TESTATA COPERTINA SU FONDO TRASPARENTE
Allegato gratuito al numero odierno di
Numero 6 giugno 2017
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Psicologia La dipendenza da Internet
MotoGp
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Gestire lo stress oltre i 300 km/h
In forma Quando l’app è su misura
o r d n a s s e l A o l l e i c r i C
vi racconto la mia cucina a colori i.p. A CURA dell’università niccolò cusano e di sport network
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la dipendenza da internet rovina la vita l’urgenza di navigare compromette i rapporti con genitori partner e amici
Come si è svolta questa ricerca A 144 partecipanti (studenti fra 18 e 33 anni) sono state misurate pressione sanguigna e frequenza cardiaca e si è fatta una valutazione dello stato dell’ansia e dell’umore prima e dopo una sessione di Internet. A conclusione si è chiesto ai partecipanti di valutare le modalità di utilizzo di Internet attraverso un questionario ampiamente utilizzato in letteratura. Subito dopo la disconnessione, nelle persone che sono risultate avere un utilizzo problematico di Internet si è registrato un aumento sia della frequenza cardiaca che della pressione sanguigna sistolica (4% medio); oltre a un calo del tono dell’umore e un aumento dello stato di ansia. Non ci sono stati cambiamenti di questo tipo in persone con un utilizzo non problematico di Internet. L’insieme di questi cambiamenti si caratterizza in qualche modo come uno stato di astinenza e potrebbe contribuire alla necessità di riconnettersi per contrastare queste sensazioni sgradevoli. Quindi, per alcune persone la motivazione a connettersi non è da ricercarsi semplicemente nell’eccitazione a breve termine fornita da internet o dal piacere della tecnologia. © Copyright Università Niccolò Cusano
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K Intervista al professor Roberto Truzoli,
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perdere il controllo può causare problemi fisiologici e sociali: dal tunnel carpale alla scarsa igiene ecco le conseguenze di una tendenza autodistruttiva
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ricercatore dell’Università di Milano
I gli effetti Produttività scolastica o professionale, compromissione di relazioni significative reali, ricerca più o meno esclusiva di relazioni online, disturbi del sonno e alimentari: questi i parametri per valutare l’eventuale presenza di una dipendenza
nternet è in grado di produrre cambiamenti fisiologici nelle persone proprio come una droga. Che l’abuso apportasse cambiamenti nella sfera psicologica e neurologica già lo sapevamo, adesso però uno studio condotto dai ricercatori dell’università di Milano e dell’Università di Swansea ci dice qualcosa di più. I ricercatori hanno riscontrato un aumento dell’attivazione del sistema nervoso, frequenza cardiaca e sanguigna, tanto quanto l’ansia nei soggetti “internet dipendenti”, interpretabili come sintomi di astinenza così come avviene per molte sostanze, quali l’alcol, la cannabis e l’eroina. A spiegarci i punti salienti della ricerca è il professor Roberto Truzoli, ricercatore dell’Università di Milano. Professor Truzoli, quali sono i cambiamenti che produce internet nei sistemi fisiologici di una persona? «Alterazioni della frequenza cardiaca e pressione cardiaca, come di seguito descritto; altri studi hanno evidenziato riduzione dei recettori della dopamina (neurotrasmettitore importante nel modulare il piacere e l’umore) e altri cambiamenti relativi a temperatura periferica, risposta respiratoria, conduttanza cutanea». Voi ricercatori avevate già riscontrato che anche dopo una breve sessione di internet ci sono delle alterazioni… «L’umore peggiora, si sentono più depressi e l’ansia aumenta. Così come la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca». L’eccessivo utilizzo (non una vera dipendenza) cosa comporta? «In generale, la valutazione clinica implica un’indagine psicologica tramite colloquio clinico di valutazione e l’utilizzo di un questionario specifico e si procede a verificare quanto l’utilizzo di Internet compromette il funzionamento personale nella vita di tutti i giorni: produttività scolastica o professionale, compromissione di relazioni significative reali, ricerca più o meno esclusiva di relazioni online, rovina il sonno o l’ali-
unicusano: facoltà di psicologia
Ai confini del proprio “io”: così persona reale e ideale si perdono
mentazione. Ma anche come l’utilizzo viene vissuto psicologicamente (tentativi più o meno riusciti di ridurre il tempo online, mentire agli altri sul tempo trascorso a navigare, bisogno di aumentare il tempo che si sta connessi, nervosismo o depressione quando non si è connessi). Un eccessivo utilizzo si caratterizza per una compromissione del funzionamento o psicologica non generalizzata e in qualche modo contenuta, anche se produce qualche conseguenza negativa che si riesce comunque a gestire, pur con un certo disagio e stress. Una vera dipendenza, invece, comporta l’urgenza di navigare e la compromissione significativa delle aree viste prima, per esempio: bocciature, conflitti con genitori o partner, pensieri focalizzati sull’attività online, fantasie sul riconnettersi, riduzione del sonno, irregolarità dell’alimentazione, eventuali problemi finanziari se si utilizza internet per shopping o gioco, fino alla trance dissociativa – alterazione dello stato di coscienza, depersonalizzazione e perdita del senso della propria identità». Che conseguenze ha sul nostro fisico invece la dipendenza da internet? «Le conseguenze sono diverse: sindrome del tunnel carpale, disturbi del sonno, scarsa igiene personale, alimentazione irregolare, mal di schiena e collo. In ogni caso è abbastanza frequente l’asso-
ciazione con disturbi quali quelli dell’umore, deficit di attenzione e iperattività, fobia sociale, comportamento aggressivo. Da un punto di vista neurobiologico, la dipendenza da Internet è associata a compromissione strutturale o funzionale della corteccia orbitofrontale, della corteccia prefrontale dorsolaterale, della corteccia cingolata anteriore e corteccia cingolata posteriore. Queste regioni cerebrali sono implicate nella processazione di ricompensa, motivazione, memoria, e controllo cognitivo». Da cosa possiamo capire di avere una dipendenza da internet? «Come tutte le altre dipendenze (comportamentali, tipo gioco d’azzardo patologico, o da sostanze) spesso sono le persone vicine che si rendono conto per prime che qualcosa non va. Possiamo capire di avere una dipendenza da Internet quando la nostra vita è cambiata, quando rincorriamo il mondo virtuale, quando l’urgenza e il desiderio (craving) di navigare sono elevatissimi, quando le cose della vita normale perdono il loro senso. Inoltre lo si capisce nel concreto perché succede quello che abbiamo descritto prima, compromissione del funzionamento nella vita quotidiana e alterazioni psicologiche e comportamentali». © Copyright Università Niccolò Cusano
Utilizzo della Rete e salute istruzioni per l’uso in 7 punti • Riflettere su come si vive e accorgersi se c’è un qualcosa che non va. La consapevolezza è il primo passo per tentare di cambiare. • Inizialmente programmare i tempi di esposizione alla rete recuperando tempo per le relazioni vere, privilegiando quelle gratificanti. • Ri-abituarsi a stare senza tecnologia in certi momenti e accorgersi che le conseguenze non sono drammatiche. • Esporsi a sensazioni reali e gradevoli, riprendendo contatto con la vita reale (fare sport, ascoltare musica, massaggi, passeggiare immersi nella
natura anche in compagnia). • Cercare di vivere qui e ora, concentrarsi su quello che si sta facendo, accorgendosi e bloccando gli automatismi mentali che portano a pensare alle connessioni avute e, con ansia anticipatoria, a quelle future. • Ricercare un aiuto professionale nel caso la riduzione della qualità della vita sia importante e non si riescano ad attivare autonomamente processi di cambiamento. • Nel rapporto genitori-figli ricordare le 3 C: Controllo, Condivisione e, quando crescono, Contrattazione.
