Unicusano focus 9 maggio

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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK martedì 9 maggio 2017 www.corrieredellosport.it

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Intervista ESCLUSIVA L’Ambasciatore russo Sergey Razov: «Vi racconto i Mondiali 2018»

Università Laurea e lavoro alla Cusano si può

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sofia goggia

il punto

La cultura porta al successo

I

Testimonial dell’Airc, studentessa alla Cusano e rivelazione dello sci azzurro: «Lo sport deve fare la sua parte»

l risultato delle elezioni francesi si caratterizza per tanti significati. Ma un aspetto in particolare ci preme di sottolineare in questa sede. Emmanuel Macron, classe 1977, è il più giovane Presidente della Repubblica nella storia della Francia. Titoli di studio: una laurea e un master. Se andiamo poi a osservare da vicino il suo staff, abbiamo dati ancora più significativi. Ismael Emelien ha 29 anni, è il suo stratega politico. Ha condotto lui la campagna elettorale vincente. A sviluppare il lavoro politico in termini di propaganda ci ha pensato la LMP, ovvero l’acronimo di tre cognomi: Liegey, Muller e Pons, e il più “anziano” tra questi ha 35 anni. Non manca il classico cervello in fuga, dall’Italia e dalla politica in questo caso. Si tratta di Caterina Avanza: 36 anni e una laurea in Scienze politiche. Nata a Brescia, ha aiutato a elaborare le proposte di Macron in modo tale da essere comprensibili dall’elettorato. In poche parole, la vittoria del neo Presidente si basa sulla preparazione di giovani, giovanissimi laureati, mentre in Italia continuano a diffondere il virus dell’inutilità della preparazione universitaria. En marche? Sarà possibile solo con lo studio e la formazione di alto livello.

il valore della

ricerca

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disabilità

Il rugby strumento di inclusione sociale > A PAGINA VII

Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 9 maggio 2017

cultura e ricerca

l’appuntamento

Mondiali 2017

Domenica in piazza con le azalee

Sua l’unica medaglia degli azzurri

Domenica 14 maggio si rinnova in oltre 3.600 piazze l’appuntamento con l’Azalea della Ricerca, distribuita dai 20 mila volontari dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro a fronte di una donazione di 15 euro.

Ai Mondiali di Sankt Moritz 2017, la Goggia ha vinto l’unica medaglia italiana (bronzo nel gigante), si è classificata quarta nella discesa libera e decima nel supergigante, uscendo nella seconda manche della combinata.

sofia goggia il mio slalom per la ricerca La “ninja delle nevi” è tra i testimonial dell’Airc: «è un ruolo che considero un riconoscimento» tevole agli studi. Attualmente frequenti l’Università Niccolò Cusano. Che esperienza è per te? «Mi trovo benissimo con l’Università Niccolò Cusano. Ha un bel format, mi piace. Seguo le lezioni per via telematica. Un modo originale di apprendere qualcosa, in modo differente dalla lettura tradizionale dei soliti libri».

Grinta, determinazione, voglia di vincere. Sofia Goggia, la ninja delle nevi, è pronta a ripartire dopo i grandi successi conseguiti nella stagione sciistica appena conclusa. Terza in Coppa del Mondo, bronzo ai Mondiali di Sankt Moritz, 24 anni, bergamasca, Sofia non si è arresa neppu-

«Il 14 maggio facciamo sentire il nostro sostegno all’Associazione in tutta Italia» Non solo sci: «Sono iscritta alla Cusano Mi trovo benissimo nel seguire lezioni in via telematica» Sofia Goggia con l’Azalea della Ricerca dell’Airc

re dinnanzi ai tanti infortuni che hanno costellato la sua carriera. Si è rialzata alla grande. E ora è la nuova regina dello sci azzurro, sulle orme delle grandi campionesse del passato, come Deborah Compagnoni. Ma Sofia, iscritta all’Università Niccolò Cusano, è l’antidiva per eccellenza: «Non sono ancora entrata nell’ottica di essere un personaggio famoso – racconta - e neppure vor-

rò mai esserlo. Ecco perché non avverto nessuna pressione. Sono solo concentrata sul mio lavoro e a scattare sempre alla grande dal cancelletto di partenza». Un bel caratterino, non c’è che dire. Sofia, sei testimonial dell’Airc oltre che una campionessa che ha sempre riconosciuto l’importanza della beneficenza. Cosa ti spinge all’impegno nel sociale?

«L’Airc è una grande realtà, va aiutata. È un’associazione che raccoglie solo fondi privati e questo è sempre stato il loro segno distintivo. È un onore per me essere testimonial, lo considero un riconoscimento importante, di cui vado fiera». Il 14 maggio si rinnoverà, in oltre 3.600 piazze italiane, l’appuntamento con l’Azalea della Ricerca: cosa significa per te?

«Innanzitutto dico che farò una donazione anch’io. Credo tantissimo in questa giornata e sarà importante esserci». Cosa ne pensi della ricerca scientifica? «Tutto il bene possibile. Non c’è miglior modo per unire i valori dello sport con quelli della ricerca scientifica». Nella tua vita hai sempre attribuito un’importanza no-

PREMIO TERRE DI CICERONE

Dopo il terzo posto in Coppa del Mondo, un meritato periodo di riposo. A febbraio le Olimpiadi invernali in Corea del Sud: come ti stai preparando? «Ricevo sempre domande sulle Olimpiadi. Ma io vivo alla giornata. Prima delle gare in Corea ci sono tantissime altre battaglie sportive che mi aspettano. Preferisco concentrarmi su queste. C’è tanto lavoro da fare prima dell’appuntamento di febbraio». Sei anche una tifosa di calcio. Quest’anno sei andata più forte tu o l’Atalanta, la squadra della tua città? «Bella domanda. Sono due cose diverse, due sport diversi. Diciamo che ciascuno, nel proprio ambito, ha fatto una grande stagione. E vi dico una cosa: il 13 maggio sarò allo stadio per seguire AtalantaMilan».

