vita prima all’insegnamento a distanza e poi alle università telematiche.

mente, il prof. Melotti si è espresso circa quel decreto “ammazza telematiche” che rischia di mettere a repentaglio l’esistenza di quegli atenei che hanno incentrato la somministrazione della loro didattica proprio attraverso l’insegnamento a distanza. «Questo decreto farebbe perdere al nostro paese almeno 15 anni di esperienza consolidata nell’insegnamento a distanza delle telematiche italiane. In questi anni si è lavorato per creare quello che oggi è un vero e proprio patrimonio di conoscenze ma non solo, anche di buone pratiche adottate nel mondo dell’insegnamento a distanza. Quello che ritengo più fastidioso di questo decreto è che non si basa su presupposti pedagogici o considerazioni strutturali, tutt’altro.

Mi sembra un tentativo mal riuscito da parte del “vecchio” di dichiarare guerra al “nuovo”, forse un modo

per sopravvivere, anche alla luce delle numerose difficoltà che emergono nelle università tradizionali che han-

no un calo di studenti e una conseguente paura nei confronti di ciò che oggi attrae più di ciò che c’era ieri».


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 31 gennaio 2017

economia

c’è ancora posto per i sindacati

Gli esuberi e i prepensionamenti di Alitalia e Sky hanno dato nuova visibilità al loro ruolo nella salvaguardia del lavoro I recenti annunci di licenziamenti e prepensionamenti in aziende di grande visibilità come Sky e Alitalia hanno riportato alla ribalta il sindacato. “Racconti di economia”, la trasmissione di economia in onda su Radio Cusano Campus e ideata da Gianluca Fabi, Livia Ventimiglia e il sottoscritto, si è occupata del tema cercando, come nella sua mission, di porre il radioascoltatore nelle condizioni di farsi un’opinione personale.

senza politica (secondo dopoguerra e anni 70 ad esempio), seguiti da momenti di disimpegno (anni 50 e periodo recente). CREDIBILITÀ. Ci si potrebbe

quindi chiedere perché i sindacati - sia del capitale che del lavoro - avendo un loro ruolo chiaro, definito e utile, abbiano perso credibilità nell’Italia contemporanea. Antonio Foccillo, segretario generale aggiunto UIL, ed Ernesto Auci, presidente di FIRSTonline, giornale web di economia e finanza, ex direttore del Sole 24 ore e delle relazioni istituzionali Fiat,

IL SINDACATO. Il ruolo del sin-

dacato è un ruolo essenziale in una economia di mercato, e potrebbe addirittura dirsi che, in teoria, il mercato non funzionerebbe in modo efficiente senza di esso. Il mercato, lo ricordiamo, è il mezzo scelto dalla nostra società per allocare in modo efficiente le risorse. Una delle grandezze da allocare è il plusvalore - per semplicità il profitto - derivante dalla produzione. Le parti che prendono parte alla divisione sono chi

ha fornito il capitale e chi ha fornito il lavoro. Ovviamente le due parti sono, e non solo sulla carta, molto differenti. I DATORI DI LAVORO. Il fornitore di capitale è tendenzialmente unico, ma se questo non è il caso, come nelle proprietà azionarie, sicuramente più concentrato del lavoro. Questo fa si che la volontà del la-

voro sia più difficile da esprimere che quella del capitale: la difficoltà viene ovviata con la costituzione del sindacato che funge da portavoce del lavoro. A fronte della creazione di un’unica voce da parte del lavoro è naturale che si crei un’unica voce anche per il capitale con la nascita dei sindacati dei datori di lavoro (in Italia la Confindustria).

IL RUOLO. La presenza dei sin-

dacati è una necessità del mercato, perché in assenza di un sindacato dei lavoratori la natura dispersa del lavoro potrebbe portare a un’allocazione inefficiente delle risorse a causa di una eccessiva quota del profitto allocata al capitale. Il ruolo del sindacato è quindi ben definito in campo economico. Il fat-

to che il sindacato tenda ad ampliare il proprio ruolo al campo politico è una tendenza tipica dei Paesi mediterranei secondo Domenico Carrieri, ordinario di Sociologia economica e del lavoro alla Sapienza. L’analisi storica dimostra, però, che questa “invasione di campo” è, specialmente in Italia, ciclica con momenti di forte pre-

ritengono che questo sia da collocarsi nel quadro della generale scarsa credibilità odierna delle classi dirigenti che caratterizzano queste istituzioni. In più, nel caso di Confindustria la situazione sarebbe aggravata, secondo Auci, dall’incapacità di comprendere che il livello di contrattazione più adatto all’economia moderna sia quello aziendale e non settoriale, come testimoniato anche dall’uscita della FIAT da Confindustria. SCENARI. Le vie d’uscita per

il recupero di credibilità, secondo gli intervenuti sareb-

racconti di economia ogni giovedì alle 16 Ogni giovedì, dalle 16 alle 17, Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www. radiocusanocampus.it), trasmette “Racconti di economia”, un programma condotto da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia con la partecipazione di Philip Moschetti.

bero quindi due. La prima è uno spostamento della contrattazione a livello aziendale con le istituzioni centrali che offrono supporto alle istituzioni aziendali impegnate però in prima persona nelle trattative salariali. La seconda quella di fornire supporto agli iscritti impegnati a livello aziendale per un maggior coinvolgimento dei lavoratori nella conduzione dell’azienda. Nel caso dei lavoratori, il coinvolgimento potrebbe includere la partecipazione al consiglio di sorveglianza, secondo il modello dell’Aufsichtsrat delle aziende tedesche dove siedono rappresentanti sia del capitale che del lavoro. Una istituzione del secolo scorso, il sindacato, ha quindi un futuro, ma la via per il cambiamento prevede che cambi, oltre che l’istituzione, la classe dirigente al suo interno o, almeno, il suo modo di vedere il mondo. Prof. Philip Moschetti Economista

politica estera

Il protezionismo di Trump non è una buona notizia «Se queste iniziative dovessero proseguire in questa onda protezionistica, limitando le prospettive di crescita, colpendo il commercio internazionale, saremmo davanti a eventi storici che non potrebbero che nuocere all’economia statunitense e alla loro statura politica». È quanto sostiene il professor Stefano Marzioni, docente di Economia politica e internazionale presso l’Università Niccolò Cusano. Il riferimento è alle prime misure prese da Donald Trump a pochi giorni dal suo insediamento, tra cui la firma sull’ordine esecutivo per ritirare gli Usa dall’accordo commerciale Trans-Pacifico (Ttp, comunque non

ancora ratificato), come promesso durante la campagna elettorale, e il congelamento delle assunzioni del Governo federale, con esclusione delle forze armate. PROSPETTIVE. Per il professor

Marzioni, le azioni del neo successore di Barack Obama sono «nel solco della campagna elettorale», «iniziative di impatto, come è stata la propria presentazione durante la campagna elettorale». «La vedo molto male come prospettiva – continua il docente della Cusano - Non è una iniziativa di buon senso smantellare aree economiche più integrate da diversi anni, che hanno consentito la rialloca-

zione efficiente da un punto di vista produttivo delle risorse». SVANTAGGI. Gli

Stati Uniti, dopo l’uscita dal Ttp, «a lungo termine saranno danneggiati a vantaggio dell’economia asiatica e da una globalizzazione che non vedrà più gli Usa al centro della scena. In nessun caso ridurre il commercio è una buona cosa». Prospettive forse non positive, ma avallate dagli elettori visto che Trump, con la scelta dell’uscita dal Ttp, ha reso effettivo quanto annunciato in

conferenza stampa: «È chiaro che c’è forse una mancata comprensione del fenomeno del commercio internazionale – spiega ancora il docente della Cu-

sano - Forse una grossa sottostima dei costi che questo comporta. Il protezionismo che sembra permeare pensiero di Trump e di chi lo

ha votato fa parte di una analisi non razionale, di un ritorno all’età dell’oro del settore manifatturiero che non troverà riscontri». OCCUPAZIONE. In campagna

elettorale, infatti, il presidente Usa «aveva fatto riferimento ai vecchi tempi, quando gli operai riempivano le fabbriche della Ford. Questi tempi non possono tornare. Quei livelli di occupazione che venivano riempiti in massa non è possibile riportarli e con le stesse mansioni. Oggi sono diversi tecniche e cicli produttivi. Non basta proteggere un settore per riportare l’intera classe di soggetti lavoratori a quello che si aspet-

tavano vedendo le generazioni precedenti». È stato forse un «ricordo di quella fase con nostalgia, hanno votato un sogno che non è raggiungibile. Proteggere un settore non fa bene a nessuno ma solo a chi lavora nel settore. Un mercato con minori volumi e maggiori prezzi, settori protetti hanno output con minore qualità. Non è mai una buona idea impostare un piano di politica economica fondandolo sul protezionismo». DNA REPUBBLICANO. A propo-

sito del congelamento delle assunzioni Marzioni spiega che «è una azione che si può collocare nel solco del pen-

siero di stampo repubblicano. Ridurre la presenza statale fa parte del dna del partito repubblicano. Non c’è una completa sintonia tra le prime misure. Dal punto di vista economico siamo nel protezionismo, dal punto vista politico, verso un’ala più conservatrice e intransigente del partito repubblicano e non mi sembra una buona notizia. Non ho grandi speranze. Prima dell’insediamento pensavo “vedremo, magari gli annunci saranno stemperati” e invece c’è coerenza. Confidavo si rimangiasse le promesse elettorali – conclude il professore – Purtroppo, invece, le porta avanti». © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 31 GENNAIO 2017

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

industria, cultura e università

Consulta giovani e meritocrazia «Dalla niente sorprese ingredienti d’eccellenza sull’Italicum» legge elettorale

La storia e la filosofia di Forno Damiani, una realtà produttiva che investe sull’impegno e sull’incontro tra università e industria In Italia c’è un’azienda alimentare che punta sui giovani, la qualità e la voglia di fare sempre meglio. Una storia in controtendenza quella del Forno Damiani, azienda nata 70 anni fa da una famiglia di panificatori artigiani, che a Roma fornivano il pane ai militari dopo la Liberazione. Oggi siamo alla terza generazione della famiglia Damiani, che guida questa realtà industriale che si trova a pochi chilometri dalla capitale. Con 100 dipendenti e tanta voglia di crescere ancora.

«Il mercato richiede attenzione alla qualità» spiega il direttore generale Nicola Centra PRODOTTI. Una pagina nuova, dunque, quella che sta scrivendo questo storico forno italiano con prodotti derivati del pane, “spezzafame”, che sono ormai divenuti un culto per gli amanti degli snack, soprattutto tra i giovani. Distribuito a bordo dei voli civili nazionali e internazionali, sui treni, oppure semplicemente nei bar e nei supermerca-

L’azienda Forno Damiani

Il direttore generale di Forno Damiani, Nicola Centra

ti. Qui hanno grande successo le Croccantelle, il prodotto che sta trainando il forno Damiani a un riscontro importante sui mercati internazionali.

biamo infatti ottenuto la certificazione sul biologico e il vegano». L’azienda è cresciuta in modo esponenziale consentendo il raddoppio del numero dei dipendenti «soprattutto giovani - spiega ancora il direttore Centra - Giovani capaci, inseriti in un contesto meritocratico, cosa fondamentale per la crescita della nostra realtà imprenditoriale. Aggiungo anche che l’azienda crede molto nell’incon-

FILOSOFIA. Il dottor Nicola Centra, direttore generale del Forno Damiani, spiega che «il mercato oggi richiede attenzione alla qualità degli ingredienti, cosa su cui noi puntiamo investendo molto: ab-

tro tra università e industria che riteniamo fondamentale per ottenere uno sviluppo nella ricerca delle nostre idee e per individuare laureati capaci da professionalizzare». Forno Damiani è quindi una bella storia da raccontare in una fase così difficile per la nostra economia, un successo determinato da ingredienti semplici: lavoro, idee, meritocrazia. © Copyright Università Niccolò Cusano

La sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il ballottaggio previsto nell’Italicum «non ha tradito – secondo il professor Giovanni D’Alessandro che insegna diritto pubblico all’Università Niccolò Cusano – le attese dei costituzionalisti». Intervenendo a Radio Cusano Campus (la radio dell’Ateneo romano in onda sui 89.100 Fm a Roma e nel Lazio e in streaming su www.radiocusanocampus. it), D’Alessandro ha commentato la sentenza della scorsa settimanale, sottolineando che lo «scenario immaginato era proprio questo: l’incostituzionalità di un ballottaggio che attribuisce un premio di maggioranza abnorme». «È come – spiega ancora - se con il ballottaggio si arrivasse a prendere un raddoppio dei seggi rispetto ai voti: è così rimasto un sistema proporzionale con premio di maggioranza che prevede una soglia del 40 per cento che, secondo gli analisti, non è alla portata

di nessuno, salvo un exploit del MoVimento 5 Stelle». La soluzione attuale non farebbe comodo né all’ex premier Matteo Renzi né allo stesso Beppe Grillo, leader dei pentastellati: «Al primo – prosegue il docente della Cusano – perché viene smontato un altro elemento cardine della sua politica, dopo il referendum costituzionale. Viene quella che lui stesso aveva definito la più bella legge elettorale del mondo». Ma anche per Grillo non si tratta di una buona notizia: «Anche se si ipotizzasse un dato del 40 percento, il M5S si troverebbe comunque al Senato a dover fare coalizioni per governare. E i 5 stelle non hanno questa attitudine. Ci ritroveremmo pertanto di nuovo in stallo tra le due Camere». Il ballottaggio – conclude D’Alessandro – più il premio di maggioranza dell’Italicum generano «un meccanismo incostituzionale con rottura del rapporto di rappresentanza». © Copyright Università Niccolò Cusano

una giornata in CASSAZIONE

Gli studenti della Cusano raccontano la loro esperienza Gli studenti dell’Università Niccolò Cusano al terzo anno della facoltà di Giurisprudenza (Clickday e Blended) insieme alla professoressa Giannini hanno vissuto una bella esperienza in Cassazione lo scorso novembre. Desiderosi di condividerla con i loro colleghi universitari, ne hanno inviato un piccolo resoconto. «Salve colleghi giuristi, vogliamo raccontarvi la nostra esperienza in Cassazione, che ha avuto luogo il 9 novembre 2016 in concomitanza con il corso che stavamo seguendo: Dirit-

to civile, tenuto dalla professoressa Giannini. Questa esperienza ha lasciato in tutti noi un mix di sensazioni positive che hanno portato a un’unica comune evidenza: quella di avere la consapevolezza di essere nel posto giusto e di aver fatto la scelta universitaria giusta. Durante l’incontro, abbiamo avuto infatti l’opportunità di visitare in toto la struttura della Cassazione, vale a dire aule, cancellerie, biblioteca con accesso al pubblico, aula magna, biblioteca privata dei magistrati e degli avvocati, il Tribunale delle acque monitori (consi-

derato un ospite del Palazzaccio e rappresenta il primo grado di giudizio). Abbiamo poi assistito all’udienza in corso sia in materia penale che civile, tramite le quali abbiamo avuto modo di prendere in analisi i seguenti punti: la diversa composizione nell’intervento delle parti; il ruolo del pm; il giudice relatore; la decisione del giudice che non delibera nell’immediato. Tale esperienza si è conclusa nel rimandarci a un prossimo appuntamento previsto per il 7 febbraio per assistere a una

sentenza a Sezione Unite della Corte, alla quale, cari colleghi giuristi, vi invitiamo a partecipare. Volevamo infine ringraziare il nostro Ateneo che ci permette di formarci non solo tramite lo studio di materie specifiche, ma offre a tutti noi anche possibilità di formarci sul campo attraverso esperienze uniche come questa». Data la bellissima esperienza raccontata dagli studenti di Giurisprudenza della Cusano, questo nuovo appuntamento in Cassazione certamente non è da perdere». © Copyright Università Niccolò Cusano

una scelta giusta

5 per mille? Donalo a te stesso Donalo alla tua università Costruisci con noi le tue opportunità. Dona il 5 per mille all’Università Niccolò Cusano. Un aiuto concreto che a te non costa nulla ma che per lo sviluppo della società in cui viviamo può rivelarsi estremamente significativo. Donare il 5 per mille all’Università Niccolò Cusano sarebbe come donarlo a se stessi perché, più o meno direttamente, le attività messe in piedi dall’Università Niccolò Cusano hanno un risvolto significativo nella vita di ognuno di noi. Nella prossima dichiarazione dei redditi scegli di donare il tuo 5 per mille all’Università Niccolò Cusano. Scegli di esse-

re protagonista e non più spettatore. Costruisci con noi le tue opportunità. Farlo è semplicissimo, non ti costerà neanche un euro e ti darà la possibilità di contribuire concretamente alla realizzazione e allo sviluppo di una serie di progetti che avranno una positiva ricaduta sul benessere di tutti.

tati concreti e significativi; in quest’ottica un esempio non trascurabile è rappresentato dalla collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù, grazie alla quale sono stati messi a punto degli studi che hanno regalato grandi innovazioni nella diagnosi e nella gestione della sindrome del QT lungo.

L’Università Niccolò Cusano ha allestito all’interno del campus di via Don Carlo Gnocchi 3 dei laboratori all’avanguardia per la ricerca. Laboratori che si contraddistinguono per le più moderne tecnologie, che hanno prodotto una sensibile intensificazione di una attività che già ha portato a risul-

E poi l’Università Niccolò Cusano ha a cuore il destino dei suoi studenti. Gli iscritti non sono soltanto matricole. Non numeri, ma esseri umani, da accompagnare alla laurea attraverso un percorso formativo d’eccellenza e da aiutare fattivamente anche nel delicato momento legato all’in-

gresso nel mondo del lavoro. Il tuo 5 per mille servirà anche a rafforzare l’attività di placement. L.L (una laurea = un lavoro). Un posto di lavoro per ogni laureato. Un sogno che presto sarà realtà, anche grazie al tuo aiuto. Didattica, ricerca, divulgazione, favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro affinché i neolaureati entrino immediatamente e da protagonisti nel mondo dell’occupazione. Questi e molti altri sono i motivi per cui dovresti donare all’Università Niccolò Cusano il tuo 5 per mille. Diventa protagonista. Fai la scelta giusta. © Copyright Università Niccolò Cusano


VI Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

FUMETTI

la storia

Tutto quello che è successo nelle puntate precedenti Chi sono i Four Energy Heroes? Quattro amici fidati, coraggiosi e determinati, ognuno con un diverso super-potere: Teresina è super-forte, Pietro super-veloce, Marietta è super-empatica e Milko ha un super-udito. Hanno messo il proprio dono al servizio di un bene superiore, certo, ma non si sarebbero mai aspettati di inciampare in una missione tanto importante… Mentre riflettevano su cosa fare con il redento, o almeno presunto tale, Amilcare, nel bel mezzo della notte una figura sovrannaturale fa loro visita: è Gaia, l’incarnazione del pianeta Terra. L’essere dichiara di aver donato ai quattro eroi i loro super-poteri, a patto però che ora le restituiscano il favore. Ma di che favore si tratta? Prima di ottenere una risposta Pietro, Milko, Teresina e Marietta sono inghiottiti da uno strano vortice che li trasporta da qualche parte, chissà dove e chissà quando, nel continuum spaziotemporale. È il momento di scoprire la loro destinazione. (Prodotto da L’Arte nel Cuore da un’idea di Daniela Alleruzzo; testi di Andrea Giovalè; disegni e colori di Vincenzo Lomanto). © Copyright Università Niccolò Cusano

