Unicusano Focus 26 aprile 2017

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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

mercoledì 26 APRILE 2017 www.corrieredellosport.it

Amici Unicusano Psicologia sociale Geopolitica Insieme per frenare Come riconoscere e sfatare Usa, Russia, Cina la fuga dei cervelli le leggende metropolitane chi fa sul serio? > A pagina III

> A PAGINA IV

alice bellagamba

> A PAGINA V Credit azzurra primavera

il punto

Il bruco e la farfalla

I

l bruco è un animale innocuo, che magari suscita disgusto ma non ha mai fatto male a nessuno. La farfalla invece assume le fattezze di una biologa molecolare: si chiama Federica Bertocchini e lavora in Spagna presso il Cnr iberico. È 1a scienziata immersa nel mondo che esplora, nel senso che anche nel tempo libero si dedica alle meraviglie dell’ambiente che ci circonda, in particolar modo all’apicoltura. Ha raccolto un centinaio di bachi presenti negli alveari in una busta di plastica e le larve che ne sono fuoriuscite hanno bucato la busta di plastica per cercare la libertà: Eureka! La natura c’è, manda i suoi segnali, e così ha consegnato una grande scoperta alla persona giusta, che ha capito cosa poteva derivare da quella fuga di larve. Un trilione di buste di plastica ogni anno intasano discariche e oceani: queste potrebbero essere smaltite grazie all’enzima o al batterio che fa digerire al bruco la sostanza inquinante. La scoperta potrebbe essere uno strumento importante per liberare le acque dalla grandissima quantità di buste di plastica finora accumulata. Il bruco, comunemente usato come esca dai pescatori, riesce infatti a mangiare e a degradare il polietilene, una delle plastiche più utilizzate e diffuse anche nelle buste shopper. Una farfalla e un bruco, insieme, possono cambiare il mondo.

La ballerina lanciata da “Amici” è diventata grande e debutta dietro la macchina da presa con un corto: «In tutti i miei progetti c’è amore per l’arte»

io ballo da sola

Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus > A PAGINA II

roma

Gli studenti della Cusano incontrano i Carabinieri > A PAGINA IV


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

cultura e ricerca

nel 2008 ad amici

l’anteprima

Lanciata dal Talent di Canale 5

Al Festival “Tulipani di Seta Nera”

Alice nasce a Jesi l’1 novembre 1987. A 5 anni inizia pattinaggio artistico. A 10 danza moderna. Nel 2008 entra ad “Amici”. Nella foto, con Luca Napolitano, Maria De Filippi, Valerio Scanu e Alessandra Amoroso.

Venerdì 28 aprile alle 20 alla Casa del Cinema di Roma, in occasione della X edizione del Festival Internazionale del film Corto “Tulipani di Seta Nera” Alice presenterà il suo primo lavoro da regista “Last Chance”.

alice bellagamba le mie emozioni da fantascienza Il suo corto “Last Chance” racconta distruzione e rinascita dell’umanità attraverso la danza: «L’arte vince su tutto» La danza salverà il mondo. è il messaggio che lancia con il suo primo cortometraggio Alice Bellagamba. La ballerina che abbiamo conosciuto ad “Amici” nel 2008 e che negli anni è diventata un’attrice apprezzata (ha preso parte a fiction di successo come “Non smettere di sognare” e “Un passo dal cielo 2” mentre al cinema era nel cast di “Un fantastico via vai” di Leonardo Pieraccioni e “Torno indietro e cambio vita” di Carlo Vanzina) debutta ora dietro la macchina da presa. Il suo “Last Chance”, cortometraggio di fantascienza dal respiro internazionale che la vede protagonista insieme a un altro talentuoso ballerino, Francesco Loschiavo, sarà presentato fuori concorso alla decima edizione del Festival Internazionale del film Corto “Tulipani di Seta Nera” in programma il 28 e 29 aprile alla Casa del Cinema di Roma: «È la mia prima opera, ho fuso il linguaggio del cinema con quello della danza: per la prima volta sono sceneggiatrice, regista e interprete». Bellezza acqua e sapone, sorriso perfetto e fisico invidiabile, tanto dolce quanto determinata - «sul set ho preteso il massimo da tutti!» - la giovane artista si dice soddisfatta del percorso fatto finora e si au-

Credit photo PAOLA DENTAMARO

Alice Bellagamba, da “Amici” al grande schermo azzurra primavera

«è importante chiedersi perché l’uomo continui anche oggi a creare armi pericolose» Il suo esordio alla regia sarà in sala il 28 aprile alla Casa del Cinema di Roma

mercoledì 26 aprile 2017

gura un futuro ricco di belle esperienze: «Cinema e danza possono andare d’accordo. Ma non chiamatemi regista: sono solo una racconta storie». Alice, parlaci del tuo nuovo progetto. «“Last Chance” è un cortometraggio di fantascienza. Il tema è la distruzione e la rinascita attraverso l’arte. Le più grandi potenze del pianeta si dichiarano guerra.

