Unicusano Focus 8 novembre

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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Special Olympics Lo sport regala l’autonomia

Musica Il cine-concerto a colpi di bacchetta

Cultura I mille volti della guerra

> A PAGINA III

> A PAGINA IV

> A pagina VI

Alice sabatini La più bella d’Italia nel 2015 è il capitano della squadra di pallacanestro per beneficenza BasketArtisti Unicusano

una miss

a canestro > A PAGINA II

LA VIGNETTA

il master della cusano

Corruzione nella PA: gli elementi di contrasto > A PAGINA V Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it

martedì 8 novembre 2016 www.corrieredellosport.it

il punto

La “cattiva” comunicazione

D

ispensare sapere e formare gli studenti non è l’unica funzione dell’università. Il suo ruolo è anche quello di svolgere funzioni critiche, rispettando di fatto le prerogative con cui l’istituzione era nata. Fin dai tempi di Aristotele ci sono stati gruppi di persone che si riunivano, che parlavano tra loro, pensavano e quindi dialetticamente trasmettevano opinioni. Anche oggi, questa dovrebbe essere la funzione principale dell’università, a maggiore ragione oggi in un momento di crisi non solo economica, ma anche culturale e ideologica. E la critica deve essere una sorta di stimolo per migliorare. Ultimamente, si sente parlare frequentemente di “buona comunicazione”, anche se spesso l’aggettivo può portare fuori strada ed essere letto con toni quasi provocatori. In alcuni casi viene da pensare: «Se questa è buona comunicazione, figuriamoci cosa può essere la cattiva comunicazione». Un esempio calzante riguarda i dati Istat sulla produzione industriale dello scorso agosto rispetto a quello del 2015. Molti italiani hanno ascoltato alla radio o alla televisione, letto sui giornali o sul web, che «la produzione industriale è aumentata del 4,1% rispetto a un anno fa». Per questo, dovremmo essere tutti contenti. I più entusiasti devono aver pensato che siamo usciti dalla crisi, visto il recupero di questo 4,1 per cento. Ma c’è un particolare da far notare: il mese di agosto del 2016 ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto ad agosto 2015, cioè 22 contro 21. Un giorno lavorativo in più comporta una produzione del 4%, circa. Perché, quindi, sbandierare il fatto che ci sia stato un aumento? Lo stesso Istat, in modo molto ambiguo, ha aggiunto nella sua comunicazione che il dato era stato «corretto per gli effetti di calendario; l’indice è aumentato in termini tendenziali del 4,1 per cento». A me sembra che questa frase non sia del tutto chiarificatrice e questo è un esempio di una “non buona comunicazione”. Giovanni Puoti Preside della Facoltà di Giurisprudenza e Presidente del Cda Università Niccolò Cusano


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 8 novembre 2016

CULTURa e ricerca

l’anno scorso

premio lunezia

A settembre una vittoria da record

Presentatrice dell’edizione numero 21

Nella notte tra il 20 e il 21 settembre dello scorso anno, Alice Sabatini ha vinto la 76^ edizione di Miss Italia. Ha conquistato anche i titoli Miss Diva e Donna, Cinema e Compagnia della Bellezza.

Lo scorso luglio, con Savino Zaba, Alice Sabatini ha presentato la XXI edizione del Premio Lunezia, riconoscimento che viene assegnato ogni estate, ormai dal 1996, al valore musicale e letterario delle canzoni.

alice sabatini basketartisti idea vincente La Miss Italia 2015: «Con la Cusano iniziamo una prestigiosa collaborazione per il sociale» Ci sono storie d’amore che «non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano», come cantava Antonello Venditti. Un po’ come quella tra Alice Sabatini, Miss Italia 2015, e il basket. Vent’anni appena compiuti, 178 centimetri, dopo essere stata eletta la più bella d’Italia, Alice torna sul parquet e ricomincia dalla Serie B femminile, tesserata dalla formazione delle Stelle Marine Ostia. Ma

un allenatore di basket. Abbiamo iniziato a giocare e mi è piaciuto molto. Mi hanno invitata a frequentare un corso intensivo durante l’estate: era la prima volta che toccavo un pallone da basket e mi sono divertita tantissimo. Ho iniziato con gli amici e già il secondo anno mi sono trovata a giocare in Serie C». La passione poi è cresciuta. «Sì, con il Santa Marinella, dove ho giocato fino a quando sono stata eletta Miss Italia. Dopo la vittoria, mi hanno organizzato una festa in paese ma io, invece di prepararmi, ho preso la macchina e sono corsa a Santa Marinella dove le mie compagne stavano giocando una partita. È stato più forte di me: dovevo sostenere la mia squadra, dovevo fare il tifo per loro. Quest’anno poi ricomincio dalla Serie B, con le Stelle Marine Ostia».

Il team porta sul parquet personaggi dello spettacolo per beneficenza non solo: Alice da quest’anno è la capitana della squadra di BasketArtisti, la nazionale di pallacanestro composta da personaggi famosi messa in piedi 16 anni fa da Simone Barazzotto e oggi sponsorizzata dall’Università Niccolò Cusano. Com’è nata la storia d’amore tra te e il basket? «Da piccola ballavo hip hop e non sapevo neanche cosa fosse il basket. Poi un giorno, alle elementari, arrivò la supplente del mio professore di educazione fisica, la figlia di

«Amo da sempre la pallacanestro Quest’anno giocherò in Serie B»

Come sei entrata a far parte del progetto BasketArtisti? «Tutto è nato quando Simone mi ha contattata proponendomi di giocare. Lo sport è la mia passione e BasketArtisti aggiunge valori importanti. Avevo voglia di portare in campo il mio spirito solare e sorridente. Da quest’anno ci sarà anche la prestigiosa collaborazione con l’Univer-

tragitto per andare a giocare ascolto la musica che più mi piace: così mi carico». BasketArtisti riunisce diversi professionisti. Con chi hai più sintonia? «Mi diverto molto insieme a tutti i miei colleghi ma in particolare ho una forte intesa con Cecile: in campo ci capiamo con uno sguardo. C’è una bella sintonia anche con Sebastiano Rizzo». La partita più emozionante? «Sicuramente quella a Rieti, in favore delle popolazioni colpite dal terremoto del 24 agosto. Siamo stati felicissimi quando, entrati in campo, abbiamo visto il palazzetto strapieno».

