UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
Medicina Una sindrome nemica del cuore
Special Olympics Opportunità senza confini
Alla Cusano La mente dietro i successi sportivi
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fabrizio frizzi Fino a domenica 18 Telethon raccoglie fondi per la lotta alle malattie genetiche rare Il conduttore: «La scienza può compiere miracoli»
faccio il tifo per la
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LA VIGNETTA
ricerca Referendum
Dal ‘46 a oggi il Paese nelle mani del popolo > A PAGINA IV Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it
martedì 13 dicembre 2016 www.corrieredellosport.it
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IL PUNTO
Imu e Tasi alla cassa
N
oi italiani siamo un popolo di grandi risparmiatori e, da sempre, l’acquisto di immobili rappresenta una tipologia d’investimento che incontra il massimo gradimento. La crisi economicofinanziaria degli ultimi anni ha ostacolato l’esercizio di questa preferenza, ma da alcuni mesi il mercato immobiliare sta tornando al centro dell’attenzione. Meno graditi - ed è un eufemismo - risultano la frammentazione, spesso foriera di confusione, del prelievo fiscale e, soprattutto, il momento in cui si devono pagare tasse e imposte che colpiscono il patrimonio immobiliare che si riesce a costruire con grande sacrificio. In questo senso, il 16 dicembre - data in cui bisogna procedere al versamento del saldo di IMU e TASI - è un giorno che elimineremmo volentieri dal calendario. Una volta tanto, ci avviciniamo alla fatidica scadenza senza una particolare apprensione, vista la minore difficoltà di calcolo legata al fatto che per il 2016, nella stragrande maggioranza dei casi, le aliquote previste dai Comuni - che avevano già raggiunto il livello massimo e, quindi, non si potevano più aumentare - sono analoghe a quelle del 2015. Ciò determina, in assenza di variazioni del patrimonio immobiliare nel 2016, un ammontare del saldo che sarà perfettamente analogo all’acconto versato il 16 giugno. In ogni caso, sul portale del Dipartimento delle Finanze sono consultabili le delibere comunali da cui risultano le aliquote applicabili - che dovevano essere trasmesse al MEF entro il 28 ottobre - e sul sito Internet dei Comuni si possono esaminare le istruzioni che spesso sono pubblicate in ausilio ai contribuenti. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università Niccolò Cusano SEGUE A PAGINA III
II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 13 dicembre 2016
ricerca
Con “L’Eredità”
con mara
Un traguardo da record su RaiUno
In 2,5 milioni per la serata inaugurale
Lo scorso 1 dicembre, “L’Eredità” è diventato il quiz più longevo della televisione italiana. Il programma condotto da Fabrizio Frizzi ha tagliato il traguardo delle 3.502 puntate superando “La Ruota della Fortuna”.
Il Telethon Show, la serata inaugurale della maratona televisiva iniziata domenica sera, ha avuto circa 2,5 milioni di spettatori per uno share superiore al 10 per cento. Alla conduzione Fabrizio Frizzi e Mara Venier.
il numero solidale sarà attivo fino al 20 dicembre
45510
Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3, Postemobile, CoopVoce e Tiscali
fabrizio frizzi il maratoneta della ricerca Anche quest’anno è conduttore di Telethon: «La considero una meravigliosa responsabilità, ci sono vite da salvare» La ricerca scientifica può compiere miracoli. Ma ha bisogno del sostegno di tutti noi. Parte da questa premessa Telethon, la maratona televisiva inaugurata domenica sera sulle reti Rai e che proseguirà per tutta la settimana. L’obiettivo della raccolta fondi è far avanzare la ricerca verso la cura delle malattie genetiche rare. «Per salvare delle vite», come ricorda Fabrizio Frizzi, con-
stare attenti a usare le parole giuste, i toni giusti. È un’avventura che fa sentire molto soddisfatti ma che fa tremare i polsi quando il pensiero va ai bambini malati, alle loro famiglie e al ruolo dei ricercatori che, se sostenuti, sono capaci di compiere miracoli».
Come ci si prepara a raccontare storie così difficili? «Conoscerle in anticipo è non solo una forma di rispetto nei confronti di queste famiglie ma anche un modo per prepararsi a trasmetterle al pubblico. Personalmente, studio i video e i copioni e li riscrivo seguendo la mia sensibilità e la mia curiosità. È importante che le famiglie si sentano a casa quando vengono in studio: abbiamo il desiderio di
Contro le malattie genetiche rare: «Gli italiani hanno sempre dimostrato grande generosità»
Con BasketArtisti Unicusano: «Siamo un gruppo di amici che fa del bene divertendosi»
duttore insieme a Mara Venier della serata d’apertura e di altri appuntamenti Rai della settimana. «È una meravigliosa responsabilità, al servizio di una straordinaria squadra di ricercatori».
essere utili, non lo facciamo come un compitino ma con la forza di chi sa che sta facendo una cosa diversa. Ci tengo a dire che non prendo compensi per Telethon e che sentirla come una missione è un piacere, proprio come quando si fa del volontariato avendo coscienza di ciò che si sta facendo».
Per la 17esima volta sei tra i conduttori di Telethon. Professionalmente e umanamente, cosa rappresenta per te questa maratona? «È un grande onore e, allo stesso tempo, un grande onere perché bisogna
Da quando sei nella squadra di conduttori di Telethon il mondo è cambiato. Oggi è più facile fare una donazione istantanea tramite sms, ma, negli ultimi
anni soprattutto, le condizioni economiche del Paese sono peggiorate. Le risposte del pubblico come si sono adeguate? «Negli anni ’90, quando ho cominciato, per donare c’era solo il telefono di casa. Non esistevano ancora gli sms. E ora si può donare anche tramite Internet. All’inizio però c’era molta diffidenza: la gente si chiedeva dove andassero a finire i soldi. Oggi, invece, Telethon è considerato una realtà importantissima e affermata: tutti indossano la stessa maglietta per fare gioco di squadra a favore della ricerca. E, nonostante gli anni di crisi e preoccupazioni, la cifra raccolta non è mai scesa. Lo trovo stupefacente, meraviglioso. Anche quest’anno contiamo sulla generosità degli italiani per cambiare il destino delle famiglie colpite dalla malattia». Per solidarietà scende in campo anche la BasketArtisti Unicusano di cui fai parte. Che rapporto hai con il basket, tu che sei legato alla città di Bologna, una delle capitali della pallacanestro italiana? «Sono tifoso della Virtus, che ha attraversato periodi decisamente migliori, ma ho sempre guardato con simpatia anche alla Fortitudo. Spero che tor-
nino entrambe ad alti livelli e alle grandi sfide di una volta. Con BasketArtisti Unicusano ci mettiamo in gioco tra amici, senza dimenticare il piacere di condividere il parquet con un gigante come Antonello Riva. Ci sono un sacco di amici attori, presentatori e giornalisti di altre reti televisive che difficilmente si avrebbe modo di vedere in altri contesti. Ci divertiamo facendo del bene, quindi è senz’altro un’esperienza positiva». Recentemente sei stato ospite al campus dell’Università Niccolò Cusano. Che impressioni hai avuto, che rapporto avevi con lo studio? «È stato un bellissimo incontro, sono rimasto molto colpito dalla struttura del campus. Mi ha fatto anche immaginare che quando avrò più tempo potrei ricominciare a studiare. A 24 anni, lasciai Giurisprudenza perché il lavoro incombeva. Mi si presentò un’occasione troppo importante e dovetti abbandonare i libri. Non ne ho mai fatto un motivo di vanto perché studiare è fondamentale nella vita delle persone. Per questo penso che, anche grazie alla modernità delle università che uniscono la telematica alla presenza, mi piacerebbe riprovarci». © Copyright Università Niccolò Cusano
Fabrizio Frizzi, speaker di eccezione negli studi di Radio Cusano Campus
«Il Campus della Cusano mi ha fatto venire voglia di ricominciare a studiare»
Fabrizio Frizzi insieme al Magnifico Rettore dell’Università Niccolò Cusano Fabio Fortuna
salute
Stile di vita corretto e dieta sana contro la sindrome metabolica Si scrive sindrome metabolica ma si legge come un aumento del rischio di problemi cardiovascolari. Ma come si manifesta e come si può prevenire? Ne ha parlato il professor Claudio Letizia, docente di Medicina interna all’Università La Sapienza di Roma, durante la diretta del programma “Genetica Oggi”, in onda su Radio Cusano Campus. Professore, cos’è la sindrome metabolica? «È una costellazione di fattori di rischio tra loro collegati e di origine metabolica, che promuovono lo sviluppo di patologie cardiovascolari. Veniva una volta chiamata anche “sindrome X” o “sindrome del quartetto mortale”, in quanto in questa sindrome la possibilità di
avere eventi cardiovascolari (e mortalità) è decisamente maggiore, se non il doppio, rispetto a chi non la ha». Quali sono le sue caratteristiche? «Dobbiamo dire che la sindrome metabolica può manifestarsi quando abbiamo almeno tre delle seguenti caratteristiche: l’accumulo di grasso in sede addominale; nell’uomo quando si supe-
rano i 102 cm e nella donna quando si superano gli 88 cm; elevati valori dei trigliceridi (più di 150 mg/dl) con bassi valori del colesterolo buono Hdl (meno di 40 mg/dl nell’uomo e 50 mg/ dl nella donna); un aumento della glicemia a digiuno (maggiore di 110 mg/dl) e valori di pressione arteriosa superiore a 130 per la massima e al valore di 85 per la minima».
genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.
Cosa fare, allora, per mantenere questi valori entro un margine di sicurezza? «C’è da dire che questa sindrome è particolarmente prevalente nella popolazione generale: si conta che circa il 30% delle persone adulte ne siano affette. Nei pazienti con diabete di tipo 2 si arriva addirittura all’80 per cento. È un quadro clinico che aumenta con l’età soprattutto dopo i 60 anni. Per ciò che concerne il trattamento della sindrome metabolica, diventa fondamentale perdere peso corporeo. Si raccomandano cibi ricchi di nutrienti ma poco calorici, come per esempio frutta e verdura. Legumi in sostituzione proteica della carne o in alternativa utilizzare il pesce, in modo particolare quello azzurro, come sar-
de, sardine e sgombri ricchi di Omega 3. I cereali come pasta, riso e pane non devono essere demonizzati e possono essere assunti con moderazione. Piccole quantità, poi, di olio d’oliva e alcuni frutti secchi come noci e mandorle. Per ciò che concerne l’idratazione, via libera ai sei bicchieri di acqua oligominerale ogni giorno e al tè verde, perché ha proprietà vantaggiose in termini cardiovascolari. Yogurt magro e ricotta possono essere mangiati mentre sono da evitare i cibi ricchi di grassi e colesterolo Ldl, come i formaggi molto grassi, le carni rosse e quelle di suino. Fondamentale, infine, lo stile di vita: smettere di fumare e fare un’attività fisica regolare». © Copyright Università Niccolò Cusano
Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it
martedì 13 DICEMBRE 2016
cultura e ricerca
Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
nella giungla di Imu e tasi
Venerdì 16 dicembre è il termine ultimo per versare il saldo 2016 Fabio Fortuna, Rettore della Cusano, ci guida nel dedalo di norme sitari oltre i sei mesi - godono di una riduzione pari al 25% dell’imposta dovuta, già applicabile prima del 16 giugno in occasione del versamento dell’acconto. I terreni agricoli posseduti e utilizzati da coltivatori diretti e da Iap sono esenti da IMU e TASI; gli altri terreni, come quelli concessi in locazione sono soggetti a IMU, ma sono esclusi dal campo d’applicazione della TASI.