capire Come tutte le altre dipendenze spesso sono le persone vicine che si rendono conto per prime che qualcosa non va: per chi è dipendente la vita reale perde di senso
Internet, come tutte le invenzioni che sono state declinate per entrare nella nostra quotidianità, scandisce la vita dell’uomo e lo accompagna in essa. Attraverso tale strumento è possibile conoscere ed eseguire un’infinità di cose, sviluppare relazioni e vivere dinamiche emotive, prescindendo da qualunque forma di confine reale. A seconda dell’impiego che se ne fa della rete, in tempo reale, virtuale e realtà, bisogni e desideri, si confondono, si fondano, si sostituiscono gli uni agli altri. A seconda della propria personalità, della fase di vita che si sta affrontando, dunque della modalità con cui ci si approccia ad Internet, nelle sue differenti sfaccettature (social, chat, forum, etc.), il Sé reale può essere sempre più marginalizzato ad una parcellizzata vita reale, a tutto vantaggio del “dilagare” del Sé ideale che, nella virtualità di Internet, può essere vissuto, falsamente, in qualità di Sé reale. Ciò che accade, sostanzialmente, è che si perdano i confini del proprio sé, quindi la consapevolezza sull’immagine che si ha di se stessi, a tutto vantaggio di un convincimento crescente di essere ciò che si sarebbe desiderato di voler essere, su un piano relazionale, affettivo, sessuale, etc. Su Internet, quasi tut-
to, può essere soddisfatto nel qui e ora, offrendo un vissuto di immensa potenza, anche in ragione della marcata riduzione della sofferenza nata dalla frustrazione e dal rifiuto. è proprio questo tipo di soddisfacimento, tutto sommato a “basso costo”, che imbriglia in una vera e propria forma di dipendenza, fondata su una serie di elementi disfunzionali osservabili in ambito scolastico, lavorativo, affettivo e relazionale, oltre agli aspetti compulsivi che spingono la persona a un impiego mai bastevole di Internet. Le dipendenze tecnologiche e quelle da gioco d’azzardo, culturalmente, vengono frequentemente sottovalutate, anche perché non penalizzanti come quelle da sostanze (a cui spesso, comunque, si sommano) ma, da un punto di vista psicologico, attengono agli stessi bisogni profondi; ragione per la quale è fondamentale prendersi cura di sé, anche attraverso l’avvio di una psicoterapia, nel momento in cui si inizia ad avere l’impressione di ricercare il mondo virtuale come alternativa a quello reale. Massimo Canu Presidente Centro Italiano per la Psiche Docente Psicologia delle dipendenze Università Niccolò Cusano
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basta lacrime ora le cipolle salvano la vita testatina per le pagine interne DX
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Anticancro: la varietà Ruby Ring sarebbe una preziosa arma per uccidere le cellule cancerogene del tumore al colon
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ipolle rosse grandi alleate nella lotta contro il cancro. Se già erano state segnalate come strumento per la lotta al tumore al seno, le ultime ricerche le hanno promosse anche come preziosa arma per uccidere le cellule cancerogene del tumore al colon. La ricerca è made in Canada, viene dalle menti della University of Guelph ed è stata pubblicata sulla rivista Food Research International. Lo studio ha testato cinque diversi tipi di cipolle che crescevano in Ontario, nel Canada appunto, scoprendo che una varietà chiamata “Ruby ring onion”, che è rossa, si è rivelata la più efficace contro il cancro. Merito di un alto contenuto di quercetina, un tipo di flavonoide che ha potere antiossidante, e di antociani (o antocianine), che danno il colore rosso e che arricchiscono l’azione antitumorale della quercetina stessa. «Abbiamo trovato che le cipolle sono eccezionali nell’uccidere le cellule tumorali - spiega uno dei ricercatori, Abdulmonem Murayyan - Le cipolle attivano percorsi che incoraggiano le cellule tumorali a subire la morte cellulare. Promuovono un ambiente sfavorevole per le cellule tumorali e disturbano la comunicazione tra le stesse, cosa che ne inibisce la crescita». Lo studio è stato effettuato ponendo a diretto contatto le cellule tumorali del cancro al colon con l’estratto di quercetina di cinque tipi diversi di cipolle. E di recente gli studiosi hanno anche riscontato che le cipolle sono efficaci nel tumore al seno. Il prossimo passo saranno dei trial direttamente sull’uomo. I ricercatori sono anche a lavoro su un metodo di estrazione della quercetina libero da sostanze chimiche, che consenta di utilizzarne le proprietà nella nutraceutica e sotto forma di pillole. © Copyright Università Niccolò Cusano
Lo studio è stato effettuato ponendo a contatto le cellule tumorali con l’estratto di quercetina di cinque tipi diversi di cipolle
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passione streetball spettacolo a cielo aperto Nato negli anni ’80 ad harlem come forma di trasgressione il basket 3X3 è oggi uno sport riconosciuto dalla federazione internazionale
La ricetta Calzone con cipolla rossa di Tropea
