UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
Riforme Medicina Carta Costituzionale Avanzano gli studi il potere è del popolo contro l’emofilia > A PAGINA IV
mercoledì 20 APRILE 2016 www.corrieredellosport.it
Calcio Sangiovannese un tifoso speciale
> A PAGINA III
> A PAGINA VII
luca mercalli
allarme ambiente
> L’opera di sensibilizzazione televisiva del climatologo: «Dobbiamo sviluppare una coscienza etica verso i cambiamenti climatici»
> A PAGINA II
tartadesign
l’iniziativa
Schienali “intelligenti“ per l’avventura paralimpica
La Cusano con Amnesty premia le “Voci per la libertà”
> A PAGINA V
> A PAGINA IV
il punto
Come può essere così difficile Siamo quasi alla fine dell’anno scolastico, genitori, nonni e zii dei bambini che hanno iniziato la prima elementare si aspettavano che già a Natale i loro piccoli sapessero leggere. In alcuni casi non è così, alcuni di questi bambini, diciamo una percentuale del 5%, a fine prima elementare presentano ancora una lettura lenta e stentata e commettono un numero rilevante di errori. Questo pattern si continua a osservare anche in seconda e terza elementare. Ed ecco allora la preoccupazione, si interrogano le insegnanti e nasce il sospetto, la dislessia. Ma cos’è la dislessia, e cosa devono fare i genitori che hanno questo dubbio? La dislessia è un disturbo evolutivo della lettura che si manifesta in bambini con intelligenza nella media (spesso superiore) che non hanno alcun deficit sensoriale e che hanno frequentato la scuola regolarmente. Tale disturbo può essere presente da solo o in associazione con altri disturbi dell’apprendimento, quali la scrittura e il calcolo. Molto si può fare per questi bambini, un intervento riabilitativo solitamente produce miglioramenti significativi, la presenza di una diagnosi certificata fa sì che a scuola possano essere usati gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla legge. Tali strumenti fanno sì che i bambini con dislessia possano apprendere ed essere valutati come tutti gli altri bambini normo lettori. Dieci o quindici anni fa molti bambini non sono stati riconosciuti come dislessici, si sono arrangiati come meglio potevano, contando solo sulle proprie forze, sentendosi chiamare “pigri e svogliati”. Le conoscenze sui disturbi specifici dell’apprendimento hanno avuto un forte sviluppo negli ultimi anni. Oggi quei bambini sono cresciuti e hanno finalmente avuto risposta ai loro quesiti, molti di loro hanno avuto una diagnosi e con l’utilizzo degli strumenti compensativi e dispensativi, frequentano l’università con successo. Gloria Di Filippo preside Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano
II unicusano focus CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
mercoledì 20 APRILE 2016
ricerca
LA CURIOSITà
IL DATO
Meteorologia una Giornata per celebrarla
Il 2014 è stato l’anno più caldo di sempre
Esiste una Giornata mondiale della Meteorologia, che viene festeggiata il 23 marzo: si celebra l’entrata in vigore della convenzione dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), che risale al 1950.
Il 2014 è stato l’anno più caldo mai misurato, sulla base delle serie storiche a registrate partire dal 1880. Il record ha superato di pochi centesimi di grado centigrado il primato precedente, che risale al 2010.
luca mercalli «l’ambiente siamo noi» Consapevolezza e responsabilità, il climatologo e la sua missione informativa: «Impariamo a capire» programma è stata una parte d’Italia molto saggia e attenta a un futuro che vorremmo più sostenibile e meno pericoloso per noi e per i nostri figli e nipoti. È necessario però che questa parte d’Italia cresca, che ci sia più consapevolezza. Abbiamo cercato di dare informazioni importanti. Dietro c’è un lungo lavoro durato sei mesi. Spero che chi mi ha seguito utilizzi queste informazioni nella vita quotidiana. Ho fatto quello che potevo: mi sentivo un po’ come un pompiere con la sirena accesa che cerca di avvertire tutti che sta per scoppiare un incendio. Ci ho provato e per quel milione di telespettatori è stato importante. Il problema è come fare informazione ambientale. Forse il pubblico non è pronto o è stato male abituato».
Stili di vita Anche nel quotidiano è molto attento: dall’auto elettrica ai pannelli solari fino all’isolamento termico In televisione «Il mio programma ha cercato di avvertire sui rischi climatici La tv pubblica ha l’obbligo di informare» Si sposta con l’auto elettrica, a casa isolamento termico e pannelli solari. Le sue vacanze sono sostenibili e responsabili. Evita i lunghi viaggi, ha la passione per la montagna. E per i papillon. Fa la raccolta differenziata ed è molto attento agli acquisti: «Non mi lascio travolgere dalle mode e dal consumismo fine a se stesso. Non rifaccio il guardaroba ogni sei mesi: va avanti finché si usura. Non vuol dire essere sciatti o trascurati. Anzi. Si può avere un proprio stile. Anche simpatico». Il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana e volto storico di “Che tempo che fa”,parla della sua quotidianità – «uno stile di vita rispettoso dell’ambiente, io non faccio prediche. Quello che racconto è frutto di un’esperienza diretta» - senza nascondere un pizzico di amarezza: «Sono piccoli gesti in realtà preziosi per la nostra salute, per il mondo
Il climatologo Luca Mercalli
che ci circonda, per le generazioni che verranno. Peccato che ci sia ancora poco interesse verso alcuni temi». Mercalli però questi temi li ha studiati, approfonditi, sperimentati e portati in tv: qualche giorno fa si è conclusa, infatti, la seconda edizione di “Scala Mercalli”: il programma è andato in onda su Rai3 per sei settimane in prima serata. Quanto è difficile fare divulgazione scientifica? «Certe cose, per quanto io faccia il massimo sforzo per renderle comprensibili, non sono facili. Allo spettatore perciò io chiedo un piccolo
forzo. Un minimo impegno. Non è facile portare sul piccolo schermo contenuti complessi». È possibile fare informazione ambientale in tv? «È possibile ma soprattutto doveroso. I problemi ambientali sono qualcosa che ci riguarda tutti anche se sembrano lontani e poco legati alla vita quotidiana. Dovremmo ricordarci che interessano prima di tutto la salute e poi la qualità della nostra vita e il mondo delle generazioni future. E poi la tv pubblica ha il compito di alzare l’asticella culturale. A seguire il