Alice Sabatini ieri è stata ospite di Radio Cusano Campus

sità Niccolò Cusano. Siamo molto soddisfatti dei traguardi che abbiamo raggiunto e portiamo tutto il nostro divertimento in campo sostenendo cause importanti». Quali sono i prossimi appuntamenti? «Il 5 dicembre ci sarà la prima partita della stagione e io sarò in campo per por-

tare tutta la mia carica. Da quest’anno sono anche la capitana della squadra, quindi sarà un impegno in più». Hai un rituale prima delle partite? «Ci sono delle cose che faccio con una certa abitudine. Per esempio non mi cambio mai negli spogliatoi del palazzetto, ma a casa. E poi durante il

Il convegno

Alla Cusano un appuntamento per parlare del microbiota Il prossimo 12 novembre, presso l’Aula Magna dell’Università Niccolò Cusano, si terrà il convegno dal titolo “Il microbiota, l’organo sconosciuto”, un approfondimento dedicato a quello che oggi è considerato un nuovo organo umano. Una giornata, in collaborazione con l’Università Popolare A.I.Nu.C, con diversi professionisti del settore. Il professor Silvio Spinelli, specialista in Psichiatria, esperto in Omeopatia e Terapia nutrizionale, ne ha parlato ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma “Genetica Oggi”. Professore, cos’è il microbioma? «Il microbioma è ciò che normalmente indichiamo come flora batterica intestinale, che negli ultimi anni era stata un

po’ trascurata, quasi dimenticata. Fino al 2008, il numero di ricerche si contavano su una mano, oggi sono oltre 5 mila e non passa giorno che non si facciano nuove scoperte riguardo al mi-

Il “nuovo organo” sarà il tema di un meeting nell’Aula Magna il 12 novembre crobioma che è infatti considerato un organo, in quanto le funzioni che ha sono davvero molteplici, e direi anche di estrema importanza. La cosa interessante è che il patrimonio genetico di questi microbi è ricco e variegato. L’azione del microbiota si esplica

poi a livello locale ma anche a distanza, per esempio sul cervello e sulle funzioni cerebrali. Oggi si sa che alcuni stati di ansia sono caratterizzati da un malfunzionamento del microbioma». Il suo intervento al convegno verterà sull’uso dei prebiotici e dei probiotici. A cosa servono? «Durante il meeting cercherò di chiarire la differenza fra probiotici e prebiotici, e le loro funzioni. I probiotici sono una serie di ceppi batterici idonei a integrare l’alterato microbioma. Nel senso che una patologia, oppure antibiotici e/o farmaci, o ancora alcuni alimenti poco salutari per l’uomo, possono alterare la flora batterica intestinale. In questi casi si crea ciò che viene chiamato uno stato di disbiosi, os-

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

sia di alterazione del microbioma. Per recuperare la salute del microbioma si assumono ceppi batterici idonei a ristabilire lo stato di perfezione di questo organo. Tuttavia, se è importante assumere questi ceppi batterici come integratori è anche utile consumare alimenti che svolgano una funzione analoga. Il nutrimento per il microbioma è costituito dai prebiotici, una serie di sostanze che possono nutrirlo. Se ci sono dunque alimenti che possono danneggiare il microbioma, ci sono altrettanti alimenti che possono invece nutrirlo e supportarlo in maniera adeguata. Ricordiamo che gli integratori devono essere somministrati quando la situazione è abbastanza scompensata, altrimenti un’adeguata alimentazione, ricca di fibre, potreb-

be essere sufficiente a dare un apporto di prebiotici». Ci sono alimenti che aiutano il microbioma o che possono danneggiarlo? «Sicuramente gran parte degli alimenti industriali trattati non giovano alla nostra flora intestinale. Questa si nutre di fibre e oggi si mangiano sempre meno frutta e verdura, che sono alla base della salute del microbiota. Si è persa un po’ la cultura alimentare sotto la spinta di messaggi pubblicitari sempre più pressanti e in alcuni casi fuorvianti. Questo ci porta a ragionare sull’importanza della dieta mediterranea. Aggiungo che si consumano fin troppi pasti con elevati dosaggi di zucchero che danneggiano, come la scarsità di fibre, il nostro intestino». © Copyright Università Niccolò Cusano

C’è una cosa che hai imparato giocando a basket che ti è servita nella tua esperienza a Miss Italia e viceversa? «Miss Italia mi ha insegnato che non è mai detta l’ultima parola: io l’avevo presa alla leggera e alla fine ho vinto. Anche una partita può iniziare male ma poi si vince. Il basket, invece, mi ha insegnato la costanza nel fare una cosa, lo spirito di squadra e il non perdere mai di vista l’obiettivo finale». © Copyright Università Niccolò Cusano

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


martedì 8 novembre 2016

sport, industria e disabilità

valentina, esempio di forza e coraggio La Pettinacci è un’Atleta Special Olympics e il prossimo marzo in Austria rappresenterà l’Italia ai Giochi Mondiali Invernali «Non tutti i bambini hanno lo stesso sviluppo». Queste sono le parole rassicuranti ripetute dal pediatra nei suoi primi mesi di vita. Valentina Pettinacci è nata il 24 novembre del 1980 a Terni. Al momento della sua nascita e nei mesi a seguire, tutto sembrava come doveva essere, tutto

la storia

Come è nato il ghiaccio istantaneo è un’idea di Romeo Croce prof di chimica a Palestrina

La 35enne umbra ha conquistato piena autonomia nella vita grazie allo sport nella norma, Valentina non era una chiacchierona ma non c’era nulla che lasciasse presagire quella caratteristica che avrebbe invece condizionato la sua intera esistenza. «I primi segnali inequivocabili - raccontano i genitori Luisa ed Enrico - sono emersi intorno ai tre anni di vita quando ci siamo resi conto che Valentina aveva delle difficoltà nel linguaggio e, a livello motorio, nel mantenere l’equilibrio. Di lì a poco, la dura diagnosi, che faceva riferimento a una disabilità intellettiva, è arrivata senza sconti e ci ha scaraventato il mondo addosso. Probabilmente all’inizio ci ha spaventati perché era una realtà che non conoscevamo. Poi l’amore incondizionato di un genitore ha sempre la meglio e, per quanto ci riguarda, ha vinto su ogni timore o remora. Un giorno ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di reagire, di farlo con forza e determinazione, e non ci siamo più voltati indietro. Avremmo fatto tutto il necessario affinché Valentina potesse avere ciò che meritava, ossia una vita il più possibile normale. Certo è che ogni genitore vorrebbe sempre proteggere,

