UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
Salute Troppo zucchero? Il cervello va in tilt
Imprese Abilympics, le olimpiadi dei mestieri in Francia
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martedì 16 febbraio 2016 www.corrieredellosport.it
Calcio Piacenza e la voglia di tornare tra le grandi
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una stella in movimento
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l’opinione
La valorizzazione degli immobili delle nostre città Nelle ultime settimane stiamo assistendo a un crescendo di notizie legate alla cattiva gestione del patrimonio immobiliare pubblico delle nostre città. Il caso romano ha aperto la ridda di notizie e sembra essere quello più eclatante. Numerosi immobili pubblici del centro storico di Roma sono affittati a pochi euro al mese. In alcuni casi gli affitti, ancorché calmierati, non vengono nemmeno riscossi. Inoltre, notizia di queste ore, molti appartamenti sono inutilizzati e comportano costi di gestione molto onerosi per il Campidoglio. È evidente l’incapacità di gestione del patrimonio immobiliare da parte della Pubblica Amministrazione. Le dichiarazioni di sdegno per lo spreco delle risorse pubbliche che si sono levate da parte di politici, giornalisti e opinionisti sembrano, in molti casi, offrire una rapida soluzione al problema: vendere gli immobili e destinare le risorse per lo sviluppo dei servizi ai cittadini. In realtà, la vendita del patrimonio immobiliare non coincide necessariamente con la sua valorizzazione. L’immissione di numerose abitazioni sul mercato potrebbe generare una riduzione “momentanea” del valore degli immobili, riducendo gli introiti per l’amministrazione cittadina. Occorre, inoltre, considerare l’aspetto sociale dell’operazione. Privare della casa famiglie a basso reddito, spesso anziani, che vivono da anni nel centro storico significa acuire le diseguaglianze sociali di Roma, ridurre l’integrazione sociale nel cuore della città, favorendo gli investimenti di grandi operatori o di pochi privilegiati. L’esito delle cartolarizzazioni dello scorso decennio dovrebbe farci riflettere in proposito. È tempo di iniettare nella Pubblica Amministrazione una rinnovata moralità per il bene comune e nuove professionalità per sviluppare una visione strategica e riformatrice del patrimonio immobiliare pubblico. Una sana gestione richiede una catalogazione esaustiva degli immobili e una sistemica e vigilata attività di messa a reddito da parte di società specializzate. In tal modo, gli immobili non verrebbero venduti bensì affittati massimizzandone la redditività. Al tempo stesso ciò consentirebbe all’amministrazione pubblica di garantire efficacemente il bilanciamento tra obiettivi economici e sociali. Il patrimonio immobiliare rimarrebbe pubblico e i redditi prodotti potrebbero essere investiti per il miglioramento dei servizi alla cittadinanza.
anna foglietta
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