Perché c’è attenzione verso le previsioni del tempo? «Semplicemente perché vogliamo organizzare i nostri impegni nel migliore dei modi. È un interesse usa e getta. Ci facciamo molte domande solo di fronte a catastrofi e disagi. Scarichiamo tutti l’app che ci dice che tempo farà ma purtroppo non c’è un reale interesse delle persone sul clima. Consumiamo tutto in fretta. Senza preoccuparci del perché, magari, il 2014 è stato l’anno più caldo della storia». È intervenuto al Senato alla presentazione del rapporto “La montagna perdu-
ta” realizzato da CER e TSM-Trentino School of Management: ci siamo dimenticati di una risorsa preziosa? «I numeri ci dicono che la montagna è stata vittima di spopolamento e abbandono. Tuttavia, conosco molti giovani che tornerebbero con piacere in montagna. Peccato che non ci siano i giusti mezzi amministrativi per farlo». Inquinamento, cambiamenti climatici, catastrofi: cosa possiamo fare? «Sembra una frase fatta ma è così: l’ambiente siamo noi. Lo ha ricordato anche Papa Francesco con l’enciclica “Laudato sı’”. Ci vuole però la volontà di capire di più. Ciascuno di noi può contribuire a rendere questa terra più vivibile, può aiutare a riparare gli errori fatti finora. Abbiamo mezzi e cultura: se ci unissimo con un obiettivo preciso potremmo far cambiare le cose in breve tempo. La consapevolezza c’è ma è latente. Va risvegliata. Ci vorrebbe una scossa. Che non faccia male, ovviamente. © Copyright Università Niccolò Cusano
«Il boom del meteo? è solo superficiale: ci preoccupiamo soltanto in caso di catastrofi»
pseudoscienze
La telepatia, realtà o invenzione? Massimo Polidoro, segretario del Cicap, spiega l’assenza di prove scientifiche sul fenomeno
Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: ufficiostampa@unicusano.it
È possibile comunicare attraverso la trasmissione del pensiero attraverso la telepatia? Ne ha parlato Massimo Polidoro, scrittore, giornalista e segretario del Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, intervenendo ai microfoni di Ra-
dio Cusano Campus (la radio dell’Università Niccolò Cusano, in onda sugli 89.100 Fm a Roma e nel Lazio), durante la diretta del programma “Genetica Oggi”. Massimo, come lei ha scritto recentemente, la telepatia è un fenomeno che non è mai stato dimostrato scientificamente. «È vero. Nonostante tanti pensino che la telepatia sia un fatto accertato o comunque qualcosa che la scienza sta studiando, a oggi non ci sono prove scientifiche che dimostrino che sia possibi-
le comunicare da una mente all’altra senza utilizzare gli altri organi di senso o senza usare altri tipi di segnali». C’è però stato un caso particolare, quello di Ilga Kirks, una bambina lettone di nove anni che apparentemente sembrava una telepate. «Sì, in quella storia, che risale al 1935, sembra entri in gioco qualcosa di simile alla telepatia. Questa bambina, affetta da ritardo mentale, sembrava in grado di leggere il pensiero della mamma, dell’insegnante
e di chi le stava accanto. Se per esempio la mamma leggeva a mente un libro, lei ripeteva quello che la mamma stava appunto leggendo. Sembrava dunque una prova dell’esistenza della telepatia. Grazie a verifiche successive, si capì che questo apparente fenomeno telepatico dipendeva dal fatto che la bambina non leggeva il pensiero ma riusciva in qualche modo a riconoscere i movimenti involontari che la mamma faceva mentre leggeva; piccoli movimenti delle labbra, della gola o del volto. Ilga dunque riusci-
va a leggere quei segnali e a riconoscerli, un’abilità poco comune e straordinaria, ma spesso presente in chi ha degli specifici deficit». Il cervello può dunque compensare alcuni deficit, come i non vedenti che sviluppano un udito particolarmente acuto? «È un esempio calzante: una persona non vedente può sviluppare una sensibilità più alta per altri sensi. La plasticità del cervello permette di sopperire ad alcune mancanze e rappresenta uno strumento che l’evolu-
Massimo Polidoro
zione ha favorito per permettere all’organismo di cavarsela anche nelle situazioni più difficili». © Copyright Università Niccolò Cusano
mercoledì 20 APRILE 2016
UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
ricerca E CULTURA
la malattia
il dato
I rischi maggiori sono legati agli ematomi
In Italia 4mila casi, si scopre in tenera età
Negli emofilici, piccole ferite o graffi non creano problemi, ma piccole lesioni delle pareti vasali a livello dei muscoli (ematomi) o delle articolazioni (emartri), possono provocare dei sanguinamenti prolungati.
In Italia ci sono circa 7mila persone con deficit congeniti della coagulazione e patologie affini, di cui circa 4mila emofilici, in prevalenza di sesso maschile, che generalmente ricevono la diagnosi in tenera età.
le terapie del futuro per battere l’emofilia La dottoressa Farace: «La qualità di vita dei pazienti è migliorata ma dai farmaci long acting potrebbero arrivare altri benefici»
«Le sperimentazioni in atto mirano a ridurre il numero di iniezioni endovenose»
Il segretario generale di FedEmo è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus L’approccio attuale dei trattamenti: «La profilassi prevede due-tre inoculazioni del fattore mancante» In occasione della XII Giornata Mondiale dell’Emofilia, la Federazione delle Associazioni Emofilici (FedEmo) ha raccontato le nuove e innovative terapie per una migliore qualità di vita dei pazienti e dell’accesso ai clinical trial condotti dai centri di cura per l’emofilia. Ne ha parlato la dottoressa Stefania Farace, segretario generale FedEmo, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus (la radio dell’Università Niccolò Cusano in onda sugli 89.100 Fm a Roma e nel Lazio) durante la diretta del programma Genetica Oggi. Particolarmente significativo il progetto #FedEmo Sport volto a promuove-
Da sinistra verso destra, il professor Arsenio Veicsteinas (presidente del Comitato Scientifico Culturale di FMSI), la dottoressa Eleonora Forneris (fisioterapista), il professor Antonio Spataro (direttore sanitario dell’Istituto di Scienza dello Sport del CONI), la dottoressa Chiara Biasoli (Comitato Medico Scientifico di FedEmo), la dottoressa Angiola Rocino (rappresentante AICE), la dottoressa Stefania Farace (segretario generale FedEmo) e Ivan Capelli (testimonial FedEmo)
re la stesura di linee di raccomandazione per la Medicina dello Sport, il CONI, le Federazioni e le società sportive, affinché possano essere definiti su scala nazionale fattori come: la tipologia di trattamento necessario a garantire la copertura dei pazienti emofilici durante le attività sportive o le tipologie di sport più idonee per i pazienti emofilici.
