Computer Magazine Pro - Digital Edition n. 3

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TECNOLOGIe • ANTEPRIME • innovazioni • news DIGITAL EDITION

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digitali

Bitcoin: la moneta virtuale che ha creato un miliardo di euro dal nulla


editoriale

il passo più lungo della gamba U

na mattina ci svegliamo e realizziamo di essere fuori forma. Decidiamo di porre immediatamente rimedio e fare un po' di sana attività sportiva. Il nuoto, per esempio. Se non abbiamo mai nuotato, dovremo iscriverci a un corso, poi fare pratica, allenarci e affinare il nostro stile. Col tempo, magari, diventeremo davvero bravi. Solo allora potremo pensare di partecipare a qualche gara. Detta così sembra una banalità, ma non lo è. Per lo meno, non lo è per chi sta progettando la "digitalizzazione" del nostro paese. L'Italia, come ci ricordano periodicamente classifiche e ricerche, a digitalizzazione non se la cava affatto bene: l'utilizzo dei sistemi informatici, nel nostro paese, è terribilmente in ritardo rispetto al resto del mondo. Una mattina, qualcuno si è svegliato è si è accorto che era arrivato il momento di fare qualcosa. Purtroppo, al posto di av-

viare un bel programma di allenamento partendo dalle piccole cose, ci si è limitati a fissare degli obiettivi decisamente (troppo) ambiziosi, vergati nella cosiddetta Agenda Digitale. Un po' come se, al posto di scriverci a un corso in piscina, decidessimo di cominciare il nostro piano di allenamento attraversando a nuoto lo Stretto di Messina. La vicenda dei testi scolastici digitali che affrontiamo in questo numero di Computer Magazine è solo un esempio tra tanti. L'impressione, guardando a questa e ad altre vicende (per esempio la tanto sbandierata banda larga) è che manchi una reale conoscenza di ciò che esiste e dei passaggi che servono per arrivare gradualmente a ciò che vorremmo e dovremmo avere. In questo modo, si rischia di annegare. Vieni a trovarci su Facebook https://www.facebook.com/ computermagazinepro

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14 20 29 41 45 Direttore responsabile: Luca Sprea direttore@computermagazine.it Direttore Editoriale: Stefano Spagnolo Publisher: Mario Bosisio Redazione: redazione@computermagazine.it Samir Khadem (copertina e impaginazione), Brunetta Pieraccini (segreteria) Digital media coordinator: Massimo Allievi Hanno collaborato: Marco Schiaffino (coordinatore per Gruppo Orange), Elena Avesani, Maria Vitiello, SImone Bergamini, Flavio Modena Iconografie e Fotografie: Marco Coppola (fotografo), iStock International Inc. Pubblicità: Luigi De Re - luigidere@sprea.it - 339 4546500

Editoriale Il passo più lungo della gamba news dal mondo Tutte le novità e le indiscrezioni selezionate dalla redazione

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milionari digitali Bitcoin: come creare un miliardo di euro dal nulla

la pirateria uccide il cinema? Scontro sui dati dopo la chiusura di MegaUpload La scuola diventa digitale Libri di testo in formato e-book, ma la riforma ha troppi buchi e i problemi sono ancora tanti piccolo grande arduino Viaggio alla scoperta di un progetto "open" tutto italiano

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intel detta il futuro In mostra le nuove tecnologie del colosso americano

un mondo di fotografie Dai social network alle app dedicate: ecco l'universo della smartophoneography social survival Smartphone, dieci regole

Computer Magazine Pubblicazione mensile registrata al Tribunale di Milano il 7 agosto 1997 con il n. 485. Tariffa R.O.C. - Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. In L. 27.02.2004, n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Milano.

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Povera mela Ultimamente le cose non è che vadano granché bene per Apple. Prima ha dovuto restituire al produttore cinese Foxconn un lotto di 8 milioni di iPhone 5 difettosi (e nonostante questo non ci sono stati problemi di approvvigionamento nei negozi) poi, per la prima volta in dieci anni, gli utili delle vendite del primo trimestre sono diminuiti di quasi il 20% e le prospettive per i successivi trimestri non sono particolarmente rosee. Nel frattempo Samsung ha quasi raddoppiato i guadagni. Tutto questo ha portato le azioni di Apple a perdere negli ultimi nove mesi il 40% del loro valore, con voci sempre più insistenti di una possibile sostituzione del CEO

Tim Cook dal vertici di Apple. A meno di un reale rinnovamento del software e dell’hardware che al momento Cook ha rimandato a settembre... o forse prima?

Privacy addio Il diritto alla riservatezza dei cittadini americani viene sempre più spesso messo in discussione dal loro stesso governo, democratico o repubblicano che sia. L’amministrazione Obama ha appena concesso l’immunità, e conseguentemente la possibilità di controllare le comunicazioni informatiche tra i cittadini, a 2511 Internet provider, da AT&T in giù. Le motivazioni sono legate alla lotta

al terrorismo e vengono ampiamente contestate dall’Electronic Privacy Information Center (Epic), un gruppo di attivisti libertari che

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è riuscito a ottenere la documentazione del Dipartimento di Giustizia americano. Se fino a oggi per controllare le conversazioni occorreva un ordine del giudice, da oggi basterà una semplice richiesta della polizia o del ministero. Sembra che il Grande Fratello non sia presente solamente in Cina e negli altri paesi retti da dittature, ma anche nel cuore della democrazia occidentale.


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Arriva Ubuntu 13.04, l’opossum Lentamente ma inesorabilmente Ubuntu, la più diffusa distro consumer di Linux, sta cambiando faccia. Tutto è incominciato un paio di anni fa con Unity che molti hanno associato a Mac OS X per la grafica e la facilità di utilizzo. Poi è stata la volta del passaggio ai dispositivi mobili, con tanto di versione beta di Ubuntu Phone rilasciata in prova sui terminali Android con risultati più che soddisfacenti. Ora è pronta la versione 13.04, nome in codice Opossum, che punta tutto su leggerezza e flessibilità, riuscendo a funzionare senza problemi anche su PC con una decina di

primavere sulle spalle. Cosa manca ancora a Ubuntu 13.04? Il controllo della privacy, un argomento a cui i “linuxiani” tengono molto e che ha suscitato molte polemiche soprattutto per il rapporto “esclusivo” con Yahoo. www.canonical.com

Stereotipi duri a morire Stephen Wolfram, creatore di Wolfram Alpha, il primo e ancora oggi più importante motore di ricerca “semantico” del Web, ha reso noti i risultati della sua indagine su cosa postano le persone su

Facebook, realizzata attraverso l’app Wolfram/Alpha Personal Analytics for Facebook. I dati, riferiti a tutto il 2012, sono tanto banali quanto prevedibili, almeno per quanto riguarda le differenze di genere: i maschi pubblicano soprattutto notizie di sport, tecnologia e musica mentre le donne sono più interessate agli animali, alla famiglia e agli amici. L’unica notizia veramente interessante è che i maschi hanno in media più amici delle femmine, probabilmente perché sono meno selettivi nell’accettare le richieste, anche se poi hanno contatti frequenti sempre con lo stesso nucleo ristretto di persone. www.wolframalpha.com 5


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digitali Bitcoin: la moneta virtuale che ha creato un miliardo di euro dal nulla 6


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nternet stimola la fantasia di sognatori e rivoluzionari. Dalla Web-democracy a sistemi alternativi di scambio. Sembra incredibile, ma questo vale anche per il denaro. La “moneta digitale” si chiama Bitcoin, una criptovaluta nata nel 2009 dal genio di Satoshi Nakamoto (un anonimo nickname, poi sparito dalla rete) e per un paio di anni rimasta completamente nell’ombra. In queste ultime settimane è tornata alla ribalta delle cronache per una serie di fluttuazioni degne delle più acrobatiche speculazioni di Wall Street.

basati su algoritmi matematici e sono accumulabili da tutti, a patto di avere la sufficiente potenza di calcolo per “produrli” tramite il proprio computer. Insomma: si tratta di denaro che viene creato dal nulla, il cui valore non è garantito da alcun governo e men che meno ha una contropartita concreta, come accadeva in passato per le monete con il controvalore in oro. Da un punto di vista pratico, possiamo considerare i bitcoin come una lunga serie di password criptate che devono essere “scoperte” usando un programma specifico. Il software usato per scoprire i bitcoin si comporta come una persona che, davanti a una cassaforte, prova tutte le combinazioni possibili per aprirla. Una volta scoperta una di queste chiavi, tutta la rete Bitcoin verrà informata, quella password non sarà più “ricercabile” e il possessore potrà conservarla nel V