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

con tutte le forze, il proprio figlio dalle intemperie della vita, e questo è ancora più vero quando il figlio in questione ha una disabilità intellettiva. Ovviamente è un desiderio impossibile da realizzare per chiunque, nessun genitore può pretendere di avere il totale controllo del proprio figlio e di quello che gli accade intorno. Valentina all’inizio ha certamente sofferto della sua condizione, le stesse insegnanti a scuola ci evidenziavano le sue difficoltà e il conseguente isolamento che ne derivava». LO SPORT. L’opportunità di praticare sport si è fatta strada aprendo la porta di un futuro radioso per Valentina: «Lo è per lei e di rimando proseguono la mamma e il papà - per tutta la nostra famiglia. Un fratello più piccolo di lei di tre anni, Valerio, con cui ha instaurato un rapporto speciale, un grande amante dello sport non poteva che avere in questo frangente un ruolo determinante influenzandola positivamente, rendendola totalmente aperta a ogni genere di prova sportiva. Valentina ha subito compreso che la sfida colta con

straordinarie esperienze degli eventi vissuti in autonomia, lontana dalla famiglia d’origine e in compagnia di un’altra, nuova: il suo Team Special Olympics di Terni “Tutti in gioco”». IN AUSTRIA. Valentina ama im-

pegnarsi a fondo, è testarda e viaggia verso obiettivi sempre più ambiziosi. Il prossimo, il più vicino a livello temporale, è anche il più importante. È stata infatti convocata nel Team Italia ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics che si terranno in Austria dal 15 al 25 marzo 2017. Il suo sport è lo sci di fondo, disciplina che le permette di misurarsi ancora una volta con la sua voglia di arrivare con tutte le forze, così come recita il giuramento dell’atleta.

Valentina Pettinacci, classe 1980, Atleta Special Olympics

Special Olympics è soprattutto una competizione con se stessi. Per la prima volta era messa nelle condizioni di poter sperimentare le sue capacità e di sport Valentina ne ha fatto davvero tanto. Dan-

za classica e moderna, sfidando proprio un suo nemico: l’equilibrio. Ma anche pattinaggio, pallacanestro, tennis tavolo, rowing e canottaggio senza mai mancare ai Giochi Nazionali. I viaggi e tutte le

IL FUTURO. Valentina oggi è una donna. Appena diplomata, ha frequentato una borsalavoro come ausiliaria scolastica presso una scuola materna cittadina. Attualmente, con le stesse modalità, svolge le mansioni di aiuto commessa all’interno di un negozio equo solidale nel centro di Terni, inizialmente in affiancamento e da un mese cir-

ca in piena autonomia. «Lo sport per Valentina è stato un apripista per l’inserimento nel mondo del lavoro e della vita sociale». Oggi che si è sparsa la voce che sarà protagonista di un evento sportivo mondiale, tutti gli amici e i conoscenti la cercano per congratularsi con lei e augurarle buona fortuna. «Quando arrivò Valentina, ormai 36 anni fa, abbiamo avuto paura - concludono i genitori poi abbiamo preso coraggio e ci siamo impegnati per offrirle la possibilità di vivere una vita normale. Oggi lei è andata ben oltre ogni nostra aspettativa riconsegnandoci esperienze che poco hanno a che fare con la normalità di tutti i giorni che tanto desideravamo per lei. Il presente e il prossimo futuro di Valentina è straordinario. Ce ne rendiamo conto una volta di più nelle piccole cose, quando la vediamo giocare con il piccolo Diego, suo nipote. Gli mostra gli esercizi di ginnastica e indubbiamente lui da grande maturerà una grande forza di volontà. Questo perché oggi non potrebbe avere davanti agli occhi un esempio migliore». © Copyright Università Niccolò Cusano

Ci hanno provato il cinema e la televisione a caricare di appeal un mestiere come il professore di chimica, che forse non è in cima alla lista dei più piccoli quando gli viene chiesto quale professione sognano di fare da grandi. “Ore 9: lezione di chimica”, con tutto il collegio femminile innamorato del prof. Marini, è troppo datato nel tempo e il bianco e nero non aiuta. E poi c’è Walter White di “Breaking Bad”, il cui esempio non è certo il migliore per le generazioni del domani. Ma in Italia c’è un professore di chimica, Romeo Croce, la cui storia non ha nulla da invidiare a quelle della fiction e che vale la pena raccontare. Se andiamo un pochino, non troppo, indietro nel tempo, fino al 1978, troviamo un giovane laureando alle prese con una tesi sperimentale. «Durante la mia ricerca – racconta il professor Croce – ho scoperto che il solfato di ammonio, a contatto con l’acqua in una proporzione di uno a tre riusciva ad abbassarne istantaneamente la temperatura di 40 gradi». Da lì, sviluppa un’idea che è alla base di un oggetto che tutti abbiamo utilizzato almeno una volta nella vita: «Ho pensato a un doppio sacchetto, uno con l’acqua e l’altro con il prodotto chimico: rompendo quello più interno in modo molto COME FUNZIONA.

La scoperta risale al 1978 quando il suo inventore stava preparando la tesi di laurea semplice, magari un pugno, ne nasce una soluzione mescolata che si ghiaccia all’istante». GLI UTILIZZI. Il professor Cro-

ce, ormai molti anni fa, ha venduto il brevetto, facendo sviluppare l’idea a un’azienda e si è dedicato con passione all’insegnamento della chimica in un liceo di Palestrina, ormai dal 1984. Ma quella sua idea ormai è utilizzata in tutto il mondo, in particolare in campo sportivo: «Un tempo eravamo abituati a vedere medici, fisioterapisti, massaggiatori o anche i guardalinee utilizzare una bottiglia di acqua fredda per aiutare i calciatori in campo in caso di traumi. La mia scoperta, che ormai ha tanti nomi ma forse il più diffuso è Crio Pack, ha trovato un utilizzo perfetto nello sport proprio per una diversa efficacia in quanto produce una più rapida vasocostrizione». A tutti gli sportivi è capitato di usare questi sacchetti. La prossima volta, ricordiamoci che a inventarli è stato Romeo Croce, professore di chimica. © Copyright Università Niccolò Cusano

smartphone e tablet

Ecco l’applicazione che trova il Bancomat accessibile a tutti Si chiama B Map è gratuita ed è disponibile per ogni sistema operativo A chi non è capitato di dover andare alla ricerca di uno sportello bancomat e di dover consultare il web per trovare il più vicino, magari della propria banca? Pensate se, oltre a questo, sia necessario trovarne uno che sia accessibile anche a chi si trova su una carrozzina: si correrebbe il rischio di girare di-

verse filiali per trovarne una che non abbia gradini all’ingresso e magari proprio uno sportello alla giusta altezza o non troppo incassato nella parete. L’APP. Così, il Consorzio Ban-

comat, l’ente italiano proprietario di Bancomat e PagoBancomat, ha lanciato “B Map”, un’applicazione completamente gratuita che permette di geolocalizzare e suggerire il percorso agli ATM nei propri paraggi, con informazioni sulla loro accessiblità. L’applicazione, scaricabile su piattaforme Google Android, Microsoft Windows Phone e

