Congiuntura e pubblicità. Gli investimenti pubblicitari 2013

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Sintesi del rapporto fondato sui dati dell’aprile 2013 Le pagine iniziali sono destinate al lettore frettoloso poiché riportano in estrema sintesi quanto dettagliatamente esposto nel completo rapporto delle pagine successive.

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L’andamento congiunturale, pur confermandosi a tinte fosche, presenta timide luci disseminate per l’intero scenario alimentando così la speranza d’una prossima confortante alba. Si vuole fare riferimento ad un congruo numero di variazioni sia di segno positivo sia di alleggerito segno negativo, dovute soprattutto ai rapporti con l’estero (specie con i paesi extra UE), come si potrà agevolmente evincere dalle puntualizzazioni che seguono. Nel primo trimestre 2013 il PIL è diminuito del -2,4% rispetto al primo trimestre del 2012. Tuttavia, poiché le accreditate previsioni ufficiali per l’intero anno corrente puntano ad una contrazione del -1,4% sembra lecito attendere per i restanti tre trimestri un consistente miglioramento del PIL tanto più che per il 2014 ne è prevista una moderata crescita del +0,7%. Anche nei paesi dell’area euro, nel primo trimestre 2013, il PIL è diminuito: in termini tendenziali mediamente del -1,1%. In particolare è sceso del - 0,3% in Germania e del -0,4% in Francia mentre è aumentato del +0,6% nel Regno Unito. Negli USA il PIL è aumentato del +1,8% mentre è rimasto invariato in Giappone. La produzione industriale ha subito nello scorso mese di aprile una contrazione tendenziale mensile del -4,6% che ha portato il bilancio del periodo gennaio-aprile al -4,4%, lievemente peggiore del bilancio del primo trimestre. Tutti i comparti industriali navigano sia pure in diversa misura in territorio negativo. Il fatturato dell’industria è anch’esso in contrazione: la variazione tendenziale di aprile risulta complessivamente del -4,1% (-8,5% per il mercato interno e +5,6% per il mercato estero); mentre la variazione quadrimestrale è del -6,3% (-9,1% per il mercato interno e -0,2% per il mercato estero). Gli ordinativi dell’industria in aprile segnano una contrazione tendenziale del -1,6% (-8,7% per il mercato interno e +9,7% per il mercato estero) che porta la variazione del periodo gennaio-aprile al -6,1% (-10,3% per il mercato interno e +8,3% per il mercato estero). Continua la debacle dell’industria delle costruzioni, le cui variazioni tendenziali mensili patiscono una contrazione del -10,2% (era del -20,9% a marzo) che porta la variazione tendenziale di periodo gennaio-aprile al -11,6% (era del -12,1% al primo trimestre). . Il commercio con l’estero presenta un doppio volto: positivo per le esportazioni (+4,4% per aprile e +0,5% per il periodo gennaio-aprile), negativo per le importazioni (-2,6% per il mese d’aprile e -6,3% per il periodo gennaio-aprile). E’ doveroso segnalare come i migliori risultati delle esportazioni siano dovuti ai mercati extra-UE L’andamento dei prezzi dei prodotti industriali in aprile si dimostra complessivamente cedente (-1,0%), mentre per il periodo gennaio-aprile si presenta stazionario (0,0%). Va comunque segnalato che anche a livello quadrimestrale i prezzi sono più cedenti nell’area euro (-0,8%) e meno cedenti nell’area non euro (-0,1%). La situazione delle vendite al dettaglio nel mese di aprile rispetto a quelle di marzo è rimasta sostanzialmente stabile, vuoi sotto il profilo delle variazioni tendenziali mensili che di periodo. Infatti, in aprile la variazione è del -2,9% (-4,5% per i prodotti alimentari e -1,9% per i prodotti non alimentari), mentre nell’arco gennaio-aprile la variazione è del -3,4% (-2,1% per gli alimentari e -4,2% per i non alimentari). In aprile il tasso di disoccupazione generale ha confermato il 12,0% di marzo, mentre il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 40,5% dal 38,4% di marzo. L’insistita contrazione della domanda (spiegata dalla mutilata attività produttiva e dalla conseguente disoccupazione nonché dalla pressione fiscale) ha inciso sulla debolezza del tasso d’inflazione a maggio confermatosi al +1,1%, di aprile (era al +1,9% in febbraio e al +1,6% in marzo).

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

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L’andamento degli investimenti pubblicitari, pesantemente sconvolto dalla prolungata recessione, nel mese di aprile registra una nuova ingente variazione tendenziale del -17,9% che, tuttavia, è segnatamente migliore del –22,3% del mese di marzo. Detto miglioramento si è esteso, ma in più modesta misura, anche alle variazioni tendenziali del periodo gennaio-aprile, poiché ha fatto registrare un -18,5% di poco migliore del -18,7% del periodo gennaio-marzo. Non può quindi meravigliare che la generalità dei “media” navighi anch’essa in pieno territorio negativo vuoi nel singolo mese di aprile vuoi nel periodo gennaio-aprile, tuttavia con l’unica eccezione di un +1,9% fruito dal canale Internet Vi è inoltre da segnalare come le rilevazioni sugli investimenti pubblicitari abbiano messo in luce un notevole cambiamento nelle politiche pubblicitarie da parte delle imprese. Infatti, sin dai primi mesi del 2012 la determinazione degli investimenti pubblicitari sembra essere passata da annuale a mensile inseguendo e moltiplicando a dismisura gli arretramenti della produzione industriale dei beni di consumo ( al -2,3% tendenziale nel 1° quadrimestre 2013). A ciò si deve aggiungere il dirottamento di una cospicua parte dei tradizionali budget pubblicitari a favore delle promozioni e del taglio-prezzi; strumenti evidentemente ritenuti di maggiore e di più immediata efficacia sulle vendite. Alla luce delle considerazioni più sopra svolte si può quindi ben comprendere come le stime previsive del rapporto 2013/2012 degli investimenti pubblicitari siano decisamente avviate verso un --26,4 %. (contro una stima previsiva del -1,6% per la produzione dei beni di consumo). Ciò anche se i sopracitati miglioramenti di aprile rispetto a marzo potrebbero annunciare l’abbrivo d’una auspicata risalita Si sente ora il dovere di osservare come la drastica riduzione degli investimenti pubblicitari, accompagnata da un incremento delle promozioni e del taglio prezzi, possa penalizzare pesantemente le quote di mercato dei prodotti di marca a favore di quelle delle private label; molto probabilmente anche per lunghi periodi dopo la fine della recessione. Infine si deve sottolineare come alla stessa drastica riduzione degli investimenti pubblicitari sia da ascrivere la pesante crisi che ha violentemente investito le imprese editoriali, le concessionarie di pubblicità, i centri media e le agenzie pubblicitarie. Per quanto concerne le prospettive future si deve segnalare che il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è in lieve aumento, così come quello delle imprese di costruzione e delle vendite al dettaglio. E’ in crescita significativa il clima di fiducia delle imprese dei servizi di mercato. Il clima di fiducia dei consumatori è invece in diminuzione in connessione ai timori circa il quadro economico del paese, della disoccupazione e delle opportunità familiari di risparmio, anche se migliorano lievemente i giudizi sul bilancio familiare probabilmente in relazione al sempre più contenuto tasso d’inflazione.

Le previsioni 2013 degli investimenti pubblicitari formulate da Autorevoli Fonti: Non sono apparse sulla stampa le consuete analitiche previsioni sugli investimenti pubblicitari a cura delle tradizionali Autorevoli Fonti. Tuttavia, si è venuti a conoscenza che il presidente dell’UPA ha affermato che le previsioni di una chiusura 2013 sul 2012 intorno al -5% sono verosimilmente ottimistiche, poiché non si esclude una contrazione a doppia cifra del mercato pubblicitario.

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CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Rapporto fondato sui dati dell’aprile 2013 1) Scopo del lavoro Il presente rapporto mensile persegue l’obiettivo di monitorare l’andamento degli investimenti pubblicitari e di formulare previsioni riferite all’anno solare corrente. Dette previsioni vengono aggiornate mensilmente parallelamente alle preziose rilevazioni di Nielsen Media Research. Per conseguenza i dati esposti in un dato rapporto mensile – come i calcoli su di essi fondati – possono divergere in qualche misura da quelli esposti nei rapporti dei mesi precedenti. Si ricorda che i dati e i calcoli statistici sugli investimenti pubblicitari vengono previamente inquadrati in una sintetica nota sullo scenario congiunturale; nota tratta – sostanzialmente - dai dati ufficiali dell’ISTAT. Detta nota persegue il fine sia di meglio interpretare l’andamento degli investimenti pubblicitari, sia di attribuire un ragionevole fondamento alle previsioni che li riguarda. I rapporti dei mesi e degli anni precedenti sono liberamente disponibili nella sezione “Modelli di Ricerca” del sito www.marketingclub-italy.it 2) Le variazioni tendenziali % mensili e di periodo della produzione industriale. Permane nel mese di aprile la debolezza della produzione industriale che subisce una contrazione del -4,6%, tuttavia inferiore a quella subita (-5,2%) nel mese precedente. Alla contrazione complessiva hanno attivamente contribuito tutti i comparti sia pure con pesi differenti (si veda la Tav. 1) che vanno dal – 8,8% dei beni di consumo durevole al -2,3% dei prodotti energetici. I rimanenti comparti contribuiscono con arretramenti che oscillano intorno al -5,0%. Tav. 1 = Variazioni % mensili indici produzione industriale: apr. 2013/apr.2012 annimesi apr. 2013 apr. 2012 2013/2012

beni intermedi

89,3 93,5 -4,5

beni strument.

