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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Radio e calcio Cucchi spegne il microfono

Religione I musulmani nel nostro Paese

> A PAGINA III

mercoledì 1 marzo 2017 www.corrieredellosport.it

Amici Unicusano Una rete di sinergie per la ricerca

> A PAGINA V

elisa d’ospina La sfida (vinta) della modella curvy più famosa d’Italia: «Bisogna abbattere gli stereotipi e la dittatura della fisicità: finalmente qualcosa è cambiato»

quando la forma è sostanza

> A PAGINA II

LA VIGNETTA

in televisione

Le storie del Bambino Gesù in un docufilm > A PAGINA II Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it

> A pagina IV

il punto

Le mille opportunità del mondo Unicusano tra socialità e studio

P

iù di ottocento borse di studio a copertura totale dei cinque anni del corso di laurea, scelto dai richiedenti, sono state assegnate in quattro anni dall’Università Niccolò Cusano. Si è chiuso ieri, infatti, il termine per inviare le PEC e cercare di ottenere l’opportunità di studiare senza pagare la retta in un’università d’eccellenza. Un’edizione, questa che si è conclusa, che ha avuto nuovamente - come negli scorsi anni - un grande successo. Grande la voglia di far parte del mondo Unicusano. Per questo, anche nel 2017, l’Ateneo romano ha deciso di non lasciare indietro i diplomati di Roma e dei comuni limitrofi, offrendo loro un motivo importante di riflessione, per continuare a studiare e arrivare all’obiettivo della laurea. La Cusano dal 2014, quando per la prima volta ne mise a disposizione 600, ha provato a innalzare il livello della formazione nel Paese, che ancora oggi, secondo gli ultimi dati, è nelle retrovie rispetto alla media europea per il numero di laureati. Questa iniziativa, denominata Click Day, ha bussato alle porte di quelle famiglie che stavano seriamente riflettendo sul futuro dei propri figli, interrogandosi sui costi e sulla reale necessità di conseguire questo titolo di studio. L’Università Niccolò Cusano, oltre a essere convinta che la laurea è sicuramente lo strumento fondamentale per affrontare la difficile ricerca del lavoro - vedi l’iniziativa “Amici della Cusano” di cui si parla all’interno del settimanale - ritiene anche doveroso, come centro accademico di grande livello, poter investire le proprie risorse nel futuro di chi avrebbe scelto altre strade, abbandonando gli studi. Nel Campus romano trascorrono le loro giornate di impegno didattico, di sport, di gioioso e giovane divertimento gli studenti che hanno ottenuto la borsa di studio negli scorsi anni. Nel Campus vivono l’università nel senso più gratificante del termine, seguendo le lezioni insieme a chi, contemporaneamente, ne usufruisce da un computer o da un tablet, formando cosi una comunità moderna di studenti preparati e mai distanti dal docente e dai suoi insegnamenti. Avremo presto il piacere di conoscere i ragazzi che potranno usufruire delle borse di studio 2017 dell’UniCusano. Solitamente si presentano con un grande sorriso e gli occhi che veloci scrutano la grande struttura di 16 mila metri quadri in cui trascorreranno le loro giornate. Sarà il loro primo passo verso una grande soddisfazione, perché la laurea è un percorso che durerà tutta la vita, oltre il suo conseguimento. Se si riuscirà a comprenderlo si farà la differenza. Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

mercoledì 1 marzo 2017

cultura

oltre le sfilate

la carriera

Nel 2009 ha pubblicato il primo libro

La laurea viene prima di tutto

Oltre alla carriera da modella, Elisa D’Ospina cura il blog www. elisadospina.com e collabora con il Fatto Quotidiano. Nel 2014 ha pubblicato per Giunti il libro autobiografico “Una vita tutta curve”.

Nata nel 1983, Elisa D’Ospina è laureata in Scienze della comunicazione, ramo psicologico. Nel 2009 è stata nominata “Testimonial per la tre giorni della Salute” dal Ministero del Salute.

elisa d’ospina le nuove forme ora hanno successo La modella curvy più nota d’Italia spiega: «La mia è una sfida ai prototipi e agli stereotipi. Finalmente qualcosa sta cambiando» Elisa D’Ospina, la modella curvy più famosa d’Italia, tra le più note del mondo, ha raccontato la sua carriera ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del programma “ECG”, ai microfoni di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

«Sarebbe bello vedere veline che parlano e non fanno solo stacchetti» Elisa, come è iniziata la tua carriera di modella? «Quasi per sbaglio. Ero già grandicella, avevo 25 anni e avevo già iniziato giornalismo. Un giorno, mentre stavo lavorando, una talent scout mi chiese se volessi diventare una modella “taglie forti” e le rispost male, qualcosa come “falla fare a tua madre”». In effetti non suona benissimo… «Dieci anni fa sembrava quasi uno sfottò, poi invece mi si è aperto un mondo e anco-

ra oggi sto lavorando in questo settore. Il fatto che oggi si parli di modelle curvy e non di modelle taglie forti è positivo, anche perché in Italia per taglia forte si parla della 44, considerando che una modella taglia forte è alta almeno un metro e ottanta. Io parlerei di donne normopeso più che di taglie forti. È stato un modo per aggiustare il tiro. La comunicazione è importante e poi si pensa che le taglie forti siano riconducibili all’obesità». In Italia esiste ancora una

dittatura della fisicità? «I prototipi e gli stereotipi sono sempre quelli purtroppo. La battaglia che ho iniziato dieci anni fa prevedeva di portare in passerella donne diverse rispetto alla taglia 38, perché non c’erano come oggi catene, multinazionali, che prevedessero collezioni fino a taglie 48, 50 o 52. Avendo avuto sempre una famiglia con donne che vestivano queste taglie, e vedendo loro soffrire ogni volta che dovevano comprare un abito per una cerimonia o un paio di jeans per tutti i giorni, mi sembrava

veramente assurdo che attorno agli anni 2000 non ci fosse questa apertura. Oggi invece le cose sono cambiate, in qualsiasi centro commerciale almeno un negozio che veste queste taglie c’è. Questo è già un progresso». Hai sempre avuto un buon rapporto con la tua fisicità? «Da bambina ero già altissima, in seconda media ero un metro e settantotto ed ero comunque robusta, non proprio esile. Ricordo un episodio: ero alle elementari con il resto della classe, il giorno

della Befana. Consegnavano una calza a tutti i bambini della classe e a me non la diedero perché pensavano fossi una infiltrata. Oggi ci scherzo, all’epoca ci rimasi male». Che ne pensi della settimana della moda? «Ci sono poche idee, adesso poi si è capito che se nella settimana della moda ci si veste male c’è la possibilità di uscire su Vogue o sulle riviste di settore. Ma non è il carnevale, è la settimana della moda. Si vestono male di proposito perché ormai hanno capito il

giochetto». Che ne pensi dei reality? «L’anno scorso ho detto di no all’Isola del Famosi perché se mi privassero del cibo potrei mostrare un lato brutto. I reality mi piacciono, finalmente svelano la vera natura: è facile fare il personaggio, ma è quando diventi persona che poi il pubblico di ama o ti odia per quello che sei. Il grande fratello Vip, ad esempio, non lo farei, preferirei qualcosa di più costruttivo, come i talent». Vedremo mai una velina

curvy? «Sarebbe bello vedere veline che parlano e che dicono qualcosa invece di fare solo stacchetti. Ho apprezzato tantissimo la scelta di Carlo Conti quest’anno a Sanremo, che non ha messo vallette ma solo persone che volevano comunicare qualcosa, che avevano qualcosa da dire. Il concetto della valletta ormai è supe-

in televisione

Il Bambino Gesù raccontato in un documentario Attraverso un documentario in dieci puntate, trasmesse la domenica alle 22.50 da Rai 3 per la prima volta, il Bambino Gesù di Roma, l’ospedale pediatrico più importante d’Europa, che ogni anno accoglie circa 100 mila pazienti da ogni parte d’Italia, si racconta mostrando la quotidianità di dieci giovani affetti da una grave malattia, delle loro famiglie e dello staff medico, in un intenso e autentico viaggio alla ricerca della guarigione. Ne ha parlato Simona Ercolani, Ceo della casa di produzione Stand by me e ideatrice del programma, durante il programma “Genetica Oggi”, condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus. Simona, come nasce l’idea di raccontare “I ragazzi del bambino Gesù”? «Dalla conoscenza diretta dell’ospedale che ho avu-

mere sempre un passo indietro rispetto ai pazienti. Per un anno siamo stati in cinque reparti in particolare in oncoematologia. Stando lì, abbiamo chiesto a pazienti e parenti la loro disponibilità a essere raccontati. La peculiarità di questo programma è che non abbiamo fatto nessun casting; è stata proposta una collaborazione a medici e pazienti (e alle loro famiglie) e poi abbiamo raccontato chi ha accettato». Il Bambino Gesù è un’ec-

to modo di fare da mamma parecchi anni fa. Entrando in contatto con questa realtà ho sempre pensato che sarebbe stato bene raccontarla. A volte le cose restano nel cassetto ma poi vedono la luce. Ci abbiamo lavorato

per mesi, insieme al gruppo creativo della Stand by me, per far sì che si potesse raccontare al meglio ciò che io stessa avevo visto con i miei occhi. Faticosamente siamo riusciti a convincerli, la diffidenza iniziale dell’Ospe-

dale Bambino Gesù è stata l’ulteriore conferma della loro serietà perché temevano disturbassimo il lavoro in ospedale e la degenza dei pazienti. Per questo siamo entrati in punta di piedi e siamo stati con le teleca-

cellenza nazionale e internazionale. Anche questo è stato raccontato? «Certamente, inoltre quello che ho potuto verificare e raccontare è che non lo è soltanto dal punto di vista medico ma anche dal quello umano. Se entri al Bambino Gesù, tu non sei la tua malattia, tu sei una persona che ha una malattia ma ha anche un passato, una vita, dei sogni e un futuro. La cosa fantastica che noi speriamo di riuscire a restituire non è solo il cordone che si strin-

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

ge intorno al bambino malato da parte della sua famiglia e dei suoi parenti ma proprio la solidarietà umana che scatta fra medici, infermieri, personale volontario, famiglie. In ospedale spesso ci si sente molto soli, chiusi nella propria malattia. Quello invece che abbiamo visto e vissuto al Bambino Gesù è stata una esperienza umana, oltre che professionale, perché abbiamo toccato proprio la forza della vita, dell’amore e della solidarietà fra persone. Quando si sta male si pensa di essere soli, ecco al Bambino Gesù questo viene ribaltato: non si è rifiutati anzi si è inclusi. La cosa che personalmente mi ha più commosso, oltre alla forza e al coraggio delle famiglie e del personale, è stata proprio la solidarietà fra pazienti. Una solidarietà straordinaria». © Copyright Università Niccolò Cusano

rato. Oggi ci sono tante donne dello spettacolo che sono brave, una su tutte è Antonella Clerici, ma anche Barbara D’Urso è molto brava. Dal momento che ci sono donne così sarebbe meglio per una ragazza ispirarsi a donne parlanti e pensanti, che portano dei risultati a casa». © Copyright Università Niccolò Cusano

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


mercoledì 1 marzo 2017

Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

cultura e università

riccardo cucchi «questa volta è davvero tutto» La mitica voce di Radio Rai ha raggiunto la pensione A Radio Cusano Campus ha ripercorso la sua carriera Gli inizi, la scuola all’ombra di due autentici mostri sacri come Enrico Ameri e Sandro Ciotti; la gioia e la fortuna per aver potuto urlare dai microfoni di Radio Rai, «Italia campione del mondo» nel 2006. Oltre a Cucchi, solo Niccolò Carosio (1934 e 1938) e lo stesso Ameri (1982) hanno avuto il grande onore di farlo. Dopo aver salutato domenica 12 febbraio i radioascoltatori della Rai con un significativo «Stavolta è davvero tutto», Riccardo Cucchi, storica voce di “Tutto il calcio minuto per minuto”, ha ripercorso la sua splendida carriera radiofonica a “Tempi Supplementari” trasmissione di storia dello sport curata e condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus e in onda ogni weekend. I MAESTRI. L’esordio

ovviamente è dedicato ai suoi due mentori: «Enrico Ameri e Sandro Ciotti sono stati due maestri non solo per me ma per un’intera generazione di radiocronisti. Il capostipite fu Niccolò Carosio, Ameri ne prese l’eredità e insieme a Ciotti formarono un binomio straordinario che ha fatto anche la fortuna di “Tutto il calcio minuto per minuto”. A me piace paragonare Ameri e Ciotti a quello che sono stati nel ciclismo Coppi e Bartali. Due radiocronisti straordinari però profondamente diversi. Enrico più portato all’evocazione, al racconto, all’immaginario, a trascinarti nel-

Riccardo Cucchi e Alfredo Provenzali

lo stadio. Sandro molto più tecnico, competente perché aveva giocato a pallone, nonché ricco di una forza lessicale che ne ha fatto evidentemente uno dei protagonisti non solo dello sport e del giornalismo, ma mi permetto di dire della cultura italiana. Ciotti è stato un autentico intellettuale, un uomo di grande cultura: musicista e compositore di canzoni, poeta e scrittore. Insomma due grandi personaggi che hanno insegnato ai giornalisti della mia generazione come stare al microfono ma non solo. Direi che ci hanno insegnato come stare al mondo, come vivere il nostro mestiere cercando di lavorare bene e sempre in grande umiltà». IL RADIOCRONISTA PERFETTO.

Due fonti dalle quali attingere a piene mani: «Io ho sempre

sostenuto che il radiocronista perfetto, che credo debba ancora nascere, sia frutto di una sintesi dei due: due grandi, come ho detto, molto diversi tra loro. Più guascone Sandro Ciotti, più rigoroso Enrico Ameri.

Ma, la sintesi del loro modo di raccontare, cioè mettere insieme la capacità di trasferire nello stadio con te chi ti ascolta di Ameri e la capacità di leggere tatticamente e tecnicamente la partita, di dare giudizi sempre attendibili sulla qualità tecnica dei calciatori e naturalmente l’uso straordinario della parola di Ciotti, darebbe vita al radiocronista perfetto. Io mi sono ispirato a entrambi, naturalmente con grande modestia. Ancora oggi nutro grande rispetto per questi due grandi maestri, assolutamente straordinari, unici, moderni addirittura anche nel loro linguaggio. Diciamo che ho cercato, rubando un po’ del loro mestiere, di fare quello che ho pensato fosse giusto: di mettere un po’ di entrambi». L’ESORDIO. La prima ra-

diocronaca non si scorda mai: «È impossibi-

i “tempi supplementari” di radio cusano campus Il programma “Tempi supplementari”, condotto da Fabio Camillacci, è in onda su Radio Cusano Campo tutte le domeniche, dalle ore 19 alle ore 19.30. Il programma racconta la storia dello sport con il contributo di storici della SIS.

le da dimenticare. Parliamo del 23 agosto 1982, ero nella sede di Campobasso a farmi le ossa in provincia dopo essere entrato in Rai per concorso nel 1979. E il Campobasso neopromosso in Serie B giocava il turno preliminare di Coppa Italia contro la Fiorentina. Il radiocronista Rai che era stato designato per quella partita all’ultimo momento si ammalò e così Mario Giobbe, che all’epoca era responsabile dello sport, mi chiamò per dirmi se me la sentivo di esordire. Ovviamente, risposi di sì anche se mi tremavano le gambe. Andò bene. Tra l’altro il Campobasso vinse clamorosamente per 1-0 con gol di D’Ottavio, quindi quella partita fece pure notizia».

è quella che mi ha emozionato di più». IL TIFO CON IMPARZIALITÀ. Ti-

foso della Lazio, ora dichiarato. Ma Riccardo Cucchi da radiocronista è sempre stato al di sopra delle parti: «Fin da bambino sono stato tifoso della Lazio, perché mio padre mi portava allo stadio: la prima volta avevo nove anni, era un Lazio-Vicenza che finì 1-1. Grazie alla passione per i biancocelesti mi sono innamorato anche del calcio. Ma davanti al microfono non ho mai indossato l’abito del supporter biancoceleste, perché soprattutto quando lavori per la Rai parli ai tifosi di tutta Italia, da quelli del Trentino a quelli di Caltanissetta. Cer-

to, l’emozione c’è sempre, vedere entrare in campo la Lazio a me ha sempre emozionato, prima da tifoso e dopo da radiocronista. Io ho vissuto in Curva Nord lo scudetto del 1974 con la radiolina incollata alle orecchie con Enrico Ameri che raccontava la partita e al fischio finale di Lazio-Foggia naturalmente ho sentito Ameri gridare “La Lazio è campione d’Italia”. Dentro di me sognavo già di fare questo mestiere fin da piccolino, e ho pensato che meraviglia e che fortuna sarebbe stata per me riuscire a diventare un radiocronista e magari raccontare anche lo scudetto della Lazio. Meravigliosamente, inaspettatamente, questo sogno si è materializ-

UNICITÀ. Una carriera piena di

radiocronache e impossibili da quantificare: «Devo essere sincero: non ho tenuto il conto. Ma solo per un motivo: ritengo che ogni partita rasenti un’unicità. Io sono appassionato di musica classica, di musica lirica e i direttori d’orchestra sostengono che non c’è mai un’esecuzione uguale all’altra. E allora io dico che ogni partita è diversa dall’altra; ho cercato di vivere ogni singola partita come evento fine a se stesso, isolato in un contesto nel quale io cercavo di interpretare, di adattarmi a quello che avveniva in campo. Quindi, tutte son belle e per questo non le ho contate. Certo, la finale Mondiale Italia-Francia nel 2006

tutto il calcio minuto per minuto

In onda per la prima volta il 10 gennaio del 1960 Nata nel 1959 e in onda dal 10 gennaio 1960, ideata da Gugliemo Moretti (al tempo a capo della redazione sportiva Rai, Roberto Bortoluzzi (il conduttore) e Sergio Zavoli (all’epoca a capo della redazione radiocronache), “Tutto il calcio minuto per minuto” è la trasmissione di Rai Radio 1 dedicata alle radiocronache in diretta del campionato italiano di calcio. Il programma nacque sulle orme della trasmissione fran-

cese “Sports et Musique”, nella quale venivano raccontate le gare di rugby. Il suo successo è stato incredibile negli anni in cui non era presente la concorrenza televisiva e ha conservato tutto il suo fascino anche nell’epoca delle tv satellitari. Le sue voci sono diventate protagoniste indelebili della cultura italiana: da Nicolò Carosio ad Alfredo Provenzali, da Gianni Ameri a Sandro Ciotti, da Ezio Luzzi a Beppe Viola.

