Unicusano Focus 11 aprile

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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK martedì 11 APRILE 2017 www.corrieredellosport.it

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Amici Unicusano Unione Europea Possibilità di crescita Non c’è solo l’economia anche nell’edilizia la pace è una conquista > A pagina III

Special Olympics Quando lo sport è inclusione

> A PAGINA V

> A PAGINA VII

francesca brienza

il punto

Gli studenti e il fascino della Radio

Q

uando è terminato l’incontro con gli studenti vincitori della borsa di studio, grazie ai Click Days Unicusano 2017, un gruppo di giovani si è avvicinato chiedendomi informazioni sulla radio dell’Ateneo. Radio Cusano Campus rappresenta per queste future matricole uno strumento di formazione che va ad aggiungersi a quelli tradizionali della didattica che li accompagneranno nel loro percorso accademico. La radio mantiene quindi immutato il suo fascino, in modo trasversale dal punto di vista generazionale. Resiste alla molteplicità di opportunità che il mondo della comunicazione offre oggi, rinnovandosi nella tradizione e acquisendo nell’era delle fake news autorevolezza e fiducia da parte degli ascoltatori. Siamo entrati nell’era del Dub, del digitale, e questo svilupperà e potenzierà le idee di chi realizza progetti radiofonici di qualità. La qualità dei programmi e la ricerca delle idee sono alla base del successo di Radio Cusano Campus, che ripropone la formula vincente dell’Università Niccolò Cusano, idee e qualità appunto. Le nuove matricole dell’Unicusano, ascoltatori della radio, «non vedono l’ora di cominciare», dicono. Prima lo studio, ovviamente, poi il piacere di cimentarsi con il lavoro in Fm. La voglia di trasformare la conoscenza in comunicazione, attraverso la capacità di divulgare, è l’essenza della terza missione dell’Università Niccolò Cusano. Il sapere e tutto quello che è culturalmente rilevante non può, infatti, rimanere confinato nel Campus di Roma ma deve avere una diffusione esterna. La radio e questo settimanale svolgono questa funzione. Con il contributo dei giovani studenti dell’Unicusano tutto questo sarà ancora più efficace, perché avremo il punto di vista di chi ha scommesso sul proprio futuro, impegnandosi nello studio.

«Calcio, cultura, viaggi per la tv non voglio pormi alcun limite Un consiglio ai ragazzi? Siate sempre umili»

il mio cassetto

pieno di sogni

> A PAGINA II

arte

L’Ateneo ospita le opere di Simei > A PAGINA IV

Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 11 aprile 2017

cultura e ricerca

la carriera

il calcio

Nel curriculum programmi e fiction tv

La sua fede tra Tiki Taka e Quelli Che

Giornalista e conduttrice, Francesca ha nel suo curriculum televisivo anche diverse partecipazioni a serie Rai e Mediaset di grande successo, tra cui “Don Matteo”, “I Cesaroni” e “Un medico in famiglia”.

Legata sentimentalmente all’ex allenatore giallorosso Rudi Garcia, Francesca Brienza, opinionistia di Tiki Taka, è una grande tifosa della Roma, che spesso segue anche come inviata di “Quelli che il calcio”.

francesca brienza con ironia e umiltà non si sbaglia mai «In tv mi diverto a mostrarmi per quella che sono E ai ragazzi consiglio: non dite mai “sono arrivato“» Bravura, professionalità, classe: Francesca Brienza, giornalista e presentatrice televisiva, si racconta a Unicusano Focus. Trent’anni, soprannominata “la Brienzina” dagli amici, laureata con 110 in Scienze dei Beni Culturali, Francesca è adorata dal suo pubblico. Ma il successo che sta riscuotendo in questi ultimi anni non la ha affatto cambiata: lei è la solita persona di sempre, umile, curiosa e con tanta voglia di provare nuovi orizzonti professionali. «Mi sento una bomba inesplosa – racconta - cerco sempre nuove cose da conoscere e sulle quali impegnarmi». Francesca, di cosa ti stai occupando in questo momento? «Gli impegni non mancano. Oltre ad aver ripreso con maggiore assiduità la conduzione di eventi, domenica sono stata sulla Rai a Quelli Che Il Calcio. Mi sto divertendo tantissimo, perché lì riesco a essere quella che sono: una ragazza ironica, spiritosa e che tratta il calcio non prendendolo troppo sul serio. Poi mi trovate sempre a Tiki Taka, su Italia 1. Insomma, non ho certo il tempo di annoiarmi».

visitare le bellezze artistiche di quel luogo». L’Università Niccolò Cusano è da sempre molto attenta a tematiche quali cultura, istruzione e ricerca: conosci questa realtà? «La Cusano è una grande risorsa del nostro paese: in quel piccolo mondo universitario riesci a capire qual è la strada migliore per te. Gli studenti sono molto seguiti e messi nelle migliori condizioni per affrontare e vincere le sfide future della vita».

La vita privata: «Ho tanti difetti ma credo di essere una persona che sa ascoltare gli altri»

Ospite di Radio Cusano Campus: «Raccontarmi a Bussoletti è stato Presentatrice, giornali- un divertimento»

sta, amante dell’arte, tifosa romanista: qual è il ruolo che ti senti calzare a pennello? «Quello di tifosa romanista mi piace proprio. Battute a parte, direi la conduzione. Sono stata anche attrice e modella: ma forse, benché fotogenica, non era un ruolo che sentivo appieno. E poi amo l’arte in tutte le sue forme: quando vado in una città a vedermi una partita di calcio, io prima preferisco

Ti frequenti ancora con gli amici conosciuti ai tempi dell’Università? «Sì, mi ci sento abbastanza spesso. E poi mi capita frequentemente di scambiare mail con il mio professore di religione al liceo. Quelli della scuola sono rapporti bellissimi che ti rimangono per tutta la vita». Sei stata recentemente ospite a “Lingue a sonagli” su Radio Cusano Campus: ti sei divertita? Cosa ti rimarrà di questa esperienza? «Grande divertimento con Luca Bussoletti. Ho raccontato aneddoti sulla mia vita, molti dei quali non li avevo raccontati a nessuno. E poi mi prendo un merito: quel-

lo di essere uscita viva dal fuoco di fila delle domande di Luca». Veniamo a Francesca nel privato. Che tipo sei? Quali sono i tuoi pregi e quali i difetti? «Oddio, che domanda. Quanto tempo ho per rispondere? Pregi, direi: sono una persona che ascolta molto e sono molto riflessiva. Non traggo mai conclusioni affrettate e cerco sempre il rapporto umano, anche sul lavoro. Difetti? Tutti quelli di questo mondo! Ma poi, piano piano che imparo, li risolvo tutti». Cosa ti senti di consigliare alle ragazze e ai ragazzi che vogliono intraprendere la tua stessa professione? «Serietà, professionalità e cercare di non dire mai “io sono arrivato”». Hai qualche sogno nel cassetto? «Sono talmente tanti i sogni che questo cassetto tra poco esplode! Vorrei fare un programma di intrattenimento culturale, che parli di viaggi e di arte. Ma a modo mio, raccontando ai giovani in un modo brillante cosa vuol dire la parola cultura». © Copyright Università Niccolò Cusano

«La Cusano è una realtà importante: prepara i giovani alle sfide future della vita»

salute

Malattie cardiovascolari quanto contano stile di vita e alimentazione Fattori di rischio cardiovascolari, come prendersi cura del nostro cuore per farlo funzionare nel modo migliore possibile? Lo ha spiegato il professor Claudio Letizia, docente di Medicina Interna all’Università La Sapienza di Roma, durante la diretta del programma “Genetica Oggi” in onda su Radio Cusano Campus. Professor Letizia, le patologie cardiache sono ancora oggi fra le principali malattie nel mondo? «Dobbiamo dire che le malattie cardiovascolari rappresentano ad oggi la principale causa di mortalità nei paesi industrializzati. Alla base di questa situazione dobbiamo dire che le malattie cardiovascolari nell’Unione Europea sono la causa del 40% dei de-

un po’ la scena per ciò che concerne le malattie cardiovascolari intese soprattutto come patologie del cuore, del cervello, dei reni e delle arterie. Quando noi parliamo dello stile di vita parliamo soprattutto dei fattori di rischio che possiamo modificare, fra questi: l’obesità, la sindrome metabolica, l’ipertensione arteriosa, il fumo di sigaretta e soprattutto la sedentarietà fisica».

cessi per un totale di 2 milioni di persone all’anno. Anche in Italia sono la principale cau-

sa di morte. colpevoli di circa il 44% di tutti i decessi, superando le neoplasie».

Lo stile di vita fondamentale come sempre? «Lo stile di vita ha cambiato

L’ipertensione è ancora oggi un disturbo così grave? «L’ipertensione è chiamata anche “il killer silenzioso” perché purtroppo l’ipertensione nella stragrande maggioranza dei casi non dà segnali evidenti. Molte delle persone che ne soffrono non sanno di averla in quanto l’i-

pertensione arteriosa di per sé non si manifesta con particolari disturbi; alcune volte ci possono essere però cefalea, disturbi della vista, ronzii alle orecchie ma di solito l’aumento della pressione non ha sintomi correlati e spesso la si rileva occasionalmente a seguito di una visita medica oppure attraverso una misurazione in ambito domestico. Per tenerla sotto controllo consi-

glio, oltre a modificare i fattori di cui abbiamo già parlato, di aumentare le porzioni di frutta o verdura (8-10 al giorno), ridurre i grassi saturi e ridurre la quantità di sale a 3-4 grammi al giorno. Consumare poi più cereali integrali e ridurre la circonferenza addominale è fondamentale quando parliamo di pressione arteriosa. Una circonferenza superiore a 102 cm negli uomini e a 88 nel-

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

le donne è indicazione di eccesso di grasso dannoso. Infine bere alcolici con moderazione. Ricordo che i valori ottimali di pressione arteriosa sono di 80-120 mm/Hg». Professore, cos’è la sindrome metabolica? «La sindrome metabolica è una “costellazione” di fattori di rischio tra loro collegati e di origine metabolica, che promuovono lo sviluppo di patologie cardiovascolari. Veniva una volta chiamata anche “Sindrome X” o “Sindrome del Quartetto Mortale” in quanto in questa sindrome la possibilità di avere eventi cardiovascolari (e mortalità) è decisamente maggiore, se non il doppio, rispetto a chi non ha questa sindrome». © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 11 aprile 2017

III Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

università e industria

formazione vitale per la competizione La dottoressa Miriam Luminari parla dell’ingresso di Edilizie Miri Mat Srl nella rete degli Amici Unicusano: «Un’opportunità di crescita comune» Un grande progetto portato avanti dall’Università Niccolò Cusano, che non si accontenta dell’attività di didattica e di ricerca: sono sempre di più le imprese, grandi e piccole, che stanno aderendo ad “Amici Unicusano”, lavorando in sinergia tra loro e con l’Ateneo. Le aziende danno l’opportunità agli studenti della Cusano di entrare nel mondo del lavoro e gli studenti ricambiano rendendo disponibili le loro capacità. Un percorso virtuoso che stiamo presentando, settimana per settimana, per far conoscere le diverse realtà che