Sofia Goggia, 24 anni, detiene il record nazionale di punti in una singola edizione di Coppa del Mondo

«Il mio sogno nel cassetto fin da quando ero bambina è vincere le Olimpiadi» Sofia, che tipo sei? «Ho uno spirito competitivo enorme. Quando faccio una cosa, mi piace sempre farla per bene e possibilmente vincere». Qual è il tuo miglior pregio? E il peggior difetto? «La fregatura sapete qual è? Che i miei migliori pregi sono spesso anche i miei più gran-

di difetti. Per esempio, sono molto esigente con me stessa. Ma devo stare attenta a non essere troppo severa con… Sofia». Cosa ci dici degli errori che a volte commetti, che tu stessa hai simpaticamente ribattezzato “le goggiate”? «Ah, le “goggiate” le ho limitate molto. Ma non c’è niente

LAVORO E FORMAZIONE

La vocazione internazionale di Arpino tra cultura ed eccellenze del territorio

Donare il 5 x 1000 all’Unicusano per dire basta alla disoccupazione

Si fa internazionale la quinta edizione del Premio Terre di Cicerone, ad Arpino, una località nota per aver dato i natali a personaggi come Caio Mario e Cicerone, ma pure per produrre uno dei migliori oli del Lazio. In questa edizione verranno premiati alcuni dei migliori extravergine dell’area del Mediterraneo, selezionati da una giuria di esperti arrivati dalla Turchia, dalla Grecia, ma pure dalla Spagna e persino dal Giappone. L’evento si terrà il 13 maggio, alle 19.30, nella prestigiosa sede di Palazzo Boncompagni, in coincidenza con il Certamen Ciceronianum Arpinas, celebre concorso internazionale che vede la presenza di studenti provenienti da tutta Europa e impegnati nel-

Nella dichiarazione dei redditi, si può scegliere di destinare il 5 x 1000 all’Unicusano. Una mossa a costo zero che aiuterà l’Ateneo nelle sue missioni, tra le quali c’è anche combattere la disoccupazione giovanile. L’Ateneo romano, infatti, ha messo in piedi una importante struttura di Job Placement al fine di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di ogni studente una volta giunto al termine del proprio percorso accademico.

piero albery

piero albery

Gli ultimi dati sulla disoccupazione i numeri pubblicati dall’Istat sono allarmanti. La disoccupazione giovanile, sia pur diminuita, si attesta al 34,1%. In generale, comunque, la disoccupazione è torMOSSA CONCRETA.

la traduzione dal latino di un brano di Cicerone. L’iniziativa è promossa anche dalla Regione Lazio e dalla Città di Arpino: «Un’occasione

– ha detto l’avvocato Renato Rea, attivo primo cittadino per visitare la splendida acropoli dell’VIII secolo a.C. e assaggiare qualche piatto del

nostro territorio che l’olio arpinate completa ed esalta». Le occasioni per visitare Arpino non mancano. © Copyright Università Niccolò Cusano

nata a salire. A marzo è balzata all’11,7% con un aumento di 0,1 punti rispetto a febbraio e di 0,2 punti rispetto a marzo 2016. Numeri che non possono lasciarci in differenti. La didattica e la ricerca sono solo alcuni dei compiti di una Università che possa davvero definirsi tale. Un Ateneo, infatti, ha anche il dovere di farsi ponte per mettere in contatto gli studenti e il mondo delle imprese.

rire l’ingresso nel mondo occupazionale di ogni studente giunto al termine del proprio percorso accademico. Chi si laurea, deve trovare lavoro e deve farlo presto e bene. L’Università Niccolò Cusano, con il progetto “L.L.” si impegna a prendere per mano ogni studente dal momento dell’immatricolazione fino all’ingresso nel mondo del lavoro. COME FARE. Se si vuole soste-

nere il progetto L.L. e le altre molteplici attività che l’Uniso le attività di Job Place- versità Niccolò Cusano realizment dell’Università Nicco- za per il benessere dei propri lò Cusano sono fondamen- studenti e della società che la tali e da segnalare, in partico- circonda, nella prossima dilar modo, c’è il progetto “L.L.”, chiarazione dei redditi si può un posto di lavoro per ogni destinare il 5 x 1000 all’Ateneo laureato. L’Università Nicco- di Via Don Carlo Gnocchi. lò Cusano fa di tutto per favo© Copyright Università Niccolò Cusano IL PROGETTO. In questo sen-

da fare, faranno sempre parte di me». Qual è il tuo sogno nel cassetto? «Facile: vincere le Olimpiadi. È una cosa alla quale penso fin da quando ero bambina. Sarà dura aprire quel cassetto. Ma io ci proverò con tutte le mie forze». © Copyright Università Niccolò Cusano

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


martedì 9 MAGGIO 2017

Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport e cultura

russia esperienza mondiale

L’Ambasciatore Razov: «Il calcio ci darà un’occasione per dimostrare la nostra modernità» Mi potrebbe per favore parlare del programma del campionato, delle città in cui si svolgeranno le partite, di cosa vedranno i turisti sportivi oltre al calcio? «Le partite del campionato si svolgeranno in 12 stadi: a Mosca, dove, nello stadio Luzhniki, si svolgeranno sia l’inaugurazione sia la finale del campionato, a San Pietroburgo, Kazan, Nizhny Novgorod, Saransk, Kaliningrad, Volgograd, Ekaterinburg, Samara, Sochi e Rostov sul Don. Coloro che verranno in Russia per sostenere la propria squadra non potranno che rimanere profondamente colpiti: non solo potranno vedere il gioco dei calciatori migliori, ma avranno anche l’opportunità di conoscere la storia e la cultura russe, apprezzare le nostre tradizionali cordialità e ospitalità. Consiglio di visitare il portale turistico “Welcome 2018.com”, in lingua russa e inglese, dove potrete trovare aiuto e informazioni logistiche illustrate sulla Russia, la sua storia, la sua cultura e sui luoghi di interesse turistico di tutte le città coinvolte nello svolgimento del Campionato».

