Unicusano focus del 29 dicembre

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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Baseball per ciechi La scommessa degli All Blinds

Made in Italy Tecnica da numeri uno per sportivi paralimpici

> A PAGINA IV

martedì 29 dicembre 2015 www.corrieredellosport.it

Calcio, serie D UnicusanoFondi attacco senza uguali

> A PAGINA V

> A PAGINA VII

L’intervento

Lo sport è l’alleato del cervello Il cervello umano si restringe con l’avanzare dell’età, e tra i 30 e i 90 anni il suo peso diminuisce di circa 300 grammi. Un tasso più alto di restringimento può contribuire all’insorgere di patologie gravi, come la demenza o la depressione. Recenti ricerche, però, suggeriscono che possiede anche in età avanzata una notevole plasticità, vale a dire la capacità di modificare le proprie strutture e funzioni in seguito all’esperienza. I neurologi ci hanno insegnato che il cervello è simile a un muscolo: più lo alleniamo e meglio funziona. Viceversa, se smettiamo di usarlo questo va incontro a un processo di atrofizzazione. Studi recenti si sono posti l’obiettivo di esaminare gli effetti dell’attività fisica sulla morfologia e sulla funzione del cervello umano. Tali studi sembrano dimostrare che l’attività fisica influenza la farmacologia endogena del cervello e si avvale della sua naturale tendenza per la plasticità, anche in tarda età adulta. I neuroscienziati sostengono che l’effetto dell’attività fisica sulla plasticità del cervello potrebbe avere conseguenze non solo per le funzioni cognitive e la memoria, ma anche per molte condizioni psichiatriche e neurologiche. E’ quindi noto l’effetto benefico dello sport, non solo sul corpo ma anche sulla mente umana, ma resta da chiarire quali siano gli sport più efficaci per il benessere del nostro cervello e con quale intensità debba essere praticata l’attività fisica per avere risultati rilevanti. Le ricerche future risponderanno a queste domande. Prof.ssa Gloria Di Filippo Preside Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano

vincent candela

il cuore di roma > Stasera all’Olimpico la sfida tra le leggende giallorosse, chiamate a raccolta dal francese per un nobile scopo: «Aiuteremo tanti bambini a fare sport»

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salute

Special olympics

Pochi esercizi per una mente in forma “smagliante”

Inversi, biologo tra gli Atleti: «Un’esperienza che arricchisce»

> A PAGINA III

> A PAGINA VI

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Senza Ricerca non esistono cure

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II unicusano focus CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 29 DICEMBRE 2015

sport e ricerca

we run rome

l’evento

Da Giannini a Chierico, i protagonisti del match di beneficenza Giannini, Aldair, Boniek, Balbo, Conti, Pruzzo, De Sisti, Di Francesco, Perrotta, Tommasi, Rizzitelli, Konsel, Carboni, De Rossi, Scarnecchia, Cordova, Mangone, Santarini, Annoni, Oddi, Del Vecchio, Zeman, Chierico, Montella, Boni e forse Totti. Stasera all’Olimpico ci saranno in campo gli ultimi 50 anni della Roma, tutti insieme per la solidarietà e per lo sport. Alle 20.45 i grandi campioni

Odoacre Chierico e Giuseppe Giannini insieme a Vincent Candela

della storia giallorossa si daranno amichevolmente battaglia per rendere omaggio ai propri tifosi, per ringraziarli come un fattore determinante per le loro carriere e per la popolarità di cui hanno goduto e ancora godono. Un modo partecipativo e inclusivo per arrivare a una finalità alta. L’incasso della gara sarà devoluto interamente in beneficienza in favore di progetti a sostegno dell’avviamento allo sport di

ragazzi provenienti da famiglie disagiate. L’evento è guidato da Vincent Candela, che con la sua Trentadue Onlus è molto attivo in iniziative in favore delle fasce più deboli, in particolare dell’infanzia, dell’adolescenza, dei diversamente abili e di quanti sono affetti da patologie genetiche. I biglietti della gara sono disponibili anche sul web (www.listicket.com) fino al fischio d’inizio, con prezzi da 8 a 20 euro. © Copyright Università Niccolò Cusano

VINCENT CANDELA la notte da leggenda del cuore giallorosso L’ex terzino della Roma è il promotore dell’iniziativa di questa sera: «Con l’incasso permetteremo a tanti bambini di praticare sport» «Era più di un anno che volevo ringraziare ancora una volta i tifosi per quello che mi hanno dato e per come mi hanno fatto sentire importante. Con loro c’è un feeling che dura ormai da metà della mia vita, perché da 20 anni sono a Roma. Non amo questa città solo a parole, ho quattro figli nati all’Isola Tiberina, a due passi da Testaccio. Non basterà questo evento per ringraziarli, ma riporteremo la curva allo stadio e noi scenderemo in campo con loro».

Stasera all’Olimpico la partita benefica con i campioni che hanno fatto la storia del club Il francese chiama a raccolta i tifosi: «Penso ai giovani il mio sogno è aprire una polisportiva» La “leggenda” era solo una, nel libro di Matheson, e il verbo essere era coniugato alla prima persona singolare del presente indicativo: “io”, in un mondo vampirizzato – nel senso dell’essere di fantasia – e completamente trasformato da un virus. Il romanzo dello scrittore americano è finito tre volte al cinema: non conosciutissima la versione del ’75 con Charlton Heston, da sbancare al botteghino quella più recente con Will Smith, per cinefili il primo adattamento del ’64 con Vincent Price. Questa era eccezionalmente ambientata a Roma, visto che la vicenda narrata da Matheson si svolgeva a Los Angeles. Oggi si torna a Roma, non ci sono i vampiri e il soggetto è declinato al plurale. La licenza poetica – con buona pace di Matheson, visto che si tratta di beneficenza – è di Vincent

Candela. Il francese campione del Mondo e d’Europa, e scudettato in giallorosso, è riuscito a mettere d’accordo generazioni diverse di calciatori romanisti, da Losi a De Rossi, in una partita organizzata per raccogliere fondi in favore di iniziative di solidarietà. “Voi siete Leggenda”, è quel plurale che indica i tifosi che hanno sempre supportato le gesta degli eroi giallorossi e che oggi diventeranno a loro volta eroi, con il contributo del biglietto per assistere all’incontro che sarà devoluto interamente in beneficenza. Come e quando ti è venuta l’idea di questa partita?

tamente: lì la leggenda era lui, qui la leggenda sono i tifosi. I giocatori vanno e vengono, ma sono i 60mila sugli spalti che ci fanno sentire importanti, altrimenti sarebbe difficile giocare. Sia nel bene che nel male: meglio i fischi che l’indifferenza, ogni tanto prendere qualche “sveglia” (alla romana, ndr) fa bene. Noi nel 2001 fummo contestati e vincemmo, oggi siamo ancora a quattro punti dalla vetta, il sogno di festeggiare ce l’ho ancora».

“Voi siete Leggenda”: da dove nasce il titolo della partita? Hai visto il film con Will Smith? «Assolu-

17 giugno 2001: Candela festeggia il tricolore romanista

L’intero incasso sarà devoluto in beneficenza. Punterete sull’aiuto dei ragazzi attraverso lo sport, visto che tra i partner c’è il Bambin Gesù? «Vogliamo aiutare i bambini a fare sport, è una cosa fatta per loro. Non solo calcio, ma ogni sport: con la mia Fondazione utilizzeremo i ricavi per pagare le rate di iscrizione per un anno ai bambini che non se lo possono permettere, anche con l’aiuto del Comune: sono loro che hanno i dati dei redditi delle famiglie. Quindi più saremo, più aiuteremo».