Scoppiano una serie di reazioni a catena che danno vita al più grande, nonché ultimo, conflitto mondiale: la Grande Guerra Atomica, che distrugge in poche settimane l’intero pianeta. L’unico sopravvissuto è uno scienziato che lavora a una pozione rigenerativa, dopo essere riuscito, poco prima della catastrofe, a salvare due umani: un uomo e una donna. A distanza di tre anni dalla fine del mondo, lo scienziato de-

cide di risvegliarli e inietta loro la sua pozione. I due si svegliano, si avvicinano e si lasciano trasportare da una danza, durante la quale si conoscono, si corteggiano, fino ad arrivare a un accoppiamento vero e proprio. Nascerà cosi una nuova vita: la donna diventerà madre di un nuovo mondo». Perché un corto di fantascienza? «Credo che sia un genere, nel

Credit photo PAOLA DENTAMARO

Alice Bellagamba, 29 anni, dopo l’avventura ad Amici ha partecipato a fiction e film

nostro Paese, ancora poco esplorato. E poi è un genere cha amo da sempre, fin da quando ero bambina. Ti catapulta in un mondo fantastico e surreale: un film di fantascienza ti porta davvero in un altro mondo ed è bello estraniarsi e “vivere”, anche solo per la durata di un film,

azzurra primavera

in un mondo lontanissimo dalla nostra realtà». Hai scelto un tema attuale più che mai. «Quotidianamente leggiamo notizie allarmanti. È importante riflettere e chiedersi perché l’uomo, così evoluto e così intelligente, conservi sempre meno il suo essere fino ad arrivare addirittura a creare armi pericolose per la sua stessa sopravvivenza». La danza però è sempre protagonista. «Sì. È una costante nella mia vita. La rinascita dell’uomo che racconto in questo corto avviene attraverso l’amore per l’arte. In questo caso la danza». Tra qualche giorno scopriremo il vincitore di “Amici”. Che ricordo hai di quella esperienza? «Negli anni il programma è cambiato ma continua a piacermi: forse è diventato un po’ più show. Amici, poi, ha il merito di tenere vivo il sogno di tanti ragazzi e di far emergere grandi talenti. E questa è una cosa bellissima. Ad Amici sono grata: è stato un banco di prova importante per me, mi ha fatto avvicinare alla reci-

tazione. Conservo di quella esperienza un ricordo pieno di emozioni positive». Cosa fai per mantenerti in forma? «Mangio bene e non salto mai i pasti. Seguo una corretta alimentazione e faccio tanto sport: trascorro 4 o 5 ore al giorno in palestra». Ti senti più ballerina, attrice o regista? «Sono una racconta storie». © Copyright Università Niccolò Cusano

«“Amici” è stato un banco di prova importante, mi ha avvicinato alla recitazione»

cambiamenti climatici

Il viaggio della Terra tra caldo e freddo. Prima e dopo l’uomo Riceviamo e pubblichiamo il contributo del professor Nevio Pugliese che ha partecipato a una lezione presso il Campus dell’Università Niccolò Cusano, nell’ambito dell’attività didattica dei dottorati di ricerca della Facoltà di Scienze politiche coordinati dalla professoressa Paola Pagnini.

Le variazioni dell’orbita della Terra attorno al Sole, i cambiamenti dell’intensità delle radiazioni solari e il movimento delle placche continentali sono sicuramente le principali cause naturali dei cambiamenti climatici. A questo possono ag-

giungersi intense attività vulcaniche e impatti di corpi celesti sulla superficie della Terra che liberano verso l’atmosfera gas e polveri in quantità tale da schermare, anche per lungo tempo, le radiazioni solari. LE TAPPE. La Terra ha continua-

mente viaggiato tra il caldo e il freddo scandendo così l’evolversi della vita. Si pensi a due tappe importanti della vita. Nel Devonico, circa 380 milioni di

anni fa, una glaciazione intrappolando l’acqua delle precipitazioni meteoriche nei ghiacci rese più arido il clima. Numerosi ambienti umidi iniziarono a prosciugarsi: le piante per svincolarsi dall’acqua “inventarono” il seme; alcuni pesci pre-adattati ad acquisire la respirazione polmonare diventarono anfibi mantenendo, comunque, un ciclo vitale caratterizzato dalla capacità di respirare allo stadio larvale con

le branchie. Al passaggio tra il Paleozoico e il Mesozoico, circa 250 milioni di anni fa, un’altra glaciazione rese il clima tanto secco da segnare il declino degli anfibi che, nel caldo-umido del Carbonifero (circa 300-milioni di anni fa), si erano ampiamente diffusi e diversificati dominando così le terre emerse. Gli ambienti umidi si ridussero così tanto che la gran parte di essi si estinse. Questo declino consentì l’inizio del succes-

so dei rettili che, avendo la pelle protetta da squame e un uovo protetto da un guscio mineralizzato, riuscirono a tollerare il clima caldo-secco di quasi tutto il Mesozoico (fino a quasi 66 milioni di anni fa circa), tanto da evolversi fino a dare origine ai grandi dinosauri. Queste due tappe si compirono naturalmente, quando l’uomo ancora non era comparso. Altre tappe dell’evoluzione della vita si verificarono tra fasi glaciali e interglaciali. Molti organismi si estinsero, altri fecero la loro apparizione sullo scenario terrestre, altri ancora si dispersero e cercarono nuovi spazi più favorevoli per la loro vita, scontrandosi anche con i precedenti abitanti. LA MANO DELL’UOMO. La com-

parsa dell’uomo provocò sicuramente modifiche dell’am-

biente: da cacciatore e raccoglitore di frutta e bacche diventò agricoltore e allevatore. Le nuove attività richiesero spazi nuovi che furono ricavati, ad esempio, attraverso deforestazioni e modifiche dei corsi d’acqua. I paesaggi diventarono sempre di più culturali, dove l’uomo spesso si sostituì alla natura selezionando piante e animali a lui utili. Quanto più la densità di popolazione stava raggiungendo valori elevati, tanto meno l’ambiente stava rimanendo naturale. A partire dal XVIII secolo decisive furono le fasi della rivoluzione Industriale alle quali si lega l’aumento della produzione di polveri e gas-serra (metano, vapore acqueo, anidride carbonica, ecc.). La notevole diffusione degli allevamenti zootecnici contribuì anch’essa all’immissione di gas ser-

ra nell’atmosfera. Dati recenti della FAO parlano di oltre 24 miliardi di capi di bestiame presenti sulla Terra. L’enorme quantità dei loro escrementi sta producendo gas serra che, assieme a quelli prodotti dalle industrie, stanno amplificando il seppur naturale riscaldamento globale. Così si assisterà all’aumento della fusione del ghiaccio delle calotte, dei ghiacciai e del permafrost tanto da produrre un innalzamento del livello dei mari. E di questo sarà necessario tener conto così come della conoscenza degli eventi biologici successi nel tempo non solo storico, ma anche geologico. Prof. Nevio Pugliese paleontologo Dipartimento matematica e geoscienze Università di Trieste