96,5 101,0 -4,5

beni cons. durevoli

86,2 94,5 -8,8

beni cons. non durev.

83,4 88,0 -5,2

beni di consumo

83,8 89,0 -5,8

energia

83,5 85,5 -2,3

totale industria

89,0 93,3 -4,6

Le contrazioni del mese di aprile hanno appesantito, sia pure in contenuta misura, la situazione della produzione industriale complessiva realizzata nel primo quadrimestre portandosi complessivamente al -4,4% (contro il -4,2% del primo trimestre). Sono risultati in peggioramento (come si può vedere nella Tav. 2) anche i comparti dei beni di consumo durevole (-6,2%) e non durevole (-1,6%), mentre hanno beneficiato di un contenuto miglioramento i comparti dei beni intermedi (-4,9%) e dei beni strumentali (-6,8%) nonché quello dell’energia (-3,7%). Tav.2 = Variazioni % di periodo indici produzione industriale: gen-apr. 2013/gen-apr.2012 anni-mesi g -a- 2013 g -a 2012 2013/2012

beni intermedi

361,9 380,6 -4,9

beni strument.

375,9 403,4 -6,8

beni cons durevoli

333,6 355,6 -6,2

beni cons. non durev.

363,4 369,4 -1,6

beni consumo

358,8 367,3 -2,3

energia

372,2 386,4 -3,7

totale industria

366,5 383,3 -4,4

Si deve sempre tener presente che le contrazioni sopra esposte riguardano soltanto il rapporto tendenziale 2013/2012, ma per ben comprendere l’effettiva situazione in cui versa la produzione industriale si deve considerare il rapporto tendenziale fra il 2013 e il 2007, cioè con l’anno che ha preceduto l’inizio della recessione. Infatti, come messo in luce dalla Tav. 3, la produzione industriale si è complessivamente contratta di circa un quarto (-24,1%), quale risultante fra le più pesanti contrazioni dei beni di consumo durevole (-33,2%), dei beni intermedi (-32,2%) nonché dei beni strumentali (-24,4%), e le meno preoccupanti contrazioni dell’energia (-15,3%) e dei beni di consumo non durevole (-11,3%). Si tratta di una vera e propria falcidia che – non si dice una cosa nuova - ha messo in ginocchio il settore industriale, provocando a cascata una serie di effetti negativi sull’intero scenario economico. Tav.3 = Variazioni di periodo indici produzione industriale: gen-apr. 2013/gen-apr.2007 anni-mesi g -a 2013 g -a 2007 2013/2012

beni intermedi

361,9 534,1 -32,2

beni strument.

375,9 497,5 -24,4

beni cons durevoli

333,6 499,6 -33,2

beni cons. non durev.

363,4 409,7 -11,3

beni consumo

358,8 425,1 -15,6

energia

372,2 439,5 -15,3

totale industria

366,5 482,6 -24,1

Gli arretramenti subiti dal settore indicati nella Tav. 3 sono visualizzati nel Graf.1

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

GRAF. 1 = VARIAZIONI % DI PERIODO PRODUZIONE BENI CONSUMO: 2013 / 2007

totale industria energia

SETTOR

beni consumo beni cons. non durev. beni cons durevoli beni strument. beni intermedi

-35,0

-30,0

-25,0

-20,0

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

VARIAZIONI % 2013/2007

Nella Tav. 4 sono esposte le variazioni % mensili e di periodo della produzione industriale dei beni di consumo, con il fine di mettere in evidenza il percorso fatto nell’ultimo lustro da questo particolare settore della produzione industriale. Infatti, si tratta dell’aggregato dei beni di consumo durevole e non durevole cui è strettamente correlato l’andamento degli investimenti pubblicitari, oggetto primario del presente lavoro. Tav. 4 = Variazioni % tendenziali mensili e di periodo della produzione dei beni di consumo:2009-2013

mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2009 var. % var. % mensili periodo -8,9 -8,9 -9,2 -9,1 -13,5 -10,6 -13,3 -11,3 -6,7 -10,3 -9,7 -10,2 -5,8 -9,5 -4,4 -9,1 -4,8 -8,6 -5,2 -8,2 -3,4 -7,8 -1,6 -7,3

2010 var. % var. % mensili periodo 0,7 0,7 -0,6 0,0 6,5 2,2 3,2 2,5 2,6 2,5 4,7 2,9 4,1 3,1 3,4 3,1 2,8 3,1 1,0 2,8 -2,1 2,3 -4,5 1,8

2011 var. % var. % mensili periodo -5,2 -5,2 -1,2 -3,1 1,0 -1,6 5,2 0,0 0,7 0,1 -3,4 -0,5 -2,3 -0,8 4,0 -0,4 -5,6 -1,0 -5,2 -1,5 -2,6 -1,6 -0,9 -1,5

2012 var. % var. % mensili periodo -3,3 -3,3 -6,7 -5,1 -4,7 -4,9 -8,9 -5,9 -4,3 -5,6 -5,3 -5,5 -4,3 -5,3 -3,4 -5,2 0,6 -4,5 -2,9 -4,3 -4,7 -4,4 -5,9 -4,5

2013 var. % var. % mensili periodo 1,1 1,1 0,9 1,0 -4,9 -1,2 -5,8 -2,3

L’aggregato dei beni di consumo dopo aver fruito di un 2007 positivo, ha subito una contenuta flessione nel 2008 trasformatasi nel 2009 in una pesante caduta, alla quale ha reagito nel 2010 con un tentativo di risalita; tentativo poi abbandonato per lasciare il posto nel 2011 ad una serie di arretramenti di entità modesta, tramutati in pesanti contrazioni nel 2012. Il 2013 palesa invece un profilo enigmatico poiché nel primo bimestre presenta due incrementi sia pure modesti, mentre nel secondo bimestre presenta valori negativi decisamente sostenuti. Il profilo disegnato dagli andamenti descritti è agevolmente visibile dal Graf. 2 perché i diagrammi delle variazioni % mensili e di periodo evidenziano meglio di ogni dato statistico l’avvicendarsi delle diverse fasi recessive. Inoltre il Graf. 2 ha il pregio di rappresentare anche le vicende degli anni 2007e 2008 che, per mere ragioni di spazio, non hanno trovato ospitalità nella Tav. 4.

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GRAF. 2 =VARIAZIONI % MENSILI E DI PERIODO PRODUZIONE BENI CONSUMO: 2007 - 2013 10,0

VARIAZION

5,0 0,0 -5,0 -10,0

20 07 /1 20 07 /7 20 08 /1 20 08 /7 20 09 /1 20 09 /7 20 10 /1 20 10 /7 20 11 /1 20 11 /7 20 12 /1 20 12 /7 20 13 /1

-15,0

MESI 2007-2013

var. %mensili var %di periodo

3) Stime previsive 2013/2012 della produzione industriale dei beni di consumo. Si ricorda che le stime previsive circa il rapporto 2013/2012 della produzione industriale dei beni di consumo sono state effettuate, secondo consuetudine, col “metodo delle proiezioni” che tiene conto: sia delle variazioni tendenziali della produzione cumulata, sia degli scostamenti (dalla media dei cinque precedenti anni) della relativa distribuzione temporale. I risultati delle effettuate stime sono riportati nella seguente Tav.5. Tav. 5= Previsioni della produzione dei beni di consumo 2013/2012 .

mesi delle previsioni consuntivo previsioni 2013 2012 gennaio febbraio marzo aprile