Vincent Candela, promotore dell’evento “Voi siete Leggenda”

Sono già due anni che con Roma Legends cerchi di raccogliere ex giallorossi per iniziative benefiche. Hai progetti futuri in cantiere? «Per ora penso solo a questo evento e

ringrazio la mia associazione e il mio staff: io li seguo e sono sempre presente con loro. Nei progetti futuri c’è un sogno: aprire una polisportiva completamente gratuita sponsorizzata dalla fondazione. Vorrei riuscirci entro cinque anni. Poi mi piacerebbe allenare, magari su una panchina importante». Hanno risposto in tanti tra i tuoi ex compagni e glorie del passato. «È stato faticoso, ma anche appassionante contattare tutti. E poi quando si parla di uomini che hanno umiltà, gratitudine e rispetto verso i tifosi diventa tutto più facile. Hanno risposto tutti presente, da Losi a De Sisti, da Graziani ai miei amici Totti e De Rossi, per ringraziare una tifoseria apprezzata in tutto il mondo e che vogliamo ricominci a tifare». © Copyright Università Niccolò Cusano

Nell’ultimo giorno dell’anno 10 km per sostenere Telethon E’ tutto pronto per l’Atleticom We Run Rome 2015, la manifestazione podistica di 10 km che si correrà, come ormai è tradizione, il 31 dicembre con ritrovo alle ore 12.00 presso lo Stadio delle Terme di Caracalla “Nando Martellini” a Roma. La partenza della prova competitiva sarà data in via delle terme di Caracalla alle ore 14.00. Sport e ricerca

correranno a braccetto. L’Atleticom We Run Rome 2015 quest’anno sostiene Telethon: per ogni pettorale acquistato dai partecipanti, un euro sarà devoluto in favore della ricerca scientifica. Oltre alla prova non competitiva, ci sarà anche una prova competitiva che richiamerà a Roma alcuni degli atleti d’elité del mezzofondo.

inclusione sociale

La Fondazione Milan esalta il valore del gioco di squadra

Fare gruppo contro povertà ed esclusione sociale è indispensabile per prendere in contropiede il disagio e ripartire più forti e motivati. Il progetto “Lavoro di Squadra” di ActionAid e Fondazione Milan, realizzato in partnership con AXA Cuori in Azione, inaugura una nuova collaborazione con Fondazione Adecco per le Pari Opportunità per un percorso di educazione al lavoro rivolta a dodici ragazzi. Si tratta di giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) tra i 15 e i 24 anni esclusi dal mondo della scuola e del lavoro residenti nella zona Milano Gratosoglio. Fondazione Adecco li aiuterà a individuare un proprio progetto professionale e formativo attraverso colloqui individuali, di gruppo e attività sportive, partendo dai bisogni e dalle risorse di ciascun partecipante. I DATI. Secondo l’Università

Cattolica di Milano, in Italia sono 2,4 milioni i Neet e costituiscono circa il 26% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, una quota di 9 punti superiore alla media dell’Unione Europea (17%). Per molti di loro un prolungato allontanamento dal mercato del lavoro o dal sistema formativo può comportare il rischio di marginalizzazione. L’esclusione dal mondo scolastico o lavorativo può colpire alla radice il senso di

appartenenza alla società in cui si vive. Per i giovani Neet che si trovano nelle situazioni più critiche, questa condizione può portare a una vera e propria esclusione sociale e pregiudicare il futuro. obiettivi. Il primo ciclo del progetto si è svolto da marzo a settembre di quest’anno. Tra i dodici ragazzi che hanno partecipato alla prima fase, c’è chi ha deciso di ricominciare a studiare e chi ha trovato lavoro, mentre altri stanno svolgendo colloqui di selezione. Il nuovo ciclo, che si concluderà a febbraio 2016, vede protagonisti altri dodici ragazzi, nove uomini e tre donne. Il programma prevede attività sportive di qualità tra cui calcio, pallavolo e basket, allenamento motivazionale e incontri in aula, oltre ad attività extra. L’organizzazione della componente sportiva è coordinata da Fondazione Milan, presso il Centro Sportivo Vismara, con il coinvolgimento anche delle squadre del settore giovanile del Milan. «Le regole dello sport riflettono le regole della vita e del lavoro. I ragazzi e le ragazze dovranno imparare a lavorare in team, per obiettivi, con spirito di sacrificio e nel rispetto delle diversità di ognuno dei compagni e degli avversari», dichiara Claudio Soldà, segretario generale di Fondazione Adecco per le Pari Opportunità. © Copyright Università Niccolò Cusano

salute, malattie rare

Cdkl5, la medicina ha bisogno di supporto Esistono patologie tanto rare da essere totalmente sconosciute ai più. Sono quelle malattie che in medicina vengono chiamate “ultra rare”, a indicare la loro unicità. Fra queste, la CDKL5 è fra le più complesse e meno note. Una patologia a carattere genetico che si manifesta già nei primi mesi di vita dei bambini con sintomi vari e diversi fra loro. Sintomi che spaziano dai problemi fisici al deficit cognitivo. Ne ha parlato Anna Rita Graziani, madre di Alessandra, una ragazza di 18 anni affetta da CDKL5, ai microfoni di Radio Cusano Campus durante la diretta della trasmissione “Genetica Oggi”. Annalisa, alla luce della sua esperienza e in quanto ma-

dre di Alessandra, ci aiuti a capire di che patologia è la CDKL5. «La CDKL5 è una malattia rarissima, in tutta Italia i casi diagnosticati sono circa 40. Inizialmente si pensava che la malattia colpisse principalmente le bambine ma a oggi ci sono anche diversi bambini maschi che ne sono affetti. Viene spesso definita una forma atipica della sindrome di Rett, perché ha qualcosa che la lega a quest’altra patologia. Anche il CDKL5, infatti, colpisce in età precoce dai 45 giorni in poi di vita del nascituro. Mia figlia Alessandra è stata colpita all’età di tre mesi. Questa malattia purtroppo è stata scoperta solo pochi anni fa, intorno al 2004, e la diagnosi spesso viene fatta quan-

do il bambino ha compiuto dieci anni. La malattia è neurologica e colpisce questo gene CDKL5 che produce una proteina indispensabile al cervello. Essendo il gene malato, questo non è in grado di produrre la proteina,

e ciò si traduce in un danno neurologico. Danni abbastanza importanti che portano a crisi epilettiche farmaco-resistenti, ritardo psicomotorio, ritardo cognitivo, problemi deambulatori con difficoltà di uso delle mani».

Signora Graziani, lei vive ad Alatri. Come riesce a dare supporto a sua figlia Alessandra? Trova aiuto da parte dei medici? «Purtroppo non trovo supporto, non tanto perché i medici non siano disponibili ma proprio perché non ci sono specialisti, essendo la patologia molto rara. Anche i dottori stanno iniziando a studiarla meglio ora, sia dal punto di vista clinico che da quello riabilitativo. Ho vissuto tanti problemi e li vivo ancora. Per i problemi epilettici, mia figlia è seguita al Mayer di Firenze; per la riabilitazione ci siamo mossi con dei centri e stiamo anche creando qualcosa. Abbiamo spesso difficoltà nella continuità delle terapie che iniziano e si in-

terrompono, per poi essere riprese molto dopo. Per me è stata un’avventura riuscire a garantire a mia figlia i giusti percorsi terapeutici e riabilitativi». Cosa sta cercando di avviare? Si sente sola in questa esperienza? «Il supporto c’è stato ma è sempre tutto molto difficile. La non conoscenza della malattia è il problema principale. Per questo, con i genitori di altri ragazzi colpiti dalla patologia abbiamo costituito in associazione sia per sensibilizzare che per aiutarci fra noi, per confrontarci, riguardo le nostre esperienze e i nostri figli. L’associazione di cui faccio parte si chiama “CDKL5 insieme verso la cura”. Stiamo

raccogliendo fondi per finanziare un progetto dell’Università di Bologna che porta avanti la dottoressa Ciani, che sta studiando un possibile trattamento riguardo questa mancanza della pro-

teina associata al gene. Fra di noi l’associazione è utile anche per dare sostegno e supporto alle famiglie. Ricordo il sito internet, www.cdkl5insiemeversolacura.it» . © Copyright Università Niccolò Cusano