A caccia di bitcoin La nascita di bitcoin può sembrare una specie di stregoneria o una semplice assurdità. Rispetto al denaro tradizionale, che viene gestito da autorità quali banche centrali e governi, i bitcoin sono interamente

Fabbriche di soldi Proprio in queste settimane è stata lanciata la nuova generazione di hardware specializzati nella

creazione di bitcoin. Se nel 2011 il modo migliore per “minare” era quello di sfruttare la potenza di calcolo delle schede video, oggi questo approccio è diventato inadeguato. Troppi Watt dissipati per generare, oggi, una manciata di Bitcoin. Le GPU sono state sostituite dagli hardware miner, delle macchine economiche prodotte da aziende come i Jalapeno Butterfly Labs, che con meno di 7 Watt riescono a macinare una quantità di bitcoin quasi sei volte superiore a una costosa radeon 6990, che di Watt ne consuma quasi 400. 7


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suo portafoglio sotto forma di bitcoin. gamento e, nel giro di pochi mesi dalL’algoritmo prevede che più bitcoin si la sua comparsa, sono nati anche dei scoprono, più diventa difficile - dal siti Internet che permettono di scampunto di vista puramente matematico biarla con valute tradizionali. Tutto il - scoprirne di nuovi, e il numero dei sistema si basa su una struttura “peer bitcoin è finito: non oltre i 21 milioni. Per Il termine usato per la produzione il momento ne sodi bitcoin è "mining", come per no stati trovati circa la metà. Non è un l'estrazione dell'oro o delle gemme caso che il termine usato per produrre i bitcoin sia “mining”, ovvero lo stesso to peer”, ovvero su una rete di comusato per indicare l’estrazione dell’oputer che comunicano tra di loro “alla ro o le pietre preziose dalle miniere. pari” e in cui nessuno ha un controllo centrale. In questo modo, oltre a gaSolo se ci credi rantire l’anonimato negli scambi, si ha Com’è ovvio, una moneta di questo la certezza che nessuno possa “baratipo non ha alcun valore intrinseco. re” creando più bitcoin di quelli preTuttavia, migliaia di persone hanno visti. Ogni singolo computer, infatti, deciso di accettarla come forma di pagarantisce i controlli in collaborazione con gli altri. Fino al 2011, il fenomeno bitcoin è rimasto relegato al ruolo di curiosità accademica e il suo utilizzo si limitava a quello di una ristrettissima cerchia di militanti cyberpunk. Effetto Wikileaks Il boom dei bitcoin è arrivato nel 2010, con lo scandalo Wikileaks. Dopo la diffusione dei documenti “fuoriusciti” dai computer dell’esercito USA e pubblicati dal sito guidato da Julian Assange, le autorità misero sotto accusa lo stesso Assange e cercarono di strangolare Wikileaks impedendone il finanziamento attraverso il blocco dei conti VISA, PayPal e degli altri sistemi di pagamento tradizionali. Praticamente, nel momento in cui Wikileaks necessitava di tutti i fondi possibili per difendere il suo fondatore, il sito non poteva ricevere alcuna donazione o forma di suppor-

I bitcoin vennero usati per fare donazioni a Wikileaks dopo il blocco dei pagamenti da parte delle autorità. 8


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L’andamento del prezzo dei Bitcoin negli ultimi sei mesi: una salita vertiginosa fino al tetto storico a quota 200, prima del “crollo” a 90 euro.

to economico. Il giudizio della Rete dedicato all’argomento un lungo artifu netto e immediato: i colossi politici colo. In quei giorni, usando una buoe bancari si erano messi d’accordo e na scheda video (AMD Radeon 6990) avevano deciso che Assange doveva eravamo stati in grado di raggranellare essere isolato. Fu a quel punto che circa 0,5 bitcoin al giorno, e la moneWikileaks iniziò ad accettare donaziota valeva circa 30 euro sul mercato. Un ni in bitcoin. La notorietà della nuova guadagno di 15 euro al giorno non è moneta crebbe in un attimo. Nel 2011 proprio da buttare, considerato che la quotazione di Bitcoin era passata non bisognava far nulla, se non pagare da pochi spiccioli a qualche dollaro, la bolletta elettrica. L’eccitazione durò per poi salire sino a qualche decina di Con un computer abbastanza dollari. Si era innepotente era possibile guadagnare scata una corsa all’oro virtuale. circa 15 euro al giorno Produrre denaro col computer In pochi mesi, migliaia di persone si sono attrezzate per “minare” l’oro digitale, acquistando potenti schede video (più efficaci dei normali processori in questo tipo di calcoli) e facendole lavorare a tempo pieno per raccogliere preziose monetine virtuali. Erano i tempi in cui Computer Magazine era ancora una rivista cartacea e avevamo

poche settimane, forse qualche mese, poi l’entusiasmo si spense. Merito anche di un crollo brutale del valore della moneta che spaventò molti investitori, soprattutto quelli meno propensi al rischio. Un crollo dovuto a un attacco informatico al sito MtGox, considerato la “piazza” principale per la compravendita di bitcoin, che portò a un drastico raffreddamento della situazione. V 9


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Nuove speculazioni ogni transazione è bloccata qualcuno Sono passati circa due anni dall’affairiesca a spostare grandi capitali e inre Wikileas e i Bitcoin tornano a far vestirli su un affare rischioso e poco parlare di sé. Dal 18 marzo circa, insicuro come il Bitcoin. Al di là delle fatti, il valore della valuta virtuale ha speculazioni sulle cause delle flutiniziato a salire improvvisamente e tuazioni, oggi la rete bitcoin muovertiginosamente, raddoppiando e a ve una quantità notevole di denaro. volte triplicando il proprio valore ogni Considerando che ci sono in circola24 ore. Da 15 euro circa, si è passati in Il boom dei bitcoin è stato messo pochi giorni a 70, in relazione con la crisi di Cipro, per poi raggiungere un picco massimo ma è improbabile che ci sia un nesso di ben 200 euro nei primi giorni di Aprile e poi collassare violentemente sotto zione circa 10 milioni di bitcoin, stiai 50. Nel momento in cui scriviamo, il mo parlando di un mercato che vale valore della turbolenta moneta virtuatra gli 800 milioni e il miliardo di euro. le oscilla fra gli 80 e i 100 euro circa. Creato dal nulla. Cosa è successo? Alcuni hanno visto Far West digitale una correlazione fra la crisi di Cipro Tra le cause dell’aumento di valore che si svolgeva proprio in quei giorni (con blocco dei conti bancari e imdella moneta, probabilmente, è da possibilità di prelevare) vedendo nei ascrivere il fatto che sia sempre più frequentemente accettata per acquisti Bitcoin un modo per spostare capireali. Alcuni intermediari di Amazon, tali in maniera semplice e anonima. Per quanto l’ipotesi sia intrigante, per esempio, permettono di converperò, è difficile che in un paese in cui tire i bitcoin in buoni acquisto per

Tra i siti che accettano pagamenti solo in bitcoin c’è Silk Road, il sito “clandestino” che vende ogni tipo di sostanza stupefacente. 10


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Come spendere i bitcoin? Per esempio sul nuovo sito del re del file sharing Kim Dotcom.

il popolare negozio online e il nuovo Le banche sul Web servizio Mega di Kim Dotcom, usato Tenere i bitcoin sul proprio computer per scaricare film e musica dal Web, è poco pratico e, soprattutto, rischioaccetta pagamenti nell’ormai famosa so. Un guasto, un virus o il furto del valuta virtuale. Alcuni, però, sostenportatile significherebbe perdere tutgono che il successo dei bitcoin sia to. Ecco perché su Internet sono nati legato alle caratteristiche del circuito, numerosi siti che offrono servizi simili a che garantisce l’assoluto anonimato e quelli di una banca. I più comuni sono permette di trasferire denaro via Web i wallet (portafogli) che permettono di aggirando qualsiasi tipo di controllo. conservare i bitcoin esattamente coInsomma: un sistema terribilmente me si fa in una banca. Una volta traefficiente per qualsiasi tipo di traffico sferite nei wallet, le monete digitali illegale, dalle armi alla droga. Il tutto in Conservare i bitcoin sul proprio maniera più o meno evidente. Il caso di computer è rischioso: basta Silk Road, un sito di un guasto per perdere tutto commercio elettronico specializzato in sono al sicuro e possono essere usate droghe, è esemplare. L’unica valuta per qualsiasi acquisto semplicemenaccettata è il bitcoin. Tutto il mondo te collegandosi al sito e ordinando le della moneta virtuale, però, sembra uscito da una riedizione cyberpunk transazioni. Proprio come le banche, dei vecchi film western. Perché sul però, i wallet possono essere rapinati e, ovviamente, i banditi in questione Web, oltre che ai traffici, vanno in scena anche le rapine. non sono armati di mitra e pisto- V 11