L’interfaccia grafica di B Map nel momento in cui localizza i vari sportelli Bancomat

Apple iOS, si chiama rappresenta un’evoluzione grafica e funzionale della precedente applicazione GeoBancomat. COME SI USA. Una volta sca-

ricata la app sul proprio smartphone, è sufficiente attivare il Gps del dispositivo (o inserirne manualmente l’in-

dirizzo in cui ci si trova) per poter visualizzare tutta la lista di sportelli ATM presenti nei paraggi. A quel punto si può selezionare quelli della propria banca, e trovare le informazioni sul singolo sportello, utilizzando i filtri di ricerca che riporteranno le varie funzionalità, del quale si avran-

no ad esempio informazioni rispetto all’accessibilità per persone con disabilità fisiche o sensoriali, ma anche ai servizi attivi sulla singola postazione. Quindi B Map fornisce all’utente il percorso per raggiungere lo sportello, tramite Google Maps. © Copyright Università Niccolò Cusano


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 8 novembre 2016

cultura e disabilità

i mille volti della guerra Carlo Venditti ha raccontato il secondo conflitto mondiale attraverso le vicende umane di una periferia dell’Europa Fontana Liri, un piccolo centro della Ciociaria con 4 mila anime, una storia antica, agricoltura olearia e vinicola, piccoli allevamenti e un regio polverificio dell’Esercito che, a partire dalla fine dell’800, diede lavoro a centinaia di residenti nella zona. Posizione strategica quella di Fontana Liri, sulla via Casilina, a metà strada fra Roma e Napoli che si ritrovò al centro della storia per più di cento giorni, quelli noti come la battaglia di Montecassino, dal 12 gennaio al 19 maggio 1944. Fontana Liri era sulla Linea Gustav, creata dai tedeschi per contrastare l’avanzata delle truppe alleate verso Roma: Cassino sbarrava l’accesso alla Valle del Liri, unica via verso Roma. Il piccolo centro ciociaro, sul fiume Liri, si trovava a trenta km a nord di Cassino, nelle retrovie del fronte e per diversi mesi fu coinvolto negli scontri e divenne un obiettivo militare non secondario per l’aviazione alleata a causa del Polverificio in pieno centro urbano.

Tenente colonnello, è autore del libro “Fontana Liri 1940-45. Appunti per una storia” LO STUDIO. Un recente studio di Carlo Venditti, tenente colonnello dell’Esercito e appassionato storico di un territorio di cui lui stesso è originario, ci fa riscoprire a partire da quest’episodio centrale nel fronte sud della seconda guerra mondiale, attraverso decine e decine di vicende umane di uomini e donne di Fontana Liri, i mille volti della guerra, volti spesso conosciuti ma che questa volta ritroviamo in un complesso mosaico nel libro “Fontana Liri 1940-1945. Appunti per una storia”, Marvia Edizioni 2016. Si tratta di uno studio di microstoria, cioè dell’analisi di un’area geograficamente limitata, che ci riporta pagi-

na dopo pagina alle vicende della guerra mondiale e della grande storia. IL MATERIALE. Carlo Venditti,

nella sua ricerca sviluppata con materiale raccolto grazie ai testimoni dell’epoca o ai loro eredi, come pure attraverso interviste e la consultazione di ampie fonti archivistiche e bibliografiche, seguendo un percorso cronologico descrive le vicende dei fontanesi che combatterono praticamente su tutti i fronti della guerra in cui fu impegnato l’esercito italiano. Riporta le vicissitudini di quanti furono coinvolti nei vari schieramenti politici e ideologici, di quelli che rimasero sul territorio come vittime degli occupanti tedeschi e delle vicende belliche, come collaborazionisti o come oppositori, ma contemporaneamente fotografa il groviglio di relazioni che si stabilirono all’interno di questo piccolo mondo e al suo esterno, con una serie di realtà diverse, come ad esempio alcuni militari inglesi e americani che, fuggiti dalle prigioni tedesche, trovarono rifugio nelle campagne della cittadina ciociara.

I FONTANESI. Gli abitanti di

Fontana Liri arruolati nelle varie armi combatterono su tutti i fronti della guerra, spesso distinguendosi per la loro determinazione, che

non di rado si manifestò come vero e proprio eroismo, riconosciuto con 13 Croci al Merito di Guerra e un numero superiore di medaglie al valor militare. Alcuni furono coinvolti in eventi militari tra i più importanti e gloriosi della guerra, come nel caso del sergente maggiore Claudio Lucchetti del 10° Rgt Granatieri di Savoia, che partecipò all’epica battaglia di Cheren in Eritrea, dall’1 febbraio al 17 marzo, e fu poi schierato il 18 marzo con la sua compagnia in difesa di

Ad Teclesan, dove si guadagnò sul campo la Croce al VM, perché «trascinava con l’esempio e la parola la sua squadra a un contrassalto per la riconquista di un’importante posizione perduta da altro reparto». Claudio Lucchetti si ritirò poi con le truppe comandate dal Duca Amedeo d’Aosta, tra le quali c’erano altri due fontanesi Angelo Bianchi e Giuseppe Proia, in difesa dell’Amba Alagi, battaglia che terminò il 19 maggio con l’onore delle armi concesso ai militari italiani, come accadde poi ad Al Alamein nell’ottobre del 1942 a Costantino Bucci dell’8° Btg Guastatori della Folgore: «Alle 14.55 del 6 novembre - scrive Venditti dopo aver distrutto le armi, senza alzare le mani, senza bandiera bianca e con l’onore delle armi, avanguardia della colonna della Folgore, Bucci e le poche decine di sopravvissuti dell’8° Guastatori paracadutisti si arrendono alla 44^ D.F. britannica». Ma paracadutisti fontanesi del battaglione Nembo

combatteranno a Montecassino contro i tedeschi e i loro alleati della Repubblica Sociale Italiana , di cui Fontana Liri entrò a far parte nel momento della sua costituzio-

ne nel settembre del 1943. ANTINAZISMO. Dopo l’armisti-

zio, militari fontanesi sbandati nei vari fronti entrano nelle file della resistenza an-