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La base imponibile sia per l’IMU che per la TASI relative ai fabbricati si determina moltiplicando la rendita catastale rivalutata del 5% per gli appositi coefficienti (160 per le abitazioni, 140 per i laboratori, 65 per gli opifici, 55 per i negozi, ecc.). Nel caso di comproprietari, i tributi vanno versati da ciascuno secondo la percentuale di possesso e nell’ipotesi di periodi inferiori all’anno, i mesi devono essere conteggiati per intero quando si superano i 15 giorni. La novità fondamentale, frutto della previsione contenuta nella legge di bilancio del 2016, riguarda l’eliminazione della tassazione - sia IMU che TASI - per la prima casa, a condizione che sia adibita ad abitazione principale, cioè unità immobiliare nella quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente; rimangono esclusi soltanto gli immobili appartenenti alle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville) e A/9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici). Nella legge di bilancio definitivamente approvata mercoledì scorso, non c’è traccia di reintroduzione di IMU e TASI per la prima casa; è quindi confermata l’esclusione anche per il 2017. L’agevolazione riguarda anche le pertinenze dell’abitazione principale comprese nelle categorie C/2 (magazzini e locali di deposito), C/6 (stalle, scuderie, rimesse e autorimesse) e C/7 (tettoie chiuse e aperte), nella misura di un’unità pertinenziale per
ciascuna categoria catastale. Sono equiparati a prima casa, sempreché non rientrino nelle categorie di lusso precedentemente richiamate, determinati immobili (ne riportiamo alcuni a titolo esemplificativo): unità appartenenti a cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari; alloggi sociali; casa coniugale assegnata al coniuge, a seguito di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio; unico immobile posseduto e non concesso in locazione, dal persona-
le in servizio permanente appartenente alle forze armate. Si segnalano poi ulteriori agevolazioni, tra le quali: l’abitazione - ovviamente non compresa nelle categorie di lusso e soltanto in presenza di determinate condizioni (abitazione principale, registrazione del contratto, ecc.) - concessa in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado ha un abbattimento pari al 50% della base imponibile, analogamente a immobili storici o inagibili; gli immobili ceduti in locazione a canone concordato - ad esempio, quelli stipulati con studenti univer-
Il pagamento da parte delle persone fisiche, non titolari di partita IVA, può essere effettuato attraverso il modello F24 (ordinario o semplificato) cartaceo o telematico o mediante bollettini postali. Dal 2014, nell’ipotesi di importi superiori a 1.000 euro il versamento doveva essere effettuato online; l’obbligo è venuto meno per effetto della recentissima entrata in vigore della legge 193/2016 di conversione del Decreto fiscale che ha previsto nuovamente la possibilità di pagare con modello cartaceo direttamente allo sportello, a condizione che non ci siano compensazioni con crediti d’imposta o contributivi vantati dal contribuente; ciò renderà più agevole il versamento per quei soggetti che non hanno sufficienti abilità informatiche o che comunque preferiscono le modalità tradizionali. Il limite minimo, riferito all’imposta complessivamente dovuta per gli immobili situati nello stesso Comune, non deve essere - salvo differente orientamento dei singoli Comuni che possono deliberare in merito inferiore a 12 euro. L’ultimo aspetto di questa sintetica analisi riguarda i pagamenti effettuati dopo
il termine previsto. Omessi o tardivi versamenti possono essere regolarizzati con il cosiddetto ravvedimento secondo le seguenti modalità: sprint, da esercitare entro i 14 (per le sole imposte) o i 30 giorni (per sanzioni e interessi) successivi al termine previsto, con lo 0,1% per ogni giorno di ritardo; breve, per imposte pagate da 15 a 30 giorni oltre la scadenza, con l’1,5% fisso; entro 90 giorni, cioè praticato dal trentunesimo al novantesimo giorno, con l’1,67% fisso; lungo o annuale, per le imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali, dal novantunesimo giorno successivo al termine per la presentazione della dichiarazione fino a quello previsto per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale si è commessa la violazione, con il 3,75% fisso. I Comuni hanno cinque anni di tempo per contestare le eventuali violazioni commesse in relazione all’anno 2016. Quindi, l’ente potrà notificare un avviso d’accertamento entro il 31 dicembre 2021. Evitiamo d’incorrere in omissioni, ritardi ed errori nei versamenti. Pesa a tutti versare tasse e imposte ma consoliamoci pensando che l’incremento della loro entità dipende dal miglioramento delle nostre condizioni patrimoniali e reddituali. Avviciniamoci alle scadenze fiscali con maggiore serenità. Certo, sarebbe anche giusto che l’art. 53 della Costituzione fosse applicato con puntualità e correttezza. Ma questa è un’altra storia. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università Niccolò Cusano
fattori di crescita
Chirurgia, verso le nuove frontiere della rinoplastica Per chirurgia plastica rigenerativa si intende quella branca della chirurgia plastica dedita allo studio, alla sperimentazione e all’attuazione di nuove tecniche medico-chirurgiche che mirano a rigenerare e non più a sostituire organi e tessuti danneggiati al fine di restituirne funzione e integrità. Tutto con relativa “poca invasività di approccio” consentendo al paziente di avere un decorso post-operatorio rapidissimo. Gli ultimi ritrovati scientifici nel campo delle scienze mediche rigenerative sono stati presentati al Congresso internazionale di chirurgia plastica rigenerativa che si è da poco tenuto a Roma. LA TECNICA. Si è parlato di “biotecnologie nella rinoplastica”, un valido e innovativo supporto alle tecniche tradi-
zionalmente utilizzate per il naso: il paziente fa un prelievo ematico utile a preparare il suo PRP (Plasma ricco di piastrine). Tale prelievo potrà costituire un utile scaffold da utilizzare in combinazione con microinnesti di condrociti derivati dalla cartilagine del setto nasale, con procedura di centrifugazione meccanica, per correggere deficit cartilaginei e dei tessuti molli nelle varie aree nasali, che il più delle volte possono costituire una problematica di difficile risoluzione con le metodiche convenzionali a disposizione. «La nuova tecnica si attua da poco più di un anno – spiega il professor Valerio Cervelli, direttore di Chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Università di Roma Tor Vergata – E i risultati sono stati pubblicati su varie riviste di carattere internazionale. C’è un gran-
Il professor Valerio Cervelli
de interesse nei confronti di questa tecnica: spesso ho dovuto operare nasi sottoposti a precedenti interventi chirur-
gici per cui ho riscontrato carenza di tessuto autologo cartilagineo, mentre con questa tecnologia si riesce a ovviare a queste problematiche. Siamo riusciti, inoltre, a utilizzare frammenti cartilaginei che normalmente non sarebbero serviti – prosegue il professor Cervelli – inglobandoli in una placca di gel piastrinico solidificato, riuscendo a ottenere la forma desiderata per ricostruire la parte mancante dopo un classico intervento di rinoplastica. Tengo a precisare – conclude il professor Cervelli – che questo intervento, pur essendo altamente tecnologico, non può sostituire la tradizionale rinoplastica ma può aiutare a raggiungere obiettivi di estetica e di ricostruzione in maniera più semplice e meno traumatica per il paziente». © Copyright Università Niccolò Cusano
IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
cultura e università
martedì 13 dicembre 2016
monarchia o repubblica? il padre dei referendum Il voto popolare sulla riforma costituzionale ha riportato alla memoria quello del 1946 quando gli italiani furono chiamati alle urne per decidere la forma di governo del Paese Dal 2 giugno 1946 al 4 dicembre 2016. Dopo 70 anni gli italiani sono tornati alle urne, stavolta per un referendum confermativo costituzionale, all’epoca per scegliere tra monarchia e repubblica: la Costituzione non era ancora nata. Dall’attualità alla storia: in occasione del referendum sulle riforme di Renzi, su Radio Cusano Campus, a “La Storia Oscura”, è stata approfondita quella storica consultazione
Il professor Caroli della Cusano: «Fu il passaggio per stabilire nuovi equilibri politici» che fece nascere la repubblica italiana. Insieme al professor Giuliano Caroli, professore associato di Storia delle relazioni internazionali all’Università Niccolò Cusano, e Fabio Camillacci - che cura e conduce la trasmissione è stata analizzata l’influenza internazionale su quel voto di 70 anni fa. MOMENTO DELICATO.