Dottoressa Farace, cos’è l’emofilia? «L’emofilia è un disordine emorragico congenito dovuto alla carenza di un fattore di coagulazione. Esistono due tipi di emofilia, quella A e quella B. La prima è caratterizzata dall’assenza del fattore ottavo mentre la B dalla carenza del fattore nono. Entrambi i difetti sono trasmessi geneticamente come caratteri
recessivi legati al cromosoma X. La patologia porta a problemi nel processo della coagulazione del sangue. A causa di questo deficit i pazienti subiscono emorragie esterne e interne che possono essere più o meno gravi. Ad oggi si calcola che al mondo ne soffrano circa 400mila persone di cui 4mila solo in Italia». Quali sono le attuali terapie?
«Il trattamento per l’emofilia consiste in una terapia sostitutiva che è rappresentata da un fattore ricombinante o plasma derivato somministrato attraverso una iniezione endovenosa. I due principali regimi terapeutici possono essere impiegati o nel momento del bisogno oppure in profilassi. La profilassi prevede due o tre inoculazioni del fattore. Da quando
è disponibile questo tipo di terapia la qualità di vita dei pazienti emofilici è migliorata molto». Quali sono invece le terapie del futuro? « Diciamo che nel caso dell’emofilia B si sta parlando molto dei farmaci “Long Acting” la cui somministrazione è più dilatata nel tempo perché il far-
maco ha un’emivita maggiore. Si parla addirittura di un’iniezione ogni 15 giorni. Questo tipo di innovazione è in sperimentazione e il settore si sta notevolmente ampliando e per ridurre il numero di iniezioni endovenose si sta cercando di trovare un modo per somministrare questi farmaci sottocute. La frontiera più ricercata resta comunque la tera-
libri
Un viaggio sonoro nell’orchestra del mare Da cinque anni alterna sei mesi in porto nella città che lo ha adottato, Napoli, e sei mesi di navigazione solitaria in Mediterraneo, insieme a un compagno d’eccezione, un violoncello vecchio di trecento anni. Dopo “La musica e il mare”, Roberto Soldatini, direttore d’orchestra, compositore e violoncellista, torna a raccontare in “Sinfonie Mediterranee” della sua scelta, del lungo viaggio alla ricerca dell’armonia e della bellezza, attraverso la storia, la cultura, la musica. «È un’ideale prosecuzione del mio primo libro, è un’evoluzione. Quando si naviga nel mare e dentro noi stessi, miglio dopo miglio, si cambia
e non si è più gli stessi – ha spiegato Soldatini ai microfoni di Radio Cusano Campus - Ho dovuto rinunciare a diverse cose. Era il 2011 quando sono salpato per la prima volta dopo aver venduto casa e comprato la barca a Marsiglia». LA SCELTA. Dall’Italia tirreni-
ca alla Grecia ionica, l’attraversamento del golfo di Corinto fino all’Egeo, il periplo del Peloponneso, poi la risalita dell’Adriatico seguendo le coste di Albania, Montenegro, Croazia e Slovenia, fino a Trieste, per partecipare in solitaria alla storica Barcolana, la regata più affollata del Mediterraneo. «Non è
“Sinfonie Mediterranee” del compositore Roberto Soldatini descrive cento tappe di navigazione stata una di quelle decisioni del tipo “mollo tutto preso dalla disperazione” - spiega ancora Soldatini - è una decisione maturata nel tempo, una serie di coincidenze e di congiunture che hanno fatto sì che prendessi questa decisione. Il desiderio di libertà, di conoscersi, di viaggiare e di tornare all’essenziale. Vivere in una barca a vela è la maniera migliore per torna-
re a una vita più semplice. In barca deve esserci solo l’essenziale, quello che non serve non c’entra, quindi la vita si libera dagli orpelli inutili». C’è differenza tra la musica e il mare, negli equilibri necessari per dirigere un orchestra e la propria navigazione? «Ci sono molte analogie. Quando dirigi un’orchestra, hai a che fare con molte energie e forze che sono quelle dei cantanti, del pubblico, della musica e così anche quando comandi una barca a vela e sei solo, hai a che fare con l’orchestra del mare, formata dal vento e dalle onde. La musica è anche quella del mare, ci sono diverse occasioni in cui ci si accorge di
questo. L’incontro più straordinario è stato con dei delfini. Stavo suonando il violoncello su un’isola al tramonto. Sono arrivati attratti dalla musica verso di me e hanno cominciato a danzarmi vicino». IL LIBRO. “Sinfonie mediter-
ranee”, pubblicato da Nutrimenti nella collana Transiti blu, è un viaggio senza rotte prestabilite, a dettare il percorso è sempre il ritmo della natura, e a volte il destino. Quasi cento tappe che compongono lo spartito del diario di bordo, che è anche una guida per un modo diverso di viaggiare. © Copyright Università Niccolò Cusano
Il direttore d’orchestra Roberto Soldatini
pia genica». Quanto è importante una giornata mondiale su questi temi? «È fondamentale. Sono occasioni importanti che non bisogna lasciarsi sfuggire. Sono importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni o anche chi può dare una mano a qualsiasi livello». © Copyright Università Niccolò Cusano
IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
mercoledì 20 aprile 2016
università e cultura
La consultazione non può avere luogo se in Parlamento la maggioranza è di oltre due terzi
La ratifica popolare ha una funzione di garanzia: l’art. 138 disciplina chi può farne richiesta
Non è questo il caso della recente legge sul superamento del bicameralismo paritario
Alle urne non occorre un quorum di partecipazione: una chance in più per le minoranze
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge costituzionale recante “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”. Il complesso procedimento parlamentare per modificare la Costituzione si è concluso. E adesso? Non è finita. Si tratta di modificare la Costituzione, la Legge fondamentale della Repubblica, come essa stessa si definisce alla XVIII disposizione transitoria e finale, pertanto la prudenza non è mai troppa. E le Madri e i Padri Costituenti di prudenza e di saggezza ne avevano molta, così all’art. 138 Cost. hanno scritto che allorquando una legge di revisione costituzionale venga approvato in via definitiva con la maggioranza assoluta, com’è appunto accaduto il 12 aprile scorso, quella legge deve essere pubblicata. In realtà si tratta di una pubblicazione “anomala” poiché in genere la pubblicazione degli atti normativi avviene dopo la loro promulgazione o emanazione, mentre quella di cui all’art. 138 Cost. è effettuata sulla Gazzetta Ufficiale prima dell’eventuale promulgazione della legge costituzionale. Questa pubblicazione ha fini notiziali ed è prevista perché «un quinto dei membri di una Camera o cinque-
si è tenuto due volte: la prima, con esito positivo, nell’ottobre del 2001 ed è così poi potuta entrare in vigore l’ampia riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione; la seconda, nel giugno 2006, con esito negativo. In entrambi i casi anche le forze politiche che in Parlamento avevano approvato le leggi di revisione si sono attivate per richiedere il referendum. Come mai? Perché intendere questo referendum come confermativo dell’operato delle Assemblee Parlamentari e non invece oppositivo come invece, pare, vuole la logica dell’art. 138 Cost.? Forse perché allora tutte e due le volte la maggioranza del momento aveva approvato la “propria” revisione costituzionale. Ma la Costituzione è di tutti, è per tutti e i Costituenti così l’avevano pensata e così ce l’hanno consegnata; di questo erano consapevoli anche coloro che in quelle due passate occasioni hanno cercato la ratifica popolare di riforme approvate a maggioranza: del resto, è lo stesso art. 138 Cost. a stabilire che anche la maggioranza assoluta in Parlamento di per sé non basta a chiudere la partita. In questi giorni si torna a sentir parlare di referendum confermativo. Speriamo bene.