TIPOLOGIE Gli studiosi hanno riscontato che le cipolle possono risultare efficaci anche nel caso di tumore al seno
Tempo di cottura: circa 45 minuti Per 4 persone Ingredienti: - 3 cipolle rosse di Tropea Calabria igp - 1 pasta sfoglia - 5 cucchiai di olio d’oliva - 5 fettine di lardo di colonnata tagliate a cubetti - olio di oliva - sale q.b. - 100 gr di provola fresca tagliata sottile - 1 tuorlo di uovo Preparazione: Lavare e affettare finemente le cipolle, e soffriggere per 15 minuti in olio aggiustato di sale, rigirandole di tanto in tanto. Stendere la pasta sfoglia e picchettare con una forchetta; aggiungere le cipolle, la provola e il lardo e richiudere a forma di mezza luna; premere sui bordi con una forchetta per evitare la fuoriuscita del composto e spennellare la superficie con il tuorlo di uovo. Infornare a 180 gradi per mezz’ora. © Copyright Università Niccolò Cusano
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stremo, spettacolare, elettrizzante. Nasce come una trasgressione, un’alternativa da strada allo sport “ufficiale” che si pratica in palestra, magari condito da musica hip-hop in sottofondo e rigorosamente dedicato agli afroamericani di New York e Los Angeles. Invece, pensate un po’, lo “streetball” o “basket la seconda 3x3”, è diventato addirittura disciplina olimpica e le disciplina prime medaglie saranpiù praticata no assegnate nel 2020 a Tokyo. Una storia imdopo il calcio portante quella dello stresi gioca nei tipici etball, che va oltre la semplayground plice variante del secondo sport più praticato al mondo dopo il calcio. Ufficialmente lo streetball nasce negli anni ’80 ad Harlem, storico quartiere nero a nord di Manatthan, dove il basket praticato fra ragazzini inizia a trovare una sua istituzionalizzazione grazie alla realizzazione di veri e proprio playground, campetti recintati che ricordano un po’ i nostri campi di calcetto (ma con il cemento al posto dell’erba sintetica). Siamo in una New York ancora convalescente dalla violenza degli anni ’70, dove dalle bande del Bronx esco-
fermento Lo streetball nasce negli anni Ottanta nei quartieri malfamati di New York e Los Angeles, gli stessi che danno i natali ai primi rapper mainstream e dove trova terreno fertile la street-art di Basquiat no fuori i primi rapper mainstream e dove il writer Jean-Michel Basquiat, lanciato da Andy Warhol, è diventato molto di più di un genio della street-art, bensì il simbolo dell’affermazione degli afroamericani. Tutto nasce grazie al “re di Harlem”, Earl Manigault, controverso giocatore di pallacanestro degli anni ’60, mai esploso davvero a causa delle droghe e delle cattive compagnie. Earl trova la sua vera realizzazione nella strada, ma solo negli anni ’80, disintossicatosi dalla sua dipendenza dall’eroina e prima che il suo cuore cedesse, riesce a fare qualcosa per i ragazzi del quartiere realizzando un playgound che porta il suo soprannome, “The Goat”. Nei successivi 20 anni lo streetball si diffonde quasi di pari passo con la cultura hiphop, andando anche oltre i confini dei quartieri più malfamati e raggiungendo i cortili delle abitazioni dei bianchi. è nel 2007 che la Fiba (International Basketball Federation) decide di radunare i migliori arbitri di pallacanestro del mondo – fra cui l’italiano Gianluca Mattioli – e creare il primo regolamento ufficiale del basket 3x3. Le regole sono poche e semplici. Il primo possesso viene deciso con il lancio della moneta, quindi l’azione inizia con il “check”: la palla viene data all’attaccante, che si trova fuori dal cerchio del tiro da tre, dal difensore che invece si trova all’interno. I canestri dentro l’area dei 3” e i tiri liberi valgono 1 punto, fuori dall’area 2. Per il resto, è tutto uguale al basket tradizionale, a parte che le due squadre hanno diritto a un solo cambio (le rose sono da 4). La partita dura 10 minuti o vince chi arriva prima a 21 punti. Se vi è un tempo supplementare, questo finisce quando una delle due squadre segna due punti. è concesso un time-out per squadra che dura trenta secondi. I falli rimangono identici al basket normale. Altresì, devono seguirsi delle piccole accortezze, ovvero quando vi è un possesso dopo un canestro realizzato la palla passa alla difesa che rimette la palla in attacco al di fuori dell’arco e la squadra che difende non può toccare la palla all’interno del semicerchio nell’area del canestro. Pena un fallo. Dopo una palla morta, cioè dopo un canestro, rimessa ecc, la palla deve essere passata o palleggiata tra due giocatori delle due squadre avversarie al di fuori dell’arco. Sul sito della Fiba è possibile consultare il ranking ufficiale, che attualmente vede gli Stati Uniti in testa, seguiti dalla Spagna e dalla Serbia e, ancora, dalla Francia e dalla Lituania (una classifica che ricalca più o meno quella del basket tradizionale), mentre l’Italia si posiziona soltanto al 35esimo posto, sebbene abbia partecipato ai campionati del mondo che si sono svolti nel 2016 a Guangzhou, in Cina. © Copyright Università Niccolò Cusano
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Gestire lo stress A 350 km/h K A cura di Prof.