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oscillare dei Bitcoin è la conferma che anche una gestione “anarchica” della moneta non è garanzia di stabilità. Senza contare che il legame con l’economia “reale” crea qualche problemuccio. Notevoli quelli sperimentati dal popolare sito di trading Bitcoin-24, i cui conti sono stati bloccati - a quanto dice il proprietario - da banche tedesche e polacche che temevano si stessero eludendo le regole bancarie contro il riciclo di denaro sporco. Anche in questo caso, al di là delle rassicurazioni del gestore di Bitcoin24, non è garantito che i creditori verranno rimborsati. Diversa, ma non rosea, la situazione di MtGox, in assoluto il sito più popolare di trading che gestisce circa l’80% di tutto il mercato Bitcoin. Per quanto MtGox, con sede a Hong Kong, si sia rivelato il più affidabile nel tempo, anche lì i problemi non mancano: verso i primi di Aprile, infatti, il sito è stato oggetto di svariati attacchi hacker che a tratti hanno reso il sito inaccessibile, ma che tuttora continuano a creare piccoli e grandi problemi, in particolare

Pirati informatici al lavoro Al fascino dei bitcoin non resistono nemmeno i “classici” pirati informatici, cioè quelli che diffondono virus per acquisire il controllo dei computer di vittime ignare per utilizzarli ai loro scopi. Negli ultimi mesi, i computer infettati vengono usati sempre più spesso per produrre bitcoin all’insaputa del proprietario. Il vostro computer è inspiegabilmente lento? Forse una spiegazione c’è…

le, ma di tastiera e mouse. Bersagli privilegiati sono anche i trader, ovvero quei siti che permettono il trasferimento dei bitcoin e il cambio con altre valute. Già nel 2011 il sito di trading MtGox aveva subito pesanti attacchi informatici che avevano minato la fiducia nel sistema Bitcoin, ma nel 2013 le cose sono peggiorate drasticamente. I primi di Aprile, per esempio, ignoti hanno messo a segno un colpaccio Gli attacchi hacker ai siti che svuotando le “casse” di Instawallet, un scambiano bitcoin nascondono portafoglio online spesso manovre speculative per Bitcoin molto apprezzato dagli utenti. Il sito ha chiuso bottega e i suoi clienti a rallentare il motore di trading, che in ancora si chiedono se saranno mai in certe situazioni raggiunge lo spavengrado di recuperare i loro preziosi intoso ritardo di alcuni minuti, cosa che vestimenti digitali. avvantaggia gli speculatori che probabilmente hanno lanciato l’attacco. Non Speculazioni solo: grazie all’aumento del numero di a rischio elevato utenti e all’elevato valore raggiunto dai Il fatto che una valuta non sia direttaBitcoin, il volume di denaro mosso da mente controllata da banche e governi MtGox è salito in maniera eccezionale, la mette al sicuro dalle operazioni ecofacendo presto raggiungere i limiti di nomiche tradizionali, ma il continuo movimentazione sui loro conti correnti, 12


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altro fattore che ha creato qualche problemino agli utenti. Se aprire un conto su MtGox è infatti facile e veloce, trasferire denaro può richiedere settimane: abbiamo fatto un test con un trasferimento SEPA, e ci sono voluti più di 15 giorni per vedere l’accredito sul nostro account bancario. Idem per i versamenti verso MtGox, necessari per acquistare Bitcoin. La situazione non sembra essere migliore in paesi al di fuori dell'Europa, a giudicare dalle tante lamentele di utenti americani e asiatici.

lo degli istituti di credito e gestito in maniera collettiva. Per il momento, però, l’economia alternativa dei Bitcoin è solo un divertente giocattolo. Sono ben pochi quelli che spendono i Bitcoin: la maggior parte di chi li possiede preferisce specularci sopra giocando sulle variazioni repentine di valore. L’infrastruttura, inoltre, non è ancora abbastanza robusta per gestire in sicurezza un numero elevato di transazioni e, fra i tanti attori sul mercato, troppi sono spariti col malloppo, talvolta dando la colpa agli hacker che avevano rubato tutto. Al suo creatore resta la soddisfazione di aver trasformato un’idea in realtà. Ma il rovescio della medaglia è constatare che ha acquisito nel giro di poco tempo tutti i peggiori vizi delle valute “normali”.

Esperimento impazzito Al momento della sua nascita, la creatura del fantomatico Satoshi Nakamoto rappresentava un’utopia realizzata: un sistema di scambio completamente, sottratto al control13


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La pirateria uccide il cinema? Negli ultimi 10 anni gli scambi su Internet sono messi sul banco degli imputati per la crisi del mercato. Ăˆ tutto vero? 14


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a pirateria uccide il mercaCarnegie Mellon University mettono to cinematografico? Ogni in relazione le vendite di due case di film scaricato illegalmente produzione (di cui non vengono fatcorrisponde automaticamente a un ti nomi), prima e dopo la chiusura di mancato guadagno per le major del Megavideo e Megaupload, i siti concinema? Per alcuni ricercatori la risiderati il “paradiso per la pirateria su sposta è “certamente sì”, per altri Internet”. Secondo la ricerca, analizinvece le cose stanno diversamente. Dalla chiusura di MegaUpload A porre l’attenzioil mercato cinematografico sarebbe ne sulla pirateria, in modo particolare cresciuto fino al 10% collegata al mondo del cinema, è stata una ricerca americana, intitolata zando le 18 settimane successive alla “Gone in 60 Seconds: The Impact chiusura forzata dell’impero del re del of the Megaupload Shutdown on file sharing Kim Dotcom, in 12 nazioni Movie Sales”. Nello studio, i ricergli introiti sarebbero cresciuti in mocatori Brett Danaher del Wellesley do considerevole, tra il 6 e il 10 per College e Michael D. Smith della cento. Come se non bastasse, le vendite più consistenti sono state registrate proprio in quelle nazioni dove la penetrazione di Megaupload era più massiccia come Francia, Spagna, Messico e Belgio. La fazione del “Sì” «Abbiamo iniziato la ricerca perché abbiamo pensato che la domanda fosse interessante – spiega Brett Danaher -: che cosa succede quando viene chiuso il principale sito pirata di tutta la rete? Probabilmente tutti i downloaders trovano un altro sito da cui scaricare, o forse viene creato un altro sito pirata al suo posto. Ma c’è la possibilità che i pirati trovino scomodo scaricare e scelgano così di comprare legalmente. Spegnere il principale sito pirata del mondo ha dei costi. È importante sapere quanto sia efficace e possa effettivamente mitigare la perdita degli introiti per colpa della pirateria». Seppur Megaupload V

Brett Danaher, uno degli autori della ricerca sull’impatto della chiusura di MegaUpload sul mercato del cinema. 15


Fonte: “Gone in 60 Seconds: The Impact of the Megaupload Shutdown on Movie Sales” - papers.ssrn.com

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Nello schema è evidenziato l’andamento delle vendite prima e dopo la chiusura di Megaupload (riga verticale al centro).

rappresentasse una fetta importanBrini, portavoce del Movimento te, non gli si può di certo attribuire ScambioEtico che pone la condivisiola responsabilità di tutta la pirateria ne tra i principi cardini della società. mondiale. E gli altri siti di file hosting Uno scambio però regolato da un o l’utilizzo di Torrent? «Nel nostro studisciplinare che impone la condividio – continua Danaher – abbiamo sione di musica e film solo dopo un notato che quando Megaupload è stato Secondo i sostenitori dello chiuso, molti altri siti scambio libero, i dati su cui si basa pirata hanno cambiato le loro policy o la ricerca sono fuorvianti hanno chiuso a loro volta. Se questi siti erano popolari in quelle nazioni in cui anno dalla commercializzazione, oltre la penetrazione di Megaupload era a essere completamente senza fini alta, sicuramente abbiamo registrato di lucro. «Nello studio in questione la combinazione dei due effetti». – commenta – non sono state prese in considerazione le vendite di Dvd C’è chi dice “No” e BluRay, così come i noleggi e gli inLa tesi sostenuta dalla ricerca è cassi delle sale cinematografiche, ma però fortemente criticata da Paolo solo le vendite digitali. Inoltre la man16