zato sotto il diluvio di Perugia nel 2000, quando ho potuto dire che la Lazio era diventata campione d’Italia. Paradossalmente, un solo presidente si lamentò di me come radiocronista, e fu Gianmarco Calleri che chiamò Mario Giobbe dicendogli “Quand’è che la finisci di mandarmi i romanisti a fare le partite?”. Questa cosa mi riempì di gioia, professionalmente parlando, perché significava che non si percepiva affatto la mia simpatia per i biancocelesti». SINCERITÀ. L’imparzialità di Riccardo Cucchi è testimoniata peraltro dalla famosa esclamazione «Mai scudetto fu più meritato» in occasione di quello della Roma nel 2001: «Fu spontanea: lo pensavo veramente in quel momento e lo penso tutt’oggi, perché quel campionato della Roma fu straordinario. Non me ne vogliano gli amici laziali che furono feriti dal fatto che quel tricolore venne staccato proprio dalle maglie della mia Lazio. io fui onesto e sincero anche con i romanisti, avendo descritto quel campionato e raccontato tante volte la Roma quell’anno. Quindi in quel momento dissi quello che ritenevo fosse giusto e che sentivo dentro di me. Ripeto, la Roma disputò veramente un campionato straordinario». Riccardo Cucchi, degno erede di Ameri e Ciotti. «Stavolta è davvero tutto», chapeau. © Copyright Università Niccolò Cusano

Università Niccolò Cusano: il Master

Le nuove leggi in materia di cyberbullismo Maria Nuovo, presidente del Centro Oikia, ha spiegato i temi del corso Ingiuriare non è lesivo della personalità altrui, per gli adolescenti di oggi, anzi è un passatempo divertente. Quindi, largo alle offese pubbliche e avanti tutta con la ridarella di gruppo, dopo aver infangato il debole di turno. I bersagli prediletti sono le ragazze, deboli, e carenti di autostima. I ganzi di turno sono persone con un forte bisogno di prevaricazione sul prossimo, e con una esagerata opinione di sé. I comportamenti messi in atto da questi ultimi sono veri e propri reati, eppure stiamo alle speranze di una legge, che possa rendere giustizia. E se la soluzione fosse acquisire nuove competenze e studiare il problema dall’interno?

IL MASTER. Fino al 31 mar-

zo, l’Università Niccolò Cusano offre l’opportunità di iscriversi a un Master di I livello sul bullismo e cyber-

«La prevenzione è l’unica via e passa attraverso azioni di sistema sinergiche» bullismo, «composto da 1.500 ore, pari a 60 crediti formativi universitari, tutte quante fruibili attraverso la piattaforma online, e organizzato in video lezioni alle quali è possibile accedere in qualunque momento della giornata. Il ma-

teriale didattico sarà composto anche da dispense, che possono essere scaricate dal web». Lo spiega Maria Nuovo, presidente del Centro Oikia, a “#genitorisidiventa”, trasmissione in ondia su Radio Cusano Campus.

serie di competenze generali che vanno dalla pedagogia generale all’osservazione pedagogica della devianza minorile, dalla sociologia della famiglia fino al rapporto che gli adolescenti hanno con le nuove tecnologie».

I TEMI. «La nuova legge in materia e in seconda lettura al Senato, indica la necessità di formazione per tutte le persone che si interessano di educazione. È un Master al quale possono iscriversi sia docenti che addetti ai lavori, l’importante è che abbiano il diploma di laurea che permetta l’accesso a qualunque tipo di Master universitario di primo livello. Verranno fornite una

SOLUZIONI. «Il problema del

bullismo e cyberbullismo si risolve con azioni di sistema sinergiche – conclude la presidente Nuovo - Il master propone soluzioni, ci sono dei moduli specifici che riguardano le nuove vie di prevenzione di intervento educativo come la Peer e Media Education. Famiglia e scuola sono i nostri ambiti principali d’intervento». © Copyright Università Niccolò Cusano

#genitorisidiventa in onda tutti i giorni su radio cusano campus Ogni giorno, dalle ore 11 alle 12, va in onda il programma #genitorisidiventa, condotto da Annalisa Colavito. In collaborazione con le facoltà di Psicologia e Scienze della formazione dell’Università Niccolò Cusano, ai microfoni di Radio Cusano Campus, si alternano i maggiori esperti di psicologia, formazione e pediatria, per una trasmissione dedicata a tutti i genitori, a chi si sente imperfetto, a chi è bravo ma cerca conferme, a chi si trova in preda ai dilemmi educativi: insomma a tutti coloro che desiderano quotidianamente crescere con i propri figli.


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

mercoledì 1 marzo 2017

impresE E cultura

una rete di sinergie per la ricerca Rete di scambio, sostegno alla ricerca, contatto con il mondo universitario e imprenditoriale: i pregi di Amici Unicusano Sostegno alla ricerca scientifica e rete che fa sistema: questo è Amici Unicusano. Le aziende che decidono di far parte di questo progetto investono, prima di tutto, nella ricerca, che dai Laboratori del Campus si sviluppa per far crescere il Paese.