Francesco Peluso Cassese Dir. Laboratorio di Ricerca H.E.R.A.C.L.E. Università Niccolò Cusano Dott. Stefano Rendina Laureato in Psicologia presso Università Niccolò Cusano
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un lungo studio della cusano ha analizzato la gestione emozionale nei piloti di motogp e superbike
ino a qualche anno fa, l’attenzione maggiore rispetto alla figura del pilota era legata principalmente alla sua fisicità, alla corporatura più o meno robusta e al talento. Anche dal punto di vista della medicina, ci si è focalizzati su quello che sono gli infortuni fisici, dovuti alle cadute più o meno rovinose, Il livello ma quasi mai alla mendi esperienza te, ai pensieri e alle emonon incide zioni. Le uniche volte in cui è si associata la painvece rola psicologia a quella nel dominare del pilota è sempre stato fatto con una acceziola tensione ne negativa, cercando nelle pessime prestazioni dell’atleta una componente psichica negativa, quale ad esempio, la depressione. Nell’ultimo periodo ci si è resi conto che il pilota-atleta viene sollecitato contemporaneamente, sia dal punto di vista delle proprie capacità motorie sia in quelle cognitive, il tutto ad una velocità di oltre 350 km/h. Nella ricerca condotta dal Laboratorio H.E.R.A.C.L.E. dell’Università Niccolò Cusano abbiamo seguito in un lungo periodo e per tre continenti piloti e ingegneri impegnati nella Moto GP e nel Campionato Superbike utilizzando strumenti psicometrici per valutare le gestione delle emozioni. Ci siamo posti una prima domanda se tra Pilota e Ingegnere, i principali attori di questo sport, lo stress percepito e le emozioni vengono gestite nello stesso modo e abbiamo visto dall’elaborazioni svolte che durante la pausa invernale, per un pilota c’è un calo di stress percepito significativo rispetto al proprio ingegnere, il pilota, raggiunge il massimo stress a ridosso della prestazione, mentre l’ingegnere, tra attività
di sviluppo in sede e in pista ha un livello di stress percepito abbastanza costante. Abbiamo anche visto che non sempre l’età anagrafica o l’esperienza nel settore influiscono fortemente sulle emozioni e sullo stress, in quanto, si poteva supporre, per esempio, che piloti più esperti gestissero meglio la tensione rispetto a soggetti come meno gran premi in carriera, invece non c’è questa differenza, questo si può supporre sia dovuto a fattori intrinseci ai piloti ma anche ad aspetti motivazionali e di sicurezza. Un pilota più esperto conosce maggiormente i rischi e può aver vissuto situazioni traumatiche che generano in lui uno stress maggiore rispetto a chi ha dalla sua una conoscenza, passate il termine, minore del pericolo. Come detto anche a livello motivazionale i meno esperti gestiscono leggermente meglio l’emozione, si può presupporre, perché un pilota giovane ha una grandissima ambizione ad emergere che lo porta a schiacciare lo stress con la spinta emozionale positiva. © Copyright Università Niccolò Cusano
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alessandro circiello nella mia cucina regnano la semplicità e la tradizione testatina per le pagine interne DX
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lo chef consiglia di “colorare la tavola” con i prodotti di stagione
L’equilibrio del nostro organismo comincia da una buona educazione alimentare: la dieta mediterranea aiuta
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a salute vien mangiando. Prodotti di stagione, poco sale e tanta qualità sono gli ingredienti principali dei piatti di Alessandro Circiello, il 38enne romano che fa la spola tra le cucine professionali e quelle del piccolo schermo per diffondere la cultura della salute attraverso un’alimentazione sana ed equilibrata. Fan della dieta mediterranea e amante dei primi piatti, lo chef non ha dubbi: cucinare, oltre a essere un’arte, è un ottimo strumento per garantire benessere all’organismo. Tempo di mare e scorpacciate di pesce. Quali accortezze bisogna avere? «Controllare la freschezza e l’integrità del prodotto. Il pesce infatti dovrebbe essere tenuto a -18 °al fine di debellare l’anisakis, parassita marino che allo stadio larvale risiede nelle carni dei pesci».
Dall’Istituto Superiore di Sanità Le larve di Anisakis possono essere presenti in una grande varietà di pesci; sono resistenti ai normali processi di marinatura cui viene sottoposto il pesce ma possono essere inattivate attraverso il congelamento da -17 a -20 °C per 24 ore oppure mediante la cottura.
” La chicca: lo stecco di merluzzo Tritiamo del merluzzo, lo passiamo in una “panatura” di granella di riso soffiato e nocciole tritate, lo infilziamo con uno stecco di legno e inforniamo. La nostra creazione al merluzzo ci ricorderà il gelato alla granella.
Cosa ne pensi della dieta crudista? «Nell’ambito di frutta e verdura approvo in pieno. Pensiamo ad esempio ai peperoni: crudi sono freschi, gustosi, molto più digeribili e nutrienti (cotti perdono la vitamina C). Per il resto degli alimenti, come la carne e il pesce, il discorso è ben diverso. Direi che una cottura corretta mantenendo integre le proprietà del prodotto è la soluzione migliore».
l’impegno Ideatore del brand “La salute vien mangiando” lo chef Alessandro Circiello ha collaborato con il ministero della Salute e con diverse strutture ospedaliere per diffondere la cultura del mangiar sano
Cucina sostenibile: come attuarla in casa? «Potremmo partire dal taglio agli sprechi. Pensiamo alle bucce di patate, sono ricche di fibre e fritte aggiungono un tocco di gusto al nostro pasto». Tu cosa mangi? «Elementi di stagione tipici della dieta mediterranea e qualche volta inserisco anche i salumi, purché di qualità. Quanto alla carne faccio attenzione che provenga da allevamenti non intensivi: preferisco le aziende che rispettano il più possibile le esigenze dell’animale».
Frittura: un colpo alla gola e uno alla salute. Qualche consiglio? «Prestare attenzione al punto di fumo, ov- Fai sport? vero la temperatura alla quale un olio ini- «Calcetto con gli amici e corzia spontaneamente a ossidarsi. Fonda- ro». mentale evitare la combustione simultanea di oli diversi per prediligere in primo Sei un tifoso di calcio? luogo quello di oliva. Può essere utilizza- «Sì, tifo Roma». to anche quello di girasole o di arachidi, sempre rispettando i tempi di riscaldaAllora devi aver sofferto per l’addio mento. Seguendo queste semdi Totti… plici regole una frittura ogni «Ero allo stadio, è stato davvetanto può rivelarsi utile a ro emozionante e commuoil suo punto riattivare il metabolismo». vente. Magari avrebbe podi riferimento tuto tirare un altro anno, Con la rubrica “Ricette come tutti i romanisti è gualtiero a colori” sei voluto aravrei voluto non lasciasrivare ai più giovani… marchesi: se mai la squadra… » «L’equilibrio del nostro «un Precursore Un tuo collega che stimi? organismo parte da una dei tempi» buona educazione alimen«All’interno della federatare. I ragazzi sono spesso zione italiana cuochi, di cui ammaliati da confezioni inviio sono presidente per la regiotanti e il loro palato viene sedotto da ne Lazio, abbiamo avuto modo di coadditivi o zuccheri che creano dipen- noscerci in tanti e collaborare. Il mio pundenza e dei quali ignoriamo la presenza to di riferimento è Gualtiero Marchesi, per in molti dei prodotti industriali che por- me un indiscusso precursore dei tempi». tiamo sulle nostre tavole. Il mio invito è quello di prediligere cibi semplici, del- Qual è il piatto che preferisci cucinare? la tradizione e frutta e verdura rigorosa- «I primi piatti, ci rendono unici in tutto il mente di stagione. Colorare la nostra dieta mondo». con ortaggi e frutti locali in base al periodo dell’anno è un buon punto di parten- E quello che preferisci mangiare? za per onorare la nostra premiata cultu- «La lasagna, mi ricorda l’infanzia». © Copyright Università Niccolò Cusano ra mediterranea».