la carta è di tutti le modifiche anche Il procedimento di revisione costituzionale prevede la possibilità di chiedere un referendum sulla riforma approvata dalle Camere centomila elettori, o cinque Consigli regionali» possano attivarsi per richiedere il referendum, tramite il quale gli elettori sono chiamati ad approvare o respingere la riforma elaborata dai loro rappresentanti nelle Camere del Parlamento. QUORUM. Per la legittima cele-
brazione di tale referendum non è contemplato un quorum di partecipazione, come invece accade per il referendum abrogativo ex art. 75 della Costituzione; ciò confermerebbe la natura oppositiva del
referendum costituzionale: quest’ultimo si appalesa in verità quale strumento in funzione di garanzia, attivabile soprattutto da parte delle minoranze parlamentari o popolari per tutelare il testo costituzionale, insomma una sorta di “appello al popolo” da parte di chi, non avendo i numeri in Parlamento, tenta di resistere alla “modifica a maggioranza” della Legge fondamentale, rimettendo appunto la decisione finale al popolo sovrano. Non è (giustamente) cosa semplice modificare la Costituzione. Il referendum costi-
tuzionale è peraltro facoltativo, dato che i soggetti abilitati a richiederlo non sono obbligati a farlo (e quindi decorsi i tre mesi dalla pubblicazione il progetto di legge costituzionale si intende approvato); ed è anche eventuale, dato che se nella deliberazione parlamentare finale si raggiunge la maggioranza dei due terzi non può essere richiesto. In quest’ultimo caso, la legge costituzionale può essere trasmessa al Capo dello Stato per la promulgazione, senza venir sottoposta al referendum popolare, poiché è stata
approvata con un largo consenso parlamentare che supera la maggioranza del momento e quindi risulta essere il frutto di una scelta ampiamente condivisa. RIFORME. Il punto è proprio
questo, la logica dell’art. 138 Cost., che disciplina il procedimento di revisione costituzionale, è proprio questa: le riforme si fanno insieme, non si fanno riforme a maggioranza. Difatti nel caso di approvazione a maggioranza assoluta, che, va detto, è senz’altro una maggioranza comunque
non semplice da raggiungere, la Costituzione contempla la possibilità di ricorrere anche al referendum popolare. Bisogna pensarci bene prima di modificare la Costituzione: siamo davvero tutti o quasi tutti d’accordo? Il tenore testuale dell’art. 138 Cost. sembra imporre queste riflessioni a chi mai volesse attivare la procedura lì disciplinata. Il fatto che per la celebrazione del referendum non sia contemplato un quorum partecipativo dimostra proprio come esso sia stato previsto per dare una chance an-
la partnership
Amnesty, la Cusano premia le voci social Che i giovani fossero il perno del mondo dell’Università Niccolò Cusano è sotto gli occhi di tutti e la sua offerta didattica ne è chiara prova. A sottolineare ulteriormente questo feeling arriva anche Amnesty International che inizia con la Cusano un percorso dove i ragazzi sono protagonisti. Tecnicamente si tratta di una nuova e prestigiosa partnership tra il festival musicale “Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty” e l’Università Nic-
colò Cusano di Roma. Se è vero che la Cusano crede da sempre nei giovani e nella loro energia, nulla le vieta di investirci sopra anche quando questa energia pulita si esprime nell’arte e nella creatività. Ecco perché quest’anno ha deciso di supportare l’importante Premio Amnesty International Italia Emergenti con una menzione speciale. IL CONTEST. Tra tutti i con-
correnti che si sono iscritti al concorso che promuo-
ve la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, verrà indetto un contest sul web per individuare chi si sarà distinto per qualità dell’offerta e per bravura nella gestione dei social network, ormai parte integrante della nostra società e, quindi, della formazione degli studenti. In sintesi, essendo il web terreno congeniale alla Cusano, l’idea è di premiare chi meglio riuscirà a comunicare la propria musica in modo moderno e virale. Un merito nel merito.
Il più votato riceverà, direttamente da un importante rappresentante dell’Università Niccolò Cusano, una targa speciale che sarà consegnata durante le finali del festival (dal 14 al 17 luglio a Rosolina Mare) ma otterrà qualcosa di concreto per la sua carriera. Si tratta di un’importante intervista su Radio Cusano Campus, la Fm che sempre più sta crescendo di gradimento tra gli ascoltatori e che sempre più cita Cruciani duIL PREMIO.
rante la sua “Zanzara”. Non solo. Si parla di concretezza anche perché la canzone vincitrice del contest sarà suonata in heavy-rotation nella playlist della suddetta radio, la più amata dagli universitari, dando così una forte start-up al vostro progetto discografico. ISCRIZIONE. Se credete che
la vostra canzone abbia qualcosa di più rispetto a quelle degli altri e se pensate che i social network siano ormai intrecciati alla
vostra vita di artista, questa potrà essere un’occasione d’oro per darvi uno slancio. Le iscrizioni al concorso “Voci Per La Libertà” possono avvenire entro e non oltre il 30 aprile. Trovate tutte le informazioni tecniche sia sul sito dell’Università (www.unicusano.it) sia sul sito del festival (www.vociperlaliberta.it). Si dovrebbe dire buona fortuna ma col talento il fato c’entra poco. Meglio dire buon lavoro. © Copyright Università Niccolò Cusano
che a chi in quel momento è in minoranza. Insomma, coloro che sono riusciti ad approvare la legge costituzionale perché mai dovrebbero esporsi al rischio della consultazione popolare, quando decorsi tre mesi dalla pubblicazione, se nessuno richiede il referendum, il testo approvato viene trasmesso al Presidente della Repubblica per la promulgazione? Semmai chi vuole opporsi alla riforma in itinere avrà interesse alla celebrazione del referendum costituzionale. Nella storia repubblicana questo tipo di referendum
Prof. Federico Girelli Docente di Diritto Costituzionale Università Niccolò Cusano
mercoledì 20 aprile 2016
Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
sport, INDUSTRIA e disabilità
rio, paralimpiadi a prova di design
Gli azzurri del tiro con l’arco e del tennistavolo scelgono gli schienali flessibili Tarta per la spedizione ai Giochi
ghe: in questo modo riescono a tirare mantenendo sempre la medesima posizione». La scelta di come “vestire” lo schienale è comunque totalmente personale. Da qualche mese, all’Original si è affiancato l’Emys: ugualmente regolabile, si presenta più rigido per adattarsi a chi cerca maggiore stabilità.