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: ufficiostampa@unicusano.it


martedì 29 dicembre 2015

Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

ricerca e cultura

spagna stallo all’italiana

La complessa situazione politica dopo il voto nel Paese nell’analisi di un docente dell’Università Carlos III di Madrid: scenari e possibili alleanze tra gli schieramenti Per governare il Partito Popolare del Premier uscente sarà costretto a fare mosse azzardate

Sembra prematuro parlare di tramonto del bipartitismo ma siamo di fronte a un cambiamento

L’eventuale accordo con gruppi a favore dell’indipendenza catalana può rivelarsi pericoloso

Ora la sfida di dare stabilità al sistema passa dalla capacità di negoziare con le altre forze

Le elezioni generali tenutesi in Spagna lo scorso 20 dicembre hanno prodotto uno scenario inedito nel sistema politico spagnolo, caratterizzato dalla presenza di alcuni significativi elementi, fra i quali è opportuno sottolineare i seguenti: la crisi economica e le misure adottate dal passato governo del Partito Popolare hanno comportato la compressione di una serie di diritti, diversi casi di corruzione hanno coinvolto partiti politici tradizionalmente presenti con posizioni di rilievo nel sistema parlamentare; a ciò si aggiunge la nascita di nuovi partiti politici, con origini diverse: movimenti emersi dalla società civile come i 15-M, dai quali ha preso origine Podemos e, in un altro versante, forze di opposizione contro l’indipendentismo catalano legate al partito chiamato Ciudadanos.

do che si debba essere cauti nel rispondere. Siamo in presenza di due grandi partiti che hanno un peso politico predominante, ma che senza l’aiuto di altri gruppi non hanno le forze necessarie per governare. Allo stesso tempo, la dicotomia destra/sinistra, che nel corso della campagna elettorale sembrava superata da quella vecchio/nuovo (un segno dell’esaurimento del sistema politico tradizionale), ritorna d’attualità nel momento in cui si tratta di definire le possibili alleanze di governo. A tutto questo occorre aggiungere che il Partito Popolare, forte della maggioranza assoluta ottenuta al Senato (124 senatori su 208) può bloccare qualsiasi riforma della Costituzione che non gli piaccia.

SCENARIO. Lo scenario che abbiamo davanti ci mostra due grandi schieramenti, il PP (Partito Popolare, con 123 seggi) e il PSOE (Partito Socialista, con 90 seggi), che insieme hanno la maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati (complessivamente di 350 seggi), ma che da soli non sono in grado di governare, avendo ottenuto entrambi il peggior risultato elettorale dai tempi del ritorno della democrazia in Spagna. Adesso ci sono due partiti che prima non erano rappresentati in Parlamento, Podemos, con 69 seggi, e Ciudadanos, con 40 (alla Camera, dove si elegge il Primo Ministro): entrambi hanno un peso che può essere decisivo. Rajoy, il leader dei Popolari ed ex Capo del governo, non potrà ottenere l’incarico alla prima votazione parlamentare e avrà bisogno di una complicata aritmetica

nuovi patti. In ogni caso, ap-

Pedro Sanchez, leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo

questi esercizi è anche il racconto di come io stesso ho affrontato alcuni problemi di tipo sociale e industriale che avevo incontrato nella mia attività di consulente».

medicina

Anche il cervello ha bisogno di fare un po’ di ginnastica Un mattone pesa un chilo, più mezzo mattone: quanto pesa il mattone? Questo quesito, al quale la maggior parte delle persone dà risposta solo dopo averci pensato circa tre minuti, è uno degli spunti presenti in un libro che ha come obiettivo quello di allenare la mente al pari di un muscolo. E’ proprio questo ciò che suggerisce il professor Paolo Legrenzi, autore del volume “6 esercizi facili per allenare la mente” (Raffaello Cortina Editore). Legrenzi, professore emerito di Psicologia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia,

pare certo che gli spagnoli e i nostri rappresentanti politici hanno di fronte una sfida parlamentare per avere l’in- storica: essere capaci di articarico alla seconda votazio- colare una solida cultura del ne, sempre ammesso che sia patto, al di là di maggioranpossibile. In ogni caso sem- ze parlamentari solide e imbra difficile che possa ottene- mutabili. È questo un nuore sostegni tali che gli permet- vo scenario che ci costringe tano di governare in tranquil- a comprendere che la stabililità. Per un altro verso, il lea- tà non necessariamente è sider socialista Pedro Sánchez nonimo di una solida maggioavrebbe bisogno dell’appog- ranza precostituita. Qualche gio di Podemos e, cosa as- tempo fa l’ex Primo Ministro sai più complicata, dei grup- Felipe González preconizzò pi espressione dell’indipen- un “Parlamento all’italiana”, dentismo catalano, che po- ma senza parlamentari di tipo trebbero rivelarsi delle vere e italiano in grado di condurlo. proprie “amicizie pericolose”. La sfida che abbiamo davanIn questo complesso quadro ti è quella di dimostrare di espolitico, un ritorno alle urne sere capaci di gestire la pluè una possibilità che nessuno ralità attraverso il dialogo e il schieramento politico si sen- negoziato. te di escludere. Fco. Javier Ansuátegui, LA PROFEZIA. Vista la situazioUniversità Carlos III ne, c’è da chiedersi se si sia vedi Madrid ramente avverata la profezia (Traduzione di Enrico Ferri che annunciava per la SpaDocente di Filosofia gna la fine del bipartitismo tra del Diritto i Popolari e i Socialisti. CreUniversità Niccolò Cusano)

Il presidente del Partito Popolare e premier spagnolo Mariano Rajoy

ha spiegato il contenuto del volume intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, durante la diretta di “Genetica Oggi”. Professore, un libro che ci aiuta a capire non solo come funziona la nostra mente ma come allenarla a tutti gli effetti. «E’ proprio così. In fondo anche le nostre capacità mentali possono venire educate, come quelle muscolari, nel senso che si può riflettere su alcune

strutture del pensiero e della decisione, che sono poi strutture molto comuni nel corso della vita quotidiana. Il racconto di questi meccanismi e di

Nel suo libro lei ci ricorda che siamo un po’ pigri e che ci fidiamo troppo delle nostre intuizioni. Cosa intende? «Intendo dire che noi siamo “costruiti” dall’evoluzione naturale per un mondo che è molto diverso da quello che abbiamo incontrato nell’ultimo secolo. Nel senso che siamo molto bravi a prendere decisioni veloci in poco tempo. Se il problema però è leggermente più complesso e richiede riflessione, tendiamo a essere pigri, ossia ci accontentiamo della prima cosa che ci viene in mente. E questa pigrizia, in fondo, è il tema che attraversa tutto il libro, perché i modi per superarla possono essere diversi. Volendo, potremmo anche chiamarla “inerzia” perché usiamo soluzioni che sono andate bene nel passato». © Copyright Università Niccolò Cusano

la storia

India e dintorni: ecco come nasce una onlus Un’esperienza umana alla base dell’iniziativa “Da Kuchipudi a... Onlus” Tutto è iniziato nel 2002 con la partecipazione a un corso missionario, quando la curiosità di capire, di conoscere e di approfondire alcune tematiche ci ha portato a vivere un’intensa esperienza in un villaggio dell’India, Kuchipudi, nello stato dell’Andhra Pradesh, ospitati nella

missione delle suore Dorotee di Vicenza. Ci ha colpito la grande povertà in cui ci siamo ritrovati: un villaggio costituito da capanne e bambini che non avevano nulla, spesso nemmeno il cibo per sfamarsi. L’INCONTRO. Nel nostro in-

contrare persone, famiglie e realtà, abbiamo conosciuto una bambina rimasta cieca a causa di una infezione; ciò che è più triste è che, per curare la bambina, sarebbe bastata una semplice puntura di antibiotico. Purtroppo la famiglia non aveva nem-

meno i soldi per pagarsi un viaggio fino al più vicino ospedale, che dista qualche ora dal villaggio. Solo dopo qualche giorno sono riusciti a elemosinare da amici e parenti le quattro rupie necessarie, ma era ormai troppo tardi. Piange il cuore nel sentire e conoscere persone che vivono queste situazioni, mentre nel nostro Paese è impensabile che non si abbiano i soldi per comprare un antibiotico. Un’altra cosa ci ha molto colpito: quando nasce una bimba, per la famiglia non è una benedizione ma un problema da risol-