AMICO UNICUSANO, AMICO DELLA RICERCA E DELLA FORMAZIONE: SCELTA SPECIALE DI UN’AZIENDA SPECIALE

RAPPORTO CON GLI STUDENTI

L’Unicusano dà inoltre la possibilità ai suoi “amici” di entrare in contatto con i nostri studenti con stage pre e post laurea, perché l’elemento primario per la crescita di un’impresa è proprio il capitale umano. L’alta formazione degli studenti dell’Ateneo sarà subito a disposizione di chi vorrà sfruttarne le potenzialità, dando così contemporaneamente un’opportuinità di lavoro a un laureato e una risorsa eccellente a potenziamento dell’azienda. CONTATTO CON MERCATI E SETTORI ECONOMICI INTERNAZIONALI

A tutti gli amici dell’Unicusano verranno proposte

diverse iniziative che li porteranno a contatto con molteplici settori economici a livello internazionale, già parte integrante dell’attività dell’Ateneo: dimensioni di mercato e im-

prese da varie parti del mondo, dall’Europa alla Russia passando per il Canada. Una rete che diviene internazionale, sfruttando anche le nostre sedi universitarie “sorelle” all’estero: Gran Bretagna, Francia e Spagna. UNA RETE DI AMICI, UNA RETE DI SCAMBIO

Una delle caratteristiche più belle di un rapporto di ami-

cizia è la condivisione. Per questo, le imprese che fanno parte degli Amici Unicusano sono al centro di un grande scambio di idee, una condivisione di proposte che possono diventare consiglio, aiuto o sviluppo sinergico delle scelte commerciali tra realtà imprenditoriali diverse che, facendo squadra, si rafforzano e possono trovare soluzioni alle proprie strategie.

Fanno parte e faranno parte della rete degli “Amici Unicusano” aziende piccole, grandi multinazionali, aziende familiari e grandi realtà imprenditoriali. Tutte speciali, tutte importanti allo stesso modo per il valore della loro scelta. Un’azienda diversa dalle altre, un’impresa diversa che ha già cambiato abito indossando la divisa di chi crede nella ricerca scientifica. Una decisione che, immediatamente, produce un valore aggiunto per chi la fa e per la collettività che usufruirà di questo contributo al progresso. L’Università Niccolò Cusano ringrazia chi ne fa gìa parte e chi entrerà in futuro. Un Ateneo al fianco di coraggiosi imprenditori capaci di comprendere il senso di un’amicizia vera al servizio della ricerca e della crescita del Paese. © Copyright Università Niccolò Cusano

il libro

Note segrete, cosa c’è nel lato oscuro della musica Negli ultimi ottant’anni, la musica in Italia non è stata soltanto colonna sonora della nostra vita, della trasformazione del costume ma spesso fondamentale veicolo di mutamenti sociali. La musica ha interessato valori morali, commerciali, industriali, ha stimolato strumenti di emancipazione e protesta politica, ha alimentato la diffusione di sintomi ed effetti del disagio come alcol e stupefacenti. Tutto ciò ha innescato l’esigenza di sorvegliare questi fenomeni: così l’intelligence ha fatto ingresso nel mondo delle canzoni, un settore in cui già conviveva-

no realtà apparentemente estranee come l’industria delle armi e la criminalità organizzata. Il libro di Michele Bovi, Note Segrete. Eroi, spie e banditi della musica italiana (Graphofell Edizioni) ci racconta, attraverso testimonianze e documenti esclusivi, una serie di queste sconcertanti connessioni. MUSICA E CRIMINE.

Bovi, intervenuto su Radio Cusano Campus al microfono di Misa Urbano durante

la trasmissione “Open Day”, ha raccontato come gli artisti fossero spesso coinvolti, in quanto motori della musica, nelle trame di personaggi legati alla criminalità organizzata tanto in Italia quanto all’estero: «Fin dall’inizio del secolo scorso possiamo raccontare dei rapporti tra la musica e il crimine. Enrico Caruso negli USA fu prima taglieggiato e poi divenne amico di alcuni boss della mafia italo-americana. Da qui arriviamo

fino ai giorni nostri. Possiamo ricordare come Franco Califano amasse circondarsi da personaggi di spicco della malavita. La copertina del suo disco più famoso, ad esempio, lo vede ritratto insieme al figlio del boss Francis Turatello». INCASTRI. I delinquenti sono

attratti dagli artisti e grazie alla musica si ritagliano uno spazio in cui essere “teneri”, ma gli artisti alla fine non disdegnano di circondarsi di questi personaggi: «Le testimonianze di artisti e musicisti ci dicono, ad esempio, che da sempre, quando si recano negli Stati Uniti, le

tournée sono organizzate dalle comunità degli italoamericani. E queste comunità sono gestite da personaggi legati a Cosa Nostra, come le famiglie Gambino e Genovese. Fausto Leali ha raccontato come anche quattro anni fa, nella sua ul-

tima tournée, trovò a gestire la comunità e il suo viaggio un discendente della famiglia Genovese». IL LIBRO. “Note Segrete. Eroi, spie e banditi della musica italiana” racconta non solo il rapporto degli artisti con

la criminalità organizzata ma anche quello con i servizi di intelligence. Il libro di Michele Bovi dunque, con testimonianze e fotografie inedite, permette di scoprire quanto si nasconde dietro la musica che amiamo. © Copyright Università Niccolò Cusano

Open Day è on air dalle 18 alle 20 Di università e ricerca si parla a “Open Day”, il programma di Radio Cusano Campus condotto da Misa Urbano e Alessio Moriggi, in diretta dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 18-20 sull’emittente dell’Ateneo (89.1 Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it). Open Day tratta le tematiche principali dell’istituzione universitaria: l’offerta formativa, i servizi, le convenzioni, l’orientamento e gli eventi, accademici e non, organizzati dall’ateneo di via Don Carlo Gnocchi.


