" Congiuntura & Pubblicità" fondato sui dati di maggio

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Sintesi del rapporto fondato sui dati del maggio 2013 Le pagine iniziali sono destinate al lettore frettoloso poiché riportano in estrema sintesi quanto dettagliatamente esposto nel completo rapporto delle pagine successive.

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Le sparse e timide luci che nel rapporto dello scorso mese erano state colte a punteggiare il fosco scenario congiunturale, sembrano essere aumentate in numero ed intensità confermando quindi una tendenza verso il punto di svolta della recessione. Infatti, da alcuni mesi si nota come le variazioni tendenziali negative -che ancora caratterizzano la generalità dei segmenti della nostra economia - si stiano gradatamente comprimendo tanto da mutarsi in alcuni casi in variazioni positive. In questo quadro va citata in primis la differenza fra le previsioni del PIL per il 2013 e le previsioni del PIL per il 2014 rispettivamente del -1,4% e del +0,7% differenza che evidentemente suppone un cambiamento di tendenza nella congiuntura recessiva. La domanda estera netta è la principale fonte di sostegno alla crescita economica nelle previsioni per il 2013 (+1,1 punti percentuali). Inoltre, il trattamento statistico delle variazioni tendenziali della produzione industriale, segnala che la loro conversione nell’auspicato segno positivo (il cosiddetto punto di svolta) dovrebbe verificarsi: entro il secondo trimestre 2013 per i beni di consumo (durevole e non durevole) e per i beni intermedi; entro il terzo trimestre per i beni strumentali; infine entro il quarto trimestre il comparto dell’energia. Per conseguenza il punto di svolta del totale della produzione industriale sarebbe atteso entro il terzo trimestre. Nel periodo gennaio-maggio 2013 il totale della produzione industriale si assesta sulla variazione tendenziale del -4,4% rispetto all’omologo periodo del 2012 nel quadro di un miglioramento in atto da qualche mese e che coinvolge la pressoché generalità dei comparti. Il fatturato totale dell’industria totale a maggio è diminuito in termini tendenziali del -5,1%, con un calo del -8,3% sul mercato interno ed un aumento del +1,7% su quello estero. Tuttavia si deve far notare come da circa due mesi le contrazioni stiano scemando soprattutto per merito del fatturato con l’estero. A maggio gli ordinativi dell’industria navigano complessivamente in territorio negativo (-1,1%), quale media fra il -7,9% del mercato italiano e il +9,4% del mercato estero. Ma gli stessi ordinativi negli ultimi due mesi presentano un andamento in consistente ripresa, soprattutto per quanto riguarda i mercati esteri. La produzione delle costruzioni naviga anch’essa in terreno negativo con una variazione tendenziale del -15,2% rispetto al maggio 2012, nonché con un -12,5% per il periodo gennaiomaggio. Tuttavia è doveroso sottolineare come dal mese di febbraio sia in corso una risalita degli indici della produzione: infatti, l’indice che era sceso a 64,1 di gennaio, è salito a 69,2 a febbraio, a 73,9 a marzo e aprile, a 80,2 a maggio. Si registra in maggio la riduzione tendenziale dell’export (-1,5%) e dell’import (-10,3%) che porta alla riduzione tendenziale del periodo gennaio-maggio al +0,1% per l’export e al -0,7% per l’import. In dette variazioni è palese il preponderante contributo dei rapporti con i paesi extra UE. Va comunque segnalato come da circa un bimestre le citate variazioni tendenziali siano in costante miglioramento. Il saldo commerciale è risultato a maggio di circa 3,9 miliardi di euro e di circa 8,6 miliardi di euro nei primi cinque mesi. Il che comprova le contrazioni dell’import e l’incremento dell’export, grazie soprattutto ai rapporti commerciali con i paesi extra Ue Nel mese di maggio 2013 nei confronti del maggio 2012 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è diminuito del - 1,0%, quale media fra la contrazione del -1,1% del mercato interno e del -0,7% del mercato estero (in particolare nella zona euro la variazione è del -1,6% mentre quella della zona non euro è nulla). La tendenza generale dei prezzi è cedente ma in misura maggiore per la zona euro, in misura minore per il mercato interno e, infine, per i paesi della zona non euro. Nel mese di maggio le vendite al dettaglio, rispetto al maggio 2012, presentano una variazione tendenziale negativa (-1,1%) quale media fra il +0,1% dei prodotti alimentari e il -1,1% dei prodotti non alimentari. Va tuttavia osservato come le contrazioni tendenziali delle vendite al 1


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dettaglio (complessive, alimentari e non alimentari) dal marzo scorso si stiano vistosamente riducendo, sino a palesare un incremento tendenziale per i prodotti alimentari. Nel mese di giugno 2013, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato del + 0,3% rispetto al mese precedente e del + 1,2% nei confronti di giugno 2012 (era +1,1% a maggio). La lieve accelerazione dell’inflazione a giugno è principalmente imputabile alla ripresa dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che crescono su base mensile del + 0,5%, L’andamento delle vendite al dettaglio unitamente a quello dei prezzi al consumo stanno ad indicare un rinvigorimento della domanda. Le positive tendenze dell’attività industriale non hanno ancora influenzato l’andamento dell’occupazione, Infatti, a maggio il tasso di disoccupazione si attesta al 12,2%, in aumento di +0,2 punti percentuali rispetto a aprile e di +1,8 punti nei dodici mesi. Il tasso di disoccupazione dei 15- 24enni, è pari al 38,5%, in diminuzione di -1,3 punti percentuali rispetto ad aprile ma in aumento di 2,9 punti rispetto al maggio 2012. Gli investimenti pubblicitari che dalla variazione tendenziale del -1,9% registrata nel gennaio 2012 si erano portati al -18,7% del marzo scorso, hanno avviato nell’ultimo bimestre un’inversione di tendenza portandosi al -16,5% di maggio, in consonanza con la confortante tendenza della produzione industriale dei beni di consumo risalita al -3,0% nel medesimo mese, Un opportuno trattamento statistico (costituito da una polinomiale di 2° grado con un C.C. pari a 0,92) ha portato ad una stima previsiva del -10,3% degli investimenti pubblicitari 2013/2012; certamente meno preoccupante di quelle dei mesi precedenti, costrette dalla caduta verticale delle variazioni tendenziali dianzi citate a prevedere contrazioni oltre i venti punti percentuali. Sembra superfluo far notare come i singoli media abbiano fruito, pur con qualche eccezione, del recente migliore andamento del totale degli investimenti pubblicitari anche se rimasti in pieno territorio negativo. Più precisamente nel periodo gennaio-maggio 2013/2012 le variazioni tendenziali hanno assunto una contrazione compresa fra il -10% e il -15% per TV, Radio, Affissioni, Cinema e TVSat; una contrazione fra il -20% e il -25% per i Quotidiani e i Periodici; una variazione nulla per Internet. Ciò non deve far dimenticare che dal periodo gennaio-maggio 2008 al gennaio-maggio del 2013 il totale degli investimenti pubblicitari si è contratto di oltre un terzo, con punte oltre il 50% per i Quotidiani, i Periodici, il Cinema e le Affissioni. Si sono invece incrementati in misura notevole TVSat (+27,6%) ed Internet (+64,9%). Non si può fare a meno di far presente come la rilevante sottrazione delle risorse destinate alla pubblicità sia andata parzialmente a favore delle promozioni e del taglio prezzi, in quanto giudicati strumenti di maggiore e di più immediata efficacia sulla domanda. Nello stesso tempo si richiama l’attenzione come la rilevante contrazione degli investimenti pubblicitari abbia pesantemente penalizzato da un lato le quote di mercato e il livello dei prezzi dei prodotti di marca; mentre dall’altro ha devastato i risultati gestionali delle imprese editoriali, delle concessionarie di pubblicità, delle agenzie di pubblicità e dei centri media.

Secondo consuetudine si riportano le previsioni degli investimenti pubblicitari 2012 rispetto a quelli del 2011, formulate da Autorevoli Fonti di cui si è venuti a conoscenza. Fonti Totale TV Quotid. Period. Radio Cinema Affiss. Internet Nielsen (giu.2013) -10,8 -10,8 -21,8 -23,1 -11,5 ? -4,9 +6,3 Zenith-Optimedia (giu. 2013) UPA (gen. 2013) UPA (lug. 2013)

-12,2

-13,0

-21,7

-15,3

-15,0

?

-7,0

+2,1

-12,5 -12,5

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CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Rapporto fondato sui dati del maggio 2013 1) Scopo del lavoro Il presente rapporto mensile persegue l’obiettivo di monitorare l’andamento degli investimenti pubblicitari e di formulare previsioni riferite all’anno solare corrente. Dette previsioni vengono aggiornate mensilmente parallelamente alle preziose rilevazioni di Nielsen Media Research. Per conseguenza i dati esposti in un dato rapporto mensile – come i calcoli su di essi fondati – possono divergere in qualche misura da quelli esposti nei rapporti dei mesi precedenti. Si ricorda che i dati e i calcoli statistici sugli investimenti pubblicitari vengono previamente inquadrati in una sintetica nota sullo scenario congiunturale; nota tratta – sostanzialmente - dai dati ufficiali dell’ISTAT. Detta nota persegue il fine sia di meglio interpretare l’andamento degli investimenti pubblicitari, sia di attribuire un ragionevole fondamento alle previsioni che li riguarda. I rapporti dei mesi e degli anni precedenti sono liberamente disponibili nella sezione “Modelli di Ricerca” del sito www.marketingclub-italy.it 2) Le variazioni tendenziali % mensili e di periodo della produzione industriale. Persiste anche nel mese di maggio la tendenza riflessiva della produzione industriale palesando un arretramento tendenziale al -4,2%, tuttavia inferiore a quello subito nello scorso mese di aprile (era infatti a -4,6%). Il miglioramento relativo riguarda tutti i comparti, fatta eccezione di quello dell’energia (precipitato al -5,7% dal -2,3% di aprile) e dei beni intermedi (scivolato al -4,8% dal -4,5% di aprile). Di contro, si segnala l’ottimo passo in avanti dei “beni di consumo non durevole” risalito al -2,3% dal -5,2% del mese di aprile; passo in avanti di cui ha tratto beneficio l’intero aggregato dei “beni di consumo” passato al -3,0% dal -5,8% di aprile. , Tav. 1 = Variazioni % mensili indici produzione industriale: mag. 2013/mag2012 annimesi mag. 2013 mag. 2012 2013/2012

beni intermedi

100,2 105,3 -4,8

beni strument.