tinazista, come in Montenegro e in Albania, nel battaglione Gramsci che partecipa alla battaglia per la liberazione di Tirana, mentre nella cittadina ciociara inizia la lunga stagione della guerra di retrovia, la retrovia del fronte di Cassino: occupazione tedesca, rastrellamenti, bombardamenti, azioni di sabotaggio, soccorsi ai prigionieri alleati, violenze, fame, solidarietà, paura. Poi la liberazione, ma non la fine delle violenze: le trappole esplosive lasciate dai tedeschi, le “marocchinate”, gli stupri e gli omicidi ricordati anche da Moravia ne “La Ciociara” del 1957. Nel libro di Carlo Venditti la microstoria di un piccolo centro laziale ci riporta alla grande storia dell’Europa di quegli anni, ai suoi drammi. Ma la lezione è la stessa: non esistono guerre sante, non esistono guerre giuste. Prof. Enrico Ferri docente di Filosofia del diritto e Storia dei Paesi islamici Università Niccolò Cusano

inclusione

Lo sport e la disabilità psicosociale L’articolo 30 delprincipali linee di rila Convenzioferimento alla base ne delle Naziodella pratica dello ni Unite, sui disport come diritritti delle persoto. Spesso si enfane con disabilità, tizza l’una o l’altra riconosce il diritdimensione in relato a queste persozione al tipo di disane di praticare lo Rafael de Asis bilità. sport in condizioni di parità con chiunque Attualmente distinguiamo altro. Anche se di solito col- quattro grandi situazioni di leghiamo lo sport al tempo disabilità: fisiche, sensorialibero e alla salute, quando li, intellettuali e psicosociali. consideriamo questa realtà Ognuna ha le proprie pecuin riferimento a persone con liarità e questa realtà spesso disabilità, sottolineiamo an- ci impedisce di trattare tutche che può diventare uno ti i disabili allo stesso modo, strumento di inclusione so- come pure di dare una riciale. Salute, tempo libero e sposta uniforme a tutte le inclusione sociale sono le questioni sociali che queste

situazioni generano. Così, ad esempio, sono note le difficoltà che esistono quando si tratta di inserire le esigenze della comunità dei non udenti nelle problematiche dei diritti delle persone con disabilità. Le persone sorde non vogliono essere considerate come persone con un deficit uditivo, ma come utenti della lingua dei segni. I membri della comunità dei non udenti lottano per il riconoscimento della loro specificità, mentre le persone con disabilità fisica, in genere non seguono questa strategia. La disabilità psicosociale spesso è descritta come una malattia,

mentre con altri tipi di disabilità di solito si evita questo approccio. Diversi approcci che sono stati adottati, e non si sarebbe potuto fare altrimenti, nell’esercizio degli sport. Nella disabilità fisica o intellettuale, la pratica sportiva è una questione di salute ma anche di inclusione, di lotta contro la discriminazione. Per la disabilità psicosociale, invece, lo sport è soprattutto un’attività di riabilitazione in termini di salute. Con le disabilità psicosociali ci si riferisce a coloro che sono in una situazione di disabilità che deriva da una

malattia mentale, la quale a sua volta interagisce con problemi sociali. Mentre nelle altre situazioni di disabilità non si utilizza il termine di malattia per definire tali status, quella psicosociale viene considerata come se fosse una malattia. Ci sono importanti studi che collegano lo sport con la stabilità emotiva, la capacità di elaborare, la memoria e l’autostima. Lo sport, infatti, fornisce non solo benefici fisici ma anche psicologici, quindi è importante nella prevenzione e nel trattamento degli squilibri psicologici. Questa situazione fa sì che

l’accesso alla pratica sportiva delle persone con disabilità psicosociali sia visto non tanto come un’attività inclusiva, che è quanto accade in altre situazioni di disabilità, ma piuttosto come prevalentemente riabilitativa. Tuttavia, è anche importante mantenere il riferimento all’inclusione, soprattutto se si tiene conto della situazione di queste persone e della visione sociale che si adotta nei loro confronti. Prof. Rafael de Asis Università Carlo III di Madrid Traduzione dal castigliano del prof. Enrico Ferri


martedì 8 NOVEMBRE 2016

università e ricerca

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la legge sfida la corruzione Le nuove normative per combattere il reato nella PA stanno dando i primi frutti. Ne parla il professor Puoti La nuova legge anticorruzione nella pubblica amministrazione sta dando i frutti sperati. Nei tribunali competenti, grazie alle novità introdotte, stanno aumentando le cause, segno che qualcosa sta veramente cambiando. «Si tratta di un grande passo avanti che abbiamo fatto in riferimento alla nostra normativa relativa soprattutto agli aspetti di funzionamento della pubblica amministrazione, ovvero la legge 190 del 2012 – sottolinea il professor Giovanni Puoti, preside della

«Gli elementi di contrasto sono aumentati con i sequestri preventivi» facoltà di Giurisprudenza e presidente del Cda dell’Università Niccolò Cusano Questa legge introduce una serie di elementi di contrasto alla corruzione e all’illegalità nella pubblica amministrazione. Ci sono nuove figure di reato e provvedimenti efficaci, come le forme di sequestro preventivo. Questa legge compor-

ruzione, creando una catena di controllo per avere la possibilità di evitare questi fenomeni. Ovviamente, si rivolge anche a soggetti che svolgono attività professionali legate alla pubblica amministrazione e a società private.

L’Università Niccolò Cusano ha attivato un master sul tema tra casi pratici e metodi d’indagine ta un’impalcatura che cerca di rendere più difficile il fenomeno corruttivo nella PA». Nella legge sono state declinate nuove fattispecie di reato nel codice penale: «Si tratta della concussione per induzione – spiega Puoti - La concussione è il reato che è previsto con riferimento a un soggetto che fa parte della pubblica amministrazione, mentre la corruzione è il reato del soggetto esterno che cerca di avere dei benefici dall’attività amministrativa. Questa nuova fattispecie prevede un soggetto, facente parte della PA, che esercita una pressione nei confronti del privato o del cittadino ma è indotto a farlo dal

comportamento stesso del cittadino». IL MASTER. Per un professio-

nista è indispensabile conoscere queste novità. Per questo, l’Università Niccolò Cusano ha avviato un master per spiegare la nuova legge anticorruzione: «Si tratta di un master che si rivolge a soggetti che sono all’interno della PA, sia amministrazione centrale che enti locali. Questo master è anche diretto a chi ha funzioni di vertice nelle amministrazioni. Se parliamo di comuni, mi riferisco al sindaco e agli assessori. La governance delle amministrazioni può prevenire fenomeni di cor-