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


mercoledì 26 aprile 2017

industria e istruzione

III Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

se c’è amici unicusano i cervelli non fuggono La Salehi Consulting ha aderito alla Rete promossa dall’Ateneo: «Ci piace l’idea di evitare che laureati così validi vadano all’estero» Il contatto tra imprese e università ha una duplice finalità: aiutare la ricerca scientifica a progredire e favorire l’occupazione, rispettando l’obiettivo “una laurea, un lavoro” che l’Università Niccolò Cusano ha fissato per tutti i suoi studenti. Con questi intenti è nata la Rete Amici Unicusano, che ogni giorno accoglie nuove imprese desiderose di far parte del network. Le imprese aderiscono contribuendo alla ricerca scientifica dei laboratori della Cusano e, in cambio, hanno a disposizione il know how trasversale delle facoltà dell’Ateneo. Tra le imprese che hanno aderito alla rete, la Salehi Consulting lo ha fatto con particolare entusiasmo,

to italiano. In secondo luogo, mi piace l’idea di poter dare una mano a chi ha una formazione valida a entrare nel mondo del lavoro in Italia, perché troppo spesso sentiamo che chi acquisisce

delle competenze tecniche e professionali non trova molto spazio nel nostro Paese. Conosco bene le idee dell’Unicusano e dei suoi artefici e so che offre percorsi di formazione molto seri. In ulti-

mo, ma non per importanza, c’è un aspetto etico e morale che riguarda tutti: entrare a far parte della Rete Amici Unicusano significa dare un contributo ai laboratori di ricerca scientifica».

La sinergia tra imprese è un tema forse non abbastanza dibattuto in Italia. Può essere una chiave per superare un periodo di crisi? «Certamente. L’unione fa la forza, soprattutto in un pe-

riodo instabile e precario a livello economico. Creare una rete significa, per esempio, ammortizzare i costi – come avviene in questo caso per la ricerca del personale – avendo quindi più spazio di movimento per lo sviluppo. Inoltre, dà la possibilità di interagire, confrontarsi con altre realtà e sviluppare idee». La Salehi Consulting si occupa di marketing a livello nazionale. Quali sono gli aspetti più importanti in questo momento? «Abbiamo dei professionisti che studiano le complessità dei singoli mercati e trovano soluzioni per dare risalto e promuovere i servizi delle aziende, che seguiamo nella promozione stessa. In questo periodo, in cui contano molto anche i prezzi, la customer satisfaction assume un ruolo fondamentale. Nel momento in cui l’utente finale viene a conoscere un’azienda deve “innamorarsi” di lei per quella che è. Noi cerchiamo di favorire questo incontro, perché dietro a un prodotto ci sono sempre una filosofia, un modo di rapportarsi ad esso e un’empatia da creare».

Siro Salehi spiega: «Fare network significa ridurre i costi e lavorare per la crescita» come spiega ai microfoni di Radio Cusano Campus il titolare dell’azienda che offre consulenze di marketing a 360 gradi, Siro Salehi. Quali sono le motivazioni che spingono un’azienda come la vostra ad aderire a un progetto come questo? «In primis, ne condividiamo la filosofia: creare una rete di imprese che si diano forza, lavorando a contatto con una Università di livello europeo, contribuisce a far crescere tutto il tessu-

© Copyright Università Niccolò Cusano

scienze della formazione

Buona scuola, ripartiamo dagli insegnanti I testi degli otto decreti legislativi approvati dal Consiglio dei ministri il 14 gennaio scorso, che andranno a dare corpo e sostanza a quella legge 107 meglio nota come Buona Scuola, hanno riaperto un dibattito mai veramente concluso, con un rigurgito di polemiche e dissenso manifestato dalla maggior parte degli attori protagonisti del mondo della scuola. Radio Cusano Campus ha interpellato la prof.ssa Rita Minello, titolare della cattedra di Storia sociale dell’educazione presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’UniCusano, per analizzare la valenza didattico-pedagogica di una riforma che da più parti è stata definita senza coraggio e lontana dall’obiettivo di innalzare il livello della qualità dell’istruzione italiana. Una Buona Scuola bis tra luci e ombre. prof.ssa Minello: le novità principali riguardano più da vicino la vita professionale dei

docenti o quella scolastica degli studenti? «A mio avviso gli elementi di novità che possono essere rilevati riguardano maggiormente i docenti italiani. C’è da dire che oggi viviamo nel mondo della complessità e questo si riverbera, per forza di cose, nel mondo della cultura e ancor più direttamente nel mondo della scuola. In questa situazione, dove de-

vono incontrarsi le esigenze contrastanti di parti in causa lontane per interessi e obiettivi, non è più possibile parlare di riforma della scuola. Anche quest’ultima riforma non può essere definita tale, l’unica cosa seria che ci resta da fare è mettere in campo una serie di correttivi continui, connessi e utili a soddisfare le diverse esigenze e i cambiamenti che vengo-

no a verificarsi nell’arco del tempo».

conoscono inizialmente solo le linee guida? «In questo caso posso esprimermi nella duplice veste di esperta di scienze della formazione e di cittadina. Ripercorrendo alcune fasi storiche, da Giolitti in poi, tutti quei periodi in cui si è governato per decreti sono stati sempre considerati momenti pericolosi per la democrazia del nostro paese. Senza parlare di orientamenti politici, chi ha governato in questo modo non ha mai ricevuto feedback positivi da parte dei cittadini e lo dice anche il premio Nobel italiano Sartori: chi adotta questo metodo mette in crisi le dinamiche democratiche del paese».

Abbiamo seguito l’iter della Buona Scuola e abbiamo appreso essere una legge delega, sostanzialmente vuota, strutturabile in corso d’opera attraverso l’emanazione di decreti delegati. Si può affidare una riforma così importante a una legge delega, di cui si

Tra gli elementi positivi nella Buona Scuola bis, va inserito il nuovo percorso formativo dei docenti, finalmente impegnati in un processo di apprendimento dei sistemi di insegnamento. È d’accordo? «Nel nostro paese abbiamo vissuto stagioni importanti

per quel che riguarda la formazione dei docenti. Ricordo, in tal senso, le Sis, organizzate a livello regionale e universitario. Queste esperienze sono state controverse e particolarmente dibattute, con risultati eccellenti a livello regionale, penso a come erano strutturate in Veneto, e meno valide in altre parti del paese. Anche per questo sono state sostituite da percorsi più brevi, agevolati, come i Pas e i Tfa, che hanno prodotto scarse competenze sia a livello pratico che teorico. Oggi si torna a presentare in modo molto più serio la formazione degli insegnanti anche se ancora non basta. L’aspetto fondamentale risiede nel fatto che ci sia coerenza metodologica tra le indicazioni generali che ci sono state date e i contenuti reali del percorso in oggetto che, lo ribadisco, sembra voler affrontare in maniera più responsabile il percorso di formazione degli insegnanti». © Copyright Università Niccolò Cusano


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

mercoledì 26 aprile 2017

CULTURA e università

quando la fantasia travolge la realtà

I meccanismi che “regolano” le leggende metropolitane Continua il viaggio di “Giochi a Fumetti” (la trasmissione condotta da Andrea Lupoli e Andrea Di Ciancio, ogni sabato dalle 11 alle 12 su Radio Cusano Campus) alla scoperta della “Scienza dei mostri di carta”. Un viaggio che ripercorre gli appuntamenti organizzati a Padova dal CICAP-Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze con la partecipazione di studiosi ed esperti che nel corso della loro attività scientifica hanno approfondito il campo del mistero nei suoi variegati aspetti. “Leggende, gatti alati e fantasmi: il fascino del mistero” è l’argomento trattato insieme a Lorenzo Montali, professore associato di psicologia sociale al Dipartimento di psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, vicepresidente del CICAP e direttore della sua rivista, Query. Come nasce il suo interesse per le leggende metropolitane? «Nasce al tempo della mia laurea, dovevo decidere un argomento per la tesi ed ero affascinato da questi racconti ai

quali io stesso ho creduto molte volte. Siccome avevo trovato un docente di psicologia sociale che era disponibile a seguirmi su questo argomento un po’ eterodosso ho cominciato a occuparmi di queste cose e a fare un po’ di ricerche, così ci ho costruito la mia tesi di laurea». Le nostre giornate sono piene di presunte verità che si diffondono col vecchio, ma efficace passaparola e diventano spesso parte delle nostre certezze. Una bugia è più seducente della verità? «Dipende innanzitutto se è ben confezionata, altrimenti si ritorce contro chi l’ha raccontata. Il punto non è la consapevolezza ma il fatto che le persone in questo caso sono convinte di raccontare una storia vera, ed è per questo che sono anche molto capaci di persuadere gli altri sulla verità di questa storia. Se la storia che viene raccontata però viene analizzata, allora in molti casi si scopre essere falsa. Questo succede quando la storia ha la forma di quella che oggi chiamiamo leg-

genda metropolitana o mito urbano». Quali sono le leggende metropolitane alle quali anche lei ha creduto in passato? «Una è la prima storia che mi è stata raccontata. Mia madre mi aveva portato in piscina e mi aveva detto di stare attento a non fare la pipì nella vasca perché i gestori mettevano una sostanza che colorava l’acqua. Ci sono voluti quasi vent’anni perché cominciassi a chiedermi perché mai uno dovrebbe mettere un materiale che identifica se qualcuno ha fatto la pipì in piscina e come dovrebbe fare a identificare quella particolare sostanza, sarebbe molto complicato e non avrebbe alcun senso farlo. Però questo è un esempio utile per capire quale può essere il modo in cui le persone usano e diffondono le storie per esempio per orientare il comportamento degli altri». Tutte le leggende metropolitane hanno il fine di orientare le nostre azioni e i nostri comportamenti? «No, non sempre. In alcu-

ni casi possono esser lo stesso sanzioni di ordine morale ma più sfumate. Come ad esempio la storia degli amanti che rimangono incastrati e in questo modo vengono scoperti dai coniugi traditi e dalla comunità. In questo caso c’è un’indicazione di comportamento, c’è una prescrizione di ordine morale ma molto generale che è quella di non trovarsi un amante. In altri casi le funzioni possono essere quelle di aiutare a comprendere l’uso che possiamo fare di un certo strumento. Le storie possono aiutarci a padroneggiare e ad avere la sensazione di comprendere il funzionamento e l’uso che possiamo fare della tecnologia. In questo caso posso fare l’esempio di una storia alla quale avevo creduto e che mi avevano raccontato durante il mio primo viaggio in Inghilterra: la storia di una signora che usava il forno elettrico come un phon per asciugare il cane, poi aveva provato a fare la stessa cosa con un forno a microonde con i risultati che potete immaginare. La storia finiva con la signora che faceva causa all’a-

zienda produttrice perché non era specificato di non inserire animali vivi. Le storie possono aiutarci, come in questo caso, a capire che un forno a microonde è radicalmente diverso da un forno elettrico».