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cata citazione delle major analizzate ricerca “Piracy and Movie Revenues: impedisce una verifica incrociata con Evidence from Megaupload” a cura altre fonti e rende difficoltosa una di Christian Peukert e Jörg Claussen, peer review. Sul Wall Street Journal che ha analizzato 1349 film in 49 paesi legge inoltre che i dati sono forniti si, nell’arco di 5 anni. Nel complesso da istituti finanziati dagli stessi enti che Una ricerca indipendente sostiene hanno esercitato forti pressioni per l’inl'esatto contrario di quanto criminazione di Kim affermato dalle major del cinema Dotcom: la volontaria mossa di impedire verifiche incrociate è una aggravante gli incassi nelle sale sono diminuiti: che da sola, nel mondo scientifico, i dati mostrano come la chiusura di sarebbe sufficiente a bollare una riMegaupload abbia provocato mocerca come inattendibile». «La chiumentanei benefici economici a un sura di Megaupload ha danneggiato ristretto gruppo di film americani l’industria cinematografica» incalza, e abbia danneggiato tutti gli altri. portando ad esempio una seconda L'aumento delle vendite e dei no- V

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leggi digitali di due major dichiarato dallo studio su dati parziali, è una goccia del tutto insignificante nel fatturato globale dell'industria cinematografica mondiale e appare del tutto insufficiente a compensare il calo nelle sale in 49 paesi».

tra il 2003 e il 2010, la conoscenza di film indipendenti ha spinto all’acquisto una fascia significativa di file sharer. «Non è un caso – continua Paolo Brini - che gli anni di massima diffusione del P2P e dei cyberlocker abbiano coinciso con gli anni di incassi record di tutti i tempi nelle sale cine-

Danneggiati i film Negli anni di maggior successo indipendenti del peer to peer i cinema A risentire in modo negativo della chiuhanno fatto incassi record sura di Megapuload e Megavideo sono stati soprattutto i film indipendenti, matografiche americane ed europee. non appoggiati alle grandi major per Quello che l'industria americana del la distribuzione e proiettati in meno copyright teme è un'ulteriore perdi 500 sale per ogni nazione. Proprio dita del controllo sulle modalità e i il cinema indipendente, non potendo tempi di fruizione dei contenuti e la sfruttare i canali tradizionali, trovava diminuzione di capacità di pressionei circuiti p2p un volano virtuoso ne sui distributori». Gli stessi anni per la sua diffusione e, come dimoin cui il costo del noleggio ha subistrato da numerosi studi condotti to un forte cambio di tendenza: la

Immagini dell’edizione 2011 dello storico festival britannico dedicato alle produzioni cinematografiche indipendenti. 18


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A partire dal 2010 anche iTunes ha permesso la vendita e il noleggio di film in formato digitale, ma l’on demand in Italia fatica a decollare.

facilità con cui era possibile trovare un film nelle reti P2P ha sicuramente influenzato il mercato del noleggio, soprattutto quello digitale, portando a un complessivo abbassamento dei prezzi.

rose lacune, soprattutto dal punto di vista delle serie tv. Un trend in costante crescita che però fa della pirateria quasi una scelta obbligata: vedere serie tv in lingua originale o tradot-

Molti utenti ricorrono al file sharing Una scelta obbligata? per guardare serie e film in lingua Proprio il noleggio originale che in TV non arrivano sembra essere una spina nel fianco del mercato cinematografico, almeno in te, senza per forza sottoscrivere un Italia. Il servizio “On Demand” via caabbonamento a un pacchetto più vo e via Internet non sembra infatti ampio, è ancora troppo difficile. Ed è decollare e il mercato, praticamente così che un numero sempre crescente in mano a Sky e Mediaset Premium, di utenti si avvicina alla pirateria per propone per lo più formule di abla prima volta: per ovviare a una manbonamento. Il vero “On Demand” è canza del mercato, lo stesso mercato lasciato in mano a piattaforme come che continua a mettere sotto accusa iTunes, che però presentano numela pirateria su Internet. 19


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è tempo DI

SCUOLA 2.0 Il passaggio dei libri di testo cartacei al digitale si farĂ . Ma i problemi sono ancora molti 20


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opo un braccio di ferro durato Gli obiettivi settimane fra annunci, levate di Al centro del progetto c’è la modernizscudi delle case editrici e rinvii zazione del sistema scolastico. Un proche sembravano preludere a un diegetto che partirà comunque con una trofront, è passata la linea di Francesco certa gradualità, sia sotto il profilo dei Profumo. Il titolare del Ministero tempi, sia sotto quello dei supporti. A dell’Istruzione, dell’Università e della sperimentarla saranno le classi prima e Ricerca ha firmato il decreto che manquarta della scuola primaria (le vecchie da in pensione i vecchi libri di scuola: a L'introduzione dei testi digitali partire dall’anno scolastico 2014/2015, gli avverrà gradualmente, sia nei tempi insegnanti potranno sia nell'abbandono del cartaceo adottare solo testi in formato digitale o misto. Una rivoluzione fortemente voluta elementari), la prima della scuola seconnell’ottica di un adeguamento alle nuodaria di I grado (le medie), la prima e la ve tecnologie ma che, stando le conditerza della scuola secondaria di II grado zioni del nostro paese, incontra ancora (le superiori). La gradualità nell’adonumerosi ostacoli per la sua messa a rezione del supporto è invece introdotta gime. Anche a causa di scelte discutibili. attraverso la possibilità di usare testi “misti”, cioè pubblicazioni ancora basate sul cartaceo, ma integrate da contenuti online tramite i cosiddetti “siti di espansione”, con contenuti acquistabili o scaricabili online. Un passaggio che, per quanto graduale, rappresenta una vera rivoluzione e ha suscitato reazioni tutt’altro che entusiaste tra i protagonisti del mondo scolastico. Le reazioni delle case editrici Nonostante la durezza della loro opposizione, gli editori hanno evitato lo scontro frontale cercando piuttosto di “lavorare ai fianchi” il provvedimento. Fra le disposizioni in esso contenute, hanno criticato soprattutto il carattere obbligatorio e troppo brusco della svolta digitale. Sul primo fronte hanno posto l’accento sulla possibilità di scelta per gli insegnanti, che il decreto vincola invece al progressivo abbandono del cartaceo. Sul secondo è stata V

L’ex Ministro Francesco Profumo, autore del decreto per la digitalizzazione dei testi scolastici. 21


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focalizzata l’inadeguatezza complessiva piegare la didattica a presunte esigenze della scuola italiana, troppo arretrata del digitale». Su un piano più pratico, sul fronte tecnologico e infrastrutturale le lamentele degli editori si concentraper reggere nell’attività quotidiana un no sulla mancanza di un piano che perimprovviso upgrade di questa portametta loro di assorbire gli investimenti ta. Giorgio Palumbo, editore e presidenGli editori contestano il fatto che te dell’Associazione il passaggio sia troppo brusco Italiana Editori (AIE), è estremamente critie metta in crisi la filiera del libro co nei confronti della riforma. «Le modalità con cui viene affrontata la questione sonecessari per il passaggio al digitale, suno assolutamente inadeguate» spiega perando la filiera che oggi comprende Palumbo. «Parlare di rapporto tra libro stampatori, distributori e librerie. cartaceo e libro digitale in termini di pura contrapposizione è sbagliato, anche L’altra campana perché la cosiddetta “espansione digiI più soddisfatti dalla novità, almeno tale dei contenuti” è già obbligatoria nelle intenzioni di chi l’ha voluta, avrebdal 2012. L'approccio corretto, a mio bero dovuto essere gli “utilizzatori fiavviso, è quello di considerare come il nali” del servizio scolastico: le famiglie, digitale può intervenire nella didattica che riceverebbero un po’ di ossigeno su per migliorarla e non piuttosto quello di una voce di spesa in continua crescita; La convivenza tra libro e contenuto digitale è già una realtà, prevista per legge dal 2012.