1.128,8 1.125,2 1.109,8 1.110,7

1.128,8 1.128,8 1.128,8 1.128,8

differenze indici % 20132012 2013/2012 0,0 0,0 -3,6 -0,3 -19,0 -1,7 -18,1 -1,6

Le esposte stime previsive circa il rapporto 2013/2012 degli investimenti pubblicitari presentano, nel primo quadrimestre del presente anno, un andamento prevalentemente negativo che, dopo l’illusoria stima in pareggio del gennaio, si è incamminato di buon passo verso valori negativi che non possono che preoccupare indicando una stima previsiva del -1,6% secondo i dati acquisiti ad aprile. In altre parole si vuol dire che, dopo un’apparente situazione di stallo, la tendenza sembra volgersi verso traguardi negativi, contrariamente a quanto sembra verificarsi nelle economie di altri paesi dell’euro-zona. Tuttavia, grazie ad un timido tentativo di conforto, deve essere segnalato come l’attuale recessione avendo superato la metà della durata storica delle precedenti recessioni, dovrebbe nel breve andare manifestare segni di miglioramento, peraltro attesi anche per effetto delle precise attenzioni da parte governativa. Prudenza quindi esige che si debbano attendere le rilevazioni dei prossimi mesi per scorgere auspicati e sicuri segnali di miglioramento. Ad ogni buon conto, dai calcoli effettuati sui dati di fine aprile 2013 risulterebbe che la variazione % 2013/2012 già acquisita (cioè nel caso che nei restanti mesi le variazioni 2013/2012 dovessero risultare nulle) sarebbe pari al -0,8%. Sempre dagli effettuati calcoli effettuati sui dati di fine aprile 2013 le variazioni % mediamente attese per il 2° e il 3° quadrimestre dovrebbero essere pari al -1,3% (contro il -2,3% del 1° quadrimestre) al fine di chiudere il rapporto 2013/2012 secondo la stima previsiva suddetta del -1,6%. Il verificarsi di detta ipotesi potrebbe quindi essere lecitamente interpretato come l’avviamento d’una migliorata tendenza della produzione dei beni di consumo. 5) L’andamento degli investimenti pubblicitari. Si ricorda che a partire dal mese di marzo del corrente anno i dati sugli investimenti pubblicitari comprendono, oltre ai tradizionali media classici, anche quelli della TV Satellitare e di Internet. L’inserimento delle due serie di dati inizia col 2008, anno in cui l’intera coppia dei dati è risultata disponibile. Infine si fa presente come le differenze fra i risultati ottenuti dai calcoli comprendenti i soli media classici e i risultati dei calcoli comprendenti anche TVSat e

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Internet sono molto contenute. Va comunque segnalato come le risultanze dei calcoli comprensivi dei dati di TVSat e di Internet siano generalmente più positive delle risultanze dei calcoli comprensivi dei dati dei soli canali classici, proprio per le migliori tendenze dei due nuovi canali. . Anche nel mese di aprile gli investimenti pubblicitari presentano complessivamente una fortissima contrazione: infatti essa è pari al -17,9% cui hanno contribuito tutti i media sia pure in diversa misura (al proposito si legga la Tav. 6). Tuttavia va sottolineato come detta contrazione risulti decisamente inferiore a quella del mese di marzo (-22,3%). Altrettanto dicasi per le contrazioni subite dai singoli media generalmente risultati meno penalizzati che nel mese di marzo, fatta eccezione dei Periodici e delle Affissioni che invece sono più penalizzati. . Tav.6= Variazioni % mensili degli investimenti pubblicitari: aprile 2013/ aprile 2012. mesi apr-13 apr-12 %(13/12)

Totale 530.026 645.866 -17,9

TV 316.367 386.870 -18,2

Radio Quotidiani Periodici 28.915 50.796 55.834 32.353 64.447 74.526 -10,6 -21,2 -25,1

Affiss. 8.436 10.101 -16,5

Cinema 1.828 2.544 -28,1

TV Sat 31.088 38.113 -18,4

Internet 36.762 36.912 -0,4

Il miglioramento delle variazioni di aprile rispetto a marzo hanno ovviamente causato un miglioramento – anche se molto contenuto - nelle variazioni del periodo gennaio-aprile. Infatti la variazione complessiva è risultata del -18,5% contro quella del periodo gennaio-marzo che era del -18,7%. Il miglioramento ha toccato in varia misura anche la TV, la Radio, i Quotidiani, lasciando invariato il Cinema, mentre hanno peggiorato i Periodici, le Affissioni, la TVSat ed Internet (quest’ultimo rimasto ancora in area positiva). La situazione dei singoli media per il 1° quadrimestre del corrente anno viene descritta dai dati della Tav.7 . Tav. 7= Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari: gen-apr. 2013/gen-apr. 2012 mesi g. - a. 13 g. - a. 12 %(13/12)

Totale TV 2.006.897 1.221.870 2.463.126 1.506.129 -18,5 -18,9

Radio Quotidiani Periodici 102.001 216.450 172.816 120.955 291.636 224.429 -15,7 -25,8 -23,0

Affiss. 27.505 30.698 -10,4

Cinema 7.588 9.474 -19,9

TV Sat 121.081 144.801 -16,4

Internet 137.586 135.004 1,9

Le variazioni tendenziali sin qui esaminate, proprio perché costituiscono una mera analisi puntuale della situazione, al fine di essere più compiutamente interpretate devono essere incastonate nel più ampio quadro delle tendenze. Ed è appunto questo lo scopo della Tav. 8 e, a maggior ragione, del collegato Graf. 3. Gli investimenti pubblicitari dopo aver lasciato nel 2007 un tranquillo andamento espansivo, nel 2008 sono andati indebolendosi per poi nel 2009 precipitare. Vi è stato poi nel 2010 un timido tentativo di ripresa cui è seguita una ulteriore fase di arretramento proseguita per tutto il 2011, il 2012 e nel 2013. Tuttavia bisogna osservare che proprio nel mese di aprile del corrente anno la pesante contrazione sembra presentarsi con valori negativi di minor entità rispetto al mese precedente, quasi ad annunciare un certo qual tentativo di ripresa (fors’anche velleitario) che ovviamente richiede una conferma dai dati dei mesi successivi. . Tav. 8= Variazioni % mensili e di periodo degli investimenti pubblicitari: 2009-2013 2009 2010 2011 2012 2013 var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % mensili periodo mensili periodo mensili periodo mensili periodo mensili periodo gennaio -19,0 -19,0 4,5 4,5 0,4 0,4 -3,9 -3,9 -15,4 -15,4 febbraio -20,5 -19,8 7,7 6,2 -1,5 -0,7 -4,0 -3,9 -17,1 -16,3 marzo -17,3 -18,8 9,2 7,4 -4,2 -2,1 -8,0 -5,6 -22,3 -18,7 aprile -17,2 -18,4 5,2 6,8 1,1 -1,3 -9,9 -6,7 -17,9 -18,5 maggio -15,7 -17,8 4,3 6,2 -3,1 -1,7 -13,8 -8,4 giugno -15,1 -17,3 18,0 8,1 -16,1 -4,3 -7,5 -8,3 luglio -12,8 -16,9 13,6 8,6 -7,3 -4,6 -16,1 -9,0 agosto -16,6 -16,9 4,7 8,4 0,4 -4,3 -17,3 -9,4 settembre -12,3 -16,4 3,3 7,8 6,5 -3,1 -21,5 -10,9 ottobre -12,3 -15,9 4,5 7,4 0,5 -2,6 -20,6 -12,2 novembre -3,9 -14,7 8,7 7,5 -4,2 -2,8 -22,8 -13,4 dicembre -0,5 -13,6 4,7 7,3 -2,8 -2,8 -16,9 -13,7 Mesi

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Il deprimente quadro più sopra tratteggiato -che persiste da oltre un lustro- induce a comprendere non soltanto le difficoltà in cui versano i prodotti di marca (quote di mercato e livello dei prezzi) in quanto privati di una rilevante parte dell’indispensabile supporto pubblicitario, ma anche le ciclopiche difficoltà in cui versano le imprese editoriali, i concessionari di pubblicità, i centri media e le agenzie di pubblicità. Il Graf. 3 sotto esposto evidenzia meglio di qualsiasi descrizione verbale quanto esposto nella Tav. 8. GRAF. 3= VARIAZIONI % MENSILI E DI PERIODO INVESTIMENTI PUBBLICITARI: 2009 - 2013 25,0 20,0 15,0

VARIAZIO

10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0

ge n09 m ag -0 9 se t-0 9 ge n10 m ag -1 0 se t-1 0 ge n1 m 1 ag -1 1 se t-1 1 ge n1 m 2 ag -1 2 se t-1 2 ge n13

-25,0

mensili periodo

MESI 2009-2'013

Inoltre è doveroso sottolineare come dalle puntualizzazioni svolte dalle tavole precedenti non emerga in tutta la sua gravità il quadro completo della situazione in cui sono andati progressivamente precipitando gli investimenti pubblicitari; quadro che è invece fornito dalla Tav. 9 che mette in luce l’entità delle contrazioni subite complessivamente e secondo canali nell’arco di tempo compreso fra il primo quadrimestre 2008 e il primo quadrimestre 2013. Tav. 9= Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari: gen-apr. 2013/gen-apr. 2008 mesi g. - a. 13 g. -a. 08 %(13/08)

Totale TV 2.006.897 1.221.870 3.068.781 1.813.096 -34,6 -32,6

Radio Quotidiani Periodici 102.001 216.450 172.816 146.491 431.337 405.702 -30,4 -49,8 -57,4