UNICUSANO

vere. Una volta cresciuta, per sposarsi deve offrire alla famiglia dello sposo una dote. Questo rappresenta un problema, per cui spesso la famiglia offre la giovanissima in sposa a qualche parente molto più grande. Si può parlare di infanzia rubata: in giovane età, invece di giocare e vivere con spensieratezza, si trovano a dover mandare avanti una famiglia, spesso segnata da problemi come alcolismo e violenza, e tutto questo purtroppo porta molte giovani a commettere il suicidio. Girando in treno abbiamo visto molti

bambini elemosinare. Tutti avevano delle deformazioni o delle menomazioni e quasi sempre si trattava di bambini nati sani e ridotti in quelle condizioni dai loro aguzzini proprio per mendicare e sollecitare in modo più accentuato la compassione di chi li incontrava. LA DECISIONE. L’esperienza ci

ha toccato profondamente e, una volta rientrati, abbiamo deciso di impegnarci per dare una mano. Abbiamo iniziato a collaborare con le suore che ci hanno ospitato e nel corso del nostro cam-

IL QUOTIDIANO ONLINE DELL’UNIVERSITÀ N I C C O LÒ C U SA N O

mino abbiamo fondato l’associazione “Da Kuchipudi a… Onlus”, che nel tempo ci ha spinto ad aprirci anche ad altre realtà bisognose in cui operano le suore Dorotee di Vicenza, dall’Asia all’Africa, passando per l’America Latina. Sosteniamo case famiglia per permettere l’accesso all’istruzione di bambini meno fortunati e aiutiamo i bambini audiolesi che altrimenti non potrebbero inserirsi nella società. Il nostro sito è www. dakuchipudia.org e attualmente siamo impegnati, tra le altre iniziative, con le suo-

I ragazzi di Kuchipudi al centro del progetto della Onlus

re Dorotee di Guayaquil per la costruzione di una nuova sezione scolastica per i ragazzi che finiscono le scuole medie. Nostro partner in questo progetto, in avanzata fase di realizzazione, è l’Uni-

Consulta le news dall'Italia e dal mondo su

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versità Niccolò Cusano, che ha contribuito con una donazione generosa per la prima fase dei lavori. Roberto Cegalin Presidente di Da Kuchipudi a... Onlus


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport e disabilità

all blinds il baseball oltre il buio Alfonso Somma, capitano del team di Roma: «Porteremo questo sport alle Paralimpiadi» «Il primo approccio è più difficile per i normodotati: i gesti richiedono grandi abilità» Il baseball è tra gli sport più tecnici al mondo e uno di quelli con le regole più complesse. Può diventarlo ancora di più? Provate a giocarci bendati. Negli anni Novanta un gruppo di giocatori di baseball dell’Emilia Romagna ha rispolverato la tradizione degli italiani grandi inventori, adattando la disciplina per i ciechi. Le regole sono un po’ diverse, ad esempio perché non c’è il lanciatore, e c’è l’aiuto di qualche vedente. Ma non c’è da scherzare: il gesto tecnico è di una difficoltà altissima. «Devo ammettere che molti giocatori si avvicinano senza conoscere bene le regole – spiega Alfonso Somma, capitano della Roma All Blinds, squadra della capita-

le regole del gioco

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Alfonso Somma

che al tempo era nel comitato provinciale della Fibs e che ora è ds e giocatore di seconda base della Roma All Blinds, nel 2008 ho organizzato un evento dimostrativo per cercare di raccogliere adesioni. La risposta è stata positiva e ho trovato diversi giocatori, che in quella stagione sono andati a fare esperienza in giro per l’Italia con altre squadre già consolidate. Poi nell’anno successivo abbiamo debuttato anche noi in Coppa Italia, con il nome Roma Baseball per Ciechi». OBIETTIVO PARALIMPIADI. La

La formazione degli All Blinds Roma, team di baseball per ciechi della Capitale

le – Il primo contatto è legato solo al gesto tecnico, come succede quando i ragazzi normodotati provano i primi colpi in questo sport. E’ necessario ridurre alla semplicità l’approccio, poi con il tempo si prende confidenza con le varie fasi di gioco». IL DEBUTTO DI ROMA. Ormai da oltre dieci anni Somma si de-

martedì 29 dicembre 2015

streggia sul diamante: «Ho conosciuto questo sport a Bologna, dove frequentavo un corso di informatica. Venivo dall’atletica leggera e non pensavo avrei cambiato disciplina. Da lì, però, è nata questa passione, che mi ha portato a giocare con Milano, Fiorentina e Ravenna quando il campionato italiano era nel suo stato embrionale». Poi, da

romano, è riuscito a difendere i colori della squadra della sua città, anzi a fondarla: «Quando ho iniziato, pensavo sarebbe stato più semplice fare il pendolare, come facevo, che cercare di allestire una squadra. Ma sono un testardo ed ero convinto che i grandi numeri della metropoli sarebbero stati dalla mia parte. Così insieme a Fabio Azzaro,

squadra ora procede con continuità, e nel 2013 ha vinto la Coppa Italia: «Ci alleniamo una volta a settimana, sia perché non è semplice mettere d’accordo le esigenze di tutti sia perché a Roma non ci sono tante strutture per il baseball, oltre al fatto che noi abbiamo standard di sicurezza poco adattabili». Ora la disciplina sta superando i confini italiani e sta prendendo piede in Francia, in Germania e anche negli Stati Uniti, da poco interessati a questo sport: «E’ bello sapere che il baseball per ciechi aumenti in popolarità – conclude Somma – Il sogno sarebbe vederlo alle Paralimpiadi, anche in forma dimostrativa. Il baseball dovrebbe rientrare nelle Olimpiadi a Tokio 2020, quindi visto il lavoro della Aibxc, la nostra federazione, le nostre speranze è che anche il nostro sport possa seguire un destino simile». © Copyright Università Niccolò Cusano

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Zona BUONA per la battuta

Ruoli di attacco

Ruoli difensivi

B Batte e corre le basi C Corre le basi BC Coach di base A1B Assiste il corridore giudica gli eliminati A2B Giudica gli eliminati Giudica la palla buona o foul A3B Giudica gli eliminati Giudica la palla buona o foul ACB Da la palla al battitore Posiziona il battitore Chiama gioco Giudica gli eliminati Ogni partita di baseball per ipovedenti è composta da cinque, sette o nove inning a seconda delle competizioni. Ogni inning è suddiviso in una fase di attacco e una di difesa. Le squadre in campo schierano cinque giocatori ciechi e un assistente di seconda base vedente e si alternano all’interno di un inning nella fase di

1 Dirige la difesa Prende le palle in foul Tira la palla all’arbitro 4 Prende i tiri, Elimina il battitore ed i corridori 5-6-7-8-9 Raccolgono le battute a terra e le tirano al difensore vedente in seconda base

Base sonora Obiettivo della difesa è di bloccare la pallina battuta dal battitore e di lanciarla in seconda base dove sarà presente un giocatore cieco e l’assistente che raccoglierà la pallina. Se la pallina arriverà prima del corridore-battitore il battitore verrà eliminato, altrimenti il battitore avrà conquistato la base.