L’azienda al lavoro per l’espansione del Campus: «Un onore pensare agli studenti»

I lavori di realizzazione della nuova struttura nell’ambito del progetto di espansione del Campus di via Don Carlo Gnocchi 3 a Roma

ne fanno parte. Come Edilizie Miri Mat srl, che lavora nel settore edilizio: ne ha parlato ai microfoni di Radio Cusano Campus la dottoressa Miriam Luminari.

gazzi che studiano alla Cusano e hanno così la chance di sfruttare le aziende. La formazione è un elemento essenziale per crescere e per apportare qualcosa in più rispetto alla concorrenza, in termini di professionalità. L’iniziativa offre ai giovani e alle aziende stesse una possibilità di crescita, in un momento del mondo del lavoro così difficile. Sottolineo, anche per le aziende, che possono trovare velocemente delle risorse umane provenienti da un’università a elevati standard. E la Cusano può accrescere la propria immagine».

Perché avete aderito al progetto “Amici Unicusano”? «Collaboriamo già da tempo con l’Università Niccolò Cusano, per noi si trattava solo di formalizzare un rapporto già ben solido. L’iniziativa è agli albori ma penso possa far crescere entrambi esponenzialmente: si tratta di un progetto molto interessante». Fare rete con l’Ateneo e con le altre aziende, che si occupano di diversi settori rappresenta un’opportunità. «Mi interessa soprattutto la collaborazione legata ai ra-

Vi fa particolare onore la vostra visione lungimirante, tesa al futuro. Nel vostro settore è più difficile fare impresa. Pensate che “Amici Unicusano” possa aiutarvi? «Sì, ci crediamo davvero molto». Vi occupate di edilizia e la Cusano si è affidata a voi per i lavori di espansione del proprio Campus: una struttura bella e imponente di 30 mila metri quadri. «Dietro quest’opera c’è un grandissimo lavoro che è gratificante e di grande interesse. Si tratterà di una struttura realizzata per degli studenti, quindi siamo onorati di poter avere questa opportunità e daremo il massimo perché venga nel modo migliore». © Copyright Università Niccolò Cusano

università niccolò cusano

Erasmus+ borse per i tirocini all’estero Una nuova opportunità, una strada da poter intraprendere per accorciare ulteriormente la distanza che tuttora divide il mondo dell’alta formazione da quello dell’impresa. Attraverso un bando di concorso previsto all’interno del progetto Erasmus+ vengono messe a disposizione borse di studio finalizzate al finanziamento di periodi di tirocinio all’estero per gli studenti dell’Unicusano, con l’obiettivo di partecipare temporaneamente alle attività presso aziende partner, in linea con il proprio piano di studi curriculare e/o su approvazione del proprio corso di laurea. IL PROGRAMMA. La selezione

è volta all’assegnazione di 20 mensilità per finalità di tirocinio all’estero, contestualmente al Programma Erasmus+, Key Action 1 – Learning Mobility of Individuals. Le 20 mensilità saranno a loro volta distribuite per aree di-

sciplinari in modo da garantire un minimo di due mensilità per ogni area. Le esperienze di tirocinio all’estero

potranno avere una durata compresa tra due e quattro mesi e, nel caso in cui si vorranno svolgere nei mesi di lu-

glio, agosto e settembre, dovrà essere presentata specifica richiesta in linea con la calendarizzazione delle attività

dell’azienda ospitante. IL BANDO. Le attività previste da

bando dovranno essere con-

cluse entro e non oltre il 30 aprile 2018, mentre per ciò che riguarda i fondi finanziati agli studenti aderenti al Programma Erasmus+, c’è da chiarire che non sono a copertura totale delle spese sostenute dallo studente nel periodo all’estero, ma sono da intendersi come contributo alle maggiori spese che lo studente sosterrà per il suo soggiorno. Tra le varie possibilità a disposizione dello studente c’è quella di richiedere la partecipazione alla procedura di mobilità senza borsa, mediante dichiarazione espressa al momento della presentazione della domanda. Gli studenti che sceglieranno questo tipo di soluzione saranno sottoposti alla medesima procedura di valutazione, ma potranno essere ammessi al Programma anche in caso di esaurimento del finanziamento previsto. Per informazioni www.unicusano.it/servizi/erasmus © Copyright Università Niccolò Cusano


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 11 aprile 2017

CULTURA e università

la magia del ferro nelle opere di simei La sua scultura “Flussi” accoglie studenti e visitatori all’ingresso della Cusano: «La mia fonte di ispirazione proviene dalla natura» C’è una bella sorpresa per chi varca l’ingresso dell’Università Niccolò Cusano. Da qualche giorno ad accogliere studenti, docenti e dipendenti dell’Ateneo romano di via Don Carlo Gnocchi 3 è una scultura in acciaio adagiata sul prato che costeggia il vialetto che conduce alla porta principale. Con l’intento naturale di salutare chi entra e chi esce. Impossibile non esserne catturati. Impossibile non soffermarsi ad ammirarla. A firmare la scultura è Gabriele Simei, noto e apprezzato artista che con il ferro fa magie. Simei ha presentato l’opera ai microfoni di Radio Cusano Campus e ha parlato delle sue creazioni presenti all’interno dell’università, del loro significato e della passione per il ferro. Come si chiama l’opera? «È un progetto che porto avanti da anni e si chiama “Flussi”, proprio perché sono dei pezzi di musica, di cielo, di tempo. Non è facile spie-