«Ci fu una grande cautela da parte di tutti - ha spiegato il professor Caroli - anche per timori di eventuali ripercussioni in campo internazionale in un momento particolarmente delicato per l’Italia. A partire dal governo De Gasperi, il Paese era impegnato interamente a redigere il trattato di pace. Non avevamo voce in capitolo naturalmente, ma si cercava di limitare gli aspetti più punitivi nei confronti dell’Italia, che agli occhi degli Alleati, degli anglo-americani e in particolare dei britannici, era pur sempre un Paese che aveva perso la guerra e quindi doveva pagarne le conseguenze. Senza dimenticare che, proprio in quel momento, si stavano decidendo le sorti della frontiera italiana nord-orientale: Trieste in bilico, la Venezia-Giulia, l’Istria, parte della Dalmazia. Insomma, territori in cui era presente la popolazione italiana».
INGERENZE. In tutto questo, proprio prima di quel referendum, ci fu il famoso intervento di De Gasperi in sede di consiglio dei ministri degli Esteri alleati, per perorare la causa italiana: «Perché c’era grande preoccupazione da parte soprattutto degli anglo-americani per quanto riguardava il nesso tra scelta istituzionale e ruolo dell’Italia. Non dimentichiamo infatti - ha sottolineato il docente della Cusano - che all’epoca al governo con la Dc c’erano Pci e Psi. Nel 1946, De Gasperi contava anche sulla partecipazione dei comunisti al governo, per garantirsi il benvolere dell’Urss di Stalin, proprio per quanto riguardava il recupero dei territori italiani, soprattutto la Dalmazia e l’Istria rivendicate dalla Jugoslavia di Tito che era schierata dalla parte dei vincitori della seconda guerra mondiale. Questo per dire che il referendum tra monarchia e repubblica si svolse in uno scenario quasi surreale, proprio perché l’Italia era ancora un paese occupato. Vigeva ancora il regime armistiziale sul piano dei rapporti con i Paesi vincitori e soprattutto con gli anglo-americani. Più con gli Stati Uniti che col Regno Unito per la verità». USA E GRAN BRETAGNA. Gli Al-
leati, pertanto, osservavano con interesse la situazione italiana, anche se avevano idee diverse: «Sia gli inglesi che gli americani - ha confermato Caroli - avevano molte perplessità su questo atto autonomo da parte delle autorità politiche italiane, cioè scegliere tra il mantenere la monarchia come forma istituzionale di stato o passare alla repubblica. Dovendo scegliere, gli Alleati vincitori si schierarono: gli inglesi erano per confermare la monarchia in Italia, se non altro per garantire la continuità con lo stato italiano precedente; mentre gli americani mantennero una posizione attendista, quasi si defilarono e restarono neutrali, pur augurandosi una vittoria della repubblica. Per gli
mevano che in Italia potesse esplodere una nuova guerra civile e avevano paura che il nostro paese si trasformasse in un elemento di destabilizzazione dell’intera area mediterranea. Fondamentalmente, inglesi e americani si chiedevano: che Italia nascerà da questo referendum? E soprattutto, l’Italia si schiererà con l’Occidente o con Mosca?». BROGLI? Un altro grande pun-
Raccontare la storia per capire l’attualità La “Storia Oscura” in onda dal lunedi al venerdi dalle 13.00 alle 15.00. Un programma nato per raccontare, analizzare e approfondire i fatti del passato: dalle origini ai giorni nostri con l’obiettivo di far luce su fatti ed eventi storici avvolti nel mistero. D’altronde, la ricerca della verità è sempre stato il desiderio principale di Niccolò Cusano.
Usa era importante la stabilità dell’Italia. Sia Gran Bretagna che Stati Uniti, al di là di tutto, erano però preoccupati dalla presenza dei comunisti al governo. Sì, anche il Regno Unito, nonostante la sconfitta elettorale del conservatore Churchill a vantaggio dei laburisti. Complessivamente, Stati Uniti e Gran Bretagna te-
to interrogativo furono i brogli. Se ne parlò all’epoca e se ne parla ancora oggi: «Non ci furono brogli - ha risposto il professor Caroli - ma restano luci e ombre su quel voto del 2 giugno 1946. Però si è appreso che anche sommando le schede bianche e quelle nulle, sparite misteriosamente nel nulla, avrebbe comunque vinto la repubblica, alla luce degli oltre 2 milioni di voti in più». I NODI. Altri passaggi impor-
tanti: chi avrebbe deciso la nuova forma dello Stato italiano? L’Assemblea costituente o direttamente il popolo attraverso un referendum? Gli Stati Uniti insistettero per un referendum, i partiti di sinistra erano contrari. Si arrivò così al 27 febbraio 1946, quando, al Consiglio dei ministri, De Gasperi propose un referendum istituzionale da tenersi lo stesso giorno delle elezioni per l’Assemblea costituente. Proposta accettata e formalizzata con decreto luogotenenziale il 16 marzo.
do scappò lasciando l’Italia nel caos. Poi esplosero altre polemiche quando alla fine dell’aprile 1946, il re abdicò in favore del figlio Umberto II per andare in esilio in Egitto, dove morirà. Una decisione che fu fortemente criticata, soprattutto perché concordata con i partiti che erano al governo. Il fronte favorevole alla repubblica si indignò, perché considerò la mossa di Vittorio Emanuele III come un tentativo di rivalutare la monarchia».