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Gli studenti hanno senza dubbio una buona affinità con gli strumenti digitali. Quando si tratta dell'attività scolastica, però, risultano stranamente refrattari al cambiamento.

gli studenti, alleggeriti a loro volta nel prolungata e studio trovano un ostacopeso degli zaini. L’accoglienza, invece, lo nell’affaticamento agli occhi, mentre si è rivelata assai più tiepida del previmultitasking e interattività sembrano sto. Passi per i genitori, ancora legati favorire dispersività e deconcentrazioper questioni di anagrafe e mentalità a ne, assai più che offrire nuovi strumenti un certo tipo di rapporto con la carta. per l’apprendimento. La vera sorpresa, però, è venuta dalUno dei difetti più denunciati dei le generazioni dei cosiddetti “nativi dinuovi supporti è il timore che gitali”. Già nei meprovochino affaticamento alla vista si scorsi, quando il decreto ministeriale era stato solo annunciato, i sondaggi Tra tablet ed e-reader effettuati su portali come studenti.it o Buona parte delle difficoltà segnalate skuola.net gratificavano l’iniziativa di nascono dal tipo di dispositivo utilizzato. consensi molto modesti. Senza volerne Quando si parla di “affaticamento degli sopravvalutare l’attendibilità, i risultati occhi” è chiaro che si fa riferimento a davano il polso della tendenza a vedetablet o computer portatili, i cui schermi re ancora nel libro cartaceo un punto retroilluminati portano inevitabilmente di riferimento. Ma i feedback dai primi a un senso di fastidio quando la permaesperimenti sul campo hanno aggiunto nenza davanti agli stessi si prolunghi per allo scetticismo “culturale” quello lediverse ore. Un bel problema, visto che gato a disagi molto più pratici. Lettura dovrebbero essere usati da ragazzi V 23


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nel pieno della fase evolutiva e che la di nuovi testi digitali, abbiamo chiesto tutela della loro salute dovrebbe essere l’opinione di Giorgio Palumbo. Le sue tenuta in alta considerazione. Le cose parole lasciano pochi dubbi: «I concambierebbero parlando degli e-reatenuti digitali dovranno comprendere der, che usano la tecnologia e-ink senza elementi multimediali e interattivi, fruretroilluminazione e permettono un’espeLe linee guida anticipate dal rienza d’uso identica Ministero parlano di contenuti a quella della pagina scritta. Rispetto ai più multimediali e interattivi online versatili tablet, però, l’e-reader ha grosse limitazioni quando si tratta di accedere ibili via Internet, sia in classe che a caa contenuti multimediali: niente video, sa». Addio quindi agli e-reader, che con niente suoni e nemmeno colori. L’uso il Web non sono assolutamente a loro del “riposante” e-ink permette infatti agio. Il nuovo supporto per gli studenti solo la visualizzazione in toni di grigio. potrà essere quindi il computer portatile Per capire quali siano le caratteristiche o, più probabilmente, il tablet.

Tablet ed e-reader sono entrambi “dispositivi digitali”. Funzioni e caratteristiche, però, sono piuttosto differenti.

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Quale dispositivo? E-reader Se si escludono modelli ibridi con retroilluminazione, che mettono in discussione i vantaggi per la lettura, si può rimanere al di sotto dei 50 euro. Prezzi più elevati, ovviamente, per i dispositivi dotati di touch o di altre funzioni che li avvicinano ai tablet. Vantaggi: autonomia elevata, nessun affaticamento per la vista, costo ridotto Svantaggi: scarsa interazione col Web, niente contenuti multimediali

Tablet Se si rimane sui 10’’ per lo schermo, difficile scendere di molto sotto i 200 euro. Oltretutto, i modelli entry-level rischiano di scontare gravi limitazioni hardware: alcuni offrono una sola fra connettività 3G e Wi-Fi, altri non prevedono lo slot per l’espansione della memoria con una micro-SD. Vantaggi: supporto per il Web, riproduzione di contenuti multimediali Svantaggi: costo elevato, autonomia ridotta, schermo retroilluminato

I conti non tornano limite. Senza contare il fatto che, per La scelta tra i due tipi di dispositivo una famiglia con più figli, l’acquisto di ha conseguenze sotto molti profili e più tablet per ogni bambino sarebbe un notevole impatto anche sulle prouna vera mazzata. Tanto per continuare babilità di successo nel processo di col paragone di cui sopra, adottando adozione del “testo digitale”, a partire un semplice e-reader (costo medio di dai costi. Nelle intenzioni del Ministro, 50 euro) le cose sarebbero state molto lo strumento per rendere possibile il più semplici. Le rogne arrivano anche passaggio al digitale dovrebbe derivadal ragionamento sull’abbattimento re dall’abbattimento dei tetti di spesa: dei costi per le versioni digitali, giumeno 20% per i libri “misti” (cartaceo stificate teoricamente dal minor costo + online) e meno 30% per la versione dovuto all’assenza del supporto fisico. completamente digitale. Considerato La spesa per il tablet dovrebbe essere che la spesa media per i libri scolastici compensata da un risparmio del 30% (con variazioni per i sul costo complessivo dei testi vari ordini e gradi) è di 200 euro, stiamo parlando di cifre che variano tra i 40 e Il primo problema, sottolinea Palumbo, i 65 euro all’anno. Anche il più econoè la questione fiscale. «I libri cartacei mico dei tablet, però, costa 150 euro. sono sottoposti a un regime IVA ageAnche ipotizzando una vita media del volato del 4%, ma le edizioni digitadispositivo di 3 anni (al netto di guasti li sono assoggettate all’aliquota del e danneggiamenti accidentali), il piano 21%, destinata a salire al 22% nel mese economico disegnato dal Ministro è al di luglio». Che gli editori riescano V 25


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a rispettare l’abbattimento del tetto di spesa previsto, in queste condizioni, è piuttosto difficile.

quella di affidarne la gestione a ogni singolo editore, gli studenti si troveranno a doverne gestire almeno 4 o 5, con tutte le complicazioni prevedibili. Ma anche i problemi “a monte” sono tutt’altro secondari. Come spiega Giorgio Palumbo, la legge in tema di diritto

Piccole questioni legali Come se non bastasse la questione dell’IVA, a complicare le cose ci sono tutte le questioni relative al diritto d’autore. La legislazione sul diritto d'autore Il primo problema è in Italia è arretrata ed è differente quello legato alla tutela degli stessi libri per il cartaceo e il digitale di testo. Come si fa a evitare che circolino gratuitamente su Internet? La legge, d’autore nei testi scolastici è diversa per il momento, non ha previsto nulla quando si tratta di libri cartacei e di tein merito e l’impressione è che si pensi sti digitali. «I diritti per la pubblicazione di lasciare la patata bollente nelle mani in formato cartaceo per scopi educativi degli editori, senza realizzare una piatsono regolati dalla legge, ma quelli in taforma che garantisca un controllo sui formato digitale sono lasciati alla libecontenuti. Un problema non da poco, ra contrattazione. Questo significa che visto che per controllare l’utilizzo di tepubblicare alcuni testi della letteratura sti originali bisogna necessariamente italiana può essere molto più costoso ricorrere a un software. Se la scelta sarà o, addirittura, che la loro pubblicazione

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Il programma di ammodernamento della scuola italiana è stato oggetto anche di uno studio OCSE, non particolarmente incoraggiante.

su supporto digitale potrebbe essere semplicemente proibita da chi detiene il diritto d’autore». Insomma: nelle antologie digitali potrebbero mancare alcuni autori non per scelta didattica, ma per il semplice fatto che includerne i testi sarebbe troppo costoso.

no, però, anche su questioni molto più prosaiche. Proviamo a immaginare una classe con 20 o 30 studenti che utilizza un tablet come supporto per la lettura. Se si vuole consentire la connessione a Internet, serviranno Wi-Fi (e relativa amministrazione di rete) e una connessione a banda larga. Quest’ultima, poi, dovrebbe essere una vera banda larga e non la solita ADSL che in Italia viene spacciata come tale. Ve li immaginate 500 studenti che navigano su una con-