radio cusano campus informa
CHI è alessandro circiello Biografia Esperto di cucina basata sulla sana alimentazione, da molti anni è impegnato in iniziative e campagne volte ad affermare il valore della salute a tavola. Opinion leader ed esperto di alimentazione, Alessandro Circiello è spesso, ospite in trasmissioni televisive. Dopo aver terminato gli studi alberghieri, ha iniziato a lavorare presso diversi alberghi di lusso a Roma. Si è perfezionato attraverso diversi corsi presso l’Istituto Superiore Arti Culinarie Etoile di Venezia imparando dai migliori maestri di cucina Italiana. RHa lavorato presso il Ristorante “La Coquille” in Lussemburgo (una stella Michelin) per poi passare al Ristorante “Au Crocodile” di Strasburgo (tre stelle Michelin). Ha inaugurato, poi, in veste duplice di chef e proprietario, il Ristorante “Tagliacozzo”, in provincia dell’ Aquila: durante il suo primo anno di esistenza il Ristorante viene inserito nella “Guida Michelin” e nella “Guida del Gambero Rosso”. In seguito, inaugura il Ristorante “Santa Lucia”, adiacente a Piazza Navona a Roma. Per alcuni anni è Executive Chef del “Boscolo Grand Hotel Palace” in Via Veneto, dove apre il Ristorante dell’albergo, denominato “Terrazza Cadorin”. Sempre in questi anni è consulente culinario del “Grand Hotel Plaza” a Roma, docente di cucina presso la Scuola Alberghiera della Provincia di Roma e in diverse scuole di cucina private. Testimonial e organizzatore della linea gastronomica dell’evento “Roma si mette in Luce”, il “Natale di Roma Capitale”, realizza per l’occasione le ricette del Genio del Rinascimento Italiano, Leonardo da Vinci, contenute nel trattato di cucina “Codice Romanoff”. Partecipa alla settimana UNESCO per l’educazione allo sviluppo sostenibile presso la Società Geografica Italiana. Realizza il ricettario “Assapora la Vita”, che è la campagna di sensibilizzazione itinerante promossa da Associazioni aderenti al ministero della Salute per aiutare le donne colpite da patologie tumorali. Collabora in eventi e scrive sulle riviste ufficiali delle strutture ospedaliere “Fatebenefratelli” e “Bambino Gesù”. E’ ideatore del brand “La salute vien mangiando”. Collabora con il ministero dell’Ambiente sul tema della rivalorizzazione dei prodotti alimentari e delle biodiversità, realizza, sempre per il ministero, un libro sulle ricette per i Parchi Nazionali Italiani.
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Per tenere lontano L’insetto più temuto dell’estate esiste un rimedio ecologico al 100%: AVERE nel proprio giardino o sul proprio balcone alcune specie del mondo vegetale
antizanzare fai da te grazie a erbe e piante doppia funzione: sono tutti ingredienti utili in cucina
Due rimedi anti zanzare Ecco la ricetta completa e totalmente naturale per un efficace anti zanzare fai-da-te In un bilancino di precisione pesiamo nello stesso recipiente 20g di Alcool Buongusto, 5g di glicerina vegetale, 24g di acqua, 20 gocce di Olio Essenziale di Citronella, 10 gocce di Olio Essenziale di Geranio. Mescoliamo il tutto e versiamo il composto ottenuto in un flacone con vaporizzatore. Limone e aceto, il rimedio della nonna In un piatto mettete dell’aceto e dentro qualche fetta di limone fresco. L’odore forte terrà lontane non solo le zanzare ma anche tutti gli altri parassiti e insetti.
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e zanzare non vanno in vacanza, anzi. Tempo di calzoncini e gonne corte e, con l’avvento della bella stagione, periodo di pizzichi e irritazioni. Sfatando il mito secondo il quale la zanzara colpisce solo chi ha “il sangue dolce”, vediamo quali piante possiamo mettere sul nostro balcone o in giardino per tenere lontani questi fastidiosissimi parassiti. Sopratutto le erbe aromatiche che, con il loro profumo e il loro aroma, possono impreziosire i nostri piatti e al tempo stesso tenere lontane le zanzare.
Ecco dunque i nostri alleati 1 Basilico 2 Rosmarino 3 Menta
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2 Fondazione Niccolò Cusano informa che...
Oms: occhio a zecche e mosche 3
Decorano gli ambienti e hanno la funzione di ottimi repellenti anche 4 Citronella 5 Gerani 6 Lavanda
4 © Copyright Università Niccolò Cusano
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Oltre l’80% della popolazione mondiale rischia di contrarre un’infezione da insetti, il 40% anche due o più malattie. Zanzare, mosche e zecche possono trasmettere infezioni, come malaria, filiriasi linfatica, leishmania, malattia di Chagas, di Lyme ed encefalite. Per farvi fronte, l’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di mettere tra le sue priorità il controllo degli insetti, con un Piano di risposta globale e obiettivi da raggiungere entro il 2030. I principali insetti vettori di malattie, come zanzare, mosche e zecche, uccidono ogni anno più di 700mila persone, e le popolazioni più a rischio sono quelle che vivono in povertà nelle aree tropicali e subtropicali. La rapida urbanizzazione senza controllo, l’aumento di viaggi e commerci internazionali, la modifica dell’agricoltura e i cambiamenti ambientali hanno fatto aumentare la diffusione di questi insetti, mettendo a rischio sempre più persone. L’obiettivo del piano Oms è riallineare i programmi di controllo
degli insetti nei vari Paesi, con l’aiuto dei progressi tecnici raggiunti negli anni, le migliori infrastrutture, monitoraggio e sistemi di sorveglianza rinforzati ed un maggiore coinvolgimento della comunità. «Stiamo assistendo ad una ricomparsa sempre più marcata di malattie emergenti e riemergenti, che il mondo non è preparato ad affrontare», ha detto Margaret Chan, direttore uscente dell’Oms, all’ultima assemblea mondiale della salute. La diffusione di Zika, la ricomparsa della dengue e la minaccia emergente della chikungunya «sono il risultato di politiche di controllo deboli delle zanzare dagli anni ‘70 ad oggi. Gli sforzi e i fondi spesi per il controllo degli insetti si sono ridotti parecchio», ha rilevato Chan. Il piano dell’Oms vuole ridurre la mortalità per le malattie da insetto del 75% e l’incidenza del 60% entro il 2030, per prevenire epidemie in tutti i paesi, arrivando ad un investimento modesto di circa 5 centesimi di dollari a persona (pari a 330 milioni di dollari globalmente), contro 1 centesimo a persona speso ora.
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attenti ai succhi prima dei 12 mesi è meglio evitarli
allo psichiatra Paolo Crepet
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imenticare le chiavi, un nome o quello che si voleva dire poco prima. A chi non è capitato almeno una volta nella vita?! Ma quando un black out della mente accade su qualcosa di importante o in un momento delicato, la declinazione di tutto ciò può essere drammatica. Noi di Unicusano Up abbiamo chiesto a un autorevole esperto, Paolo Crepet, psichiatra e autore di numerosi libri, di spiegarci meglio cosa favorisce i vuoti di memoria, come contrastarli e tenere allenato il cervello.
memoria: perché c’è un black out ria ed è necessario usarli meno».
Purtroppo tornano periodicamente sui giornali le tragiche notizie di bambini che perdono la vita dopo che i genitori li hanno dimenticati in auto. Professore cosa accade in questi casi? «Di questi casi ne ho seguiti diversi in questi anni. Le dico che è tale l’enormità di quelProfessore, i vuoti di memoria possono lo che succede che bisogna valutare caso per caso. Non si può fare una legge per tutti. capitare a tutti? «Capitano alle persone anziane perché Non mi permetto quindi di entrare nel mesintomo di invecchiamento cerebrale o a rito ma di certo so che qualcosa c’è o è accapersone molto stressate perché il cervello duto. Poi oggi le famiglie sono molto stresfa una selezione in automatico, per cui cer- sate e a volte non c’è una buona comunite cose le ricordi e altre no. In genere, una cazione. Tuttavia non trattiamolo come un persona serena non ha vuoti di memoria». fenomeno sociale perché non lo è. Stiamo parlando di uno o due casi l’anno. E’ chiaro che è talmente clamoroCosa o quali condizioni favoso che se ne parla. Ma i nuriscono questi black out del meri sono talmente bassi cervello? l’opinione che non si può trarre nes«Anche qui c’è una base dell’esperto: suna conclusione. Non si biologica, la demenla memoria possono fare statistiza senile o l’alzheimer che. Solo quannon vengono a tutti. Il è un’emozione do ci s ono cervello non è uguale in che si carica centinaia di tutti gli esseri umani, poi dipende anche molto dalla con le emozioni casi allora puoi avere vita che hai fatto. Se lo alleni un trend, dei funziona. Se una persona nella punti comuni». vita ha svolto, invece, sempre e solo un lavoro ripetitivo quando poi invecchia è più a rischio».
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K Intervista
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he non fossero come la frutta fresca lo sapevamo già. Carichi di zuccheri e ricchi di svariati elementi, di cui forse la polpa di frutta ricopre una percentuale un po’ troppo bassa, i succhi sono stati messi sotto la lente dei ricercatori Usa, i quali hanno lanciato il monito: no ai succhi di frutta al di sotto di un anno. Severe le linee guida della American Academy of Pediatrics: «I genitori possono pensare che i succhi di frutta siano salutari, ma non sono un buon sostituto della frutta fresca e servono solo a consumare più zucchero e calorie - afferma Melvin Heyman, coautore del documento - Piccole quantità vanno bene per i bambini più grandi, ma sono assolutamente non necessarie sotto l’anno di età». Nel dettaglio la guida afferma che per i primi sei mesi il latte materno o artificiale siano più che sufficienti per l’alimentazione dei bimbi. Tra i sei mesi e l’anno si può introdurre la frutta ma non in forma di succo. A partire da un anno si possono dare succhi, con il 100% di frutta, ma non più di 120 millilitri (4 once) al giorno, che possono diventare 180 dai 4 anni e 240 dopo i 6. «I bambini si legge nel documento - dovrebbero essere incoraggiati a mangiare frutta intera, ed educati a capirne i benefici rispetto al succo, che non ha le fibre e può portare a un eccessivo aumento di peso». Il succo, aggiungono gli esperti, è sconsigliato come trattamento della disidratazione e della diarrea, e andrebbe evitato subito prima di andare a letto.
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Zucchero a bada grazie a un’app La app lanciata da Public Health England, l’agenzia del Ministero della Salute inglese, misura la quantità di zucchero nei cibi. I bambini fra i 4 e i 10 anni d’età consumano troppo zucchero, ben tre volte le quantità giornaliere raccomandate: 19 gr da 4 a 6 anni e 24 gr da 7 a 10 anni (28 dagli 11 anni in su). Già con una lattina di cola e le sue 9 zollette - riferisce l’agenzia stampa inglese - si superano queste soglie. © Copyright Università Niccolò Cusano
CONSIGLI Il succo, aggiungono gli esperti, è sconsigliato come trattamento della disidratazione e della diarrea e andrebbe evitato subito prima di andare a letto
demenza senile e situazioni di stress sono alla base di dimenticanze comuni: il professor crepet ci spiega il legame con le emozioni una situazione piacevole o disperata. Qualsiasi cosa faccia emergere un’emozione aiuta la memoria. La memoria è un’emozione che si carica con le emozioni». La celebre madeleine di Proust? «Sì, più o meno». © Copyright Università Niccolò Cusano
Intervento del Professor Fabrizio Patanè della facoltà di Ingegneria Unicusano
I mille aspetti della sicurezza
Perché succede che ci si dimentica quello che si stava dicendo poco prima? «Queste in realtà sono dimenticanze banali. Oppure c’è una rimozione, vale a dire, quella cosa è importante ma in realtà non vorresti farla, sei costretto e allora c’è un meccanismo inconscio che tende a bypassare. Così come, per esempio, succede ai bambini: quando il genitore ricorda di prendere qualcosa prima di uscire, se il bambino non ha voglia di uscire la dimenticherà a casa, se invece ha voglia di uscire si ricorderà tutto. Le cose importanti ce le ricordiamo, quando le dimentichiamo evidentemente c’è qualcosa che non va».
Uno dei rari casi in cui l’inglese descrive meglio un concetto rispetto all’italiano è la distinzione tra Safety e Security. In italiano, traduciamo entrambi i termini con la parola “Sicurezza”, ma una differenza sostanziale c’è, e per descriverla dobbiamo ricorrere ad un esempio semplice ma efficace. Safety è quando controlliamo che lo sportello dell’auto sia ben chiuso per assicurarci che non si apra accidentalmente; Security è quando chiudiamo per bene lo sportello dell’auto per evitare che qualche malintenzionato non cerchi di entrare.
La settimana enigmistica è un toccasana per il cervello
Per gli studiosi americani non sono un buon sostituto della frutta fresca e servono solo a consumare più saccarosio e calorie
Ci sono dei trucchi per contrastare i vuoti di memoria? «La settimana enigmistica è uno degli esercizi cognitivi più importanti che ci siano. Ed è utile a tutti, perché in questo periodo la tecnologia porta via memoria. Noi siamo molto meno dotati di memoria rispetto a 30 anni fa. Questo perché una volta non avevamo, per esempio, un’agendina telefonica e dovevamo ricordare a mente i numeri di telefono. Le faccio io una domanda: scommetto che se le rubano il telefonino lei non saprà nemmeno come telefonare a un’amica perché non ha mai avuto bisogno di imparare il numero avendolo memorizzato nella rubrica. Sbaglio?!»
I social portano via alcune abilità cognitive No non sbaglia... tranne il numero di casa non sarei in grado di ricordare nessun numero telefonico. Questo perché gran parte del lavoro che prima il cervello era abituato a fare non lo fa più? «Esatto. Quindi così come dal punto di vista neurologico non è bene stare 8 ore al telefono consecutive o dare il telefonino ai bambini essendo in una fase evolutiva, così bisognerebbe, per esempio, adottare lo stesso tipo di avvertenza nei confronti dei social. In poche parole, i social portano via alcune attività cognitive tipo la memo-
Il primo caso ci assicura contro eventi nefasti accidentali, il secondo ci assicura contro i malintenzionati. Perché questa premessa? Perché è interessante sapere che l’ingegnere che progetta sistemi di sicurezza ragiona in modo diverso, a seconda che debba risolvere un problema di Safety o di Security. La Security è semplice da gestire, basta immaginare in quanti modi un ladro può introdursi in casa o in un negozio e ideare delle contromisure efficaci. Ogni volta che si inventa un nuovo modo per eludere un sistema di sicurezza, l’ingegnere lavora per un nuovo dispositivo più efficace.
La memoria è un’emozione che si carica con le emozioni Esistono dei cibi che ricaricano la memoria? «Mettiamola così: quello che ricarica la memoria è mangiare cose che uno ha mangiato anni prima in una determinata situazione. Non è il cibo ma il ricordo di un ristorante dove magari sei stato con una persona e allora il cibo diventa testimonianza di
social Secondo Crepet, i social portano via alcune attività cognitive tipo la memoria ed è necessario usarli meno; negli ultimi 30 anni le capacità mnemoniche si sono ridotte sensibilmente
La Safety è molto più complessa, perché dobbiamo fare i conti con l’imprevedibilità dell’ambiente, della natura che non ha uno scopo. Qui l’ingegnere è all’opera continuamente per escogitare mille soluzioni non solo agli eventi avversi più propriamente naturali, ma anche agli errori umani, amplificati dalla vita frenetica di oggi e dalle nuove tecnologie, le quali inducono più spesso distrazioni invece che aiutarci. Dobbiamo poi pensare che tutti sappiamo quando serva veramente Security, ma non tutti ci rendiamo conto di quando sia necessaria anche la Safety, soprattutto se siamo poi noi la causa degli eventi avversi. Morale della favola, esistono dieci sistemi anti-intrusione e tutti coloro che ne necessitano li installano, ed esistono 100 sistemi per kids-Safety, ma ben pochi ne fanno uso.