Devono sapere esattamente come funzionano le cose. Nel corso del master, infatti, si parlerà di casi pratici e tecniche investigative». IL PESO SOCIALE. Corruzio-

ne per la quale paghiamo un caro prezzo: «Tutti i fenomeni sommersi sono conosciuti sotto un profilo pre-

suntivo, come per l’evasione fiscale. Tutto ciò che è evasione fiscale rientra nell’economia non ufficiale. Pensiamo al caso di un appalto pubblico che venga affidato al soggetto attraverso un fenomeno corruttivo. Il soggetto paga qualcosa per ottenere l’affidamento. È chiaro, a questo punto, che ciò che paga il soggetto non rimane a carico del soggetto stesso ma viene aggiunto a quello che è il compenso per il lavoro da realizzare. Quella commessa viene a costare molto di più perché c’è questo spread a livello corruttivo. A oggi, c’è una disciplina comunitaria in materia di appalti che viene richiamata dalla nostra legislazione. In passato, per evitare la gara si frazionava un’unica commessa in più lavori per procedere all’affidamento diretto. Questo non è più possibile». © Copyright Università Niccolò Cusano

Legge 0 giustizia, in onda su radio cusano campus Il programma “Legge o Giustizia”, condotto da Matteo Torrioli, è in onda su Radio Cusano Campo è dal lunedì al venerdì, dalle ore 20 alle ore 21. È realizzato in collaborazione con la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Niccolò Cusano.

medicina

Con il Prp c’è una soluzione per l’alopecia androgenetica La perdita dei capelli è senza dubbio il problema estetico che più assilla gli uomini, e che non risparmia il genere femminile. Non esistono soluzioni alla questione, o almeno fino a oggi. Infatti Pietro Gentile, chirurgo plastico dell’Università di Tor Vergata, ha condotto una ricerca sul tema, in collaborazione con biologi e specialisti di Anatomia patologica dello stesso ateneo romano, con una valutazione di un dermatologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, i cui sorprendenti risultati sono stati pubblicati su Stem Cell Translational Medicine Journal. La ricerca in questione riguarda l’utilizzo del Prp - plasma ricco di piastrine, un concentrato di fattori di crescita ricavati dal proprio sangue - per il trattamento di pazienti affetti in particolare da alopecia androgenetica su base ormonale, la forma più frequente di caduta di capelli che colpisce entrambi i sessi e molto più frequentemente i maschi. LA TECNICA. Finora, in tutto il mondo sono stati pubblicati appena 17 articoli scientifici sull’argomento, quattro dei quali sono proprio del professor Gentile. Quello pubblicato su Stem Cells TM descrive i risultati della ricrescita dei capelli e di arresto della caduta in 20 pazienti affetti da alopecia androgenetica che si sono sottoposti alla metodica per tre volte, a distanza di 30 giorni una dell’altra. Il protocollo prevede un prelievo di 55 ml di sangue dal paziente sottoposto a una specifica centrifugazione per 10 minuti al

termine della quale si otten- punture eseguite sul cuoio gono circa 23 ml di plasma capelluto vengono tollerate ricco di piastrine. Il soluto poiché costituiscono un faottenuto viene infiltrato sulla stidio e non un dolore vero e regione diradata. La vera no- proprio. Nei soggetti più senvità dello studio consiste nel sibili, però, può essere prafatto che sullo stesso pazien- ticata un’anestesia locale. Il te una metà del cuoio capel- proprio sangue è utilizzato luto affetta da alopecia è sta- in maniera sterile attraverta trattata con infiltrazione di so una procedura a circuito Prp e quella adiacente con chiuso che evita ogni forma infiltrazione di contaminazione. Per di placebo. I risultati ot- Il professor Gentile questo motenuti han- guida uno studio tivo deve esno dimostrasere eseguita che offre speranze to l’efficacia all’interno di della meto- per il problema una piccola dica con un della calvizie sala operatoria, anche se incremento medio di non si tratta 33.6 capelli in un’area tar- di un intervento chirurgico. get grande come una mo- Il trattamento viene eseguineta da due euro. to pertanto in regime ambulatoriale senza degenza, e la TOTALE SICUREZZA. Il Prp vie- sua durata è di circa 30 mine raccolto in siringhe do- nuti. Deve poi essere ripetate di microaghi e infiltrato tuto per tre volte a distanza localmente nelle aree affet- di 30 giorni, intervallato da te dall’alopecia androgeneti- controlli. ca. Non c’è necessità di anestesia generale né sedazio- INFILTRAZIONI. Un’altra granne: normalmente le micro- de novità rappresentata dal

fatto che il Prp viene infiltrato dal chirurgo con l’ausilio di uno strumento simile a una pistola, che consente di stabilire in maniera precisa la profondità di penetrazione dell’ago e la quantità di Prp da infiltrare. La stessa procedura, in passato, veniva compiuta integralmente a mano. Questa innovazione ha come vantaggio la drastica di riduzione del fastidio per il paziente durante la procedura. Infatti la mano del chirurgo, per quanto precisa e ferma, non potrà mai eseguire delle infiltrazioni alla stessa profondità o con la stessa quantità di Prp. Questo per il paziente si sarebbe potuto tradurre in dolore e fastidio, oltre a rendere la procedura piuttosto empirica. Il professor Gentile sta lavorando ancora al perfezionamento di questo sistema innovativo, insieme al chirurgo statunitense John Cole, e i suoi esiti devono essere assolutamente seguiti: che sia arrivata la soluzione alla calvizie? © Copyright Università Niccolò Cusano


VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 8 novembre 2016

cultura

la magia di Harry Potter si trasforma in concerto

Dal 2 al 4 dicembre all’Auditorium Conciliazione di Roma l’Orchestra Italiana del Cinema interpreterà la colonna sonora del primo episodio della saga sulle immagini del film La magia del maghetto più amato al mondo diventerà realtà nel fine settimana dal 2 al 4 dicembre all’Auditorium Conciliazione di Roma. Per la prima volta sarà possibile vedere “Harry Potter e la Pietra Filosofale” in cine-concerto. Sul palco, l’Orchestra Italiana del Cinema eseguirà dal vivo la colonna sonora del premio Oscar John Williams, in sincrono con le immagini, con dialoghi in italiano, proiettate su un grande schermo ad alta definizione. Il presidente dell’Orchestra Italiana del Cinema, Marco Patrignani, ha parlato dell’appuntamento intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma “Giochi a fumetti”

Marco Petrignani presidente dell’OIC: «Justin Freer sul podio a rileggere John Williams»

Perché è stato scelto “Harry Potter e la pietra filosofale”? «L’OIC è l’unica orchestra sinfonica dedicata esclusivamente alla promozione e all’interpretazione dello straordinario repertorio della musica da cinema. Portiamo l’eccellenza italiana nel mondo ma siamo preoccupati anche di fare il contrario, portare in Italia grandi titoli del panorama cinematografico mondiale. Sono anni che in questa specializzazione stiamo guardando ai titoli più ambiziosi e importanti, per questo siamo in contatto con tutte le maggiori case di produzione, come la Warner Bros. La scelta è arrivata in concomitanza con l’anteprima mondiale che è stata fatta all’Hollywood Bowl di Los Angeles, un trionfo con la vendita di oltre 18 mila biglietti in

“Harry Potter e la pietra filosofale” del 2001 è stato l’esordio cinematografico del mago di J.K. Rowling

gliosi di portare per la prima volta in Italia una nuova ed emozionante forma di spettacolo cine-musicale dal vivo. Il ruolo della musica nel film è cruciale, e questa è un’occasione unica per scoprire come il talento di Williams abbia contribuito a dar vita alla storia».