Piccole questioni pratiche A ostacolare questo impetuoso processo di digitalizzazione della scuola non ci sono solo gli screzi con gli editori e i problemi tecnici o legislativi, ma anche La transizione al digitale è inevitabile, la carenza di infrastrutture della scuola ma con tempi, strumenti italiana. “Secondo i e organizzazione adeguati dati più aggiornati, solo il 7 o 8% delle scuole italiane ha una connessione nessione da 10 Megabit? Per non parInternet” spiega il Presidente Palumbo lare dell’alimentazione. I dispositivi più “mentre le lavagne interattive multimeefficienti hanno batterie che arrivano diali (LIM) sono presenti solo nel 21% alle 8 ore di autonomia (per la cronaca, delle aule. Secondo l’OCSE, con i ritmi gli e-reader più diffusi hanno un’autonoattuali di adeguamento, per avere una mia di circa 15 ore) ma è difficile pensare LIM in tutte la aule ci vorranno 15 anni”. che gli allievi riescano a gestire la ricariLe ipotesi di digitalizzazione si infrangoca dei loro dispositivi con efficienza V 27


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Testi scolastici o videogiochi? Dietro lo schermo del tablet lo studente può fare quello che vuole…

e precisione teutonica. Il rischio, quindi, è che uno studente si ritrovi con il tablet scarico a metà lezione. Siamo pronti a dotare ogni banco di una presa di corrente entro il 2014?

che possano sfruttare tutte le possibilità del digitale, il passaggio da una fase di aggiornamento e formazione è indispensabile. Sotto un profilo più pratico, l’adozione dei tablet solleva qualche preoccupazione in merito al “controllo” degli studenti. Nel progetto del Ministero, infatti, ogni ragazzo ha in mano un dispositivo che può permettere di accedere

Le distrazioni Tra i soggetti coinvolti nell’analisi della “rivoluzione digitale” prossima ventura, fino a questo momento i grandi assenti soI tablet hanno un'autonomia no i professori. Quali di otto ore. Come si ricaricano sono le preoccupazioni del corpo docente quando lo studente è in classe? in merito all’introduzione dei tablet nelle scuole? Gli aspetti più “istituzionali” a libri di testo e contenuti educativi, ma prendono in considerazione la necessità anche a videogiochi, social network, prodegli aggiornamenti per sfruttare i nuovi grammi di Instant Messaging e siti Web. strumenti in maniera adeguata. Gli inseSiamo certi che sia così facile impedire gnanti italiani hanno un’età più alta dei l’uso di funzioni “extra scolastiche” in loro colleghi stranieri e, per fare in modo orario di lezione? 28


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Arduino Dai robot alle installazioni artistiche: ecco il cervello elettronico tutto “open� e Made in Italy 29


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l personaggio della nostra storia si chiama Arduino, ed è un soggetto davvero particolare. È un tipico tuttofare, che adora interagire con il mondo circostante: è capace di far muovere robot, gestire la casa con la domotica, realizzare strumenti musicali virtuali e tanto altro ancora. È un tipetto piccolo, che sta nel palmo di una mano, ma talmente geniale da poter fare (quasi) qualsiasi cosa. Più tecnicamente, Arduino è un componente per realizzare computer in grado di interfacciarsi con una quantità eccezionale di oggetti. È capace di gestire motori, luci, circuiti, programmi e più o meno qualsiasi cosa si possa immaginare. Un piccolo gioiello sviluppato tutto in Italia grazie all’impegno di un gruppo di entusiasti sviluppatori, riuniti all’interno dell’Arduino Team. Massimo Banzi, autore di “Getting Potenza Creative Commons Started with Arduino” edito da O’Reilly, L’obiettivo del progetto è quello di è uno dei membri dell’Arduino Team. favorire la condivisione dell’uso di tecnologie. Un concetto chiarito anma Banzi: “Il progetto è open harche da Massimo Banzi, co-creatore e dware, in altre parole chiunque può membro dell’Arduino Team. “Arduino scaricare gli schemi e utilizzarli sotè una piccola scheda elettronica molto licenza Creative Common”. Non to economica e accessibile a tutti. È trattandosi di un dispositivo “blindanato per avvicinare la tecnologia a to” alle modifiche, chi se la cava con persone come artisti e designer, che non conoscono nulla di questo argoIl progetto Arduino nasce mento, e spesso e per far avvicinare alla tecnologia volentieri ritengono l’elettronica una maanche i non addetti ai lavori teria lontana e complessa.” Il “cervello” saldatore e circuiti può estenderne del sistema è un microcontrollore le funzioni, migliorarlo e realizzarne ATmel della serie ATmega. Il resto è una propria versione. Anche l’aspettutto frutto del lavoro svolto da chi to software è curato in modo che sia partecipa al progetto, come confer30


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il più accessibile possibile. Il linguagpersone all’elettronica e alla tecnologio di programmazione usato per gia”. Lo Starter Kit, infatti, consente di gestirne le funzioni e interfacciarlo sviluppare un progetto con una serie con altri oggetti è un insieme di C e di componenti elettronici già presenti C++, con alcune modifiche apportanella confezione e corredati da un mate dagli sviluppatori per renderlo ancora È possibile utilizzare più immediato e di facile comprensione e migliorare liberamente sia anche per chi non l’hardware che il software ha una grossa esperienza. nuale d’uso. Quando si crea qualcosa, Idee ed esperienze si sa, la gioia di condividere e cona confronto frontarsi è fondamentale. Ecco perché Per chi si affaccia adesso a questo intorno ad Arduino nasce un’ecceziomondo, Banzi suggerisce lo Starter nale comunità, capace anche di stuKit, definendolo “un progetto ancora pire i suoi creatori. Lo stesso Banzi più semplice e immediato della scheracconta di come non si aspettasse un da Arduino, pensato per avvicinare più tale successo, “dipeso proprio dal V

Arduino Uno è basato sul microcontrollore ATmega328 e ha un’interfaccia USB. 31


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tecnici, studenti degli ITIS italiani, ma soprattutto tantissimi hobbisti di paesi diversi, che non provengono dal mondo dell’elettronica. Infatti, come conferma Banzi, “il Maker fa parte di una comunità digitale composta da migliaia di appassionati, una collettività spesso fondata sulla filosofia dell’open source”. È qui che entra in gioco Arduino, capace di sviluppare “un metodo di apprendimento basato sul fare, che porta alla scoperta dei processi attraverso la sperimentazione piuttosto che dopo lunghi studi teorici”. Fa di tutto Chi ha un’infarinatura di elettronica può iniziare a sfruttare le basi di Arduino partendo dal programmarlo per accendere e spegnere un LED, fino a creare effetti ottici a dir poco stupefacenti. Per realizzare un cubo con luci stereoscopiche bastano una scheda Arduino Uno, una manciata di LED colorati, saldatore, stagno e un po’ di pazienza. V

La gestione dei robot è pane quotidiano per il piccolo Arduino.

coinvolgimento attivo della community, sia in Italia sia all’estero. La crescita costante della comunità dei Makers, di cui Arduino rappresenta il cuore tecnologico, è un aspetto molto importante”. Al suo interno ci sono fan della robotica, professori degli istituti

Arduino Team Arduino è nata nel 2005, nell’ambito delle ricerche condotte all’Interaction Design Institute di Ivrea, come strumento di prototipazione elettronica per gli studenti della scuola. L’Arduino Team è composto da Massimo Banzi, italiano, che si occupa di Interaction Design come consulente e insegnante. Gianluca Martino, anche lui italiano, è invece l’ingegnere elettronico che coordina la produzione di schede Arduino. Tom Igoe, statunitense, è il

punto di riferimento d’oltreoceano per l’Interaction Design e la prototipazione di oggetti elettronici di comunicazione. David Cuartielles, spagnolo, docente al K3 di Malmö, è entrato a far parte del progetto Arduino nel periodo dell’Interaction Design Institute di Ivrea. David Mellis, anch’egli americano, vive e studia a Boston e ha realizzato, continuando a migliorare di versione in versione, il primo programma di compilazione di Arduino. 32


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Con Arduino, un device MIDI, tre accelerometri e un HUB USB si realizza una batteria virtuale.