Ringraziamo l’Ambasciatore russo Sergey Razov che ci ha accolto a Roma con grande cortesia per rilasciarci questa intervista sui Mondiali di calcio che si svolgeranno in Russia nel 2018. Un incontro che è stato possibile grazie ai buoni rapporti che intercorrono tra l’Ambasciata e l’Università Niccolò Cusano, e grazie all’intermediazione di Maria Asatrian Pompei, presidente dell’Associazione Strateghia per la cooperazione italo-russa. Che valore ha per la Russia il fatto di ospitare un evento così importante come il Campionato mondiale di calcio? «Senza dubbio si tratta di un evento straordinario che entrerà nella storia dello sport mondiale e del nostro paese. È la prima volta che la Russia ospita un campionato mondiale di calcio. Nella fase di aggiudicazione ci siamo trovati di fronte a una forte concorrenza, com’è noto aspiravano a ospitare il campionato alcune grandi potenze calcistiche come Inghilterra, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda. Siamo riconoscenti al Comitato organizzatore che in ultima analisi ha dato la sua preferenza al nostro paese e faremo di tutto per organizzare al massimo livello questa iniziativa. Il Campionato del mondo non solo ci offre la possibilità di mostrare al mondo risultati che abbiamo ottenuto nello sport e nelle infrastrutture, le nostre scelte di modernità e innovazione in diversi campi, ma costituisce anche un potente stimolo al rinnovamento interno del calcio nazionale». Come si svolge l’organizzazione? «La Russia, come risulta evidente dai XXII Giochi Olimpici Invernali di Sochi, affronta con grande senso di responsabilità l’organizzazione di competizioni sportive internazionali. La preparazione del campionato mondiale di calcio, in collaborazione con la Fifa, è in pieno svolgimento. Le undici città del nostro paese, nelle quali si svolgeranno le partite, stanno creando le condizioni per accogliere le migliori squadre nazionali e migliaia di tifosi. Il comitato “Russia-2018” si occupa direttamente dell’organizzazione del campionato, un progetto di vastissime pro-

Gianluca Fabi, Maria Asatrian Pompei e l’Ambasciatore Sergey Razov

porzioni che esige gli sforzi sinergici dello Stato, dei vertici federali, regionali e locali, del mondo imprenditoriale, delle associazioni e dei tifosi. Grazie alla loro azione attenta e coordinata si risolvono i problemi di costruzione degli stadi, di sviluppo del calcio, del turismo, dei trasporti, dell’accoglienza alberghiera, delle tecnologie delle telecomunicazioni accompagnati dal lancio di adeguati progetti sociali. Stiamo parlando non solo dell’edificazione di nuovi stadi, ma in primo luogo della creazione di infrastrutture moderne che in seguito serviranno per lo sviluppo socio-economico dei territori, ne determineranno in gran parte la capacità di attrazione dal punto di vista del turismo e degli investimenti, in poche parole miglioreranno la vita dei cittadini». Cosa pensano i cittadini del fatto che il campionato si svolgerà in Russia? «Il calcio in Russia è uno sport veramente popolare. Quando la nazionale sconfigge una squadra straniera, i nostri tifosi festeggiano indipendentemente dalla bravura della squadra sconfitta. Se invece la nazionale perde la prendiamo a ridere ironizzando così: “La nazionale russa sarà campione del

mondo di calcio quando il Brasile sarà campione del mondo di hockey sul ghiaccio”. Naturalmente siamo tutti felici che la più grande festa calcistica del iianeta si svolga proprio nel nostro paese». Quanto è popolare il calcio in Russia? «In Russia il calcio è uno sport di massa, il più popolare, più di due milioni e mezzo di persone si dedicano a questo sport, introdotto in Russia negli anni ’10 del secolo scorso da alcuni ingegneri inglesi invitati dal famoso industriale S. Morozov a lavorare nella sua fabbrica di Orekhovo-Zuevo, nei pressi di Mosca. Infatti la prima squadra russa di calcio si chiamava proprio “I Morozoviani”. “Il gioco del foot-ball” si diffuse velocemente in tutte le città grandi e piccole diventando elemento imprescindibile della cultura sportiva nazionale. All’inizio degli anni ’30 del secolo scorso

praticamente ogni città aveva il proprio club calcistico. La prima nazionale è stata costituita nel 1923. Alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 la squadra ha partecipato per la prima volta al torneo, e nel 1956 e nel 1988 ha vinto la medaglia d’oro. Al Campionato del mondo del 1958 la nazionale russa è arrivata per la prima volta in finale. Nel 1960 ha vinto il campionato d’Europa. Al campionato d’Europa del 2008 siamo arrivati terzi e nel 2015 la nostra nazionale giovanile ha conquistato il secondo posto al campionato mondiale». Qual è la sua opinione in merito allo sport come strumento di formazione ed educazione delle nuove generazioni? «Lo sport è essenziale per il completo sviluppo dell’uomo. Già gli antichi greci erano convinti che per una vita completa fosse necessario lo sviluppo armonioso di

“ho scelto cusano” on air su radio cusano campus “Ho scelto Cusano” è l’approfondimento di Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) sui fatti politici ed economici. Condotto da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, è in onda dalle 15 alle 17 dal lunedì al venerdì.

mente e corpo e per questo veniva riservata grande attenzione all’educazione fisica della gioventù. La pratica sportiva moderna non fa che proseguire nell’alveo di questa antica cultura dello sviluppo umano. La Russia, insieme agli altri paesi europei, è erede di questa tradizione. In tutti gli istituti scolastici del paese sono previste lezioni di educazione fisica nell’ambito delle quali i bambini, considerate le loro caratteristiche individuali e la loro età, ricevono le basi di una serie di discipline sportive, si abituano a uno stile di vita sano e dinamico. In Russia si organizzano moltissimi tornei, gare e concorsi amatoriali per giovani e bambini che hanno come scopo quello di stimolare e sostenere nei ragazzi l’interesse per lo sport. In merito al calcio possiamo menzionare il campionato russo di calcio per bambini “La palla di cuoio”, istituito dal leggendario portiere sovietico Yashin». L’Università Niccolò Cusa-

no ha una sua squadra di calcio. Che ne pensa di organizzare un’amichevole con la squadra dell’ambasciata russa? «Sono assolutamente favorevole, tanto più che la nostra squadra ha già partecipato a diversi tornei. Nel campionato, svoltosi di recente tra le squadre delle rappresentanze diplomatiche di vari paesi, la Russia è arrivata terza».