Alcune opere di Simei presenti nel campus della Cusano

garlo, dal vivo è tutta un’altra storia, si riesce a capire meglio la scultura. E’ un’opera che accompagna il visitatore verso l’entrata e l’uscita, specifica per l’università. Qui si produce cultura, ricerca scientifica e questo flusso racconta proprio questa storia, la musica

connessa all’armonia cosmica, alle nostre cellule, al nostro sangue. Tutto cammina attraverso questo flusso. Le armonie di pensiero e visuali li ritroviamo in questo disegno». Simei ci racconti tutto della scultura, dal nome all’i-

spirazione per la creazione. «Non è facile descrivere un’opera astratta, l’invito è di venirla a vedere, ma ci possiamo provare. Immaginiamo di avere una sorta di pentagramma musicale, con tante linee orizzontali, al cui interno sono inserite alcune sfere, di diversi materiali e dimensioni, un po’ come le note. Le linee orizzontali prendono così delle forme armoniose a seconda della pressione esercitata dalle sfere. La struttura è in acciaio inossidabile per resistere agli agenti atmosferici». L’Università Niccolò Cusano si sta trasformando in una piccola galleria d’arte. Ospita altre opere da lei realizzate. «Ci sono, ad esempio, altri “Flussi” fatti a Dna e a elica, un quadro dedicato a Niccolò Cusano al cui interno sono posizionate le sue mani che tengono un libro aperto, a rappresentare la forza di questo personaggio, un uomo dai mille volti, teologo, filosofo, uma-

nista, matematico. Sul libro si legge questa frase: “In una creatura qualunque, l’universo è questa stessa creatura”». Il ferro è il suo materiale di riferimento. Come nasce questa passione? «Io sono un fabbro, ho un laboratorio da 50 anni, in via Pian due torri, zona Magliana. Ho seguito il lavoro di mio padre e una ventina di anni fa mi sono appassionato all’arte». Quali sono le sue fonti di ispirazione? «Prima di tutto la natura. Il progetto dei Flussi si immedesima proprio nella visione naturale delle cose. Ogni giorno è una sperimentazione continua, diversa, un lavoro senza fine. Nella versione presente all’Università Niccolò Cusano ci sono sfere fatte di pietra, di materia naturale, ferro, vetro, marmi. E tutte questa sfere raccontano un po’ della nostra natura». © Copyright Università Niccolò Cusano

alla cusano

Geopolitica e sicurezza: ecco il Master I recenti attentati terroristici in Europa dimostrano come l’IS e gli altri gruppi jihadisti stiano puntando sempre di più sul terrorismo “fai da te”. Le modalità degli attacchi compiuti a Nizza, Berlino, Londra e Stoccolma infatti ricalcano quelle suggerite dai manuali diffusi in rete da Al Qaeda e dal Califfato. «Il terrorismo fai da te è quello messo in pratica da ragazzi che, apparentemente in modo autonomo, ci attaccano nelle nostre città» ha spiegato a Radio Cusano Campus la professoressa Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte, docente di Politiche di contrasto al terrorismo nell’ambito del Master di II livello in Geopolitica della sicurezza all’Università Niccolò Cusano. LA DISTINZIONE. «Questi ra-

gazzi – ha aggiunto la professoressa Quadarella Sanfelice – vengono definiti lupi solitari poiché agiscono da soli, o quantomeno in autonomia rispetto a un’organizzazione terroristica, con strumenti fai da te. Il lupo solitario potrebbe essere un homegrown terrorist o un foreign fighter. Homegrown terrorist è quel

ragazzo che si è radicalizzato e addestrato direttamente in occidente, dove vive e spesso dove è nato. Il foreign fighter invece è colui che dopo essere andato a combattere in un teatro di crisi, torna in occidente per commettere atti terroristici. È più pericoloso dell’homegrown terrorist perché ha avuto un addestramento militare e spesso ha un legame diretto con l’organizzazione presso cui ha militato». IL LIBRO. Questi temi sono stati affrontati dalla professoressa Quadarella Sanfelice di Monteforte nel suo ultimo libro “Perché ci attaccano. Al Qaeda, l’Islamic State e il terrorismo ‘fai da te’”, edito da Aracne. Dallo studio degli attentati e del materiale diffuso in rete si comprende quali attacchi sono condotti e coordinati da gruppi jihadisti e quali semplicemente ispirati alle loro idee. Si riesce quindi a rispondere a domande come quella che ha dato il titolo al libro e a ipotizzare «chi, quando e dove ci attaccherà». Per informazioni sul Master: contatti@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano

Università niccolò cusano

Click Days, il futuro delle matricole è già cominciato Settanta borse di studio. Settanta famiglie che, grazie ai Click Days, possono guardare con meno incertezze al proprio futuro. L’inizio di un percorso importante, che può cambiare la vita. Venerdì scorso un pri-

fondatore dell’Università Niccolò Cusano e ideatore dell’iniziativa grazie alla quale sarà possibile studiare con esenzione totale della retta universitaria sia per il ciclo triennale che per il biennio magistrale. «La nostra formazione è la migliore del mondo» ha sottolineato Stefano Bandecchi: nel suo saluto Bandecchi, aggiungendo che «in questo qua«Il percorso sarà dro d’ecccellenza l’Università impegnativo ma Niccolò Cusano svolge un ruonessuno studente lo da protagonista, con la sua organizzazione didattica, l’atresterà indietro» tività di ricerca e l’estrema at- L’incontro con i vincitori delle borse di studio tenzione del corpo docente mo passaggio nella loro vita alle esigenze degli studenti». il fondatore dell’Ateneo roma- Rivolgendosi ai genitori Stefano, assicurando però che «nes- no Bandecchi ha parlato di fuuniversitaria, che prenderà il via a settembre nel campus. QUALITÀ. Il corso di laurea plus suno rimarrà indietro, chi avrà turo, una parola che oggi vieNell’aula magna di via Don riservato a questi borsisti è un maggiori difficoltà sarà segui- ne pronunciata con paura ma Carlo Gnocchi 3 sono stati percorso di grande qualità for- to per far sì che possa giunge- che secondo l’imprenditore liaccolti dal Rettore Fabio For- mativa ma anche «molto impe- re al traguardo della laurea con vornese «con una formaziotuna e da Stefano Bandecchi, gnativo», ha tenuto a precisare una preparazione adeguata». ne adeguata e un titolo di stu-