Appositamente programmato, un con apparati motorizzati, è perfetmicrocontrollore arriva a generare to per il controllo e la gestione di spettacolari immagini di luce 3D sinrobot e arti artificiali. Se collegato cronizzate con la musica o i suoni. La a una mano robotica, ne gestisce i progettazione di congegni a LED è movimenti in modo talmente precisolo una delle tante possibili funzioso e delicato da consentire alle dita ni. Attenzione però a scambiarlo per di afferrare una bottiglia, stringerla un semplice giocattolo. Basta guare versare acqua in un bicchiere. darsi intorno per trovare applicazioni Il sistema è poliedrico e può che vanno ben oltre il semplice intratessere utilizzato per i progetti più tenimento. Come disparati. L'unico limite è la fantasia sottolinea Massimo Banzi, “lo spettro di progetti nati con Arduino, nei mondi Per gioco o sul serio del design, arte, architettura, musiSpulciando su YouTube si trovaca e scienza, è quanto mai variegano centinaia di video che illustrano to e sorprendente”. Arduino viene utilizzi "divertenti" di Arduino. Le usato per “lavori professionali di arapplicazioni, però, possono essere tisti e Interaction Designer, ma anmolto più pratiche di quelle realizche per fornire risposte a problemi zate per puro hobby. Nei progetti pratici di persone comuni”. Grazie più avanzati c’è anche un robot che alla sua capacità di interfacciarsi obbedisce ai comandi di un essere 33


Gli aspirapolvere “intelligenti” hanno già un sistema di guida automatico, ma volendo lo si può sostituire con Arduino e programmarselo da soli.

umano con un guanto collegato atplastica o metallo, niente ci impeditraverso una rete wireless al compusce di programmare al PC il pezzo e ter, in modo che i movimenti siano di realizzarlo in casa. Ma Arduino va riprodotti fedelmente dall’arto roboancora oltre, fino ad arrivare ad aptico. Anche la domotica, però, è un plicazioni tali da rendere orgogliosi settore in cui Arduino si sente a casa i propri creatori. Tra queste, come propria. La gestione di luci, degli impianArduino viene usato in numerose ti di riscaldamento, la chiusura degli inuniversità e aziende del calibro fissi e tutto quanto di Google e Apple riguarda l’automazione di un’abitazione possono essere gestite senza spiega Banzi, ci sono “quelle legate problemi dal suo microcontrollore. alla scienza e all’alta tecnologia. Con Un altro dei campi applicativi che Arduino sono stati realizzati molti struvanno per la maggiore è la stampa menti scientifici da laboratorio, la cui 3D, che sta vivendo in questi mesi un versione commerciale normalmente momento di espansione incredibile. viene venduta a un prezzo molto eleInterfacciandolo a un dispositivo in vato. Per esempio, Arduino è utilizzato grado di fresare e ritagliare un ogal CERN e in altri importanti laboratogetto partendo da un supporto di ri”. Chi usa Arduino è quindi al top. 34

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Intel detta il futuro Il futuro prossimo della tecnologia? Ecco a cosa sta lavorando il gigante dei microprocessori 35


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roduttori di ogni proveniensviluppatori Intel. La scorsa settimaza assillavano i giornalisti del na, il colosso americano ha invitato settore informatico con le la stampa al Future Showcase, per presentazioni di prodotti piuttosto mostrare quello che ha in serbo per bizzarri, equipaggiati con schermi il prossimo futuro. touch e sistemi operativi improbabili, Le webcam 3D permettono ben lontani dai soliti Windows, OSX e al computer di "riconoscere" Linux a cui eravamo il nostro viso e i movimenti abituati. Dopo qualche mese abbiamo capito: erano le prove generali per Le opportunità del 3D l’avvento dei tablet. A orchestrare la Ancora poco diffuse, le webcam 3D “piccola” rivoluzione era stata Intel, corrono il rischio di essere scambiate il maggiore produttore di processosolo per un semplice giocattolo, utili ri e componenti per PC e dispositivi al massimo per aggiungere un po’ di digitali. In quell’occasione abbiamo appeal ai servizi di videochat. Niente imparato una lezione: vuoi sapere di più sbagliato. Perché attraverso quali saranno le tecnologie del ful’aggiunta della terza dimensione (e turo? Fai quattro chiacchiere con gli alle applicazioni sviluppate da Intel)

Il controllo attraverso i gesti è una delle frontiere che interessa di più gli sviluppatori. A guardare i prototipi su cui lavora Intel, ci siamo abbastanza vicini. 36


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La mano ripresa dalla webcam è riprodotta perfettamente sullo schermo.

il computer è in grado di riconoscerci e di interpretare i nostri gesti. I risultati hanno ricadute estremamente pratiche, a partire per esempio dalla possibilità di accedere all’account di Windows attraverso il riconoscimento facciale. Con il 3D, infatti, si

con i prossimi computer HP) che, a differenza del sistema Intel, sfrutta un sensore collocato di fronte al monitor. Quale sarà la più convincente si potrà sapere solo una volta a regime, ma l’adozione delle webcam 3D ha l’indubbio vantaggio di non essere vincolata a posizione fisIl computer è in grado di riprodurre una sa. Le applicazioni mostrate al Future in tempo reale tutti i movimenti Showcase sono dei della nostra mano semplici giochi, ma le possibili applicasgombra il campo dalla possibilità zioni della tecnologia offrono spunti che qualcuno lo aggiri utilizzando più che interessanti per il futuro. una semplice fotografia a grandezza naturale. L’applicazione più intriIl video è wireless Fino a oggi, la trasmissione di flusgante, però, è quella che sfrutta il riconoscimento dei gesti. Qualcosa si video tramite connessione senza di già visto grazie all’utilizzo di altre fili aveva il limitato scopo di fare a tecnologie, come quella adottata da meno del cavo. Un bel risultato, ma Leap Motion (e in dirittura di arrivo lontano dal rappresentare qual- V 37


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magine attraverso i display come se stessimo usando un unico schermo. Il sistema, battezzato “Display as a service”, offre numerosi campi di applicazione: dai maxi schermi alla condivisione sul proprio tablet di contenuti offerti da postazioni pubbliche. Tutto senza troppe complicazioni e con una versatilità davvero impressionante.

Comandi vocali Tra le innovazioni dei sistemi di controllo, procede la strada verso il “dialogo” col PC. In questo caso Intel ha mostrato l’evoluzione del sistema di controllo vocale sviluppata in collaborazione con Nuance. Il software utilizzato è Dragon Assistant, derivato da Dragon Dictation, la versione “ridotta” del più evoluto Naturally Speaking.

Far scomparire la pioggia? Quante volte ci è capitato di dover guidare sotto una pioggia battente? Strada scivolosa e visibilità ridotta al minimo. Insomma: un’esperienza tutt’altro che piacevole. Quello che forse nessuno di noi ha mai realizzato è il motivo per cui la strada sia così difficile da vedere quando piove. Buona parte del problema deriva infatti dal fatto che i fari dell’auto illuminano anche le gocce di pioggia, bloccando la visuale. Di

cosa di rivoluzionario. La nuova frontiera, invece, è la distribuzione a più dispositivi dello stesso segnale, che permette di frammentare il video e consentire la visualizzazione su più display che “collaborano” tra loro. Nel corso della visualizzazione si può spostare e ridimensionare l’im-

Con la trasmissione wireless, i video possono essere distribuiti su più schermi. 38


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Rendere invisibile la pioggia? Con i fari "intelligenti" sarà possibile.

qui l’idea: trovare un modo per non te attraverso un video offrono un’iilluminare la pioggia. Tutto funziona dea abbastanza precisa del risultato, grazie all’abbinata tra un proiettore davvero sorprendente. La visibilità di luce “intelligente” e un procesaumenta esponenzialmente, anche sore che analizza la traiettoria delle se a complicare le cose c’è la velogocce quando entrano nel campo vicità dell’auto, che rende la traiettosivo del dispositivo. L’analisi consente di Alcune delle tecnologie mostrate sono prevedere la traietancora in fase sperimentale. toria di ogni singola goccia e creare una Le vedremo applicate tra qualche anno corrispondente “zona d’ombra” nella proiezione del faro. Un’attività chiaria delle gocce meno prevedibile. In mata “illuminazione selettiva” e che ogni caso, anche a 100 Km/h, il dirichiede una velocità di elaboraziospositivo dovrebbe riuscire a “elimine impressionante, ma ampiamente nare” il 50% delle gocce. Si tratta, in alla portata dei processori di ultima ogni caso, di una tecnologia ancora generazione. Le simulazioni mostrain fase embrionale, il cui sviluppo V 39


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Basta ruotare lo smartphone per cambiare la prospettiva all'interno del video e avere l'illusione di "muoversi" nell'ambiente.