Come descriverebbe le relazioni tra Russia e Italia in questo momento? «Le nostre relazioni bilaterali hanno radici profonde e secolari. Dal punto di vista della Russia un chiarissimo esempio di reciproco arricchimento delle nostre culture è costituito dalla costruzione del Cremlino e dei palazzi di San Pietroburgo a opera di architetti italiani. Nonostante le sfavorevoli circostanze internazionali, quella tendenza positiva si conserva ancora oggi nei nostri rapporti bilaterali e anche il nostro dialogo, a dispetto di tutte le difficoltà del periodo, continua a svilupparsi come confermano le recenti visite a Mosca del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, dei Ministri degli Esteri e degli Interni italiani. Il Presidente Putin ha confermato ancora una volta che l’Italia è un importante partner della Russia in Europa». Lo sport potrebbe risolvere le incomprensioni anche a

livello geopolitico? «Sul ruolo dello sport come strumento per rafforzare la pace la definizione migliore è ancora quella di Pierre de Coubertin: “Oh sport! Tu sei la pace!”. Lo sport, e il calcio in particolare, insegnano determinazione, resistenza e rispetto reciproco, proprio gli stessi principi che dovrebbero regolare anche i rapporti tra le nazioni. La coesione interna – come in un gioco di squadra – è la chiave per l’autostima e la volontà di dialogare in condizioni di parità con gli altri, il che è caratteristico di stati sovrani forti. Ma solo “un gioco secondo le regole”, rispettato ugualmente da tutti i giocatori, l’attenzione per gli avversari, l’abilità di trovare un compromesso, la capacità non solo di vincere, ma anche di accettare con dignità la sconfitta, possono diventare la base di un ordine mondiale equo e di conseguenza rafforzare la pace. Ci aspettiamo un gioco pulito e fair play non solo sul campo, ma anche nelle sedi della negoziazione internazionale. Oggi, purtroppo, assistiamo a processi oltremodo negativi. Lo sport si trasforma in strumento di lotta politica, di propaganda ideologizzata. Devo con amarezza constatare che questi fenomeni riguardano anche il calcio proprio per l’enorme influenza che questo esercita sulla gente: 250 milioni di persone al mondo praticano questo sport, alla Fifa aderiscono più federazioni nazionali di quanti stati aderiscano all’Onu. È facile resistere alla tentazione di utilizzare lo sport nella guerra dell’informazione? Penso che sia una domanda retorica. Ricordiamoci di quando nel 2014 qualcuno tentò di privare il mondo sportivo della sua festa più importante – i giochi invernali di Sochi – accusando senza fondamento la Russia di ogni possibile peccato. Noi però abbiamo degnamente ospitato le Olimpiadi confermando il nostro status di grande potenza sportiva. Io sono certo che la Russia saprà organizzare ad alto livello anche il Campionato del Mondo di calcio. Questo sarà il modo migliore per confutare banali stereotipi e consolidare un’immagine positiva a livello internazionale. (intervista a cura di Gianluca Fabi) © Copyright Università Niccolò Cusano


IV Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 9 MAGGIO 2017

industria e università

tutti in marcia verso un sogno Da trent’anni si occupa della formazione per i concorsi militari: anche la Nissolino Corsi è tra i partner di “Amici Unicusano” “Amici Unicusano” è il progetto dell’Università Niccolò Cusano che guarda al futuro delle imprese e degli studenti del nostro Paese. Un progetto di prospettiva che ogni giorno si arricchisce di nuove realtà, piccole e grandi. Oggi conosciamo la Nissolino Corsi, che ha da poco aderito all’iniziativa dell’ateneo romano. Di questa sinergia – che consolida i rapporti tra le due realtà – ha parlato la dottoressa Filomena Prencipe, presidente il Cda della Nissolino Corsi e sua rappresentante legale. Dottoressa, come valuta il progetto “Amici Unicusano”? «è un’ottima iniziativa utile per perorare cause molto importanti, come l’imprenditoria e l’avviamento al lavoro. Sono legata all’ateneo da tanti anni, perché ne condivido la mission. Naturalmente non ho avuto alcun dubbio nell’ appoggiare anche questo lodevole progetto». Lei ha un ruolo apicale in una realtà imprenditoriale che ha una sua identità molto forte: che ne pensa delle sinergie che mettono a contatto con le università? «Le partnership tra le aziende che seguono gli stessi obiettivi sono fondamentali perché ci si può sostenere e spronare l’un l’altro. Noi ci occupiamo di formazione, e

quindi lavoriamo nello stesso settore della Cusano. Per questo motivo, comprendiamo al meglio l’intento dell’università: portare avanti la ricerca in diversi ambiti creando i presupposti anche per nuove professionalità». Nello specifico, qual è l’ambito formativo della Nisso-

lino Corsi? «Noi ci occupiamo di formazione per l’accesso ai concorsi militari da quasi 30 anni. Quindi seguiamo nella preparazione delle prove concorsuali chi vuole realizzare il sogno di entrare in un corpo militare». Anche lei, quindi, è in con-

tatto con il mondo giovanile: che fase stanno attraversando i ragazzi italiani? «Non è un periodo facile. C’è stallo nel mondo del lavoro e le speranze spesso vengono riposte in altri settori. Non ci sono molte opportunità, almeno non come trenta anni fa. Anche nel nostro ambito, non è semplice entrare a far

