Unicusano Focus 8 novembre

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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Special Olympics Lo sport regala l’autonomia

Musica Il cine-concerto a colpi di bacchetta

Cultura I mille volti della guerra

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Alice sabatini La più bella d’Italia nel 2015 è il capitano della squadra di pallacanestro per beneficenza BasketArtisti Unicusano

una miss

a canestro > A PAGINA II

LA VIGNETTA

il master della cusano

Corruzione nella PA: gli elementi di contrasto > A PAGINA V Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it

martedì 8 novembre 2016 www.corrieredellosport.it

il punto

La “cattiva” comunicazione

D

ispensare sapere e formare gli studenti non è l’unica funzione dell’università. Il suo ruolo è anche quello di svolgere funzioni critiche, rispettando di fatto le prerogative con cui l’istituzione era nata. Fin dai tempi di Aristotele ci sono stati gruppi di persone che si riunivano, che parlavano tra loro, pensavano e quindi dialetticamente trasmettevano opinioni. Anche oggi, questa dovrebbe essere la funzione principale dell’università, a maggiore ragione oggi in un momento di crisi non solo economica, ma anche culturale e ideologica. E la critica deve essere una sorta di stimolo per migliorare. Ultimamente, si sente parlare frequentemente di “buona comunicazione”, anche se spesso l’aggettivo può portare fuori strada ed essere letto con toni quasi provocatori. In alcuni casi viene da pensare: «Se questa è buona comunicazione, figuriamoci cosa può essere la cattiva comunicazione». Un esempio calzante riguarda i dati Istat sulla produzione industriale dello scorso agosto rispetto a quello del 2015. Molti italiani hanno ascoltato alla radio o alla televisione, letto sui giornali o sul web, che «la produzione industriale è aumentata del 4,1% rispetto a un anno fa». Per questo, dovremmo essere tutti contenti. I più entusiasti devono aver pensato che siamo usciti dalla crisi, visto il recupero di questo 4,1 per cento. Ma c’è un particolare da far notare: il mese di agosto del 2016 ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto ad agosto 2015, cioè 22 contro 21. Un giorno lavorativo in più comporta una produzione del 4%, circa. Perché, quindi, sbandierare il fatto che ci sia stato un aumento? Lo stesso Istat, in modo molto ambiguo, ha aggiunto nella sua comunicazione che il dato era stato «corretto per gli effetti di calendario; l’indice è aumentato in termini tendenziali del 4,1 per cento». A me sembra che questa frase non sia del tutto chiarificatrice e questo è un esempio di una “non buona comunicazione”. Giovanni Puoti Preside della Facoltà di Giurisprudenza e Presidente del Cda Università Niccolò Cusano


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