gioso. In questo caso l’idea di rendere utile una raccolta di oggetti inutili è venuta probabilmente proprio a partire dalla circolazione delle leggende».

Una leggenda metropolitana può diventare vera? «Può succedere. Le storie che si diffondono possono anche trovare qualcuno che le rende vere. Fino a qualche anno fa curavo una rubrica sul mensile Focus e dei lettori mi segnalarono la storia di una raccolta di tappi di plastica per donare una carrozzina a un ragazzo disabile. Io commentai spiegando che era una storia che girava dagli anni Ottanta, molto simile a tante altre storie di raccolte di oggetti inutili. Venni sommerso nelle settimane successive da testimonianze di persone che mi raccontarono di fare questo tipo di raccolte. Ho scoperto così un mondo di associazioni che sono riuscite a trasformare qualcosa di apparentemente inutile (raccogliere tappi di plastica non è economicamente vantaggioso) in qualcosa di vantag-

I social Network hanno dato linfa vitale alle leggende metropolitane? «I social funzionano in due modi: da una parte facilitano la diffusione di storie che prima erano veicolate con il passaparola, allo stesso tempo funzionano in senso contrario. Perché la diffusione di una storia attiva anche i dubbi di chi non ci crede e comincia a informarsi e diffondere delle controstorie. Chi vuole, con i social, ha a disposizione più punti di vista sullo stesso racconto. Certo, bisogna volerlo perché se una storia mi piace molto allora è difficile che mi interessi ascoltare un’altra campana ed è facile che mi accontenti della versione che ho trovato». Le leggende metropolitane hanno degli aspetti universali che possono aiutarci a ri-

università niccolò cusano

Roma, gli studenti alla scoperta dell’Arma Guidati dal prof. Marco Valeri, 30 studenti di Economia e Giurisprudenza dell’Università Niccolò Cusano sono stati ospiti del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri nel centro di Roma; una visita che dal punto di vista didattico è servita ai ragazzi per conoscere nel dettaglio quanto viene fatto quotidianamente nel comando, con tutte le decisioni che ogni giorno i vertici dell’arma sono chiamati a prendere, e la perfetta organizzazione “aziendale” che permette tutto questo. Un onore enorme per gli studenti dell’ateneo, i primi universitari invitati a visitare il Comando.

ma nel cortile della struttura, in particolare due auto e una moto davvero speciali: un’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, una Lotus e una MV Agusta, quest’ultima, solo da esposizione, donata dalla prestigiosa azienda italiana in occasione del bicentenario dell’Arma. Anche la Giulia e la Lotus sono LA VISITA. La giornata è co- state donate ai Carabinieri dalminciata con la presentazio- le aziende costruttrici e sono, ne di alcuni gioielli dell’Ar- in soli due esemplari, in dota-

zione al nucleo radiomobile di Roma e di Milano; vengono utilizzate per servizi speciali, di rappresentanza ma anche per il trasporto di sangue e organi. Gli studenti della Cusano hanno avuto la possibilità di sedersi alla guida di queste auto e di ascoltare la potenza di tutti i loro cavalli. Doveroso sottolineare che i carabinieri che siedono alla guida di queste auto sono formati e addestrati dalle case madri per poter condurre in sicurezza vetture così potenti. La visita è entrata nel vivo con una prima introduzione sulla storia dell’arma e del Comando Generale, sul comandante Azzolino Hazon, a cui è dedicata la sede del Comando Generale, e la descrizione delle formelle celebrative installate all’ingresso del-

la sede del Comando per i 200 anni di vita dell’Arma.

conoscere e a smascherarle? «Non abbiamo una definizione di cosa sia una leggenda e questo è uno dei problemi che abbiamo. Per questo dobbiamo pensarci per poterle riconoscere. Dobbiamo metterle in dubbio. L’assurdità delle storie non appare in prima battuta ma dal momento in cui decidi di ragionare sul racconto che hai sentito. Questo ragionamento può anche essere innescato dal fatto che quella stessa storia l’hai già sentita raccontare ma con personaggi e luoghi diversi. L’altro elemento è che i protagonisti delle storie sono spesso anonimi. Di solito le storie più che essere assurde dall’inizio, hanno un’aurea di plausibilità e un elemento di sorpresa che va incontro al nostro punto di vista. Siccome le storie poi ci vengono raccontate spesso da qualcuno che ci è socialmente vicino allora è più difficile smentirle perché la smenti-