dio importante, può essere affrontato con maggiore serenità, perché solo grazie a questi giovani presenti oggi nel Campus, si potrà credere in un miglioramento di questo paese». GLI OBIETTIVI. II Rettore ha in-

vece introdotto l’incontro delineando i principali obiettivi dell’Università Niccolò Cusano, che sinteticamente si possono riassumere nella «volontà di coniugare nel modo migliore l’attività di ricerca e quella didattica». A questo proposito il professor Fabio Fortuna ha messo in luce la notevole attenzione alla centralità dello studente che deve essere adeguatamente seguito e suportato nel suo percorso di crescita personale e universitario.

LA VISITA. I ragazzi dei Click

Days 2017 hanno preso confidenza con i Campus dell’Unicusano, hanno visitato i laboratori di ricerca, la palestra, la mensa, le aule dove innovazione e tradizione si fondono quotidianamente al fine di formare i profili professionali del futuro. Con il successo di questa quarta edizione, salgono a circa 800 le Borse di Studio assegnate dall’Ateneo nell’ambito di un progetto intrapreso quattro anni fa e di sostegno e supporto al diritto allo studio per gli studenti universitari. Anche quest’anno era stata aperta la possibilità di partecipare ai diplomandi del Comune di Roma e dei suoi comuni limitrofi e la risposta dei ragazzi è stata convinta, massiccia e determinata. Le 70 borse di

studio messe a bando dall’Unicusano sono andate esaurite nel giro di poche ore malgrado la finestra temporale per tentare di aggiudicarsele constasse di due settimane di tempo, dalle ore 16 del 15 febbraio alla mezzanotte del 28 dello stesso mese. ESPANSIONE. L’Università Nic-

colò Cusano è uno degli Atenei in maggiore ascesa sul panorama accademico nazionale e internazionale. Non è un mistero quanto le velleità di crescita e miglioramento abbiano spinto la Cusano ad avviare lavori di ampliamento del suo Campus di Roma e a implementare il numero delle sue sedi estere con realtà già operative in Germania, Francia, Spagna e Inghilterra, non-

ché l’apertura della prestigiosa NC Italian University London. L’ascesa dell’Ateneo è poi certificata dal punto di vista della qualità didattica, anche dal recente successo della Facoltà d’Ingegneria, tra le prime sei in Italia nelle valutazioni dell’Anvur per la qualità della ricerca. «Ho ideato i Click Days quattro anni fa perché la crescita di questa Università deve essere accompagnata dalla crescita generale del paese e soprattutto perché tutti debbono avere un’opportunità per essere più forti grazie alla preparazione che conferirà loro questo Ateneo». Con queste parole ha concluso l’incontro Stefano Bandecchi ricordando a tutti una frase che ama ripetere spesso: «Avete un futuro». © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 11 APRILE 2017

CULTURA e università

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sessant’anni d’europa sessant’anni di pace

Quando parliamo dell’Unione che tiene insieme mezzo miliardo di persone non dobbiamo pensare solo a burocrazia, economia e mercato ma anche al suo risultato più importante In questi giorni in un’Europa che si trova ad affrontare molteplici problemi, entro e fuori i suoi confini, come la fuoriuscita della Gran Bretagna, si ricorda una data importante per tutto il continente. Sessanta anni fa, nel 1957, sei paesi europei (Italia, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Francia, Paesi Bassi, Lussemburgo) ratificavano a Roma la costituzione della CEE (Comunità Economica Europea) che ap-

La guerra è stata una costante della storia umana: l’assenza di conflitti è una conquista pariva come uno sviluppo del precedente accordo del 1951, sul libero mercato del carbone e dell’acciaio (CECA). Una prima embrionale forma di unione europea si costituiva nel segno dell’economia e del mercato, della libera circolazione delle merci a cui avrebbe fatto seguito la libera circolazione delle persone. Nel 1992, il nome dell’associazione venne cambiato in Unione Europea, anche per sottolineare l’inadeguatezza della

dimensione esclusivamente economica e per rappresentare una comunità di stati europei che voleva caratterizzarsi pure per altre dimensioni, come quella politica, culturale e sociale. Il processo di integrazione europea negli anni ha coinvolto 28 paesi, attratti soprattutto da un libero mercato che interessa quasi mezzo miliardo di persone e ha per simbolo una moneta unica, l’euro, entrata in vigore il primo gennaio del 2002.

