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L’ARRAMPICATA RIPRENDE LA SUA ASCESA

Dopo lo stop pandemico e un 2021 a tentoni, questo mercato conferma la sua espansione con una previsione di crescita di 3,2 miliardi di dollari fino al 2025.

I dati raccolti da Vertical-Life permettono di tracciare un profilo globale in direzione Parigi 2024 di Francesca Cassi

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Era il luglio del 1985 quando a Bardonecchia (TO), alla rinomata Parete dei Militi, si è svolta la prima gara di arrampicata sportiva al mondo. Quasi quarant’anni dopo, nel luglio 2021, l’arrampicata compare per la prima volta alle Olimpiadi di Tokyo 2020, rimandate di un anno causa pandemia. Un successo notevole per la disciplina, sia outdoor che indoor: negli ultimi due anni, la community ha segnato una continua crescita, così come il mercato globale. In seguito all’arresto forzato a causa del Covid-19, gli sguardi fiduciosi volti al futuro degli operatori del settore non sono stati delusi. Quello delle palestre di arrampicata è un mercato di nicchia spesso difficile da penetrare ma, nonostante questo - secondo Businesswire, società americana leader nella distribuzione di comunicazioni e report aziendali - ha una previsione di crescita di 3,2 miliardi di dollari nel periodo 2021-2025, progredendo a un CAGR dell’11,99% durante il periodo considerato. Nell’arco temporale 2023-2027, la crescita che ci si attende è ancora maggiore, a un CAGR del 12,5%. Il mercato è dominato dagli Stati Uniti e il suo valore è stato stimato, nel 2020, a circa 530.3 milioni di dollari.

Per una comprensione più profonda dell’andamento del mercato, Vertical-Life, la celebre app guida digitale per l’arrampicata sportiva e il bouldering, ha condotto un sondaggio approfondito che spazia dalle preferenze, ai valori e alle modalità d’acquisto dei climber delle seguenti zone geografiche:

Per il 57,4% degli intervistati, la preferenza per l’arrampicata indoor è dovuta appunto a una questione di apprendimento: la pratica della disciplina outdoor è percepita come più impegnativa e anche più pericolosa di quella indoor – almeno per il 5,9% degli intervistati. A questo si aggiunge l’assenza di tempo (32,6%) e il fatto che le falesie siano molto più distanti e difficili da raggiungere rispetto alle palestre. Un ultimo fattore è la preferenza personale per l’attività indoor. Per quanto riguarda invece l’apprendimento della disciplina, dopo il primo approccio più della metà dei climber intervistati ha seguito un corso di arrampicata: siamo al 63,2% contro il 36,7% che non ha mai seguito corsi.

CLIMBER: PRATICA E PALESTRE

I sondaggi Vertical-Life indicano innanzitutto una preferenza per l’arrampicata indoor: degli scalatori intervistati, il 98,3% abitualmente scala in palestra, mentre solo l’84,2% scala outdoor. Pochi i climber che non scalano al chiuso: appena l’1,7%. Questo dato va di pari passo con quello riguardante il primo approccio alla disciplina: il 57,1% degli intervistati ha iniziato in palestra, contro il 32% fuori. Complessivamente, l’approccio all’attività indoor è meno complicato rispetto a quello outdoor, che richiede più attrezzatura personale, più spostamento e più nozioni da apprendere.

All’interno delle palestre, l’attività più praticata è il boulder (91,5%) seguito dal lead (70,2%) e da un allenamento più generale – che può variare dall’utilizzo degli attrezzi da palestra alla pratica di altre discipline come yoga, pilates, potenziamento. I corsi legati a queste attività secondarie sono globalmente molto apprezzati quando forniti dalla palestra stessa.

La modalità di frequentazione della palestra è varia – dai pass orari o giornalieri alle tessere a ingressi e agli abbonamenti – ma la maggior parte degli intervistati è iscritta annualmente (34,86%) oltre a essere associati alla palestra in cui scala principalmente.

QUALE TIPO D’ABBONAMENTO UTILIZZI IN PALESTRA?

COMMUNITY, VALORI, SPESE E ABITUDINI D’ACQUISTO Raramente l’arrampicata si riduce al semplice gesto sportivo, e la community dei climber è conosciuta come una tra le più attive e di supporto dei suoi membri. Più della metà dei climber – il 66,1% degli intervistati – fa parte di un’associazione, di un club o di una federazione nazionale; mentre il 46% è anche iscritto all’associazione della palestra che frequenta di più. Solo il 17,7% non fa parte di nessun club.

Questa community si fa portavoce di determinati valori che riguardano l’approccio e il vissuto della disciplina stessa, solitamente in un contesto di condivisione e supporto mutevole. L’83% degli intervistati ha dichiarato di arrampicare essenzialmente per divertimento; poi per passare del tempo nella natura e per avere uno stile di vita attivo. Difatti, al di là degli allenamenti in palestra e in falesia, la maggior parte degli scalatori pratica altri sport: l’hiking (72,3%), lo sci (43,1%) e il running (40,9%) sono i più diffusi, seguiti da alpinismo, ciclismo e MBT, ferrate e scialpinismo.

QUALI DI QUESTI VALORI SONO PER TE ticali sull’arrampicata giocano un ruolo non indifferente così come gli store monomarca. Da ultimo, i siti dei retailers e i social media, soprattutto Instagram.

I PIÙ IMPORTANTI A LIVELLO PERSONALE?