105,5 110,0 -4,1

beni cons. durevoli

94,8 102,1 -7,1

beni cons. non durev.

100,7 103,1 -2,3

beni di consumo

99,8 102,9 -3,0

energia

83,9 89,0 -5,7

totale industria

99,5 103,9 -4,2

Il gioco dei miglioramenti e dei peggioramenti fatti registrare nel mese di maggio dai comparti (come poc’anzi descritto) ha prodotto l’effetto di confermare a maggio la variazione tendenziale del primo quadrimestre al -4,4% per quanto riguarda la produzione industriale presa nel suo complesso. Analogamente dicasi per quanto concerne il comparto dei “beni intermedi” (rimasto al -4,9%), mentre ha fruito di un certo miglioramento il comparto dei “beni strumentali” (a – 6,2% dal -6,8% di aprile). Hanno invece peggiorato, sia pure in misura contenuta i comparti dei beni di “consumo durevole” e “non durevole” (con il relativo aggregato) e dell’energia Tav.2 = Variazioni % di periodo indici produzione industriale: gen-mag. 2013/gen-mag.2012 anni-mesi g -m 2013 g -m 2012 2013/2012

beni intermedi

461,9 485,8 -4,9

beni strument.

481,6 513,4 -6,2

beni cons durevoli

428,4 457,7 -6,4

beni cons. non durev.

463,8 472,5 -1,8

beni consumo

458,4 470,2 -2,5

energia

456,0 475,4 -4,1

totale industria

465,9 487,2 -4,4

La situazione di difficoltà in cui versa attualmente la produzione industriale è comunque poca cosa rispetto a quella che risulta dal mortificante confronto con il 2007, cioè con l’anno che ha preceduto l’inizio del periodo recessivo nel quale l’intera economia si sta ancora dibattendo. Infatti, come si può leggere dalla seguente Tav. 3, il confronto gennaio-maggio 2013 con l’omologo periodo 2007 evidenzia come il totale della produzione industriale abbia perso circa un quarto della sua attività (-23,9%). Tav.3 = Variazioni di periodo indici produzione industriale: gen-mag. 2013/gen-mag.2007 anni-mesi

beni intermedi

beni strument.

beni cons durevoli

beni cons. non durev.

beni consumo

energia

totale industria

461,9 481,6 428,4 463,8 458,4 456,0 465,9 678,1 633,8 643,8 517,3 538,9 546,6 612,1 2013/2007 -31,9 -24,0 -33,5 -10,3 -14,9 -16,6 -23,9 Detta percentuale complessiva costituisce la media fra l’arretramento di circa un terzo per i comparti dei “beni di consumo durevole” (-33,5%), dei “beni intermedi” (-31,9%), di circa un quarto circa per i “beni strumentali” (-24,0%) di circa un sesto per la produzione di “energia” (-16,6%) nonché di circa un decimo per il comparto dei “beni di consumo non durevole” (-10,3%). L’arretramento dell’intero aggregato dei beni di consumo è del -14,9%; arretramento che merita una g -m 2013 g -m 2007

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particolare segnalazione poiché ad esso sono normalmente correlati gli investimenti pubblicitari cui il presente lavoro è segnatamente dedicato. Gli arretramenti subiti dai comparti indicati nella Tav. 3 sono visualizzati nel Graf.1

GRAF. 1 = VARIAZIONI % DI PERIODO PRODUZIONE BENI CONSUMO: GEN - MAG. 2013 / GEN - MAG. 2007

totale industria SETTORI INDUST

energia beni consumo beni cons. nondurev. beni cons durevoli beni strument. beni intermedi -35,0

-30,0

-25,0

-20,0

-15,0

-10,0

-5,0

VARIAZIONI % 2013 / 2007

0,0 2013/2007

La Tav. 4 è dedicata alla descrizione dell’andamento delle variazioni tendenziali (mensili e di periodo) per gli anni più recenti riferite al particolare aggregato dei beni di consumo proprio perché ad esso sono storicamente correlate le variazioni (mensili e di periodo) degli investimenti pubblicitari, come poc’anzi ricordato. Tav. 4 = Variazioni % tendenziali mensili e di periodo della produzione dei beni di consumo:2009-2013

mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2009 var. % var. % mensili periodo -8,9 -8,9 -9,2 -9,1 -13,5 -10,6 -13,3 -11,3 -6,7 -10,3 -9,7 -10,2 -5,8 -9,5 -4,4 -9,1 -4,8 -8,6 -5,2 -8,2 -3,4 -7,8 -1,6 -7,3

2010 var. % var. % mensili periodo 0,7 0,7 -0,6 0,0 6,5 2,2 3,2 2,5 2,6 2,5 4,7 2,9 4,1 3,1 3,4 3,1 2,8 3,1 1,0 2,8 -2,1 2,3 -4,5 1,8

2011 var. % var. % mensili periodo -5,2 -5,2 -1,2 -3,1 1,0 -1,6 5,2 0,0 0,7 0,1 -3,4 -0,5 -2,3 -0,8 4,0 -0,4 -5,6 -1,0 -5,2 -1,5 -2,6 -1,6 -0,9 -1,5

2012 var. % var. % mensili periodo -3,3 -3,3 -6,7 -5,1 -4,7 -4,9 -8,9 -5,9 -4,3 -5,6 -5,3 -5,5 -4,3 -5,3 -3,4 -5,2 0,6 -4,5 -2,9 -4,3 -4,7 -4,4 -5,8 -4,5

2013 var. % var. % mensili periodo 1,1 1,1 0,9 1,0 -5,0 -1,2 -6,0 -2,4 -3,0 -2,5

Come si può agevolmente leggere dalla Tav. 4, le variazioni tendenziali (dopo aver fruito nel 2007 di un andamento positivo e nel 2008 un andamento moderatamente riflessivo) nel 2009 hanno sofferto una pesante contrazione, contro la quale hanno reagito nel 2010 con un tentativo di risalita; tentativo cui è subentrato nel 2011 una serie di flessioni di entità modesta, ma tramutatesi nel 2012 in marcati arretramenti. I primi cinque mesi del 2013 palesano invece un profilo contradditorio poiché il primo bimestre presenta due incrementi anche se modesti, mentre il trimestre successivo palesa valori negativi in deciso peggioramento. Il profilo descritto dai dati della Tav. 4 è agevolmente visibile dal Graf. 2 che ha pure il pregio di rappresentare anche le vicende degli anni 2007e 2008 che, per mere ragioni di spazio, non hanno potuto trovare accoglienza nella tavola di riferimento.

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GRAF. 2 = VARIAZIONI % MENSILIE DI PERIODO PRODUZIONE BENI DI CONSUMO: 2007 - 2013 10,0

VARIAZ.

5,0 0,0 -5,0 -10,0

20 07 /1 20 07 /7 20 08 /1 20 08 /7 20 09 /1 20 09 /7 20 10 /1 20 10 /7 20 11 /1 20 11 /7 20 12 /1 20 12 /7 20 13 /1

-15,0

MESI2007-2013

var. %mensili var %di periodo

3) Stime previsive 2013/2012 della produzione industriale dei beni di consumo. Le stime previsive concernenti il rapporto 2013/2012 della produzione industriale dei “beni di consumo”, come ricordato anche nei rapporti dei mesi precedenti, sono state calcolate mediante il “metodo delle proiezioni” che tiene conto sia delle variazioni tendenziali cumulate, sia degli scostamenti - dalla media dei cinque precedenti anni - della distribuzione temporale della produzione. Le stime previsive calcolate col citato metodo sono quelle riportate nella seguente Tav.5. Tav. 5= Previsioni della produzione dei beni di consumo 2013/2012 .

mesi delle previsioni consuntivo previsioni 2013 2012 gennaio febbraio marzo aprile maggio

1.128,8 1.125,2 1.109,4 1.097,0 1.098,8

1.128,9 1.128,9 1.128,9 1.128,9 1.128,9

differenze indici % 20132012 2013/2012 -0,1 0,0 -3,7 -0,3 -19,5 -1,7 -31,9 -2,8 -30,1 -2,7