IL BILANCIO. Nel segno di un’e-

conomia e di un mercato sempre più invadenti e globali e di un’integrazione politica e giuridica sempre precaria e rimessa in discussione, sembra essersi consumato e consumarsi il processo di integrazione europea. Nel bilancio complessivo di 60 anni di Unione Europea la conquista più preziosa è stata ed è qualcosa di diverso dall’economia e dalla politica, ma che allo stesso tempo è la con-

dizione prima e necessaria perché possa esserci sviluppo economico e politico: la pace. Sessanta anni di integrazione europea hanno prodotto e, a loro volta, sono stati il risultato di sessanta anni di pace. ECCEZIONI. Le generazioni nate

dopo la fine del secondo conflitto mondiale sono sempre vissute in condizioni di pace e la pace è da molti considerata come una condizione naturale, normale, almeno nel nostro continente. Certo, ci sono state eccezio-

ni dolorose e cruente, come i conflitti nati dalla dissoluzione dell’URSS e del sistema ad esso legato: conflitti tra etnie, tra nazioni e all’interno di uno stesso popolo come nell’ex Jugoslavia, in Cecenia, in Ucraina e tra Armeni e Azeri. Nazioni europee hanno anche partecipato con loro contingenti militari a conflitti in Bosnia, in Afghanistan, in Iraq. Resta comunque un dato di fatto: dal 1945 a oggi, anche grazie all’Unione Europea, tra i 28 stati dell’unione non c’è stato alcun conflitto. CONFLITTI MONDIALI. Questo è

un risultato eccezionale che mai prima si era raggiunto. Senza andare troppo lontan o ,

basti pensare a ciò che era accaduto nei primi decenni del Novecento: due conflitti mondiali che avevano coinvolto, su un fronte e su un altro, quasi tutti i popoli che oggi fanno parte dell’Unione Europea. Per quasi dieci anni (1914-1918; 1939-1945) Francia e Inghilterra da una parte e Germania e Austria, con i rispettivi alleati dall’altra, hanno combattuto due conflitti che si sono estesi dall’Atlantico agli Urali e che hanno coinvolto il mondo intero, provocando stermini di massa di decine di milioni di persone, per la maggior parte civili indifesi. Il secondo conflitto mondiale si è concluso in seguito a un atto terroristico, l’utilizzazione di due ordigni nucleari che hanno distrut-

to due intere città giapponesi, Hiroshima e Nagasaki, con le loro innocenti popolazioni. Ancora oggi in Giappone delle persone muoiono per le conseguenze del bombardamento nucleare. COSTANTE. La guerra è una co-

stante nella storia umana, a partire dalle sue origini. È difficile dire se sia stato inventato prima l’aratro o la spada e se la condizione naturale possa considerarsi la pace o piuttosto la guerra. Erodoto scrive che in guerra sono i padri a seppellire i figli, invertendo quello che dovrebbe essere l’ordine naturale, ma quante volte si è verificata questa condizione innaturale? Thomas Hobbes, uno dei teorici dello stato moderno, ha sostenuto

che la condizione naturale è la guerra e che la pace è solo un “intervallo” tra una guerra e l’altra. Il filosofo di Malmesbury ha pure evidenziato che per condizione di guerra non si deve solo intendere uno stato di aperta ostilità, ma che non può definirsi pace una condizione in cui ci si prepara a combattere, così come non può considerarsi serena una giornata piena di nuvole. Hobbes ricorda pure che per pace non si deve solo intendere una condizione di non conflitto, ma pure quello status in cui c’è l’affermazione piena della vita e delle cose migliori che essa può riservarci. Con la pace è possibile viaggiare, produrre, commerciare, programmare la propria vita, vivere nella tranquillità, godere dell’ozio e del tempo libero. In altre parole, vivere una vita degna di essere vissuta. Quando parliamo di Unione Europea e del seppur provvisorio bilancio di questa realtà, non dovremmo pensare solo all’economia e al mercato, ma anche a uno dei più importanti risultati di questa unione: la pace. Prof. Enrico Ferri, docente di Filosofia del Diritto e Storia dei Paesi Islamici Università Niccolò Cusano

insegnamento: l’analisi di un docente dell’unicusano

Italiano vs inglese: negli atenei serve un doppio approccio In questi mesi i media hanno trattato due argomenti distinti ma strettamente correlati. Il primo ha visto al centro della discussione gli studenti universitari con le loro difficoltà acclarate nell’uso dell’italiano scritto e orale. Il secondo risulta essere in qualche modo una propaggine del primo e la querelle si è sviluppata attorno ad un quesito: giova aprire corsi universitari in lingua inglese? Sono intervenuti tanti intellettuali, e per quanto concerne i corsi in inglese si è pronunciata perfino la Corte costituzionale. Radio Cusano Campus ha voluto aggiungere alle tante opinioni ascoltate quella competente e circostanziata del prof. Marxiano Melotti, titolare della cattedra di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’interno della facoltà di Scienze della formazione dell’Università Niccolò Cusano. Prof. Melotti, la questione sembra porsi come la più classica delle dicotomie: italiano Vs inglese, provincialismo Vs globalizzazione. Sono questi i termini della vicenda? Come la vede? «La questione è interessante e difficile da dirimere, oltre a presentare un paio di problemi su cui riflettere. La qualità dell’italiano è uno dei punti nodali. C’è l’assoluta necessità di restituire gli strumenti necessari agli studenti italiani per consentir loro di padroneggiare al meglio la loro lingua. Qui la priorità non è scrivere bene o male, parlare bene o male, qui si tratta di avere la possibilità di comunicare ciò che si vuole comunicare al nostro datore di lavoro, al nostro collega, al nostro collaboratore. È un problema che

che non si può dare per scontata nemmeno in un cittadino londinese di nascita».