parte del mondo militare. Per questo cerchiamo di dare il nostro contributo». Indossare una divisa non significa solo essere operativa ma anche avere una preparazione culturale. «Certamente, ed è il motivo per il quale abbiamo deciso di legarci alla Cusano. I no-

stri corsisti cercano una continuità didattica dopo essere entrati nel mondo militare, quindi intraprendono un percorso di laurea. In questo senso, è fondamentale la collaborazione con l’ateneo, anche per permettere loro di crescere ancora in ambito militare». © Copyright Università Niccolò Cusano

studenti made in cusano

Laurearsi lavorando, ecco come si può La brillante carriera di Gianfranco Pecoraro, laureato in Scienze della formazione presso l’Unicusano e attualmente Progress Manager presso Michelin Italiana Spa inizia molto presto. Infatti, già a 17 anni trova il suo primo impiego in un’azienda che si occupa di galvanica e ossidazione dell’alluminio passando, nel corso degli anni, dal ruolo di operaio a quello di responsabile di team. Nel 1993 intraprende il suo percorso all’interno di Michelin Italia Spa in cui ricopre diversi ruoli, iniziando dall’addetto macchina, passando per il formatore al mestiere d’aula, fino a diventare team leader. Dal 2008 al 2011 effettua una nuova esperienza all’interno di un’azienda tedesca Kuehne-Nagel, che gestisce tra le molte attività i business Iveco e Ferrari. Successivamente, per motivi familiari, torna in Michelin dove ricopre attualmente il ruolo di Progress Manager.

te: «Credo che i rapporti interpersonali siano un’opportunità di crescita continua, anche quelli che terminano con punti di vista e opinioni differenti. Direi quindi la possibilità continua di interazione, il raggiungimento degli obiettivi. Chi lavora in produzione sa che» il nume-

PASSIONE. A questo punto,

CRESCITA. È stato attraverso il

siamo veramente curiosi di chiedere a Gianfranco quali siano le cose che più lo appassionano del suo lavoro così complesso e interessan-

Gianfranco Pecoraro ha scelto la facoltà di Scienze della formazione all’ateneo romano ro «da raggiungere è fondamentale per la crescita delle persone, del team, dell’azienda stessa. La possibilità di contribuire attivamente attraverso la definizione, la preparazione, lo svolgimento e il monitoraggio di progetti produttivi, ergonomici o di benessere, applicati in una multinazionale». web che Gianfranco ha scoperto Unicusano come soluzione alle sue esigenze di conciliare tanti impegni diversi come lui stesso raccon-

insuperabile e i momenti di sconforto ci sono, così come la tentazione di lasciar perdere. Non fatelo, continuate con lo studio. E se un esame non è andato bene, vuol dire che in quel momento non siamo stati capaci di dare il massimo. La soddisfazione alla fine del percorso è qualcosa di talmente grande che può capirlo solo chi ha già raggiunto questo obiettivo. Ci arriverete».

Gianfranco Pecoraro, laureato all’Università Niccolò Cusano

ta «L’approccio con Unicusano è avvenuto attraverso il web. Cercavo un’università che mi permettesse di far convivere nello stesso momento lavoro-famiglia-studio. Dopo un certo scetticismo iniziale legato ai luoghi comuni sulle università telematiche ho cominciato a documentarmi sulla struttura Unicusano intesa come personale docente, sedi d’esame, supporto allo studente e tutoraggio, organizzazione dello studio. Le recensioni e i vari forum su Internet hanno fatto sì che la mia scelta

venisse fatta senza dubbi o incertezze. L’esperienza in Unicusano ha contribuito in modo significativo alla mia crescita, formativa e personale. Di fatto, la mia avventura in Unicusano è iniziata più per una crescita personale che per prospettive professionali». I CONSIGLI. Gianfranco riserva qualche prezioso consiglio ai giovani laureandi in Scienze della formazione: «Non mollate! Il percorso, soprattutto per chi come me ha famiglia e figli, a volte può sembrare

SKILL. La determinazione e la caparbietà sono dunque molto importanti per riuscire nei propri obiettivi ma oltre a questo ci deve essere dell’altro soprattutto per chi ambisce al ruolo di Progress Manager come Gianfranco ci suggerisce: «Considerando che lavoro nell’ambito delle risorse umane, della loro gestione e dei rapporti interpersonali, direi che una buona capacità dialettica è necessaria, così come una predisposizione al dialogo e al confronto. Vi sono poi aspetti strettamente connessi all’ambito lavorativo e produttivo, quali la capacità di anticipare ed elaborare scenari per opportunità a breve termine, coordi-

nando obiettivi comuni ed obiettivi individuali. Occorre avere chiarezza nella definizione delle priorità, coinvolgendo i team nella presa di decisione, mettendo a disposizione il proprio knowhow. Lo spirito di iniziativa è fondamentale, così come mettersi in discussione per progredire continuamente». NEL FUTURO. I progetti futu-

ri di Gianfranco spaziano dall’ambito professionale a quello formativo: «È trascorso quasi un anno dalla laurea. Sto valutando l’opportunità di iscrivermi a Psicologia del lavoro ma al momento non ho ancora deciso. In ambito professionale, il titolo acquisito potrebbe offrirmi opportunità di inserimento in ambito del Servizio Personale e HR, vedremo. Sicuramente la laurea è un’ottima credenziale da presentare in fase di colloquio di sviluppo piuttosto che in altre aziende. Mai dire mai». Auguriamo a Gianfranco di realizzare tutti i suoi obiettivi e speriamo che il suo percorso possa essere di esempio per molti giovani laureati. © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 9 maggio 2017

cultura e disabilità

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

IL MISTERO senza soluzione DI JACK LO SQUARTATORE è l’assassino seriale più celebre ma il suo mito negativo è stato consegnato alla storia soprattutto grazie a rivelazioni poco credibili di mitomani e da media spregiudicati Terzo appuntamento a “Giochi a Fumetti” su Radio Cusano Campus del ciclo “La scienza dei mostri di carta”, un viaggio che ripercorre il ciclo di incontri organizzati a Padova dal CICAP - Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze con la partecipazione

