Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
-CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Sintesi del rapporto fondato sui dati dell’ottobre 2013 Le pagine iniziali sono destinate al lettore frettoloso poiché riportano in estrema sintesi quanto dettagliatamente esposto nel completo rapporto delle pagine successive.
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Si conferma anche in ottobre il processo di risalita dal fondo da parte della generalità degli indici economici; processo che ha avuto inizio dopo il primo trimestre di quest’anno, invertendo così quel costante processo di caduta avviato con il 2011. Va doverosamente significato come il suddetto processo di risalita non si sia avviato simultaneamente per tutti i settori e per tutti i comparti, ma abbia iniziato dapprima con i settori più lievemente colpiti dalla recessione e, successivamente, con quelli colpiti più duramente. Quanto sopra descritto ribadisce nuovamente la fine della fase distruttiva della recessione e l’avvio della fase di risalita, sia pure graduale e non priva d’intoppi e d’incertezze, nonostante sia ancora caratterizzata da variazioni tendenziali negative rispetto al 2012. Va inoltre osservato come il citato processo di risalita della nostra economia sia in consonanza con gli analoghi processi che hanno coinvolto già da qualche tempo la generalità delle economie dell’euro-zona e da cui l’economia nazionale ha tratto beneficio. Le suddette affermazioni trovano fondamento e giustificazione nella attenta considerazione delle serie storiche delle variazioni tendenziali di periodo, poiché esse sono in grado di offrire quella visione panoramica preclusa alle singole variazioni congiunturali e tendenziali. Il processo di risalita sopra tratteggiato si riscontra nella generalità degli indici e, segnatamente, nella produzione industriale (specie dei beni di consumo non durevole), nel fatturato e negli ordinativi dell’industria (in modo particolare dei mercati esteri), nella produzione delle costruzioni, nell’import-export, nelle vendite al dettaglio (specie dei prodotti alimentari), negli investimenti pubblicitari. Detto processo non ha mancato d’influenzare positivamente il clima di fiducia delle imprese manifatturiere e delle costruzioni, nonché il clima di fiducia dei consumatori. Ad ogni buon conto va riferito come le prospettive generate dal quadro dianzi disegnato trovino conforto e suggello nelle concordi previsioni ufficiali del PIL che dovrebbe evolversi dal -1,8% del corrente anno al +0,8% dell’anno successivo. Se si scende poi nei dettagli della produzione industriale si può confermare l’avvenuto punto di svolta dell’andamento recessivo nei seguenti periodi: a maggio, per il comparto dei beni di consumo non durevole; a giugno, nel comparto dei beni di consumo durevole e in quello dei beni intermedi; a luglio, nel comparto dell’energia; a settembre, nell’aggregato dei beni di consumo. Sembra quindi ridondante prevedere che tutti i comparti della produzione industriale potranno chiudere il 2013 in posizioni nettamente migliori di quelle di fine 2012, pur navigando ancora sotto l’insegna negativa delle variazioni tendenziali rispetto al 2012. Lo sta a dimostrare lo specifico rapporto 2013/2012 della produzione dei beni di consumo, cui sono correlati gli investimenti pubblicitari, in quanto le stime previsive per il 2013 stanno ad indicare un -2,2% che è nettamente inferiore al -4,5% con cui si è chiuso il 2012. Lo stanno a dimostrare gli investimenti pubblicitari che, pur con qualche trascurabile inciampo, proseguono con passo deciso la risalita lasciandosi alle spalle quel -18,8% del mese di marzo per raggiungere nel mese di ottobre un più confortante -13,3%. Inoltre, si deve annotare che i dati che si possiedono sembrano disegnare per gli investimenti pubblicitari una significativa accelerazione sulla via del recupero, tanto da autorizzare non soltanto il raggiungimento per la fine di quest’anno un più confortante -8,0%, ma anche la fondata attesa di variazioni tendenziali positive già nei primi mesi del nuovo anno. Il processo di risalita ha investito anche il fatturato complessivo dell’industria essendo passato dal -6,7% di aprile al -4,5% di ottobre. Analogamente dicasi per il fatturato sul mercato nazionale passato dal -9,6% di aprile al -7,0% di ottobre, nonché per il fatturato dell’industria sui mercati esteri passato dal -0,5% di marzo al +0,9% di ottobre. 1
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
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Per quanto riguarda gli ordinativi, occorre segnalare come nel loro complesso siano passati dal 6,1% di marzo al -2,0% di ottobre; quale media fra il fatturato sul mercato nazionale passato dal 9,0% di marzo al -4,8% di ottobre ed il fatturato sui mercati esteri, passato dal -1,8% di marzo al +2,1% di ottobre. Situazione analoga si registra per la produzione nelle costruzioni (è il settore più devastato dalla recessione) che è passato dal -12,8% di maggio al -11,1% di ottobre. Per quanto concerne le vendite al dettaglio si rileva: per i prodotti alimentari una apprezzabile rimonta dal -2,1% di aprile al -1,2% di ottobre; per i prodotti non alimentari dal -4,9% di marzo al -2,9 di ottobre; portando le vendite complessive dal -3,8% di febbraio al -2,3% di ottobre. Inutile far rilevare come la distribuzione moderna stia procedendo con passo più spedito della distribuzione tradizionale. Le esportazioni nel loro complesso, nel quadro di alterne vicende, hanno subito un peggioramento sino ad agosto per poi migliorare decisamente. Si può rilevare lo stesso andamento a proposito dell’export verso l’area UE, mentre per l’area extra Ue si deve rilevare il contrario. Le importazioni nel loro complesso, sono andate anch’esse peggiorando sino a maggio per poi migliorare gradatamente. Medesima sorte hanno subito le importazioni dalla zona UE e dalla zona Extra UE. Tuttavia il saldo complessivo della bilancia commerciale mostra un crescendo rossiniano, dovuto quasi esclusivamente dagli scambi con la zona extra Ue. Va segnalato, tuttavia, come il processo di risalita non sembra ancora maturo per incidere sul tasso d’inflazione che scende al +0,7%, né sul tasso di disoccupazione generale che ristagna sul 12,5% mentre si innalza al 41,2% il tasso di disoccupazione giovanile. Il che si spiega con la ben nota vischiosità che ritarda ed attenua gli effetti dell’avviato cambiamento. Non diversamente si può dire per altri settori. Per esempio, si vuol fare riferimento ai prezzi dei prodotti industriali, stante il fatto che essi mantengono nel loro complesso variazioni tendenziali di periodo in contrazione dal +0,7% di gennaio al -0,9% di ottobre. Altrettanto dicasi sia per i prezzi dei prodotti industriali venduti sia sul mercato interno (dal +0,7 di gennaio al -1,1% di ottobre), sia sul mercato estero (dal +0,3% di gennaio al -0,5 di ottobre), vuoi per la zona euro (da 0,0% di gennaio a -0,9% di ottobre), vuoi per la zona non euro (+0,5%di gennaio al -0,3% di ottobre). A conclusione dell’analisi sopra svolta si sente il dovere di ricordare, anche al fine di evitare facili illusioni, come la produzione industriale – vista nel suo complesso – debba recuperare il 23,3% per risalire alle posizioni detenute nel 2007, cioè dell’anno che ha preceduto l’avvento recessivo. Analogamente dicasi per gli investimenti pubblicitari che devono recuperare un più consistente 33,0%.
Secondo consuetudine si riportano le previsioni degli investimenti pubblicitari 2013 rispetto a quelli del 2012, formulate da Autorevoli Fonti di cui si è venuti a conoscenza. Fonti Totale TV Quotid. Period. Radio Cinema Affiss. Internet Nielsen (giu .2013) -10,8 -10,8 -21,8 -23,1 -11,5 ? -4,9 +6,3 Zenith-Optimedia (giu. -12,2 -13,0 -21,7 -15,3 -15,0 ? -7,0 +2,1 2013) UPA (gen. 2013) -12,5 UPA (lug. 2013) -12,5 Assocom (lug. 2013) -12,5 -12,0 -23,9 -20.9 -11,0 ? -16,5 +5,7 Zenith (set. 2013) -12,2 Carat (set. 2013) -11,7 Price Wat. (set. 2013) -3,2 GroupM (set.2013) -12,5
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Rapporto fondato sui dati dell’ottobre 2013 1) Scopo del lavoro Il presente rapporto mensile persegue l’obiettivo di monitorare l’andamento degli investimenti pubblicitari e di formulare previsioni riferite all’anno solare corrente. Dette previsioni vengono aggiornate mensilmente parallelamente alle preziose rilevazioni di Nielsen Media Research. Per conseguenza i dati esposti in un dato rapporto mensile – come i calcoli su di essi fondati – possono divergere in qualche misura da quelli esposti nei rapporti dei mesi precedenti. Si ricorda che i dati e i calcoli statistici sugli investimenti pubblicitari vengono previamente inquadrati in una sintetica nota sullo scenario congiunturale; nota tratta – sostanzialmente - dai dati ufficiali dell’ISTAT. Detta nota persegue il fine sia di meglio interpretare l’andamento degli investimenti pubblicitari, sia di attribuire un ragionevole fondamento alle previsioni che li riguarda. I rapporti dei mesi e degli anni precedenti sono liberamente disponibili nella sezione “Modelli di Ricerca” del sito www.marketingclub-italy.it 2) Le variazioni tendenziali % mensili e di periodo della produzione industriale. La produzione industriale del mese di ottobre si presenta con un profilo da tempo inusuale poichè sembra annunciare con enfasi un cambiamento nell’andamento della congiuntura recessiva. Infatti, la produzione industriale mette in evidenza alcune variazioni tendenziali positive: per il comparto dei “beni intermedi” (+1,9%), per il comparto dei “beni di consumo non durevole” (+2,1%) e per l’aggregato dei beni di consumo (+0,5%) del quale i “beni di consumo durevole e non durevole” fanno parte (vedi Tav.1). Inoltre la produzione industriale del mese di ottobre, vista nel suo complesso e secondo i diversi comparti, presenta un netto miglioramento delle variazioni tendenziali mensili rispetto a quelle del mese precedente, fatta eccezione del comparto dei “beni di consumo durevole”. Le due caratteristiche dianzi citate quindi possono essere lecitamente interpretate come segnali di un mutamento nell’evoluzione recessiva nel senso che appare confermata la risalita dal fondo in cui era precipitata. Tav. 1 = Variazioni % mensili indici produzione industriale: ott. 2013/ott. 2012 anni-mesi ott. 2013 ott. 2012
beni intermedi
beni strument.
beni cons. durevole
beni cons. non durev.
beni di consumo
energia
totale industria
102,9
103,9
95,6
102,5
101,4
84,8
100,5
101,0
106,7
103,7
100,4
100,9
88,5
101,0
1,9
-2,6
-7,8
2,1
0,5
-4,2
-0,5
2013/2012
Il miglioramento apportato dalle variazioni tendenziali del singolo mese di ottobre hanno inciso positivamente sulle variazioni cumulate del periodo gennaio-ottobre, rispetto a quelle del periodo gennaio-settembre. Infatti, sia il totale della produzione sia quella dei diversi comparti vedono una riduzione - anche se non grande - dei valori negativi, fatta eccezione del comparto dei “beni di consumo durevole”. In concreto, si vuol dire che il totale della produzione industriale e gli altri comparti citati alleggeriscono di diversi decimi di punto le rispettive variazioni tendenziale di periodo, pur rimanendo in territorio negativo rispetto al 2012 (Tav. 2). Tav.2 = Variazioni % di periodo indici produzione industriale: gen-ott. 2013/gen-ott. 2012 anni-mesi g - o. 2013 g - o 2012 2013/2012
beni intermedi
beni strument.
beni cons durevoli
beni cons. non durev.
beni consumo
energia
totale industria
918,4
940,6
842,0
942,0
926,6
902,6
924,0
943,4
991,9
897,4
958,0
948,8
951,3
958,2
-2,6
-5,2
-6,2
-1,7
-2,3
-5,1
-3,6
Tuttavia i sintomi di miglioramento sopra riferiti non devono alimentare fallaci speranze circa una vicina fine della recessione con il contemporaneo ritorno alle posizioni pre-recessive, poiché il cammino che deve essere ancora compiuto per giungere all’auspicata meta è ancora lungo, come è dimostrato dalla sottostante Tav. 3. Infatti, in essa si legge che la distanza della produzione industriale complessiva dei primi dieci mesi del 2013, rispetto a quella dello stesso periodo del 2007 (anno ante-recessione) è del -23,3%, quale media: fra il -34,3% dei beni di consumo durevole, il -30,6% dei beni intermedi, il -24,5% dei beni strumentali, il -16,3% dell’energia, il -8,4% dei beni di consumo non durevole. Tav. 3 = Variazioni % di periodo produzione industriale: gen-ott. 2013/gen-ott. 2007 anni-mesi g - o. 2013 g - o. 2007 2013/2007
beni intermedi
beni strument.
beni cons durevole
beni cons. non durev.
beni consumo
energia
totale industria
918,4
940,6
842,0
942,0
926,6
902,6
924,0
1.323,4
1.246,4
1.281,1
1.028,4
1.071,6
1.078,8
1.204,0
-30,6
-24,5
-34,3
-8,4
-13,5
-16,3
-23,3
3
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
La suddetta distanza dell’aggregato dei beni di consumo è del -13,5%, a sua volta quale media fra i citati beni di consumo durevole e non durevole. Quindi si può ben affermare come sia ancora lunga (e non priva d’incognite) la strada che conduce alle posizioni detenute nell’anno precedente la recessione (il 2007). Nello stesso tempo, i dati testé citati indicano anche quali siano i comparti maggiormente colpiti dalla recessione e, precisamente, in ordine decrescente: i beni di consumo durevole, i beni intermedi, i beni strumentali, l’energia, i beni di consumo non durevole. Fra questi comparti si colloca l’aggregato dei beni di consumo (durevole e non durevole) al quale sono strettamente correlati gli investimenti pubblicitari. Sarebbe ottima cosa evidenziare - sotto il profilo tabellare e sotto il profilo grafico - la discesa percorsa dai vari comparti della produzione industriale dalla citata situazione 2007 a quella del 2013. Purtroppo, una comprensibile ragione di spazio costringe il ricercatore a considerare soltanto l’aggregato dei beni di consumo (proprio per la loro nota relazione con gli investimenti pubblicitari cui il presente lavoro è specificamente dedicato), nonché la relativa rappresentazione tabellare limitata all’arco di tempo compreso fra il 2009 e il 2013 (vedi Tav. 4); limitazione assente nella rappresentazione grafica (vedi Graf. 1). Tav. 4 = Variazioni % mensili e di periodo della produzione di beni di consumo: 2009-2013. 2009 mesi
2010
var. % mensili
var. % di periodo
gen
-8,9
feb
-9,2
mar apr
2011
2012
2013
var. % mensili
var. % di periodo
var. % mensili
var. % di periodo
var. % mensili
var. % di periodo
var. % mensili
var. % di periodo
-8,9
0,7
0,7
-5,2
-5,2
-3,3
-3,3
1,1
1,1
-9,1
-0,6
0,0
-1,2
-3,1
-6,7
-5,1
0,9
1,0
-13,5
-10,6
6,5
2,2
1,0
-1,6
-4,7
-4,9
-4,9
-1,2
-13,3
-11,3
3,2
2,5
5,2
0,0
-8,9
-5,9
-6,1
-2,4
mag
-6,7
-10,3
2,6
2,5
0,7
0,1
-4,2
-5,5
-3,0
-2,5
giu
-9,7
-10,2
4,7
2,9
-3,4
-0,5
-5,3
-5,5
-3,3
-2,6
lug
-5,8
-9,5
4,1
3,1
-2,4
-0,8
-4,3
-5,3
-3,3
-2,7
ago
-4,4
-9,1
3,4
3,1
4,2
-0,4
-3,6
-5,1
-1,8
-2,7
set
-4,8
-8,6
2,8
3,1
-5,6
-1,0
0,7
-4,5
-2,8
-2,7
ott
-5,2
-8,2
1,0
2,8
-5,2
-1,5
-2,9
-4,3
0,5
-2,3
nov
-3,4
-7,8
-2,1
2,3
-2,6
-1,6
-4,7
-4,3
dic
-1,6
-7,3
-4,5
1,8
-0,9
-1,5
-5,9
-4,5
Nel fiume delle variazioni negative, nella Tav. 4 si notano le variazioni positive dell’intero 2010 e quelle sporadiche (segnate in azzurro) del 2011 e del 2013. Queste ultime sembrano esprimere un primo acerbo annuncio della auspicata inversione di tendenza.
GRAF. 1 = VARIAZIONI %MENSILI E DI PERIODO PRODUZIONE INDUSTRIALE: 2007-2013 10,0
0,0
-5,0 -10,0
-15,0 20 07 /1 20 07 /7 20 08 /1 20 08 /7 20 09 /1 20 09 /7 20 10 /1 20 10 /7 20 11 /1 20 11 /7 20 12 /1 20 12 /7 20 13 /1 20 13 /7
VARIA
5,0
MESI 2007-2013
var. %mensili var %di periodo
4
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
I diagrammi esposti nel Graf. 1 descrivono il passaggio delle variazioni tendenziali positive del 2007 a quelle negative del 2008 che poi precipitano nell’abisso del 2009, cui segue nel 2010 un tentativo di rimonta che, negli anni successivi, si è invece tramutato in un continuo arretramento. 3) Tendenze delle variazioni % di periodo della produzione industriale 2011-2013 (con base 2010) . Si è ritenuto utile cercare di identificare una eventuale tendenza nell’andamento della produzione industriale (vista nel suo complesso e secondo comparti) soprattutto al fine di individuarne il punto di svolta, cioè il punto in cui la caduta recessiva tocca il suo minimo per iniziare la risalita. A questo fine e volendo fare affidamento su un congruo numero di osservazioni, si sono calcolate le variazioni % di periodo per gli anni 2011, 2012 e 2013 tutte con riferimento al 2010, cioè in rapporto all’anno in cui si era riscontrato un tentativo di ripresa. Una volta calcolate dette variazioni di periodo si sono ricavate le funzioni interpolanti (tutte polinomiali di 3° grado) utilizzate poi per il calcolo delle corrispondenti variazioni % di periodo teoriche. L’analisi di queste ultime ha offerto la possibilità di identificare il massimo valore negativo (il punto di svolta) teorico dopo il quale seguono i valori in risalita. Nella Tav. 5 il punto di svolta è reso evidente dal colore giallo posto nella casella che lo ospita. Tav. 5 = Variazioni % di periodo produzione industriale 2011-2013 (con base 2010)
anni-mesi
beni intermedi rilevate calcolate
beni strumentali rilevate calcolate
beni cons. durevoli rilevate calcolate
beni cons. non dur. rilevate calcolate
2011/1
5,4
7,0
5,8
9,2
-10,0
-7,3
-4,5
-1,4
2011/2
6,7
6,6
9,5
9,1
-7,3
-6,2
-2,4
-1,3
2011/3
6,3
6,2
10,7
8,9
-6,5
-5,3
-0,8
-1,3
2011/4
6,2
5,7
10,3
8,7
-3,3
-4,7
0,5
-1,3
2011/5
5,6
5,1
9,6
8,4
-2,8
-4,2
0,6
-1,3
2011/6
4,6
4,5
8,4
8,0
-2,3
-4,0
-0,2
-1,4
2011/7
3,9
3,9
7,6
7,6
-1,7
-3,9
-0,6
-1,6
2011/8
4,3
3,2
7,7
7,2
-0,8
-4,0
-0,3
-1,7
2011/9
3,3
2,5
6,8
6,7
-1,6
-4,3
-0,9
-1,9
2011/10
2,5
1,8
5,8
6,2
-2,4
-4,7
-1,3
-2,1
2011/11
1,8
1,1
5,1
5,6
-3,2
-5,2
-1,3
-2,3
1,4
0,4
4,9
5,0
-3,4
-5,8
-1,2
-2,6
2012/1
-1,0
-0,4
-0,2
4,4
-15,5
-6,5
-7,1
-2,8
2012/2
-3,1
-1,1
4,0
3,8
-13,8
-7,3
-7,1
-3,1
2012/3
-2,9
-1,9
4,5
3,2
-12,6
-8,1
-5,4
-3,4
2012/4
-4,0
-2,6
3,5
2,5
-11,2
-9,0
-5,0
-3,6
2012/5
-4,0
-3,3
2,8
1,9
-10,9
-9,9
-4,4
-3,9
2012/6
-4,8
-3,9
1,1
1,2
-10,4
-10,8
-5,2
-4,2
2012/7
-5,4
-4,6
0,3
0,6
-11,0
-11,8
-5,2
-4,4
2012/8
-5,1
-5,2
0,4
-0,1
-10,0
-12,7
-4,7
-4,7
2012/9
-5,8
-5,8
-0,1
-0,7
-10,1
-13,5
-4,6
-4,9
2012/10
-6,5
-6,3
-0,9
-1,4
-10,2
-14,4
-4,9
-5,1
2012/11
-7,4
-6,8
-1,7
-2,0
-10,7
-15,2
-5,0
-5,2
2012/12
-8,0
-7,2
-1,8
-2,6
-10,5
-15,9
-5,1
-5,4
2013/1
-6,6
-7,6
-4,5
-3,1
-23,5
-16,5
-4,7
-5,5
2013/2
-7,0
-7,9
-3,6
-3,7
-19,8
-17,0
-4,9
-5,6
2013/3
-7,8
-8,1
-3,5
-4,1
-17,1
-17,4
-5,9
-5,6
2013/4
-8,8
-8,2
-3,5
-4,6
-16,7
-17,6
-6,6
-5,6
2013/5
-8,8
-8,3
-3,5
-5,0
-16,5
-17,7
-6,2
-5,6
2013/6
-8,8
-8,3
-4,1
-5,4
-15,8
-17,7
-7,1
-5,5
2013/7
-9,1
-8,1
-5,0
-5,7
-16,4
-17,4
-7,2
-5,3
2013/8
-8,5
-7,9
-5,1
-5,9
-15,2
-17,0
-6,7
-5,1
2013/9
-8,8
-7,6
-5,6
-6,1
-15,4
-16,3
-6,6
-4,9
2013/10
-9,0
-7,2
-6,0
-6,3
-15,8
-15,5
-6,5
-4,5
2011/12
2013/11
-6,6
-6,3
-14,3
-4,1
2013/12
-5,9
-6,3
-13,0
-3,7
5
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013 SEGUE: Tav. 5 = Variazioni % di periodo produzione industriale 2011-2013 (con base 2010)
anni-mesi
beni consumo rilevate calcolate
energia rilevate calcolate
totale rilevate
calcolate
2011/1
-5,2
-2,2
-2,2
-2,5
1,5
3,9
2011/2
-3,1
-2,0
-2,5
-2,2
3,5
3,7
2011/3
-1,6
-1,8
-1,8
-1,9
4,2
3,4
2011/4
0,0
-1,8
-2,0
-1,7
4,5
3,1
2011/5
0,1
-1,8
-1,8
-1,6
4,2
2,8
2011/6
-0,5
-1,8
-1,6
-1,5
3,5
2,4
2011/7
-0,8
-1,9
-1,8
-1,5
1,5
2,0
2011/8
-0,4
-2,1
-1,0
-1,6
2,0
1,6
2011/9
-1,0
-2,3
-0,2
-1,7
1,5
1,1
2011/10
-1,5
-2,6
-0,8
-1,9
0,9
0,6
2011/11
-1,6
-2,9
-1,1
-2,1
0,5
0,1
-1,5
-3,2
-1,9
-2,4
0,3
-0,4
2012/1
-8,3
-3,5
-6,9
-2,7
-3,5
-0,9
2012/2
-8,0
-3,9
-3,8
-3,0
-2,9
-1,4
2012/3
-6,5
-4,3
-5,7
-3,4
-2,6
-2,0
2012/4
-5,9
-4,7
-5,7
-3,8
-2,9
-2,5
2012/5
-5,4
-5,2
-5,4
-4,1
-2,9
-3,1
2012/6
-6,0
-5,6
-4,8
-4,5
-3,6
-3,6
2012/7
-6,1
-6,0
-4,1
-4,9
-4,0
-4,1
2012/8
-5,5
-6,4
-2,8
-5,3
-3,5
-4,7
2012/9
-5,4
-6,8
-2,8
-5,7
-3,9
-5,2
2012/10
-5,7
-7,2
-3,6
-6,1
-4,5
-5,7
2012/11
-5,8
-7,6
-4,4
-6,4
-5,1
-6,1
2012/12
-5,9
-8,0
-5,1
-6,7
-5,5
-6,6
2013/1
-7,3
-8,3
-11,7
-7,0
-6,7
-7,0
2013/2
-7,2
-8,6
-10,6
-7,3
-6,5
-7,4
2013/3
-7,6
-8,8
-9,6
-7,5
-6,7
-7,8
2013/4
-8,2
-9,0
-9,3
-7,7
-7,2
-8,2
2013/5
-7,8
-9,2
-9,3
-7,8
-7,1
-8,5
2013/6
-8,5
-9,3
-9,2
-7,8
-7,5
-8,7
2013/7
-8,6
-9,3
-8,5
-7,8
-7,8
-9,0
2013/8
-8,0
-9,3
-7,9
-7,7
-7,5
-9,1
2013/9
-8,0
-9,3
-7,8
-7,6
-7,6
-9,3
2013/10
-7,9
-9,1
-8,5
-7,4
-7,9
-9,4
2011/12
2013/11
-8,9
-7,1
-9,4
2013/12
-8,5
-6,7
-9,3
L’attenta lettura della complessa Tav. 5 consente le seguenti osservazioni: a) vi è una stretta vicinanza fra le variazioni % di periodo “rilevate” e quelle “calcolate”, come del resto assicurato dagli elevati coefficienti di correlazione; b) i punti di svolta “teorici” iniziano tutti dal secondo trimestre del 2013, ma in mesi e trimestri diversi secondo comparti; c) più precisamente il punto di svolta teorico cadrebbe: nel mese di maggio per i beni di consumo non durevole; nel mese di giugno per i beni intermedi per i beni di consumo durevole; nel mese di luglio per il comparto dell’energia; nel mese di settembre per l’aggregato dei beni di consumo (durevole e non durevole); nel mese di novembre per il totale della produzione industriale; nel mese di dicembre per i beni strumentali; d) si deve comunque tener presente come dette variazioni % tendenziali facciano tutte riferimento al rapporto col 2010 e non con l’anno 2012, come si potrebbe erroneamente ritenere. In conclusione si può quindi confermare con attendibilità statistica - al di là di alcune immancabili incongruenze dovute alla rilevazione ed al trattamento dei dati - come i punti di svolta della produzione industriale e dei suoi comparti si presentino a partire dal secondo trimestre dell’anno corrente dando così inizio al cammino verso il territorio positivo. Inoltre si manifesta l’opinione secondo la quale il ritorno alle posizioni detenute nel 2007 (cioè nell’anno ante-recessione) potrebbe avvenire non prima del 2016, cioè al nono anno dall’incipit recessivo in consonanza con la durata della generalità delle recessioni storicamente accertate. Rimane ovviamente sottinteso come al termine della recessione i diversi comparti
6
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
giungeranno non nello stesso momento bensì secondo una scansione temporale che vedrà per primi i comparti meno duramente colpiti dalla recessione e per ultimi quelli più duramente colpiti. 4) Previsioni della variazione % 2013/2012 della produzione industriale dei beni di consumo. Ci si intrattiene ora sulla previsione del rapporto percentuale fra la produzione industriale dell’aggregato dei beni di consumo del 2013 rispetto all’omologa produzione dell’anno precedente. L’accertamento di detto rapporto è ritenuto rilevante poiché esso costituisce tradizionalmente un punto di riferimento ed una giustificazione razionale della previsione del rapporto 2013/2012 degli investimenti pubblicitari, stante la correlazione storicamente accertata fra gli andamenti delle due variabili. Per pervenire alla stima previsiva 2013/2012 della produzione dei beni di consumo si è fatto ricorso, more solito, al metodo delle proiezioni che tiene conto sia delle variazioni tendenziali, sia della distribuzione temporale della produzione del citato comparto; metodo che viene fedelmente applicato ai dati rilevati in ciascun mese dell’anno. I risultati ottenuti sono quelli esposti nella seguente Tav. 6 Tav. 6 = Stime previsive 2013/2012 della produzione industriale dei beni di consumo (aggregato)
mesi delle previsioni
previsioni 2013
consuntivo 2012
differenze indici
%
2013-2012
2013/2012
gennaio
1.128,8
1.129,0
-0,2
0,0
febbraio
1.125,5
1.129,0
-3,5
-0,3
marzo
1.110,0
1.129,0
-19,0
-1,7
aprile
1.097,1
1.129,0
-31,9
-2,8
maggio
1.099,0
1.129,0
-30,0
-2,7
giugno
1.096,6
1.129,0
-32,4
-2,9
luglio
1.096,5
1.129,0
-32,5
-2,9
agosto
1.100,2
1.129,0
-28,8
-2,6
settembre
1.101,6
1.129,0
-27,4
-2,4
ottobre
1.104,6
1.129,0
-24,4
-2,2
Come si legge nell’ultima casella dell’ultima colonna della Tav. 6, sulla base dei dati disponibili, la variazione 2013/2012 della produzione dei beni di consumo è prevista nel -2,2%. Si tratta di un arretramento alquanto vicino agli arretramenti calcolati nei mesi precedenti, fatta eccezione per i primi tre mesi dell’anno in quanto beneficati dalle occasionali favorevoli variazioni produttive in essi verificatesi. Inoltre si deve osservare come detta stima previsiva sia press’a poco uguale a quella effettivamente rilevata nella misura del -2,3% per il periodo gennaio-ottobre e già esposta nella Tav. 2. Nel contempo si tenga presente come detta contrazione sia significativamente inferiore a quella registrata a fine 2012 (-4,5%), come indicato dalla Tav. 4. Tav. 7 = Variazioni % di periodo produzione beni di consumo 2013: dati rilevati e calcolati.
mesi 2012
Variaz.% di periodo rilevate
calcolate
gen
1,1
1,5
feb
1,0
0,1
mar
-1,2
-1,1
apr
-2,4
-1,9
mag
-2,5
-2,4
giu
-2,6
-2,7
lug
-2,7
-2,9
ago
-2,7
-2,8
set
-2,7
-2,6
ott
-2,3
-2,3
nov
-1,9
dic
-1,5
A dar man forte alla stima previsiva del rapporto 2013/2012 viene chiamato il risultato (-1,5%) della semplice estrapolazione delle variazioni % di periodo della produzione dei beni di consumo (vedi Tav. 7). Infine si deve portare a conoscenza come la “variazione acquisita” 2013/2012 risulti nella misura del -2,0%, che sembra rafforzare il credito di cui può godere la stima previsiva più sopra riferita.
7
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
Il sottostante Graf. 2 visualizza i dati della Tav. 7 mentre nel contempo riporta la funzione interpolante (ed il relativo coefficiente di correlazione) cui si devono i valori calcolati esposti nell’ultima colonna della tavola dianzi citata. GRAF. 2 = VARIAZIONI %DI PERIODO BENI CONSUMO 2013: DATI RILEVATI E CALCOLATI 2,0 1,5
VARIAZIO
1,0
y = -0,0052x3 + 0,1943x2 - 1,9823x + 3,2816 C.C = 0,97
0,5 0,0 -0,5 -1,0 -1,5 -2,0 -2,5 -3,0
di c
no v
ot t
se t
ag o
lu g
gi u
m ag
ap r
m ar
fe b
ge n
-3,5
rilevate
MESI 2013
Poli. (rilevate)
5) L’andamento degli investimenti pubblicitari. Si tenga presente che a partire dal mese di marzo del corrente anno i dati sugli investimenti pubblicitari comprendono, oltre ai tradizionali media classici, anche quelli della TV Satellitare e di Internet. La considerazione delle due serie di dati inizia col 2008 poiché in detto anno è risultata disponibile l’intera coppia dei dati. La variazione tendenziale degli investimenti pubblicitari presentata dal mese di ottobre (-5,8%)è la medesima già registrata nel mese di settembre (Tav. 8), si tratta quindi di una momentanea pausa nella crescita e come un prolungamento del gradino d’arrivo. Tuttavia, rispetto a settembre, si nota come la generalità dei media abbia subito arretramenti anche se modesti, compensati dagli incrementi altrettanto modesti di cui hanno beneficiato Quotidiani, Periodici ed Internet. Tav.8 = Variazioni % mensili degli investimenti pubblicitari: ottobre 2013/ ottobre 2012. mesi
Totale
TV
Radio
Quotidiani
Periodici
Affiss.
Cinema
TV Sat
Internet
ott-13
620.868
388.682
32.812
63.611
46.335
9.329
2.941
34.238
42.920
ott-12
659.397
397.991
35.661
74.159
61.493
11.374
3.707
32.939
42.073
-5,8
-2,3
%(13/12)
-8,0
-14,2
-24,6
-18,0
-20,7
3,9
2,0
Ma i dati di ottobre, grazie al gioco dei valori assoluti, hanno potuto incidere positivamente sul rapporto 2013/2012 fra i cumulati di gennaio-ottobre degli investimenti pubblicitari. Infatti, la variazione complessiva segna un miglioramento – sia pur contenuto - passando al -13,3% di ottobre dal -14,4% di settembre. Analogamente si può affermare per la TV, la Radio, i Quotidiani, il Cinema, TVSat e Internet, mentre si deve dire il contrario per i Periodici e le Affissioni. In conclusione, si può comunque affermare come nel periodo gennaio-ottobre 2013 gli investimenti pubblicitari abbiano compiuto un altro passo in avanti, riducendo di circa un punto percentuale il disavanzo rispetto al gennaio-ottobre dell’anno precedente e che porta a -5,5% il recupero complessivo sul -18,8% del marzo scorso. Tav. 9= Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari: gen-ott. 2013/gen-ott. 2012 mesi
Totale
TV
Radio
Quotidiani
Periodici
Affiss.
Cinema
TV Sat
Internet
g - o 2013
4.768.142
2.866.537
273.202
521.741
404.028
75.127
18.301
269.004
340.202
g - o 2012
5.502.470
3.249.107
305.683
661.243
534.246
84.352
23.877
293.502
350.460
-8,3
-2,9
%(13/12)
-13,3
-11,8
-10,6
-21,1
-24,4
-10,9
-23,4
Il recupero sopra evidenziato non deve tuttavia generare l’illusione di un recupero a portata di mano di tutti gli investimenti perduti dall’inizio della recessione. Ne fa fede la seguente Tav. 10 che evidenzia quanto ancora si debba recuperare per portarsi alla pari con gli investimenti pubblicitari degli anni più martoriati dalla recessione.
8
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
Ma a questo proposito si deve spiegare la ragione per cui la Tav. 10 presenta il confronto fra gli investimenti pubblicitari dei primi dieci mesi del 2013 con i primi dieci mesi del 2008 anziché con quelli del 2007 (cioè dell’anno ante recessione): la ragione è quella di garantire l’omogeneità del confronto, poiché è soltanto dal 2008 che si dispone della coppia dei dati TVSat e Internet. Ad ogni buon conto la Tav. 10 evidenzia a iosa gli arretramenti subiti dagli investimenti pubblicitari per effetto della recessione. Tav. 10 = Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari:gen-ott. 2013/gen-ott. 2008 mesi
Totale
g - o 2013
4.768.142
2.866.537
273.202
521.741
404.028
75.127
18.301
269.004
g - o 2008
7.119.022
4.069.521
369.940
1.032.696
1.003.647
185.158
38.830
204.329
214.901
31,7
58,3
%(13/08)
TV
-33,0
Radio
-29,6
Quotidiani
-26,1
Periodici
-49,5
-59,7
Affiss.
Cinema
-59,4
TV Sat
-52,9
Internet 340.202
Infatti, la Tav. 10 consente di evidenziare come gli investimenti pubblicitari abbiano sin qui perso il -33,0% della loro consistenza ante-recessione, quale media fra le perdite abissali dei Periodici (-59,7%), delle Affissioni (-59,4%), del Cinema (-52,9%) e dei Quotidiani (- 49,5%) e le perdite più contenute della TV (-29,6%) e della Radio (-26,1%); nonché i confortanti progressi di Internet (+58,3%) e di TVSat (+31,7%). Risulta quindi chiaro come Internet e TVSat non abbiano bisogni particolari di recupero essendo essi già collocati saldamente in territorio positivo, come del resto la generalità dei nuovi media, di cui peraltro non si hanno misurazioni. Tav. 11 = Variazioni % mensili e di periodo degli investimenti pubblicitari: 2008-2013
Mesi gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
2008 var. % var. % mensili periodo 12,7 12,7 17,8 15,4 5,5 11,2 10,6 11,0 6,9 10,0 9,2 9,9 2,7 9,2 3,1 8,9 6,9 8,7 2,6 7,9 -3,1 6,6 -0,2 6,1
2009 var. % var. % mensili periodo -19,0 -19,0 -20,5 -19,8 -17,3 -18,8 -17,2 -18,4 -15,7 -17,8 -15,1 -17,3 -12,8 -16,9 -16,6 -16,9 -12,3 -16,4 -12,3 -15,9 -3,9 -14,7 -0,5 -13,6
2010 var. % var. % mensili periodo 4,5 4,5 7,7 6,2 9,2 7,4 5,2 6,8 4,3 6,2 18,0 8,1 13,6 8,6 4,7 8,4 3,3 7,8 4,5 7,4 8,7 7,5 4,7 7,3
2011 var. % var. % mensili periodo 0,4 0,4 -1,5 -0,7 -4,2 -2,1 1,1 -1,3 -3,1 -1,7 -16,1 -4,3 -7,3 -4,6 0,4 -4,3 6,5 -3,1 0,5 -2,6 -4,2 -2,8 -2,8 -2,8
2012 var. % var. % mensili periodo -3,8 -3,8 -3,9 -3,9 -7,9 -5,5 -9,8 -6,7 -13,7 -8,3 -7,4 -8,2 -16,0 -8,9 -17,2 -9,4 -21,4 -10,9 -20,5 -12,1 -22,7 -13,3 -16,9 -13,6
2013 var. % var. % mensili periodo -15,5 -15,5 -17,2 -16,4 -22,4 -18,8 -18,3 -18,7 -10,2 -16,8 -16,3 -16,7 -4,7 -15,7 -10,7 -15,4 -5,6 -14,4 -5,8 -13,3
Il progressivo logoramento subito dagli investimenti pubblicitari dal 2008 al 2013 viene indicato dalle variazioni % mensili e di periodo evidenziate nella Tav. 11 e nel Graf. 3. Infatti, si legge nella Tav. 11 (e come si vede nel Graf. 3) che le variazioni tendenziali hanno subito un notevole arretramento nel 2009, mentre nell’anno successivo vi è stato un transitorio conato di risalita, seguito da una ininterrotta discesa che ha attraversato il successivo periodo 2011, 2012 e parte del 2013.
MESI 2009-2013
lu g13
ge n13
lu g12
ge n12
lu g11
ge n11
lu g10
ge n10
lu g09
25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0 -25,0 ge n09
VARAZ
GRAF. 3 = VARIAZIONI %MENSILI E DI PERIODO INVESTIMENTI PUBBLICITARI: 2009-2013
mensili periodo
9
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
Tuttavia, nel quadro non esaltante tratteggiato dalla tabella statistica e dal relativo grafico, si deve cogliere una nota di eccezionale interesse: si vuol fare riferimento alle variazioni % di periodo che nel corso del 2013 sono passate dall’abisso del -18,8% di marzo al più contenuto -13,3% di ottobre. Si tratta di poco meno di un punto percentuale guadagnato mensilmente che fa ben sperare in un prosieguo per i restanti mesi novembre e dicembre del corrente anno. 6) Le stime previsive 2013/2012 degli investimenti pubblicitari. Sembra utile far precedere ai calcoli riguardanti le stime previsive, la ricognizione sulla recente tendenza delle variazioni % mensili degli investimenti pubblicitari. Come emerge dal Graf. 4, dette variazioni dopo essere precipitate per tutto il 2012 sino ai primi mesi del corrente anno, hanno decisamente puntato verso l’alto sino a conseguire – secondo i calcoli estrapolativi – un +2,9% a fine 2013. In altre parole le variazioni % mensili potrebbero entrare in territorio positivo già entro il corrente anno, promettendo per conseguenza una ripresa anche da parte del cumulato degli investimenti pubblicitari.
GRAF. 4 = VARIAZIONI %MENSILI INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2012-2013 5,0 0,0
y = -0,0004x3 + 0,1621x2 - 3,606x + 1,6182 C.C = 0,86
VARIA
-5,0 -10,0 -15,0 -20,0
lu gl se io tt em br e no ve m br e
lu gl se io tt em br e no ve m br e ge nn ai o m ar zo m ag gi o
ge nn ai o m ar zo m ag gi o
-25,0
var. %rilevate
MESI 2012-2013
Poli. (var. %rilevate)
Nella sottostante Tav. 12 sono riportati i dati rilevati e quelli calcolati delle variazioni % di periodo riguardanti l’arco di tempo 2012-2013; variazioni ovviamente conseguenti alla cumulazione delle variazioni mensili più sopra esposte. Tav.12 = Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari 2012-2013: dati rilevati e calcolati. var. % rilevate
var.% calcolate
var. % rilevate
var.% calcolate
gennaio
-3,8
-4,2
gennaio
-15,5
-15,5
febbraio
-3,9
marzo
-5,5
-4,6
febbraio
-16,4
-16,2
-5,2
marzo
-18,8
aprile
-16,8
-6,7
-6,0
aprile
-18,7
-17,1
maggio
-8,3
-6,9
maggio
-16,8
-17,2
giugno
-8,2
-8,0
giugno
-16,7
-17,0
luglio
-8,9
-9,1
luglio
-15,7
-16,4
agosto
-9,4
-10,2
agosto
-15,4
-15,6
settembre
-10,9
-11,4
settembre
-14,4
-14,3
ottobre
-12,1
-12,5
ottobre
-13,3
-12,7
novembre
-13,3
-13,6
novembre
-10,6
dicembre
-13,6
-14,6
dicembre
-8,0
Mesi 2012
Mesi 2013
Nella casella corrispondente al dicembre 2013 si può leggere che il rapporto 2013/2012 degli investimenti pubblicitari è calcolato nell’ordine del -8,0%, cioè nello stesso ordine di grandezza della stima previsiva formulata nei tre mesi precedenti (-7,5%) .
10
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
La differenza fra la stima previsiva della Tav. 12 e le stime previsive formulate nei rapporti dei tre mesi precedenti, probabilmente risente della pausa subita dalla variazione mensile di ottobre di cui si è parlato poco più sopra. Si tratta comunque di una stima previsiva confortante poiché è molto lontana dalla variazione di periodo con cui si è chiuso il 2012 (cioè il -13,6%) e dalla massima contrazione subita nel marzo di quest’anno (-18,8%). Il che sta a significare che anche per gli investimenti pubblicitari è in atto quella ripresa da tempo attesa e che fa ben sperare per il 2014. Ad ogni buon conto si segnala come la variazione % acquisita (che si avrebbe se nell’ultimo bimestre dell’anno si dovessero rilevare gli stessi investimenti dell’ultimo bimestre del 2012) sarebbe del - 11,0%, lievemente maggiore di quella registrata nei mesi precedenti (10,4%) probabilmente per effetto della variazione % del mese di ottobre. 7 Le relazioni fra gli andamenti della produzione dei beni di consumo e degli investimenti pubblicitari. Nel corso degli anni precedenti si è avuto modo di far rilevare la stretta relazione funzionale fra l’andamento delle variazioni % della produzione industriale dei beni di consumo e l’andamento delle variazioni % degli investimenti pubblicitari. Detta relazione risultava particolarmente utile non soltanto per spiegare l’andamento degli investimenti pubblicitari, ma anche per verificare la congruità fra le stime previsive dei due fenomeni, allertando e mettendo sull’avviso il ricercatore circa stime previsive eccessivamente lontane od eccessivamente ravvicinate fra loro. Infatti, detta relazione funzionale si è costantemente verificata sino alla fine del 2011, mentre dal 2012 in avanti detta relazione è venuta meno, poiché gli investimenti pubblicitari hanno subito contrazioni eccezionalmente crescenti e nettamente superiori a quelle della produzione industriale dei beni di consumo. Detto fenomeno probabilmente troverebbe la spiegazione nella seguente considerazione. Le imprese inserzioniste, spaventate dalle contrazioni della produzione dei beni di consumo che si sono protratte per cinque anni dal 2008 e terrorizzate dalle previsioni di un ulteriore periodo di pesanti contrazioni, hanno ritenuto prudente risparmiare risorse tagliando gli investimenti pubblicitari in misura maggiore che nel passato, ovvero di dedicare le risorse risparmiate alle promozioni ed al taglio prezzi ritenuti più efficaci e redditizi soprattutto nell’immediato. Fatta questa premessa, si passa ora ad evidenziare il cambiamento della relazione fra produzione dei beni di consumo e investimenti pubblicitari, prendendo in considerazione l’arco di tempo 2006-2011 e, per comparazione, l’arco di tempo 2012-2013 come esibiti dai seguenti Graff. 5, 6 e 7. Il Graf. 5 mette in luce la relazione funzionale fra le variazioni % di periodo della produzione dei beni di consumo e quelle degli investimenti pubblicitari per il periodo 2006-2011, mentre il Graf. 6 invece mette in luce la stessa relazione funzionale ma relativamente al 2012-2013.
GRAF. 5 = RAPPORTO FUNZIONALE FRA VARIAZIONI %DI PERIODO PDOUZ. BENI CONSUMO & INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2006-2011 20,0 15,0
PUBBLICIT
10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0
y = -0,0217x3 - 0,3098x2 + 1,2409x + 3,5275 C.C.= 0,88
-20,0 -25,0 -12,0
-10,0
-8,0
-6,0
-4,0
-2,0
0,0
2,0
PRODUZ. BENI CONSUMO
4,0
6,0
8,0
pubbllicità Poli. (pubbllicità)
Nel Graf. 5 si vede come la relazione fra la produzione dei beni di consumo e gli investimenti pubblicitari venga descritta da una polinomiale di 3° grado, in virtù della quale gli investimenti pubblicitari crescono al crescere della produzione dei beni di consumo: ma in misura più che proporzionale quando le variazioni della produzione dei beni di consumo sono in territorio negativo, mentre crescono in misura meno proporzionale quando le variazioni della produzione dei beni di consumo sono in territorio positivo. Volendo semplificare grossolanamente i concetti, si potrebbe affermare che alla diminuzione di un punto percentuale della produzione dei beni di consumo corrisponde una diminuzione di un punto e mezzo degli investimenti pubblicitari; mentre all’incremento di un punto percentuale della produzione dei beni di consumo corrisponde un incremento di mezzo punto degli investimenti pubblicitari.
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
Nel Graf. 6 si assiste ad una relazione opposta a quella del Graf. 5: le variazioni degli investimenti pubblicitari decrescono nonostante la crescita delle variazioni della produzione dei beni di consumo quando queste ultime si trovano in territorio negativo, mentre invece le variazioni degli investimenti pubblicitari rimangono negative anche quando le variazioni della produzione dei beni di consumo sono in territorio positivo. GRAF. 6 = VARIAZIONI %DI PERIODO BENI CONSUMO & PUBBLICITA' 2012-2013 0,0 -2,0 y = 0,1234x3 + 1,2378x2 + 1,1051x - 18,532 C.C. = 0,79
-4,0
VARIA
-6,0 -8,0 -10,0 -12,0 -14,0 -16,0 -18,0 -20,0 -6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0 pubbllicità
VARIAZIONI BENI CONSUMO
Poli. (pubbllicità)
Per meglio comprendere quest’ultimo rapporto riguardante il 2012-2013 può venire in soccorso il seguente Graf. 7 in cui vengono descritti gli andamenti – per ciascun mese del 2012 e 2013 –delle variazioni % di periodo di entrambe le variabili considerate.
GRAF. 7= VARIAZIONI %DI PERIODO BENI CONSUMO& PUBBLICITA': 2012-2013 5,0
VARIA
0,0 -5,0
-10,0 -15,0
MESI 2012-2013
no v13
se t13
lu g13
m ar -1 3 m ag -1 3
ge n13
no v12
se t12
lu g12
m ar -1 2 m ag -1 2
ge n12
-20,0
beni consumo pubbllicità
Risulta evidente dal Graf. 7 come all’andamento in lieve salita delle variazioni % di periodo della produzione dei beni di consumo, corrisponda -sino al marzo-aprile 2013- un andamento in precipitosa caduta delle variazioni % di periodo degli investimenti pubblicitari. Successivamente, cioè dal maggio in avanti le variazioni pubblicitarie cessano di decrescere per procedere in ascesa, avviandosi così a recuperare il rapporto che esse avevano sino al 2011 con le variazioni della produzione dei beni di consumo. Quanto sopra evidenziato spiega la mancanza della tradizionale congruità fra le stime previsive della produzione industriale dei beni di consumo (-2,2%) e degli investimenti pubblicitari (-8,0%): mancanza destinata a permanere sino a quando non si ristabiliranno i rapporti fra le due variabili descritte nel Graf. 5.
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
7) LO SCENARIO ECONOMICO-CONGIUNTURALE: I DATI ISTAT - Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014 (novembre 2013) Nel 2014 si prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari al + 0,7% in termini reali, che seguirebbe alla contrazione del - 1,8% attesa per il 2013. Nel 2013 il prodotto beneficerebbe del solo contributo positivo della domanda estera netta (+1,1 punti percentuali). Nel 2014 la crescita del Pil sarebbe sostenuta sia dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,4%) sia dalla domanda estera netta (+0,2%). Anche la variazione delle scorte sosterrebbe la crescita seppur in misura contenuta (+0,1%). Nell’anno in corso la spesa delle famiglie segnerebbe una contrazione del -2,4%. Nonostante il permanere delle difficoltà sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali, nel 2014, la spesa dei consumatori è prevista crescere moderatamente (+0,2%). Per il 2013 è prevista una riduzione degli investimenti fissi lordi del -5,5%, mentre nel 2014 le prospettive di una leggera ripresa del ciclo produttivo determinerebbero un recupero dei tassi di accumulazione che tornerebbero su valori positivi (+2,2%). Il tasso di disoccupazione, in crescita sostenuta nella prima parte dell’anno, raggiungerebbe quota 12,1% nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell’economia (12,4%). Questo scenario di previsione è legato a ipotesi specifiche sull’evoluzione del quadro internazionale, delle condizioni di liquidità e di incertezza economica e politica. In caso di minore crescita mondiale il Pil nel 2014 registrerebbe un incremento più contenuto. Viceversa un miglioramento delle condizioni di liquidità e una riduzione dell’incertezza stimolerebbero un ulteriore incremento degli investimenti e una crescita del Pil più sostenuta. - Produzione industriale (ottobre 2013) A ottobre 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,5% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre l’indice ha registrato una flessione dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a ottobre 2013, l’indice è diminuito in termini tendenziali del - 0,5% (i giorni lavorativi sono stati 23 come ad ottobre 2012). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è scesa del -3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A ottobre l’indice destagionalizzato registra una sola variazione negativa nel comparto dell’energia (-0,9%). Aumentano invece, i beni di consumo (+0,8%), i beni intermedi (+0,6%) e i beni strumentali (+0,5%). Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a ottobre 2013, aumenti tendenziali nei comparti dei beni intermedi (+1,9%) e dei beni di consumo (+0,5%). Segnano invece una flessione l’energia (-4,2%) e i beni strumentali (-2,6%). COMPARTI Beni di consumo Durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia IN COMPLESSO
% (ott. 2013/ ott. 2012) 0,5
%(gen-ott. 2013/ gen-ott.2012) -2,3 -7,8 2,1
-2,6 1,9 -4,2 -0,5
-6,1 -1,7 -5,1 -2,7 -5,4 -3,5
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a ottobre 2013 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+14,9%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+9,0%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell’attività estrattiva (-13,2%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-11,4%), delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-6,4%). Comparti con variazioni % positive (gen-ott .2013/gen-ott. 2012). Produzione prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,2%); Fabbricazione di computer, di prodotti elettronici, ottici, apparecchi elettromedicali (+1,9%). Comparti con variazioni % negative ma migliori del rapporto tendenziale: -3,5% (gen-ott.2013/gen.ott.2012): Attività manifatturiere (-3,3%); Metallurgia e fabbricazione prodotti in metallo (-3,3%); Fabbricazione prodotti chimici (2,5%); Industrie tessili, abbigliamento, pelli, accessori (-2,5%); Industrie alimentari bevande e tabacco (-1,3%); Fabbricazione apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-0,2%). Comparti con variazioni negative ma peggiori del rapporto tendenziale: -3,5 gen-ottt.2013/gen-ott.2012): Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-12,2%); Attività estrattiva (-9,4%); Fabbricazione articoli di gomma e materia plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,0%); Industria del legno, della carta e stampa (-5,8%); Fabbricazione di macchinari e attrezzature (-5,8%); Fabbricazione mezzi di trasporto (-4,6%); Altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione macchine ed attrezzature (-5,3%); Fornitura di energia elettrica, gas, vapore, aria (-4,4%).
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
- Produzione nelle costruzioni (ottobre 2013) Nel mese di ottobre 2013 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito, rispetto a settembre 2013, del -2,9%. Nella media del trimestre agosto-ottobre l’indice ha registrato un incremento del + 1,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario a ottobre 2013 è diminuito in termini tendenziali del -9,8% (i giorni lavorativi sono stati 23 come a ottobre 2012). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è scesa di un - 11,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A ottobre 2013 l'indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 9,7% rispetto allo stesso mese del 2012. Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è diminuita dell’11,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente -Fatturato ed ordinativi dell’industria (ottobre 2013). A ottobre 2013 il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, registra una flessione del - 0,7% rispetto a settembre, con una diminuzione del -1,2% sul mercato interno ed un lieve incremento (+0,2%) su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo aumenta del +0,7% rispetto ai tre mesi precedenti (+0,1% per il fatturato interno e +2,3% per quello estero). Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per i beni di consumo (+2,2%) e per i beni intermedi (+0,3%), mentre registrano flessioni per i beni strumentali (-4,8%) e per l’energia (-2,9%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 23 come ad ottobre 2012), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del -1,3%, con un calo del -3,8% sul mercato interno e un incremento del +4,0% su quello estero. L’indice grezzo del fatturato cala, in termini tendenziali, dell’1,4%: il contributo più ampio a tale flessione viene dalla componente interna dell’energia. Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+9,6%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-14,2%). Per gli ordinativi totali, si registra una flessione congiunturale del -2,5%, sintesi di un calo del - 6,0% degli ordinativi esteri e un incremento del + 0,3% di quelli interni. Nel confronto con il mese di ottobre 2012, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del +1,2%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+24,0%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-5,7%). Fatturato e ordinativi dell’industria (dati corretti effetti calendario, ottobre 2013) %(ott.2013/ott.2012)
%(gen-ott.2013/ genott.2012)
Fatturato totale
-1,3
-4,5
-interno
-3,8
-7,0
-estero
+4,0
+1,0
+1,2
-2,0
-interno
+0,2
-4,8
estero
+2,6
+2,2
Ordinativi grezzi)
totali
(dati
-Fatturato dell’industria secondo comparti (dati corretti effetto calendario) %(ott.2013/ott.2012)
%(gen-ott.2013/ genott.2012)
Beni di consumo
+3,2
-1,4
- durevoli
+2,7
-2,2
-non durevoli
+3,2
-1,2
Beni strumentali
-1,7
-3,9
Beni intermedi
-1,5
-4,4
Energia
-13,8
-16,0
Totale
-1,3
-4,5
Comparti
-Fatturato dei servizi (3° trimestre 2013). Nel terzo trimestre del 2013 l’indice del fatturato dei servizi registra una diminuzione del - 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Rispetto al terzo trimestre del 2012 l’indice del fatturato su base tendenziale segna un aumento del + 0,7% per i servizi di trasporto e magazzinaggio. Diminuzioni si registrano in tutti gli altri settori: servizi di
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
informazione e comunicazione (contrazione del -4,7%), servizi di alloggio e di ristorazione (-2,3%) e commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-0,6%). Tutti i comparti del settore servizi e, quindi, anche il loro totale presentano un tratto che li accumuna: si tratta di una tendenza decisamente riflessiva per tutto il 2012 sino al primo trimestre del 2013, alla quale è seguita una tendenza in risalita per i due restanti trimestri. Va osservato come le due tendenze nel 2012 e nel 2013 si muovano comunque in territorio negativo, sia per il totale complessivo sia per i singoli comparti. Tuttavia va segnalata l’eccezione costituita dalle attività “di alloggio e ristorazione” che nel 2012 si sono mosse in territorio positivo per poi precipitare in territorio negativo nel primo trimestre 2013 ma migliorandosi gradatamente nei trimestri successivi. - Prezzi alla produzione dei prodotti industriali (ottobre 2013). Nel mese di ottobre 2013 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce del -1,0% rispetto al mese precedente e del -2,2% nei confronti di ottobre 2012. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno presentano variazioni negative dell’1,3% rispetto a settembre e del -2,7% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registrano flessioni dello 0,1% sul mese precedente e dello 0,3% in termini tendenziali. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una diminuzione dello 0,2% sul mese precedente (0,2% per l’area euro e -0,3% per l’area non euro). In termini tendenziali si registra una diminuzione del - 0,8% (-1,0% per l’area euro e -0,8% per quella non euro). Variazione tendenziali degli indici dei prezzi secondo mercati Mercati TOTALE Mercato interno Mercato estero Area euro Area non euro
%(ott. 2013/ ott. 2012) -2,2 -2,7 -0,8 -1,0 -0,8
%(gen-ott..2013/ gen-ott.2012 -0,9 -1,1 -0,6 -0,9 -0,2
La tabella sopra riportata informa che nel periodo gennaio-ottobre 2013 nei confronti dello stesso periodo del 2012, i prezzi presentano in generale una contrazione del -0,9%, quale risultante del -1,1% per il mercato interno e il -0,6% del mercato estero; quest’ultimo a sua volta quale risultante fra il -0,9% per l’area euro e il -0,2% per l’area non euro. Il tutto sta a significare che il mercato interno risulta più difficile del mercato estero e, segnatamente, del mercato dell’area euro nei confronti dell’area non euro. Se si esamina il trend rilevato nel 2013 si trova che la generalità dei prezzi è in progressiva contrazione (dal +0,7% di gennaio al -0,9% di ottobre). mostrando inoltre la volontà di proseguire. Stessa cosa si deve rilevare per quanto riguarda il mercato interno (da +0,7% di gennaio al -1,1% di ottobre) e per il mercato estero (da +0,3% di gennaio al -0,5% di ottobre). Tuttavia va osservato che il trend dei prezzi sul mercato estero sembra essersi stabilizzato anche per effetto della stabilizzazione del trend nella zona euro mentre per la zona non euro la contrazione sembra voler proseguire. Riguardo ai contributi settoriali alla dinamica tendenziale dell’indice generale, per il mercato interno quello più rilevante deriva dal comparto energetico (-2,7 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi più ampi provengono dai beni intermedi per l’area euro (-0,8 punti percentuali) e dall’energia per quella non euro (-0,7 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva la diminuzione tendenziale più marcata dei prezzi è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,9% per il mercato interno e -10,6% per quello estero). Indici dei prezzi dei prodotti industriali secondo mercati e raggruppamenti merceologici
Raggruppamenti Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia Totale
MERCATO INTERNO %(ott. 2013/ ott. 2012) 0,5 0,0 0,7 0,2 -1,0 -7,9 -2,7
AREA EURO %(ott. 2013/ ott. 2012) 0,3 -0,7 0,7 -0,3 -1,7 -3,7 -1,0
AREA NON EURO %(ott. 2013/ ott. 2012) 0,3 -2,6 1,1 0,2 -0,7 -14,0 -0,8
- Commercio con l’estero (ottobre 2013). Rispetto al mese precedente, a ottobre 2013 si registra una diminuzione sia dell’export (-0,5%) sia, in misura più rilevante, dell’import (-2,6%). La diminuzione congiunturale delle esportazioni è la sintesi dell’aumento delle vendite verso i paesi dell’area extra Ue (+0,8%) e del calo di quelle verso i paesi dell’area Ue (-1,5%). La diminuzione dell’import è determinata, in misura maggiore, dalla riduzione degli acquisti dai paesi Ue (-3,6%). A ottobre si registra una marcata flessione congiunturale dell’import di beni strumentali (-6,0%). In contrazione anche gli acquisti di prodotti intermedi (-4,1%) e di beni di consumo (-2,0%). Anche dal lato dell’export, i beni strumentali (-1,9%) e i prodotti intermedi (-1,0%) sono in flessione, mentre i beni di consumo crescono dell’1,4%.
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
Nel trimestre agosto-ottobre 2013, rispetto al trimestre precedente, si rileva una crescita sia delle importazioni (+1,2%) sia, in misura più contenuta, delle esportazioni (+0,6%). Quest’ultimo risultato è la sintesi di un aumento delle vendite verso i paesi dell’area Ue (+1,6%) e di una flessione di quelle verso i paesi dell’area extra Ue (-0,6%). Rispetto allo stesso mese del 2012, a ottobre 2013 si registra un contenuto aumento dell’export (+0,8%), sintesi della crescita dei valori medi unitari (+1,3%) e della riduzione dei volumi (-0,6%); la marcata flessione dell’import (-4,3%) è determinata dalla contrazione sia dei volumi (-1,6%) sia dei valori medi unitari (-2,8%). A ottobre 2013, il saldo commerciale è pari a +4,1 miliardi, superiore a quello registrato a ottobre 2012 (+2,3 miliardi). Al netto dell’energia, l’attivo è di +8,9 miliardi. Nei primi dieci mesi dell’anno, l’avanzo commerciale raggiunge i 23,7 miliardi e, al netto dei prodotti energetici, è pari a quasi +70 miliardi. -Variazioni % tendenziali (dati grezzi) PAESI EXTRA UE %(ott.2013/ ott.2012) 1,5 -8,0 2.902
PAESI UE VOCI
EXPORT IMPORT SALDI (mil.€)
%(ott.2013/ ott.2012) 0,2 -1,2 1.169
TOTALE
PAESI UE
PAESI EXTRA UE
TOTALE
%(ott.2013/ ott.2012) 0,8 -4,3 4.070
%(gen-ott.2013/ gen-ott.2012) -2,1 -2,1 9.507
%(gen-ott.2013/ gen-ott.2012) 2,0 -10,1 14.206
%(gen-ott.2013/ gen-ott.2012) -0,2 -5,9 23.712
A ottobre l’aumento tendenziale dell’export è particolarmente accentuato verso paesi ASEAN (+18,5%), paesi EDA (+17,9%) e Cina (+15,8%). Le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+14,0%) e di articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili (+11,9%) sono in forte espansione. Le importazioni dai paesi OPEC (-24,8%) e dalla Turchia (-22,3%) e gli acquisti di prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (esclusi petrolio e gas) (-32,5%) e di petrolio greggio (-16,3%) sono in forte contrazione. Variazioni % tendenziali secondo tipologia dei ben (dati grezzi).
COMPARTI Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia TOTALE Totale al netto dell’energia
EXPORT
IMPORT
%(ott.2013/ ott.2012) 8,2 7,3 8,4 2,5 -3,3 -25,1 0,8
%(ott.2013/ ott.2012) 0,5 -5,5 1,3 -2,6 -4,7 -11,4 -4,3
2,2
-2,4
SALDI (mil.€) %(ott.2013/ ott.2012) 2.678 1.302 1.376 4.947 1.236 -4.791 4.070 8.861
EXPORT
IMPORT
%(gen-ott.2013/ gen-ott.2012) 6,1 2,3 7,0 1,6 -4,0 -21,0 -0,2
%(gen-ott.2013/ gen-ott.2012) 0,6 -9,7 1,9 -3,4 -5,4 -16,2 -5,9
SALDI (mil.€) %(gen-ott.2013/ gen-ott.2012) 18.614 10.682 7.932 43.678 7.360 -45.939 23.651
1,0
-2,9
69.651
- Prezzi al consumo (novembre 2013) Nel mese di novembre 2013, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce del - 0,3% su base mensile e aumenta del + 0,7% su base annua (la stima provvisoria era +0,6%), con una lieve decelerazione rispetto alla dinamica rilevata a ottobre (+0,8%). TASSI INFLAZIONE 2008-2013 5,0
3,0 2,0 1,0 0,0 -1,0 ap rag 08 o0 di 8 c0 ap 8 r0 ag 9 o0 di 9 c0 ap 9 rag 10 o1 di 0 c1 ap 0 rag 11 o1 di 1 c1 ap 1 rag 12 o12 di c1 ap 2 rag 13 o1 di 3 c13
TASS
4,0
MESI 2008-2012
16
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
Il rallentamento dell’inflazione a novembre è imputabile a un’ulteriore attenuazione delle dinamiche inflazionistiche che interessa tutte le tipologie di beni e servizi, con particolare intensità per i beni energetici e gli alimentari freschi. Al netto di questi la crescita dell’inflazione (“inflazione di fondo”) resta stabile all’1,2%. Anche al netto dei soli beni energetici, l’inflazione segna lo stesso valore registrato a ottobre (+1,1%). L’inflazione acquisita per il 2013 resta stabile al +1,2%. Rispetto a novembre 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni sale allo 0,2%, dallo 0,1% di ottobre, e quello dei prezzi dei servizi scende all’1,2% (era +1,4% nel mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di tre decimi di punto percentuale rispetto a ottobre 2013. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,1% su base mensile e crescono dello 0,8% su base annua (lo stesso valore registrato a ottobre). Alla dinamica congiunturale dei prezzi di questi prodotti contribuisce principalmente il calo dei prezzi dei carburanti. Variazioni % degli indici dei prezzi uguali o superiori alla media (+0,7%) Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,5%); Istruzione (+1,3); Bevande alcoliche e tabacchi (+1,3%); Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,3%); Mobili, articoli e servizi per la casa (+1,2%). Ricreazione, spettacolo e cultura (+1,0%); Trasporti (+0,8%); Variazioni % degli indici dei prezzi inferiori alla media (+0,7%) Abbigliamento e calzature (+0,6%); Servizi sanitari e spese per la salute (+0,6%); Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,3%); Abitazione, acqua, elettricità, e combustibili (+0,3%); Altri beni e servizi (+0,3%). Variazioni % negative degli indici dei prezzi : Comunicazioni (-9,3%) - Commercio al dettaglio (ottobre 2013) Ad ottobre 2013 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) diminuisce del - 0,1% rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre agosto-ottobre 2013 l’indice registra una flessione del -0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con settembre 2013, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono del -0,2%, quelle di prodotti non alimentari del -0,1%. Rispetto ad ottobre 2012, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione del - 1,6%, sintesi di una flessione del - 0,6% per le vendite di prodotti alimentari e del -2,3% per quelle di prodotti non alimentari. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di ottobre 2012, variazioni negative sia per la grande distribuzione (-0,2%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-2,9%). Nel confronto con i primi dieci mesi del 2012, nel periodo gennaio-ottobre 2013 le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione del - 1,3% e quelle di prodotti non alimentari del -2,8%, per una diminuzione complessiva del -2,2%. - Commercio al dettaglio a prezzi correnti per settore merceologico (dati grezzi). Forma distributiva ALIMENTARI Grande Distribuzione Piccola Distribuzione NON ALIMENTARI Grande Distribuzione Piccola Distribuzione TOTALE
%(ott.13/ott.12) -0,6 0,2 -2,8 -2,3 -0,7 -2,9 -1,6
%(gen-ott. 13/gen-ott.12) -1,3 -0,6 -3,2 -2,8 -2,0 -3,3 -2,2
Variazioni % di periodo peggiori della media (-2,2). Cartoleria, libri, giornali e riviste (-4,2%); Foto-ottica e pellicole, supporti magnetici, strumenti musicali (-3,7%); Mobili, articoli tessili, arredamento (-3,7%); Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-3,5%); Calzature, articoli di cuoio e da viaggio (-3,1%); Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-3,0%); Abbigliamento e pellicceria (-2,9%); Generi casalinghi durevoli e non durevoli (-2,6%); Prodotti farmaceutici (-2,6%); Altri prodotti (-2,9%). Variazioni % di periodo migliori della media (-2,2 ) Utensileria per la casa e ferramenta (-2,1%); Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (-1,5%). Prodotti di profumeria, cura della persona (-1,4%); - Occupati e disoccupati (dati provvisori, ottobre 2013) . A ottobre 2013 gli occupati sono 22 milioni 358 mila, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,8% su base annua (-408 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, aumenta di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali ma diminuisce di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 189 mila, rimane sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente ma aumenta del 9,9% su base annua (+287 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta al -12,5%, invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 1,2 punti percentuali nei dodici mesi. I disoccupati tra 15 e 24 anni sono 663 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,0%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,6 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al -41,2%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,8 punti nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente (-25 mila unità) ma aumenta dello 0,4%
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
rispetto a dodici mesi prima (+55 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in calo di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e in aumento di 0,2 punti su base annua. Si ritiene doveroso far rilevare il trend palesato dal tasso di disoccupazione dal 2007 al 2013. Infatti, il tasso di disoccupazione generale che era del 6,2% all’inizio del 2007, è andato progressivamente aumentando di un solo punto percentuale all’inizio del biennio successivo (2009 = 7,2%) e di quello seguente (2011= 8,1%), per poi aumentare di ben 3,6 punti percentuali nel successivo biennio raggiungendo l’11,7% del gennaio 2013. Si tratta di una tendenza che non promette nulla di buono avendo raggiunto nel novembre 2012 il 12,5%. E’ superfluo rilevare come il tasso di disoccupazione abbia risentito pesantemente la feroce contrazione della produzione industriale. Vi è infine da osservare come la disoccupazione giovanile abbia seguito di pari passo quella generale, essendo legata a quest’ultima di un rapporto moltiplicatore che si aggira intorno al valore di 3,3 che, per la sua ripetitività nel tempo merita senza dubbio la definizione di costante. Il che spiega come il tasso di disoccupazione giovanile sia passato dal 20,9% del gennaio 2007 al 41,2% del novembre 2013.
TASSODISOCCUPAZIONE TOTALE E GIOVANILE (15-24 ANNI) :2007-2013 45,0 40,0 35,0
TASSI
30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0
20 07 /1 20 07 /7 20 08 /1 20 08 /7 20 09 /1 20 09 /7 20 10 /1 20 10 /7 20 11 /1 20 11 /7 20 12 /1 20 12 /7 20 13 /1 20 13 /7
0,0
MESI 2007-2013
Totale 15-24 anni
- Ore lavorate, posti vacanti e costo del lavoro (3° trimestre 2013) Le ore lavorate per dipendente nel terzo trimestre2013 diminuiscono, in termini destagionalizzati, dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Il tasso di posti vacanti nell'industria e nei servizi di mercato nel terzo trimestre 2013 è pari allo 0,4%, invariato rispetto al terzo trimestre del 2012. L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni (Cig) utilizzate è pari a 38,1 ore ogni mille ore lavorate, con una diminuzione di 3,2 ore rispetto allo stesso trimestre del 2012. L’indice destagionalizzato delle retribuzioni lorde per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), al netto della cassa integrazione guadagni (Cig), nel terzo trimestre 2013 registra, nel complesso dell’industria e dei servizi di mercato, un incremento congiunturale dello 0,5%. L’indice destagionalizzato degli oneri sociali aumenta dello 0,4%. L’indice del costo del lavoro segna un aumento congiunturale dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. La crescita tendenziale del costo del lavoro per Ula (dati grezzi), è del 2,4%. - Contrattti collettivi e retribuzione contrattuali (novembre 2013) Alla fine di novembre 2013 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 51,1% degli occupati dipendenti e corrispondono al 49,4,% del monte retributivo osservato. Alla fine di novembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 48,9% nel totale dell’economia e del 34,0% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 31,2 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 17,6 mesi per quelli del settore privato. Nel mese di novembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta del + 1,3% nei confronti di novembre 2012. Complessivamente, nei primi 11 mesi del 2013 la retribuzione oraria media è cresciuta del + 1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale del + 1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
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Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013
I settori che a novembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (4,0%); agricoltura (3,3%); chimica e metalmeccanica (entrambi 2,3%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di novembre sono stati recepiti due accordi e nessuno è scaduto. Retribuzioni contrattuali :Variazioni % Retribuzioni
%(nov.2013/nov.2012)
Retribuzioni orarie Retribuzioni per dipendente
1,3 1,4
%(gen-nov.-2013/ gen-nov.2012) 1,4 1,5
IL CLIMA DI FIDUCIA - Clima di fiducia delle imprese (ottobre 2013) A ottobre 2013 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), espresso in base 2005=100, scende a 79,3 da 82,8 di settembre. L’andamento dell'indice complessivo rispecchia il peggioramento della fiducia delle imprese del commercio al dettaglio e dei servizi di mercato; risulta invece in aumento la fiducia delle imprese manifatturiere e di costruzione. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere aumenta, passando da 96,8 di settembre a 97,3. I giudizi sugli ordini migliorano (da -28 a -27) e le attese di produzione rimangono stabili (a 4); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -1 a -2. L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento dell’indicatore nei beni di consumo (da 96,2 a 97,1), nei beni intermedi (da 98,2 a 99,0) e nei beni strumentali (da 94,8 a 95,0). L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale da 78,9 di settembre a 80,8 I giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione migliorano (da -48 a -46) mentre le attese sull’occupazione peggiorano (da -16 a -19). L’indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi scende da 79,9 di settembre a 74,7. Peggiorano i giudizi e le attese sugli ordini (da -26 a 31 e da -8 a -18, rispettivamente), mentre stabile resta il saldo delle attese sull’andamento dell’economia in generale (a 37). Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia scende da 91,8 di settembre a 89,0. L’indice diminuisce sia nella grande distribuzione (da 88,6 a 87,7) sia in quella tradizionale (da 94,4 a 90,6). - La fiducia dei consumatori (novembre 2013) A novembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a 98,3 da 97,3 del mese di ottobre. Cresce la componente personale, da 98,1 a 101,1, mentre diminuisce quella economica da 93,1 a 91,6. L’ indicatore del clima corrente aumenta da 96,1 a 99,2, il clima futuro diminuisce da 98,5 a 97,3. I giudizi sulla situazione economica del Paese migliorano: il saldo passa da -129 a -123. Per le attese si registra un peggioramento (da -15 a -23 il saldo). Aumentano le attese sulla disoccupazione da 71 a 74 il relativo saldo. I giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia migliorano: i saldi passano rispettivamente da -64 a -60 e da -18 a -14. Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare aumenta da -22 a -18. Le opinioni sull’opportunità attuale e sulle possibilità future di risparmio sono valutate in aumento: i rispettivi saldi passano da 134 a 140 per le prime e da -59 a -53 per le seconde. Le valutazioni sull’opportunità di acquisto di beni durevoli mostrano un miglioramento, con il relativo saldo che passa a -82 da -90. Il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è in diminuzione (da 50 a 32). Le valutazioni sull’evoluzione dei prezzi nei prossimi dodici mesi indicano una forte diminuzione della dinamica inflazionistica (il saldo passa da 27 a -11). A livello territoriale, il clima aumenta al Nord, diminuisce lievemente al Centro e rimane stabile nel Mezzogiorno. 8) APPENDICE DI DOCUMENTAZIONE: indici della produzione dei beni di consumo e investimenti pubblicitari Tav. A = Indici mensili della produzione industriale dei beni di consumo: 2007-2013 mesi
2007
gen
98,9
2008
2009
101,2
92,2
2010 92,8
2011 88,0
2012 85,1
2013 86,0
feb
109,0
109,5
99,4
98,8
97,6
91,1
91,9
mar
116,4
115,0
99,5
106,0
107,1
102,1
97,1
apr
100,8
103,8
90,0
92,9
97,7
89,0
83,6
mag
113,8
111,6
104,1
106,8
107,5
103,0
99,9
giu
108,9
113,6
102,6
107,4
103,8
98,3
95,1
lug
117,5
117,9
111,1
115,6
112,8
108,0
104,4
ago
71,1
68,2
65,2
67,4
70,2
67,7
66,5
set
116,1
111,3
106,0
109,0
102,9
103,6
100,7
ott
119,1
114,4
108,5
109,6
103,9
100,9
101,4
nov
115,5
111,6
107,8
105,5
102,8
98,0
dic
96,1
93,9
92,4
88,2
87,4
82,2
19
Rapporto del 20 dicembre 2013, sui dati dell’ottobre 2013 Tav. B = Indici cumulati della produzione industriale dei beni di consumo: 2007-2013 mesi
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
gen
98,9
101,2
92,2
92,8
88,0
85,1
86,0
feb
207,9
210,7
191,6
191,6
185,6
176,2
177,9
mar
324,3
325,7
291,1
297,6
292,7
278,3
275,0
apr
425,1
429,5
381,1
390,5
390,4
367,3
358,6
mag
538,9
541,1
485,2
497,3
497,9
470,3
458,5
giu
647,8
654,7
587,8
604,7
601,7
568,6
553,6
lug
765,3
772,6
698,9
720,3
714,5
676,6
658,0
ago
836,4
840,8
764,1
787,7
784,7
744,3
724,5
set
952,5
952,1
870,1
896,7
887,6
847,9
825,2
ott
1.071,6
1.066,5
978,6
1.006,3
991,5
948,8
926,6
nov
1.187,1
1.178,1
1.086,4
1.111,8
1.094,3
1.046,8
dic
1.283,2
1.272,0
1.178,8
1.200,0
1.181,7
1.129,0
2012
2013
Tav. C = Investimenti pubblicitari mensili (000 euro): 2008-2013 mesi
2008
2009
2010
2011
gen
599.663
486.008
507.643
509.457
490.017
414.272
feb
743.744
591.179
636.718
627.060
602.368
498.712
mar
911.535
753.429
822.466
788.315
726.097
563.550
apr
813.839
673.769
709.086
716.566
646.349
528.086
mag
950.442
801.414
835.559
809.612
698.714
627.591
giu
750.610
637.640
752.199
631.030
584.169
488.940
lug
457.976
399.352
453.721
420.558
353.381
336.599
ago
288.274
240.288
251.495
252.410
209.043
186.606
set
702.674
616.375
636.432
677.892
532.935
502.918 620.868
ott
900.265
789.820
825.596
829.917
659.397
nov
797.260
766.164
833.080
797.887
616.695
dic
654.090
650.539
680.963
661.591
550.029
Tav. D = Investimenti pubblicitari cumulati (000 euro): 2008-2012 mesi
2008
2009
2010
2011
2012 490.017
2013
gen
599.663
486.008
507.643
509.457
414.272
feb
1.343.407
1.077.187
1.144.361
1.136.517
1.092.385
912.984
mar
2.254.942
1.830.616
1.966.827
1.924.832
1.818.482
1.476.534
apr
3.068.781
2.504.385
2.675.913
2.641.398
2.464.831
2.004.620
mag
4.019.223
3.305.799
3.511.472
3.451.010
3.163.545
2.632.211
giu
4.769.833
3.943.439
4.263.671
4.082.040
3.747.714
3.121.151
lug
5.227.809
4.342.791
4.717.392
4.502.598
4.101.095
3.457.750
ago
5.516.083
4.583.079
4.968.887
4.755.008
4.310.138
3.644.356
set
6.218.757
5.199.454
5.605.319
5.432.900
4.843.073
4.147.274
ott
7.119.022
5.989.274
6.430.915
6.262.817
5.502.470
4.768.142
nov
7.916.282
6.755.438
7.263.995
7.060.704
6.119.165
dic
8.570.372
7.405.977
7.944.958
7.722.295
6.669.194
-------------------------------
20