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FROM FASHION
from HUB STYLE VOL.2_2022
by Sport Press
In occasione della 40esima edizione che si è svolta presso gli studi di Cinecittà, Silvia Venturini Fendi racconta i progetti futuri e le nuove sfide della manifestazione di Angelo Ruggeri
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“Altaroma è un’istituzione, una famiglia, un compagno di viaggio per crescere, superare difficoltà e volare. Un ruolo che abbiamo contribuito a far incrementare e che, soprattutto negli ultimi anni, abbiamo difeso tenacemente”. Senza se e senza ma. A parlare è Silvia Venturini Fendi, presidente di Altaroma. Lei, di moda internazionale, se ne intende (è il direttore creativo di Fendi), ma non ha mai dimenticato la sua città e soprattutto la kermesse dedicata alla moda che, due volte l’anno, fa splendere la Capitale. E continua a crescere. Qualche numero? 90 tra brand e designer che hanno partecipato alle iniziative in calendario; 170 tra buyer, showroom e concept-store accreditati sulla piattaforma digitale, di cui 50 in presenza; 11 sfilate negli studi di Cinecittà e una esterna. Cifre da record per essere una città diversa (e lontana) da Milano. Per l’occasione della 40esima edizione, Silvia Venturini Fendi ha raccontato i progetti futuri e le nuove sfide della manifestazione.
Cosa rappresenta Altaroma per la Capitale?
Il riposizionamento che ha compiuto la kermesse negli anni ha condotto la Roma Fashion Week a essere riconosciuta quale culla delle nuove generazioni, dei talenti emergenti e dei brand indipendenti. Un segmento scoperto ma in crescente espansione, che ha trovato nelle nostre formule un bacino naturale per crescere e formarsi prima di affacciarsi su nuovi palcoscenici. Siamo la pipeline dei talenti del made in Italy, che immette nuove energie creative nel sistema moda.
In che modo Altaroma fa conoscere i brand e i talenti ai buyer di tutto il mondo?
La qualità dei contenuti e dei marchi che presentiamo è un’attrattiva per stampa e buyer da ogni parte del mondo ed è tra i risultati più soddisfacenti che stiamo ottenendo. Ma se siamo riusciti a far emergere e dare voce ai brand che appartengono al nostro vivaio, è stato anche grazie alla presenza dei nostri partner.
È anche accelerazione nel mondo digital. In che modo?
Pur ritenendo fondamentale l’esperienza fisica, non possiamo negare che l’aspetto digitale sia diventato “a tutti gli effetti” parte della nostra identità. Siamo consapevoli che rappresenti uno strumento efficace e immediato per favorire incontri e scambi, riuscendo a incentivare la condivisione tra i maggiori player e permettendo ai designer di affacciarsi al più presto nei mercati maggiormente strategici. Oltretutto, per questa edizione, abbiamo lanciato una nuova app che è stata un’aiuto in più per tutti, designer e addetti ai lavori, per seguire gli eventi e le sfilate da ogni parte del mondo.
Quali sono le sfide della kermesse per il futuro a breve termine?
Sostenibilità, innovazione e parità di genere sono alcuni tra i temi in cui la Roma Fashion Week è stata apripista, grazie alla capacità di accogliere, promuovere e creare rete attorno a tutti quei marchi impegnati in questi ambiti.
Roma è stata la culla di famose maison. Per quale motivo secondo lei?
La sua natura fortemente ispirazionale, la presenza di sartorie storiche di assoluta qualità e la centralità assunta dalla Capitale nelle produzioni cinematografiche internazionali, hanno creato un mix ideale che ha favorito questo processo soprattutto in un certo periodo storico.
Altaroma significa anche giovani talenti. Quanto sono importanti oggi per il sistema moda italiano?
Il nostro lavoro, le possibilità offerte, le occasioni di formazione, le sfilate, i progetti e i contenitori sono tutti strumenti che abbiamo messo a punto in questi ultimi 10 anni grazie soprattutto alla capacità di concertare la nostra volontà con gli sforzi delle istituzioni locali e nazionali. Siamo a tutti gli effetti il trait d’union delle principali manifestazioni italiane e internazionali, perché Altaroma è un “ascensore professionale” per tanti giovani designer e brand che aspirano a una collocazione di successo nel settore della moda.
Un sogno da realizzare per la manifestazione?
Diventare a tutti gli effetti l’istituzione per i talenti indipendenti emergenti.