Affiss. 27.505 75.949 -63,8

Cinema 7.588 17.929 -57,7

TV Sat 121.081 96.386 25,6

Internet 137.586 81.891 68,0

Infatti, la Tav. 9 mette in chiara luce come dal 2008 al 2013 gli investimenti pubblicitari nel loro complesso si siano ridotti di oltre un terzo (-34,6%), quale risultante: fra il regresso -da un lato- della TV (-32,6%), della Radio (-30,4%), dei Quotidiani (-49,8%), dei Periodici (-57,4%), del Cinema (-57,7%) nonché delle Affissioni (-63,4%) e -dall’altrol’espansione esplosiva sia di Internet (+68,0%) sia della TV Sat (+25,6%). Inoltre si deve far rilevare come il regresso del totale investimenti pubblicitari sarebbe risultato maggiore e, quindi più vicino al vero, se si fosse considerato il rapporto fra il primo quadrimestre 2013 e il primo quadrimestre del 2007 anziché del 2008 come invece si è stati costretti a calcolare per la indisponibilità per il 2007 dei dati della coppia TVSat e Internet. Inoltre sembra superfluo considerare che il regresso del totale degli investimenti pubblicitari sarebbe risultato maggiore di quello esibito se ci si fosse limitati a considerare i media classici, cioè senza il confortante e positivo apporto dei due nuovi media. Sia ora concesso far presente come la drastica riduzione degli investimenti pubblicitari sia molto probabilmente dovuta anche al dirottamento di parte dei medesimi verso strumenti alternativi di marketing, vale a dire il taglio-prezzi e le promozioni che, come noto, negli anni della recessione sono stati notevolmente usati poiché ritenuti più efficaci a stimolare immediatamente le vendite presso i consumatori. E’ una sorta di classica rivincita delle politiche di prezzo nei confronti delle politiche di marca. 6) La relazione funzionale fra produzione dei beni di consumo e investimenti pubblicitari. Le variazioni % mensili e di periodo degli investimenti pubblicitari si sono storicamente dimostrate in funzione delle corrispondenti variazioni % mensili e di periodo della produzione industriale dei beni di consumo. Nel passato (vale a dire sino al 2011) detta relazione funzionale è stata costantemente utilizzata anche per dimostrare la congruità fra le stime previsive della produzione dei beni di consumo e le stime previsive degli investimenti pubblicitari.

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Nel presente capitolo si evidenzierà come non sia più possibile fornire detta dimostrazione, perché gli investimenti pubblicitari nei tempi più recenti hanno seguito un andamento radicalmente scollegato dall’andamento della produzione dei beni di consumo. Il che ha come conseguenza pratica anche quella di non poter adottare il tradizionale metodo delle proiezioni seguito nel passato per formulare le stime previsive degli investimenti pubblicitari. Si osservino ora attentamente le serie delle variazioni % mensili e di periodo rispettivamente rappresentate nelle seguenti Tav. 10 e Tav. 11 e nei corrispondenti grafici. Tav. 10 = Variazioni % mensili produzione beni di consumo e investimenti pubblicitari: 2009-2013 2009

2010

2011

2012

2013

mesi

Beni consumo

Invest. pubbl.

Beni consumo

Invest. pubbl.

Beni consumo

Invest. pubbl.

Beni consumo

Invest. pubbl.

Beni consumo

Invest. pubbl.

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

-8,9 -9,2 -13,5 -13,3 -6,7 -9,7 -5,8 -4,4 -4,8 -5,2 -3,4 -1,6

-19,0 -20,5 -17,3 -17,2 -15,7 -15,1 -12,8 -16,6 -12,3 -12,3 -3,9 -0,5

0,7 -0,6 6,5 3,2 2,6 4,7 4,1 3,4 2,8 1,0 -2,1 -4,5

4,5 7,7 9,2 5,2 4,3 18,0 13,6 4,7 3,3 4,5 8,7 4,7

-5,2 -1,2 1,0 5,2 0,7 -3,4 -2,3 4,0 -5,6 -5,2 -2,6 -0,9

0,4 -1,5 -4,2 1,1 -3,1 -16,1 -7,3 0,4 6,5 0,5 -4,2 -2,8

-3,3 -6,7 -4,7 -8,9 -4,3 -5,3 -4,3 -3,4 0,6 -2,9 -4,7 -5,9

-3,9 -4,0 -8,0 -9,9 -13,8 -7,5 -16,1 -17,3 -21,5 -20,6 -22,8 -16,9

1,1 0,9 -4,9 -5,8

-15,4 -17,1 -22,3 -17,9

Tav. 11 = Variazioni % di periodo produzione beni consumo e investimenti pubblicitari: 2009-2013

mesi gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

2009 beni invest. consumo Pubblic. -8,9 -19,0 -9,1 -19,8 -10,6 -18,8 -11,3 -18,4 -10,3 -17,8 -10,2 -17,3 -9,5 -16,9 -9,1 -16,9 -8,6 -16,4 -8,2 -15,9 -7,8 -14,7 -7,3 -13,6

2010 beni invest. consumo Pubblic. 0,7 4,5 0,0 6,2 2,2 7,4 2,5 6,8 2,5 6,2 2,9 8,1 3,1 8,6 3,1 8,4 3,1 7,8 2,8 7,4 2,3 7,5 1,8 7,3

2011 beni invest. consumo Pubblic. -5,2 0,4 -3,1 -0,7 -1,6 -2,1 0,0 -1,3 0,1 -1,7 -0,5 -4,3 -0,8 -4,6 -0,4 -4,3 -1,0 -3,1 -1,5 -2,6 -1,6 -2,8 -1,5 -2,8

2012 beni invest. consumo Pubblic. -3,3 -3,9 -5,1 -3,9 -4,9 -5,6 -5,9 -6,7 -5,6 -8,4 -5,5 -8,3 -5,3 -9,0 -5,2 -9,4 -4,5 -10,9 -4,3 -12,2 -4,4 -13,4 -4,5 -13,7

2013 beni invest. consumo Pubblic. 1,1 -15,4 1,0 -16,3 -1,2 -18,7 -2,3 -18,5

Ad un’attenta osservazione non sfuggirà che gli andamenti delle variazioni % mensili e di periodo presentano – sia pur orientativamente - un tipo costante di rapporto fra loro all’incirca sino al dicembre 2011; mentre successivamente (specie dall’aprile 2012) detto rapporto viene a mancare come viene evidenziato dal Graf. 4 più sotto riportato. 7) Le stime previsive 2013/2012 degli investimenti pubblicitari. La validità ai fini previsivi del metodo delle proiezioni si fonda sulla costanza “sostanziale” delle variazioni tendenziali (soprattutto di periodo), in quanto effetto di una pianificazione annuale degli investimenti pubblicitari. Ma, come dimostrato dal Graf. 4, poiché alla pianificazione annuale si è sostituita di fatto una pianificazione sostanzialmente mensile, detto metodo ha perso la sua tradizionale pratica validità. Pertanto si è stati costretti a ricorrere alla semplice estrapolazione della funzione lineare interpolante rappresentata anche nel Graf. 4; e cioè Y = -1,002 * X - 2,380 avente un coefficiente di correlazione pari a 0,99.

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

GRAF. 4 = VARIAZIONI %DI PERIODOBENI CONSUMOEPUBBLICITA': 2012-2013 5,0

VARIAZ.

0,0

-5,0 y = -1,002x - 2.380 C.C.= 0,99

-10,0

-15,0

ge n12 fe b12 m ar -1 2 ap r1 m 2 ag -1 2 gi u12 lu g12 ag o12 se t12 ot t12 no v12 di c12 ge n13 fe b13 m ar -1 3 ap r13

-20,0

MESI 2012-2013

beni consumo invest. Pubblic.