«È una figura rimasta nell’immaginario collettivo di tutti, non tanto perché sia stato il più efferato assassino della storia - ce ne sono stati altri molto peggiori - però è quello che per primo ha colpito la fantasia e gli incubi dei suoi contemporanei e di chi ha

vissuto le epoche successive. Questo perché principalmente perché ancora non si sa chi fosse. Lui è riuscito in questo grazie a una volontà precisa e con l’aiuto dei media, che alimentavano la vicenda con rivelazioni più o meno credibili, inventando

anche il suo soprannome. Le lettere che a migliaia arrivavano ai giornali erano probabilmente scritte di mitomani. Però il fatto che non si sia mai scoperto chi fosse, dopo quei cinque delitti tra l’agosto e il novembre del 1888 ha contribuito a crearne un mito nega-

tivo eterno. Quando si tratta di questi misteri, bisogna attenersi ai fatti e su questa base poi si può anche tentare di fare delle ipotesi e immaginare un possibile colpevole. Le ipotesi sono tantissime, c’è addirittura chi pensa che Jack lo squartatore fosse

Massimo Polidoro, segretario del Cicap e scrittore, ne ha parlato a Radio Cusano Campus di studiosi ed esperti che nel corso della loro attività scientifica hanno approfondito il campo del mistero nei suoi variegati aspetti. “Sherlock Holmes e il mistero di Jack lo squartatore” è stato l’argomento trattato insieme a Massimo Polidoro, scrittore, giornalista e Segretario nazionale del CICAP, che è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca ed è uno dei principali esperti internazionali nel campo del mistero. Chi era veramente Jack lo squartatore?

Oscar Wilde. C’è spazio per qualunque fantasia. Quando invece si tratta di fatti concreti che possano inchiodare una persona a quei delitti, non ce ne sono». Perché è così difficile dare un volto a Jack lo squartatore? «Perché non ci sono elementi su cui condurre delle verifiche nonostante i progressi che fatti dalla scienza e che hanno permesso alla polizia scientifica di trovare colpevoli per delitti anche molto antichi. In quei casi c’era però sempre un reperto o qualcosa con cui l’assassino aveva interagito. Nel caso di Jack lo squartatore non c’è più nulla. Tra l’altro all’epoca non si utilizzavano tecniche di indagine e conservazione delle prove, che sono arrivate in seguito. Per questo tutto quello che avrebbe potuto aiutare nel futuro è andato perso». Ci sono bufale che hanno reso più

difficile l’identificazione? «Certo, come sempre in tutte queste vicende c’è chi vuole trarre un guadagno approfittando dell’incredulità. Il caso più eclatante è quello dei diari di Jack lo squartatore. Un furbastro inglese utilizzando una serie di volumetti bianchi di fine Ottocento e un inchiostro credibile ha scritto dei diari che non lo erano in nessun modo, e sono stati smascherati quasi subito. Però intanto era riuscito a vendere i diritti di quei documenti a un editore e a farsi pubblicare questa fantasia non credibile». Jack lo squartatore è addirittura legato a Sherlock Holmes: in quale modo? «Nella fiction lo sono spesso. Questo perché anche se sono un personaggio di fan-

tasia e uno reale, in qualche modo hanno vissuto nella stessa epoca. Tanti scrittori hanno cercato di farli interagire, con risultati non sempre all’altezza ma in qualche caso molto ben fatti, libri avvincenti e credibili. Nella realtà, ovviamente non può esserci, stato un rapporto tra i due tuttavia è possibile che Joseph Bell, il medico che è servito a sir Arthur Conan Doyle per creare la figura di Sherlock Holmes, e che era il suo professore di medicina, sia stato consultato durante i delitti di Jack lo squartatore da Scotland Yard per avere una perizia. Sembra che gli siano state proposte due o tre personalità e che lui abbia dato un parere. Purtroppo non è sopravvissuto questo rapporto quindi non nesappiamo di più». © Copyright Università Niccolò Cusano

GIOCHI A FUMETTI IN ONDA SU RADIO CUSANO CAMPUS Condotta da Andrea Di Ciancio e Andrea Lupoli, la trasmissione radiofonica “Giochi a Fumetti”, dedicata al mondo dell’arte sequenziale e al gaming, va in onda su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) tutti i sabati dalle 11 alle 12.

sindrome di down, l’analisi

Anche un termine sbagliato può offendere la dignità Qualche giorno fa abbiamo appreso dalla stampa che un consigliere del XV Municipio di Roma Capitale si è rivolto a un collega apostrofandolo “mongoloide”. Subito l’Associazione Italiana Persone Down ha rimarcato come sia inaccettabile che proprio un esponente delle istituzioni utilizzi ancora un termine così offensivo della dignità delle persone con sindrome di Down e delle loro famiglie. Il consigliere si è scusato. Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma, su Twitter ha invitato pubblicamente il consigliere ad andare a mangiare un gelato con lui e suo fratello Antonio, persona con sindrome di Down, cosicché potesse rendersi conto di chi stesse parlando, quando aveva offeso il collega in Municipio. Spero davvero che trovino un pomeriggio per mangiare assieme questo gelato.

loide”,in uso fino agli anni ’70, a partire dagli anni ‘80 ha assunto un significato dispregiativo ed è oggi universalmente percepito come lesivo della dignità di chi, pur nascendo con un deficit cognitivo, è in grado di raggiungere buoni livelli di autonomia e di capacità relazionali.