Prestazioni migliori: il sistema studiato a Cividale del Friuli favorisce la torsione naturale del busto Alla base c’è l’idea che anche i supporti per la disabilità non debbano trascurare gli aspetti estetici Non capita di frequente di sentir nominare concetti come bellezza, moda e design associati alla disabilità. Eppure, a Cividale del Friuli, c’è chi ha provato a ribaltare una visione un po’ statica del mercato creando un supporto flessibile e intelligente, che non è improprio definire “di tendenza” e che ben si adatta alle esigenze degli atleti con disabilità. Marco Galante, tecnico ortopedico d’esperienza, è il creatore di Tarta, un sistema posturale che si traduce negli schienali flessibili Original ed Emys. Creati per tutti (da chi ha problemi alla schiena a chi, semplicemente, vuole che le ore trascorse in ufficio non si trasformino in un supplizio), personaliz-
Uno stand con gli schienali personalizzabili Tarta
L’IDEA. Il concetto sviluppa-
Giada Rossi e, di spalle, Clara Podda: le azzurre useranno il modello Emys alle prossime Paralimpiadi
zabili, flessibili, adattabili a ogni tipo di seduta, gli schienali Tarta hanno conquistato l’attenzione del mondo paralimpico. VERSO RIO. A scegliere i prodotti Tarta, per le prossime Paralimpiadi di Rio, sono stati, per motivi diversi, soprattutto gli azzurri del ten-
nistavolo e del tiro con l’arco, come spiega Tommaso Di Bert, responsabile marketing e comunicazione dell’azienda friulana: «Poter contare su uno schienale flessibile è molto utile negli sport in cui la libertà di torsione del busto serve a migliorare le performance». Tarta Original, grazie alla sua struttura in accia-
io modulare, regolabile e flessibile e a un sistema personalizzabile al 100%, è in grado di adattarsi perfettamente alla schiena, decidendo il grado di flessibilità vertebra per vertebra: «Nel tennistavolo, questo sistema permette quasi di accompagnare il gesto tecnico dell’atleta – spiega Di Bert – migliorandone l’efficacia».
Le doghe dello schienale, in alluminio, si possono piegare con le mani adattandole alla schiena. Lo schienale si può utilizzare anche fisso: «Questa è la soluzione prediletta da chi pratica tiro con l’arco paralimpico. Atleti come Matteo Bonacina e Veronica Floreno, per esempio, usano l’Original bloccando le do-
to da Marco Galante e dalla squadra di Tarta Design si basa sull’innovazione e sull’obiettivo di consentire massima libertà di movimento anche a chi purtroppo ha dei limiti fisici: «Siamo convinti – spiega Di Bert – che sia molto importante l’accettazione psicologica di un prodotto e che tra creare un prodotto ordinario in poco tempo e farne uno bello impiegandone molto, dia più soddisfazioni alla seconda soluzione. In molti chiedono di personalizzare gli schienali con aerografie. In questo modo diventano pezzi davvero unici, come opere d’arte. L’obiettivo – conclude – è superare le barriere tramite un prodotto personalizzabile, ma che si adatti a ogni esperienza, dallo sport paralimpico agli uffici». © Copyright Università Niccolò Cusano
Matteo Bonacina, atleta paralimpico di tiro con l’arco
l’analisi
Disabili, il senso di protezione non deve essere nascosto Se c’è un handicap è sbagliato fingere il contrario: il rispetto e l’amore si dimostrano così Valorizzare le abilità residue è sacrosanto ma partendo dal presupposto che dei limiti resteranno I disabili: deboli e bisognosi di più attenzioni, più cura, più rispetto, perché non si sanno procurare da soli facilmente (o affatto) né attenzioni, né cura, né rispetto. Perché ne hanno, perciò, solo più bisogno. Perché la strada per loro è in salita: con pendenza più o meno accentuata, ma pur sempre in salita. La retorica buonista non è quella che induce a una maggiore sensibilità verso i più deboli (e i disabili al massimo grado lo sono) ma quella che vuole “minimizzare” il problema, ridimensionando la portata diversificante della vita di una persona con handicap. Suggerendo con spot, non sempre felicemente realizzati, che i disabili sono “in mezzo a noi” (come alieni?) e non poi così tanto diversi da noi, di modo che, in fondo, conviverci non deve essere poi così faticoso e richiedere chissà quale sforzo in più. Non è vero, sono diversi e hanno il diritto di non nascondere questa diversità che merita rispetto in quanto tale. Lo sforzo in più di stare con loro, e aiutarli in tante attività, ci deve essere e nella
giusta misura. La società se ne deve fare carico. RISPETTO. L’handicap esige rispetto in quanto c’è e in quanto, essendoci, si vede: non va certo nascosto e, a maggior ragione, neppure “insabbiato” o camuffato. Le giornate di sensibilizzazione (ammesso che abbiano un qualche peso e io ritengo che siano di solito una sorta di alleggerimento - semel in anno - della coscienza sociale) ci devono ricordare che l’handicap c’è e si presenta in varie forme e in vari gradi di compromissione dell’esistenza. Certo che una cultura evoluta valorizza le “abilità residue” ed è importantissimo che circoli diffusamente il concetto che devono essere stimolati e messi in condizione di realizzare al meglio la loro personalità; ma questo non può e non deve mistificare la realtà, suggerendo
che in fondo, solo con la volontà dei singoli e una certa adesione sociale, si può travalicare il problema, assorbendolo e, in ultima analisi, annullandolo. Perché annullato dà meno fastidio e ci fa sentire un po’ meno in colpa. DIFFICOLTÀ. È anche vero che
molti disabili riescono a portare a termine gli studi, a trovare un lavoro e a inserirsi così nella società “a pieno titolo”: ma quelli che non ce la fanno? Quelli che (e sono tanti, temo di più) non hanno molte “abilità residue” da sfruttare e che non solo non conseguono diplomi o buste paga ma hanno difficoltà a esprimere le più semplici e primarie necessità? Forse per questo non meritano lo stesso rispetto? Io dico che vada riscoperto invece il senso profondo - ormai ma-
UGUAGLIANZA.