mercoledì 1 marzo 2017

CULTURA, sport e disabilità

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

i musulmani in italia e l’intesa con lo stato L’ultimo Dossier statistico dell’immigrazione 2016 ha certificato che circa un terzo degli stranieri nel nostro Paese segue l’Islam Il Dossier statistico immigrazione del 2016 certifica che i cittadini stranieri residenti in Italia nel 2015 erano 5.026.153. Otto delle venti maggiori comunità residenti in Italia sono di religione islamica: 437.687 marocchini e altri sei gruppi che contano intorno alle centomila presenze l’uno: immigrati provenienti dal Bangladesh (118.790), dall’Egitto(109.871), dal Pakistan (101.784), dal Senegal (98.176), dalla Tunisia (95.645) e dalla Nigeria (77.264). In Italia risiedono anche quasi mezzo milione di Albanesi, la cui classificazione religiosa è assai incerta, ma che dovrebbero ricomprendere almeno un 35-40% di musulmani, circa duecentomila residenti. In breve, il Dossier statistico sull’immigrazione del Centro studi e ricerche dell’IDOS (www.dossierimmigrazione. it), certifica che circa un terzo degli immigrati che vivono in Italia sono di religione musulmana, una cifra superiore al milione e mezzo di persone. I musulmani in Italia. Le

caratteristiche dell’Islam si possono riassumere con la

Hamza R. Picardo, uno dei promotori dell’Assemblea costituente islamica d’Italia

formula «L’Islam è religione e mondo», oppure con l’espressione “orto-prassi”: oltre a essere una dottrina religiosa e una regola di vita (shari’a), l’Islam si configura come una serie di comportamenti, come uno stile di vita che investe non solo la sfera privata dell’individuo, ma tutti i momenti della sua esistenza: «dalla culla alla tomba». Ad esempio, la preghiera che il venerdì si svolge nelle moschee e si estende a tutta la comunità, o il digiuno del mese del ramadan, che coinvolge sincronicamente i musulmani di cinque continenti. O il pellegrinaggio a Mecca, che

vede ogni anno milioni di pellegrini muoversi verso la città santa dell’Islam. Ma essere musulmani significa rispettare anche regole nell’alimentazione, nel modo di vestirsi, nelle pratiche funerarie. Certi tipi di carni, come il maiale ed il serpente (al-Buhari,XXVIII,7) sono proibite; così le bevande alcoliche, mentre molti musulmani ritengono opportuno, se non doveroso, il velo per le donne.

re regolate in base a intese ex art. 8 della Costituzione, riservate alla Presidenza del Consiglio», ma pure per «la scarsissima rappresentatività delle associazioni firmatarie del documento (non più del 5% della comunità) e in quanto il documento non affronta le cruciali questioni relative al pieno godimento del diritto di culto, ma è tutto informato da una logica securitaria e di fatto discriminante».

L’Intesa con lo Stato. I mu-

L’Assemblea Costituente.

sulmani d’Italia avanzano una serie di richieste: innanzitutto avere dei luoghi di culto come le moschee, che sono anche luoghi d’incontro e di aggregazione, che favoriscono forme di solidarietà, di conoscenza e di interscambio. Altra rivendicazione è l’assistenza religiosa ai loro correligionari che si trovano in strutture ospedaliere o ai detenuti, come pure di assicurare, non solo ai ricoverati negli ospedali o ai reclusi, ma pure nelle mense scolastiche o in quelle aziendali, dei menù in cui non ci siano cibi interdetti ai musulmani. Anche in materia funeraria i musulmani italiani richiedono

degli spazi a loro riservati nei cimiteri comunali, o terreni da adibire a uso esclusivo dei loro defunti. Queste rivendicazioni e altre a esse legate, permetterebbero alla comunità musulmana di vivere in modo più adeguato e coerente la propria religione, ma favorirebbero pure una loro migliore integrazione, attraverso il riconoscimen-

to e la tutela delle loro specificità religiose. Lo scorso primo febbraio è stato sottoscritto, da alcune associazioni islamiche come l’UCOII, il CO.RE.IS e il Ministero degli Interni, un “Patto nazionale per un islam italiano”, che fissa una serie di impegni su diversi temi a cui più sopra si è fatto riferimento, in vista di una futura intesa

tra musulmani d’Italia e governo repubblicano. Questo patto, però, ha pure determinato una risentita reazione da parte di significative componenti della comunità islamica italiana, per questioni di metodo, dovute alla «sostanziale incompetenza dello stesso Ministero a intervenire nelle questioni religiose che invece devono esse-

L’autore di queste considerazioni è Hamza R. Piccardo, fino al 2014 membro dell’UCOII con incarichi di vertice e ora critico di questa associazione e di quanti hanno «svenduto i diritti della comunità islamica italiana». Piccardo con altri 22 “fratelli e sorelle” si è fatto promotore di un’Assemblea costituente islamica d’Italia, «per dare ai musulmani una rappresentanza eletta», che sia realmente rappresentativa dei musulmani italiani e che forte di questa rappresentatività possa promuovere un tavolo di negoziazione con il governo italiano, per sottoscrivere un’intesa che risponda alle aspetta-

tive della comunità islamica e non sia solo ispirata a logiche di sicurezza e controllo. Il comitato promotore dell’”ssemblea costituente islamica d’ Italia sta espletando le pratiche burocratiche per avviare le iscrizioni, riservate ovviamente ai soli musulmani, cittadini italiani e/o ai residenti in Italia. Iscrizioni che dovrebbero aprirsi nel mese di maggio. Ma già in queste settimane ha promosso una serie di iniziative e attivato strumenti come il blog costituenteislamica.it o Radio Costituente islamica, online. Vedremo nei prossimi mesi, e ne daremo conto ai lettori, quanti musulmani l’Assemblea costituente islamica d’Italia riuscirà a coinvolgere e su quale piattaforma cercherà di avviare un percorso di legge con il governo italiano. Un accordo su basi di reciprocità, condivisione e reciproco rispetto non potrà che essere di giovamento non solo ai contraenti, ma pure alle future generazioni che vivranno insieme nel nostro Paese. Prof. Enrico Ferri Filosofia del Diritto e Storia dei Paesi islamici Università Niccolò Cusano