CORREZIONE. Da almeno trent’anni in Italia, grazie all’instancabile lavoro di familiari ed esperti, la comunità scientifica ha ricusato l’uso di quel termine preferendogli l’espressione “persona con sindrome di Down”. Mi furono date assicurazioni che sarebbero stati informati l’amministratore delegato e il direttore editoriale; tanto mi bastò per confidare che nella nuova edizione quel termine sarebbe stato sostituito con l’espressione corretta. Con rinnovata e accresciuta amarezza, invece, proprio in questi giorni ho avuUN TERMINE DA CAMBIARE. to modo di appurare che nel Quello che fa più specie, però, “Nuovo Millennium” (edizioè che il termine “mongoloide”, ne 2016) quel termine è anoltre ad aver ravvivato la cro- cora nello stesso paragrafo, naca politica, abbia tuttora di- stavolta a pagina 337. Viene ritto di cittadinanza a scuola, da chiedersi come mai, acla nostra scuola, quella «aper- canto alle numerose modita a tutti» di cui parla la Costi- fiche di ordine grafico e dotuzione. Nel 2013 ebbi modo cumentale, non sia stata apdi segnalare alla casa editri- portata una correzione che ce La Scuola un grave infor- avrebbe potuto evitare la lettunio lessicale contenuto nel tura di un termine obsoleto terzo volume del manuale di e offensivo da parte di chisstoria per le scuole superiori sà quanti (altri) adolescenti. “Millennium” (edizione 2012, pagina 305). Nel capitolo de- ATTENZIONE. È fondamentadicato alle persecuzioni na- le che gli alunni possano diziste, infatti, gli autori utiliz- sporre di strumenti funzionali zavano il termine dispregia- a una didattica che sia inclutivo «mongoloidi» per riferirsi siva e scientificamente cor(presumibilmente) alle per- retta. È importante che autosone con sindrome di Down. ri ed editore avvertano la reEbbi modo, come ora, di pre- sponsabilità di intervenire sul cisare che il termine “mongo- punto nelle prossime edizioni

di questo testo scolastico. L’opera non facile, ma doverosa, di inclusione scolastica delle persone con disabilità è compito di tutti gli insegnanti, non del solo docente di sostegno, e questa opera involge tutti gli alunni, non solo quelli con disabilità: il vantaggio formativo ed educativo che ne consegue, infatti, interessa tutti gli alunni, non solo quelli con disabilità. Diventa indispensabile, allora, per tutti gli attori di quella preziosa comunità, che è la scuola, poter dispor-

re di strumenti didattici adeguati. Sono ora all’attenzione del Capo dello Stato, per l’emanazione, i testi dei decreti legislativi che daranno attuazione alla cosiddetta “Buona Scuola” (legge n. 107/2015): speriamo bene. Per la scuola; per gli alunni, per tutti gli alunni. Federico Girelli Docente di Diritto costituzionale Università Niccolò Cusano www.siblings.it

è in programma sabato, presso il Piccolo Teatro di Roma “Il Salotto di Pulcinella”, lo spettacolo scritto e diretto da Giuseppe Gifuni “Il massimo che possiamo fare” dedicato al grande Massimo Troisi. L’incasso sarà devoluto a favore dei ragazzi disabili dell’Associazione Stella Selene Onlus.


VI Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

FUMETTI

La storia

Ecco cosa è successo nelle puntate precedenti La super-forza di Teresina, la super-velocità di Pietro, la super-empatia di Marietta e il super-udito di Milko, questi sono gli straordinari poteri dei Four Energy Heroes, quattro supereroi legati da un’amicizia grande quanto il loro destino: cambiare il mondo e salvarlo, prima che sia troppo tardi. L’apparente redenzione di Amilcare, vecchia nemesi criminale del gruppo, ora neo-imprenditore e politico, aveva gettato i quattro ragazzi nel dubbio. Ma poi Gaia, mistica incarnazione del pianeta Terra, ha trasportato gli eroi in un futuro nel quale nessuno ha fermato Amilcare in tempo: un futuro grigio fatto di cemento e metallo, smog opprimente e dittatura. E così i Four Energy Heroes, appena tornati al presente, per ingannare il loro nemico si sono travestiti da persone comuni e gli hanno teso un tranello, con la speranza di mostrare al mondo il suo vero volto. Ma quale sarà il prezzo del loro rischioso piano? (Prodotto da L’Arte nel Cuore da un’idea di Daniela Alleruzzo; testi di Andrea Giovalè; disegni e colori di Vincenzo Lomanto). © Copyright Università Niccolò Cusano

il progetto

L’inclusione come primo obiettivo Milko, Pietro, Teresina e Marietta sono i Four Energy Heroes, protagonisti del primo fumetto italiano interpretato da ragazzi disabili. L’iniziativa editoriale, prodotta dalla Onlus “L’Arte nel Cuore”, ha come obiettivo rappresentare la disabilità come valore aggiunto e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’integrazione. Il fumetto viene da un’idea della presidente della Onlus, Daniela Alleruzzo, e una sua striscia è pubblicata ogni settimana sulla prima pagina di “Unicusano Focus – Sport & Ricerca”, settmanale dell’Università Niccolò Cusano, prova della volontà dell’ateneo romano di dare voce a tutte le iniziative che sensibilizzino sul tema della disabilità. Ma da qualche mese la sinergia tra l’Ateneo e i Four Energy Heroes si è rafforzata ancora di più, con una tavola intera che viene ospitata ogni due settimane sulle pagine “Unicusano Focus - Sport & Ricerca”, in allegato il martedì con il Corriere dello Sport-Stadio. Prodotto da L’Arte nel Cuore – Da un’idea di Daniela AlleruzzoTesti di Andrea Giovalè – Disegni e Colori di Vincenzo Lomanto [Le precedenti avventure dei Four Energy Heroes sono disponibili gratuitamente all’indirizzo www.fourenergyheroes.it ]

martedì 9 maggio 2017


martedì 9 maggio 2017

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport e disabilità

senza barriere una meta per crescere

Il vivaio dell’UnicusanoFondi

Play off, l’Under 15 vince con il Catania La Berretti va ko

L’Associazione Capitolina Onlus promuove il rugby come strumento di inclusione sociale per i ragazzi L’Università Niccolò Cusano e i suoi canali di informazione sono costantemente impegnati nel sociale. Quando si aggiungono anche lo sport e l’inclusione, questo impegno cresce ancora di più. È quindi semplice comprendere come l’ateneo sia in prima fila per sostenere le attività della Associazione Capito-

che già ci rende orgogliosi – racconta la Rebecchini - Abbiamo una media di 8-10 bambini all’anno che vengono inseriti. Il valore aggiunto di questo progetto è che questi bambini, che sono un numero limitato, hanno creato attorno a loro un circolo virtuoso e sono ambasciatori dell’inserimento sportivo».