Tav. 12 = Variazioni % di periodo 2012-2013: dati rilevati e calcolati. Mesi

Var. % rilevate

Var. % calcolate

gen-12 feb-12 mar-12 apr-12 mag-12 giu-12 lug-12 ago-12 set-12 ott-12 nov-12 dic-12

-3,9 -3,9 -5,6 -6,7 -8,4 -8,3 -9,0 -9,4 -10,9 -12,2 -13,4 -13,7

-3,4 -4,4 -5,4 -6,4 -7,4 -8,4 -9,4 -10,4 -11,4 -12,4 -13,4 -14,4

gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag- 13 giu- 13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13

-15,4 -16,3 -18,7 -18,5

-15,4 -16,4 -17,4 -18,4 -19,4 -20,4 -21,4 -22,4 -23,4 -24,4 -25,4 -26,4

Secondo i risultati dell’estrapolazione effettuata risulterebbe quindi che, se si dovesse mantenere in atto la tendenza rilevata per l’intero 2012 e per il primo quadrimestre 2013, gli investimenti pubblicitari a fine 2013 rispetto a quelli del 2012 si verrebbero a ridurre del - 26,4%. Tuttavia va osservato un particolare forse non trascurabile: la variazione % di periodo rilevata per il mese di aprile (vedi Tav. 11) è inferiore –sia pur di poco – a quella del mese precedente. Se detta differenza, alla luce delle rilevazioni dei mesi futuri, dovesse risultare una mera oscillazione accidentale allora la stima previsiva sopra citata

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

potrà essere confermata; mentre se detta differenza dovesse risultare sistematica (p.es. a causa del suo progressivo ampliamento) allora detta stima previsiva dovrà essere ricalcolata. Sarebbe comunque un buon segnale di miglioramento. Ad ogni buon conto va significato come la variazione % già acquisita al primo quadrimestre 2013 sull’omologo del 2012 sia risultata nella misura del -6,8%; cioè nel caso dovessero risultare nulle tutte le variazioni degli investimenti pubblicitari nei restanti mesi del corrente anno. Nell’ipotetico caso che il rapporto finale 2013/2012 degli investimenti pubblicitari dovesse scendere al -16,1% (valore indicato da un’inutile e cocciuta applicazione del metodo delle proiezioni), nei restanti quadrimestri dell’anno corrente gli investimenti pubblicitari dovrebbero presentare una contrazione media del -14,7% rispetto agli stessi mesi del 2012, ovviamente inferiore alla variazione tendenziale -18,5% del primo quadrimestre 7) LO SCENARIO ECONOMICO-CONGIUNTURALE: I DATI ISTAT - Conti economici trimestrali. Nel primo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito del 0,6% rispetto al trimestre precedente e del -2,4% nei confronti del primo trimestre del 2012. La stima preliminare diffusa il 15 maggio 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale del - 0,5% e un calo tendenziale del 2,3%. Il primo trimestre del 2013 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2012. La variazione acquisita del PIL per il 2013 è pari a 1,6%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda sono diminuiti. Con riferimento alla domanda interna, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti, rispettivamente, del -0,3% e del -3,3%, mentre le esportazioni hanno subito un calo del -1,9%. Le importazioni hanno registrato una flessione pari al -1,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto -0,9 punti percentuali alla variazione del PIL, con contributi di -0,3 punti dei consumi delle famiglie e di -0,6 degli investimenti fissi lordi; l’apporto della spesa della Pubblica Amministrazione (PA) è stato nullo. Il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,1 punti percentuali, mentre le scorte hanno fornito un apporto positivo di 0,3 punti percentuali. Il valore aggiunto ha registrato variazioni congiunturali negative del -3,6% nelle costruzioni, del - 0,7% nell’industria in senso stretto e del - 0,4% nei servizi, mentre è aumentato del +4,7% nell’agricoltura. In termini tendenziali, è diminuito del -6,9% nelle costruzioni, del -3,2% nell’industria in senso stretto e del -1,4% nei servizi e ha segnato un incremento del + 0,1% nell’agricoltura. Nel primo trimestre, il PIL è aumentato in termini congiunturali del +0,9% in Giappone, del + 0,6% negli Stati Uniti, del +0,3% nel Regno Unito e dello 0,1% in Germania, mentre è diminuito del - 0,2% in Francia. In termini tendenziali, è aumentato del +1,8% negli Stati Uniti e del + 0,6% nel Regno Unito, è rimasto invariato in Giappone, mentre è sceso del - 0,3% in Germania e del - 0,4% in Francia. Nel complesso, il PIL dei paesi dell’area Euro è diminuito del - 0,2% rispetto al trimestre precedente e del -1,1% nel confronto con lo stesso trimestre del 2012. - Le prospettive per l’economia italiana nel 2013- 2014 (maggio 2013). Nel 2013 si prevede una riduzione del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari al - 1,4% in termini reali, mentre per il 2014, il recupero dell’attività economica, trainato prevalentemente dalla domanda interna, determinerebbe una moderata crescita del + 0,7%. La domanda estera netta è la principale fonte di sostegno alla crescita economica nelle previsioni per il 2013 (+1,1 punti percentuali). Il contributo della domanda interna al netto delle scorte sarebbe invece negativo nel 2013 (-2,0 punti percentuali) e tornerebbe positivo nel 2014 (+0,7 punti percentuali) stimolando la crescita del Pil . La spesa delle famiglie è prevista in contrazione del -1,6% nel 2013 per effetto della diminuzione del reddito disponibile, con un moderato aumento del + 0,4% nel 2014. Gli investimenti fissi lordi diminuirebbero del -3,5% nel 2013, per effetto di una riduzione congiunta della spesa da parte sia delle imprese sia delle amministrazioni pubbliche. Nel 2014, le prospettive di una evoluzione positiva del ciclo economico e il graduale miglioramento delle condizioni di accesso al credito porterebbero a una ripresa del processo di accumulazione (+2,9%). Nel 2013 il mercato del lavoro continuerebbe a manifestare segnali di debolezza con un rilevante incremento del tasso di disoccupazione all’11,9% (+1,2 punti percentuali rispetto al 2012). Nel 2014 il tasso di disoccupazione continuerebbe a crescere fino a raggiungere il 12,3% a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro è previsto rispondere alla lenta ripresa dell’economia. Il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche verso i creditori privati può avere moderati effetti espansivi nel 2014. In particolare, l’immissione di liquidità nel sistema economico, potrebbe sostenere consumi e investimenti privati, contribuendo a migliorare le aspettative di famiglie e imprese sulle loro condizioni economiche. - Produzione industriale (aprile 2013) In aprile 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito del -0,3% rispetto a marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile l’indice ha registrato una flessione del - 1,0% rispetto al trimestre precedente.

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Corretto per gli effetti di calendario, in aprile 2013 l’indice è diminuito in termini tendenziali del -4,6% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di aprile 2012). Nella media del periodo la produzione è scesa del -4,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, ad aprile 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo i beni di consumo (-5,8%) e, in misura minore, i beni strumentali e i beni intermedi (nella misura del-4,5% per entrambi). Segna un calo più contenuto l’energia (-2,3%). Nel confronto tendenziale, ad aprile 2013 i settori in crescita sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+10,0%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,6%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,4%). Il settore che, in termini tendenziali, registra in aprile la più ampia variazione negativa è quello dell'attività estrattiva (-14,8%). COMPARTI Beni di consumo Durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia IN COMPLESSO

% (apr. 2013/ apr.2012) -5,8 -8,8 -5,2 -4,5 -4,5 -2,3 -4,6

%(gen-apr. 2013/gen-apr.2012) -2,3 -6,2 -1,6 -6,8 -4,9 -3,6 -4,4

Comparti con variazioni % positive (gen-mar.2013/gen-mar.2012). Fabbricazione di computer, di prodotti elettronici, ottici, apparecchi elettromedicali (+3,4%); Produzione prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,1%); Fabbricazione apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,5%); Comparti con variazioni % negative ma migliori del rapporto tendenziale: -4,3% (gen-mar.2013/gen-mar.2012): Fabbricazione prodotti chimici (-3,3%); Industrie tessili, abbigliamento, pelli, accessori (-3,0%); Fornitura di energia elettrica, gas, vapore, aria (-2,7%); Industrie alimentari bevande e tabacco (-1,0%). Comparti con variazioni negative ma peggiori del rapporto tendenziale: -4,3(gen-mar.2013/gen-mar.2012): Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-12,9%); Attività estrattiva (-11,6%); Fabbricazione mezzi di trasporto (10,2%); Fabbricazione articoli di gomma e materia plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-8,4%); Altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione macchine ed attrezzature (-7,2%); Fabbricazione di macchinari e attrezzature (-6,8%); Metallurgia e fabbricazione prodotti in metallo (-6,7%); Industria del legno, della carta e stampa (-5,2%); Attività manifatturiere (-4,5%). - Produzione nelle costruzioni (aprile 2013) Nel mese di aprile 2013 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato, rispetto a marzo 2013, del -5,5%. Nella media del trimestre febbraio-aprile l’indice ha registrato una flessione del -6,6% rispetto al trimestre precedente. L’indice corretto per gli effetti di calendario ad aprile 2013 è diminuito in termini tendenziali del -10,2% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di aprile 2012). Nella media dei primi quattro mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è scesa del -11,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ad aprile 2013 l'indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del -7,0% rispetto allo stesso mese del 2012. Nella media dei primi quattro mesi dell’anno la produzione è diminuita del -11,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. - Fatturato e ordinativi dell’industria (aprile 2013) L’indice grezzo del fatturato in aprile scende, in termini tendenziali, del -4,1%: quale risultante del -8,5% del mercato interno e del +5,6% del mercato estero. Il primo quadrimestre 2013 segna, rispetto all’omologo quadrimestre del 2012, una contrazione del -6,3% proveniente dal -9,1% del mercato interno e del -0,2% del mercato estero. Nel confronto con il mese di aprile 2012, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del -1,6%, che risulta dal -8,7% del mercato interno e dal +9,7% del mercato estero. La variazione tendenziale degli ordinativi nel primo quadrimestre del corrente anno è del -6,1%, dovuto al -10,3% del mercato interno e al +8,3% del mercato estero.

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Fatturato (corretto per gli effetti di calendario) e ordinativi dell’industria (dati grezzi) Items Fatturato totale Interno Estero Ordinativi totali Interni Esteri

% (apr. 2013/ apr.2012) -4,1 -8,5 5,6 -1,6 -8,7 9,7

%(gen-apr.2013/ gen-apr. 2012 -6,3 -9,1 -0,2 -6,1 -10,3 0,3

Variazioni del fatturato peggiori della media di aprile 2013 (-7,2% dati grezzi); Fabbricazione mezzi di trasporto (-29,7%); Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-12,6%); Metallurgia e fabbricazione prodotti i metallo (-9,0%); Variazioni del fatturato migliori della media di aprile 2012 (-7,2% dati grezzi): Fabbricazione di macchinari e attrezzature (-7,0%);Industria del legno, della carta e stampa (-5.3%); Fabbricazione apparecchiature elettriche (3,9%): Fabbricazione di computer, elettronica, ottica, elettromedicali (-3,1%); Fabbricazione articoli gomma e plastica (-2,2%). Fabbricazione prodotti chimici ( -1,5%) Industrie alimentari, bevande, tabacco (-0,7%); Altre Industrie (-6,6); Attività manifatturiere (-7,1%). Variazioni positive del fatturato di aprile 2012 (dati grezzi): Attività estrattive (+6,9%); farmaceutici di base (+5,4%); Industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+1,7%);

Produzione di prodotti

Variazioni degli ordinativi peggiori della media di aprile 2013 (-1,6%): Fabbricazione mezzi di trasporto (-14,2%); Metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-10,2%). Variazioni degli ordinativi migliori della media di aprile 2013 (-1,6%):; Fabbricazione prodotti chimici (-0.7%); Industria legno, della carta e stampa (-0,6%). Variazioni % positive degli ordinativi di aprile 2013: Industrie Tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+8,1%); Produzione di prodotti farmaceutici (+8,1%). Fabbricazione di macchinari e attrezzature (+6,6%); Fabbricazione apparecchiature elettriche (+6,4%); Fabbricazione di computer, prodotti elettronica, ecc (+6,0%); Fatturato dell’industria per raggruppamenti principali di industrie (dati corretti per effetti di calendario) . Comparti Beni consumo Durevoli Non durevoli Beni strumentali Beni Intermedi Energia IN COMPLESSO

% (apr. 2013/ apr.2012) -0,1 -3,2 0,3 -16,4 -3,8 -12.4 -7,2

%(gen-apr.2013/ gen-apr. 2012 -1.8 -4,0 -1,6 -9,0 -5,5 -14,1 -6,3

- Fatturato dei servizi (1° trimestre 2013) Nel primo trimestre del 2013 l’indice del fatturato dei servizi registra una diminuzione del -5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’indice del fatturato diminuisce su base tendenziale in tutti i settori; in particolare: commercio all'ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-6,3%), servizi di informazione e comunicazione (-6,2%), servizi di alloggio e di ristorazione (-4,5%) e servizi di trasporto e magazzinaggio (-0,5%). Nel primo trimestre del 2013 gli indici destagionalizzati del fatturato segnano una variazione congiunturale positiva per i servizi postali e attività di corriere (+0,4%) e il trasporto marittimo (+0,2%). Variazioni negative si registrano per tutti gli altri settori: manutenzione e riparazione di autoveicoli (-3,6%), trasporto aereo (-2,3%), commercio all’ingrosso (-2,2%), servizi di informazione e comunicazione (-1,8%). - Prezzi alla produzione dei prodotti industriali (aprile 2013). Nel mese di aprile 2013 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce del - 0,4% rispetto al mese precedente e del -1,0% rispetto ad aprile 2012. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno presentano variazioni negative del -0,5% rispetto a marzo e del -1,1% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registra una diminuzione del - 0,1% sul mese precedente e un incremento tendenziale del +0,2%. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una variazione negativa del -0,1% sul mese precedente (-0,1% per l’area euro e stazionarietà per l’area non euro). In termini tendenziali si registra una diminuzione del - 0,8% (1,2% per l’area euro e -0,5% per quella non euro).

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Variazione tendenziali degli indici dei prezzi secondo mercati %(genapr.2013/genapr.2012

%(apr. 2013/ apr. 2012)

Mercati

TOTALE -1,0 0,0 -1,1 0,0 Mercato interno -0,8 -0,3 Mercato estero -1,2 -0,8 Area euro -0,5 -0,1 Area non euro In termini di contributi settoriali alla dinamica tendenziale il più rilevante, con riferimento al mercato interno, risulta quello del comparto energetico, pari a -1,5 punti percentuali. Sul mercato estero i contributi maggiori derivano dai beni intermedi per l’area euro (-0,7 punti percentuali) e dall’energia per quella non euro (-0,8 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva la diminuzione tendenziale dei prezzi più marcata è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con diminuzioni del -7,0% per il mercato interno e del -12,1% per il mercato estero. Indici dei prezzi dei prodotti industriali secondo mercati e raggruppamenti merceologici Raggruppamenti

MERCATO INTERNO %(apr. 2013/ apr. 2012)

%(apr. 2013/ apr. 2012)

1,5

0,1

Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia Totale

AREA EURO

0,7

0,2 1,8 0,4 -0,4 -4,5 -1,1

AREA NON EURO %(apr. 2013/ apr. 2012)

-2,3 1,2 -0,9 -1,7 -7,8 -1,2

-2,0 1,6 0,5 -0,2 -13,8 -0,5

- Commercio con l’estero (aprile 2013). Rispetto al mese precedente, ad aprile 2013 si registra una diminuzione per l’import (-0,9%) e un andamento stazionario per l’export (+0,0%). La stabilità delle esportazioni è la sintesi di un aumento delle vendite verso i paesi Ue (+0,5%) e di una diminuzione verso i paesi extra Ue (-0,7%). I beni di consumo non durevoli sono l’unica tipologia di beni in crescita (+2,2%). La diminuzione congiunturale dell’import è più accentuata per gli acquisti dai paesi Ue (-1,4%) rispetto ai mercati extra Ue (-0,3%). In forte flessione risultano gli acquisti di beni strumentali (-6,3%). Rispetto allo stesso mese del 2012, si registra un aumento nelle esportazioni (+4,4%), dovuto ad una crescita nella misura del + 3,1% verso l’area Ue e del +6,1% verso l’area extra-Ue. La flessione delle importazioni (-2,6%) è la sintesi di un’accentuata diminuzione dai paesi extra Ue (-10,3%) e di un aumento dai paesi Ue (+4,5%). Ad aprile 2013 il saldo commerciale è positivo (+1,9 miliardi), in forte miglioramento rispetto al 2012 (-0,3 miliardi). L’avanzo commerciale è il risultato di un surplus sia con i paesi extra Ue (+1,5 miliardi) sia con quelli Ue (+0,4 miliardi). Al netto dell’energia, il saldo mensile è attivo per 6,5 miliardi. -Variazioni % tendenziali (dati grezzi) TOTALE

PAESI UE

PAESI EXTRA UE

TOTALE

%(apr.2013/ apr.2012)

PAESI EXTRA UE %(apr.2013/ apr.2012)

%(apr.2013/ apr.2012)

%(gen-apr.2013/ gen-apr.2012)

%(gen-apr.2013/ gen-apr.2012)

%(gen-apr.2013/ gen-apr.2012)

3,1 4,5 441

6,1 -10,3 1.466

4,4 -2,6 2.521

-3,2 -2,2 2.105

5,3 -10,8 2.521

0,5 -6,3 4.626

PAESI UE

VOCI EXPORT IMPORT SALDI (mil.€)

Ad aprile l’aumento tendenziale dell’export è particolarmente accentuato verso Belgio (+30,2%), paesi MERCOSUR (+21,9%) e paesi ASEAN (+19,1%). Rilevante è l’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+29,2%), di articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+13,4%) e di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+12,6%). Sono in forte diminuzione le importazioni da paesi OPEC (-34,0%), Stati Uniti (-16,0%), e Svizzera (-7,9%). In forte contrazione gli acquisti di prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, esclusi petrolio e gas (-31,9%), gas naturale (-26,4%) e prodotti petroliferi raffinati (-12,2%). L’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso il Belgio, metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, verso i paesi OPEC e gli Stati Uniti spiegano quasi un terzo dell’aumento tendenziale dell’export.