Come si può leggere nella sopra riportata Tav. 5 le stime previsive circa il rapporto 2013/2012 presentano un doppio volto: un sostanziale pareggio nel primo bimestre e una significativa contrazione nel trimestre successivo che si conclude con un -2,7% che, si noti bene, è decisamente inferiore al -4,5% con cui si è chiuso il 2012 (vedi Tav. 4). La serie delle stime previsive risente evidentemente del disomogeneo andamento delle variazioni % di periodo dei “beni di consumo” nei primi cinque mesi, come si può agevolmente rileggere nella Tav. 4. Infatti, in detta tavola si trova come le variazioni % di periodo, dopo un effimero miglioramento nel primo bimestre, siano andate sensibilmente peggiorando nel successivo trimestre suscitando conseguentemente qualche comprensibile preoccupazione. Si tratta tuttavia d’una preoccupazione che viene fugata in particolare dall’esito del confronto (sempre riguardanti l’aggregato “beni di consumo”) fra le variazioni % di periodo del 2013 e le omologhe variazioni del 2012: confronto -visualizzato nel Graf. 3 più sotto riportato- in cui si mostra chiaramente come le suddette variazioni % di periodo registrate nel corrente anno risultino decisamente migliori (in media oltre quattro punti percentuali) di quelle registrare nel 2012. Il che autorizza a ritenere come l’andamento delle variazioni tendenziali dei beni di consumo, pur muovendosi ancora in territorio negativo, tenda a risalire verso il territorio positivo, Il che sarebbe peraltro in consonanza sia con i segnali positivi provenienti dalle economie degli altri paesi dell’euro-zona, sia in consonanza con quei valori la cui attesa è giustificata dal superamento della metà della durata storica delle recessioni. Naturalmente, è necessario che l’andamento del comparto citato trovi conferma nei dati delle rilevazioni dei prossimi mesi, senza peraltro dimenticare l’inganno prodotto dall’effimera e illusoria risalita del 2010 (si riveda la Tav. 4). Infine, dopo le considerazioni dianzi svolte può risultare interessante sapere che la variazione 2013/2012 “già acquisita” (cioè nel caso che nei restanti sette mesi dell’anno corrente tutte le variazioni tendenziali dovessero risultare nulle) è

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calcolata nell’ordine del -1,0%. Inoltre può rivestire un qualche interesse prendere nota che la media delle variazioni tendenziali dei prossimi sette mesi dovrebbe essere pari al -2,8% al fine di realizzare la stima previsiva appena più sopra esposta (-2,7%) che è sensibilmente inferiore al -4,5% con cui è si è chiuso il rapporto 2012/2011 (si veda la Tav. 4).

GRAF. 3 = CONFRONTO DELLE VARIAZIONI % DI PERIODO PRODUZIONE BENI CONSUMO: 2012 e 2013 2,0 1,0

variazio

0,0 -1,0 -2,0 -3,0 -4,0 -5,0 -6,0

ot to br e no ve m br e di ce m br e

ag os to se tt em br e

lu gl io

gi ug no

ap ril e m ag gi o

m ar zo

ge nn ai o fe bb ra io

-7,0

anno2012

mesi

anno2013

Giunti a questo punto si è ritenuto opportuno rispondere, alla domanda che da tempo assilla la mente dei ricercatori e degli operatori, e cioè: quando l’attuale tendenza recessiva potrà cambiare di segno e, più precisamente, quando si potrà parlare di “punto di svolta” della congiuntura? Per rispondere a tale quesito si sono calcolate le variazioni % di periodo del 2011,2012 e 2013 tutte però riferite al 2010, non soltanto per il totale della produzione industriale ma anche per i singoli comparti. Da ciascuna serie delle nuove variazioni così calcolate è stata ricavata una funzione interpolante (si tratta di una polinomiale di terzo grado) utilizzata poi per l’estrapolazione a tutti i mesi del 2013 delle citate variazioni. La nuova serie dei dati così calcolati (interpolatiextrapolati) è stata attentamente esaminata per identificare il trimestre in cui le variazioni tendenziali passano dal segno negativo al segno positivo: in altre parole per identificare il “punto di svolta”. E’ superfluo far osservare come i nuovi dati calcolati, pur fruendo di un coefficiente di correlazione elevato, sono di fatto teorici in quanto presentano -ovviamente- scostamenti dai dati reali. Nel contempo occorre osservare come i nuovi dati calcolati siano “orientativi della tendenza” in quanto si possono scostare in misura accettabile dai dati reali. Fatte queste premesse chiarificatrici si portano a conoscenza i risultati del processo di calcolo sopra descritto (vedi Tav. 6), effettuato sia sui dati rilevati nel mese di gennaio sia sui dati rilevati nel mese di maggio. Detti risultati - cioè i punti di svolta accertati – come più sopra affermato sono espressi in termini di “trimestri”. Tav. 6 = Il “punto di svolta” dell’andamento recessivo della produzione industriale. Comparti Beni intermedi Beni strumentali Beni consumo durevole Beni di consumo non durevole Beni di consumo (aggregato) Energia Totale industria

Calcoli del gennaio 2013 3° trimestre 2013 3° trimestre 2013 3°-4° trimestre 2013 2° trimestre 2013 2°-3° trimestre 2013 Non definibile 3° trimestre 2013

Calcoli del maggio 2013 2° trimestre 2013 3° trimestre 2013 2° trimestre 2013 1° trimestre 2013 1° trimestre 2013 4° trimestre 2013 3° trimestre

Al di là del valore orientativo dei risultati indicati in tabella, si può affermare come i “punti di svolta” relativi ai singoli comparti ed al totale della produzione industriale, cadano tutti nei diversi trimestri del 2013. Inoltre la tabella indica che i “punti di svolta” calcolati con i dati del maggio sembrano anticipare - sia pur di poco – i punti di svolta calcolati con i dati di gennaio. Il che significa che l’inversione della tendenza recessiva è lecitamente attesa entro i prossimi trimestri, con l’implicito auspicio che i dati dei prossimi mesi possano anche migliorare i dati più sopra calcolati. 5) L’andamento degli investimenti pubblicitari. Si ricorda che a partire dal mese di marzo del corrente anno i dati sugli investimenti pubblicitari comprendono, oltre ai tradizionali media classici, anche quelli della TV Satellitare e di Internet. L’inserimento delle due serie di dati inizia col

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2008, anno in cui l’intera coppia dei dati è risultata disponibile. Infine si fa presente come le differenze fra i risultati ottenuti dai calcoli comprendenti i soli media classici e i risultati dei calcoli comprendenti anche TVSat e Internet sono molto contenute. Va comunque segnalato come le risultanze dei calcoli comprensivi dei dati di TVSat e di Internet siano generalmente più positive delle risultanze dei calcoli comprensivi soltanto dei dati dei canali classici, proprio per le migliori tendenze dei due nuovi canali. . Nel mese di maggio gli investimenti pubblicitari registrano una sensibile contrazione (-9,3%) rispetto al maggio 2012 (vedi Tav.7); contrazione che tuttavia risulta essere circa la metà di quella registrata nello scorso mese di aprile (-17,9%), a sua volta segnatamente inferiore a quella di marzo (-22,3%). Si tratta quindi di un evento che, pur navigando in territorio negativo, merita di essere interpretato favorevolmente poiché sembra confermare una tendenza ascendente che subentra a quella discendente che aveva destato non poche preoccupazioni. La contrazione complessiva trae alimento da quelle che hanno colpito i diversi media, con la sola eccezione di TVSat che presenta un simbolico incremento (+1,0%). Tav.7 = Variazioni % mensili degli investimenti pubblicitari: aprile 2013/ aprile 2012. mesi mag-13 mag-12 %(13/12)

Totale 633.157 698.272 -9,3

TV 395.859 424.447 -6,7

Radio Quotidiani Periodici 35.955 60.746 50.684 38.138 72.188 68.928 -5,7 -15,9 -26,5

Affiss. 9.628 12.011 -19,8

Cinema 2.794 2.811 -0,6

TV Sat 36.509 36.106 1,1

Internet 40.982 43.643 -6,1

I miglioramenti del mese di maggio hanno avuto l’ovvio merito di migliorare le variazioni tendenziali del periodo gennaiomaggio che si sono portate, in complesso, al -16,5% dal -18,5 % del periodo gennaio-aprile (Tav. 8). Anche i singoli media hanno fruito - sia pure in diversa misura – d’un miglioramento; tuttavia con l’eccezione dei Periodici, delle Affissioni e di Internet (quest’ultimo pur chiudendo alla pari) che hanno perso qualche punto. Tav. 8 = Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari: gen-mag. 2013/gen-mag. 2012 periodo g – m. 13 g . m. 12 %(13/12)

Totale TV 2.640.064 1.617.731 3.161.398 1.930.576 -16,5 -16,2

Radio Quotidiani Periodici 137.956 277.196 223.502 159.093 363.824 293.357 -13,3 -23,8 -23,8

