Rapporto del 23 ottobre 2013, sui dati dell’agosto 2013
-CONGIUNTURA ECONOMICA E INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2013 Sintesi del rapporto fondato sui dati dell’agosto 2013 Le pagine iniziali sono destinate al lettore frettoloso poiché riportano in estrema sintesi quanto dettagliatamente esposto nel completo rapporto delle pagine successive.
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Il mese di agosto segna una battuta d’arresto nell’andamento della congiuntura, cui non è estraneo il fattore stagionale e la pausa tecnica dopo i confortanti risultati dei mesi precedenti. Ad ogni buon conto, non sembrano affacciarsi all’orizzonte segnali che possano compromettere l’avviato orientamento positivo della nostra economia, tanto più che la maggior parte dei paesi dell’euro zona da qualche tempo hanno già chiaramente intrapreso il cammino verso la ripresa. I fattori del risveglio dell’economia dell’euro-zona pare si debbano rinvenire nel rinnovato dinamismo della domanda mondiale e nell’allentamento della pressione fiscale, anche se il tasso di disoccupazione tende a limitare la domanda interna. In armonia col descritto quadro europeo si colloca il clima di fiducia delle imprese manifatturiere italiane che dichiarano di riscontrare un miglioramento generale sia nei giudizi sia nelle attese della produzione per i beni di consumo, per i beni intermedi e per i beni strumentali. Anche il clima di fiducia delle imprese di costruzione è in ascesa sia pur modesta, così come il clima di fiducia delle imprese dei servizi. Altrettanto dicasi per quanto concerne la grande distribuzione moderna e la distribuzione tradizionale. La produzione industriale, tuttora in territorio negativo, nel corrente anno si presenta con un’altalena di variazioni tendenziali mensili culminate col -4,6% di agosto. Analogamente dicasi per le variazioni tendenziali di periodo che, tuttavia, dopo un progressivo peggioramento nei primi cinque mesi hanno poi invertito la rotta assestandosi sul -4,0% nei successivi tre mesi. La citata stazionarietà degli ultimi tre mesi potrà molto probabilmente far differire d’un trimestre il “punto di svolta” (cioè il passaggio dalle variazioni tendenziali negative a quelle positive) sia della produzione industriale presa nel suo complesso, sia la produzione dei beni di consumo, settore questo colpito dalla recessione meno duramente degli altri settori. Per quanto riguarda invece il ritorno alle posizioni detenute nell’anno ante-recessione (2007) occorrerà parecchio tempo, poiché il totale della produzione industriale dovrà recuperare il 22,9% della situazione pregressa, quale risultante fra il recupero massimo del 33,6% da parte dei beni di consumo durevole e il recupero minimo dell’8,5% dei beni di consumo non durevole. Anche il totale del fatturato dell’industria si presenta con andamenti opposti (pur sempre in area negativa): infatti, il cumulato gennaio-aprile scende sino al -6,2% mentre il cumulato gennaioagosto recupera salendo al -4,9% . Detti andamenti riflettono gli andamenti del fatturato nazionale e del fatturato estero, ma con una differenza sostanziale: il fatturato nazionale cammina in territorio negativo conseguendo per il periodo gennaio-agosto un -7,5%, mentre il fatturato estero viaggia dallo scorso gennaio in territorio positivo conseguendo un +0,9% per lo stesso periodo. Quanto sopra esposto a proposito del fatturato può essere pedissequamente ripetuto a proposito degli ordinativi che, ad ogni buon conto, chiudono il periodo gennaio-agosto con un -4,7% complessivo, risultante fra il -8,5% per il mercato nazionale e il +0,6% per i mercati esteri. L’industria delle costruzioni, che è certamente il settore più colpito dalla recessione, ha presentato anch’esso un andamento in discesa nel periodo gennaio-maggio chiudendolo con una variazione tendenziale del -12,5%, per poi concludere in salita il periodo gennaio-agosto con una variazione tendenziale del -11,60%. Il saldo del commercio con l’estero continua a segnare bel tempo presentando un risultato di 19,3 miliardi, superando nettamente il risultato maturato a luglio (18,0 miliardi). Ciò è dovuto - sempre per lo stesso periodo - da un lato, al limitato regresso (-0,3%) delle esportazioni per il prevalente merito dell’incremento del +2,3% del commercio coi paesi extra-Ue; mentre dall’altro è dovuto al consistente regresso delle importazioni (-6,4%) causato dalla contenuta attività produttiva nazionale.
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