special olympics

Dal Messico fino alla Francia il viaggio di Gabriel nello sport «Quando è nato, tre settimane prima del previsto, in fretta e in anestesia totale, non ho visto gli sguardi preoccupati dei dottori nell’accorgersi che Gabriel ha la Sindrome di Down. Non ho sentito alcun commento per tentare di alleggerire la situazione, è toccato a papà Maurizio darmi la notizia: “Gabriel è come Giovanni”, riferendosi a un ragazzo con sindrome di Down che abitava vicino casa dei miei genitori in Messico». A parlare è Adriana, madre di Gabriel Valente, Atleta Special Olympics, che racconta il suo percorso in salita, le domande, le paure, le incertezze e il viaggio sconosciuto in questa nuova condizione di vita. «Tre anni dopo è arrivato Cristian – continua - e abbiamo deciso di trasferirci in Messico, dove Gabriel ha iniziato terapie psicomotorie e di linguaggio in spagnolo naturalmente, mentre il papà in casa continua a parlare italiano. Dopo due anni in Messico, siamo tornati in Italia». 5 anni ha iniziato a prendere lezioni di nuoto, che ha poi continuato per altri sette anni. Poi c’è stata la scuola, con tante paure. Gabriel aveva uno zaino più grande di lui. I compagni lo hanno accolto felicemente, con sincerità e senza alcun pregiudizio perché i bambini sono ancora dei fogli bianchi dove si può raccontare quanto sia bella la diversità. Gabriel stava bene con la sua classe e andava volentieri a scuola ma presto ci siamo resi conto che non c’era nient’altro per lui. Fisicamente il nuoto lo aiutava, ma in quanto sport individuale non aveva compagni di avventure. Così

Gabriel Valente con i suoi compagni di squadra del Circolo Canottieri Lazio

cino casa, così da poter andare e tornare da scuola in autonomia. Con il senno del poi posso assicurare che non avremmo potuto fare scelta migliore». IL LAVORO E I VIAGGI. «Al se-

LA SCUOLA E LO SPORT. «A

provò con il rugby, ma gettarsi per terra e sporcarsi non facevano per lui». AL LICEO. «Con

la fine della scuola elementare arrivò un altro cambiamento da affrontare. Decidemmo di iscriverlo in una scuola dove sarebbero andati anche alcuni compagni che già conosceva. I tre anni delle medie passarono velocemente e si arrivammo alla scelta della scuola superiore. Vista la sua sicurezza con le lingue, scegliemmo con lui il liceo linguistico vi-

condo anno, Gabriel iniziò a collaborare nella mensa della Caritas, aiutando a servire il pranzo. Fece anche un viaggio-studio a Valencia, ospite di una famiglia del luogo. Nel terzo anno di liceo iniziò il progetto scuola-lavoro al Albergo Art Noba Hotel, in reception, due giorni a settimana fino alla fine del liceo, al quale si è poi aggiunto il progetto “Download ad Asti”: Gabriel una settimana al mese parte, alloggia all’Albergo Etico ad Asti e fa il tirocinio nel ristorante Tacabanda». SPECIAL OLYMPICS. «Con tut-

to questo impegno mentale, Gabriel sentiva il bisogno anche di scaricarsi fisicamente, e per questo è tornato torna in piscina. Questo fino a quando arrivò una email da Special Olympics che gli offriva l’opportunità di prova-

re il canottaggio. È stato un amore a priva vista. Da quella prova non ha più voluto mancare perché si sente parte di una squadra. Quest’anno, il 2 febbraio, è volato a Parigi per partecipare ai Campionati Europei di Indoor Rowing a Parigi con il team Special Olympics “Circolo Canottieri Lazio”. Sono stati quattro giorni pieni di novità: è partito con la gioia di vedere posti nuovi, sentire lingue diverse e fare una gara internazionale. Al suo ritorno, anche se non è salito sul gradino più alto del podio, è stato un successo: “Ho dei nuovi amici, abbiamo visto tante cose e mi sono divertito tantissimo, è stata una grande esperienza”. Parole sue. Voglio dire grazie a Special Olimpics perché rende reali delle grandi opportunità di sport e di vita. Sono passati quasi 20 anni dall’inizio di questo viaggio, sembrava buio ma, piano piano, Gabriel ci ha fatto scoprire tutti i colori, tutti diversi, e ciò ha reso questo viaggio pieno di luci brillanti. So che arriveremo lontano. Grazie Gabriel». © Copyright Università Niccolò Cusano


VI Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

FUMETTI

La storia

Ecco cosa è successo nelle puntate precedenti Chi sono i Four Energy Heroes? È presto detto: la super-forte Teresina, il superveloce Pietro, la super-empatica Marietta e Milko, con il suo super-udito. Quattro ragazzi destinati a cambiare il mondo, con la forza non solo dei propri poteri ma anche e soprattutto della propria amicizia, del proprio coraggio e di un’impareggiabile forza d’animo. Messi in crisi dall’apparente redenzione Amilcare, ex nemesi degli eroi nonché incallito criminale, i Four Energy Heroes vengono sorpresi da Gaia, incarnazione del pianeta Terra e fonte dei loro super-poteri. Per mostrare ai quattro cosa rischia il pianeta, Gaia decide di teletrasportarli nel futuro, dove la Terra che conosciamo non esiste più. Cemento, smog e traffico opprimenti hanno soppiantato completamente la natura e, come se non bastasse, una banda di aggressivi robo-poliziotti minaccia la libertà dei nostri eroi. Ma con Pietro, Teresina, Marietta e Milko non è mai detta l’ultima parola. (Prodotto da L’Arte nel Cuore da un’idea di Daniela Alleruzzo; testi di Andrea Giovalè; disegni e colori di Vincenzo Lomanto). © Copyright Università Niccolò Cusano

il progetto

L’inclusione come primo obiettivo Milko, Pietro, Teresina e Marietta sono i Four Energy Heroes, protagonisti del primo fumetto italiano interpretato da ragazzi disabili. L’iniziativa editoriale, prodotta dalla Onlus “L’Arte nel Cuore”, ha come obiettivo rappresentare la disabilità come valore aggiunto e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’integrazione. Il fumetto viene da un’idea della presidente della Onlus, Daniela Alleruzzo, e una sua striscia è pubblicata ogni settimana sulla prima pagina di “Unicusano Focus – Sport & Ricerca”, settmanale dell’Università Niccolò Cusano, prova della volontà dell’ateneo romano di dare voce a tutte le iniziative che sensibilizzino sul tema della disabilità. Ma da qualche settimana la sinergia tra l’Ateneo e i Four Energy Heroes si è rafforzata ancora di più, con una tavola intera che viene ospitata ogni due settimane sulle pagine “Unicusano Focus - Sport & Ricerca”, in allegato il martedì con il Corriere dello Sport-Stadio. Prodotto da L’Arte nel Cuore – Da un’idea di Daniela AlleruzzoTesti di Andrea Giovalè – Disegni e Colori di Vincenzo Lomanto [Le precedenti avventure dei Four Energy Heroes sono disponibili gratuitamente all’indirizzo www.fourenergyheroes.it ]