Affiss. 37.133 42.709 -13,1

Cinema 10.382 12.285 -15,5

TV Sat 157.592 180.907 -12,9

Internet 178.572 178.647 0,0

Al fine di meglio cogliere in una visione d’insieme l’andamento degli investimenti pubblicitari si ritiene opportuno presentare l’avvicendarsi dei segni e dei valori assunti dalle variazioni tendenziali (mensili e di periodo) per un arco di tempo di maggior respiro, come quello offerto dalla Tav. 9 in cui sono riportati i dati del 2009-2013 e dal corrispondente Graf. 4. Premesso che nel 2007 gli investimenti pubblicitari hanno fruito di un modesto andamento espansivo mentre nell’anno successivo hanno iniziato a perdere terreno, la Tav. 9 mostra come nel 2009 gli investimenti pubblicitari abbiano subito un vero e proprio tracollo, seguito nel 2010 da un timido tentativo di ripresa, irrimediabilmente respinto da una serie di contrazioni anche decisamente pesanti che hanno caratterizzato il triennio 2011, 2012 e 2013. Inoltre va fatto osservare come le contrazioni del 2013 siano andate vistosamente peggiorando nel primo trimestre per poi riguadagnare terreno nel bimestre successivo: il che sembra potersi interpretare come un segnale di confortante ripresa (o almeno di un tentativo).. Tav. 9= Variazioni % mensili e di periodo degli investimenti pubblicitari: 2009-2013 2009 2010 2011 2012 2013 var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % var. % mensili periodo mensili periodo mensili periodo mensili periodo mensili periodo gennaio -19,0 -19,0 4,5 4,5 0,4 0,4 -3,9 -3,9 -15,4 -15,4 febbraio -20,5 -19,8 7,7 6,2 -1,5 -0,7 -4,0 -3,9 -17,1 -16,3 marzo -17,3 -18,8 9,2 7,4 -4,2 -2,1 -8,0 -5,6 -22,3 -18,7 aprile -17,2 -18,4 5,2 6,8 1,1 -1,3 -9,9 -6,7 -17,9 -18,5 maggio -15,7 -17,8 4,3 6,2 -3,1 -1,7 -13,8 -8,4 -9,3 -16,5 giugno -15,1 -17,3 18,0 8,1 -16,1 -4,3 -7,5 -8,3 luglio -12,8 -16,9 13,6 8,6 -7,3 -4,6 -16,1 -9,0 agosto -16,6 -16,9 4,7 8,4 0,4 -4,3 -17,3 -9,4 settembre -12,3 -16,4 3,3 7,8 6,5 -3,1 -21,5 -10,9 ottobre -12,3 -15,9 4,5 7,4 0,5 -2,6 -20,6 -12,2 novembre -3,9 -14,7 8,7 7,5 -4,2 -2,8 -22,8 -13,4 dicembre -0,5 -13,6 4,7 7,3 -2,8 -2,8 -16,9 -13,7 Mesi

7


Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

Sia ora consentito formulare una considerazione sugli effetti dell’andamento recessivo che dal 2008 ha investito duramente anche gli investimenti pubblicitari e che persiste tuttora; si vuol fare riferimento sia alle difficoltà in cui si dibattono i prodotti di marca proprio per la perdita di quote rilevanti del sostegno pubblicitario, sia all’indebolimento delle quote di mercato e del livello dei prezzi. Analogamente dicasi per quanto concerne le imprese editoriali, i concessionari di pubblicità, i centri media, le agenzie pubblicitarie.

GRAF. 4= VARIAZIONI %MENSILI EDI PERIODOINVESTIMENTI PUBBLICITARI: 2009-2013 25,0 20,0 15,0

VARIAZIO

10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0

ge n09 m ag -0 9 se t09 ge n10 m ag -1 0 se t10 ge n11 m ag -1 1 se t11 ge n12 m ag -1 2 se t12 ge n13 m ag -1 3

-25,0

mensili

MESI 2009-2013

periodo

Al fine di evidenziare ulteriormente la fondatezza della considerazione dianzi esposta, si ritiene opportuno approfondire la conoscenza dimensionale concernente la contrazione sofferta dagli investimenti pubblicitari nell’arco di tempo che fa va dal gennaio-maggio 2008 all’omologo periodo dell’anno corrente. E’ il compito svolto dalla seguente Tav. 10 Tav. 10 = Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari: gen-mag. 2013/gen-mag. 2008 mesi g - m 13 g - m 08 %(13/08)

Totale TV 2.640.064 1.617.731 4.019.223 2.365.906 -34,3 -31,6

Radio Quotidiani Periodici 137.956 277.196 223.502 197.113 556.301 545.372 -30,0 -50,2 -59,0

Affiss. 37.133 101.196 -63,3

Cinema 10.382 21.591 -51,9

TV Sat 157.592 123.464 27,6

Internet 178.572 108.280 64,9

Dalla Tav.10 emerge chiaramente come gli investimenti pubblicitari abbiano complessivamente perso per strada più di un terzo (-34,3%) della propria consistenza; analogamente dicasi per la TV (-31,6%) e la Radio (-30,0%). Hanno perso quote decisamente superiori (da una metà a circa due terzi) i Quotidiani, i Periodici, il Cinema e le Affissioni, mentre di contro si registra un notevole balzo in avanti da parte degli investimenti pubblicitari su TVSat (+27,6%) e Internet (+64,9%). Ma il peso della recessione pubblicitaria è certamente superiore a quello evidenziato dalla Tav. 10, qualora il confronto fosse fatto con il gennaio-maggio del 2007, cioè dell’anno precedente l’inizio della recessione; confronto che non si è potuto fare poiché la coppia dei dati sugli investimenti pubblicitari di TVSat e Internet è disponibile soltanto dal 2008. 6) La relazione funzionale fra produzione dei beni di consumo e investimenti pubblicitari. Prima di passare alle stime previsive del rapporto 2013/2012 riguardante gli investimenti pubblicitari si ritiene opportuno ricordare come l’andamento degli investimenti pubblicitari sia sempre risultato strettamente correlato e dipendente dall’andamento della produzione industriale dei beni di consumo (cioè dell’aggregato dei beni durevoli e non durevoli). Nel contempo si vuol far presente come la citata stretta correlazione (misurata da una polinomiale di terzo grado) non sia stata più rilevata a partire dall’inizio del 2012 il che ha reso impossibile sia dimostrare la congruità fra le stime previsive dei due andamenti, sia l’adozione del metodo delle proiezioni solitamente impiegato per effettuare le stime previsive degli investimenti pubblicitari, oltre a quelle della produzione dei beni di consumo (Tav.5).. Al fine di rendere convinto il lettore di quanto sopra asserito, si provvede ora a presentare il quadro complessivo 2009-2013 delle variazioni % mensili e di periodo della produzione industriale dei beni di consumo e degli investimenti pubblicitari (si vedano le Tavv. 11 e 12). A seguire si procederà a visualizzare nel Graf. 5 e nel Graf. 6 le relazioni fra l’andamento della produzione industriale dei beni di consumo e l’andamento degli investimenti pubblicitari riguardanti due distinti archi annuali, rispettivamente del 2009-2011 e del 2012-2013; relazioni espresse in termini di variazioni % di periodo (per brevità sono omessi i grafici relativi alle variazioni % mensili).

8


Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

Tav. 11= Variazioni % mensili produzione beni di consumo e investimenti pubblicitari: 2009-2013 2009 mesi

2010

Beni consumo

Invest. pubbl.

Beni consumo

-8,9 -9,1 -10,6 -11,3 -10,3 -10,2 -9,5 -9,1 -8,6 -8,2 -7,8 -7,3

-19,0 -20,5 -17,3 -17,2 -15,7 -15,1 -12,8 -16,6 -12,3 -12,3 -3,9 -0,5

0,7 0,0 2,2 2,5 2,5 2,9 3,1 3,1 3,1 2,8 2,3 1,8

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

2011

Invest. pubbl.

2012

2013

Beni consumo

Invest. pubbl.

Beni consumo

Invest. pubbl.

Beni consumo

Invest. pubbl.

-5,2 -3,1 -1,6 0,0 0,1 -0,5 -0,8 -0,4 -1,0 -1,5 -1,6 -1,5

0,4 -1,5 -4,2 1,1 -3,1 -16,1 -7,3 0,4 6,5 0,5 -4,2 -2,8

-3,3 -5,1 -4,9 -5,9 -5,6 -5,5 -5,3 -5,2 -4,5 -4,3 -4,4 -4,5

-3,9 -4,0 -8,0 -9,9 -13,8 -7,5 -16,1 -17,3 -21,5 -20,6 -22,8 -16,9

1,1 1,0 -1,2 -2,4 -2,5

-15,4 -17,1 -22,3 -17,9 -9,3

4,5 7,7 9,2 5,2 4,3 18,0 13,6 4,7 3,3 4,5 8,7 4,7

Tav. 12 = Variazioni % di periodo produzione beni consumo e investimenti pubblicitari: 2009-2013 2009 2010 2011 2012 2013 mesi Beni Invest. Beni Invest. Beni Invest. Beni Invest. Beni Invest. consumo

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

-8,9 -9,1 -10,6 -11,3 -10,3 -10,2 -9,5 -9,1 -8,6 -8,2 -7,8 -7,3

pubbl.

consumo

-19,0 -19,8 -18,8 -18,4 -17,8 -17,3 -16,9 -16,9 -16,4 -15,9 -14,7 -13,6

pubbl.

0,7 0,0 2,2 2,5 2,5 2,9 3,1 3,1 3,1 2,8 2,3 1,8

consumo

4,5 6,2 7,4 6,8 6,2 8,1 8,6 8,4 7,8 7,4 7,5 7,3

-5,2 -3,1 -1,6 0,0 0,1 -0,5 -0,8 -0,4 -1,0 -1,5 -1,6 -1,5

pubbl.

0,4 -0,7 -2,1 -1,3 -1,7 -4,3 -4,6 -4,3 -3,1 -2,6 -2,8 -2,8

consumo

-3,3 -5,1 -4,9 -5,9 -5,6 -5,5 -5,3 -5,2 -4,5 -4,3 -4,4 -4,5

pubbl.

consumo

-3,9 -3,9 -5,6 -6,7 -8,4 -8,3 -9,0 -9,4 -10,9 -12,2 -13,4 -13,7

1,1 1,0 -1,2 -2,4 -2,5

pubbl.