MEDIAMENTE QUANTO SPENDI PER L’ARRAMPICATA ALL’ANNO?

Altre Attivit Outdoor

A livello di coscienza ambientale, il 37,4% degli intervistati dichiara di aver acquistato dei prodotti perché più rispettosi dell’ambiente. Il 21,6% dichiara di non averlo mai fatto, ma di volerlo fare in futuro; mentre il 41% non ha mai acquistato un prodotto per le sue caratteristiche sostenibili. L’obiettivo per chi acquista con un occhio di riguardo verso l’ambiente è quello di scegliere i materiali più ecofriendly possibili e anche di supportare brand che garantiscono condizioni di lavoro eque, sostenibili e una produzione locale.

HAI MAI SCELTO UN PRODOTTO O UN BRAND SPECIFICATAMENTE PER IL SUO IMPATTO SOCIALE O AMBIENTALE?

La disciplina dunque è tendenzialmente ricreativa e per l’attrezzatura necessaria la maggior parte dei praticanti – il 27,1% degli intervistati – spende tra i 500 e i 900 euro l’anno; mentre il 25,9% spende da 901 fino a 1.500 euro all’anno. Le categorie per le quali i praticanti spendono di più sono gli abbonamenti alle palestre, le scarpette e i viaggi dedicati all’arrampicata – durante i quali almeno la metà del tempo viene spesa scalando. Altre spese riguardano attrezzatura come imbraghi, corde, rinvii, caschi, ecc; i viaggi più brevi, durante i weekend; l’apparel; infine i libri e le guide dedicati. Per quanto riguarda le informazioni che inducono i climber all’acquisto di un determinato prodotto rispetto a un altro, sono generalmente ottenute da amici (63,5%) o dai siti dei brand (56,3%) seguiti dai siti di comparazione prodotti (56,2%). Anche i media ver-

Il grafico sottostante riassume i dati raccolti da Vertical-Life specificatamente per la zona sud dell’Europa, comprendente Cipro, Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.

La percentuale di scalatori outdoor è più alta (52%) rispetto a quella del resto d’Europa. La regione spicca per l’approccio all’arrampicata essenzialmente come mezzo per passare del tempo nella natura – che come valore risulta di dieci punti percentuali maggiore rispetto a quello globale, dal 56% al 66%. Il valore principale rimane il divertirsi, così come rimane al terzo posto l’avere uno stile di vita attivo, sebbene più basso della media dell’8%.

Anche le attività secondarie praticate cambiano leggermente: al primo e secondo posto troviamo sempre l’hiking e lo sci, ma al terzo troviamo lo scialpinismo. Nel secondo grafico (CLUSTERS) è infatti possibile vedere che la percentuale di alpinisti nella zona dell’Europa del Sud è quella più alta tra le zone interessate dal sondaggio.

ASSOCIAZIONI, PALESTRE E TESSERATI

La particolarità del mercato italiano è che il numero totale dei tesserati è concentrato in poche società, sebbene rimanga complessivamente poco settoriale: il database Istat non contiene infatti un Codice Ateco specifico per questo settore.

La Federazione per lo sport dell’arrampicata Federclimb identifica le palestre dov’è possibile praticare questo sport e raggruppa tutte le associazioni, centri e società sportive che offrono la possibilità di praticare l’arrampicata.

Ad oggi, sono 64 le palestre di arrampicata indoor specializzate sul territorio, oltre a pareti in centri fitness. Dal 2008 gli iscritti alla Federazione Arrampicata Sportiva Italiana sono aumentati da 6.000 a 50.611 nel 2023. Le ragioni sono diverse, tra cui la crescente popolarità di questo sport dovuta anche all’ondata outdoor-lifestyle e il recente ingresso dell’arrampicata sportiva alle Olimpiadi.

Secondo i dati Businesscoot - azienda leader nell’offerta ricerche di mercato in Europa - il pubblico italiano ha comunque una preferenza per l’arrampicata outdoor rispetto all’arrampicata indoor, il che si allinea con i dati Vertical-Life riguardanti l’Europa del Sud, in contrasto con l’andamento globale.

Secondo le statistiche FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) le prime tre società per numero di tesserati sono Intellighenzia Project Associazione Sportiva Dilettantistica (Veneto, 2.900 tesserati); B-side s.r.l. associazione sportiva dilettantistica (Piemonte, 1.990 tesserati); Associazione sportiva dilettantistica Crazy Center E.T.S (Toscana, 1.590 tesserati).

Le regioni con più tesserati sono il Piemonte, con 11.050 tesserati; la Lombardia, con 7.725; e l’Emilia-Romagna, con 7.320. Le stesse regioni sono quelle con più associazioni di arrampicata: 47 per la Lombardia, 28 per il Piemonte e 28 per l’Emilia-Romagna.

Vertical-Life - fornitore software per il mondo dell’arrampicata - dalla sua fondazione nel 2013, è diventata una delle più grandi piattaforme per il climbing. Con l’obiettivo di connettere tutti i praticanti in una sola community, ha progettato e realizzato vari prodotti, fra cui il FASI Results Service e il gestionale per le palestre Smart Climbing Gym.

Per Il Sondaggio

Autori: Oliver Aubel, Mareike Stobbe, Mariana West

Design: Stefano Gaio

Giugno 2020. Bressanone, Italia e Strasburgo, Francia

Copyright 2020 Vertical-Life Srl

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