attacco e in quella di difesa. Obiettivo di una squadra è ovviamente fare più punti della squadra avversaria. Un giocatore sarà schierato su casa base e dovrà produrre una battuta valida che superi una linea immaginaria che va da seconda a terza base per correre poi alla conquista delle quattro basi. Produrrà un punto quando avrà completato l’intero giro rientrando a casa base.

dal sito www.romaallblinds.it

l’invenzione

Un software per allenare l’udito e “recuperare” la vista Una start up italiana lancia un sistema basato sul principio del sonar sfruttato dai pipistrelli «Nel mondo ci sono 285 milioni di persone con difficoltà visive e 40 milioni di loro sono completamente cieche. La nostra missione è innalzare la qualità della loro vita»: così Irene Lanza, gio-

vane fondatrice e Ceo della start up “Soundsight Training”, presenta il progetto di un software che promette di rivoluzionare il modo di vivere delle persone non vedenti. In che modo? Allenando il loro udito, attraverso una realtà acustica virtuale, a percepire e a identificare gli oggetti circostanti. Insomma, in poche parole si tratta di “recuperare” la vista attraverso l’udito. Il meccanismo è quello della ecolocalizzazione, in estrema sintesi lo

stesso principio del sonar, utilizzato in natura dal pipistrello. La tecnica potrebbe essere utilizzata anche dai normodotati per aumentare la percezione di sé all’interno dell’ambiente circostante. La svolta arriva da Reggio Emilia, da dove proviene Irene, venticinquenne studentessa di Ingegneria gestionale dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché assessore nel Comune reggiano di Rio Saliceto con deleghe all’Ambiente e alle Poli-

tiche giovanili. Una ragazza impegnata su più fronti, che porta in alto il nome dell’Italia nel mondo e che ora può regalare una nuova vita a milioni di persone. Il prototipo dimostrativo del software (che può essere utilizzato con un normale computer) è già pronto, sviluppato con un gruppo di volontari, tutti non vedenti, che lo hanno testato. Ma ora servirà dargli slancio: sulla piattaforma Kickstarter CROWdFUNDING.

è infatti attiva una campagna di crowfunding; l’obiettivo è quello di raccogliere la cifra di 250.000 euro, necessaria per poter sviluppare il software e renderlo accessibile a tutti. Secondo la visione dei promotori, infatti, il software dovrà essere libero e open source, a partire dal 2017. Il tutto è nato sulla scia del trattato di Marrakech, l’accordo internazionale siglato nel 2013 per favorire la diffusione di libri accessibili ai non vedenti. Parte del merito va

all’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha consentito a Irene Lanza di poter frequentare per sei mesi il corso Challenge Based Innovation del Cern di Ginevra, potendo confrontarsi con giovani studenti provenienti da università di tutto il mondo: al team di Irene era stato affidato il compito di trovare una soluzione tecnologica per i non vedenti. E i risultati non si sono certo fatti attendere. © Copyright Università Niccolò Cusano

ECONOMIA GIURISPRUDENZA SCIENZE POLITICHE

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PSICOLOGIA INGEGNERIA SCIENZE della FORMAZIONE


martedì 29 dicembre 2015

sport, disabilità e industria

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

quando la tecnica e’ personalizzata La Battistoni di Torino accompagna le imprese sportive paralimpiche: «Dietro i successi un lavoro meticoloso» Michele Todisco, tecnico ortopedico: «Le misurazioni delle carrozzine richiedono ore» Forse è un settore di nicchia, anzi sicuramente lo è perché lo sport per disabili è tristemente una piccolissima porzione di cielo nell’universo sportivo. Ciò non toglie che su quel Braccio d’Orione ci sia un mondo e che quel mondo abbia bisogno di una dote considerevole di esperienza e know how tecnologico per sopravvivere. Con un approccio semplicistico, si potrebbe dire che nelle discipline per disabili la componente meccanica ha una grande incidenza sulla prestazione sportiva. Come nella Formula Uno o nel motociclismo un buon pilota avrebbe difficoltà a vincere senza un motore performante sotto la sella, nello sport in carrozzina gli ausili fanno la loro parte, garantendo all’atleta un miglioramento delle proprie prestazioni e un più ampio range delle prestazioni sportive. Il futuro dello sport in carrozzina è tutto lì: gli ausili devono poter essere leggeri, resi-

stenti ma soprattutto adatti alla perfezione e in forma unica alle necessità e alle specifiche di un atleta. EXPERTISE. E si torna alla nicchia, perché è molto difficile sapere come funzioni tecnicamente la personalizzazione di una carrozzina o immaginare quale sia il professionista che se ne occupi. Gli ausili, infatti, vengono prodotto da marchi provenienti da tutti i continenti, alterando soluzioni e materiali all’avanguardia, costruiti con macchinari o con tagli manuali. Ma c’è sempre qualcuno che si confronta con l’atleta e che insieme a lui deve ricostruire in centimetri le sue necessità. Michele Todisco è uno di questi. E’ un tecnico ortopedico che lavora ormai da trent’anni alla Nuova Battistoni di Torino, un punto di riferimento a Torino ma in generale in Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta.

le mura domestiche, influenzata dalla strada intrapresa dai miei familiari», racconta Todisco. «Mio padre lavorava nel reparto di urologia alle Molinette, e lui mi presentò

Mario Viviani, che aveva un suo negozio di ausili e che mi ha insegnato questo mestiere. Mario era sulla carrozzina e conosceva bene le necessità di chi era come lui». Poi da lì è partita la sua esperienza con la Nuova Battistoni: «Paolo Battistoni è stato un pioniere, perché la sua azienda è stata tra le prime a importare le superleggere dall’estero. In Italia, trent’anni fa, ancora non c’erano queste soluzioni d’avanguardia per lo sport e appena ha provato questa avventura, l’ho seguito». La ditta torinese offre anche altri prodotti, sempre dedicati a persone con disabilità (dai sistemi di postura a innovativi sistemi per incontinenza) ma nella fornitura sportiva ha delle credenziali uniche: «Collaboriamo con tante squadre, dal tennis all’hockey, passando per il curling e la scherma. Sono tanti gli atleti con cui abbiamo collaborato che hanno festeggiato medaglie ai mondiali e agli europei». AUSILI SU MISURA. Persona-

lizzare una carrozzina rappresenta un lavoro faticoso e meticoloso, come spiega alla perfezione Todisco: «E’ un po’ come fare un vestito su misura, c’è da sentirsi come

AVANGUARDIA .

«Sono cresciuto in una casa con quattro infermieri, e forse la mia vocazione è nata proprio tra

Shingo Kunieda, numero uno mondiale nel tennis paralimpico

dei sarti. Occorrono anche 30 ore di lavoro per tutte le misurazioni, raccolte in plichi da dieci pagine, giusto per comprendere quanta precisione e quanto impegno ci sono dietro la customizzazione. Poi tutto viene inviato al marchio scelto, che con materiali ultraleggeri come il titanio e con tagli a mano procede all’assemblamento». UN SOGNO A TENERIFE. Oltre al

lavoro quotidiano accanto agli sportivi, Todisco culla il sogno di un torneo di tennis in carrozzina con in campo i migliori otto giocatori del circuito, capitanati da Shingo Kunieda, ormai una star: «E’ un progetto che nasce insieme alla Nuova Battistoni e a Marilena Pratesi, che vive tra l’Italia e Tenerife. L’evento sarebbe proprio nell’isola delle Canarie, dove stiamo cercando di costituire un’associa-

zione di tennis in carrozzina e una scuola per l’avviamento a questa disciplina». E se la competenza e la passione nel provare questa avventura saranno le stesse messe in campo ogni giorno, accanto a chi considera il lavoro della Nuova Battistoni un punto di riferimento, c’è da giurare che il risultato sarà vincente e quel sogno diventerà una realtà. © Copyright Università Niccolò Cusano