-15,4 -16,3 -18,7 -18,5 -16,5

GRAF. 5 = VARIAZIONI %DI PERIODO PRODUZIONE BENI CONSUMO & INVESTIMENTI PUBBLICITA: 2009-2011 15,0 10,0

PUBBLICIT

5,0

y = 0,0053x3 + 0,0861x2 + 2,1994x + 0,7457 C.C.= 0,96

0,0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0 -25,0 -12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

BENI CONSUMO

0,0

2,0

4,0

invest. Pubblic. Poli. (invest. Pubblic.)

9


Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

GRAF. 6 =VARIAZIONI %DI PERIODO PRODUZIONE BENI CONSUMO & INVESTIMENTI PUBBLICITA':2012-13. 0,0 -2,0

PUBBLICIT

-4,0

y = 0,1314x3 + 1,292x2 + 1,1696x - 18,607 C.C.= 0,76

-6,0 -8,0 -10,0 -12,0 -14,0 -16,0 -18,0 -20,0 -6,0

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

BENI CONSUMO

0,0

1,0

2,0

invest. Pubblic. Poli. (invest. Pubblic.)

Il lettore che scorrerà attentamente i due grafici constaterà facilmente come le relazione fra i due andamenti sia di tipo ascendente per il periodo 2009-2011 (come del resto per tutti i periodi precedenti), mentre sia di tipo discendente per il periodo 2012-2013. Il che può essere spiegato dal Graf. 7 che mette in chiara evidenza l’andamento assolutamente divergente fra i due andamenti nel periodo appunto del 2012-2013. Infatti, si nota come le variazioni % di periodo della produzione industriale dei beni di consumo tendano ad un moderato miglioramento, mentre le variazioni % di periodo degli investimenti pubblicitari tendano ad un pesantissimo peggioramento. GRAF. 7 = VARIAZIONI %DI PERIODO BENI CONSUMO & PUBBLICITA', SECONDO MESI 2012-2013 5,0

VARIAZIO

0,0 -5,0 -10,0 -15,0

ge n1 fe 2 b1 m 2 ar -1 ap 2 rm 12 ag -1 gi 2 u1 lu 2 gag 12 o1 se 2 t12 ot tno 12 v12 di c1 ge 2 n1 fe 3 bm 13 ar -1 ap 3 rm 13 ag -1 3

-20,0

MESI 20012-2013

beni consumo invest. Pubblic.

Infine si fa notare nel Graf. 7 un particolare molto interessante e, precisamente, che l’andamento delle variazioni % di periodo degli investimenti pubblicitari dal gennaio 2012 e sino al marzo 2013 risulta in caduta dettata da una regressione perfettamente lineare, mentre con i successivi mesi di aprile e maggio l’andamento medesimo sembra aver decisamente invertito la tendenza regressiva(come fatto rilevare nel rapporto del mese di aprile). La qual cosa induce a ben sperare in una ripresa degli investimenti pubblicitari con un conseguente miglioramento sul piano delle stime previsive 2013/2012. 7) Le stime previsive 2013/2012 degli investimenti pubblicitari. La formulazione di stime previsive concernenti gli investimenti pubblicitari è diventata un’impresa ardua e dai risultati molto incerti a causa del particolare andamento assunto dagli investimenti pubblicitari a partire dal 2012 in conseguenza della recessione ormai giunta al sesto anno.

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

Infatti, mentre sino a tutto il 2011 gli stanziamenti pubblicitari sono stati decisi secondo una programmazione annuale cioè rigidamente costante per tutti i mesi dell’anno, a partire dal 2012 gli stessi stanziamenti pubblicitari sono stati decisi secondo una programmazione mensile. In altre parole si vuol dire che sino al 2011gli stanziamenti pubblicitari erano correlati al fatturato atteso nell’anno di riferimento e venivano mantenuti invariati durante tutto l’anno; mentre a partire dal 2012 la generalità delle imprese sembra stanziare ogni mese un budget inferiore a quello del mese precedente, probabilmente per il timore della contrazione continua e progressiva del fatturato La naturale conseguenza dei due ordini di decisioni è che sino al 2011 gli stanziamenti pubblicitari si sono mantenuti in una certa relazione con l’andamento della produzione industriale dei beni di consumo, mentre dal 2012 gli stanziamenti pubblicitari non risultano essere in alcuna evidente relazione con l’andamento della citata produzione industriale dei beni di consumo. Da tutto quanto esposto deriva che le stime previsive potevano essere formulate sino al 2011 con buona precisione mediante l’opportuno metodo delle proiezioni; mentre a partire dal 2012 le stime previsive potevano essere formulate ricorrendo volta per volta a strumenti d’emergenza non sempre in grado di assicurare una congrua attendibilità e precisione proprio per lo strano criterio di stanziamento degli investimenti pubblicitari. . A questo lungo preambolo si è fatto ricorso per due ragioni: a) per giustificare gli esiti non felici delle stime previsive effettuate dal ricercatore nei primi quattro mesi del corrente anno mediante il metodo delle proiezioni (che pur aveva ottimamente meritato sino a tutto il 2011; b) per giustificare l’adozione del metodo dell’estrapolazione applicato ai dati più recentemente rilevati. Si prendano ora in esame le stime previsive cui si è pervenuti adottando, appunto, il semplice metodo dell’estrapolazione; metodo applicato alle variazioni % di periodo rilevate nell’ultimo trimestre 2012 e nei primi cinque mesi 2013 con la conseguente estrapolazione estesa al dicembre del corrente anno, come esposto nella seguente Tav. 13 e nel corrispondente Graf. 8. La funzione adottata è costituita da una polinomiale di 2° grado così modulata: Y = -2,078*X + 0,136* X^2 9,712 (con C.C. pari a 0,92) Tav. 13 = Variazioni % di periodo investimenti pubblicitari 2012-2013: dati rilevati e calcolati anni/mesi rilevate ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13

-12,2 -13,4 -13,7 -15,4 -16,3 -18,7 -18,5 -16,5

calcolate -11,7 -13,3 -14,7 -15,8 -16,7 -17,3 -17,6 -17,6 -17,4 -16,9 -16,1 -15,1 -13,7 -12,1 -10,3

Come si può agevolmente leggere nell’ultima riga della Tav. 14 la stima previsiva circa il rapporto fra gli investimenti pubblicitari 2013/2012 risulta corrispondere al – 10,3%.. Si tratta di un valore alquanto lontano da quelli delle stime previsive formulate ne precedenti mesi in quanto ingannate da una serie di dati in caduta libera. Inoltre si osserva che i dati rilevati nel recente trimestre marzo-aprile-maggio sembrano tornati ad armonizzarsi con il migliorato andamento della produzione industriale dei beni di consumo , come esposto nella Tav. 5. Ad ogni buon conto ad evidenziare i risultati esposti nella Tav.13, come più sopra fatto cenno, si provvede con il sottostante Graf. 8 ,

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

GRAF. 8= VARIAZIONI %DI PERIODO INVESTIMENTI PUBBLICITA': 2012-2013 0,0 -2,0

VARIAZIO

-4,0

y = 0,136x2 -2,078x -9,712 C.C. = 0,92

-6,0 -8,0 -10,0 -12,0 -14,0 -16,0 -18,0

ot t1 no 2 v12 di c1 ge 2 n13 fe b1 m 3 ar -1 3 ap r1 m 3 ag -1 3 gi u13 lu g1 ag 3 o13 se t13 ot t13 no v13 di c13

-20,0

MESI 2012-2013

rilevate calcolate

A completamento di quanto sopra esposto si riportano nella sottostante Tav. 14 i risultati delle stime previsive calcolate con il classico (ma al presente inadeguato) metodo delle proiezioni. Le stime previsive formulate con i dati disponibili al mese di maggio portano ad un -14,8% alquanto lontano dal -10,3% proveniente dall’estrapolazione esposta nella Tav. 13 e nel Graf. 8. Si osserva inoltre che le stime previsive esposte nella Tav. 14 seguono pedissequamente l’andamento delle variazioni % degli investimenti pubblicitari: infatti, esse segnano crescenti contrazioni sino al marzo per poi segnare il passo nel mese di aprile e un miglioramento nel mese di maggio, in parallelo alle variazioni % di periodo esposte nella Tav. 12. Tav. 14 = Stime previsive investimenti pubblicitari 2013/2012 (metodo delle proiezioni) mesi delle previsioni consuntivo previsioni 2013 2012 gennaio febbraio marzo aprile maggio

5.874.192 5.802.121 5.592.617 5.590.366 5.678.912

6.663.589 6.663.589 6.663.589 6.663.589 6.663.589

differenze indici % 2013-2012 2013/2012 -789.397 -11,8 -861.468 -12,9 -1.070.972 -16,1 -1.073.223 -16,1 -984.677 -14,8

A chiusura del presente ed ostico capitolo va significato come la variazione % già acquisita nei primi mesi 2013 risulta nella misura del -7,8%, cioè nel caso dovessero risultare nulle tutte le variazioni degli investimenti pubblicitari nei restanti mesi del corrente anno. Inoltre, nell’ipotetico caso che il rapporto finale 2013/2012 degli investimenti pubblicitari dovesse scendere al -14,8% (valore indicato dalla superflua applicazione del metodo delle proiezioni), nei restanti mesi dell’anno corrente gli investimenti pubblicitari dovrebbero presentare una contrazione media del -13,3% rispetto agli stessi mesi del 2012. Si tratta in questo caso di una contrazione ovviamente inferiore alla variazione tendenziale -16,5% dei primi cinque mesi del 2013 (Tav. 13). 7) LO SCENARIO ECONOMICO-CONGIUNTURALE: I DATI ISTAT -Euro-zone economic out look (luglio 2013) Una ripresa difficile - Nel primo trimestre 2013, l’attività economica dell’area dell’euro, si è contratta per la sesta volta consecutiva (-0,3%). A partire dal 2° trimestre, il PIL dovrebbe tornare a crescere per poi accelerare moderatamente nella seconda metà dell’anno grazie a un maggior dinamismo delle esportazioni e a un marginale recupero della domanda interna. Tuttavia, il consolidamento fiscale e il processo di deleveraging nel settore produttivo e bancario in atto in molte nazioni dell’area continueranno a ostacolare la crescita. Le condizioni del mercato del lavoro rimarranno sfavorevoli, incidendo negativamente sul reddito disponibile delle famiglie e sui consumi. A causa delle condizioni ancora restrittive del credito, anche gli investimenti privati saranno deboli nell’orizzonte di previsione. La crescita delle esportazioni e la necessità di ricostituire il capitale perso durante la crisi determinerebbero un