© Copyright Università Niccolò Cusano

Le leggende metropolitane sono utilizzate in politica? «La politica è uno degli attori che costruisce o usa storie per portare avanti il proprio punto di vista. Potremmo ricordare la storia rilanciata da Trump sul fatto che Obama non fosse un cittadino americano. Una storia circolata per anni negli USA e di cui molte persone sono ancora convinte nonostante siano state esibite le prove che dimostrano il contrario. Le storie vengono utilizzate da tutti coloro che vogliono persuadere qualcuno di qualcosa e condividere un certo significato. Le storie funzionano bene in questo caso perché sono immediatamente comprensibili, facilmente ricordabili e ci parlano di un mondo che è il nostro mondo, molto concreto e quotidiano». © Copyright Università Niccolò Cusano

facoltà di giurisprudenza

Alla scuola di Arpino con le Borse di studio

SALA OPERATIVA. La visita è pro-

seguita nel cuore del Comando Generale dell’Arma, dove il tenente colonnello Vincenzo Barbanera, dell’ufficio Ordinamento, ha presentato nel dettaglio organigramma e funzioni dell’Arma. Poi i ragazzi hanno avuto l’onore di incontrare il Generale di Brigata Maurizio Stefanizzi, capo del 5° reparto del Comando Generale, che ha risposto alle domande degli studenti, in particolare su attività antiterrorismo, e infine il Tenente Colonnello Giuseppe Mazzullo, vice capo della sala operativa del Comando Generale, che li ha guidati all’interno della Sala Operativa.

ta equivale alla messa in discussione di quello che ci viene raccontato da qualcuno che ci è vicino. È più facile dubitare di una persona che conosciamo poco».

Veduta di Arpino Piero Albery

Da giovedì 7 settembre a sabato 9 settembre, si terrà ad Arpino una scuola estiva sul tema “Diritto e religioni”. L’iniziativa, alla terza edizione, è promossa dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Unicusano, in collaborazione con l’Università della Magna Gra-

ecia e di Cassino. Sono bandite venti borse di studio per studenti dell’Ue delle facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche e Filosofia, che prevedono l’ospitalità ad Arpino (pensione completa presso il country hotel “Il Ciclope”) per il periodo dell’iniziativa. Agli studenti non italiani dell’Ue è offerto anche il viaggio aereo. Le richieste vanno indirizzate, non oltre il 31 maggio, a marianna.bove@unicusano.it. I richiedenti devono manifestare il loro interesse per l’iniziativa con un breve testo che non dovrà superare le 70 parole. I vincitori riceveranno comunicazioni via email entro il 15 giugno. © Copyright Università Niccolò Cusano


mercoledì 26 aprile 2017

cultura, sport e disabilità

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

alle superpotenze piace il disordine globalizzato Le mosse imprevedibili di Stati Uniti, Russia e Cina sotto la lente del professor Caroli E’ indubbiamente difficile azzardare previsioni di fronte alle recenti evoluzioni del “disordine internazionale”. La geopolitica del dopo guerra fredda e del dopo 11 settembre tra ipotesi di unilateralismi o multilateralismi dall’incerta definizione sembra tramontare tra alleanze vecchie in discussione e “assi” che si dissolvono prima di materializzarsi. E’ anche più difficile determinare quali siano i “fronti” sui quali potrebbe generarsi quel conflitto generale che molti ora paventano. Siamo veramente davanti a un Mondo di alleanze a geometrie variabili, come le definisce il politologo Paul Wolfowitz? O di effimere collusioni di interessi

La bomba di Trump sulla Siria esplode anche sul possibile allineamento con Putin e l’attore secondario turco che brillava come possibilità con il nuovo presidente. L’opzione distensiva con la Russia – considerata pur sempre potenza “regionale” – sembrava un’opzione plausibile, e non è certo sostituita da strategie alternative credibili. Anche se Trump ha da poco eliminato il termine “obsoleta” dai suoi giudizi sulla Nato il coordinamento con questa STRATEGIE.

nell’offensiva dell’est contro la supposta aggressività di Putin, dai baltici alla Polonia e all’Ucraina, non rientra nelle preoccupazioni del nuovo inquilino della Casa Bianca. Ma l’Europa della Nato e della Ue è costretta a fare da spettatrice in una scacchiera di cui non controlla le mosse, “convitato di pietra” fra ricomparsa del “ventre molle” mediterraneo e incontrollati flussi migratori che

deve gestire da sola, tra voci discordanti. E l’America è lontana da quella funzione di “compensazione degli interessi” per la sicurezza di tutti che caratterizzava la comunità euroatlantica. TRAIT D’UNION. Il filo rosso che collega Usa, Russia, Turchia, Israele, Iran attraverso la faglia siro-irakena rischia di diventare una scacchiera imprevedibile nei suoi

effetti. Le reazioni di Putin del resto sono ancora tutte da verificare. Impegnata nel far sentire la sua voce al tavolo delle altre potenze la Russia è alle prese con una triplice sfida: con l’Occidente, con il variegato pianeta islamico e con l’attrattiva sempre abbozzata della variante asiatica. Mosca e Pechino non riescono però a costruire un “asse” degno di questo nome, coeso nelle diverse partite che devono giocare con Washington. Anche la Cina è alla ricerca di un posto al ta-

volo delle potenze e punta a espandere il suo modello di potenza economica emergente dall’Oceano Indiano e dal mondo islamico all’Africa e al Mediterraneo, intersecandosi con la presenza dei due altri “competitors” in uno scenario ancor più caotico. Stati Uniti e Cina del resto seguono nel loro confronto/scontro modalità diverse, finanziarie e commerciali, con l’aggiunta anche qui del rischio di guerra, la guerra con la Cina che alcuni strateghi americani prevedono ma che almeno per ora appare improbabile. L’altra “bomba” di Trump, quella nord-coreana, fa tornare alla ribalta, come ha sottolineato Henry Kissinger, la vecchia antinomia sino-americana: gli Usa alle prese con sfide che intendono eliminare e la Cina che invece tende a diluire nel tempo una questione complessa. Ora le portaerei Usa si avvicinano alle coste nordcoreane e spingono Xi Jinping a fare delle scelte che non prevedeva. Il nuovo “asse” del negoziato, RussiaCina-Giappone, riuscirà a imporsi a un imprevisto e imprevedibile Trump? Massima incertezza nell’attuale paradossale disordine globalizzato.

teatro e solidarietà

Cibo, vestiti e libri per il Mozambico

VECCHIA ANTINOMIA.