teatro

libri

Accordi dissonanti per sentirsi uniti

Nell’Urbe criminale tra finzione e realtà

Chi mangia a Km zero non inquina PER IBL I E T N A CARBSUPRORTO DEI CI TRA

La Piccola Compagnia del Piero Gabrielli Achille Lepera

Un palcoscenico dove convivono le differenze, un “accordo di note dissonanti” che grazie al lavoro, all’ascolto e all’attenzione si fondono perfettamente insieme. È questo l’obiettivo della Piccola Compagnia del Piero Gabrielli, formata da giovani attori con e senza disabilità. «Ad esempio c’è Simone, un ragazzo normodotato che frequentava il laboratorio; ha avuto un incidente in moto e ha perso una gamba, così è tornato da noi come disabile, vivendo entrambe le situazioni», racconta a Radio Cusano Campus (Fm 89.1 a Roma e Nel Lazio e www.radiocusanocampus.it) Roberto Gandini, regista e coordinatore artistico della Piccola Compagnia del Piero Gabrielli. Dal 4 gennaio, alle 21, gli attori diretti da Gandini saranno sul palco del Teatro Argentina di Roma per portare in scena una particolare versione del Purgatorio di Dante. L’ATTIVITÀ. Quella della Picco-

la Compagnia del Piero Gabrielli è un’attività promossa e organizzata da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Sociali, Teatro di Roma e U.S.R. Lazio. Si tratta di un laboratorio integrato svolto in collaborazioni con professionisti della scuola e della riabilitazione, nella sede del Gabrielli o nelle scuole capitoli-

In scena dal 4 gennaio la Piccola Compagnia del Piero Gabrielli mette insieme attori disabili e normodotati ne, anche in orario curriculare. «Una compagnia di questo genere – spiega Gandini - non ha attori con una forte tecnica, ma sviluppa un’attenzione al gruppo e all’insieme davvero speciale. Questi ragazzi sanno raccontare storie. Avere un interprete con disabilità sul palco fa riflettere meglio sulla storia perché il pubblico percepisce la sua urgenza di raccontarla. Ha meno fronzoli inutili, tocca delle corde diverse, più dell’istinto e meno della ragione. Sul palco abbiamo attori con la sindrome di down, con un ritardo o come Simone, che ha perso una gamba in un incidente. Ci sono mille storie diverse che ci insegnano ad apprezzare la ricchezza delle differenze, come gli accordi di una chitarra: non sono fatti da note uguali ma di note differenti che trovano un modo di stare bene insieme. A volte – conclude – sono accordi dissonanti come quelli del Jazz, che hanno un senso e funzionano solo quando sono insieme». © Copyright Università Niccolò Cusano

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Macchine del fango e affari sporchi: Bonini e De Cataldo raccontano “La notte di Roma” Roma sembra sull’orlo di un abisso. Nei quartieri di periferia bruciano quintali di spazzatura, bande armate mettono a ferro e fuoco diverse zone dell’Urbe, affamate di vendetta dopo la violenza sessuale denunciata da una ragazzina e perpetrata, si dice, da due neri. Il caos che sta cambiando faccia a Roma, però, non è spontaneo. Né omogeneo. Non nasce in borgata, come si potrebbe pensare, anzi. Tutto è provocato ad arte da organizzazioni criminali che si spartiscono il dominio sull’Urbe. Il Papa ha da poco svelato l’imminente inizio di un Giubileo straordinario, mentre i soliti noti stanno già organizzandosi per provare a lucrare sui lavori. Si mette in moto la macchina del fango. L’ingenuo primo cittadino Martin Giardino, detto il tedesco per i suoi lineamenti nordici o anche il marziano per la sua estraneità alla città, cade nel più classico dei tranelli. I giornali iniziano a far circolare un’indiscrezione (falsa) secondo la quale vent’anni prima a Oxford il sindaco di Roma avrebbe abusato di una studentessa inglese. GLI AUTORI. Così, in questa am-

bientazione, il giornalista d’inchiesta Carlo Bonini (intervenuto per parlare de “La notte di Roma” su Radio Cusano Campus) e il giudice Giancarlo De Cataldo, nella loro ultima fatica letteraria, “La notte di Roma”, appunto, prendono per mano il lettore e lo conducono nei cunicoli dell’anima del nostro più infame e com-

plesso presente. Con “La notte di Roma”, che inizia là dove finiva Suburra, i due autori, come spiega Bonini a Radio Cusano Campus, «descrivono praticamente in tempo reale vicende criminali – come, per esempio, quelle di Mafia Capitale – ripercorrono con sarcasmo e con ironia i mille rivoli pestilenziali di una città allo sbando dove nessuno è scevro da colpe». MALAFFARE. Nessun incolpe-

vole. Nessun innocente. Le responsabilità ricadono sui politici, ad esempio. Sui colletti bianchi, come l’ambiguo vicesindaco Temistocle Malgradi che da una parte finge di appoggiare il primo cittadino e dall’altra costruisce fitte trame con il mondo di mezzo, ovvero con il boss della delinquenza romana Sebastiano Laurenti. Laurenti, spiega Bonini, è l’erede. L’elegante e complicato successore del potente Samurai, ora in carcere, regime 41 bis, convinto che con la carità si possa guadagnare più che con la droga. Nel raccontare “La notte di Roma” la premiata coppia Bonini-De Cataldo non concede sconti a nessuno. Il sequel di Suburra non risparmia nulla. Delitti ed effrazioni, torture e assalti non conoscono limite. Nella notte di Roma non arriva mai a scorgersi la fine del tunnel, la luce al di là dell’oscurità, non appare mai la figura consolatoria di un poliziotto pulito o di un servitore dello Stato onesto. Eppure, dice Bonini su Radio Cusano Campus, dopo ogni notte c’è un’alba. Quindi prima o poi anche questa “Notte di Roma”, con una Capitale che pare sopraffatta da malaffare e corruzione, lascerà spazio all’aurora E Roma ritornerà a godere della luce di un sole pronto a fare pulizia. © Copyright Università Niccolò Cusano


VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport, disabilità e cultura

IN VIAGGIO CON SPECIAL OLYMPICS Il dottor Inversi, sempre al seguito degli Atleti: «Una straordinaria occasione di crescita umana» Biologo nutrizionista, nel 2012 è diventato direttore clinico del programma Health Promotion

«Il nostro obiettivo principale è fornire screening gratuiti basati su protocolli medici specifici» Filippo Inversi, biologo nutrizionista, racconta di quando, in occasione dei Giochi europei tenutisi a Roma nel 2006, ha conosciuto per la prima volta Special Olympics. La sua volontà di dedicarsi al prossimo, mettendo al servizio degli Atleti Special Olympics le proprie competenze, si è trasformata ben presto in una vera e propria

martedì 29 dicembre 2015

In basso a destra, Filippo Inversi, biologo nutrizionista volontario per Special Olympics

passione che gli ha permesso di aprirsi alla conoscenza della disabilità intellettiva; un’opportunità di crescita personale, da un punto di vista medico ma soprattutto umano. È partito da Roma, la sua città natale, un percorso che lo ha portato, come medico volontario, in giro per l’Italia in occasione dei Giochi nazionali e in seguito all’estero per eventi internazionali, fino a essere riconosciuto, a margine di un seminario seguito a Washington nel 2012, direttore clinico per Special Olympics Italia e International nel programma salute “Health Promotion”. Tale programma, promosso da Special Olympics e attivo in tutto il mondo, offre a tutti gli Atleti, con e senza disabilità intellettiva, l’opportunità di cura e prevenzione del loro stato di salute attraverso screening gratuiti che seguono protocolli medici specifici. Oggi Filippo tiene corsi di formazione e aggiornamento, come già avvenuto in Sud Africa, Senegal, Belgio, Austria, con l’obiettivo di formare nuovi direttori clinici; corsi rivolti a medici e specialisti che, come lui, hanno scelto di dedicare parte della propria vita al volontariato. «Prima di allora non conoscevo Special Olympics, un’opportunità che mi ha proiettato in un mondo sconosciuto, erroneamente considerato “a parte”, alla scoperta di persone meravigliose che hanno altri modi di relazionarsi con la vita. Attraverso numerose esperienze vissute ho maturato, nel tempo, una maggiore consapevolezza del fatto che, nell’offrire il nostro contributo, diamo tanto nella misura in cui riceviamo altrettanto. La gioia, un sorriso, un traguardo importante raggiunto insieme, offrono un ritorno, in termini di emozioni, che non ha alcun prezzo; IL PROGRAMMA.