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

marginale recupero nel 3° e nel 4° trimestre. Assumendo che il prezzo del petrolio si stabilizzi a 103 dollari al barile e che il tasso di cambio dollaro/euro fluttui attorno a 1,30, ci si attende che l’inflazione deceleri nel 2° trimestre (1,4%) e nel 3° trimestre (1,3%) e si stabilizzi nel 4° trimestre 2013. Questa tendenza rifletterebbe la diminuzione delle pressioni provenienti dai prezzi internazionali delle materie prime e la debolezza della domanda interna. L’ esercizio di previsione si basa sull’ipotesi che le tensioni finanziarie in Europa non si acuiscano e che la politica monetaria negli Stati Uniti rimanga stabile. - Le prospettive per l’economia italiana nel 2013- 2014 (maggio 2013). Nel 2013 si prevede una riduzione del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari al - 1,4% in termini reali, mentre per il 2014, il recupero dell’attività economica, trainato prevalentemente dalla domanda interna, determinerebbe una moderata crescita del + 0,7%. La domanda estera netta è la principale fonte di sostegno alla crescita economica nelle previsioni per il 2013 (+1,1 punti percentuali). Il contributo della domanda interna al netto delle scorte sarebbe invece negativo nel 2013 (2,0 punti percentuali) e tornerebbe positivo nel 2014 (+0,7 punti percentuali) stimolando la crescita del Pil . La spesa delle famiglie è prevista in contrazione del -1,6% nel 2013 per effetto della diminuzione del reddito disponibile, con un moderato aumento del + 0,4% nel 2014. Gli investimenti fissi lordi diminuirebbero del -3,5% nel 2013, per effetto di una riduzione congiunta della spesa da parte sia delle imprese sia delle amministrazioni pubbliche. Nel 2014, le prospettive di una evoluzione positiva del ciclo economico e il graduale miglioramento delle condizioni di accesso al credito porterebbero a una ripresa del processo di accumulazione (+2,9%). Nel 2013 il mercato del lavoro continuerebbe a manifestare segnali di debolezza con un rilevante incremento del tasso di disoccupazione all’11,9% (+1,2 punti percentuali rispetto al 2012). Nel 2014 il tasso di disoccupazione continuerebbe a crescere fino a raggiungere il 12,3% a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro è previsto rispondere alla lenta ripresa dell’economia. Il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche verso i creditori privati può avere moderati effetti espansivi nel 2014. In particolare, l’immissione di liquidità nel sistema economico, potrebbe sostenere consumi e investimenti privati, contribuendo a migliorare le aspettative di famiglie e imprese sulle loro condizioni economiche. - Produzione industriale (maggio 2013) A maggio 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato del + 0,1% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio l’indice ha registrato una flessione del - 1,3% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, in maggio 2013, l’indice è diminuito in termini tendenziali del -4,2% (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2012). Nella media dei primi cinque mesi dell’anno la produzione è scesa nella misura del -4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a maggio 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo l’energia (-5,7%) e, in misura minore, i beni intermedi (-4,8%) e i beni strumentali (-4,1%). Registrano una flessione più contenuta i beni di consumo (3,0%). Nel confronto tendenziale, a maggio 2013 i settori in crescita sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+3,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,3%) e delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,0%). Il settore che, in termini tendenziali, registra in maggio la più ampia variazione negativa è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,3%). COMPARTI Beni di consumo Durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia IN COMPLESSO

% (mag. 2013/ mag.2012) -3,0 -7,1 -2,3 -4,1 -4,8 -5,7 -4,2

%(gen-mag. 2013/gen-mag.2012) -2,4 -6,3 -1,8 -6,2 -4,9 -4,1 -4,3

Comparti con variazioni % positive (gen-mag.2013/gen-mag.2012). Fabbricazione di computer, di prodotti elettronici, ottici, apparecchi elettromedicali (+3,3%); Produzione prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,9%); Comparti con variazioni % negative ma migliori del rapporto tendenziale: -4,3% (gen-mag.2013/gen-mag.2012): Fabbricazione prodotti chimici (-2,9%); Industrie tessili, abbigliamento, pelli, accessori (-3,6%); Fornitura di energia elettrica, gas, vapore, aria (-2,9%); Fabbricazione apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche -0,9%); Industrie alimentari bevande e tabacco (-0,4%). Comparti con variazioni negative ma peggiori del rapporto tendenziale: -4,3(gen-mag.2013/gen-mag.2012): Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-13,5%); Attività estrattiva (-11,6%); Fabbricazione articoli di gomma e materia plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-8,4%); Fabbricazione mezzi di trasporto (-

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

8,1%); Fabbricazione di macchinari e attrezzature (-7,0%);Altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione macchine ed attrezzature (-6,7%); Industria del legno, della carta e stampa (-6,2%); Metallurgia e fabbricazione prodotti in metallo (-5,8%); Attività manifatturiere (-4,5%). - Produzione nelle costruzioni (maggio 2013) Nel mese di maggio 2013 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito del 2,0% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio l’indice ha registrato una flessione del 5,3% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario a maggio 2013 è diminuito del -15,2% rispetto a maggio 2012 (in entrambi i mesi giorni lavorativi sono stati 22). Nella media dei primi cinque mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è scesa del -12,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia è doveroso sottolineare come, dopo l’ennesima caduta di gennaio, dal mese di febbraio sia in corso una risalita piuttosto vigorosa degli indici della produzione: infatti, l’indice di gennaio era sceso a 64,1, mentre l’indice è salito a 69,2 nel mese di febbraio, a 73,9 nei mesi di marzo e di aprile, a 80,2 a maggio. A maggio 2013 l'indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 15,2% rispetto allo stesso mese del 2012. Nella media dei primi cinque mesi dell’anno la produzione è diminuita del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. - Fatturato e ordinativi dell’industria (maggio 2013) A maggio il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, registra un incremento del + 0,1% rispetto ad aprile, con una variazione nulla sul mercato interno ed un aumento del +0,5% su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo registra una flessione del - 1,6% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2012), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del -5,1%, con un calo del -8,3% sul mercato interno ed un aumento del +1,7% su quello estero. Per quel che riguarda gli ordinativi totali, si registra un aumento congiunturale del +3,2%, sintesi di un incremento del +2,6% degli ordinativi interni e del +4,0% di quelli esteri. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali crescono del +1,4% rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con il mese di maggio 2012, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del -1,1%. L’aumento più significativo si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+6,4%), mentre il calo più rilevante si osserva nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, app. di misurazione e orologi (-10,2%). Fatturato (corretto per gli effetti di calendario) e ordinativi dell’industria (dati grezzi) Items Fatturato totale Interno Estero Ordinativi totali Interni Esteri

% (mag. 2013/ mag.2012) -5,4 -8,6 1,4 -1,1 -7,9 9,4

%(gen-mag.2013/ gen-mag. 2012 -6,1 -9,0 0,1 -5,0 -9,8 2,1

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano cali congiunturali per l’energia (-13,1%) e per i beni intermedi (-0,8%), mentre sono in aumento per i beni strumentali (+6,3%) e quelli di consumo (+0,3%). L’indice grezzo del fatturato scende, rispetto a maggio 2012, del -5,4%: il contributo più ampio a tale diminuzione viene dalla componente interna dell’energia. L’unico incremento tendenziale del fatturato, corretto per gli effetti di calendario, si registra nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,2%), mentre la diminuzione più marcata riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-24,2%). Fatturato dell’industria per raggruppamenti principali di industrie (dati corretti per effetti di calendario) . Comparti Beni consumo Durevoli Non durevoli Beni strumentali Beni Intermedi Energia IN COMPLESSO