il progetto

L’inclusione come primo obiettivo Milko, Pietro, Teresina e Marietta sono i Four Energy Heroes, protagonisti del primo fumetto italiano interpretato da ragazzi disabili. L’iniziativa editoriale, prodotta dalla Onlus “L’Arte nel Cuore”, ha come obiettivo rappresentare la disabilità come valore aggiunto e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’integrazione. Il fumetto viene da un’idea della presidente della Onlus, Daniela Alleruzzo, e una sua striscia è pubblicata ogni settimana sulla prima pagina di “Unicusano Focus – Sport & Ricerca”, settmanale dell’Università Niccolò Cusano, prova della volontà dell’ateneo romano di dare voce a tutte le iniziative che sensibilizzino sul tema della disabilità. Ma da qualche settimana la sinergia tra l’Ateneo e i Four Energy Heroes si è rafforzata ancora di più, con una tavola intera che viene ospitata ancora sulle pagine “Unicusano Focus - Sport & Ricerca”, in allegato il martedì con il Corriere dello SportStadio. Prodotto da L’Arte nel Cuore – Da un’idea di Daniela AlleruzzoTesti di Andrea Giovalè – Disegni e Colori di Vincenzo Lomanto [Le precedenti avventure dei Four Energy Heroes sono disponibili gratuitamente all’indirizzo www.fourenergyheroes.it ]

martedì 31 gennaio 2017


martedì 31 gennaio 2017

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

LA CUSANO E lo sport

unicusano aurelia nuoto partenza doc Il 2017 comincia nel migliore dei modi per la società capitolina. A febbraio e a marzo i test più prestigiosi È stato un gennaio molto intenso in cui gli atleti dell’Unicusano Aurelia Nuoto sono scesi in acqua tutti i fine settimana in diverse manifestazioni sportive, raccogliendo tante medaglie e una serie di record. Si è cominciato con l’im-

Il responsabile tecnico Marinelli è soddisfatto dell’evoluzione degli atleti portante prova regionale della Federazione Italiana Nuoto «Inverno di categoria» dove sono scesi in acqua i maschi nel week end del 7-8 gennaio e le femmine in quello del 14-15. Molti i primati personali migliorati ma soprattutto ben 12 pass conquistati per i campionati italiani di categoria, la manifestazione sportiva in programma a Riccione a fine marzo che raccoglie i migliori atleti e tutte le promesse del vivaio natatorio italiano.

Sopra, Daniele Falzini e il responsabile tecnico Roberto Marinelli. A sinistra, trasferta a Massarosa per l’Unicusano Aurelia Nuoto

RISULTATI. Dopo questa im-

portante prova di qualificazione i vari gruppi dei vivai Unicusano Aurelia Nuoto si sono divisi per disputare diverse manifestazioni sportive secondo le esigenze di ogni singolo gruppo sportivo. Nonostante la divisione in diverse manifestazione gli atleti “accademici” sono riusciti a tenere alto il nome della società. È stata poi la volta di Massarosa dove il gruppo si è ricompattato per andare tutt’insieme a sfidare le grandi società natatorie del centro Italia: in questa trasferta toscana sono andati ben 144 atleti dei vari centri Unicusano Aurelia dislocati sul comune di Roma, seguiti dal responsabile tecnico Roberto Marinelli e da sei tecnici responsabili dei cen-

tri: Silvia Lenzi (sede centrale Unicusano Aurelia Nuoto) Fabrizio Scimonelli (Nuoto Aurelia) Massimiliano Laudani (Roma70 Tor Bella Monaca) Massimo Braccia (Urbe Nuoto) Daniele Di Nizio (Flaminio Sporting Club) e Roberto Badessi (To Live Roma2000). L’Unicusano Aurelia Nuoto ottiene in questa trasferta un grandissimo secondo posto come società piazzandosi davanti a società del calibro di C.C. Aniene, Tiro a Volo Nuoto, Forum Sport Center e tante altre.

il dato

Leadership nel Lazio in vasca L’Unicusano Aurelia Nuoto si conferma ancora una volta leader del Lazio nel nuoto agonistico giovanile; il modello vincente è sempre lo stesso: un gruppo centrale dove confluiscono tutti gli atleti più forti, i vari centri periferici sparsi sul comune di Roma con funzione di vivai, una metodologia

d’allenamento uguale per tutti i centri, responsabili tecnici che si confrontano e collaborano coordinati dall’esperienza del responsabile tecnico Roberto Marinelli; infine, la supervisione e la collaborazione di un grande sponsor come l’Università Niccolò Cusano.