mercoledì 1 marzo 2017


mercoledì 1 marzo 2017

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

LA CUSANO E il calcio

unicusanofondi La linea verde degli universitari Il settore giovanile del club dell’Ateneo sta raccogliendo ottimi risultati in tutte le categorie. Sugli scudi la Berretti «Non c’è prima squadra che possa esser valida se alle spalle non vi è un settore giovanile altrettanto forte e positivamente impostato». Parole chiare, quelle pronunciate dal presidente dell’UnicusanoFondi Stefano Ranucci che i giovani rossoblù sembrano prendere in parola il messaggio del massimo dirigente. CAPOLISTA. Messaggio segui-

to alla lettera dalla Berretti, che nel confronto diretto con il Monopoli (di fronte la prima contro la seconda) ha saputo vincere rafforzando la

La formazione di Parisella è sempre più sola al comando del girone D leadership solitaria del girone D. Non era facile approcciarsi alla gara con i gabbiani ben sapendo di importanti assenze e del valore che l’avversario è in grado di esprimere. La squadra di Alessandro Parisella ha saputo andare oltre, imponendosi in bello stile facendo di necessità virtù: il risultato è una vittoria, la dodicesima stagionale, che sa tanto di primato e di play off. Mancano sei giornate alla fine e diversi scontri diretti ancora da vedere, ma in questa fase del torneo i punti colti in terra pugliese possono essere davvero determinanti. Parole recepite perfettamente anche dall’Under 17, che non smette di cogliere risultati di rilievo. Il successo centrato sul campo della Juve Stabia, l’undicesimo nelle ultime tredici giornate, è la conLE UNDER.

ferma di un passo più che spedito verso i playoff, ormai prossimi alla certezza matematica. Contro lo stesso avversario campano, non è andata bene all’Under 15, che sta vivendo una fase non eccezionale, sebbene i giovanotti rossoblù rimangono stabilmente nella parte alta della loro graduatoria. I REGIONALI. In campo regio-

nale, la domenica è stata invece a corrente alternata per le due squadre rossoblù impegnate nei campionati Fascia B, chiamate entrambe a dare l’assalto al secondo posto delle rispettive classifiche. Missione compiuta per i Giovanissimi, che hanno vinto come da pronostico la partita interna con il Pomezia arrivando nella posizione d’onore, pronti a tentare il tutto per tutto per guardare alla pri-

ma piazza; non ci sono invece riusciti gli Allievi, fermati in terra romana dopo una gara rocambolesca nella quale il pareggio portato a casa ha comunque valore senza dubbio importante. JUNIORES E PROVINCIALI. La

Juniores nazionale ha invece trovato ostacolo assai duro nel Trastevere primo della classe, troppo duro per andare a caccia di un buon risultato. Non resta che attendere le ultime cinque giornate del loro cammino, a iniziare dalla trasferta sul campo del Flaminia, per cercare le soddisfazioni finali dell’annata. E considerando anche le note liete arrivate dalle squadre provinciali (vittoria per gli Allievi, pari per i Giovanissimi) allora le parole del presidente non sono certo frutto del caso. © Copyright Università Niccolò Cusano

Foto Ciamillo Castoria

BasketArtisti Unicusano

Sul parquet di Milano per sostenere con il cuore Amatrice Dopo gli appuntamenti di Sanremo, BasketArtisti Unicusano torna sul parquet per sostenere Amatrice. Sono passati solo pochi giorni dalla cena di beneficenza che ha visto coinvolte le autorità di Amatrice e Sanremo oltre ai tanti personaggi dello spettacolo intervenuti per partecipare all’asta di solidarietà con oggetti appartenuti a grandi sportivi, tra i quali una maglietta di gioco di Francesco Totti. Appuntamento a cui è poi seguito, sempre al Royal Hotel, l’impegno giornaliero con lo Spazio Ospitalità 100x100 Amatrice, con le aziende sponsor che hanno accolto cantanti, giornalisti e ospiti e dove tutti i giorni uno Chef della solidarietà ha preparato pasta all’amatriciana, simbolo della cittadina laziale. I PROTAGONISTI. L’impegno

di BasketArtistiUnicusano, come dicevano, prosegue e questa volta si sposterà a Milano, dove il 6 marzo, alle 20.30, al Palazzetto Comunale di via Brivio, si giocherà un triangolare con due formazioni “radiofoniche”: il Team Virgin Radio e il Team 105. Il biglietto d’ingresso è di 5 euro e l’incasso sarà devoluto interamente al Comune di Amatrice ancora attraverso “100x100 Amatrice”. il progetto è stato creato per non far spegnere i riflettori sulla I PROTAGONISTI.

necessità di fornire costante supporto a tutte le zone colpite dai recenti sciami sismici, e in particolare la cittadina di Amatrice. Tutto questo attraverso la collaborazione di personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. La gara (che sarà l’ultima sul parquet per Ciccio Della Fiori, indimenticabile ala di Cantù, vinitore di tanti trofei con la “regina d’Europa” e protagonista da 10

anni con BasketArtisti) vedrà come protagonisti, tra gli altri, Dj Ringo, Alessio Bernabei, Maurizia Cacciatori, Gigi Sammarchi, Max Brigante, Daniele Battaglia, Francesco Orsini e proprio Fabrizio “Ciccio” Della Fiori. E dopo la partita, buffet a base di pasta all’amatriciana per non dimenticarci mai di gridare forte «non spegniamo i riflettori su Amatrice». © Copyright Università Niccolò Cusano



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