La presidente Rebecchini: «L’obiettivo è la conquista dell’autonomia» lina Onlus, realtà romana che fa ruotare le proprie attività intorno al rugby. LA STORIA. «La nostra asso-

ciazione è nata per promuovere lo sport nel sociale – racconta la

dottoressa Francesca Rebecchini, che ne è presidente L’Unione Rugby Capitolina, che esiste dal 1996, ha voluto fortemente una realtà come l’Associazione Capitolina Onlus al suo fian-

Open Day è on air dalle 18 alle 20 Di università e ricerca si parla a “Open Day”, il programma di Radio Cusano Campus condotto da Misa Urbano e Alessio Moriggi, in diretta dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 18-20 sull’emittente dell’Ateneo (89.1 Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it). Open Day tratta le tematiche principali dell’istituzione universitaria: l’offerta formativa, i servizi, le convenzioni, l’orientamento e gli eventi, accademici e non, organizzati dall’ateneo di via Don Carlo Gnocchi.

co. La nostra Onlus è nata per aiutare attraverso lo sport i ragazzi a inserirsi nella nostra società». L’Associazione collabora attivamente con le case-famiglia, ma non solo: «Esatto, abbiamo anche altri progetti interessanti, tra cui “Una meta per crescere”, che portiamo avanti insieme all’Associazione Italiana Persone Down per avviare allo sport, in particolare al rugby, i bambini con Sindrome di down». In dieci anni, circa 60 bambini si sono avvicinati all’ovale: «È un numero in crescita ma CIRCOLO VIRTUOSO.

AUTONOMIA. I benefici che derivano da queste attività sono numerosi, come spiega la dottoressa: «Sia nei bambini con Sindrome di Down sia con quelli delle casa-famiglia viene fatto un grande lavoro sull’autonomia. Migliorano la loro qualità di vita, imparando a fare cose che possono sembrare anche banali agli occhi di tutti ma che per loro non sono così semplici. Lo sport è uno strumento per arrivare all’indipendenza». Come in tutti i progetti che puntano proprio alla conquista dell’autonomia, il ruolo dell’educatore è centrale: «Loro sono parte fondamentale, sono una figura che mette in collegamento l’allenatore con il ragazzo. Poi, naturalmente, a un certo punto deve “sparire” proprio per favorire l’integrazione. E quando “sparisce”, significa che il suo lavoro è stato completato con successo».

La formazione Under 15 dell’UnicusanoFondi

Una vittoria, un pareggio, una sconfitta. Le partite d’apertura delle finali nazionali regalano un bilancio in perfetto equilibrio per le tre squadre del settore giovanile dell’UnicusanoFondi, rimandando inevitabilmente alle successive sfide per conoscere l’esito del loro cammino. BERRETTI. Alla Berretti è an-

data male la gara giocata sul campo della Juve Stabia. Aver perduto contro i campani ha enormemente complicato il cammino degli stessi rossoblù, ai quali non resta che cercare il risultato pieno nella partita da giocare contro la Fidelis Andria per poi mettersi “alla finestra” per vedere quale sarà l’esito del confronto conclusivo del girone. «Cerchiamo di vincere, poi vedremo che cosa accade», ha affermato il tecnico fondano Alessandro Parisella.

LE UNDER. L’Under 17 ha esor-

dito nella fase a eliminazione diretta pareggiando a Venezia; una gara iniziata male con la rete dei lagunari, alla quale ha fatto seguito il pareggio dei giovanotti nostrani. «Un buon risultato per una partita difficile e contro un ottimo avversario», conferma Danilo Ligori, allenatore degli Allievi fondani. L’Under 15 ha invece vinto contro il Catania, ma con un risultato di misura decisamente ridotto in relazione a quelle che sono state le possibilità espresse dalla squadra nel corso della partita. Una vittoria magari sottoscrivibile alla vigilia, contro un avversario di prestigio, ma che al termine della gara stessa non può non lasciare rammarico per le chance mancate, che se concretizzate avrebbero permesso di affrontare il confronto di ritorno a Torre del Grifo con un altro piglio e una dote maggiormente cor-

posa: «Il rammarico è tanto, ma andiamo avanti - dichiara Dino Di Iulio, tecnico rossoblù - Sappiamo che ci sarà da dar battaglia». I REGIONALI. In campo regio-

nale si è invece arrivati alle battute conclusive dei campionati Fascia B, sia per gli Allievi che per i Giovanissimi. Una sola partita separa le due squadre dalla conclusione dei rispettivi impegni (ma per diversi di questi ragazzi il cammino proseguirà con i tornei di fine stagione) che ha visto entrambe le compagini muoversi su alti livelli. Gli Allievi hanno bisogno di un altro risultato utile per conservare il terzo posto; i Giovanissimi sono già certi della seconda piazza con una giornata d’anticipo, quindi soddisfatti seppur con qualche rammarico per qualche occasione mancata. © Copyright Università Niccolò Cusano

LA VIGNETTA

IL TORNEO. Per sostenere le at-

tività dell’Associazione Capitolina Onlus, l’appuntamento è fissato per il 21 maggio presso l’Unione Rugby Capitolina. Nell’impianto romano, infatti, si terrà il Torneo Gabrielli, destinato agli Under 6 e Under 8: una manifestazione di mini rugby che da circa 20 anni si rinnova per sensibilizzare tutti sull’importanza dello sport come strumento di integrazione. © Copyright Università Niccolò Cusano

Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it



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