RE IN FUGA. La data delle ele-
ferendum di 70 anni fa, rappresentò un passaggio obbligato per definire i nuovi equilibri politici e risolvere la questione istituzionale. Prevalse la repubblica, dalle urne uscì un Paese spaccato in due ma comunque pronto a unirsi, a rimboccarsi le maniche, per risollevarsi dai disastri della seconda guerra mondiale.
zioni a suffragio universale, per la prima volta infatti votavano anche le donne, è fissata per domenica 2 giugno 1946: «Ma la data che segna l’inizio del declino della Monarchia in Italia - ha concluso il professor Caroli - è l’8 settembre 1943. Gli italiani non perdonarono a Vittorio Emanuele III la fuga, quan-
EQUILIBRIO. Quello storico re-
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all’università niccolò cusano
Un Master per gli psicologi dello sport Nel panorama della psicologia applicata allo sport si è registrato, negli ultimi anni, un crescente fiorire di tecniche e metodi finalizzati allo sviluppo della performance dell’atleta, indipendentemente dalle caratteristiche dello stesso, amplificando al limite dell’esasperazione una visione fortemente centrata sul potenziamento indifferenziato della prestazione. I contributi derivanti dalle neuroscienze ci indirizzano invece verso una prospettiva che tende a superare la concezione parcellizzata dell’atleta, stimolando l’adozione di una visione nella quale l’integrazione delle risorse e dei linguaggi diventi elemento fondamentale per lo sviluppo dell’individuo e, quindi, dell’individuo che pratica sport.
NECESSITÀ. Per questo l’Uni-
versità Niccolò Cusano propone il Master in I livello dal titolo “Allenarsi per allenare il Sé psicocorporeo degli atleti – Sperimentazione attiva di tecniche bioenergetiche applicate allo sport”, afferente alla Facoltà di Psicologia per l’Anno Accademico 2016/2017. «Ci siamo chiesti quanti allenatori o tecnici avessero avuto un training di allenamento mentale. E la risposta è stata poco confortante – racconta a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Ateneo, il dottor Aldo Grauso, psicologo dello sport, psicoterapeuta, componente dell’Equipe Sanitaria Nazionali Lnd Figc e membro del Collegio dei Docenti del Master - Si pensa che l’allenamento mentale sia innato ma non è così, e i
candidati che parteciperanno al Master avranno le competenze che al momento mancano nel mondo dello sport. È un percorso che mette insieme contenuti tipici della psicologia dello sport, quindi competenze cognitive, con quelle che per il mondo dello sport sono qualcosa di ancora sconosciuto. Parlo della disciplina della bioenergetica, una specializzazione della psicoterapia, proposta attraverso una serie di sperimentazioni già applicate, ad esempio nel tennis, nel calcio, nel golf e nel volley». LA VISIONE. «Il Master della Cusano – continua il dottor Grauso - unisce degli elementi più qualitativi della percezione di ogni movimento con prassi di psicologia sportiva
che vanno a lavorare sulla performance e su criteri cognitivi di misurazione. Abbiamo quindi messo insieme queste due visioni che spesso non si sono abbracciate per tutti coloro che lavorano nel mondo dello sport nel ruolo di guida, dagli allenatori agli psicologi dello sport. La proposta formativa nasce come risposta alle esigenze di numerosi professionisti che operano in ambito sportivo (allenatori, istruttori, psicologi dello sport, atleti) e come proposta di orientamento professionale per giovani che si affacciano al mercato del lavoro e che richiedono competenze, metodologie e strumenti di semplice applicazione ma efficaci nella loro espressione». © Copyright Università Niccolò Cusano
martedì 13 DICEMBRE 2016
sport, disabilità e ricerca
Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
Crescere cogliendo ogni opportunità Mauro Carissimi parteciperà ai Giochi mondiali invernali in Austria nel marzo 2017: è solo l’ultimo traguardo di un percorso incredibile «Alla sua nascita ci comunicarono aveva la sindrome di Down, il che avrebbe comportato una durata di vita più breve, problemi di salute e di apprendimento. Non è stato semplice, per noi genitori, adattarci a questa prospettiva. Ci sentivamo soli e impreparati nell’affrontare una situazione del genere. Poi l’impegno costante giorno dopo giorno ci sembrava sempre più naturale. Ogni suo sorriso o gridolino ci rincuorava, ci dava forza nel guardare avanti, quasi a indicarci che la strada intrapresa era quella giusta. Siamo cresciuti insieme al nostro bambino, che oggi è diventato un uomo, assecondando quella sua innata volontà di sperimentare, di inseguire passioni e interessi senza porsi alcun limite. E noi con lui». Sono le parole di Maria e Alberto Carissimi, genitori di Mauro. Quarant’anni, di Lecco, Mauro lavora in una biblioteca e già da piccolino univa alla sua curiosità una grande perseveranza nel voler imparare nuove cose. «Alle elementari – racconta la mamma vedendo una sua insegnante fare origami, si appassionò a quest’arte e in modo deter-
minato incominciò, seppur con qualche difficoltà iniziale, a realizzare figure di carta. È caparbio, ha una memoria di ferro, è un esperto in mitologia, ama il disegno e la musica e quando non conosce qualcosa, la ricerca sul computer». LA MUSICA. «Lo abbiamo sti-
molato – prosegue Maria – a crearsi diversi interessi, lui ha colto ogni cosa in modo molto semplice perché è una persona dinamica, caratterialmente sente la necessità di sentirsi impegnato, di riempire ogni spazio: per lui il tempo è prezioso. Un altro passaggio che a noi è sembrato importante, nella sua crescita, è stata la passione per la musica. Da autodidatta traduceva tutte le canzoni dei Beatles, che sono tuttora suo il gruppo musicale preferito. Con una piccola tastiera che avevamo in casa iniziò a suonare le musiche natalizie, dandoci lo spunto per fargli studiare pianoforte e continuare, in seguito, con un corso di saxofono».
