4 minute read

SCELTA DI STILE

A due anni dal rebranding della storica azienda di Premana (LC), il presidente Eddy Codega ci racconta che impatto ha avuto questa direzione stilistica (e strategica) a cura della redazione

“ Con questo rebranding abbiamo valorizzato la nostra identità, abbiamo riaffermato l’importanza e il valore della nostra storia, del nostro territorio, delle persone che ci hanno lavorato in 134 anni di storia. È stata l’occasione di marcare in modo indelebile chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare”

Advertisement

Così, Eddy Codega riassume la nuova vision di C.A.M.P., scaturita anche a partire da un’operazione di rebranding. Il logo racchiude e rappresenta tutti i valori che definiscono l’azienda: verticalità, innovazione, leggerezza, sicurezza, valori umani, tradizione, affidabilità, montagna, focus, evoluzione. È composto da tre parti. Il pittogramma è stato un dono delle montagne di Premana e rappresenta la verticalità, il denominatore comune delle divisioni outdoor e work. Il logotipo presenta la punteggiatura lungo il lettering, per sottolineare come C.A.M.P. sia l’acronimo di Costruzione Articoli Montagna Premana. Infine, il pay-off “evolutionary” rappresenta l’evoluzione, l’innovazione, il futuro, e lo spirito delle persone che lavorano in azienda. A due anni dal lancio, abbiamo nuovamente intervistato il presidente di C.A.M.P., per approfondire gli effetti di questo cambiamento a distanza di tempo.

Ora che è passato abbastanza tempo per fare un bilancio, pensate che il lavoro svolto dietro alla progettazione del nuovo brand abbia portato agli obiettivi prestabiliti?

Il nostro obiettivo era quello di chiarire la nostra identità, da lì la scelta di generare un unico brand che ci rappresentasse completamente, proponendo una immagine immediatamente riconoscibile e quindi assolutamente distintiva. Riteniamo di aver pienamente raggiunto questo obiettivo supportati dalle reazioni e dai ritorni che abbiamo avuto dal mercato, che sono stati da subito molto positivi. Ovviamente abbiamo atteso queste conferme, ma già la voglia e l’entusiasmo che avevamo di “uscire”, di comunicare a tutti il frutto del lavoro di lunghi ed intensi anni, erano premonitori della bontà e riuscita del progetto di rebranding. Dobbiamo comunque sempre ricordare che la conoscenza e diffusione del marchio si consolidano continuamente grazie alla distribuzione dei prodotti ed alla comunicazione che è stata incentrata sulla valorizzazione del nuovo brand.

Che effetti ha avuto il rebranding in termini di immagine? Secondo voi ha reso il brand più attrattivo?

Chiarezza del messaggio in una logica di valorizzazione della nostra unicità e dei nostri valori valgono di per sé un ritorno di immagine ed attrattività. Il logo piace al primo contatto visivo e viene colto pienamente nel momento in cui ci si sofferma sul significato degli elementi (pittogramma, logotipo e pay-off) che lo compongono. È nell’approfondimento di ciascuna componente che il brand sprigiona la sua attrattività proprio perché racconta l’unicità della nostra realtà. I nostri 134 anni di storia ci danno la consapevolezza che la solidità del messaggio e la costanza nel propagarlo, combinate a tutti gli altri progetti aziendali, ci permetteranno di continuare a progredire e crescere.

Ritenete che questo cambiamento abbia riposizionato il brand all’interno dei mercati outdoor e work?

Le conseguenze positive del progetto di rebranding hanno sicuramente aiutato ad aumentare la percezione di chi è C.A.M.P. oggi. D’altro lato, il posizionamento sul mercato è determinato da molte altre componenti in testa alle quali il prodotto era, e resterà, sempre al centro. In questi ultimi anni, abbiamo proseguito a investire massicciamente nel nostro dipartimento di Ricerca & Sviluppo e numerose novità sono in via di finalizzazione per le prossime stagioni. In aggiunta a tutto questo, abbiamo nuovi importanti progetti in fase embrionale che ci permetteranno di differenziarci ulteriormente e di offrire ai nostri clienti nuove opportunità di crescita. Il posizionamento è sempre conseguenza di tanti fattori, alla base dei quali però dev’esserci un’azienda solida e che sa dove vuole andare.

Il vostro pay-off “evolutionary” è un invito a guardare sempre in alto, all’innovazione e alla novità. Lo ritroveremo nei nuovi prodotti e nelle nuove linee?

Il nostro pay-off racconta molto di noi, racconta del nostro approccio verso le cose, racconta dell’evoluzione che l’azienda ha avuto nella sua lunga storia ma vuole anche rappresentare lo spirito a cui guardiamo le sfide del futuro a tutto tondo. Non riguarda quindi solo i prodotti, ma il mercato e la gestione che ne consegue per adattarsi ai cambiamenti che questi tempi straordinari stanno portando. È una parola che ci rappresenta sia nella globalità ma anche nel particolare di come affrontiamo l’innovazione sul prodotto. Da questo punto di vista basta osservare la nostra storia ed appunto l’evoluzione dei nostri prodotti per capire come questo termine calzi a pennello.

In generale, qual è l’andamento del mercato climbing? Si prospettano novità per il futuro del settore?

Il mercato dell’arrampicata è cresciuto molto negli ultimi anni e sono molti gli indicatori che testimoniano di questa tendenza. Bisogna certamente distinguere l’arrampicata indoor da quella outdoor poiché in molti casi il praticante della prima si ferma a quella. Ovviamente la pandemia ha rallentato molto la pratica dentro le palestre a causa delle restrizioni ma ora le cose, finalmente, sono tornate nella normalità. In generale l’approccio all’arrampicata è progressivamente cambiato e se in passato si guardava a questa attività come ad uno sport estremo con accezione negativa (di pericolosità), questo tipo di stereotipo si è trasformato con le generazioni più giova- ni. Certamente l’educazione, la conoscenza, i materiali hanno contribuito a questo cambio di approccio che è certamente positivo.

I prodotti con il nuovo marchio sono entrati nel mercato in cui ancora era presente quello precedente: in che modo avete gestito la convivenza delle due identità? Questo tema è stato molto importante nella preparazione e gestione del lancio. Abbiamo quindi prestato molta attenzione ai nostri budget di produzione già parecchi mesi prima del lancio del nuovo logo e questo ci ha permesso una progressiva ma attenta gestione della produzione per alleggerire il più possibile lo stock di prodotti con il vecchio logo. Dobbiamo però anche sottolineare il periodo di transizione (e quindi di convivenza) più intenso è stato contraddistinto dal forte rimbalzo post-lockdown che ha accelerato le vendite, permettendo sia a noi che ai nostri clienti di gestire in maniera soddisfacente il cambiamento.

Come hanno reagito i clienti al rebranding?

Intorno al cambiamento di un logo ci sono chiaramente diverse sensibilità: ci sono coloro che sono più attenti e che sono curiosi di scoprire quello che ci sta dietro così come all’opposto ci sono coloro che prestano più attenzione ad altri fattori quali la tecnicità del prodotto, l’estetica, il prezzo. Nel mezzo ovviamente si trovano tante altre combinazioni.

La cosa che conta maggiormente per noi è che tutti possano conoscere, attraverso il nostro sito, la genesi del logo, il suo significato e tutto quello che c’è da sapere su C.A.M.P..

This article is from: