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LA VIA FRANCIGENA E I SUOI PARTNER
DA CANTERBURY… A SANTA MARIA DI LEUCA!
AEVF insieme a Garmont e Ferrino. Uniti dalla passione per la Via Francigena e dalla voglia di andare oltre i confini dell’ordinario
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_ di Erika Pozzi
Sono 3.304 chilometri e 146 tappe in cinque nazioni differenti. La via Francigena passo dopo passo racconta la sua storia che risale all’Alto Medioevo, nel VII secolo, quando Bizantini e Longobardi lottavano per la supremazia. Un succedersi di strade e sentieri che collegano Canterbury a Roma, per poi proseguire sino alla punta estrema del Tacco d’Italia, la Puglia. A guidare i viandanti in questo affascinante percorso sono i segnavia che si susseguono su quelli che un tempo erano i selciati romani e che hanno lasciato spazio a vie campestri, sentieri e mulattiere di oggi. A raccontarci i dettagli è Luca Bruschi, direttore dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF).
Quando nasce AEVF e qual è il suo ruolo? AEVF nacque precisamente il 7 aprile 2001, per volontà dell’allora sindaco del comune di Fidenza Massimo Tedeschi, ancora oggi presidente, che decise di creare una rete con l’obiettivo di mettere in rete i comuni sulla via Francigena sensibilizzare e promuovere la cultura delle vie romee, dei cammini e dei pellegrinaggi affinché sempre più risorse ed energie venissero investite proprio dello sviluppo della Via Francigena. Oggi questa rete conta 196 enti locali tra comuni e province europee che collaborano alla valorizzazione di questi territori.
Quanti passaggi si possono stimare lungo la Via Francigena? C’è stato un effettivo incremento? Fino al 2019 si è trattato di un trend in continua crescita. Purtroppo non c’è in Italia un osservatorio nazionale che si occupa di elaborare questi dati. L’AEVF è comunque in grado di conteggiare le credenziali annualmente distribuite. Ci sono 80 punti di distribuzione circa su scala europea e nel 2019 ne sono state erogate oltre 19.000. Questo numero, unito a più di un 30% di utenti che sfruttano sempre la stessa credenziale (percorrendo circa dieci tappe all’anno), e sommato al numero di pellegrini che ne sfruttano altre, si traduce in circa 50.000 camminatori che mediamente percorrono una settimana di Via Francigena.
Quanto la pandemia ha inciso sulle presenze? Questi numeri lo scorso anno sono scesi a 9.000 credenziali distribuite. Possiamo stimare che in proporzione sono stati circa 15.000 i pellegrini che hanno percorso la Via Francigena, ma dobbiamo anche sottolineare che costoro si sono concentrati solamente in meno di quattro mesi. Il trend, quindi, ha subito una forte crescita; c’è molto interesse verso l’outdoor, il turismo slow, il turismo responsabile e sostenibile che ha accentuato sicuramente le presenze, anche in epoca Covid.
Qual è il profilo del pellegrino? È cambiato nel tempo? Il 79-80% circa dei pellegrini compie il cammino a piedi e il restante 20% in bicicletta. Uomini e donne sono più o meno equilibrati in termini di percentuale, poi c’è un gruppo un po’ più “maturo” che, come presenza fisica, possiamo inquadrare tra i 40 e i 60 anni. I giovani sono in grande crescita, addirittura anche gli under 18 e gli studenti che sfruttano la pausa estiva per partire con la bici e percorrere tratti della Via Francigena. L’aspetto che prevale è senza dubbio quello legato al mondo dell’outdoor, rispetto a quello religioso che possiamo quantificare intorno a circa il 10% degli utenti. Le motivazioni che spingono i pellegrini sono spirituali, di ricerca, ambientali, gastronomiche, sportive e di sfida. Nel 2019 abbiamo verificato che sono stati 60 i Paesi del mondo che hanno percorso la Via Francigena, dunque un pubblico sempre più internazionale. Quanto muove la Via Francigena in termini economici? Bisogna considerare che nel tempo stanno aumentando i servizi per i pellegrini come il servizio di trasporto zaini (molto richiesto) il noleggio bici, il supporto di guide ambientali che accompagnino i pellegrini: si sta muovendo una vera economia intorno alla Francigena. Nel 2019 si è stimato che il solo passaggio dei pellegrini abbia creato un indotto intorno ai 20 milioni di euro sul cammino, senza contare gli introiti legati alla vendita dell’attrezzatura tecnica.
PIERANGELO BRESSAN PRESIDENTE GARMONT INTERNATIONAL
“Percorrere la Via Francigena, con il suo turismo lento, è un’occasione per riconnettersi con la natura e il territorio che ci circonda, ma anche con la sua storia e le sue tradizioni. Un approccio anche più cosciente e più sostenibile. Questi valori si sposano perfettamente con il nostro motto Stay Wild. Garmont e AEVF sono unite dalla passione per il cammino, dalla voglia di stimolare il desiderio per la vita all’aria aperta, spingendo ognuno di noi a trovare il suo lato Wild anche nella quotidianità, qualunque essa sia. Questa è la filosofia alle spalle del nostro motto “Stay Wild”: non serve essere straordinari per fare cose straordinarie. Da qui nasce la nostra partnership pluriennale quale sponsor tecnico dell’AEVF”
Da circa due anni siete supportati da Garmont e da quest’anno anche da Ferrino. Qual è il loro ruolo come partner tecnici? In questo caso significa sviluppare comuni strategie di comunicazione, oltre a mettere a disposizione del materiale sportivo per lo staff e per chi si occupa di creare i contenuti multimediali relativi alla Via Francigena come blogger e videomaker: ai nostri piedi ci sono scarpe Garmont e sulle nostre spalle uno zaino Ferrino. Oltre a questo supporto tecnico, per uno dei due partner, c’è anche un impegno economico. Con queste due prestigiose partnership, seppur ancora giovani, stiamo gettando solide basi per qualcosa che è sicuramente destinato a crescere. In questo avrà un ruolo specifico il nostro evento “Road to Rome”, in occasione del ventennio di AEVF, per cui abbiamo previsto più di 1.000 fotografie in HD, video con droni e un docufilm alla fine del viaggio.Tutti contenuti in cui anche i nostri partner saranno protagonisti nel racconto quotidiano di questo straordinario viaggio che partirà da Canterbury il 16 giugno e finirà a Santa Maria di Leuca il 18 ottobre. Siamo davvero orgogliosi di collaborare con Ferrino e Gamont.
Luca Bruschi, direttore dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF)