Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
-CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Sintesi del rapporto fondato sui dati del novembre 2013 Le pagine iniziali sono destinate al lettore frettoloso poiché riportano in estrema sintesi quanto dettagliatamente esposto nel completo rapporto delle pagine successive.
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Lo scenario congiunturale, disegnato dai dati aggiornati a tutto novembre 2013, si compone di due parti: la prima, comprende all’incirca il primo quadrimestre del corrente anno in cui sono proseguite ed aggravate le contrazioni recessive che da oltre un lustro hanno funestato tutti i settori; la seconda, che abbraccia i mesi successivi nei quali è iniziata la risalita condotta per un primo bimestre con passo alquanto vivace e successivamente con passo più moderato. Il processo di risalita si riscontra nella generalità dei settori di attività: nella produzione industriale col relativo fatturato e gli ordinativi, nella produzione delle costruzioni, negli scambi con l’estero (export, import e relativi saldi), nel commercio al dettaglio, nella pubblicità. L’avviato processo generale di risalita - pur svolgendosi ancora nel territorio delle variazioni tendenziali negative- di fatto proclama che il processo recessivo e involutivo della nostra economia appare terminato, lasciando così via libera ad un processo di risalita che si palesa decisamente avviato verso il territorio delle variazioni tendenziali positive. Tuttavia si deve tener presente che il ritorno alle posizioni detenute nel 2007, cioè nell’anno che ha preceduto l’inizio della recessione già sofferta per oltre un lustro, occorrerà un lasso di tempo non inferiore al triennio. Infatti, detto periodo si rende indispensabile ad esempio per la produzione industriale, poiché nel suo complesso essa si trova a dover recuperare mediamente il 23,2% del potenziale di allora, analogamente dicasi per gli investimenti pubblicitari che devono recuperare il 32,4% . Inoltre si deve tener presente come il processo di risalita non potrà realizzarsi negli stessi tempi per tutti i settori dell’economia, poiché ve ne sono alcuni che devono recuperare notevoli perdite (p.es. circa il 50,0% per le costruzioni), altri che devono recuperare perdite meno consistenti (p.es. l’8,6% per la produzione dei beni di consumo non durevole). Quanto sopra affermato emerge chiaramente quando si considerano le serie storiche degli indici delle attività (industriali, commerciali, servizi, ecc.), mentre non potrebbe emergere con altrettanta chiarezza se si dovessero considerare i singoli indici mensili o di periodo. Vi sono tuttavia alcune eccezioni al quadro più sopra tratteggiato: esse riguardano l’andamento dei prezzi dei prodotti industriali, il tasso d’inflazione ed il tasso di disoccupazione. Infatti, i prezzi dei prodotti industriali sia in generale, sia sul mercato interno ed estero (zona euro e zona non euro) nel 2013 sono andati lentamente ma costantemente in contrazione, poiché la domanda proveniente dalle imprese rimane ancora debole e convalescente. Analogamente dicasi per il tasso d’inflazione che è andato progressivamente scemando sino al livello del +0,7%, a causa di una domanda dei consumatori sempre più claudicante a causa dei più contenuti redditi. Non diversamente dicasi a proposito del tasso di disoccupazione che dal 2007 non ha mai smesso di salire giungendo ora a toccare il 12,7% nel suo complesso, mentre è salito al 41,6% il tasso di disoccupazione riferito alla popolazione giovanile. Si tratta di andamenti destinati a proseguire per qualche tempo ancora, cioè sino a quando l’attività economica in generale avrà potuto raggiungere maggiori e consolidati livelli. In consonanza con lo scenario sopra descritto si colloca il clima di fiducia delle imprese che trova la sua alimentazione nell’avviata risalita. Più precisamente il miglioramento del clima di fiducia riguarda le imprese delle costruzioni, le imprese manifatturiere e dei servizi di mercato; mentre il clima di fiducia rimane stazionario per le imprese al dettaglio. Analogamente dicasi per il clima di fiducia dei consumatori, specialmente per quanto attiene le valutazioni del quadro personale e per quanto attiene i giudizi sulla situazione economica del paese. Il che trova giustificazione negli elevati tassi di disoccupazione. Si deve prendere ora in considerazione l’andamento degli investimenti pubblicitari, cui il presente lavoro è segnatamente dedicato. 1
Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
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Innanzitutto si ricorda che anche gli investimenti pubblicitari hanno ovviamente risentito dello scenario sopra delineato partecipando alle medesime fasi di contrazione e di risalita Infatti, dopo la fase di peggioramento dei primi mesi dell’anno corrente, hanno ripreso a migliorare anch’essi dapprima con passo spedito e successivamente con passo più moderato. Comunque si stima che a fine 2013 gli investimenti pubblicitari si porteranno al -10,5% rispetto al 2012, lasciandosi alle spalle il pesante -18,8% di marzo ed il meno pesante -12,6% di novembre e puntando su una continua e consistente rimonta per il 2014. A questo punto va fatto rilevare come l’andamento degli investimenti pubblicitari abbia manifestato fra il 2012 e il 2013 una sorta di divorzio dall’andamento della produzione industriale dei beni di consumo cui era sempre stato strettamente correlato.. Infatti, mentre le variazioni di periodo della produzione dei beni di consumo (sempre in territorio negativo) passavano da un -3,3% del gennaio 2012 al -1,2% del marzo 2013, le variazioni % di periodo degli investimenti pubblicitari nello stesso periodo passavano dal -3,8% al -18,8%. Probabilmente le ragioni per cui le imprese hanno ridotto drasticamente i loro investimenti pubblicitari nel periodo considerato sono da rinvenirsi: da un lato, al timore di indebolire eccessivamente le risorse disponibili nella prospettiva d’un indefinito prolungarsi della recessione; dall’altro, nella necessità di dirottare parte delle risorse dagli investimenti pubblicitari a vantaggio di strumenti ad efficacia più immediata (p.es. taglio prezzi, sconti). Soltanto a partire dall’aprile 2013 le variazioni % di periodo degli investimenti pubblicitari sono tornati a salire riducendo progressivamente la distanza dalle corrispondenti variazioni % di periodo della produzione dei beni di consumo. Infine va considerato che il divorzio fra i due andamenti sopra citati si è manifestato anche fra le stime previsive: infatti, il rapporto 2013/2012 per la produzione dei beni di consumo è stato calcolato fra il -1,8% e il -2,0% , mentre quello per gli investimenti pubblicitari è stato calcolato intorno al -10,5%, che in un periodo normale si sarebbe dovuto invece aggirare intorno al -4,0% Quest’ultima considerazione non ha soltanto il compito di mettere in luce l’andamento anomalo degli investimenti pubblicitari, ma anche di rendere comprensibile le difficoltà del calcolo delle stime previsive; difficoltà che giustificano le modifiche che nei diversi mesi del corrente anno si sono dovute apportare alle stime previsive calcolate.
Secondo consuetudine si riportano le previsioni degli investimenti pubblicitari 2013 rispetto a quelli del 2012, formulate da Autorevoli Fonti di cui si è venuti a conoscenza. Fonti Totale TV Quotid. Period. Radio Cinema Affiss. Internet Nielsen (giu .2013) -10,8 -10,8 -21,8 -23,1 -11,5 ? -4,9 +6,3 Zenith-Optimedia (giu. -12,2 -13,0 -21,7 -15,3 -15,0 ? -7,0 +2,1 2013) UPA (gen. 2013) -12,5 UPA (lug. 2013) -12,5 Assocom (lug. 2013) -12,5 -12,0 -23,9 -20.9 -11,0 ? -16,5 +5,7 Zenith (set. 2013) -12,2 Carat (set. 2013) -11,7 Price Wat. (set. 2013) -3,2 GroupM (set.2013) -12,5
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Rapporto fondato sui dati del novembre 2013 1) Scopo del lavoro Il presente rapporto mensile persegue l’obiettivo di monitorare l’andamento degli investimenti pubblicitari e di formulare previsioni riferite all’anno solare corrente. Dette previsioni vengono aggiornate mensilmente parallelamente alle preziose rilevazioni di Nielsen Media Research. Per conseguenza i dati esposti in un dato rapporto mensile – come i calcoli su di essi fondati – possono divergere in qualche misura da quelli esposti nei rapporti dei mesi precedenti. Si ricorda che i dati e i calcoli statistici sugli investimenti pubblicitari vengono previamente inquadrati in una sintetica nota sullo scenario congiunturale; nota tratta – sostanzialmente - dai dati ufficiali dell’ISTAT. Detta nota persegue il fine sia di meglio interpretare l’andamento degli investimenti pubblicitari, sia di attribuire un ragionevole fondamento alle previsioni che li riguarda. I rapporti dei mesi e degli anni precedenti sono liberamente disponibili nella sezione “Modelli di Ricerca” del sito www.marketingclub-italy.it 2) Le variazioni tendenziali % mensili e di periodo della produzione industriale. I dati che nel mese precedente avevano lanciato evidenti segnali di cambiamento nel clima congiunturale hanno trovato conferma nei dati del mese di novembre. Infatti, anche in detto mese (vedi Tav. 1) presentano variazioni tendenziali positive i comparti dei beni intermedi (col +5,1%) e dei beni di consumo non durevole (col +0,3%); inoltre il comparto dei beni strumentali ha abbandonato il segno negativo per presentare un’invarianza, mentre i comparti dei beni di consumo durevole e dell’energia -pur rimanendo in area negativa- migliorano nettamente le rispettive posizioni. Soltanto l’aggregato dei beni di consumo segnala un peggioramento nei confronti del mese precedente che, comunque, non impedisce al totale della produzione industriale di presentare finalmente una variazione tendenziale del +1,4%. Va rimarcato come quest’ultima variazione mensile tendenziale positiva mancasse da molti mesi nel panorama industriale, lasciando così sperare l’avvio di una nuova serie positiva come quella che si era interrotta nel maggio del 2011.
Tav. 1 = Variazioni % mensili indici produzione industriale: nov. 2013/nov. 2012 anni-mesi
beni intermedi
beni strument.
beni cons. durevoli
beni cons. non durev.
beni di consumo
energia
totale industria
nov. 2013
96,3
100,7
95,2
98,3
97,8
87,9
96,7
nov. 2012 2013/2012
91,6
100,7
98,2
98,0
98,0
88,5
95,4
5,1
0,0
-3,1
0,3
-0,2
-0,7
1,4
Risulta quindi conseguente come il buon andamento delle variazioni tendenziali mensili sopra evidenziato abbia inciso positivamente sulle variazioni tendenziale del periodo gennaio-novembre. Infatti, come si evince dalla Tav.2, ne hanno beneficiato sia il totale della produzione industriale che chiude a -3,1% sia i singoli comparti, tuttavia fatta eccezione dei beni di consumo durevole che lascia sul campo il -12,7% contro il -3,6% di ottobre. Tav.2 = Variazioni % di periodo indici produzione industriale: gen-nov. 2013/gen-nov. 2012 anni-mesi g - n 2013 g - n 2012 2013/2012
beni intermedi
beni strument.
1.014,7 1035,0
1.041,4 1092,6
-2,0
-4,7
beni cons durevoli
beni cons. non durev.
beni consumo
energia
totale industria
1.074,1
1.040,6 1056,0
1.024,7 1046,8
987,8 1039,8
1.021,0 1053,7
-12,7
-1,5
-2,1
-5,0
-3,1
937,2
I dati sopra esposti non devono né possono alimentare facili entusiasmi tanto infondati quanto dannosi, poiché si deve tenere ben presente come il traguardo della situazione pre-recessione del 2007 sia ancora molto lontano da raggiungere, come ben disegnato dalla seguente Tav.3. Tav. 3 = Variazioni % di periodo produzione industriale: gen-nov. 2013/gen-nov. 2007 anni-mesi
beni intermedi
beni strument.
beni cons durevoli
beni cons. non durev.
beni consumo
energia
totale industria
g - n 2013 g - n 2007
1.014,7
1.041,4
937,2
1.040,6
1.024,7
987,8
1.021,0
1.456,7
1.375,1
1.421,0
1.138,9
1.187,1
1.191,8
1.328,8
2013/2007
-30,3
-24,3
-34,0
-8,6
-13,7
-17,1
-23,2
Infatti, in essa si legge come il totale della produzione industriale debba recuperare un buon -23,2%, quale risultante fra il peggiore negativo dei beni di consumo durevole (col -34,0%) e il migliore negativo dei beni di consumo non durevole (che segna un -8,6%). In funzione delle stime previsive degli investimenti pubblicitari, tenuta presente la loro stretta correlazione con la produzione dei beni di consumo (aggregato dei durevoli e non durevoli), si ritiene utile mettere in luce l’andamento delle
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
variazioni % tendenziali di detto aggregato. Il che viene fatto con la Tav. 4 per gli anni-2009-2013, mentre viene ripetuto per il più vasto arco di tempo 2007-2013 con il Graf. 1. Tav. 4 = Variazioni % mensili e di periodo della produzione di beni di consumo: 2009-2013. 2009 mesi
2010
var. % mensili
var. % di periodo
gen
-8,9
feb
-9,2
mar
-13,5
2011
2012
2013
var. % mensili
var. % di periodo
var. % mensili
var. % di periodo
var. % mensili
var. % di periodo
var. % mensili
var. % di periodo
-8,9
0,7
0,7
-5,2
-5,2
-3,3
-3,3
1,1
1,1
-9,1
-0,6
0,0
-1,2
-3,1
-6,7
-5,1
0,9
1,0
-10,6
6,5
2,2
1,0
-1,6
-4,7
-4,9
-4,9
-1,2
apr
-13,3
-11,3
3,2
2,5
5,2
0,0
-8,9
-5,9
-6,1
-2,4
mag
-6,7
-10,3
2,6
2,5
0,7
0,1
-4,2
-5,5
-3,0
-2,5
giu
-9,7
-10,2
4,7
2,9
-3,4
-0,5
-5,3
-5,5
-3,3
-2,6
lug
-5,8
-9,5
4,1
3,1
-2,4
-0,8
-4,3
-5,3
-3,3
-2,7
ago
-4,4
-9,1
3,4
3,1
4,2
-0,4
-3,6
-5,1
-1,8
-2,7
set
-4,8
-8,6
2,8
3,1
-5,6
-1,0
0,7
-4,5
-2,8
-2,7
ott
-5,2
-8,2
1,0
2,8
-5,2
-1,5
-2,9
-4,3
0,8
-2,3
nov
-3,4
-7,8
-2,1
2,3
-2,6
-1,6
-4,7
-4,3
-0,2
-2,1
dic
-1,6
-7,3
-4,5
1,8
-0,9
-1,5
-5,9
-4,5
Se si focalizza lo sguardo sulle variazioni tendenziali mensili della Tav. 4 si osserva come quelle portanti il segno positivo siano totalmente assenti nel 2009, siano massicciamente presenti nel 2010 e siano sporadicamente presenti negli anni successivi. Se invece si focalizza lo sguardo sulle variazioni tendenziali di periodo di segno positivo, sempre dalla Tav. 4 si osserva come esse siano totalmente assenti nel 2009 e nel 2012 ed accidentalmente presenti nel 2011 e nel 2013, mentre sono costantemente presenti soltanto nel 2010.
GRAF. 1 = VARIAZIONI %MENSILI E DI PERIODO PRODUZIONE BENI CONSUMO: 2007-2013 10,0
VARIA
5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0 /7 /7 /1 /1 /1 /7 /1 /7 /1 /1 /7 /7 /1 /7 07 007 008 008 009 009 010 010 011 011 012 012 013 013 20 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 var. %mensili
MESI 2007-2013
var %di periodo
Quanto sopra riferito assume chiarezza solare con gli andamenti delle variazioni tendenziali (mensili e di periodo) riportati nel Graf. 1 e che hanno disegnato una tendenza riflessiva dal 2007 al 2008 con caduta abissale nel 2009, per poi tentare una risalita nel 2011 cui è seguita -sostanzialmente- una costante discesa per il 2012 e per buona parte del 2013. Ed è appunto nell’ultimo trimestre di quest’ultimo anno che si osserva - come già rimarcato in precedenza - un confortante tentativo di risalita che sembra ben avviato a proseguire per il futuro. 3) Tendenze delle variazioni % di periodo della produzione industriale 2011-2013 (con base 2010) . Al fine di accertare se sia in atto un’inversione della tendenza negativa della produzione industriale, vista nel suo complesso e nei suoi comparti, si sono prese in considerazione come nei mesi scorsi le serie delle variazioni tendenziali di periodo riguardanti l’arco temporale 2011-2013 ma con l’unica base di riferimento fissata nel 2010.
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
Le serie di variazioni così calcolate sono state poi sottoposte ad ulteriore trattamento statistico volto ad individuarne la funzione interpolante utilizzando la quale si è potuto accertare il punto di svolta dei dati calcolati, cioè il mese a partire dal quale le variazioni tendono ad assumere valori migliori rispetto a quelli dei mesi precedenti. Nella seguente Tav. 5 vengono condensati i risultati ottenuti col trattamento sopra descritto, indicando il numero d’ordine del mese -a partire dal gennaio 2011- in cui si è accertato il cosiddetto punto di svolta. Come accennato poco più sopra, detti risultati provengono non soltanto dalle elaborazione delle serie di dati del mese di novembre ma anche di quelle di cinque altri mesi del 2013. Tav.5= Punti di svolta calcolati: n° d’ordine del mese dal gennaio 2011.
Risultati ottenuti con i dati rilevati nei mesi di : COMPARTI
gennaio
maggio
giugno
settembre
ottobre
novembre
beni intermedi
32
28
28
27
30
30
beni strumentali
33
31
31
36
36
36
beni cons. durevole
33
29
26
30
30
30
beni cons. non durev.
28
26
26
32
29
32
beni di consumo
30
26
26
31
33
30
energia
?
35
35
36
31
33
totale industria 32 31 30 34 35 34 N.B. Si tenga presente che nel primo trimestre del 2013 sono compresi i mesi dal 25 al 27; nel secondo trimestre 2013 sono compresi i mesi dal 28 al 30; nel terzo trimestre 2013 sono compresi i mesi dal 31 al 33; nel quarto trimestre 2013 sono compresi i mesi dal 34 al 36.
Se si scorrono i dati della Tav. 5 è agevole rilevare: - che in generale, il punto di svolta si verifica entro il 2013 per tutti i comparti; - che, tuttavia, i punti di svolta variano da comparto a comparto; - che nel mese di novembre i punti di svolta più anticipati risultano i beni intermedi, i beni di consumo durevole, l’aggregato dei beni di consumo (al mese 30); essi sono seguiti dai comparti dei beni di consumo non durevoli ( al mese 32) e dell’energia (al mese 33); a loro volta seguiti dai beni strumentali (36). Il totale della produzione industriale segnerebbe il punto di svolta nel mese 34, cioè nell’ultimo trimestre 2013; - che passando dai risultati della prima rilevazione alle successive, per alcuni comparti si nota un certo rallentamento nell’apparizione del punto di svolta, mentre per altri comparti si nota invece una certa accelerazione; - più precisamente, in media risulterebbero avere frenato: di 4 mesi, i beni di consumo non durevole; di 3 mesi, i beni strumentali; di 2 mesi, il totale della produzione; - inoltre, in media risulterebbero aver accelerato: di 3 mesi, i beni di consumo durevole; di 2 mesi, i beni intermedi e l’energia; - infine, in media risulterebbe essere rimasto costante il mese (30) del punto svolta per l’aggregato dei beni di consumo, sia pure dopo alterne vicende. 4) Previsioni della variazione % 2013/2012 della produzione industriale dei beni di consumo. Uno degli elementi di controllo delle stime previsive concernenti gli investimenti pubblicitari è costituito dalle analoghe stime previsive circa la produzione industriale dell’aggregato dei beni di consumo (durevole e non durevole). Ciò discende dalla stretta correlazione esistente fra gli andamenti delle due variabili, in forza della quale si deve sempre verificare una armonica relazione anche fra le due stime previsive. Ovviamente, ciò nel senso sia dell’armonia dei segni sia dell’armonia dei valori. La stima previsiva della variazione 2013/2012 concernente la produzione dell’aggregato dei beni di consumo si fonda, secondo consolidata tradizione, sul metodo delle proiezioni. Esso consiste nella ponderazione delle variazioni tendenziali di periodo con la distribuzione secondo mesi della produzione dei beni di consumo. Si fa inoltre presente come dette stime previsive vengano effettuate ogni mese trattando sempre con lo stesso metodo i dati mensili relativamente alla produzione industriale dell’aggregato dei beni di consumo. I risultati dei calcoli effettuati con detto metodo sono quelli rappresentati nella seguente Tav. 6 Si legge quindi nell’ultima casella dell’ultima colonna che la prevista variazione 2013/2012 della produzione industriale dell’aggregato dei beni di consumo è stimata nell’ordine del -2,0%. Inoltre, se si scorrono i dati dell’ultima colonna della Tav. 6 si nota come le stime previsive -dopo un confortante inizio d’anno- sono andate sempre più peggiorando, raggiungendo il valore più basso (-2,9%) nei mesi di giugno e luglio, dopo i quali le stime sono andate sempre più migliorando toccando così quel -2,0% sopra evidenziato. Si tratta di un valore che è molto prossimo a quello ricavato dall’estrapolazione delle variazioni % di periodo rilevate nei diversi mesi del 2013 e che è dell’ordine del -1,8%, come si evince agevolmente dalla seguente Tav. 7 e dal corrispondente Graf. 2 .
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013 Tav. 6 = Stime previsive 2013/2012 della produzione industriale dei beni di consumo (aggregato) differenze mesi delle previsioni
previsioni 2013
consuntivo 2012
indici
%
2013-2012
2013/2012
gennaio
1.128,9
1.129,0
-0,1
0,0
febbraio
1.125,3
1.129,0
-3,7
-0,3
marzo
1.109,9
1.129,0
-19,1
-1,7
aprile
1.097,1
1.129,0
-31,9
-2,8
maggio
1.099,0
1.129,0
-30,0
-2,7
giugno
1.096,6
1.129,0
-32,4
-2,9
luglio
1.096,5
1.129,0
-32,5
-2,9
agosto
1.100,2
1.129,0
-28,8
-2,6
settembre
1.101,6
1.129,0
-27,4
-2,4
ottobre
1.104,6
1.129,0
-24,4
-2,2
novembre
1.106,2
1.129,0
-22,8
-2,0
Tav. 7 = Variazioni % di periodo produzione beni di consumo 2013: dati rilevati e calcolati Variaz.% di periodo
mesi 2012
rilevate
calcolate
gen
1,1
1,5
feb
1,0
0,0
mar
-1,2
-1,1
apr
-2,4
-1,9
mag
-2,5
-2,4
giu
-2,6
-2,7
lug
-2,7
-2,8
ago
-2,7
-2,8
set
-2,7
-2,6
ott
-2,3
-2,4
nov
-2,1
dic
-2,1 -1,8
2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 -0,5 -1,0 -1,5 -2,0 -2,5 -3,0 -3,5
MESI 2013
di c
no v
ot t
se t
ag o
lu g
gi u
ap r m ag
m ar
y = -0,0063x3 + 0,2107x2 - 2,0497x + 3,3495 C.C.= 0,97
fe b
ge n
VARIAZIO
GRAF. 2 = VARIAZIONI %DI PERIODO PRODUZIONE INDUSTRIALE BENI CONSUMO:2013
rilevate Poli. (rilevate)
Inoltre va osservato che il calcolo riguardante la variazione già acquisita del rapporto 2013/2012 con i dati del periodo gennaio-novembre ha portato al valore del -2,0%, cioè uguale a quello previsto col metodo delle proiezioni.
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
In conclusione: si può lecitamente affermare che la produzione industriale dell’aggregato dei beni di consumo 2013 sarà inferiore a quella del 2012 di un’entità compresa fra il -1,8% e il -2,0% che - si noti bene – è decisamente inferiore al 4,5% della variazione effettivamente subita nell’anno precedente. Il che confermerebbe che - almeno per questo aggregato – il processo di caduta recessiva sia terminato cedendo il passo ad un processo di risalita, che sarà non breve e non facile e che richiederà molti mesi prima di tornare alle posizioni nel 2007, cioè a quelle detenute nell’anno precedente l’inizio della recessione. Tuttavia, correttezza vuole che si debba ricordare che anche il 2010 si presentava con tutte le stimmate della ripresa che invece non ebbe a realizzarsi, anche se il timore di una possibile ripetizione della chimera del 2010 sembra venire allontanato dai limiti temporali storicamente accertati circa la durata delle recessioni. In altre parole si vuol dire che dall’anno iniziale della recessione all’anno in cui si torna alla situazione di partenza, secondo la media storicamente accertata debbono passare circa nove anni, di cui due terzi in caduta ed un terzo in faticosa risalita. E poiché l’attuale recessione sembra aver compiuto la fase dei sei anni di caduta, si ritiene fondata l’attesa di una ripresa della durata di tre anni (2014-2016) per ritornare alle posizioni lasciate nel 2007. 5) L’andamento degli investimenti pubblicitari. Si tenga presente che a partire dal mese di marzo del corrente anno i dati sugli investimenti pubblicitari comprendono, oltre ai tradizionali media classici, anche quelli della TV Satellitare e di Internet. La considerazione delle due serie di dati inizia col 2008 poiché in detto anno è risultata disponibile l’intera coppia dei dati. La variazione mensile del totale investimenti pubblicitari nel mese di novembre è del -5,8%, e proprio perché è migliorata soltanto lievemente rispetto a quella del mese precedente (-5,9%), essa conferma il rallentamento che si è manifestato negli ultimi mesi. Sul rallentamento suddetto hanno giocato in modo particolare gli arretramenti della generalità dei media considerati, tuttavia con l’eccezione dei Quotidiani e dei Periodici (Tav. 8). L’unica variazione positiva riguarda Internet che presenta un modestissimo +0,2%. Tav.8 = Variazioni % mensili degli investimenti pubblicitari: novembre 2013/ novembre 2012. mesi nov. 13 nov.12 %(13/12)
Totale 580.648
TV 342.429
616.695
355.511
-5,8
-3,7
Radio 33.459 28.969 15,5
Quotidiani 58.430 67.493 -13,4
Periodici 50.684 65.356 -22,4
Affiss. 6.759 8.374 -19,3
Cinema 3.184 4.647 -31,5
TV Sat 45.425 46.128 -1,5
Internet 40.278 40.217 0,2
Nonostante la modestia del miglioramento delle variazioni % del mese di novembre, si registra un discreto miglioramento nel bilancio del periodo gennaio-novembre nei confronti dell’omologo bilancio 2012. Infatti, il totale degli investimenti del periodo del corrente anno indica un -12,6% che si contrappone al -13,3% dello stesso periodo dell’anno passato. A detto miglioramento hanno contribuito i miglioramenti della generalità dei media, fatta eccezione delle Affissioni e del Cinema che hanno rallentato più degli altri media (Tav. 9). Vi è inoltre da segnalare come navighino in acque negative anche TVSat e Internet, contrariamente a quanto rilevato nei periodi precedenti. Tav. 9= Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari: gen-nov. 2013/gen-nov. 2012 mesi
Totale
TV
Radio
Quotidiani
Periodici
Affiss.
Cinema
TV Sat
Internet
g - n 2013
5.348.769
3.209.011
306.612
580.171
454.712
81.886
21.485
314.422
g - n 2012
6.119.165
3.604.618
334.652
728.736
599.602
92.726
28.524
339.630
390.677
-7,4
-2,6
%(13/12)
-12,6
-11,0
-8,4
-20,4
-24,2
-11,7
-24,7
380.470
Nonostante l’attuale claudicante procedere degli investimenti pubblicitari si deve prendere atto come essi abbiano da qualche mese imboccato la strada delle ripresa che, tutto sommato, con deciso e svelto passo promette di mantenersi tale anche per i periodi futuri, tanto più che la produzione industriale dei beni di consumo si presenta con buone prospettive. Tuttavia va segnalato come resti molta strada da compiere per raggiungere le posizioni perdute a causa dello tsunami recessivo che ha trascinato nell’abisso buona parte degli investimenti pubblicitari. Infatti, come dimostra la Tav. 10 gli investimenti pubblicitari dal 2008 al 2013 hanno perduto per strada un terzo circa (-32,4%) della loro consistenza. Alla caduta in detta voragine hanno contribuito in maggior misura: Affissioni (-61,0%), Periodici (-59,9%), Cinema (52,2%), Quotidiani (-49,0%), senza peraltro dimenticare TV (-28,8%) e Radio (-24,9%). Gli unici media che si sono sottratti allo tsunami che ha investito i mass-media tradizionali, sono i nuovi media: Internet (+57,6%) e TVSat (+32,9%). Tav. 10 = Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari:gen-nov. 2013/gen-nov. 2008 mesi
Totale
TV
Radio
Quotidiani
Periodici
Affiss.
Cinema
TV Sat
Internet
g - n 2013
5.348.769
3.209.011
306.612
580.171
454.712
81.886
21.485
314.422
380.470
g - 0 2008
7.916.282
4.503.939
408.491
1.137.553
1.133.564
209.823
44.964
236.566
241.382
%(13/08)
-32,4
-28,8
-24,9
-49,0
-59,9
-61,0
-52,2
32,9
57,6
7
Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
Diviene ora interessante conoscere come si sia dilapidato il patrimonio degli investimenti pubblicitari negli anni della recessione. Nella Tav. 11 che segue sono indicate le variazioni % tendenziali registrate per gli anni 2008-2013 (per ovvie ragioni di spazio e di omogeneità dei dati non è stato considerato l’anno 2007, cioè l’anno che ha preceduto la recessione) Tav. 11 = Variazioni % mensili e di periodo degli investimenti pubblicitari: 2009-2013
Mesi gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
2008 var. % var. % mensili periodo 12,7 12,7 17,8 15,4 5,5 11,2 10,6 11,0 6,9 10,0 9,2 9,9 2,7 9,2 3,1 8,9 6,9 8,7 2,6 7,9 -3,1 6,6 -0,2 6,1
2009 var. % var. % mensili periodo -19,0 -19,0 -20,5 -19,8 -17,3 -18,8 -17,2 -18,4 -15,7 -17,8 -15,1 -17,3 -12,8 -16,9 -16,6 -16,9 -12,3 -16,4 -12,3 -15,9 -3,9 -14,7 -0,5 -13,6
2010 var. % var. % mensili periodo 4,5 4,5 7,7 6,2 9,2 7,4 5,2 6,8 4,3 6,2 18,0 8,1 13,6 8,6 4,7 8,4 3,3 7,8 4,5 7,4 8,7 7,5 4,7 7,3
2011 var. % var. % mensili periodo 0,4 0,4 -1,5 -0,7 -4,2 -2,1 1,1 -1,3 -3,1 -1,7 -16,1 -4,3 -7,3 -4,6 0,4 -4,3 6,5 -3,1 0,5 -2,6 -4,2 -2,8 -2,8 -2,8
2012 var. % var. % periodo mensili -3,8 -3,8 -3,9 -3,9 -7,9 -5,5 -9,8 -6,7 -13,7 -8,3 -7,4 -8,2 -16,0 -8,9 -17,2 -9,4 -21,4 -10,9 -20,5 -12,1 -22,7 -13,3 -16,9 -13,6
2013 var. % var. % periodo mensili -15,5 -15,5 -17,2 -16,4 -22,4 -18,8 -18,3 -18,7 -10,2 -16,8 -16,3 -16,7 -4,7 -15,7 -10,7 -15,4 -5,6 -14,4 -5,9 -13,3 -5,8 -12,6
La suddetta tavola mostra il progressivo logoramento degli investimenti pubblicitari già a partire dal 2008, cui sono seguiti nell’ordine: l’ecatombe del 2009, il tentativo di rimonta del 2010, la frana del 2011 che si è protratta ed ingigantita nel 2012 e, soprattutto, nel 2013. Ma in quest’ultimo anno si nota pure - a partire dall’aprile – un ridimensionamento progressivo delle contrazioni tanto da infondere confortanti speranze. La comprensione di quanto sopra viene agevolata dal seguente Graf. 3 e , in particolare, sul segmento finale dei due diagrammi (appunto dall’aprile 2013) si attira l’attenzione per rilevare il processo di risalita degli investimenti pubblicitari attualmente in corso e che sembra ben promettere per il futuro. Infatti, come chiaramente si legge nella Tav. 11 si passa dal -18,8% di aprile al -12,6% di novembre, il che corrisponde ad un recupero di oltre sei punti in otto mesi che fa ben sperare per i mesi successivi.
GRAF. 3 = VARIAZIONI %MENSILI E DI PERIODO INVESTIMENTI PUBBLICITARI:2009-2013 25,0 20,0
VARIAZION
15,0 10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0
MESI 2009-2013
lu g13
ge n13
lu g12
ge n12
lu g11
ge n11
lu g10
ge n10
lu g09
ge n09
-25,0
mensili periodo
6) Le stime previsive 2013/2012 degli investimenti pubblicitari. Si ritiene particolarmente utile premettere al calcolo delle stime previsive circa il rapporto 2013/2012 degli investimenti pubblicitari, un’analisi delle tendenze di detti investimenti; analisi mirata a svolgere una funzione propedeutica nonché di supporto e di giustificazione nei confronti, appunto, delle successive stime previsive. Si prende la mossa con l’esibizione del Graf. 4 in cui sono visualizzate le variazioni % tendenziali “mensili” degli investimenti pubblicitari relativamente al biennio 2012-2013. Risulta evidente la curva decisamente ascendente, la cui interpolante appare lanciata ad entrare rapidamente nel quadrante positivo, anche se il valore calcolato per il dicembre 2013 è soltanto del -1,5%, cioè ad un passo dall’entrata dell’ambito quadrante.
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
A questo punto si sente il dovere di ricordare come lo stesso tipo di grafico, aggiornato con dati dello scorso ottobre, annunciasse invece per il mese di dicembre l’entrata trionfale degli investimenti pubblicitari nel quadrante positivo con un +2,9%; traguardo che con i dati aggiornati a novembre viene invece rimandato a causa del rallentamento rilevato nell’andamento degli investimenti pubblicitari (peraltro consonante con quello della produzione dei beni di consumo). GRAF. 4 = VARIAZIONI %MENSILI INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2012-2013: DATI RILEVATI E CALCOLATI 0,0 y = -0,0025x3 + 0,2244x2 - 4,1122x + 2,531 C.C.= 0,86
VARIAZION
-5,0 -10,0 -15,0 -20,0
MESI 2012-2013
lu gl se io tt em br e no ve m br e
m ag gi o
m ar zo
lu gl io se tt em br e no ve m br e ge nn ai o
m ag gi o
m ar zo
ge nn ai o
-25,0
var. %rilevate Poli. (var. %rilevate)
Un’ulteriore analisi è quella che considera le variazioni % tendenziali di “periodo” riguardanti sempre l’arco di tempo 2012-2013, cui fa riferimento il sottostante Graf. 5. In esso risulta agevole leggere sia i dati rilevati sia quelli calcolati dalla funzione interpolante i cui parametri sono inseriti nello grafico stesso. Come appare in tutta evidenza, le curve dei dati rilevati e dei dati interpolati sono proiettate verso l’area positiva senza tuttavia varcarne il confine. Infatti, la curva dei dati interpolati si ferma al -9,3% del dicembre 2013; valore che potrebbe anche essere annoverato fra le stime previsive su cui ci si soffermerà espressamente poco più avanti.
GRAF. 5 = VARIAZIONI %DI PERIODO INVESTIMENTI PUBBLCITARI 2012-2013: DATI RILEVATI E CALCOLATI 0,0 -2,0 y = 0,0047x3 - 0,1132x2 - 0,2251x - 3,661 C.C. = 0,98
VARIAZION
-4,0 -6,0 -8,0 -10,0 -12,0 -14,0 -16,0 -18,0
MESI 2012-2013
lu gl se io tt em br e no ve m br e
m ag gi o
lu gl se io tt em br e no ve m br e ge nn ai o m ar zo
m ag gi o
ge nn ai o m ar zo
-20,0
rilevate Poli. (rilevate)
A questo punto si ricorda come l’analogo procedimento interpolatorio applicato ai dati aggiornati sino al precedente mese di ottobre avesse condotto ad accertare un -8,0%, mentre applicato ai dati aggiornati ai mesi precedenti aveva portato ad accertare un più promettente -7,5%. Il che starebbe a confermare nuovamente il rallentamento negli investimenti pubblicitari, pur sempre nella loro evidente dinamica ascendente. Inoltre si sente il dovere di segnalare come la “variazione % acquisita” (che si avrebbe se nell’ultimo mese 2013 si dovessero rilevare gli stessi investimenti dell’ultimo mese 2012) ammonterebbe al - 11,6%, lievemente maggiore di quella
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
registrata nel mese di ottobre (-11,0%) a sua volta maggiore di quella registrata nel mese precedente (-10,4%): il che riconferma l’avvenuto rallentamento degli investimenti pubblicitari. Svolte le premesse dianzi esposte, si entra ora nel merito delle stime previsive circa la variazione 2013/2012 degli investimenti pubblicitari. Dette stime sono state calcolate col metodo delle proiezioni, cioè col metodo (come ripetuto più volte nei rapporti precedenti) che tiene conto delle variazioni tendenziali di periodo opportunamente ponderate con la distribuzione secondo mesi degli investimenti. I risultati cui si è pervenuti sono quelli rappresentati nella seguente Tav. 12, in cui appaiono le stime previsive calcolate mensilmente sulla base dei corrispondenti dati disponibili. In particolare nella Tav. 12 si legge che la stima previsiva circa la variazione % 2013/2012 degli investimenti pubblicitari, calcolata sui dati aggiornati al novembre, è indicata con un -12,5% . Tav. 12 =Stime previsive investimenti pubblicitari 2013/2012 (metodo proiezioni)
mesi delle previsioni
previsioni 2013
consuntivo 2012
differenze indici
%
2013-2012
2013/2012
gennaio
5.874.715
6.669.194
-794.479
-11,9
febbraio
5.801.163
6.669.194
-868.031
-13,0
marzo
5.591.824
6.669.194
-1.077.370
-16,2
aprile
5.584.399
6.669.194
-1.084.795
-16,3
maggio
5.662.469
6.669.194
-1.006.725
-15,1
giugno
5.649.699
6.669.194
-1.019.495
-15,3
luglio
5.704.319
6.669.194
-964.875
-14,5
agosto
5.711.893
6.669.194
-957.301
-14,4
settembre
5.765.572
6.669.194
-903.622
-13,5
ottobre
5.807.721
6.669.194
-861.473
-12,9
novembre
5.833.141
6.669.194
-836.053
-12,5
Inoltre si può osservare come le stime previsive calcolate nel corso dell’anno abbiano seguito un andamento in contrazione da gennaio ad aprile (passando dal -11,9% al -16,3%) e, successivamente, abbiano seguito un andamento espansivo sino a novembre raggiungendo appunto il -12,5% che sembra promettere un ulteriore miglioramento per l’ultimo mese dell’anno corrente. Infine, si deve osservare come il -12,5% del novembre 2013 sia certamente migliore del -13,6% effettivamente rilevato con la variazione 2012/2011 degli investimenti pubblicitari. A questo punto si possono svolgere le seguenti considerazioni conclusive sulla stima previsiva della variazione 2013/2012 degli investimenti pubblicitari. Se da un lato si tiene conto della stima previsiva del -12,5% calcolata col metodo delle proiezioni; se dall’altro lato si tiene conto del -9,3% calcolato con la funzione che ha interpolato la serie delle variazioni % di periodo 2012-2013; se infine da un altro lato si tiene conto del -11,6% della variazione acquisita a novembre; al ricercatore risulterebbe burocraticamente comodo affermare che l’attesa variazione 2013/2012 degli investimenti pubblicitari dovrebbe cadere nell’intervallo compreso fra il -9,3% ed il - 12,5%. Ma il ricercatore ritiene che detta variazione potrebbe essere compresa fra il -11,6 % della variazione acquisita a novembre e il -9,3% calcolato con la funzione che ha interpolato le variazioni % di periodo. Ciò perché si deve anche tener conto che l’andamento degli investimenti pubblicitari è in confortante rimonta, ragion per cui detta stima previsiva dovrebbe quindi cadere nei pressi del -10,5%. Si tratta di un valore che, comunque, starebbe a confermare ancora una volta il rallentamento degli investimenti pubblicitari nei mesi recenti in quanto è peggiore di quelli stimati nei precedenti mesi. Inoltre occorre osservare come l’incertezza che grava sulle stime previsive sia dovuta anche all’anormale andamento degli investimenti pubblicitari (le cui stime previsive sono comprese fra il -9,3% e il -11,6%) rispetto alla produzione dei beni di consumo (le cui stime previsive sono comprese nel più limitato range fra il -1,8% ed il -2,0%), sul quale si tornerà più sotto. Infatti, il rapporto fra le variazioni % di periodo degli investimenti pubblicitari e quelle della produzione dei beni di consumo ha subito un drastico cambiamento nel passaggio dagli anni che terminano nel 2011 agli anni 2012 e 2013. Infatti, negli anni sino al 2011 detto rapporto viene descritto da una polinomiale di terzo grado di tipo ascendente, mentre negli anni 2012 e 2013 detto rapporto è descritto da una polinomiale di terzo grado di tipo discendente. Secondo la prima polinomiale risulterebbe - in termini grossolanamente semplificati - che ad ogni punto di variazione negativa dei beni di consumo corrisponde una variazione negativa di un punto e mezzo degli investimenti pubblicitari; mentre ad ogni punto di variazione positiva dei beni di consumo corrisponde una variazione positiva di mezzo punto degli investimenti pubblicitari. Il che si può constatare nel seguente Graf. 6 che abbraccia l’arco di tempo compreso fra il 2006 e il 2011.
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
GRAF. 6= VARIAZIONI %DI PERIODO PUBBLICITA' SECONDO VARAZIONI BENI CONSUMO:2006-2011 20,0
VARIAZIONI PUBBL
15,0 10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0
y = -0,0217x3 - 0,3098x2 + 1,2409x + 3,5275 C.C. = 0,88
-20,0 -25,0 -12,0
-10,0
-8,0
-6,0
-4,0
-2,0
0,0
2,0
4,0
VARIAZIONI BENI CONSUMO
6,0 8,0 pubbllicità Poli. (pubbllicità)
Con la seconda polinomiale -che abbraccia il biennio 2012-2013- l’andamento del rapporto fra variazioni dei beni di consumo e degli investimenti pubblicitari presenta (Graf. 7) un andamento opposto a quello precedente, poiché in campo negativo la curva scende (invece l’altra curva sale), mentre in campo positivo la curva sale (invece l’altra curva scende). Il comportamento della curva nel periodo 2012-13 si spiegherebbe: in parte con l’assottigliarsi delle risorse delle imprese dopo 5-6 anni di recessione, in parte col timore di un prolungato peggioramento della recessione, ed in parte con il dirottamento delle risorse dalla pubblicità alle promozioni ed alle riduzioni di prezzo perché giudicate di maggior efficacia almeno nel breve andare.
GRAF.7 = VARIAZIONI %DI PERIODO PUBBLICITA' SECONDO VAR. BENI CONSUMO:2012-2013 0,0
VARIAZIONI PUBBL
-2,0 y = 0,0945x3 + 0,9954x2 + 0,7567x - 17,909 C.C.= 0,77
-4,0 -6,0 -8,0 -10,0 -12,0 -14,0 -16,0 -18,0 -20,0 -6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
VARIAZIONI BENI CONSUMO
0,0
1,0
2,0 pubbllicità Poli. (pubbllicità)
Al fine di chiarire ed interpretare i concetti espressi poco sopra, si porta il seguente Graf. 8 che mostra come le variazioni degli investimenti pubblicitari siano andati sempre più peggiorando nei confronti dell’andamento delle variazioni della produzione dei beni di consumo. In particolare nel 2012-2013 si nota che, mentre le variazioni di periodo della produzione dei beni di consumo pur restando in territorio negativo tendono ad un miglioramento anche se lieve, le variazioni di periodo degli investimenti pubblicitari sono andate precipitando sino al marzo-aprile 2013, per poi intraprendere una fase di risalita in concomitanza con l’analoga fase di risalita della produzione dei beni di consumo.
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
Pertanto, le considerazioni sopra esposte consentirebbero di giustificare le difficoltà incontrate nella formulazione delle stime previsive 2013/2012 circa gli investimenti pubblicitari, difficoltà dovute all’anormale comportamento degli operatori pubblicitari. GRAF.8 = VARIAZIONI %DI PERIODO BENI CONSUMO & PUBBLICITA': 2012-2013 5,0
VARIAZION
0,0 -5,0 -10,0 -15,0
MESI 2012-2013
no v13
se t13
lu g13
m ar -1 3 m ag -1 3
ge n13
no v12
se t12
lu g12
m ar -1 2 m ag -1 2
ge n12
-20,0
beni consumo pubbllicità
7) LO SCENARIO ECONOMICO-CONGIUNTURALE: I DATI ISTAT - Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014 (novembre 2013) Nel 2014 si prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari al + 0,7% in termini reali, che seguirebbe alla contrazione del - 1,8% attesa per il 2013. Nel 2013 il prodotto beneficerebbe del solo contributo positivo della domanda estera netta (+1,1 punti percentuali). Nel 2014 la crescita del Pil sarebbe sostenuta sia dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,4%) sia dalla domanda estera netta (+0,2%). Anche la variazione delle scorte sosterrebbe la crescita seppur in misura contenuta (+0,1%). Nell’anno in corso la spesa delle famiglie segnerebbe una contrazione del -2,4%. Nonostante il permanere delle difficoltà sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali, nel 2014, la spesa dei consumatori è prevista crescere moderatamente (+0,2%). Per il 2013 è prevista una riduzione degli investimenti fissi lordi del -5,5%, mentre nel 2014 le prospettive di una leggera ripresa del ciclo produttivo determinerebbero un recupero dei tassi di accumulazione che tornerebbero su valori positivi (+2,2%). Il tasso di disoccupazione, in crescita sostenuta nella prima parte dell’anno, raggiungerebbe quota 12,1% nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell’economia (12,4%). Questo scenario di previsione è legato a ipotesi specifiche sull’evoluzione del quadro internazionale, delle condizioni di liquidità e di incertezza economica e politica. In caso di minore crescita mondiale il Pil nel 2014 registrerebbe un incremento più contenuto. Viceversa un miglioramento delle condizioni di liquidità e una riduzione dell’incertezza stimolerebbero un ulteriore incremento degli investimenti e una crescita del Pil più sostenuta. - Conto economico trimestrale delle A.P. (3° trimestre 2013) Nel terzo trimestre 2013 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (AP)1 in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari al 3,0%, risultando superiore di 1,6 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2012. Nei primi nove mesi del 2013 il rapporto tra indebitamento netto e Pil è stato pari al 3,7%, con un incremento di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Nel terzo trimestre 2013 il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,8%, inferiore di 1,6 punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2012. Il saldo corrente è stato negativo, con un’incidenza sul Pil dello 0,3% (+1,1% nel terzo trimestre del 2012). Nel terzo trimestre 2013, le uscite totali sono aumentate, in termini tendenziali, dell’1,2%. Le uscite correnti sono cresciute dell’1,0% (+1,1% al netto della spesa per interessi), quelle in conto capitale del 3,9%. Nei primi nove mesi del 2013 le uscite totali sono aumentate dello 0,9%; l’incidenza sul Pil è stata pari al 48,9% (48,0% nello stesso periodo del 2012).
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
Le entrate totali nel terzo trimestre del 2013, sono diminuite, in termini tendenziali, del 2,4%. La pressione fiscale è stata pari al 41,2%, inferiore di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Nei primi nove mesi del 2013, le entrate totali sono aumentate in termini tendenziali dello 0,2%, con un’incidenza sul Pil del 45,2% (44,7% nel corrispondente periodo del 2012). - Produzione industriale (novembre 2013) A novembre 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,3% rispetto a ottobre. Nella media del trimestre settembre-novembre l’indice ha registrato un aumento dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a novembre 2013, l’indice è aumentato in termini tendenziali del + 1,4% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di novembre 2012). Nella media dei primi undici mesi dell’anno la produzione è scesa del - 3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A novembre l’indice destagionalizzato registra una sola variazione negativa nel comparto dei beni di consumo (-1,1%). Aumentano invece i comparti dell’energia (+1,3%), dei beni intermedi e dei beni strumentali (entrambi +0,9%). Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a novembre 2013, un solo aumento tendenziale nel comparto dei beni intermedi (+5,1%). Segnano una flessione l’energia (-0,7%) e i beni di consumo (-0,2%), mentre i beni strumentali registrano una variazione nulla. COMPARTI Beni di consumo Durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia IN COMPLESSO
% (nov. 2013/ nov. 2012) -0,2
%(gen-nov. 2013/ gen-nov.2012) -2,1 -3,1 0,3
0,0 5,1 -0,7 1,4
-5,9 -1,5 -4,6 -2,0 -5,0 -3,1
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a novembre 2013 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,8%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+10,5%) e dei mezzi di trasporto (+10,3%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell’attività estrattiva (-10,2%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,7%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-4,0%). Comparti con variazioni % positive (gen-nov .2013/gen-nov. 2012). Produzione prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,8%); Fabbricazione di computer, di prodotti elettronici, ottici, apparecchi elettromedicali (+1,7%); Fabbricazione apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+0,7%). Comparti con variazioni % negative ma migliori del rapporto tendenziale: -3,1% (gen-nov.2013/gen.nov.2012): Attività manifatturiere (-2,9%); Metallurgia e fabbricazione prodotti in metallo (-2,8%); Industrie tessili, abbigliamento, pelli, accessori (-2,8%); Fabbricazione prodotti chimici (-2,0%); Industrie alimentari bevande e tabacco (-1,0%); Comparti con variazioni negative ma peggiori del rapporto tendenziale: -3,1 gen-nov.2013/gen-nov.2012): Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-11,8%); Attività estrattiva (-9,3%); Fabbricazione di macchinari e attrezzature (-5,4%); Industria del legno, della carta e stampa (-5,3%); Fabbricazione articoli di gomma e materia plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-5,1%); Altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione macchine ed attrezzature (-5,0%); Fornitura di energia elettrica, gas, vapore, aria (-3,9%); Fabbricazione mezzi di trasporto (-3,3%). - Produzione nelle costruzioni (novembre 2013) Nel mese di novembre 2013 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito, rispetto ad ottobre, del -2,6%. Nella media del trimestre settembre-novembre l’indice ha registrato una flessione del -3,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario a novembre 2013 è diminuito in termini tendenziali del -10,8% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di novembre 2012). Nella media dei primi undici mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è scesa del - 11,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A novembre 2013 l'indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 14,0% rispetto allo stesso mese del 2012. Nella media dei primi undici mesi dell’anno la produzione è diminuita dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. -Fatturato ed ordinativi dell’industria (novembre 2013). A novembre 2013 il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, aumenta del + 0,9% rispetto ad ottobre, registrando il medesimo incremento sia sul mercato interno sia su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo aumenta del +0,6% rispetto ai tre mesi precedenti (+1,7% per il fatturato estero e variazione nulla per quello interno). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di novembre 2012), il fatturato totale cresce in termini tendenziali del + 0,4%, con un calo del - 1,8% sul mercato interno ed un incremento del +4,8% su quello estero.
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per i beni strumentali (+3,0%), per i beni intermedi e per l’energia (+0,7% per entrambi), mentre i beni di consumo registrano una flessione (-0,4%). L’indice grezzo del fatturato cala, in termini tendenziali, del -2,7%: il contributo più ampio a tale flessione viene dalla componente interna dell’energia. Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella produzione di prodotti farmaceutici (+8,3%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,2%). Per gli ordinativi totali, si registra un incremento congiunturale del +2,3%, sintesi di un aumento del +4,1% degli ordinativi interni e una flessione dello -0,4% di quelli esteri.Nel confronto con il mese di novembre 2012, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del +3,0%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,5%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di prodotti chimici (-8,4%). Fatturato e ordinativi dell’industria (dati corretti effetti calendario, novembre 2013) %(ott.2013/nov.2012)
%(gen-nov. 2013/ gennov.2012)
Fatturato totale
0,4
-4,0
-interno
-1,8
-6,6
-estero
+4,8
+1,2
+3,0
-1,6
-interno
+5,5
-3,9
estero
-0,5
+1,9
Ordinativi grezzi)
totali
(dati
-Fatturato dell’industria secondo comparti (dati corretti effetto calendario) %(nov.2013/nov.2012)
%(gen-nov.2013/ gen-nov. 2012)
Beni di consumo
3,0
-0,9
- durevoli
+3,9
-1,6
-non durevoli
+2,9
-0,8
Beni strumentali
3,4
-3,1
Beni intermedi
0,5
-4,0
Energia
-16,0
-15,9
Totale
0,4
-4,0
Comparti
- Prezzi alla produzione dei prodotti industriali (novembre 2013). Nel mese di novembre 2013 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,8% nei confronti di novembre 2012. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno presentano variazioni negative dello 0,1% rispetto a ottobre e del - 2,3% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registrano flessioni dello 0,1% sul mese precedente e dello -0,3% in termini tendenziali. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero non presentano variazioni sul mese precedente (+0,2% per l’area euro e -0,1% per l’area non euro). In termini tendenziali si registra una diminuzione del - 0,4% (-0,6% per l’area euro e -0,3% per quella non euro). Variazione tendenziali degli indici dei prezzi secondo mercati Mercati TOTALE Mercato interno Mercato estero Area euro Area non euro
%(nov. 2013/ nov. 2012) -1,8 -2,3 -0,4 -0,6 -0,3
%(gen-nov.2013/ gen-nov.2012 -1,0 -1,2 -0,5 -0,9 -0,3
Riguardo ai contributi settoriali alla dinamica tendenziale dell’indice generale, per il mercato interno quello più rilevante deriva dal comparto energetico (-2,3 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi più ampi provengono dai beni intermedi per l’area euro (-0,5 punti percentuali) e dall’energia per quella non euro (-0,4 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva la diminuzione tendenziale più marcata dei prezzi è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-3,6% per il mercato interno e -5,3% per quello estero).
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013 Indici dei prezzi dei prodotti industriali secondo mercati e raggruppamenti merceologici
Raggruppamenti Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia Totale
MERCATO INTERNO %(nov. 2013/ nov. 2012) 0,5 0,2 0,5 0,2 -0,9 -6,6 -2,3
AREA NON EURO %(nov. 2013/ nov. 2012) 0,9 -2,3 1,8 0,2 -0,8 -7,6 -0,3
AREA EURO %(nov. 2013/ nov. 2012) 0,6 -0,7 1,0 -0,4 -1,1 -1,0 -0,6
- Commercio con l’estero (novembre 2013). Rispetto al mese precedente, a novembre 2013 si registra una diminuzione sia dell’export (-1,9%) sia dell’import (-2,2%). La diminuzione congiunturale delle esportazioni è sintesi del forte calo verso i paesi dell’area extra Ue (-5,1%), attenuato dal contenuto aumento delle vendite verso i paesi dell’area Ue (+0,8%). Alla diminuzione dell’import contribuisce in misura maggiore la riduzione degli acquisti dai paesi extra Ue (-3,9%). A novembre si registra una marcata flessione congiunturale sia all’export sia all’import di prodotti energetici (rispettivamente -8,1% e -5,3%). Anche al netto della componente energetica, tuttavia, il segnale congiunturale è negativo sia per l’export (-1,7%) sia per l’import (-1,5%). Nel trimestre settembre-novembre 2013, rispetto al trimestre precedente, si rileva una diminuzione sia delle importazioni (0,8%) sia, in misura più contenuta, delle esportazioni (-0,3%). La dinamica dell’export verso i paesi Ue risulta stazionaria. Rispetto allo stesso mese del 2012, a novembre 2013 si registra una rilevante diminuzione sia dell’import (-6,9%) sia dell’export (-3,4%) trainata dalla dinamica tendenziale dei flussi con i paesi extra Ue (-12,3% all’import e -6,7% all’export). A novembre 2013, i volumi scambiati sono in contrazione sia per l’import (-4,3%) sia per l’export (-3,6%). La dinamica tendenziale dei valori medi unitari è negativa per gli acquisti (-2,7%) e positiva per le vendite sui mercati esteri (+0,3%). A novembre 2013, il saldo commerciale è pari a +3,1 miliardi, in ampliamento rispetto a novembre 2012 (+2,0 miliardi). Al netto dell’energia, l’attivo è di +7,2 miliardi. Nei primi undici mesi dell’anno, l’avanzo commerciale raggiunge i +26,8 miliardi e, al netto dei prodotti energetici, è pari a quasi +77 miliardi. -Variazioni % tendenziali (dati grezzi) PAESI UE VOCI
EXPORT IMPORT SALDI (mil.€)
%(nov.2013/ nov.2012) -0,5 -2,7 712
PAESI EXTRA UE %(nov.2013/ nov.2012) -6,7 -12,3 2.379
TOTALE
PAESI UE
PAESI EXTRA UE
TOTALE
%(nov.2013/ nov.2012) -3,4 .6,9 3.091
%(gen-nov.2013/ gen-nov.2012) -1,9 -2,2 10.208
%(gen-nov.2013/ gen-nov.2012) 1,2 -10,3 16.585
%(gen-nov.2013/ gen-nov.2012) -0,5 -6,0 26.793
A novembre la diminuzione tendenziale dell’export è particolarmente accentuata verso Svizzera (-27,2%) e paesi ASEAN (-15,9%). Si segnala la crescita delle vendite di autoveicoli (+15,5%) e la dinamica positiva verso alcuni rilevanti partner commerciali quali Germania (+2,5%) e Stati Uniti (+2,3%). Le importazioni da paesi OPEC (-43,6%), Belgio (-19,8%) e Svizzera (-19,4%) e gli acquisti di petrolio greggio (-24,3%) e gas naturale (-19,3%) sono in forte contrazione. Variazioni % tendenziali secondo tipologia dei ben (dati grezzi).
COMPARTI Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia TOTALE Totale al netto dell’energia
EXPORT
IMPORT
%(nov.2013/ nov.2012) -1,2 -0,3 -1,4 -1,8 -8,2 -17,0 -4,3
SALDI (mil.€) %(nov.2013/ nov.2012) 2.331 1.126 1.205 4.132 769 -4.141 3.091
%(gen-nov.2013/ gen-nov.2012) 5,7 1,7 6,7 1,5 -4,3 -21,9 -0,5
%(gen-nov.2013/ gen-nov.2012) 0,4 -8,8 1,6 -3,2 -5,7 -16,2 -6,0
SALDI (mil.€) %(gen-nov.2013/ gen-nov.2012) 20.946 11.908 9.137 47.797 8.130 -50.080 26.872
-4,3
7.232
0,7
-3,0
76.872
EXPORT
IMPORT
%(nov.2013/ nov.2012) 1,8 -3,9 3,4 0,7 -7,8 -30,6 -3,4 -1,8
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
- Prezzi al consumo ( dicembre 2013) Nel mese di dicembre 2013, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del + 0,7% nei confronti di dicembre 2012 (lo stesso valore di novembre), confermando la stima provvisoria. A determinare la stabilità dell’inflazione sono, principalmente, l’accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi degli Alimentari non lavorati, l’ulteriore riduzione della flessione di quelli dei Beni energetici, il rallentamento della dinamica su base annua dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti. Il contributo inflazionistico dei primi due fattori (al netto dei quali l’“inflazione di fondo” scende al + 0,9%, dal + 1,2% di novembre) viene quindi compensato dal terzo. Anche al netto dei soli beni energetici, l’inflazione rallenta (+1,0%, da +1,1% di novembre). Il rialzo mensile dell’indice generale è in gran parte dovuto all’aumento dei prezzi dei Vegetali freschi (+13,2%) – su cui incidono fattori stagionali –, dei Beni energetici non regolamentati (+1,6%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), anch’essi influenzati da fattori di natura stagionale. Il tasso tendenziale di crescita dei prezzi dei beni sale allo 0,4%, dallo 0,2% di novembre, e quello dei prezzi dei servizi scende all’1,0% (era +1,2% nel mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di quattro decimi di punto percentuale rispetto a novembre. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,5% su base mensile e crescono dell’1,2% su base annua (in rialzo dal +0,8% di novembre). Il tasso di inflazione medio annuo per il 2013 è pari all’1,2%, in netta decelerazione rispetto al 3,0% del 2012. TASSI INFLAZIONE 2008-2013 5,0
TASS
4,0 3,0 2,0 1,0 0,0
ap rag 08 o0 di 8 c0 ap 8 r0 ag 9 o0 di 9 c0 ap 9 rag 10 o1 di 0 c1 ap 0 rag 11 o1 di 1 c1 ap 1 rag 12 o12 di c1 ap 2 rag 13 o1 di 3 c13
-1,0
MESI 2008-2012
Variazioni % degli indici dei prezzi uguali o superiori alla media (+0,7%) Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,7%); Istruzione (+1,3); Bevande alcoliche e tabacchi (+1,3%); Mobili, articoli e servizi per la casa (+1,2%). Ricreazione, spettacolo e cultura (+1,1%); Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1%); Trasporti (+0,8%); Abbigliamento e calzature (+0,7%); Variazioni % degli indici dei prezzi inferiori alla media (+0,7%) Servizi sanitari e spese per la salute (+0,5%); Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,5%); Abitazione, acqua, elettricità, e combustibili (+0,5%); Altri beni e servizi (+0,2%). Variazioni % negative degli indici dei prezzi : Comunicazioni (-9,7%) - Commercio al dettaglio (novembre 2013) A novembre 2013 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) ha segnato una variazione congiunturale nulla. Nella media del trimestre settembre-novembre 2013 l’indice registra una flessione dello -0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con ottobre 2013, le vendite di prodotti alimentari aumentano del + 0,2% cento, quelle di prodotti non alimentari diminuiscono del - 0,1%. Rispetto a novembre 2012, l’indice grezzo del totale delle vendite segna un incremento del + 0,1%, sintesi di un aumento del +1,5% registrato per le vendite di prodotti alimentari e di una flessione del -0,6% che ha riguardato le vendite di prodotti non alimentari. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di novembre 2012, una variazione positiva per la grande distribuzione (+2,6%) ed una diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (2,0%). Nel confronto con i primi undici mesi del 2012, nel periodo gennaio-novembre 2013 le vendite segnano una
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
diminuzione del -2,1%, sintesi di una flessione del -1,0% delle vendite di prodotti alimentari e di una flessione del -2,7% delle vendite di prodotti non alimentari. - Commercio al dettaglio a prezzi correnti per settore merceologico (dati grezzi). Forma distributiva ALIMENTARI Grande Distribuzione Piccola Distribuzione NON ALIMENTARI Grande Distribuzione Piccola Distribuzione TOTALE
%(nov.13/nov.12) 1,5 2,7 -2,2 -0,6 2,3 -1,9 0,1
%(gen-nov. 13/gen-nov.12) -1,8 -0,2 -3,1 -2,7 -1,6 -3,0 -2,1
Variazioni % di periodo peggiori della media (-2,1). Cartoleria, libri, giornali e riviste (-4,1%); Foto-ottica e pellicole, supporti magnetici, strumenti musicali (-3,4%); Mobili, articoli tessili, arredamento (-3,3%); Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-3,1%); Calzature, articoli di cuoio e da viaggio (-2,9%); Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-2,6%); Abbigliamento e pellicceria (-2,6%); Generi casalinghi durevoli e non durevoli (-2,3%); Prodotti farmaceutici (-2,6%); Altri prodotti (-2,9%). Variazioni % di periodo migliori della media (-2,1 ) Utensileria per la casa e ferramenta (-1,8%); Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (-1,4%). Prodotti di profumeria, cura della persona (-1,0%); - Occupati e disoccupati (novembre, 2013) . A novembre 2013 gli occupati sono 22 milioni 292 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente (-55 mila) e del 2,0% su base annua (-448 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,4%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 254 mila, aumenta dell’1,8% rispetto al mese precedente (+57 mila) e del 12,1% su base annua (+351 mila). La crescita tendenziale della disoccupazione è più forte per gli uomini (+17,2%) che per le donne (+6,1%). Il tasso di disoccupazione è pari al 12,7%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di +1,4 punti nei dodici mesi. I disoccupati tra i 15-24enni sono 659 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,0%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di 0,4 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 41,6%, in aumento di +0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di +4,0 punti nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente (-24 mila unità) mentre resta sostanzialmente invariato rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, stabile in termini congiunturali e in aumento di 0,1 punti percentuali su base annua.
TASSODISOCCUPAZIONE TOTALE E GIOVANILE (15-24 ANNI) :2007-2013
TASSI
45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0
20 07 /1 20 07 /7 20 08 /1 20 08 /7 20 09 /1 20 09 /7 20 10 /1 20 10 /7 20 11 /1 20 11 /7 20 12 /1 20 12 /7 20 13 /1 20 13 /7
5,0 0,0
MESI 2007-2013
Totale 15-24 anni
- Contrattti collettivi e retribuzione contrattuali (novembre 2013) Alla fine di novembre 2013 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 51,1% degli occupati dipendenti e corrispondono al 49,4,% del monte retributivo osservato. Alla fine di novembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 48,9% nel totale dell’economia e del 34,0% nel settore privato. L’attesa del rinnovo
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 31,2 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 17,6 mesi per quelli del settore privato. Nel mese di novembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta del + 1,3% nei confronti di novembre 2012. Complessivamente, nei primi 11 mesi del 2013 la retribuzione oraria media è cresciuta del + 1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale del + 1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a novembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (4,0%); agricoltura (3,3%); chimica e metalmeccanica (entrambi 2,3%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di novembre sono stati recepiti due accordi e nessuno è scaduto. Retribuzioni contrattuali :Variazioni % Retribuzioni Retribuzioni orarie Retribuzioni per dipendente
%(nov.2013/nov.2012) 1,3 1,4
%(gen-nov.-2013/ gen-nov.2012) 1,4 1,5
IL CLIMA DI FIDUCIA - Clima di fiducia delle imprese (novembre 2013) A dicembre 2013 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economicsentiment indicator, sale leggermente, passando a 83,6 da 83,4 di novembre. L’andamento dell'indice complessivo rispecchia un miglioramento significativo della fiducia tra le imprese del settore delle costruzioni, una crescita lieve per le imprese manifatturiere e dei servizi di mercato, mentre risulta stazionaria la fiducia delle imprese del commercio al dettaglio. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere aumenta lievemente, passando da 98,0 di novembre a 98,2, mentre i giudizi sugli ordini e le attese di produzione peggiorano (da -25 a -27 e da 5 a 4, rispettivamente); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -1 a -4. L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento dell’indicatore per i beni di consumo (da 97,6 a 98,9) e i beni intermedi (da 99,2 a 101,1) e un peggioramento per i beni strumentali (da 97,7 a 95,2). L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale da 80,4 di novembre a 82,6. I giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione migliorano (da -45 a -42 il saldo) mentre le attese sull’occupazione rimangono stabili (a -21). L’indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi sale leggermente a dicembre (da 80,5 di novembre a 80,6). Migliorano i giudizi ma non le attese sugli ordini (variano da -24 a -20 e da -10 a -11, i rispettivi saldi); in lieve peggioramento le attese sull’andamento dell’economia in generale (da -35 a -36). Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia si conferma sui valori di novembre (90,7). L’indice rimane stabile nella grande distribuzione (91,5) e peggiora in quella tradizionale (da 91,0 a 90,2). - La fiducia dei consumatori (dicembre 2013) A dicembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a 96,2 da 98,2 del mese di novembre. Migliorano i giudizi sulla componente economica, da 91,7 a 93,0, mentre peggiorano le valutazioni del quadro personale (da 101,1 a 97,3). L’ indicatore del clima corrente diminuisce da 99,2 a 95,0. Mentre per il clima futuro il dato risulta sostanzialmente stabile (da 97,3 a 97,4). I giudizi sulla situazione economica del Paese peggiorano: il saldo passa da -123 a -128, mentre per le attese si registra un miglioramento (da -23 a -18 il saldo). Diminuiscono le attese sulla disoccupazione il cui saldo passa da 74 a 67. I giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia peggiorano: i saldi variano rispettivamente da -60 a -67 e da 14 a -19. Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare diminuisce da -18 a -24. Le opinioni sull’opportunità attuale e sulle possibilità future di risparmio sono valutate in diminuzione: i rispettivi saldi passano da 140 a 132 e da -53 a -58. Le valutazioni sull’opportunità di acquisto di beni durevoli mostrano un peggioramento, con il saldo che passa a -91 da -82. Il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è in lieve aumento (da 32 a 33). Le valutazioni sull’evoluzione dei prezzi nei prossimi dodici mesi non ha subito modifiche rispetto al mese precedente (il saldo è pari a 11). A livello territoriale il clima di fiducia diminuisce nel Nord-ovest, nel Nord-est e al Centro, è stazionario nel Mezzogiorno.
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Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013
8) APPENDICE DI DOCUMENTAZIONE: indici della produzione dei beni di consumo e investimenti pubblicitari Tav. A = Indici mensili della produzione industriale dei beni di consumo: 2007-2013 mesi
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
gen
98,9
101,2
92,2
92,8
88,0
85,1
86,0
feb
109,0
109,5
99,4
98,8
97,6
91,1
91,9
mar
116,4
115,0
99,5
106,0
107,1
102,1
97,1
apr
100,8
103,8
90,0
92,9
97,7
89,0
83,6
mag
113,8
111,6
104,1
106,8
107,5
103,0
99,9
giu
108,9
113,6
102,6
107,4
103,8
98,3
95,1
lug
117,5
117,9
111,1
115,6
112,8
108,0
104,4
ago
71,1
68,2
65,2
67,4
70,2
67,7
66,5
set
116,1
111,3
106,0
109,0
102,9
103,6
100,7
ott
119,1
114,4
108,5
109,6
103,9
100,9
101,7
nov
115,5
111,6
107,8
105,5
102,8
98,0
97,8
dic
96,1
93,9
92,4
88,2
87,4
82,2
Tav. B = Indici cumulati della produzione industriale dei beni di consumo: 2007-2013 mesi
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
gen
98,9
101,2
92,2
92,8
88,0
85,1
86,0
feb
207,9
210,7
191,6
191,6
185,6
176,2
177,9
mar
324,3
325,7
291,1
297,6
292,7
278,3
275,0 358,6
apr
425,1
429,5
381,1
390,5
390,4
367,3
mag
538,9
541,1
485,2
497,3
497,9
470,3
458,5
giu
647,8
654,7
587,8
604,7
601,7
568,6
553,6
lug
765,3
772,6
698,9
720,3
714,5
676,6
658,0
ago
836,4
840,8
764,1
787,7
784,7
744,3
724,5
set
952,5
952,1
870,1
896,7
887,6
847,9
825,2
ott
1.071,6
1.066,5
978,6
1.006,3
991,5
948,8
926,6
nov
1.187,1
1.178,1
1.086,4
1.111,8
1.094,3
1.046,8
1.024,7
dic
1.283,2
1.272,0
1.178,8
1.200,0
1.181,7
1.129,0
2012
2013
Tav. C = Investimenti pubblicitari mensili (000 euro): 2008-2013 mesi
2008
2009
2010
2011
gen
599.663
486.008
507.643
509.457
490.017
414.272
feb
743.744
591.179
636.718
627.060
602.368
498.712
mar
911.535
753.429
822.466
788.315
726.097
563.550
apr
813.839
673.769
709.086
716.566
646.349
528.086
mag
950.442
801.414
835.559
809.612
698.714
627.591
giu
750.610
637.640
752.199
631.030
584.169
488.932
lug
457.976
399.352
453.721
420.558
353.381
336.599
ago
288.274
240.288
251.495
252.410
209.043
186.606
set
702.674
616.375
636.432
677.892
532.935
502.959
ott
900.265
789.820
825.596
829.917
659.397
620.814
nov
797.260
766.164
833.080
797.887
616.695
580.648
dic
654.090
650.539
680.963
661.591
550.029
19
Rapporto del 24 gennaio 2014, sui dati del novembre 2013 Tav. D = Investimenti pubblicitari cumulati (000 euro): 2008-2012 mesi
2008
2009
2010
2011
gen
599.663
486.008
507.643
509.457
2012 490.017
2013 414.272
feb
1.343.407
1.077.187
1.144.361
1.136.517
1.092.385
912.984
mar
2.254.942
1.830.616
1.966.827
1.924.832
1.818.482
1.476.534
apr
3.068.781
2.504.385
2.675.913
2.641.398
2.464.831
2.004.620
mag
4.019.223
3.305.799
3.511.472
3.451.010
3.163.545
2.632.211
giu
4.769.833
3.943.439
4.263.671
4.082.040
3.747.714
3.121.143
lug
5.227.809
4.342.791
4.717.392
4.502.598
4.101.095
3.457.742
ago
5.516.083
4.583.079
4.968.887
4.755.008
4.310.138
3.644.348
set
6.218.757
5.199.454
5.605.319
5.432.900
4.843.073
4.147.307
ott
7.119.022
5.989.274
6.430.915
6.262.817
5.502.470
4.768.121
nov
7.916.282
6.755.438
7.263.995
7.060.704
6.119.165
5.348.769
dic
8.570.372
7.405.977
7.944.958
7.722.295
6.669.194
==============================
20