linteso, bistrattato o banalizzato - della pietà umana che ci rende inclini a proteggere le persone che, in ragione della loro condizione fisica o psichica, sono e appaiono più deboli e come tali devono essere trattate. E che, soprattutto, ci rende davvero tutti uguali; che ci ricorda che siamo, in quanto persone umane, tutti uguali. Non dobbiamo con questo costruire ghetti ideologici o mentali ma, al contrario, aprirli, e veramente: trattare le persone disabili per come sono, cercando di rendere la loro vita - in partenza più difficile - migliore. Non trattarli da disabili, ma ricordarci che lo sono e non fingere il contrario. Questa è la più autentica e concreta forma di rispetto e, oserei dire, di amore. Prof.ssa Benedetta Agostinelli Università Roma Tre
VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
mercoledì 20 aprile 2016
sport e disabilità
Un gol ai pregiudizi con la football week
nuoto
Cimmino prepara una straordinaria impresa del mare
Oggi sarà presentata a Roma la 16a edizione dell’appuntamento di Special Olympics e Uefa dedicato al calcio e all’integrazione Questa mattina alla Figc prima vetrina in Italia per l’evento Nel nostro paese previste 16 tappe
Nel continente sono in programma 420 iniziative nel segno dello sport unificato e dell’inclusione
Oltre 50mila Atleti con e senza disabilità saranno in campo in 50 nazioni europee dal 21 al 29 maggio
A sostegno,le maglie autografate dei club di Serie A e B saranno all’asta su Charity Stars fino al 2 maggio
Oggi alle ore 11.30, presso la Sala del Consiglio federale della Figc in via Gregorio Allegri 14, Roma, si terrà la conferenza stampa di presentazione della XVI European Football Week. Massimo Caputi sarà il moderatore e Valeria Altobelli la madrina dell’evento. Con il supporto della Uefa, Special Olympics organizza per il sedicesimo anno consecutivo la settimana interamente dedicata al calcio, che si svolgerà in contemporanea in 50 paesi europei, coinvolgendo oltre 50mila Atleti per un totale di 420 eventi, in programma dal 21 al 29 maggio. L’appuntamento della Football Week è sostenuto quest’anno da Mitsubishi Electric - Filiale Italiana e Coca-Cola HBC Italia.
da sabato 23 e fino a lunedì 25 aprile, grazie al supporto della Lega Serie A, tutte le squadre scenderanno in campo accompagnate dallo striscione “Special Olympics”. Inoltre, sui campi di Firenze e Roma, rispettivamente per gli incontri Fiorentina-Juventus di domenica 24 alle ore 20.45 e RomaNapoli di lunedì 25 alle ore 15, due Atleti Special Olympics entreranno in campo insieme ai calciatori. Un’opportunità utile per evidenziare come una partita rappresenti in primo luogo un momento di divertimento e forte aggregazione. La stessa iniziativa, grazie al supporto della Lega Serie B, sarà replicata in occasione della 36esima giornata dei cadetti, prevista a partire da venerdì 29 aprile fino a lunedì 2 maggio; oltre allo striscione che accompagnerà l’ingresso delle squadre, i capitani indosseranno le maglie e gli allenatori le sciarpe rappresentative del movimento.
L’IMPEGNO DELLA UEFA. Peter
Gilliéron, presidente della Commissione Fair Play e del Comitato di responsabilità sociale della Uefa, ha spiegato il coinvolgimento della massima autorità europe in materia di calcio: «Più di 5.500 attività sono state organizzate negli ultimi 16 anni da Special Olympics in collaborazione con le federazioni nazionali di calcio. Attività che hanno portato a un cambiamento di atteggiamento nei confronti dei giocatori con disabilità intellettiva. La Uefa è lieta di essere coinvolta, dal 2000, all’iniziativa annuale della Special Olympics European Football Week e di sostenere Special Olympics Europe/Eurasia verso lo sviluppo di una par-
Salvatore Cimmino, 51 anni
A 15 anni gli venne amputata una gamba: oggi sfida la natura per superare i limiti fisici e culturali Proseguono a Miami, a ritmi che vanno dai 20 ai 22 chilometri in mare aperto, gli allenamenti di Salvatore Cimmino, il 51enne dipendente di Finmeccanica e originario di Torre Annunziata che a metà settembre tenterà l’attraversamento a nuoto del tratto di mare che separa Cuba dalla Florida. Un’impresa clamorosa - una traversata di 72 ore per percorrere circa 170 chilometri, senza soste, con il solo reintegro dei sali minerali - tanto più che ad affrontarla è un uomo che dai 15 anni vive con una sola gamba. Domenica scorsa Cimmino ha partecipato, a Miami, a una gara in mare aperto organizzata dalla Federazione america-
na di nuoto di fondo, la Swim Miami 2016, dieci chilometri con professionisti del settore. «C’è molto entusiasmo intorno alla mia impresa, da parte delle istituzioni locali e della comunità italiana, che qui è molto presente» ha affermato Cimmino che è ormai diventato una presenza nota sulla spiaggia di Hemingway nelle cui acque si allena ogni mattina e pomeriggio, con una piccola pausa per riposarsi a metà giornata. «Sto tentando di attirare l’attenzione delle istituzioni locali sui problemi legati alla disabilità. La mia impresa - ha raccontato lui stesso - è un modo per rappresentare desideri e bisogni di chi non può esprimerli. Nuoto per superare le barriere, non solo fisiche, ma anche quelle che impediscono ai disabili un approccio inclusivo, nella società, nel mondo del lavoro». «Tutti possiamo fare tutto» è il messaggio che lancia Salvatore. © Copyright Università Niccolò Cusano
ASTA PER BENEFICIENZA. Oltre
tecipazione per i calciatori a tutti i livelli di abilità. La Uefa approva pienamente il calcio unificato, focus dell’iniziativa di quest’anno: il calcio ha il potere di infondere i valori di accettazione, rispetto e inclusione in tutta Europa». In Italia. Con il patrocinio
della Figc, della Lega Serie A e Serie B, dell’Aic, dell’A-
ia, dell’Aiac e dell’Lnd Settore calcio femminile, veranno organizzate 16 tappe, con circa 4mila partecipanti tra Atleti con e senza disabilità intellettiva, che prevedono percorsi di avviamento al calcio unificato. Diversi appuntamenti che interesseranno 10 regioni italiane, per un progetto che va al di là di ogni confine geografico e sociale.