CURIOSITà.
LO SPORT. «Eravamo felici e
Mauro Carissimi, 40enne atleta Special Olympics
orgogliosi che Mauro coltivasse così tante passioni ma era altrettanto importante che, parallelamente, inizias-
se a praticare anche attività sportiva. A 24 anni è entrato a far parte di un team Special Olympics, Oltretutto 97. Dopo aver iniziato con il tai chi, attraverso il quale ha acquisito concentrazione ed equilibrio, decise di dedicarsi al nuoto. Mauro ricorda la mamma - è sempre stato un’amante dell’acqua e nel corso degli allenamenti è sempre stato molto determinato nel voler perfezionare tutti e quattro gli stili raggiungendo un buon livello tecnico. Lo sport gli
ha dato tante soddisfazioni. In questo percorso, circa 12 anni fa, gli venne proposto di partecipare anche allo sci di fondo e lui decise di aderire con entusiasmo e passione ma non avrebbe mai immaginato che in questa stessa disciplina, molti anni dopo, avrebbe partecipato ai Giochi Mondiali». IN AUSTRIA. «Lo scorso anno,
in occasione dei Giochi nazionali invernali, a Bormio, gli è stata comunicato la sua convocazione ai Gio-
chi mondiali invernali, che si terranno in Austria dal 14 al 25 marzo prossimo. Tornato a casa, non stava più nella pelle, era così orgoglioso che questa gioia voleva condividerla con chiunque, con il mondo. A coronamento del suo impegno sportivo, sogna una medaglia ma il vederlo gareggiare, l’opportunità di mettersi alla prova a un evento internazionale cui prenderanno parte 3 mila atleti provenienti da ogni continente, sentirlo così partecipe, è per tutti noi
un’emozione grandissima e già una grande vittoria. Ci interpella spesso – concludono i genitori - sul perché della sua condizione, che non accetta, così come sul perché non può avere una famiglia, come suo fratello Paolo, e non manca di metterci in difficoltà nel dare le giuste risposte in quel determinato momento. Mauro, che come risposta alle difficoltà che ha incontrato ha sempre dato il meglio di sé, ci rende molto orgogliosi di lui». © Copyright Università Niccolò Cusano
atletica paralimpica
Arjola Dedaj è la vincitrice dell’Ambrogino d’Oro 2016 La velocista e saltatrice non vedente Arjola Dedaj ha ricevuto a Milano l’Ambrogino d’Oro per il 2016. L’atleta delle Fiamme Azzurre è considerata un simbolo dell’atletica paralimpica, nella quale si è affermata negli ultimi anni con il sesto posto alle
e un bronzo nei 100). Prima di approdare all’atletica, la primatista italiana del lungo T11 con 4,51 metri ha vinto un titolo assoluto nella danza sportiva e sei scudetti con il baseball per ciechi con la squadra milanese dei Thunders Five. ORGOGLIO. La Dedaj, di origini
L’atleta di origini albanesi: «Sono fiera e molto emozionata per questo premio» Paralimpiadi di Rio 2016 nel salto in lungo categoria T11, i due bronzi agli Europei di Grosseto dello scorso giugno (lungo e 200) e le tre medaglie conquistate nella rassegna continentale di Swansea (due argenti nel lungo e 200
Arjola Dedaj insiema al sindaco di Milano Giuseppe Sala
albanesi, si dice onorata del premio ricevuto dalla sua città adottiva: «È un grande orgoglio e sono fiera di questo riconoscimento. Sono senza dubbio emozionata. Milano offre mille risorse e tante opportunità da prendere al volo e che mi hanno permesso di emergere. Spero che noi atleti con disabilità possiamo essere da esempio perché anche altre persone, come noi, possano avvicinarsi allo sport e vivere a pieno la vita». © Copyright Università Niccolò Cusano
robotica
Il guanto che ridà mobilità
Sei persone con braccia e gambe paralizzate sono riuscite a mangiare e a bere da sole grazie a un esoscheletro, un guanto hi-tech realizzato in Italia, dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e controllato in modo non invasivo da elettrodi all’interno di una cuffia, realizzati dall’università tedesca di Tubinga. Il risultato è stato pubblicato sul primo numero della rivista Science Robotics. Gli elettrodi sono nella cuffia, posti
sulla testa e a lato degli occhi, e la centralina di controllo è incorporata nella sedia a rotelle. IL TEST. Le persone che sono riuscite a muovere le mani grazie al guanto hi-tech sono cinque uomini e una donna di età compresa fra 14 e 30 anni. Hanno preso una bottiglietta di plastica per versare l’acqua in un bicchiere e afferrato con le dita delle patatine e una carta di credito. Il
sistema traduce attività del cervello e movimento degli occhi in comandi di apertura e chiusura della mano, trasmessi con una tecnologia wireless. La sperimentazione, alla quale l’Italia ha partecipato anche con la Fondazione Don Gnocchi di Firenze e l’ospedale San Camillo di Venezia, è stata condotta in Spagna, dal gruppo dell’istituto per la riabilitazione Guttmann di Barcellona guidato da e Eloy Opisso.
PROGRESSO. È un passo im-
portante per rendere disponibili questi dispositivi in un futuro non molto lontano, che secondo gli esperti non sarà più lungo di dieci anni. La strada per rendere disponibile questa tecnologia a chiunque ne abbia bisogno è lunga, ma i ricercatori sono ottimisti e guardano al futuro: la differenza potrebbe farla l’interesse dell’industria di settore. © Copyright Università Niccolò Cusano
VI Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
FUMETTI
il progetto
La Cusano e i Four Energy Heroes Milko, Pietro, Teresina e Marietta sono i Four Energy Heroes, protagonisti del primo fumetto italiano interpretato da ragazzi disabili. L’iniziativa editoriale, prodotta dalla Onlus “L’Arte nel Cuore”, ha come obiettivo rappresentare la disabilità come valore aggiunto e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’integrazione. Il fumetto viene da un’idea della presidente della Onlus, Daniela Alleruzzo, e una sua striscia è pubblicata ogni settimana sulla prima pagina di “Unicusano Focus – Sport & Ricerca”, prova della volontà dell’Università Niccolò Cusano di dare voce a tutte le iniziative che sensibilizzino sul tema della disabilità. Ma la sinergia tra l’Ateneo e i Four Energy Heroes oggi si rafforza ancora di più, con una tavola intera che sarà ospitata sulle pagine del settimanale della Cusano in allegato con il Corriere dello Sport-Stadio. CORAGGIO. Andrea Giovalè,
autore dei testi del fumetto, racconta come è nato – nella finzione - questo gruppo di supereroi, quali siano i loro poteri, la loro missione e il villain da affrontare: «Chi sono i Four Energy Heroes? Quattro amici accomunati nella vita da una difficoltà: Milko è completamente sordo dalla nascita, Teresina si sente prigioniera del suo corpo, pesante e impacciato, Pietro è costretto a vivere sulla sedia a rotelle e Marietta è sopraffatta dalla paura di comunicare con gli altri. Ciò che li lega veramente, però, non è la difficoltà ma il coraggio con cui l’affrontano». i poteri. «La loro particolari-
tà - spiega Giovalè - non li indebolisce affatto, anzi, diventa un valore aggiunto. E, un giorno, si trasforma in superpotere. Un pomeriggio come tanti, i quattro si perdono, gironzolando per la città e finiscono in uno strano giardino. Impauriti, gli amici si prendono per mano. La terra trema, un bagliore li stordisce. Quando i quattro si risvegliano, sono di nuovo in città. E sono cambiati. Teresina ha acquisito una forza straordinaria, Pietro può spostarsi alla velocità della luce, Marietta può comunicare pensieri e emozioni con la propria mente e Milko può sentire richieste di aiuto a chilometri di distanza». IL VILLAIN. «I loro poteri e le loro buone azioni, tuttavia, richiamano molte attenzioni, e non solo quelle giuste - conclude Giovalè - Amilcare, un signore della malavita che tiene a libro paga mezza città, non vede affatto di buon occhio che quattro “pagliacci di strada” mettano i bastoni tra le ruote ai suoi affari. Infatti i loro destini non tardano a incrociarsi. I nostri eroi hanno la meglio sul losco affarista e con l’aiuto delle forze di polizia riescono a sbatterlo in galera, accusandolo di violenza domestica. Peccato che il caso venga presto archiviato per un vizio di forma e ora Amilcare sia di nuovo a piede libero. Quando i Four Energy Heroes lo rintracciano, tuttavia, le cose non vanno affatto come previsto».
Prodotto da L’Arte nel Cuore – Da un’idea di Daniela AlleruzzoTesti di Andrea Giovalè – Disegni e Colori di Vincenzo Lomanto
© Copyright Università Niccolò Cusano
[Le precedenti avventure dei Four Energy Heroes sono disponibili gratuitamente all’indirizzo www.fourenergyheroes.it ]
martedì 13 dicembre 2016
martedì 13 dicembre 2016
unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
LA CUSANO E lo sport
ramzi Aya storia di un calciatore
Il 26enne difensore romano, capitano della Fidelis Andria, si racconta: «Guardo in faccia la realtà, e credo solo nel lavoro e nei suoi frutti» Molto spesso la vita è solo una questione di scelte. Davanti a un bivio bisogna prendere una decisione e sperare che sia la migliore: nessuno può avere la certezza di aver preso la strada giusta. Lo sport non si sottrae a questa incertezza ma la breve durata di una carriera sportiva può rendere ancora più amara la sensazione in bocca, in caso di errore. Questa continua oscillazione tra speranze, sogni e realismo è pane quotidiano per tutti gli sportivi – e non solo i calciatori – che sgomitano per arrivare il più in alto possibile. E non è semplice raccontarla ai tifosi o ai semplici spettatori. Ramzi Aya, 26 anni e fascia da capitano della Fidelis Andria al braccio. Ripercorri con noi gli inizi della tua carriera. «A dispetto del mio nome, sono nato a Roma e sono un romano doc. Padre tunisino ma madre italiana. Come
«In questo mondo tutti vorrebbero di più ma bisogna apprezzare ciò che si ha» tanti giovani calciatori, ho girato da subito: prima Messina poi Firenze, dove con i viola ho giocato un anno con gli Allievi e tre con la Primavera. Dopo essere stato aggregato alla prima squadra, nel 2010-11 sono andato in prestito alla Reggiana, in Lega Pro, per farmi le ossa. Tornato alla base, nel 2011-12 ho rifatto lo stesso percorso verso Reggio ma in comproprietà. A quel punto, con l’addio di Corvino, sono cambiate le strategie e sono rimasto in Emilia». A Reggio è successo qualcosa che, di fatto, ha arrestato la tua crescita professionale. «Prima di iniziare la stagione 2013-14 avevo ricevuto qualche richiesta per cam-
biare maglia ma alcuni dissapori con la vecchia proprietà mi hanno costretto a restare a Reggio, e fuori rosa, fino a gennaio. E dopo diversi mesi senza giocare, è davvero difficile trovare qualcuno che creda in te». Parlasti di carriera rovinata. Perché? «È troppo pesante star fuori sei mesi, soprattutto nel calcio di oggi in cui ogni anno devi confermarti. Come in tutti gli altri settori, c’è stata crisi anche nel calcio e sono troppi i giocatori in circolazione, quindi per ritrovare il campo sono dovuto scendere di categoria. Tornando indietro, forse farei qualche scelta in modo diverso o ragionerei differentemente in alcune situazioni. Quando sei giovane devi avere la fortuna di essere consigliato bene da chi conosce il mondo del calcio. Per fortuna, grazie al mio procuratore Vittorio Sabatini, ora lo sono».