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Variazioni % tendenziali secondo tipologia dei ben (dati grezzi). COMPARTI Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia TOTALE Totale al netto dell’energia

EXPORT

IMPORT

%(apr.2013/ apr.2012)

%(apr.2013/ apr.2012)

12,4

5,4

5,9 15,5 0,4 -3,2 -8,2 4,4

-3,6 6,7 0,2 0,0 -17,2 -2,6

5,1

1,8

SALDI (mil.€) %(apr.2013/ apr.2012)

1,483 1.003 480 4.385 599 -4.559 1.907 6.467

EXPORT

IMPORT

%(gen-apr.2013/ gen-apr.2012)

%(gen-apr.2013/ gen-apr.2012)

7,2

0,9

SALDI (mil.€) %(gen-apr.2013/ gen-apr.2012)

0,4 -2,2 -16,3 0,5

-6,5 -2,8 -18,5 -7,4

6.530 4.044 2.487 16.274 1.642 -18.820 4.626

1,5

-3,9

23.446

2,0 8,5

-10,9 2,4

- Commercio al dettaglio (aprile 2013) Ad aprile 2013 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) diminuisce del -0,1% rispetto al mese di marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2013 l’indice registra una flessione del - 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con marzo 2013, diminuiscono le vendite di prodotti alimentari (-0,7%) e aumentano quelle di prodotti non alimentari (+0,2%). Rispetto ad aprile 2012, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una flessione del -2,9%, sintesi di una diminuzione del -4,5% delle vendite di prodotti alimentari e del -1,9% di quelle di prodotti non alimentari. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di aprile 2012, una diminuzione sia per la grande distribuzione (-3,9%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-2,1%). Nei primi quattro mesi del 2013 l’indice grezzo diminuisce del -3,4% rispetto allo stesso periodo del 2012. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione del -2,1% e quelle di prodotti non alimentari del -4,2%. Variazioni % tendenziali: dati grezzi. Settore merceologico ALIMENTARI Distribuzione Moderna Distribuzione Tradizionale NON ALIMENTARI Distribuzione Moderna Distribuzione Tradizionale TOTALE - distribuzione moderna - distribuzione tradizionale

%(apr.2013/apr.2012)

%(gen-apr.2013/gen-apr.2012)

-4,5

-2,1 -4,7 -4,2

-1,9

-1,2 -4,4 -4,2

-2,7 -1,5 -2,9 -3,9 -2,1

-3,3 -4,5 -3,4 -2,0 -4,5

- Prezzi al consumo (dati provvisori, maggio 2013) Nel mese di maggio 2013, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla rispetto al mese precedente e aumenta del + 1,1% nei confronti di maggio 2012 (la stima provvisoria era +1,2%). La stabilità dell’inflazione è il risultato di spinte al rialzo e al ribasso dei prezzi di diverse tipologie di prodotti, che si compensano tra loro, in un quadro generale di attenuazione delle tensioni inflazionistiche. Le spinte al rialzo dei prezzi interessano sia gli Alimentari non lavorati (in particolare la Frutta fresca, +6,8% su base mensile, +9,4% rispetto a maggio 2012) sia i Servizi relativi ai trasporti (+0,5% su base mensile, +3,3% su base annua). Le spinte al ribasso riguardano i Beni energetici (-1,7% su base mensile, -2,4% su base annua), trainati dai carburanti. Rispetto alla stima provvisoria, la minore inflazione misurata dai dati definitivi si deve a un’ampiezza meno marcata delle spinte al rialzo e a un consolidamento di quelle al ribasso dei prezzi dei prodotti interessati da dinamiche congiunturali intense. L’inflazione acquisita per il 2013 è pari al +1,0%. A maggio l’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale al + 1,3% (era +1,2% ad aprile). Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo si porta al + 1,5% (dall’1,3% del mese precedente). Rispetto a maggio 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende al + 0,8% dallo 0,9% di aprile, mentre quello dei prezzi dei servizi sale al +1,7% (era +1,4% nel mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di quattro decimi di punto percentuale rispetto ad aprile. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza diminuiscono del - 0,1% su base mensile e crescono del + 1,5% su base annua, come ad aprile.

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Variazioni % degli indici dei prezzi superiori alla media (+1,1%) Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+3,1); Istruzione (+2,9%); Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,7%); Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,6%); Bevande alcoliche e tabacchi (+1,3%); Altri beni e servizi (+1,7%). Variazioni % degli indici dei prezzi inferiori alla media (+1,1%) Mobili, articoli e servizi per la casa (+1,0%); Abbigliamento e calzature (+0,6%); Ricreazione, spettacolo e cultura (+0,1%); Servizi sanitari e spese per la salute (+0,3%). Trasporti (+0,1%). Variazioni % negative degli indici dei prezzi : Comunicazioni (-2,5%) TASSI INFLAZIONE 2008-2013 5,0

TASS

4,0 3,0 2,0 1,0 0,0

ap r0 ag 8 o08 di c0 ap 8 r0 ag 9 o09 di c0 ap 9 r1 ag 0 o10 di c1 ap 0 r1 ag 1 o11 di c11 ap r1 ag 2 o12 di c12 ap r13

-1,0

MESI 2008-2012

- Occupati e disoccupati (aprile 2013) . Ad aprile 2013 gli occupati sono 22 milioni 596 mila, in calo del - 0,1% rispetto a marzo (-18 mila unità) e del -1,6% su base annua (-373 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 56,0%, in calo di - 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di -0,9 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 83 mila, aumenta del +0,7% rispetto a marzo (+23 mila unità). Su base annua si registra una crescita del +13,8% (+373 mila unità). La crescita della disoccupazione riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,0%, in aumento di + 0,1 punti percentuali rispetto a marzo e di +1,5 punti nei dodici mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 656 mila e rappresentano il 10,9% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15- 24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 40,5%, in aumento di + 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di +5,9 punti nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta del + 0,2% rispetto al mese precedente (+25mila unità). Il tasso di inattività si attesta al 36,2%, in aumento di +0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e in diminuzione di -0,1 punti su base annua.

45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0

20 04 / 20 1 04 / 20 7 05 / 20 1 05 / 20 7 06 / 20 1 06 / 20 7 07 / 20 1 07 / 20 7 08 / 20 1 08 / 20 7 09 / 20 1 09 / 20 7 10 / 20 1 10 / 20 7 11 / 20 1 11 / 20 7 12 / 20 1 12 / 20 7 13 /1

TASSI

TASSI DISOCCUPAZIONE TOTALE E GIOVANILE (15-24 ANN) : 2004-2013

MESI 2004-2013

Totale 15-24 anni

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

- Lavoro e retribuzioni nelle grandi imprese (marzo 2013) A marzo 2013 l’occupazione nelle grandi imprese al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig) segna (in termini destagionalizzati) una flessione del - 0,1% rispetto a febbraio. Al netto dei dipendenti in Cig l'occupazione aumenta del +0,1%. Nel confronto con marzo 2012 l’occupazione nelle grandi imprese diminuisce del -1,4% al lordo della Cig e del -1,3% al netto dei dipendenti in Cig. Al netto degli effetti di calendario, il numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) diminuisce, rispetto a marzo 2012, del -2,2%. L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 32,0 ore ogni mille ore lavorate, in diminuzione di -0,8 ore ogni mille rispetto a marzo 2012. A marzo la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) registra un aumento del +2,6% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l’indice grezzo cresce del +7,4%. Rispetto a marzo 2012 la retribuzione lorda per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) aumenta del +2,0% e il costo del lavoro per dipendente del +1,9%. Considerando la sola componente continuativa, la retribuzione lorda per dipendente aumenta, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, del +1,9%. - Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali (aprile 2013). Alla fine di aprile 2013 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 54,3% degli occupati dipendenti e al 51,5% del monte retributivo osservato. Nel mese di aprile l’indice delle retribuzioni contrattuali aumenta del + 0,3% rispetto a marzo e del + 1,4% rispetto ad aprile 2012. Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2013, la retribuzione è cresciuta del + 1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Con riferimento ai principali macrosettori, ad aprile le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale del +1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che ad aprile presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (+5,8%); pubblici esercizi e alberghi (+2,9%); acqua e servizi di smaltimento rifiuti (+2,6%). Si registrano, invece, variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di aprile sono stati recepiti due accordi mentre nove sono quelli scaduti. Alla fine di aprile la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo contrattuale è del 45,7% nel totale dell’economia e del 29,8% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 26,5 mesi per l’insieme degli occupati e di 13,2 mesi per quelli del settore privato. - Retribuzioni di fatto e costo del lavoro (1° trimestre 2013) A partire dai dati relativi al primo trimestre 2013, gli indicatori delle retribuzioni di fatto e del costo del lavoro sono diffusi nella nuova base di riferimento 2010=100; contemporaneamente, i dati relativi agli anni 2000-2012 sono stati rivisti. I dettagli del ribasamento sono illustrati in una specifica nota informativa. Nel primo trimestre 2013 l’indice destagionalizzato delle retribuzioni lorde per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), al netto della cassa integrazione guadagni (cig), registra, nel complesso dell’industria e dei servizi, un incremento congiunturale del + 0,4%; l’aumento è del + 0,2% nell’industria e del + 0,4% nei servizi. La crescita rispetto al primo trimestre del 2012, misurata sull’indice grezzo, è pari al + 1,7%. Nel confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente, l’incremento delle retribuzioni è del +1,7% nel settore industriale e del +1,6% nei servizi. All’interno dell’industria la crescita tendenziale più marcata delle retribuzioni si registra nella fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+2,3%). Nei servizi, l’aumento maggiore si rileva nel settore delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+3,3%). L’indice destagionalizzato degli oneri sociali aumenta del +1,4% rispetto al trimestre precedente. L’indice grezzo cresce del +2,4% rispetto allo stesso trimestre del 2012. L’indice del costo del lavoro segna un aumento congiunturale del + 0,6%. In termini tendenziali, la crescita dell’indice grezzo è pari al +1,8%. - Ore lavorate nelle imprese dell’industria e dei servizi (1° trimestre 2013) Nel primo trimestre 2013 le ore lavorate per dipendente diminuiscono, in termini destagionalizzati, del - 0,2% rispetto al trimestre precedente. Nell’industria le ore destagionalizzate mostrano una flessione congiunturale del - 0,3%, nell’industria in senso stretto rimangono invariate e nel settore delle costruzioni diminuiscono del -2,9%. Nei servizi, la diminuzione congiunturale delle ore é' del - 0,2%. La riduzione più marcata si registra nei servizi di alloggio e ristorazione (-1,4%); l’aumento più ampio è quello nelle attività finanziarie e assicurative (+0,7%). Le ore lavorate per dipendente, corrette per gli effetti di calendario, mostrano una diminuzione del -2,1% rispetto allo stesso trimestre del 2012. Nell’industria le ore corrette per gli effetti di calendario mostrano una flessione tendenziale del -1,8%, con riduzioni del -1,4% nell’industria in senso stretto e del -4,9% nel settore delle costruzioni. Nei servizi, sempre al netto degli effetti di calendario, le ore diminuiscono del -2,4%. La riduzione più marcata si registra, anche in questo caso, nei servizi di alloggio e ristorazione (-3,9%). L’unico aumento è quello nei servizi di informazione e comunicazione (+0,6%).

