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TORNARE PIÙ FORTE DI PRIMA
Claudia Ghisolfi ce l’ha fatta. Così la seconda donna italiana a chiudere un 9a è tornata sulla scena dopo l’infortunio di Francesca Cassi
Ci provo. Non mi costa niente provare, non ho niente da perdere: mal che vada, torno meno forte di prima. Se va bene, torno ancora più forte”
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Classe ’96, la torinese membro del Gruppo Sportivo Fiamme Oro ha sicuramente saputo gestire il suo rientro a effetto nel mondo del climbing. Con l’obiettivo di spingere l’asticella sempre un po’ più in alto, tra il 2020 e il 2021, dopo Extrema Cura Plus, 8c+, e Noia, 8c+, il 9a di TCT sembrava a portata di mano. Ma non sempre le cose vanno secondo i piani. Durante la Coppa del Mondo di Villars, infatti, per Claudia arriva la sublussazione della spalla. L’infortunio postpone l’obiettivo per almeno un anno. Tolto il tutore, la difficoltà della ripresa si è presentata in tutta la sua durezza. Ma la stessa testardaggine e perseveranza che l’hanno portata a non fermarsi nonostante il dolore dopo la prima via in gara e a lanciarsi sulla seconda via, durante la quale si è infortunata, sono state ciò di cui più aveva bisogno per tornare. La sua ripresa, composta da ore e ore di fisioterapia e una costanza invidiabile, è stata sia rapida che efficace. A settembre 2022, infatti, Claudia chiude TCT, 9a, nella falesia di Gravere in Val di Susa. Si tratta della mitica via liberata dal fratello Stefano Ghisolfi nel 2014 e dedicata al giovane climber Tito Claudio Traversa: la via collega le sezioni più dure di Extrema Cura (8c) e Base Jump (8b+). In passato, è stata salita a vista da Adam Ondra e da Alexander Megos, oltre che da Gianluca Vighetti, allora appena dodicenne.
La falesia per Claudia Ghisolfi è il luogo per stare a contatto con la natura e superare i propri limiti. E magari fallire, sì, ma con estrema consapevolezza che sia solo per tornare più forti. L’atleta SCARPA, C.A.M.P. ed E9 ci ha raccontato il suo percorso.
Ciao Claudia, partiamo dalle basi: quando hai iniziato ad arrampicare e come? Come ti ci sei appassionata?
Ho iniziato ad arrampicare quando avevo nove anni. Avevo appena finito di fare una gara di mountain bike in Valle d’Aosta, quando dei nostri amici, sia ciclisti che arrampicatori, ci hanno portato a provare ad arrampicare sulla diga in Val Grisanche, dove erano montate delle vie. Mi è subito piaciuto e allora sia io che Stefano abbiamo chiesto ai nostri genitori se potevano informarsi su qualche palestra di Torino. Due settimane dopo aver iniziato il corso abbiamo fatto la nostra prima gara.
Sei la seconda donna italiana ad aver liberato un 9a, TCT. Come ti senti? Lo vedi come l’arrivo del tuo percorso, o come un invito a migliorare ancora? Ne hai altri su cui stai lavorando? Sicuramente molto soddisfatta. Anni fa sembrava un grado impossibile, è stato emozionante riuscire a salire un tiro di questo grado. Noi arrampicatori non siamo mai soddisfatti e cerchiamo di spingere sempre più in là il nostro limite, quindi direi che lo vedo come un invito a migliorare ancora. Ho qualcosa in mente ma non ci ho ancora messo le mani: in questo periodo mi sto allenando per le gare e in falesia sto salendo qualcosa di meno impegnativo e di fattibile in “poco” tempo. Quando sarò più in forma mi butterò su qualcosa di più duro!
Come è stato il percorso dalla riabilitazione a TCT?
Sinceramente non facile, soprattutto all’inizio. Stare sei mesi senza scalare è stata una dura prova. La cosa che mi ha aiutata è non pensare al futuro più lontano, ma ai miglioramenti che facevo giorno per giorno, tangibili.
Come mai hai scelto di specializzarti nel lead?
Quando facevo le gare giovanili praticavo tutte e tre le specialità. Tra le tre, probabilmente la speed era quella che praticavo meno, ma ricordo comunque molti allenamenti anche per quella. Sinceramente non mi ricordo con esattezza cosa mi abbia portata a specializzarmi nella lead. Ma direi che forse è stato perché mi mancava la vittoria del campionato italiano senior appunto lead. Speed e boulder li avevo già vinti – grazie a una serie di fortunati eventi. Soprattutto nello speed!
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
A livello di gare, sicuramente si tratta della Coppa del Mondo, per la quale mi sto allenando. E ovviamente la falesia, come sempre.
Quali caratteristiche deve avere la scarpetta da arrampicata perfetta per te?
Personalmente, dato il fatto che tallono ovunque, per me la scarpetta perfetta deve essere molto precisa nei tallonaggi, e soprattutto non deve essere morbida. Le mie preferite sono decisamente le Instinct, o le Instinct Vsr.