perché c’era alternanza di risultati. Questa partenza rallentata probabilmente è stata frutto del fatto che avevamo una nuova guida tecnica e che anche la rosa era stata rinnovata, quindi c’era bisogno di un po’ di tempo per trovare equilibrio. Ora le cose stanno andando davvero bene, siamo compatti e ci stiamo togliendo grandi soddi-
sfazioni ma la concentrazione non deve calare, perché basta una sconfitta per dare un colpo al morale». È finito il girone di andata. Tra i vostri avversari, quale club ha più chance per la promozione diretta? «Per qualità della rosa, per gioco espresso e capacità del tecnico, io credo il Matera. Auteri è davvero preparato e, nonostante siamo riusciti a portargli via tre punti, mi sembra il migliore allenatore del nostro girone nell’ana-
Che obiettivi vi siete posti ad Andria per questa stagione? «L’anno scorso siamo arrivati settimi: è la basa di partenza. Sfruttando i play off allargati, non vogliamo farci sfuggire questa opportunità, perché nella gara secca può succedere di tutto. Chiaramente dobbiamo muoverci per gradi, quindi servono prima 45-46 punti per evitare la zona calda e poi potremo iniziare a puntare un obiettivo più prestigioso». Spostiamoci su un piano personale: in questo momento della tua vita sportiva, che ambizioni hai? «Guardo la realtà in faccia, non vivo di sogni. Ogni persona ha i propri obiettivi ma so quali sono le dinamiche del mondo del calcio per scalare categorie. Io punto a fare bene in ogni allenamento e partita, a tornare a casa con la certezza di aver dato il massimo. Sono convinto che il lavoro alla lunga paghi e che seminare bene porti i suoi frutti. Non voglio fossilizzarmi su traguardi troppo
Dopo la Reggiana, ci sono state Rimini e Torres, dove hai pagato le vicissitudini societarie. Ma l’anno scorso è arrivata la svolta. «Per fortuna è arrivata la Fidelis Andria. Ormai sono due anni che sono con loro. Sto davvero bene ed è una grande soddisfazione portare al braccio la fascia da capitano di un club storico». Veniamo a questa stagione: dopo un avvio difficile, vi siete ripresi alla grande. I risultati utili consecutivi sono nove. Cosa è successo? «All’inizio della stagione non riuscivamo a trovare continuità. Non siamo stati vittime di un periodo nero, però,
lizzare la gara. L’anno scorso lo avevamo affrontato con il Benevento, con cui poi ha conquistato la B, perdendo in entrambe le occasioni: secondo me, questo Matera è ancora più forte di quel Benevento».
Ramzi Aya, 26 anni, è alla seconda stagione con la maglia della Fidelis Andria
lontani perché potrei restare deluso. La mia persona e la squadra in cui gioco sono la mia realtà. Se c’è la possibilità di migliorare la mia condizione professionale, faccio le dovute valutazioni ma non nascondo che, anche così, sto bene. Tutti vorrebbero qualcosa di più ma, nel calcio di oggi, non voglio lamentarmi perché non faccio fatica a pensare a chi sta a casa ad aspettare una chiamata che magari non arriva». È un pensiero che appare l’ultima fase di una maturazione non solo sportiva. «Qualche anno fa ero molto più istintivo. Ora sono più diplomatico e di questo devo ringraziare mia moglie, perché è merito suo se c’è stato questo cambiamento. Ne approfitto: ci sono alcune persone che vorrei ringraziare». Prego. «La mia famiglia, che mi è stata sempre vicina e mi ha dato un’ottima educazione. Mia sorella, mia madre, mia nonna e mio padre - che purtroppo non c’è più sono stati fondamentali per me. Ha uno posto speciale anche Vincenzo Cosco, che ho avuto la fortuna di avere come allenatore, seppur per poche partite, alla Torres. Una malattia lo ha portato via ma lui ha lasciato in me tantissimo dal punto di vista umano». © Copyright Università Niccolò Cusano
Il vivaio dell’UnicusanoFondi
I giovani universitari brillano Qualche passaggio a vuoto, ma poi il settore giovanile dell’UnicusanoFondi è tornato a brillare di luce propria, come a più riprese ha saputo far vedere nelle scorse settimane. Il borsino delle quotazioni del vivaio rossoblù è segnalato in forte risalita, come del resto testimoniato dalle classifiche dei vari campionati.
simi allenati da Dino Di Iulio hanno raggiunto la settima affermazione consecutiva, e la leadership conseguita costituisce il giusto premio per quanto fatto vedere nella prima parte della stagione.
LE FORMAZIONI FASCIA B. Nella fascia alta delle rispettive graduatorie stanno procedendo anche le formazioni che disputano i campionati TITOLO INVERNALE. Ha rinsal- regionali Fascia B. Gli Alliedato la sua prima posizio- vi di mister Simone Mazzane la Berretti, che vincendo rella sono a un passo dalla in rimonprima piazta a Mateza, in pieno ra ha firma- La Berretti a caccia slancio dopo to il suo otta- del titolo d’inverno: l’avvio di stavo successo gione, mensu nove gare nel prossimo turno tre i Giovanissimi guig i o c a t e e contro il Melfi dati da Pieche, nell’ul- può girare in testa tima d’anro Parisella data contro si trovano ai il Melfi, può andare a cac- piedi del podio, palesando cia del titolo d’inverno, tan- comunque una certa solidito platonico quanto significa- tà di gioco e grande voglia di tivo per quello che i ragazzi far bene. di Alessandro Parisella sono RILANCIO. Sotto l’aspetto dei riusciti a fare finora. risultati, manca invece qualUNDER 15 E 17. Quel primato di cosa alla Juniores nazionale, dicembre che invece hanno che ha terminato il suo girogià messo in tasca sia l’Un- ne d’andata con una vittoria der 15 che l’Under 17, grazie e quattro pareggi. C’è ancoalle partite casalinghe gioca- ra tutta la seconda parte del te nella giornata di domeni- torneo per crescere, ma del ca. Gli Allievi di Danilo Li- resto era normale che una gori hanno pareggiato con- formazione con tanti ragaztro il Teramo (dopo una stri- zi sotto età, a confronto con scia di sei successi di fila), ma avversari decisamente più hanno ugualmente chiuso formati e quotati, potesse al primo posto il loro girone trovare delle difficoltà. © Copyright Università Niccolò Cusano d’andata, mentre i Giovanis-