va affrontato a scuola ma che ha ripercussioni importanti anche sul mondo del lavoro. Italiano e inglese non possono essere viste come lingue alternative tra cui scegliere, bisogna rafforzare l’utilizzo e la padronanza della nostra lingua tenendo ben presente l’importanza dell’inglese in un mondo globalizzato come è il nostro». Restiamo sull’italiano e sulle difficoltà dei nostri studenti, anche universitari, nell’approcciarvi correttamente: a suo modo di vedere il sistema universitario italiano deve farsi carico del compito di colmare questa lacuna? Si possono pensare corsi di recupero in accademia per tentare di migliorare la situazione? «In ultima analisi potrebbe anche essere l’università a rivestire questo ruolo, a tentare di alzare un livello che il percorso formativo precedente non ha saputo elevare, ma non avrebbe molto senso. I docenti universitari dovrebbero poter lavorare con ragazzi già in grado di scrivere e parlare correttamente nella loro lingua madre, al fine di far compiere loro un ulteriore salto di qualità. C’è da dire che il problema che stiamo affrontando non riguarda esclu-

sivamente gli studenti; i professori di scuola media e superiore dovrebbero essere più “formativi”,maggiormente determinanti nel trasferimento degli strumenti utili per parlare e scrivere meglio». L’adozione della lingua inglese in alcuni percorsi accademici italiani solleva sempre tante polemiche. Qual è l’atteggiamento giusto da tenere? Adottare l’inglese per divenire attrattivi a livello internazionale o eluderlo per proteggere la nostra lingua? «In una situazione normale questo problema non si porrebbe. Se ci fosse già attenzione riguardo l’importanza della nostra cultura e della nostra lingua sarebbe assolutamente naturale aprire gli orizzonti della nostra formazione accademica all’inglese. Attirare intelligenze straniere è fondamentale per arricchire i nostri percorsi universitari. D’altro canto, non si può trascurare la situazione che affligge tanti docenti universitari italiani che, costretti da questo mondo globalizzato a relazionarsi in inglese, non si sentono così brillanti e preparati nel momento in cui dovessero trovarsi a far lezione in lingua straniera. Ci vuole una ricchezza fraseologica

Quindi, prof. Melotti, l’inglese diviene una vera e propria necessità? «Sì, è così ed è fondamentale restare al passo coi tempi perché essendo la lingua della regina anche la lingua che veicola la produzione scientifica mondiale, prenderne consapevolmente le distanze significherebbe vanificare tutto ciò che si studia, si ricerca e si inventa nel nostro Paese, ricadendo in un provincialismo pericoloso perché emarginante». © Copyright Università Niccolò Cusano

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


VI Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

FUMETTI

La storia

Ecco cosa è successo nelle puntate precedenti Teresina e la sua super-forza, Pietro e la sua super-velocità, Marietta e la sua super-empatia, Milko e il suo super-udito, ecco chi sono i Four Energy Heroes, quattro ragazzi accomunati da un grande potere e da una responsabilità più grande ancora: cambiare il mondo e salvarlo, prima che sia troppo tardi. L’apparente redenzione e l’esordio in politica di Amilcare, ex nemesi del supergruppo, avevano messo in crisi i Four Energy Heroes: era più giusto fidarsi... o tentare di smascherarlo? Ci ha pensato Gaia, incarnazione mistica del pianeta Terra, a rispondere per loro, trasportandoli in un futuro dove nessuno ha fermato Amilcare in tempo, un futuro fatto di cemento, smog e tecnologia opprimenti. I quattro, tornati al presente, sanno di dover combattere il criminale e hanno un piano per sconfiggerlo. Ma qual è il primo passo dei supereroi? Radunare tutto l’aiuto possibile dai propri amici... (Prodotto da L’Arte nel Cuore da un’idea di Daniela Alleruzzo; testi di Andrea Giovalè; disegni e colori di Vincenzo Lomanto). © Copyright Università Niccolò Cusano

il progetto

L’inclusione come primo obiettivo Milko, Pietro, Teresina e Marietta sono i Four Energy Heroes, protagonisti del primo fumetto italiano interpretato da ragazzi disabili. L’iniziativa editoriale, prodotta dalla Onlus “L’Arte nel Cuore”, ha come obiettivo rappresentare la disabilità come valore aggiunto e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’integrazione. Il fumetto viene da un’idea della presidente della Onlus, Daniela Alleruzzo, e una sua striscia è pubblicata ogni settimana sulla prima pagina di “Unicusano Focus – Sport & Ricerca”, settmanale dell’Università Niccolò Cusano, prova della volontà dell’ateneo romano di dare voce a tutte le iniziative che sensibilizzino sul tema della disabilità. Ma da qualche mese la sinergia tra l’Ateneo e i Four Energy Heroes si è rafforzata ancora di più, con una tavola intera che viene ospitata ogni due settimane sulle pagine “Unicusano Focus - Sport & Ricerca”, in allegato il martedì con il Corriere dello Sport-Stadio. Prodotto da L’Arte nel Cuore – Da un’idea di Daniela AlleruzzoTesti di Andrea Giovalè – Disegni e Colori di Vincenzo Lomanto [Le precedenti avventure dei Four Energy Heroes sono disponibili gratuitamente all’indirizzo www.fourenergyheroes.it ]

martedì 11 aprile 2017


martedì 11 aprile 2017

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport e disabilità

unicusanofondi

special olympics

Rossoblù verso Così Sara vince il rush decisivo l’emarginazione Gara determinante sabato per la Berretti Ai Giochi Mondiali Invernali ha conquistato in corsa per centrare l’obiettivo play off un oro e un argento con le racchette da neve È in arrivo il fine settimana di Pasqua, il weekend da dedicare al riposo in attesa delle partite conclusive della stagione. Ma non saranno giorni di sosta per tutto il settore giovanile dell’UnicusanoFondi, anzi saranno momenti intensi e importanti soprattutto per la Berretti, che sabato sarà regolarmente in cam-

po e che giocherà la prima delle due partite finali di campionato, a dir poco decisive per il passaggio alla seconda fase stagionale. LA SITUAZIONE. La sconfitta

rimediata sul campo della Fidelis Andria costringe la truppa di Alessandro Pari-

sella ad attendere le ultime due giornate (Matera in casa e Melfi in trasferta) per centrare l’obiettivo dei play off e superare così gli attacchi del Monopoli con il quale i rossoblù condividono la terza piazza. C’è ancora il tempo per preparare a dovere le due sfide conclusive, cominciando da quella con i pari età lucani ora più che mai de-

terminante. Possono attendere la loro sosta senza ansie le compagini Under 17 ed Under 15, la cui duplice e larga affermazione ottenuta contro il Foggia ha permesso a entrambe di consolidare le rispettive posizioni di graduatoria.