Il dottor Inversi in giro per il mondo con Special Olympics

di più. I Giochi mondiali mi hanno permesso di estendere gli orizzonti anche ad ambiti internazionali. A Shanghai, dove il divario culturale è evidente, significativo è stato vedere come la tematica legata alla disabilità intellettiva andasse a cavallo delle due culture e delle sue differenze. Allo stesso modo, ricordo bene quando mi recai a Dakar, al fine di eseguire gli screening per diversi atleti: la cosa che mi fece riflettere, è che in questi due giorni di esami arrivarono persone da tutto il Senegal; nonostante l’assenza di eventi sportivi contestuali, tanta gente ha percorso più di 300 km di Africa pur di avere questa opportunità. L’Health Promotion in questi paesi rappresenta un servizio sanitario molto importante». PROGETTI. Non mancano pro-

un impegno che ti ripaga di tutto donandoti, ogni giorno di più, l’entusiasmo nel proseguire». IN GIRO PER IL MONDO. I Gio-

chi europei di Roma nel 2006 hanno fatto da apripista ad altri numerosi eventi nazionali e internazionali cui Filippo ha preso parte, come i Giochi nazionali di Biella, Spezia oppure i Giochi mondiali come Shanghai nel 2007, quelli di Atene nel 2011 fino ai più recenti, a Los Angeles, nel luglio e agosto

animazione

NEL parco degli acquedotti

I cartoni animati non fanno distinzione, almeno in teoria. Qualsiasi bambino ne è affascinato e la loro funzione pedagogica è molto spesso sottovalutata, ma è inevitabile che chi sia affetto da alcuni tipi di disabilità sia escluso dalla loro fruizione. La casa editrice Punti di Vista, una cooperativa formata da sole donne che si occupa di prodotti per bambini disabili, generalmente esclusi dall’editoria tradizionale, ha quindi pensato di annullare questo gap e regalare una soluzione al problema: sia chiama “Cartoon Able” ed è il primo cartone animato concepito e studiato anche per bambini con disabilità.

Una delle missioni dell’Università Niccolò Cusano, che con le sue borse di sport per la scuola calcio dell’Academy Unicusano di Roma e di Fondi ha consentito a centinaia di bambini di divertirsi e imparare a giocare al calcio, è quella di promuovere i valori dello sport come mezzo per unire e per consentire a tutti di sentirsi parte di un gruppo. Nel segno di certi legami di lealtà e solidarietà che solo lo sport può creare. Per questo raccontiamo volentieri questa storia che fa capire come uno sport, il golf, considerato “aristocratico”, può mostrare il suo lato popolare e solidale.

scorsi. Numerose esperienze che arricchiscono e portano con sé tanti ricordi, da custodire gelosamente, perché questo mondo oggi fa parte di lui. «I Giochi nazionali mi hanno permesso di conoscere tante persone, alcune di queste ho avuto modo di rincontrarle anche in eventi successivi. Si crea un legame forte, come ad esempio con la mamma di un Atleta di Torino; ogni volta ci si lascia con le lacrime agli occhi: lei per la riconoscenza, noi perché vorremmo darle

getti e aspettative: «Vorremmo poter seguire gli Atleti, nella cura e prevenzione della salute, non limitatamente ai singoli Giochi, nazionali o internazionali che siano, ma dando una continuità anche al dopo. Stiamo già lavorando a un progetto che prevede la registrazione del percorso degli Atleti, in modo da verificarne l’andamento e gli obiettivi raggiunti. Cerchiamo di agire sul loro essere Atleti: in modo sbagliato molti, dal di fuori, pensano siano persone che giocano ad essere Atleti, ma nella realtà lo sono a tutti gli effetti. Puntiamo molto sulla prevenzione, sensibilizzando all’attenzione circa l’alimentazione anche genitori e tecnici e segnalando i casi che vanno particolarmente seguiti. La soddisfazione è vedere se siamo riusciti ad avere un impatto sugli Atleti. Auspichiamo di arrivare ad avere – conclude - un 50% di Atleti che fanno lo screening di Health Promotion». © Copyright Università Niccolò Cusano

Ecco “Cartoon Able”: la nuova Il golf è sinonimo di solidarietà frontiera dei cartoni animati a Roma un circolo aperto a tutti

IL PROGETTO. “Car-

toon Able” non è solamente un cartone animato ma anche un progetto, ben più ampio e complesso, che è stato selezionato, tra oltre 140 proposte, sulla piattaforma di crowdfunding di Telecom Italia. La particolarità

Una scena di Cartoon Able

di questa iniziativa sta proprio nel suo aspetto inclusivo: un prodotto che v a d a bene per tutti i bambini, nessuno escluso. Il progetto, che vuole avere un respiro internazionale, in quanto mai finora era stato immaginato un cartone animato

di questo tipo, nasce dall’interazione tra la Punti di vista, coadiuvata da un pool di esperti del settore (da educatori a psicologi infantili), e Animundi, uno studio di produzione di cartoni animati presente sul mercato dal 2002 e operante a Roma, con sede all’ interno degli Studios di Cinecittà. Con Telecom Italia, attraverso la piattaforma di crowdfunding “With You We Do”, “Cartoon Able” ha avviato una raccolta fondi per arrivare alla realizzaI FONDI.

RADIO CUSANO CAMPUS LA RADIO DELL’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO

zione dei primi cinque episodi di questo cartone animato, da proporre in Dvd e da abbinare poi a specifici prodotti editoriali. L’obiettivo della raccolta fondi è di raggiungere la somma di 52 mila euro e finora ne è stata raccolta quasi la metà. L’integrazione viaggia anche su questi binari non tradizionali, e se ha come oggetto i più piccoli è necessario rimboccarsi le maniche ancora da più per rendere possibili progetti come quello di “Cartoon Able”. © Copyright Università Niccolò Cusano

LE ORIGINI. «La peculiarità è che siamo aperti a tutti, noi ci definiamo golf per tutti» spiega Paolo Ciuffarella, raccontando l’attività sportiva del golf club “Archi di Claudio”, che si trova all’interno del Parco degli Acquedotti di Roma, un’associazione sportiva dilettantistica senza finalità di lucro, che nasce nel 2003. «Un gruppo di soci prende in mano l’associazione autogestendola racconta ancora Paolo - Poi decidono, da cittadini appassionati di golf, di occuparsene portando ognuno il proprio contributo volontario, ma soprattutto caratterizzandola nello spirito che è quello di aprire l’attività a tutti, secondo standard popolari, come le quote d’ingresso. Vogliamo sfatare il mito che il golf sia uno sport chiuso e destinato a poche persone. L’altro obiettivo è quello di avvicinare il maggior numero di bambini possibile a questo sport». disabilita’. Attualmente, il Circolo van-

ta 500 soci adulti e 112 bambini che

possono iniziare a sei anni e fino a 18 anni beneficiano della quota gratuita. Tra questi piccoli golfisti è cresciuta Anna Gazzellone che, sponsorizzata dalla Cusano, vinse il prestigioso

gara nazionale “Fioranello d’oro”. Il club ha subito aperto allo sport per disabili, tesserati alla Federazione Golf Disabili. Nel circolo un tesserato con disabilità si allena presso il campo e pratica con un maestro. Esiste infatti in Italia un torneo open per golfisti disabili. L’attività golfistica può svolgersi per le persone con disabilità motoria o addirittura in assenza di arti superiori con specifiche attrezzature. Non manca l’impegno sul sociale: «Dal 2006 organizzano un memorial, il Nicola Ciardelli, in onore del Maggiore dell’Esercito perito nell’attacco di Nassiriya, con la gara si vuole ricordare il soldato e i fondi raccolti vengono in parte devoluti a una Onlus per i bambini orfani di guerra e in parte altri enti benefici». L’ultima iniziativa è stata in favore di un orfanotrofio di Betlemme: “La creche di Betlemme” una casa di accoglienza per i bambini gestita da religiosi. © Copyright Università Niccolò Cusano