Mosca e Pechino faticano a costruire un asse, Trump è capace di tutto L’Europa? Guarda pronte a saltare in ogni momento? Il confronto/scontro tra i tre attori principali, Stati Uniti, Russia e Cina, ognuno con una diversa fisionomia politica, militare, economica e sociale, può prendere qualsiasi direzione nella geopolitica della confusione.

Giuliano Caroli Docente Unicusano

Si terrà sabato 29 aprile alle 21 al Teatro comunale di Mazzano Romano la commedia “Er conto da paga’” portata in scena dalla compagnia “I selva… ti… ci”. L’incasso (ingresso 5 euro) sarà devoluto alla missione in Mozambico promossa dal parroco della chiesa San Nicola di Bari del comune alle porte di Roma don Abdou, come ha spiegato Stefano Putano Bisti, uno degli interpreti della commedia, ai microfoni di Radio Cusano Campus: «Il nostro obiettivo è contribuire a portare cibo, vestiti e favorire l’istruzione dei bambini in Mozambico,

se qualcuno vorrà mettere qualcosa in più del costo del biglietto sarà ben accetto!». © Copyright Università Niccolò Cusano

special olympics

L’avventura dei Giochi Estivi tra Umbria, Liguria e Piemonte Si è tenuta venerdì scorso al Coni la conferenza stampa di presentazione dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics. Giunti alla XXXIII edizione, coinvolgeranno 3.300 Atleti provenienti da tutta Italia e si svolgeranno a Terni e Narni, dal 10 al 14 maggio, per le discipline sportive dell’atletica, canottaggio, dragon boat, golf, indoor rowing, nuoto, nuoto in acque aperte, tennis e tennis tavolo; a La Spezia, dall’11 al 15 giugno, nel basket, calcio, badminton, ginnastica artistica e ritmica; a Biella,

Attesi 3.300 Atleti per 20 discipline: la prima tappa dal 10 al 14 maggio a Terni e Narni dal 3 al 9 luglio, nelle bocce, bowling, equitazione, nuoto, nuoto in acque aperte, pallavolo, rugby e vela. Sono in tutto 20 le discipline sportive proposte, per gli sport di squadra sono in programma gare di sport unificato che prevedono la partecipazione, all’interno della stessa squadra, di atleti con e senza disabilità intellettiva. L’evento avrà una matrice internazionale in virtù della partecipazione di Delegazioni Special Olympics provenienti da 17 paesi stranieri. ISTITUZIONI. Il ministro dello

Sport, Luca Lotti, ha ricordato: «Lo sport è uno strumento che non ha colori e che permette di superare qualsiasi barriera. Oggi è come se tutti noi, idealmente, indossassimo la maglia Special

Alessandro Florenzi, testimonial dell’iniziativa, con l’Atleta Special Olympics Andrea Ferraro

Olympics: tutti insieme possiamo fare un gioco di squadra che riesce ad essere veramente vincente. Prendo pubblicamente l’impegno per trovare una nuova soluzione normativa per Special Olympics in Italia». Una posizione condivisa dal presidente del Coni Giovanni Malagò “perplesso” dall’inserimento di Special Olympics tra le Associazioni Benemerite del Coni:« Abbiamo il dovere e la responsabilità di individuare la giusta collocazione per questo mondo che sta lavorando così tanto e così bene per chi è protagonista dello sport: gli atleti Special Olympics». Alla conferenza anche il presidente del CIP Luca Pancalli: «La disabilità intellettiva è talmente variegata e complessa che è necessario che

venga riconosciuto e incoraggiato un processo di crescita culturale a favore della società. Gli atleti Special Olympics quando sono messi nelle condizioni di poterlo fare, dimostrano le proprie capacità; vorremmo che questo potesse avvenire tutti i giorni, consentendo alle famiglie, ai tecnici ai volontari di vivere in un contesto culturale sempre più adeguato e aperto alle pari opportunità che sono un diritto di tutti». A chiudere gli interventi istituzionali, i ringraziamenti del Presidente di Special Olympics Italia, Maurizio Romiti: «Ringrazio le tante autorità presenti che onorano i nostri atleti e l’attività sportiva che svolgono». TESTIMONIANZE. Al Coni sono

intervenuti gli atleti Maria

Angeloni, Valerio Rossi, Salvatore Crisci e Andrea Ferraro: «Durante le gare provo sempre fortissime emozioni, ma quest’anno immagino che il mio cuore batterà ancora più forte perché Biella è la mia città e quindi potrò sentire tutti i miei amici fare il tifo dagli spalti». Diversi i testimonial presenti, tra i quali Elisa Santoni, Carlo Molfetta, Diego Varani e Alessandro Florenzi: «Quando si parla di Special Olympics si parla di Giochi, noi invece siamo abituati a parlare di campionati o Champions League; spesso ci dimentichiamo di quella parte ludica che in realtà rappresenta la parte più bella e importante dello sport in grado di esaltare il gioco e non la competizione». © Copyright Università Niccolò Cusano



mercoledì 26 aprile 2017

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la cusano e il calcio

simone guerra «sogno la serie b non svegliatemi» Domenica scorsa, il bomber della Feralpisalò ha steso la Reggiana con una tripletta: «Lotteremo fino all’ultimo minuto per i play off» assist perché non potevo proprio sbagliare».