UnicusanoFondi

Emozioni a go-go per le giovanili degli accademici

IL TECNICO. Soddisfatto il re-

sponsabile tecnico Marinelli: «Sono molto soddisfatto di questo primo mese del 2017, abbiamo sviluppato una programmazione diversificata per gli atleti che devono preparare i campionati italiani e per quelli che invece devono disputare i regionali. Nonostante la preparazione non sia ancora al massimo, sono rimasto molto sorpreso e soddisfatto nel vedere l’evoluzione della maggior parte dei nostri atleti: da segnalare in particolare, oltre ai tanti atleti assoluti che stanno preparando i campionati italiani, gli ottimi riscontri cronometrici di Giada Galizi e di un sempre più promettente Alessio Proietti Colonna». IMPEGNI. Ora la testa è alle fina-

Il cammino di alta classifica delle formazioni giovanili dell’UnicusanoFondi prosegue, e su più fronti, ma non si può certo negare che il fine settimana appena concluso non sia stato così ricco di momenti importanti. Poche sono state, infatti, le affermazioni dei giovanotti “universitari”, anche se c’è ancora tanto cammino da fare e le graduatorie rimangono comunque positive per tutti.

© Copyright Università Niccolò Cusano

RISULTATI. Il pareggio ester-

li regionali che chiuderanno il cerchio nel mese di febbraio e infine ai campionati italiani giovanili di fine marzo e assoluti in programma dal 4 marzo: in vasca scenderanno gli atleti più forti di tutta Italia, oltre ai già citati Proietti Colonna e Galizi, si aggiungeranno atleti del calibro di Andrea Mitchell D’Arrigo e la vicecampionessa in carica alle olimpiadi di Rio 2016 Rachele Bruni. Ne vedremo delle belle.

no che la Berretti ha colto sul campo del Taranto non può essere pienamente soddisfacente. Sia per il modo con il quale è venuto, ovvero dopo aver chiuso la prima frazione in doppio vantaggio, sia per gli effetti sulla classifica. Adesso a condividere la testa della graduatoria sono in tre (ma il Lecce, al comando insieme ai fondani e al Monopoli, deve recuperare la gara interna con il Teramo), e con un’altra compagine, la Fidelis Andria, che insegue a due

lunghezze: in quattro per tre posti playoff e questo fa capire che il girone di ritorno appena iniziato si annuncia particolarmente duro. L’Under 17 può continuare a volare, forse per quella che è la vera nota lieta, grazie al successo contro la Fidelis Andria che permette ai giovanotti tirrenici di proseguire nella loro marcia (otto vittorie e due pareggi nelle ultime dieci partite) e di iniziare a costruire vantaggi importanti nella corsa verso i play off. Quella “decima” che invece è mancata all’Under 15, battuta in casa dalla Fidelis Andria in una gara che sembrava alla portata e che invece ha fermato lo slancio dei ragazzi fondani dopo ben nove successi di fila; almeno per ora il primo posto è salvo, ma le avversarie non mollano di certo. In campo regionale sorridono le due squadre partecipanti ai campionati regionali Fascia B. Sia gli Allievi che i Giovanissimi vengono da un sabato di successi che ha permesso loro di confermarsi al terzo posto in entrambe le classifiche. La Juniores Nazionale viene invece da due partite particolarmente sfortunate, contro Gavorrano e Rieti, nelle quali la sorte non è certo stata amica dei giovanotti rossoblù. Chissà che dopo il riposo della prossima settimana le cose non possano cambiare. © Copyright Università Niccolò Cusano



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