Allievi in testa nel loro girone Certi di chiudere in terza posizione i Giovanissimi LA VOLATA. Al primo po-

I ragazzi della Berretti saranno impegnati sabato contro il Matera

LA VIGNETTA

Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it

sto gli Allievi, che hanno messo l’accento su un cammino sin qui di alto spessore; certi della terza piazza anche i Giovanissimi, capaci di chiudere il discorso qualificazione e di poter iniziare a guardare alla seconda fase; questo significa che entrambe le compagini potranno attendere senza altri patemi la gara conclusiva di regular season da giocare a Teramo subito dopo la sosta pasquale. Chiuso il percorso della Juniores Nazionale, che ha pareggiato ad Anzio terminando positivamente un cammino non facile ma comunque positivo, altre attenzioni sono rivolte ai campionati regionali Fascia B, che dopo la sosta entreranno nella fase decisiva. Gli Allievi sono appena tornati a vincere, confermando la terza posizione della graduatoria, e proveranno adesso a rilanciarsi in maniera importante, mentre i Giovanissimi sono in seconda posizione; tentare l’attacco alla prima piazza con sole quattro partite a disposizione appare complicato, ma di certo conservare la seconda posizione non sembra compito arduo. © Copyright Università Niccolò Cusano

Sara Grassi, 35 anni di Gattinara, in provincia di Vercelli, dall’Austria, in occasione dei Giochi Mondiali Invernali dello scorso marzo, è tornata con due medaglie al collo, Oro nei 50 metri e Argento nei 25 metri, conquistate nella corsa con le racchette da neve. Una rivincita, la sua, contro l’emarginazione subita quando era a scuola; la forza di reagire trovando nel tempo in se stessa, anche grazie allo sport, il proprio sostegno. Emblematiche – come racconta la mamma – quelle auto-incitazioni “Forza Sara che ce la puoi fare!”, che ancora oggi ripete continuamente quando è impegnata in una gara o in un allenamento. LE DIFFICOLTÀ. «Sara – ricor-

da la mamma Ornella – non ha subito discriminazioni, in quanto affetta da Sindrome di Down, da parte dei suoi compagni di classe bensì da un’insegnante delle elementari che, anzichè sviluppare il programma speciale approntato per lei, la poneva costantemente in disparte. Per quanto socievole e affettuosa, mia figlia ha sempre avuto un carattere deciso che la portava a ribellarsi, subendo purtroppo, come risposta, relativi castighi. Ricordo bene – prosegue la mamma – quando il Provveditore agli Studi, al fine di risolvere l’incresciosa situazione, convocò insegnanti e genitori; il risultato, altro duro colpo da digerire, furono le dichiarazioni di alcune mamme che riferendosi a Sara dissero: “Purtroppo siamo costrette ad accettarla”». L’ESORDIO SPORTIVO. Sara en-

tra a far parte del Team Special Olympics “Asad Biella” nel 2005 e inizia a praticare attività sportiva. Fin dai primi giorni, ha mostrato un grande entusiasmo: era felice di sentirsi impegnata, far parte di un gruppo, avere l’opportunità di esprimere le proprie

Sara Grassi, 35 anni, agli ultimi Giochi Mondiali Invernali che si sono tenuti in Austria

rore. Ogni volta che sale sul podio si commuove non riuscendo a trattenere le lacrime. È quello che ha fatto anche in Austria, orgogliosa di rappresentare l’Italia a un evento mondiale. LA FORZA. Lo sport le ha dato

capacità. Con grande determinazione si è allenata, nel tempo, in diverse discipline sportive come la corsa con le racchette da neve, il nuoto, l’atletica e l’equitazione. Così come ha preso parte a corsi di musicoterapia, danza terapia, teatro, laboratori di cucina e altre e numerose attività manuali. LE PRIME GARE. Allenamen-

ti che mostravano miglioramenti continui sotto l’aspetto tecnico sportivo e socio rela-

zionale, fino alla sua partecipazione, per la prima volta, nel 2008, ai Giochi Nazionali Special Olympics di Biella. Le gare hanno sempre rappresentato per lei una sfida innanzitutto con se stessa, con i propri limiti che con coraggio e impegno si poneva di superare. Iniziò a collezionare una serie di medaglie di bronzo; quando arrivò, finalmente l’oro, nel 2014, Sara non ci credeva. Era talmente abituata al bronzo che pensava a un er-

la forza di credere in se stessa, l’ha aiutata ad accrescere maggiormente le capacità di coordinazione ed equilibrio, il rispetto delle regole e dei ruoli; nelle gare dà il meglio di sé e il confronto sportivo la spinge, ogni giorno, a migliorarsi. Gli allenamenti e le trasferte hanno rappresentato per Sara la possibilità di vivere nuove esperienze al di fuori del contesto familiare e far ritorno a casa con nuove consapevolezze ed una maggiore autonomia. Non ha voglia di fermarsi perchè lo sport le regala emozioni, gioie. A luglio partirà per una nuova avventura, l’attendono i Giochi Nazionali Estivi, per la terza e ultima tappa che si terrà a Biella dal 3 all’8 luglio, dove gareggerà nell’equitazione. © Copyright Università Niccolò Cusano



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