È spesso fondamentale farsi trovare al posto giusto e al momento giusto. È stata la domenica di Simone Guerra, autore di una tripletta contro la Reggiana. L’attaccante della Feralpisalò ha guidato i suoi in una rimonta arrivata nei minuti finali, con la Reggiana che, seppur in inferiorità numerica, si era portata addirittura sull’1-4. Con questa prestazione, Guerra ha toccato quota 13 centri in stagione, suo record personale.

RINCORSA. La Feralpisalò è in

piena corsa play off: «L’obiettivo della società è entrarci, anche come quinta o sesta. Abbiamo commesso qualche errore durante il campionato e ora dobbiamo lottare fino all’ultimo. Dobbiamo fare il massimo per scalare ulteriori posizioni». Guerra, classe 1989, ha collezionato più di 50 presenze in serie B col Piacenza e ora è protagonista in Lega Pro. Per lui c’è, però, un rimpianto: «Sicuramente qualche rimpianto ce l’ho. Il Frosinone mi voleva quando sono andato a Benevento. Il rimpianto è quello di non essere andato a giocare con la squadra ciociara. Ora però ho l’obiettivo, sia della società che

LA CARRIERA. Ora il suo obiet-

tivo è tornare in serie B tramite i play off, riprendendo un cammino cominciato diversi anni fa: «Ho iniziato a

«Ho il rimpianto di non essere andato a Frosinone Qui ho una chance per riscattarmi» giocare a calcio nella squadra di in un paese vicino Piacenza – racconta Guerra - lì mio zio allenava la prima squadra. Ho militato nei pulcini e sono passato quasi subito al Piacenza, facendo tutta la trafila delle giovanili fino alla serie B. Purtroppo, l’anno dello scandalo scommesse, siamo retrocessi. Da allora ho cominciato a militare in Lega Pro». Dopo aver girovagato praticamente tutta l’Italia, da Venezia a Matera, Guerra è approdato, nella stagione 2015-16, alla Feralpisalò: «È una società ottima, ambiziosa, un posto dove si sta bene e si può fare calcio. Ho anche un ottimo rapporto col mister che avevo avuto sia a La Spezia che a Venezia».

stra tutte le sue doti principali, dalla velocità al cinismo sotto porta: «È stato un confronto pazzo. Siamo partiti con l’handicap del rigo-

re, nato da un nostro errore che si poteva evitare. Poi, con l’uomo in più, siamo riusciti a recuperare. Il primo gol è nato da un lancio lungo che

mi ha messo davanti alla porta e in diagonale ho fatto gol. Per gli altri due gol devo ringraziare chi mi ha fornito gli

LA VIGNETTA

L’attaccante della Feralpisalò Simone Guerra, classe 1989, ha collezionato 50 presenze in serie B con la maglia del Piacenza

L’IMPRESA. Contro la Reggia-

na Guerra ha messo in mo-

Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it

CREDIT AGENZIA FOTOLIVE

personale, di arrivare in serie B con la Feralpisalò». Nel girone B c’è già una squadra che ha festeggiato l’approdo tra i cadetti, ovvero il Venezia: «E’ stata la squadra più costante, nonostante contro di loro abbiamo fatto due ottime gare. Penso abbia meritato la vittoria del girone». © Copyright Università Niccolò Cusano

Il vivaio dell’UnicusanoFondi

Seconda fase alle porte: ecco gli avversari Pur senza risultati eclatanti, il folto contingente del settore giovanile dell’UnicusanoFondi ha vissuto un weekend condito da esiti che hanno saputo porre l’accento su un cammino sin qui degno di menzione. Nella partita finale di regular season, la Berretti ha pareggiato a Melfi, ma il terzo posto della classifica e la qualificazione ai play off erano comunque acquisiti già dalla scorsa settimana. Adesso non resta che attendere l’inizio della seconda fase, e in quest’ottica sarà determinante il sorteggio di venerdì mattina a Firenze, presso la sede della Lega Pro, dove si conosceranno gli accoppiamenti relativi al girone del primo turno, nel quale i giovani rossoblù se la dovranno vedere con la Fidelis Andria (seconda in campionato) e con la Juve Stabia (vincitrice del raggruppamento meridionale). MINE VAGANTI. Ed è tempo di pensare alla seconda fase anche per Under 17 e Under 15, che dopo aver concluso la regular season con la doppia trasferta di Teramo, iniziano a preparare

l’avventura dei play off (ottavi di finale 7 e 14 maggio) dopo una stagione su ottimi livelli. Gli Allievi affronteranno al primo turno i pari età del Venezia, terzi nel girone B, con andata in trasferta, mentre i Giovanissimi apriranno la seconda fase in casa, ospitando il Catania che si è imposto nel girone meridionale; in caso di passaggio del turno per i più grandi ci sarà la vincente della sfida tra Virtus Francavilla e Padova, mentre per l’Under 15 bisogna attendere l’esito del confronto tra Parma e Juve Stabia. Che il weekend sia stato positivo lo testimoniano anche i risultati in campo regionale, grazie alle affermazioni delle squadre Fascia B. Gli Allievi hanno fatto rispettare in pieno il pronostico, vincendo sul La Selcetta ultimo della classe, confermando così il terzo posto, e lo stesso si può dire dei Giovanissimi, che si sono imposti in casa dell’Unipomezia. Tre punti che valgono una settimana di più al secondo posto della graduatoria, a tre turni dalla fine di un torneo ricco di soddisfazioni. © Copyright Università Niccolò Cusano



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