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martedì 29 dicembre 2015

La cusano racconta la serie d

il punto sul girone h

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

il personaggio

unicusanofondi tutti i segreti attacco stellare di mister calabro Girone d’andata da incorniciare per gli universitari L’allenatore della sorprendente Virtus Francavilla: che hanno la media gol più alta di tutta la Serie D «Qui si programma e c’è tanta voglia di crescere» Il tecnico dei pugliesi: «Non avrei mai potuto rifiutare la proposta di lavorare insieme al presidente Magrì» «Abbiamo già vinto Eccellenza e Coppa Italia e stiamo dando continuità anche in questa stagione»

L’esultanza dei giocatori dell’UnicusanoFondi nel 2-2 interno contro la capolista Virtus Francavilla. Sotto, una fase di gioco

di 2,53 reti a gara) con sei giocatori diversi, risultando la squadra più prolifica dell’intera categoria. A onor del vero, il Piacenza capolista del girone B ha segnato 44 volte, ma in un raggruppamento a 20 squadre e dunque con due partite in più all’attivo.

Con 2,5 reti a partita il club dell’Ateneo ha fatto meglio del Piacenza, in vetta nel girone B La seconda parte del campionato partirà il 6 gennaio: sei squadre in lotta per la leadership Che il girone H del campionato di Serie D fosse il più tosto e il più difficile da interpretare era chiaro sin dall’estate. L’andamento del girone di andata, con gare incerte fino ai minuti finali, senza alcuna distinzione in base alla classifica, non ha fatto altro che confermare il pensiero degli addetti ai lavori. Il torneo è ora pronto a fare il suo giro di boa e sono sei le squadre in lizza per il primo posto, con appena sei punti di differenza tra l’attuale capolista (la Virtus Francavilla) e la sesta (il Taranto). Una forchetta per niente ampia, specialmente

SALVEZZA. Ben più lunga la

dopo l’introduzione ufficiale dei play off, programmati in forma ridotta rispetto alle passate stagioni. Si disputeranno, infatti, solamente semifinali e finale all’interno dei singoli gironi, e quindi formazione della graduatoria tra le nove vincenti, in base al quoziente punti, per eventuali ripescaggi. Si ripartirà il 6 gennaio. La Virtus Francavilla è al comando con 11 vittorie all’attivo, una in più rispetto ai lucani del Francavilla, che inseguono a una sola lunghezza. I secondi CAPOLISTA.

della classe, che nelle ultime quattro gare hanno totalizzato dieci punti, hanno anche la miglior difesa del raggruppamento con 15 reti al passivo. Un primato da condividere con il Nardò, attualmente quarto insieme al Pomigliano, sebbene i pugliesi non vincano ormai dalla fine di ottobre (2-1 ad Aprilia), da quando hanno raccolto solo sei pareggi e due sconfitte. PROLIFICITA’. Per quanto ri-

guarda il miglior attacco, c’è il dominio dell’UnicusanoFondi, capace di andare a segno 43 volte (per una media

classifica nella parte bassa. Il girone di andata si è concluso undici punti di distanza tra le sestultime e le terzultime, che dovranno davvero marciare forte per non rimanere nel fondo. In ottica salvezza, sembra aver trovato il passo giusto il Serpentara, che in virtù degli otto punti totalizzati nelle ultime sei giornate ha lasciato la penultima posizione, dove ora sono impantanate Aprilia e Gallipoli, autore di due successi in sei gare. Fanalino di coda il Picerno, che con appena sette punti e una sola vittoria in 10 giornate, appare davvero lontano dalla salvezza. Ma con 51 punti ancora a disposizione, per i lucani, come per tutti gli altri, tutto è ancora possibile.

Vuole insegnare come si diventa un calciatore, non semplicemente come si gioca a calcio. Il primo posto della Virtus Francavilla non è un caso, specialmente quando si programma tutto nei minimi dettagli. È stato questo che ha convinto l’ex difensore di Casarano e Castel di Sangro, Antonio Calabro, oltre 400 presenze tra Serie B e C, e 25 presenze nelle nazionali giovanili, a sposare

© Copyright Università Niccolò Cusano

il progetto del club pugliese. «C’era vera programmazione – spiega Calabro - Avevo vinto il campionato a Gallipoli al mio primo anno da tecnico. Mi si è prospettata l’ipotesi di ripartire dall’Eccellenza, con a capo il patron Antonio Magrì. Mi aveva presentato l’ipotesi di fare calcio come volevo io, con pianificazione e programmazione. Abbiamo vinto l’Eccellenza, la Coppa Italia regionale e quella nazionale. Abbiamo stabilito il record di imbattibilità e vittorie consecutive. Non ho esitato, poi, a continua-

come UnicusanoFondi, Taranto e Pomigliano che hanno investito molto – riprende Calabro - altre invece le nascondono anche se sanno che hanno possibilità di vittoria, e mi rife-

ed era evidente la differenza con gli altri ragazzi. Loro due erano giocatori già fatti. Buffon ci fece arrivare in finale, ai quarti e alle semifinali si andò ai calci di rigore. Lui ne parò molti e fece anche gol». FORMAZIONE. Una carriera

con più di qualche rimpianto, però: «Alla fine di un ciclo si deve sempre riflettere. Ho avuto degli infortuni nei momenti cruciali della mia ca rriera.

re in Serie D perché vedevo e vedo in questo presidente la voglia e l’ambizione che appartengono anche a me. Abbiamo confermato lo zoccolo duro, integrando qualche giocatore». AVVERSARIE. I risultati si sono

visti, anche nell’equilibrato girone H. «Ci sono delle squadra che non hanno mai nascosto le loro ambizioni,

Antonio Calabro FOTO GIANNI DI CAMPI

risco a Nardò e Francavilla in Sinni. Noi stiamo dando continuità al nostro progetto calcistico». PASSATO ILLUSTRE. Nel suo passato da calciatore, Calabro ha giocato con i migliori talenti del nostro calcio: «Ho fatto parte del giro della Nazionale under 15, 16 e 17. Ho giocato con Cammarata, Pirri e Giannichedda. Nell’Under 16 siamo arrivati secondi agli Europei, perdendo contro la Polonia, nonostante avessimo Buffon e Totti. Il portiere aveva appena 14 anni e già si capiva che sarebbe arrivato lontano. Totti era un predestinato

In età giovanile non davo l’importanza giusta al calcio e non ho mai trovato qualcuno che mi facesse capire le mie potenzialità». Ma sulla panchina sta cercando di guidare i ragazzi nel modo più corretto: «Facciamo professionismo nei dilettanti. Per i giovani non è semplice ma io pretendo molto e cerco di dare loro quello che io non ho avuto. Alimentazione, riposo e precisione negli allenamenti: sono fiscale in questo, la vita privata è fondamentale. Poi – conclude Calabro - diventi persuasivo quando si ottengono i risultati». © Copyright Università Niccolò Cusano

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