% (mag. 2013/ mag.2012) 0,2 -0,8 0,0 -2,7 -5,7 -24,2 -5,1

%(gen-mag.2013/ gen-mag. 2012 -1,5 -3,4 -1,2 -7,7 -5,6 -16,2 -6,0

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

Variazioni del fatturato peggiori della media di maggio 2013 (-5,1% dati corretti effetti calendario Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-24,2%); Attività estrattive (-16,1%); Metallurgia e fabbricazione prodotti i metallo (-9,0%); Fabbricazione di computer, elettronica, ottica, elettromedicali (-5,5%); Attività manifatturiere (-5,4%); Altre industrie manifatturiere (-5,6%); Variazioni del fatturato migliori della media di maggio 2013 (-5,1% dati corretti effetti calendario): Industria del legno, della carta e stampa (-4,6%); Fabbricazione articoli gomma e plastica (-4,1%); Industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,1%); Fabbricazione apparecchiature elettriche (-2,3%): Fabbricazione prodotti chimici (-1,7%); Fabbricazione mezzi di trasporto (-1,7%); Fabbricazione di macchinari e attrezzature (-1,2%); Industrie alimentari, bevande e tabacco (0,2%); Variazioni positive del fatturato di maggio 2013 (-5,1% dati corretti effetti calendario): Produzione di prodotti farmaceutici di base (+4,2%); Variazioni degli ordinativi peggiori della media di maggio 2013 (-1,1% dati grezzi): Fabbricazione di computer, prodotti elettronica, ecc (-10,2%); Metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-9,7%); Industria legno, della carta e stampa (-4,4%); Fabbricazione prodotti chimici (--2,9%); Fabbricazione apparecchiature elettriche (-2,0%); Variazioni % positive degli ordinativi di maggio 2013: Fabbricazione mezzi di trasporto (+6,4%); Fabbricazione di macchinari e attrezzature (+6,0%); Industrie Tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+4,9%); Produzione di prodotti farmaceutici (+1,9%); - Prezzi alla produzione dei prodotti industriali (maggio 2013). Nel mese di maggio 2013 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce del - 0,1% rispetto al mese precedente e del - 1,0% nei confronti di maggio 2012. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno presentano variazioni negative del - 0,1% rispetto ad aprile e su base tendenziale del -1,1%. Al netto del comparto energetico si registra un aumento del + 0,1% sul mese precedente e un incremento tendenziale del + 0,4%. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una variazione positiva del + 0,1% sul mese precedente (stazionarietà per l’area euro e +0,1% per l’area non euro). In termini tendenziali si registra una diminuzione nella misura del - 0,7% (1,5% per l’area euro e variazione nulla per quella non euro). Variazione tendenziali degli indici dei prezzi secondo mercati Mercati TOTALE Mercato interno Mercato estero Area euro Area non euro

%(mag. 2013/ mag. 2012)

%(genmag.2013/genmag.2012

-1,0 -1,1 -0,7 -1,5 0,0

-0,3 -0,3 -0,4 -0,8 -0,1

In termini di contributi settoriali alla dinamica tendenziale il più rilevante, con riferimento al mercato interno, risulta quello del comparto energetico, pari a -1,5 punti percentuali. Sul mercato estero i contributi maggiori derivano dai beni intermedi per l’area euro (-0,8 punti percentuali) e dall’energia per quella non euro (-0,2 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva la diminuzione tendenziale dei prezzi più marcata è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con diminuzioni del 4,4% per il mercato interno e del 7,2% per quello estero. Indici dei prezzi dei prodotti industriali secondo mercati e raggruppamenti merceologici Raggruppamenti Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia Totale

MERCATO INTERNO %(mag. 2013/ mag. 2012)

%(mag. 2013/ mag. 2012)

1,5

-0,2

AREA EURO

0,1 1,7 0,6 -0,4 -4,8 -1,1

AREA NON EURO %(mag. 2013/ mag. 2012)

0,6 -2,1 0,8

-1,3 -2,0 -6,4 -1,5

-1,5 1,2 0,8 -0,2 -7,1 0,0

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

- Commercio con l’estero (magio 2013). Rispetto al mese precedente, a maggio 2013 si registra un contenuto aumento per l’export (+0,6%) e una diminuzione per l’import (-0,9%). Nell’ultimo trimestre si rileva una flessione congiunturale tanto per l’export (-0,5%) quanto, in misura maggiore, per l’import (-3,1%). L’incremento congiunturale delle esportazioni a maggio 2013 è la sintesi di un aumento significativo delle vendite verso i paesi extra Ue (+3,2%) e di una diminuzione verso i paesi Ue (-1,8%). Sono in crescita i prodotti energetici (+15,0%) e i beni strumentali (+3,6%). La diminuzione congiunturale dell’import è più accentuata per gli acquisti dai paesi extra Ue (-1,6%) rispetto ai mercati Ue (-0,5%). Solo i beni strumentali sono in crescita (+2,2%). Rispetto allo stesso mese del 2012, si registra una rilevante diminuzione dell’import (-10,3%), più accentuata per gli acquisti dai paesi extra Ue (-15,8%). La riduzione dell’export (-1,5%) è la sintesi di un aumento delle vendite verso i paesi extra Ue (+0,7%) e di una flessione verso i paesi Ue (-3,4%). A maggio 2013 il consistente avanzo commerciale (+3,9 miliardi) supera di tre miliardi il surplus conseguito nel 2012. È il risultato di un surplus sia con i paesi extra Ue (+3,0 miliardi) sia con quelli Ue (+0,9 miliardi). Al netto dell’energia, la bilancia risulta in attivo per 7,8 miliardi. -Variazioni % tendenziali (dati grezzi) TOTALE

PAESI UE

PAESI EXTRA UE

TOTALE

%(mag.2013/ mag.2012)

PAESI EXTRA UE %(mag.2013/ mag.2012)

%(mag.2013/ mag.2012)

%(gen-mag.2013/ gen-mag.2012)

%(gen-mag.2013/ gen-mag.2012)

%(gen-mag.2013/ gen-mag.2012)

-3,4 -5,5 890

0,7 -15,8 3.005

-1,5 -10,3 3.895

-3,2 -3,0 3.114

4,2 -11,8 5.526

0,1 -7,2 8.640

PAESI UE

VOCI EXPORT IMPORT SALDI (mil.€)

A maggio la diminuzione tendenziale dell’export è particolarmente accentuata verso Svizzera (-15,8%), Austria (-7,9%) e Stati Uniti (-5,6%). Rilevante è la diminuzione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati (-18,7%), di metalli di base e prodotti in metallo (-15,6%) e di autoveicoli (-7,0%). Sono in forte diminuzione le importazioni da paesi OPEC (-40,5%), Cina (-16,9%) e paesi MERCOSUR (-16,2%). In forte contrazione gli acquisti di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) (-46,0%), prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (esclusi petrolio e gas) (-40,4%) e petrolio greggio (-32,9%). Il calo delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, verso Svizzera, Francia e Germania spiega quasi interamente la flessione tendenziale dell’export. Variazioni % tendenziali secondo tipologia dei ben (dati grezzi). COMPARTI Beni di consumo - durevoli -non durevoli Beni strumentali Beni intermedi Energia TOTALE Totale al netto dell’energia

EXPORT

IMPORT

%(mag.2013/ mag.2012)

%(mag.2013/ mag.2012)

SALDI (mil.€) %(mag.2013/ mag.2012)

-0,6 8,9 -0,7 -6,1 -17,8 -1,5

-0,4 -12,9 1,5 -13,2 -8,2 -22,8 -10,3

1.712 1.125 587 5.368 729 -3.911 3.895

-0,6

-7,1

7.807

6,8

EXPORT

IMPORT

%(gen-mag.2013/ gen-mag.2012)

%(gen-mag.2013/ gen-mag.2012)

7,1

0,6

SALDI (mil.€) %(gen-mag.2013/ gen-mag.2012)

0,1 -3,0 -16,6 0,1

-8,3 -4,0 -19,4 -7,2

8.244 5.166 3.070 20.753 2.374 -22.731 8.640

1,1

-3,7

31.371

1,4 8,6

-11,4 2,2

- Commercio al dettaglio (aprile 2013) A maggio 2013 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) aumenta del + 0,1% rispetto al mese di aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio 2013 l’indice registra una diminuzione del - 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con aprile 2013, aumentano le vendite di prodotti alimentari (+0,6%) e diminuiscono quelle di prodotti non alimentari (-0,2%). Rispetto a maggio 2012, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una flessione del -1,1%, sintesi di un leggero aumento delle vendite di prodotti alimentari (+0,1%) e di un calo di quelle di prodotti non alimentari (-1,8%). Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di maggio 2012, un lieve incremento per la grande distribuzione (+0,3%) e una diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-2,3%). Nei primi cinque mesi del 2013 l’indice grezzo diminuisce del -2,9% rispetto allo stesso periodo del 2012. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione del -1,6% e quelle di prodotti non alimentari del -3,5%.

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

Variazioni % tendenziali: dati grezzi. Settore merceologico

%(mag.2013/mag.2012)

%(gen-mag.2013/ gen-mag.2012)

ALIMENTARI Distribuzione Moderna Distribuzione Tradizionale NON ALIMENTARI Distribuzione Moderna Distribuzione Tradizionale TOTALE - distribuzione moderna - distribuzione tradizionale

0,1

-1,6 1,0 -2,2

-1,8

-0,8 -4,0 -3,5

-0,6 -2,4 -1,1 +0,3 -2,3

-2,7 -4,0 -2,9 -1,6 -4,0

- Prezzi al consumo ( giugno 2013) Nel mese di giugno 2013, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta del + 0,3% rispetto al mese precedente e del + 1,2% nei confronti di giugno 2012 (era +1,1% a maggio). I dati definitivi confermano le stime preliminari. La lieve accelerazione dell’inflazione a giugno è principalmente imputabile alla ripresa dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che crescono su base mensile del + 0,5%, con una sensibile attenuazione della flessione su base annua (-1,8%, da -4,8% di maggio). Contribuiscono al rialzo congiunturale dell’indice generale anche gli aumenti su base mensile dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+1,4%, attribuibile soprattutto all’aumento del +6,9% dei prezzi della Frutta fresca) e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,7%), sui quali incidono, in parte, fattori di natura stagionale. L’inflazione acquisita per il 2013 è pari all’1,1%. A giugno l’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, rallenta all’1,2% (era +1,3% a maggio). Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo rallenta portandosi al + 1,3%, dal +1,5% del mese precedente. Rispetto a giugno 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni sale al + 0,9%, dal + 0,8% di maggio, mentre quello dei prezzi dei servizi scende al -1,6% (era +1,7% nel mese precedente). Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di due decimi di punto percentuale rispetto a maggio. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano del + 0,4% su base mensile e crescono del +1,7% su base annua (dal +1,5% di maggio). Variazioni % degli indici dei prezzi superiori alla media (+1,2%) Istruzione (+2,9%); Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,8); Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,8%); Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,5%); Altri beni e servizi (+1,5%). Variazioni % degli indici dei prezzi inferiori alla media (+1,2%) Bevande alcoliche e tabacchi (+1,1%); Mobili, articoli e servizi per la casa (+1,0%); Trasporti (+1,0%); Abbigliamento e calzature (+0,7%); Servizi sanitari e spese per la salute (+0,4%); Ricreazione, spettacolo e cultura (0,0%); Variazioni % negative degli indici dei prezzi : Comunicazioni (-4,2%) TASSI INFLAZIONE 2008-2013 5,0