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sotto controllo Con l’ausilio di Internet, app dedicate e, ovviamente, la messaggistica istantanea, il dietologo, il nutrizionista e il personal trainer tengono sotto controllo i nostri progressi, ci danno consigli in real time e tengono aggiornate le statistiche della cartella personale, allegando foto e dati
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la testimonianza del dottor marco angelini, creatore di app you body, che fornisce consigli ad hoc su alimentazione e palestra: «possono contattarmi a tutte le ore» K Intervista
al dottor Marco Angelini
diffidiamo sempre di chi promette effetti straordinari in poco tempo
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imagrire grazie allo smartphone o al pc. No, non è una nuova scoperta sugli effetti delle onde elettromagnetiche, bensì la possibilità che molti siti e applicazioni gestiti da medici e professionisti del settore offrono a chi non ha tempo di effettuare visite e controlli periodici dal proprio nutrizionista, oppure richiede di essere seguito quasi giornalmente. Con l’ausilio di internet, app dedicate e, ovviamente, la messaggistica istantanea, il dietologo, il nutrizionista e il personal trainer – a volte le tre figure coincidono – tengono sotto controllo i nostri progressi, ci danno consigli in real time («mi hanno portato al ristorante a mia insaputa, cosa mangio?») e tengono aggiornate le statistiche della nostra cartella personale, allegando foto e dati. Il programma alimentare più famoso, per quanto riguarda la dieta al telefono, si chiama “Bioimis”, e promette di fare perdere dai 4 ai 10 kg in un mese. Un medico, dopo averci incontrato e aver valutato i vostri esami, ci spedisce il programma da seguire. In questo caso, il controllo avviene ogni due giorni sempre attraverso il telefono. La dieta al pc, invece, si chiama “Yukendu”: in questo caso si lavora, via computer, su tre fronti (cibo, sport e psiche). Inoltre, si viene seguiti utilizzando un computer, e per qualsiasi dubbio ci si può rivolgere al proprio trainer personale. Infine, non dimentichiamoci che esiste un’app anche per dimagrire: si chiama “Perfetto”, e inserendo i propri dati riesce a definire un programma personalizzato, e a darti consigli a livello alimentare. Ovviamente, specie su internet, è importante stare alla larga dai ciarlatani e assicurarsi che chi ci segue abbia i titoli adeguati: diffidate sempre di chi promette risultati straordinari con sforzi minimi. Assodata questa regola, ecco un elenco di siti – in italiano - che possono fare al caso nostro. Yukendu. Un programma di dieta, coaching motivazionale e fitness con la consulenza di un medico dello sport, il prof. Marco de Angelis, e con un personale che segue passo per passo il paziente. I costi del programma sono molto competitivi, ci sono anche opportunità di programmi lui&lei. Dietologi online. La dieta base costa 50
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«così seguo i pazienti in ogni momento» struttura anche sotto casa. Le cose sono andate molto bene».
siti e app per restare in forma senza indugi alla larga dai ciarlatani e seguiti da nutrizionisti e personal trainer: ecco le proposte virtuali per ottenere risultati reali attraverso la dieta e l’esercizio fisico. i programmi sono personalizzati
euro e arriva a casa dopo aver risposto a un semplice questionario. Il sito è coordinato dal nutrizionista dott. Enrico Dedola. Fitness coaching. Programma alimentare e piano alimentare con l’aiuto di due personal trainer che ci possono seguire anche a distanza. Personal trainer online. Servizio ideato dal personal trainer Stefano Morini, si presenta come uno dei primi in Italia. Vivereinforma. E’ un sito con vari specialisti nell’ambito della nutrizione e dello sport. Forniscono anche percorsi di allenamento specifici, webseminar e percorsi di nutrizione mirata. Dave Gamba. Sul sito del personal trainer Dave Gamba, percorsi mirati di allenamento, di integrazione e di alimentazione. Bodybuilding Natural. Nel portale di Andrea Spadoni e Francesco Celso, la possibilità di un percorso di allenamento personalizzato (con Andrea Spadoni) ma anche di dieta e allenamento (con un team di professionisti). Fitness Femminile. Il sito di Max Arrighetti è specializzato per le donne e permette loro di allenarsi in modo mirato. Fit for Dummies. La pagina Facebook del coach Michele Spreghini si distingue tra tutte per l’importanza che dà al fattore motivazionale e non solo agli aspetti tecnici dell’allenamento. Diet@mica. E’ il sito di dieta online del portale Staibene.it, con tanto di checkup, consulenza, piano alimentare personalizzato. © Copyright Università Niccolò Cusano
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bbiamo passato in rassegna i principali siti per diete e allenamenti a distanza. C’è un nutrizionista e personal trainer di Guidonia Montecelio, a due passi da Roma, che però è andato oltre e ha realizzato la prima applicazione gratuita per smartphone, che si chiama “App You Body”, accompagnata da una pagina Facebook. A creare questa start up di fitness coaching online è stato il dott. Marco Angelini, laureato all’Università La Sapienza di Roma, secondo il quale «questa app apre una nuova frontiera nella dieta online». Unicusano Up Magazine lo ha raggiunto in sede e lo ha intervistato. Dottor Angelini, come le è venuta questa idea? «Ho unito il mio percorso di studi da dietista e nutrizionista alla mia passione per il fitness e la palestra. Inizialmente, come tutti, avevo intenzione di aprirmi uno studio e lavorare in loco, poi ho cominciato ad avere molti pazienti che abitavano lontano e, anche per i romani arrivare nella vicina Guidonia è un viaggio fra traffico e stress. Così, ho iniziato a sperimentare la dieta a distanza e a fornire ai pazienti programmi ad hoc per la palestra, che avrebbero potuto svolgere in qualsiasi
Come è nata l’app? «Ho acquistato un software che mi ha permesso di realizzare delle statistiche personalizzate e delle simulazioni sui programmi di dieta. Allo stesso tempo, abbiamo creato dei video tutorial per aiutare i pazienti a svolgere gli esercizi cori video rettamente. Niente stress tutorial per loro e risultati straaiutano bilianti, con la possibilità di contattarmi a tuta svolgere te le ore».
correttamente gli esercizi
C’è tanta diffidenza sul fronte delle diete, i ciarlatani sono dietro l’angolo e tutti sono pronti a promettere qualsiasi cosa. In tanti sono stati truffati in passato. Come si fa a riconoscere un professionista da un imbonitore? «Bisogna sempre stare attenti, pretendere referenze, garanzie e titoli, diffidare da prezzi troppo bassi e, soprattutto, da promesse impensabili con diete estreme. I risultati si possono raggiungere, ovviamente, ma serve applicazione, tempo e volontà. Io chiedo sempre la cartella clinica, facciamo uno storico con le analisi e le diagnosi». La dieta molto spesso mette “tristezza”. Si finisce a mangiare tanto anche per stress o semplicemente per golosità. Come si combatte questo fattore? «Serve solo un po’ di fantasia. Ad esempio, con la nostra App è possibile scaricare un e-book per delle ricette divertenti composte da ingredienti poco impattanti dal punto di vista calorico, ma gustose e facili da cucinare. Mangiare sano non significa mangiare male, anzi». Dopo il lancio della app, ha fatto una geolocalizzazione dei pazienti? «Sì, e il risultato è eccezionale. Per ora lavoriamo solo in lingua italiana, eppure abbiamo pazienti anche oltre i confini del Paese. Ci sono persone che viaggiono molto, stanno due o tre mesi all’estero, e continuano a seguire i programmi come se venissero tutti i giorni a studio». © Copyright Università Niccolò Cusano