è portato avanti in collaborazione con la Carnagie Mellon University. C'è da scommettere che i produttori d'auto saranno più che interessati a questo tipo di tecnologia non appena potrà essere applicata alla produzione in serie.

sente giroscopio dello smartphone. Il risultato è un sistema di controllo estremamente intuitivo (basta muovere il telefono) per “navigare” nel video come se ci trovassimo all’interno dell’azione. In questo caso

In futuro potremmo avere Cambio di prospettiva smartphone con 4 o 5 fotocamere Non cambierà il noper registrare video a 360 gradi stro modo di usare il computer, ma la funzione Wireless Display 360 raple applicazioni pratiche non mostrapresenta un esempio delle tante no orizzonti amplissimi, almeno fino trovate che permettono l’interazioa quando non ci troveremo in tasca ne tra tecnologie già alla portata dei smartphone con 4 o 5 fotocamere produttori. Basta mettere insieme le e che permetteranno di effettuare riprese video a 360 gradi, effettuate riprese a 360 gradi senza ricorrere con più videocamere, e l’onniprea un set professionale. 40


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Un mondo di

fotografie immagini catturate e immediatamente condivise ecco i dati della "Smartphoneography" 41


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iù di un miliardo di smartphota, quella di tutti i telefoni. I dati forne in circolazione. Un miliarniti da Gartner parlano, per il 2103, do di persone che, oltre a di una previsione di consegna di 1,87 navigare e comunicare, scattano una miliardi di telefoni cellulari, dei quaquantità impressionante di fotograli un miliardo saranno “intelligenti”. fie e le pubblicano sul Web. Sempre Già oggi, su sei miliardi di possespiù rapidamente. In pratica non c’è Nel 2013, per la prima volta, evento o avvenigli smartphone supereranno mento sul pianeta che non sia immorin vendite i normali cellulari talato e condiviso in tempo (quasi reale). A mettere in rilievo le cifre della fotosori di cellulare oltre 1 miliardo utigrafia “social” è uno studio di Istock, lizza uno smartphone. Se a questi si che raccoglie i dati di un fenomeno aggiungono i possessori di tablet, di massa ormai incontenibile. È il riancora meno utilizzati ma la cui diffutratto della Smartphoneography. sione è in netta crescita, si ha la conferma di una crescita esponenziale Record di vendite nell’accesso alla Rete. Secondo i daNel 2013 è previsto che la vendita di ti più recenti, il numero di persone smartphone superi, per la prima volche utilizza Internet è raddoppiato

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Qualità in ascesa Rispetto ai primi modelli, la "sezione fotografica" degli smartphone ha fatto enormi passi in avanti. I primi modelli, come

l’iPhone, mettevano a disposizione dell’utente un sensore da “soli” 2 megapixel. Era il 2007 e i successivi melafonini avrebbero portato all’attuale dotazione da 8 megapixel. C’è però chi ha fatto di meglio, come Nokia. Il suo 808 PureView ha un sensore da 41 megapixel, quasi il doppio delle fotocamere reflex di fascia alta. Ad assottigliare la distanza tra i telefonini intelligenti e le fotocamere professionali sono anche le tecnologie adottate: stabilizzazione delle immagini, ritocco “al volo” ed effetti in tempo reale consentono di ottenere risultati di qualità sorprendente.

negli ultimi 5 anni, arrivando a quota ora superare la quota stratosferica 2,3 miliardi di utenti. Un vero eserdi 4.000 miliardi di immagini fissate cito di persone in grado di catturasu carta, memorizzate su computer re immagini e trasmetterle sul Web. o pubblicate su un qualche social Nel 2011 una ricerca della società network su Internet. 1000memories ha cercato di fare una Una ricerca ha cercato di stimare stima delle fotografie (analogiche e diil numero totale di foto scattate gitali) scattate nella negli ultimi due secoli: 3.500 miliardi storia dell’umanità. Secondo i calcoli degli esperti, fino al 2000 erano staEffetto social te scattate 85 miliardi di fotografie. La diffusione delle connessioni wiNel 2011 il numero era salito a 3.500 reless e telefoniche, così come la miliardi, con un 10% del totale reacrescita di vendite dei dispositivi lizzato nel solo 2011. Ipotizzando portatili, non basta a spiegare da soanche un semplice mantenimento la l’esplosione del fenomeno della dello stesso ritmo, il totale dovrebbe Smartphoneography”. A contri- V 43


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Tempo reale Abbiamo mai pensato a come è cambiato il tempo di attesa per poter vedere le foto che scattiamo? I primi modelli di macchina fotografica richiedevano 10 minuti di sviluppo per poter vedere l’immagine su lastra. Oggi, invece, la visualizzazione e la condivisione degli scatti avvengono praticamente in tempo reale.

buire in maniera determinate è l’evone delle immagini rendendola praluzione delle tecnologie e dei sistemi ticamente istantanea. In presenza di social per la condivisione. Le statistieventi particolari, l’effetto è particoche parlano di 250 milioni di foto calarmente evidente. Come è accaduto ricate ogni giorno sul solo Facebook, a fine 2012 in occasione dell’uragano seguito nella classifica da Instagram Sandy, immortalato da 1,3 milioni di con 40 milioni di upload giornalieri. fotografie su Instagram, caricate a un Un vero patrimonio di pixel che si ritmo di 10 al secondo. È una delle accumula sul Web. Il social network di Sul solo sito di Facebook Mark Zuckerberg ha raccolto, dalla sua vengono caricate la bellezza nascita, la bellezdi 40 milioni di foto al giorno za di 140 miliardi di fotografie. Al dato esclusivamente quantitativo, va agdeclinazioni del cosiddetto “Citizen giunto l’elemento “tempo”, praticaJournalism”, che sposta il baricenmente azzerato grazie alle app per tro dell’attività di documentazione la condivisione che fanno parte innella “massa” di persone che hanno tegrante della dotazione di qualsiasi la possibilità di immortalare eventi smartphone. Un’evoluzione che ha e notizie attraverso gli scatti dello trasformato le modalità di diffusiosmartphone. 44


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Smartphone, regole d'uso A

fine febbraio, sul sito del quotidiano inglese The Guardian, il giornalista Dean Burnett ha ripreso in mano un discorso molto amato da chi redige manuali su come si scrive in Internet: per attirare l’attenzione del lettore basta scrivere delle liste. Anche Social Survival non vuole essere da meno, perciò vi sottoponiamo il nostro decalogo su come utilizzare lo smartphone in pubblico. 1. Al ristorante. Non appoggiate il telefono sul tavolo come fosse una 44 Magnum. Tenetelo in tasca, in modalità vibrazione. Alla decima notifica potete dare un’occhiata. Se i messaggi arrivano una persona che è al tavolo con voi, ormai vale quanto un piedino. 2. A piedi, in strada. Va usato come arma di distrazione di massa per evitare venditori di rose, tulipani, braccialetti, accendini e libri. Però un “No, grazie” accennato è sempre consigliato. 3. Sui mezzi pubblici. Le persone accanto a voi, anche se sembrano impegnate, sbirciano quel che fate. Se è il caso, potrebbe essere l‘occasione di scrivere che consigliate loro di fare una doccia. 4. In macchina, al volante. Fermarsi prontamente al primo segno di semaforo giallo, rispettando così il Codice

della strada e aver più tempo per scrivere un messaggio. 5. In treno. Le persone attorno a voi che ascoltano quel che raccontate ad alta voce all’amica al telefono, lo stanno trascrivendo su Facebook, lamentandosi di quanta gente cafona ci sia in giro. 6. A una conferenza. Se avete il physique du role o un nuovo vestitino da mostrare, non abbassate la suoneria. Alla prima telefonata alzatevi e allontanatevi, facendovi notare sicuramente da tutti. 7. Al cinema. Anche se avete abbassato la suoneria al minimo, la luce dà fastidio a qualsiasi persona nel raggio di uno o due posti. Non c’è scusante, soprattutto se accanto avete il cinefilo di turno. 8. Sui mezzi pubblici 2. Sui mezzi ci sono un sacco di persone che fotografano di nascosto abiti, scarpe, piedi, gambe. La smettete? 9. Nell’intimità. Se vi è piaciuto, non c’è bisogno di afferrare il telefonino e correre a fare Like sul suo profilo di Facebook: diteglielo in faccia. 10. Quando la batteria è scarica. Godetevi questi scampoli di vita disconnessa. 45


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