3,0 2,0 1,0 0,0 -1,0 ap r0 ag 8 o08 di c0 ap 8 r0 ag 9 o09 di c0 ap 9 r1 ag 0 o10 di c1 ap 0 r1 ag 1 o11 di c1 ap 1 r1 ag 2 o12 di c12 ap r13

TASS

4,0

MESI 2008-2012

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

- Occupati e disoccupati (maggio 2013) . A maggio 2013 gli occupati sono 22 milioni 576 mila, in diminuzione dello 0,1% rispetto ad aprile (-27 mila) e dell’1,7% (387 mila) su base annua. Il tasso di occupazione, pari al 56,0%, diminuisce di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 140 mila, aumenta dell’1,8% rispetto ad aprile (+56 mila) e del 18,1% su base annua (+480 mila). L’aumento interessa sia la componente maschile sia quella femminile. Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,2%, in aumento di +0,2 punti percentuali rispetto a aprile e di +1,8 punti nei dodici mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 647 mila e rappresentano il 10,7% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15- 24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 38,5%, in diminuzione di -1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di -2,9 punti nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce del -0,2% rispetto al mese precedente (-35 mila unità) e del - 0,9 % rispetto a 12 mesi prima (-127 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,1%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali in termini

45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0

20 04 / 20 1 04 / 20 7 05 / 20 1 05 / 20 7 06 / 20 1 06 / 20 7 07 / 20 1 07 / 20 7 08 / 20 1 08 / 20 7 09 / 20 1 09 / 20 7 10 / 20 1 10 / 20 7 11 / 20 1 11 / 20 7 12 / 20 1 12 / 20 7 13 /1

TASSI

TASSI DISOCCUPAZIONE TOTALE E GIOVANILE(15-24 ANN) : 2004-2013

MESI 2004-2013

Totale 15-24 anni

IL CLIMA DI FIDUCIA - Clima di fiducia delle imprese (giugno 2013) A giugno, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) espresso in base 2005=100, scende da 80,2 di maggio a 76,1. Il calo dell’indice complessivo è dovuto al peggioramento della fiducia delle imprese dei settori delle costruzioni, dei servizi di mercato e del commercio al dettaglio; migliora il clima di fiducia nelle imprese manifatturiere. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere aumenta, passando da 88,7 di maggio a 90,2. I giudizi sugli ordini migliorano (da -43 a -39, il saldo) e le attese di produzione rimangono stabili a -2; il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino rimane stabile a 1. L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento dell’indicatore nei beni intermedi (da 88,5 a 89,7) e nei beni strumentali (da 87,4 a 90,8) e un lieve peggioramento nei beni di consumo (da 91,5 a 91,1). L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione scende da 81,0 di maggio a 71,0. Peggiorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione (i saldi diminuiscono rispettivamente da -49 a -56 e da -13 a 27). L’indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi di mercato scende da 76,4 di maggio a 70,6. Si riducono i saldi dei giudizi e delle attese sugli ordini (rispettivamente da -25 a -29 e da -12 a -17) e peggiorano le attese sull’andamento generale dell’economia italiana (da -42 a -50 il saldo). Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia scende lievemente, da 80,8 di maggio a 80,7. L’indice aumenta nella grande distribuzione (da 70,8 a 80,0) e diminuisce nella distribuzione tradizionale (da 90,0 a 84,4). - La fiducia dei consumatori (maggio 2013) A maggio 2013 l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a 85,9 da 86,3 del mese precedente. Diminuisce la componente riferita al quadro economico (il relativo indice passa da 73,3 a 70,5), mentre aumenta quella relativa al clima personale (da 90,5 a 92,0). Il clima corrente risulta stazionario a quota 90,1 mentre il clima futuro diminuisce (da 80,8 a 80,6 ). Peggiorano in misura consistente i giudizi e le attese sulla situazione economica del paese: i rispettivi saldi passano da -138 a -145 e da -50 a -60. Quanto alle attese sulla disoccupazione si registra, al contrario, una diminuzione (da 109 a 105 il saldo). Le valutazioni sulla situazione economica della famiglia migliorano (il saldo passa da -72 a -65 per i giudizi e da -29 a -23 per le attese). Aumenta il saldo dei giudizi sul bilancio familiare (da -28 a -23). Le opportunità attuali di risparmio peggiorano (il saldo passa da 121 a 116); migliorano le opinioni sulle possibilità future di risparmiare: il saldo

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

passa da -90 a -85. Le valutazioni sull’opportunità di acquistare beni durevoli peggiorano: il saldo diminuisce da -102 a 106. Il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è in aumento (da 37 a 50). Le valutazioni sull’evoluzione dei prezzi nei prossimi dodici mesi indicano attese di lievi rincari (il saldo passa da -3 a 3). A livello territoriale, l’indice del clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest e diminuisce nel resto del paese.

8) APPENDICE DI DOCUMENTAZIONE: indici della produzione dei beni di consumo e investimenti pubblicitari Tav. A = Indici mensili della produzione dei beni di consumo: 2007-2013 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2007 98,9 109,0 116,4 100,8 113,8 108,9 117,5 71,1 116,1 119,1 115,5 96,1

2008 101,2 109,5 115,0 103,8 111,6 113,6 117,9 68,2 111,3 114,4 111,6 93,9

2009 92,2 99,4 99,5 90,0 104,1 102,6 111,1 65,2 106,0 108,5 107,8 92,4

2010 92,8 98,8 106,0 92,9 106,8 107,4 115,6 67,4 109,0 109,6 105,5 88,2

2011 88,0 97,6 107,1 97,7 107,5 103,8 112,9 70,1 102,9 103,9 102,8 87,4

2012 85,1 91,1 102,1 89,0 102,9 98,3 108,0 67,7 103,5 100,9 98,0 82,3

2013 86,0 91,9 97,0 83,7 99,8

Tav. B = Indici cumulati della produzione industriale dei beni di consumo: 2007-2013 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2007 98,9 207,9 324,3 425,1 538,9 647,8 765,3 836,4 952,5 1071,6 1187,1 1283,2

2008 101,2 210,7 325,7 429,5 541,1 654,7 772,6 840,8 952,1 1066,5 1178,1 1272,0

2009 92,2 191,6 291,1 381,1 485,2 587,8 698,9 764,1 870,1 978,6 1086,4 1178,8

2010 92,8 191,6 297,6 390,5 497,3 604,7 720,3 787,7 896,7 1006,3 1111,8 1200,0

2011 88,0 185,6 292,7 390,4 497,9 601,7 714,6 784,7 887,6 991,5 1094,3 1181,7

2012 85,1 176,2 278,3 367,3 470,2 568,5 676,5 744,2 847,7 948,6 1046,6 1128,9

2013 86,0 177,9 274,9 358,6 458,4

Tav. C = Investimenti pubblicitari mensili (000 euro): 2009-2013 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov

2008 599.663 743.744 911.535 813.839 950.442 750.610 457.976 288.274 702.674 900.265 797.260

2009 486.008 591.179 753.429 673.769 801.414 637.640 399.352 240.288 616.374 789.828 766.164

2010 507.643 636.716 822.466 709.084 835.558 752.198 453.719 251.492 636.432 825.596 833.080

2011 509.457 627.060 788.315 716.566 809.612 631.030 420.558 252.410 677.892 829.917 797.887

2012 489.696 601.978 725.586 645.866 698.272 583.734 352.969 208.722 532.381 658.772 616.080

2013 414.272 498.946 563.646 530.043 633.157

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Rapporto del 24 luglio 2013, sui dati del maggio 2013

Tav. D = Investimenti pubblicitari cumulati (000 euro): 2005-2012 mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2008 599.663 1.343.407 2.254.942 3.068.781 4.019.223 4.769.833 5.227.809 5.516.083 6.218.757 7.119.022 7.916.282 8.570.372

2009 486.008 1.077.187 1.830.616 2.504.385 3.305.799 3.943.439 4.342.791 4.583.079 5.199.453 5.989.281 6.755.445 7.405.982

2010 507.643 1.144.359 1.966.825 2.675.909 3.511.467 4.263.665 4.717.384 4.968.876 5.605.308 6.430.904 7.263.984 7.944.948

2011 509.457 1.136.517 1.924.832 2.641.398 3.451.010 4.082.040 4.502.598 4.755.008 5.432.900 6.262.817 7.060.704 7.722.295

2012 2013 489.696 414.272 1.091.674 913.218 1.817.260 1.476.864 2.463.126 2.006.907 3.161.398 2.640.064 3.745.132 4.098.101 4.306.823 4.839.204 5.497.976 6.114.056 6.663.589

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