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 44,9 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento rispetto al primo trimestre 2012 di 6,6 ore ogni mille. L’incidenza sale a 77,5 ore ogni mille ore nell’industria e a 16,7 ore nei servizi. IL CLIMA DI FIDUCIA - Clima di fiducia delle imprese (maggio 2013) A maggio, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) espresso in base 2005=100, sale a 79,8 da 74,9 di aprile. L’aumento dell’indice complessivo è dovuto al miglioramento della fiducia delle imprese di tutti i settori, con particolare riferimento ai servizi di mercato. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere aumenta, passando da 87,9 di aprile a 88,5. I giudizi sugli ordini e le attese di produzione migliorano (i saldi aumentano da -45 a -44 e da -4 a -2, rispettivamente); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -1 a 1. L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento dell’indicatore in tutti i principali raggruppamenti di industrie: in particolare, nei beni di consumo sale da 89,3 a 91,4, nei beni intermedi da 86,7 a 88,4 e nei beni strumentali da 86,5 a 87,1. L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale da 78,4 di aprile a 81,8. I giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione e le attese sull’occupazione migliorano (i saldi aumentano da -52 a -49 e da -17 a -13, rispettivamente). L’indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi di mercato cresce in misura significativa, da 68,4 di aprile a 76,5. Migliorano i giudizi (da -32 a -25) e, meno sensibilmente, le attese (da -15 a -12) sugli ordini; migliorano anche le attese sull’andamento dell’economia in generale (da -56 a -42, il saldo). Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia sale da 78,1 di aprile a 80,5. L’indice aumenta sia nella grande distribuzione (da 68,8 a 70,3), sia nella distribuzione tradizionale (da 88,6 a 91,4). - La fiducia dei consumatori (maggio 2013) A maggio 2013 l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a 85,9 da 86,3 del mese precedente. Diminuisce la componente riferita al quadro economico (il relativo indice passa da 73,3 a 70,5), mentre aumenta quella relativa al clima personale (da 90,5 a 92,0). Il clima corrente risulta stazionario a quota 90,1 mentre il clima futuro diminuisce (da 80,8 a 80,6 ). Peggiorano in misura consistente i giudizi e le attese sulla situazione economica del paese: i rispettivi saldi passano da -138 a -145 e da -50 a -60. Quanto alle attese sulla disoccupazione si registra, al contrario, una diminuzione (da 109 a 105 il saldo). Le valutazioni sulla situazione economica della famiglia migliorano (il saldo passa da -72 a -65 per i giudizi e da -29 a -23 per le attese). Aumenta il saldo dei giudizi sul bilancio familiare (da -28 a -23). Le opportunità attuali di risparmio peggiorano (il saldo passa da 121 a 116); migliorano le opinioni sulle possibilità future di risparmiare: il saldo passa da -90 a -85. Le valutazioni sull’opportunità di acquistare beni durevoli peggiorano: il saldo diminuisce da -102 a -106. Il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è in aumento (da 37 a 50). Le valutazioni sull’evoluzione dei prezzi nei prossimi dodici mesi indicano attese di lievi rincari (il saldo passa da -3 a 3). A livello territoriale, l’indice del clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest e diminuisce nel resto del paese.

8) APPENDICE DI DOCUMENTAZIONE: indici della produzione dei beni di consumo pubblicitari

e investimenti

Tav. A = Indici mensili della produzione dei beni di consumo: 2007-2013 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2007 98,9 109,0 116,4 100,8 113,8 108,9 117,5 71,1 116,1 119,1 115,5 96,1

2008 101,2 109,5 115,0 103,8 111,6 113,6 117,9 68,2 111,3 114,4 111,6 93,9

2009 92,2 99,4 99,5 90,0 104,1 102,6 111,1 65,2 106,0 108,5 107,8 92,4

2010 92,8 98,8 106,0 92,9 106,8 107,4 115,6 67,4 109,0 109,6 105,5 88,2

2011 88,0 97,6 107,1 97,7 107,5 103,8 112,9 70,1 102,9 103,9 102,8 87,4

2012 85,1 91,1 102,1 89,0 102,9 98,3 108,0 67,7 103,5 100,9 98,0 82,2

2013 86,0 91,9 97,1 83,8

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Rapporto del 25 giugno 2013, sui dati dell’aprile 2013

Tav. B = Indici cumulati della produzione industriale dei beni di consumo: 2007-2013 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2007 98,9 207,9 324,3 425,1 538,9 647,8 765,3 836,4 952,5 1071,6 1187,1 1283,2

2008 101,2 210,7 325,7 429,5 541,1 654,7 772,6 840,8 952,1 1066,5 1178,1 1272,0

2009 92,2 191,6 291,1 381,1 485,2 587,8 698,9 764,1 870,1 978,6 1086,4 1178,8

2010 92,8 191,6 297,6 390,5 497,3 604,7 720,3 787,7 896,7 1006,3 1111,8 1200,0

2011 88,0 185,6 292,7 390,4 497,9 601,7 714,6 784,7 887,6 991,5 1094,3 1181,7

2012 85,1 176,2 278,3 367,3 470,2 568,5 676,5 744,2 847,7 948,6 1046,6 1128,8

2013 86,0 177,9 275,0 358,8

Tav. C = Investimenti pubblicitari mensili (000 euro): 2005-2012 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov

2008 599.663 743.744 911.535 813.839 950.442 750.610 457.976 288.274 702.674 900.265 797.260

2009 486.008 591.179 753.429 673.769 801.414 637.640 399.352 240.288 616.374 789.828 766.164

2010 507.643 636.716 822.466 709.084 835.558 752.198 453.719 251.492 636.432 825.596 833.080

2011 509.457 627.060 788.315 716.566 809.612 631.030 420.558 252.410 677.892 829.917 797.887

2012 489.696 601.978 725.586 645.866 698.272 583.734 352.969 208.712 532.381 658.769 616.087

2013 414.272 498.945 563.654 530.026

Tav. D = Investimenti pubblicitari cumulati (000 euro): 2005-2012 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2007 599.663 1.343.407 2.254.942 3.068.781 4.019.223 4.769.833 5.227.809 5.516.083 6.218.757 7.119.022 7.916.282 8.570.372

2008 486.008 1.077.187 1.830.616 2.504.385 3.305.799 3.943.439 4.342.791 4.583.079 5.199.453 5.989.281 6.755.445 7.405.982

2009 507.643 1.144.359 1.966.825 2.675.909 3.511.467 4.263.665 4.717.384 4.968.876 5.605.308 6.430.904 7.263.984 7.944.948

2010 509.457 1.136.517 1.924.832 2.641.398 3.451.010 4.082.040 4.502.598 4.755.008 5.432.900 6.262.817 7.060.704 7.722.295

2011 2012 489.696 414.272 1.091.674 913.217 1.817.260 1.476.871 2.463.126 2.006.897 3.161.398 3.745.132 4.098.101 4.306.813 4.839.194 5.497.963 6.114.050 6.663.583

-------------------------------

18


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