CALCIO A 5 UNIFICATO. Tra i di-
versi eventi, sarà previsto, grazie al supporto dei Cavalieri di Colombo, un torneo internazionale di calcio a 5 unificato, in programma dal 20 al 22 maggio a Roma. A questa tappa parteciperanno squadre di Francia, Italia, Lituania, Polonia e Ungheria; l’Italia presenterà quattro team, rappresentativi delle regioni del Lazio,
Piemonte e Sardegna. Ogni squadra sarà composta da 9 giocatori, 5 Atleti e 4 Partner (atleti senza disabilità intellettiva) per un’età compresa tra i 18 e 30 anni. INSIEME ALLA SERIE A E B. Per promuovere la XVI European Football Week, in occasione della 35esima giornata di campionato di Serie A, in programma a partire
alle partite sul campo, se ne giocherà, a partire da oggi e fino a lunedì 2 maggio 2016, anche una sul web attraverso un’asta online, su Charity Stars, cui potranno partecipare tutti gli appassionati di calcio. Le squadre di Serie A e di Serie B doneranno infatti maglie autografate; il ricavato contribuirà alla copertura delle spese sostenute per l’organizzazione della XVI European Football Week. © Copyright Università Niccolò Cusano
medicina
Boom di app per la salute, ma chi controlla? Le app mediche disponibili sul mercato sono sempre di più, da quelle per monitorare diabete e pressione ai sistemi per chiamate di emergenza e sensori Ecg, con una platea potenziale di 500milioni di utenti. Un mercato in continua crescita, hanno sottolineato gli esperti durante il convegno nazionale dell’Associazione italiana Ingegneri Clinici, presieduta da Lorenzo Leogrande, che si è chiuso pochi giorni fa a Bari, che però non ha ancora un preciso iter regolatore, soprattutto in Europa, mentre negli Usa qualche passo è stato fatto. Solo contando quelle in inglese,
in rete ci sono 165mila letta, reapp dedicate alla salu- La platea potenziale sponsate, che coprono gli arbile della gomenti più disparati, del settore è di oltre Direziodai semplici contatori 500 milioni di utenti ne genedi calorie a quelle che, Occorre al più presto rale dei Dispositiinsieme ad apparecchi un iter regolatore vi medici fisici collegabili, trasformano lo smartphone del ministero delin un vero e proprio dispositivo medico. Un settore che la Salute, durante una sessioper le aziende elettromedicali ne del congresso - sono potenrappresenta un nuovo business zialmente in grado di contristimato nel 2018 in 6,9 miliar- buire alla trasformazione della di di dollari. sanità consentendo ai medici di effettuare una diagnosi al di LINEE GUIDA. «Queste applicazio- là dei luoghi deputati, aiutare i ni - ha affermato Marcella Mar- pazienti a gestire meglio la pro-
pria salute e il proprio benessere e accedere a informazioni vitali da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento». Nonostante la sempre maggiore importanza, hanno sottolineato gli esperti, in Europa non c’è ancora una vera e propria registrazione delle app come si fa per i farmaci o i dispositivi medici. Diversa la situazione negli Usa, dove la Food and drug administration ha emanato nel 2013 delle linee guida dedicate a questo settore e dove, ad esempio, le app che in caso di malfunzionamento possono recare danni al paziente, come quelle che trasformano lo
smartphone in uno strumento per Ecg: devono essere registrate come dispositivi medici veri e propri. In Europa ancora manca una regolamentazione precisa. «Le linee guida europee sulla qualificazione e classificazione dei software, comprese le app, non sono, in linea di massima, in contraddizione con la posizione della Fda, così come gli standard internazionali - ha sottolineato Marletta - Obiettivo dell’Europa sarà di formalizzare una strategia che sappia tutelare la salute pubblica senza ostacolare l’innovazione». © Copyright Università Niccolò Cusano
mercoledì 20 APRILE 2016
unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
La cusano racconta la serie d
basta un pari Un amore a tinte Virtus, per restare in vetta biancazzurre Taranto, che sconfitta il punto del girone h
Massimo Bagiardi è l’ideatore del sito ufficiale dei tifosi della Sangiovannese: «è la mia passione da 25 anni» I ricordi sono tanti: «Che soddisfazione la promozione in C2 nel 2004 con Baiano a guidare l’attacco» Sulla stagione: «Abbiamo disputato una grande annata e la finale di Coppa sarebbe la ciliegina» I sostenitori della Sangiovannese nella semifinale di Coppa Italia. Sotto, Massimo Bagiardi
Domani non sarà sugli spalti ma con il cuore sarà presente al Purificato. Gli toccherà, quindi, sostenere da lontano i giocatori della Sangiovannese a caccia di uno storico accesso alla finale di Coppa Italia. Massimo Bagiardi è un grandissimo tifoso della Sangiovannese. Una passione nata sul terreno verde e che si è poi trasferita anche sul web, con l’apertura del sito www.forzasangio.it, di cui Massimo è ideatore e responsabile. La sua passione nasce da lontano e non si è affievolita neanche dopo il terribile incidente di 13 anni fa. «Cominciai una domenica pomeriggio qualsiasi, a 12 anni – racconta Massimo parlando del suo primo contatto con la squadra di San Giovanni Valdarno – Ero con gli amici in bicicletta in giro per la città. Decidemmo di andare allo stadio. Da quel giorno
ho cominciato a rovinarmi il fegato per la Sangiovannese. Era una gara di Promozione, stagione 1989-90. Ero piccolo e inizialmente vedevo solo le partite casalinghe. Poi, anche grazie all’aiuto dei genitori, andavo in trasferta. La passione è andata crescendo di anno in anno, fino a diventare qualcosa di più concreto a 18 anni». I SUCCESSI CON BAIANO. La pas-
sione si è quindi spostata dal campo di calcio al giornalismo: «Cominciai a lavorare nel mondo della comunicazione, con una emittente di Figline Valdarno, e seguivo la Sangiovannese come giornalista». Quale è la stagione che ricordi con maggiore affetto? «Di soddisfazioni ce ne sono state tante. Su tutte ricordo la stagione 2003-04, con il passaggio dalla C2 alla C1 con Ciccio Baiano in attac-
co. Soprattutto, è indelebile il ricordo del 7 marzo del 2004 quando vincemmo il derby a Montevarchi, nostra rivale storica. Finì 2-1 per noi con doppietta di Stamilla, che poi ha avuto una brillante carriera». Quale è stato, invece, il momento più difficile della Sangiovannese? «Siamo falliti nel 2011. È stata dura dal 26 dicembre 2004, con la morte del presidente Arduino Casprini in un incidente. Dopo la sua scomparsa la società è andata avanti con espedienti, senza una vera programmazione. Il calcio non è finito ma è stato difficile andare avanti. La stagione peggiore è stata, però, quella 2010-2011, con il fallimento e la ripartenza dall’Eccellenza». L’INCIDENTE. Da anni Massimo
è costretto sulla sedia a rotelle, un impedimento che però non gli impidisce di seguire
unicusanofondi
Juniores, al via i play off Programma a scartamento ridotto, ma egualmente vincente per il settore giovanile dell’UnicusanoFondi. Chiuso il campionato dei Giovanissimi provinciali, a riposo i pari età Regionali, sono andate in campo solamente due squadre, ma entrambe hanno saputo fare cose positive. La Juniores nazionale ha chiuso la regular season vincendo in rimonta contro l’Aprilia e terminando in terza posizione (non senza rammarico per un primo posto
mancato di un soffio), e ora si appresta a vivere l’avventura dei play off. In arrivo c’è l’Albalonga, contro la quale ci sarà in palio la qualificazione per la finale del girone contro l’Ostia Mare. Gli Allievi provinciali, freschi vincitori del loro torneo, hanno proseguito la loro marcia espugnando il campo della Don Bosco Formia: diciottesima affermazione su diciannove gare e toccata quota 100 in fatto di reti segnate. Davvero difficile chiedere di più.
la giornata sulla sedia a rotelle». Gli stadi di Serie D riescono a ricevere adeguatamente persone in carrozzina? «In serie D, eccezion fatta per qualche caso, gli stadi sono abbastanza attrezzati per ricevere persone in carrozzina. Non ho avuto quasi mai problemi. Spesso mancano le coperture, i ripari dalla pioggia e dal sole. Anche i bagni sono attrezzati. L’80% degli stadi sono piuttosto accoglienti. Tramite una richiesta si può anche entrare nel rettangolo di gioco. Quando vado in trasferta, sono da solo ma se ho l’accompagno, di solito, non pago, salvo aver prima ascoltato la società ospitante. Nessuno si è mai lamentato o mi ha mai fatto problemi». COPPA ITALIA. Tornando al cal-
il suo sito e la Sangiovannese: «Il 22 giugno 2003 tornavo da una serata in discoteca. Ero sobrio, voglio che sia chiaro. Una persona ci ha tagliato la strada e ci ha buttato fuori strada. Era un pirata della strada, che non si è neanche fermato. Mi sono ribaltato, procurandomi lesioni al midollo spinale. Anche se la lesione è incompleta, passo la stragrande maggioranza del-
cio, oggi si gioca il ritorno di UnicusanoFondi-Sangiovannese: «Mi auguro il colpaccio, ma è difficile. Sarei ipocrita se dicessi che siamo favoriti. Ci mancano diversi giocatori. Per noi sarebbe un’impresa perché la Sangiovannese ha fatto un grande campionato. Ci siamo salvati praticamente a febbraio e la Coppa è stata qualcosa in più per noi: ora sarebbe la ciliegina sulla torta. L’UnicusanoFondi ha un attacco atomico ma dietro qualcosa concedono. Il nostro grande obiettivo lo abbiamo comunque centrato da mesi». © Copyright Università Niccolò Cusano
La capolista impatta a Torrecuso ma non ne approfittano i rossoblù, ko in casa con il Serpentara Si respira atmosfera di Coppa Italia in casa UnicusanoFondi. Messa da parte la delusione per il derby perduto ad Aprilia, oggi pomeriggio (ore 16) si giocherà al Purificato la gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia che vede i rossoblù opposti alla Sangiovannese. Ripartire dalla vittoria ottenuta in terra toscana è sicuramente un punto di vantaggio per guardare alla finale, fermo restando che l’accesso all’atto conclusivo appare ancora tutto da conquistare. Il tutto mentre la quartultima giornata di campionato fa registrare come sorpresa la sconfitta interna del Taranto per mano del Serpentara. Risultato che, se da un lato premia la caparbietà dei romani, tornati in piena corsa nella lotta salvezza, dall’altro pesa come un macigno sulla corsa al primato dei pugliesi. L’undici rossoblù si attarda di tre punti dalla capolista Virtus Francavilla, che saluta positivamente il pareggio di Torrecuso, e di due rispetto al Nardò, che batte il Pomigliano frenandone la rincorsa alla zona play off. Un esito decisamente inatteso, del quale ha beneficiato anche il Francavilla in Sinni, che non soltanto ha vinto il derby lucano con il Potenza, inguaiando gli stessi conterranei, ma si è potuto rilanciare in
Juniores nazionali CLASSIFICA Pt Trastevere 52 Ostia Mare 51 UnicusanoFondi 50 Albalonga 45 Aprilia 42 Viterbese 40 San Cesareo 39 Rieti 30 Astrea 29 Cynthia 22 Flaminia 13 Serpentara 12 Isola Liri (- 1 ) 6 Lupa Castelli Romani -
Pareggio senza reti a Torrecuso per la Virtus Francavilla
maniera decisa sapendo di poter giocare sul campo amico sia con il Nardò che con il Taranto: un finale di stagione davvero intensissimo. PLAY OUT. Al pari di quanto
potrà accadere nella seconda fascia della graduatoria, dove il discorso salvezza appare apertissimo. Eccezion fatta per il Gallipoli, ormai condannato nonostante la vittoria strappata al Marcianise (prima sconfitta nel girone di ritorno per i casertani), tutte le altre sono ancora in gioco, nel contesto di una graduatoria ancora de-
allievi provinciali CLASSIFICA Pt UnicusanoFondi 55 Monte San Biagio 42 Don Bosco Gaeta 41 SS. Cosma e Damiano 39 Formia 1905 36 Vigor Gaeta 32 Mondo Calcio Formia 32 Virtus Lenola 17 Don Bosco Formia 17 Insieme Ausonia 9 Briganti Itri 4 A.V. Scauri 4
cisamente corta. Lo stesso Pomigliano, al sesto posto con 43 punti, può ritenersi senza problemi, mentre alle sue spalle da Marcianise, Bisceglie e Turris a quota 41, sino a Picerno e Aprilia con 28 punti (anche se queste due, al momento sarebbero fuori per il discorso relativo allo scarto pari o superiore di otto punti dalla sestultima), ci sono ben undici formazioni che devono ancora scrivere il proprio destino. E a disposizione sono rimasti solamente 270 minuti. © Copyright Università Niccolò Cusano
giovanissimi regionali CLASSIFICA Pt La Selcetta 58 Aprilia 56 Sermoneta 56 Albalonga 52 Virtus Nettuno 42 UnicusanoFondi 38 Pomezia 38 Podgora 36 Calcio Sezze 27 Anzio 26 Unipomezia 22 Agora 20 Pontinia 19 Sabotino 12 Don Bosco Gaeta 7 Priverno Calcio 0