Cosa è un cine-concerto? «È una nuova forma di entertainment spettacolare ed estremamente coinvolgente. Si tratta di una proiezione di un film integrale, ma con la musica eseguita dal vivo da una formazione di oltre 80 elementi che suona in sincrono con il film. Un’esperienza inimmaginabile e da provare. A dirigere l’Orchestra sarà Justin Freer, tra i migliori direttori al mondo e specialista di questo genere. Si può solo immaginare la difficoltà di tenere sotto la propria bacchetta 80 musicisti con l’esecuzione delle meravigliose musiche di John Williams, in sincronia con il film in esecuzione».

Assistere a un cine-concerto può essere un modo per avvicinare i più piccoli alla musica? «Certamente. Se oggi Mozart fosse vivo scriverebbe per il grande cinema, che ha un enorme potere di suggestione rispetto a qualsiasi altra arte perché unisce l’emozione del visivo con quella della musica. Parliamo in questo caso di partiture anche estremamente complesse che sono una sfida per l’orchestra. Se ascoltiamo la “Sinfonia di Harry Potter” riusciamo anche a scoprire gli strumenti, a soddisfare la curiosità di associare in modo corretto un suono. Questo vale per i bambini, ma non solo. Parliamo, poi, di una pellicola trasversale: Harry Potter è rivolto sia ai più piccoli che ai più grandi. È una straordinaria occasione per rivivere il primo capitolo, fra l’altro in coincidenza con l’uscita del libro e del nuovo titolo cinematografico “Animali fantastici e dove trovarli”, prevista per il prossimo 17 novembre. Siamo in piena Potter-mania. Questo progetto nasce sotto una buona stella e speriamo di poterne condividere l’emozione nella maniera più ampia possibile con tante persone, di ogni età». © Copyright Università Niccolò Cusano

GIOCHI A FUMETTI IN ONDA SU RADIO CUSANO CAMPUS Il cinque volte premio Oscar John Williams

una serata. È un tour mondiale di cine-concerti lanciato da CineConcerts e Warner Bros, e noi siamo

onorati di unirci a questo sforzo e a questo concerto così emozionante e che gira il mondo. Siamo orgo-

fumetti

Condotta da Andrea Di Ciancio e Andrea Lupoli, la trasmissione radiofonica “Giochi a Fumetti”, dedicata al mondo dell’arte sequenziale e al gaming, va in onda su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) tutti i sabati dalle 11 alle 12.

Sam e la Grande Mela come non l’abbiamo mai vista Sam sta scrivendo un articolo. Una cosa complessa, che comporta che lui vada a vivere per due mesi a Manhattan e non parli assolutamente con nessuno. Ce la farà? Una sfida complicata, ambienta-

“Il suono del mondo a memoria” (Bao) è la nuova graphic novel di Giacomo Bevilacqua ta in una New York rappresentata con straordinaria intensità da Giacomo Bevilacqua, nella sua graphic novel “Il suono del mondo a memoria”, edito da BAO Publishing. L’autore romano è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, nel corso del programma “Giochi a Fumetti”.

Le atmosfere e il tratto grafico de “Il suono del mondo a memoria” ci permettono di raggiungere e di vivere una New York molto intensa. Come ci sei riuscito? «In realtà è partito tutto da una mia frustrazione. Avendo vissuto lì e avendo visto una città totalmente differente da quella che mi era stata proposta dai vari media, dai libri, da film e telefilm, fino a quel momento avevo l’obiettivo di dare giustizia a questa città. New York viene sempre rappresentata come fredda, cupa, distaccata. Io sono cresciuto con “Fuga da New York”, “Una poltrona per due”, “I guerrieri della notte” ma la città che ho conosciuto quando ho vissuto lì era molto diversa. Mi sono messo a studiare, soprattutto il colore, fino a raggiungere un risultato che per me poteva essere accettabile. In modo che

quello che mettevo sulla tavola rispettasse ciò che avevo nella mia testa. Ogni tavola che facevo era una sofferenza incredibile. Ho usato un pennello basico di Photoshop per tutto il fumetto. C’era gente che chiedeva cosa stessi usando quando pubblicavo le anteprime. La cosa difficile è stata cominciare, è stata una cosa che non avevo mai fatto prima: per la prima volta mi sono approcciato ai colori, sono stato malissimo per le ansie dei tempi di consegna, è stato praticamente un parto lungo due anni e mezzo». Meno saprete di questo libro fino al momento di immergervi nella lettura, più ve ne innamorerete. Ci anticipi qualcosa sulla storia di Sam? Ci sono elementi autobiografici? «Ho vissuto a New York tra il 2012 e il 2013. New York è

una città che dà tanti stimoli, la visione che il protagonista ha della città è la mia visione ma la storia di Sam non è autobiografica, non è la mia. Posso anticiparvi la storia a grandi linee, fino a pa-

«Racconto la mia visione della città ma non si tratta di un’opera autobiografica»

quando esce di casa. Lei potrebbe essere la donna della sua vita ma lui ha questa sfida da portare a termine». Sei stato ispirato anche sentimentalmente nello scrivere questa storia? «Sì, il motivo per cui sono andato a New York è che la mia compagna all’epoca lavorava per la sede di Manhattan di una compagnia italiana e io, potendo lavorare dove volevo, ho deciso di passare del tempo lì. Se non ci fosse stata lei, non ci sarebbero stati molti dei miei libri. A lei devo molto, io sono un fumettista che trascorre l’ottanta per cento del suo tempo in pigiama a casa: se non ci fosse lei a trascinarmi per i capelli fuori, io non vivrei le esperienze che poi tramuto in fumetti».

gina cinquanta, dopo è tutto spoiler. Il “Suono del mondo a memoria” è la storia di un giornalista che lavora per una rivista e decide di lanciare una sfida a se stesso, passare due mesi a Manhattan senza parlare con anima viva. New York accetta la sua sfida e rilancia, facendogli incontrare una ragazza tutti i giorni Il volume segna un mo-

mento di passaggio nella tua produzione? Dobbiamo salutare per sempre Panda? «Al momento sono impegnato su diversi fronti. Panda ha sempre bussato nel momento in cui aveva qualcosa da dire, ha sempre spinto lui per uscire, quello che ho raccontato in “Ansia la mia migliore amica”, è quello che lui ha voluto raccontare e c’è molto di personale in quella storia. È giusto avere un po’ di pausa adesso per lavorare su altri fronti. Panda tornerà quando sarà lui a deciderlo». Altri progetti per il futuro? «Sono impegnato in vari fronti, sto lavorando tra l’altro a una graphic novel che uscirà nelle edicole nel luglio del 2017 per la Sergio Bonelli. È un horror psicologico e cruento, saranno 130 pagine a colori». © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 8 novembre 2016

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la cusano E il calcio

Un numero uno da trenta e lode

Nicolò Manfredini è il portiere e capitano del Modena Laureato in Scienze motorie, ha già chiaro il suo futuro Oggi difende la porta del Modena indossando anche la fascia da capitano. Nell’estate del 2015 festeggiava, con i suoi compagni, la vittoria dell’Italia alle Universiadi contro la Corea del Sud padrone di casa. Nicolò Manfredini, estremo difensore classe 1988, sta disputando il Girone B della Lega Pro, raggruppamento che comprende squadre come Venezia, Parma e Reggiana. Il successo con gli universitari è stato di buon au-

Il vivaio dell’UnicusanoFondi

La serie positiva della Berretti non finisce più

«Mi interessa studiare l’atleta a 360 gradi magari combinando diverse discipline» «Quest’anno indosso la fascia Per me è un onore e una grande responsabilità»

Nicolò Manfredini, 28 anni, è al Modena dal 2012. Nel 2015 ha vinto la XXVIII Universiade a Gwangju, in Corea del Sud foto vignoli

spicio per Manfredini, che al ritorno in Italia ha trovato quella continuità che gli mancava: «L’esperienza in sé è stata unica - racconta il numero uno - non ero nemmeno a conoscenza dell’esistenza delle Universiadi prima di parteciparvi. Dal dormitorio, ai ragazzi, ai chilometri per andare agli stadi: mi ricordo proprio tutto. Il fatto di aver vinto ha reso unico questo viaggio. Lo stadio era pieno nel giorno della finale, fu una gara difficile fino alla parità numerica. Quando loro sono rimasti in dieci, abbiamo subito fatto gol e il match si è messo in discesa». OPPORTUNITÀ. Un’esperien-

za da cui sono poi sono nate amicizie che continuano ancora oggi: «C’è una chat con tutti i compagni in azzurro e ogni tanto ci sentiamo, per farci gli auguri o per sentire come sta andando la stagione». Le Universiadi sono state un’opportunità anche per la carriera di Manfredini: «A livello personale ho acquisi-

Ferrara, Manfredini ha diversi progetti per il futuro: «La cosa che mi interessa di più è studiare l’atleta a 360 gradi. Ho genitori psicologi, mi piacerebbe riuscire a combinare conoscenze diverse. Non so se sarà in una palestra, in un centro riabilitativo o se lavorerò come personal trainer, ma vorrei seguire a tutto tondo la persona. Per questo integrerò i miei studi, anche in base all’impegno calcistico. I master sono nel weekend e questo è un problema». A MODENA. Nel frattempo la foto vignoli

to una maggiore consapevolezza e maturazione. Nel Modena, nella prima parte della stagione passata, avevo giocato poco. Pian piano sono poi riuscito a conquistarmi il posto. È stata una mia scalata e mi ci voleva. Era da tanto che non avevo conferme sul campo».

DIFESA. In campionato il Mo-

dena sta lottando nelle zone calde della classifica ma vanta la miglior difesa del torneo insieme a Venezia e Reggiana: «Questo dato dimostra che lavoriamo bene sia come squadra sia come reparto. È chiaro che questo, però, lascia il tempo che trova se i

risultati poi non arrivano. Come portiere subire finora solo nove gol mi fa piacere. Una squadra che subisce poco alla lunga in campionato riesce a ottenere qualcosa». IL FUTURO. Laureato in Scien-

ze motorie all’Università di

concentrazione è tutta per il Modena: «Qui sto benissimo, da ormai cinque anni. Mi auguro che il Modena riesca a ritornare in Serie B. Lo scorso anno siamo retrocessi dopo un’annata particolare. Ho ancora un anno di contratto e mi auguro di togliermi altre soddisfazioni. Adesso ho anche la fascia da capitano quindi ho ancora maggiori responsabilità». © Copyright Università Niccolò Cusano

Primo posto in classifica per la formazione Berretti dell’UnicusanoFondi

La Primavera rossoblù supera la Virtus Francavilla e centra la sesta vittoria in sei gare E ora è difficile considerarla come una semplice sorpresa. La Berretti dell’UnicusanoFondi ha vinto sei partite su sei, viaggia al comando della classifica del proprio girone e lancia a tutte una sfida importante: quella di giocarsi fino in fondo le proprie carte per il passaggio alla fase finale. Il cammino della squadra di Alessandro Parisella è da applausi a scena aperta, quello che serve per proiettarsi alla fascia conclusiva del girone d’andata nel migliore dei modi e per prepa-

rare al meglio le tante sfide ancora in programma. Nel prossimo weekend i fondani dovranno osservare il proprio turno di riposo, ma dalle settimane successive la corsa riprenderà con grande verve e voglia di far bene. LE UNDER. E chi appare lan-

ciata più che mai è la coppia delle compagini Under 15 e 17 di Lega Pro, ancora una volta a segno in campo avverso. Doppio successo a Melfi e terza affermazione di fila per le due formazioni che adesso promettono davvero di essere una doppia mina vagante nei campionati Allievi e Giovanissimi, trovandosi a ridosso delle prime della classe. La condizione migliore per approcciarsi al derby regionale che i ragazzi diretti da Da-

nilo Ligori e da Dino Di Julio disputeranno domenica contro la Lupa Roma e che si annuncia davvero interessante. I REGIONALI. Come tutto da

seguire appare il percorso delle formazioni regionali partecipanti ai campionati Fascia B. Sia Allievi che Giovanissimi viaggiano al secondo posto nelle rispettive classifiche (i più piccoli non hanno ancora subito reti, unici insieme alla Viterbese nell’intera categoria) e hanno tutte le carte in regola per essere ancora protagonisti a lungo. E se dovesse arrivare anche il primo successo della Juniores Nazionale, lungamente atteso, allora il quadro potrebbe davvero essere ancor più scintillante. © Copyright Università Niccolò Cusano



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