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Settant’anni di storia una festa mai vista
from Stadium n. 5-8/2014
by Stadium
di Felice Alborghetti
Una festa dello sport come non s’era mai vista: 80.000 partecipanti, sportivi di ogni età e rango; un padrone di casa d’eccezione, papa Francesco; una location inimitabile, patrimonio dell’umanità per la sua dimensione artistica e spirituale, piazza San Pietro. Così il 70° compleanno del Centro Sportivo Italiano si è trasformato in un evento epocale, destinato a restare non solo negli annali dell’Associazione ma di tutto lo sport italiano. Protagonisti i ragazzi che si esibivano giocosamente in questo o quello sport sui mini campi allestiti in via della Conciliazione, quasi a ricordare urbi et orbi il bello dello sport, quando lo sport si fa libero e giocoso; protagonisti i molti testimonial sfilati sul sagrato di San Pietro a dire quanto l’attività sportiva ha regalato alle loro vite; protagonista, soprattutto, il pontefice “venuto dalla fine del mondo”, che con il suo stile che impasta semplicità e umanità ha rivolto a tutto il mondo dello sport un messaggio fatto di parole su cui c’è molto da meditare. “Tre strade voglio indicare ai ragazzi: la strada dell’educazione, dello sport e del lavoro. Invito tutti gli sportivi non solo a giocare ma anche a mettersi in gioco nella vita come nello sport, nella Chiesa, con gli altri, senza paura ma con coraggio senza accontentarsi di un pareggio” le prime parole di Papa Francesco. Oltre al significato immediato, legare scuola, educazione, sport e lavoro è sembrato un richiamo ad avere a cuore il destino dei giovani dedicando loro una politica integrata, uno sforzo collettivo. Calzante, e infatti il papa lo ha evidenziato, il parallelismo con quanto avviene nell’esperienza sportiva di squadra: nessuno vince da solo, nessuno vince tirandosi indietro. Dopo essere stato nominato capitano ideale del Csi, Francesco, nel ringraziare, ha infatti esortato: “Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa, ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo”. Un appello che richiama anche il Csi a non accontentarsi di quanto fatto nei suoi 70 anni, per quanto straordinario sia, a rinnovare le idee e gli sforzi per vincere la sua partita, agendo da “missionario”, portando oltre i propri cancelli il modello di uno sport di senso. E al di là dei cori, dei canti, della felicità dipinta sui volti dei tanti ragazzi, proprio questo voleva essere il 70° in piazza San Pietro. Lo ha sintetizzato bene il presidente nazionale Achini: “Noi vogliamo vivere in piazza quel volto umano che troppo spesso resta nell’ombra, che non finisce mai nelle cronache dei giornali ma che vive e che pulsa nei campetti delle parrocchie, degli oratori, dei quartieri e delle periferie di tutta Italia; un volto umano dello sport che il Csi vuole attivare per tutti e dappertutto”. 70 anni e una storia “nobile” da perpetuare nel modo più degno, nel segno della continuità degli ideali. Fare un po’ di memoria nell’occasione era inevitabile. Lo hanno fatto alcuni “vecchi”, raccordando passato, presente e futuro. Dal saluto degli ex presidenti del Csi che negli anni addietro hanno guidato il popolo arancioblu tracciando un pezzo di strada, ai vari gesti simbolici e testimonianze. Un passaggio sullo sport in carcere, nelle parole del presidente del Csi Vicenza Enrico Mastella; uno sguardo all’attività internazionale, attraverso gli occhi di Jean Pierre, un bimbo di Haiti, dove da ormai due anni il Csi è di casa; l’integrazione con Klaudio Ndoja che ricorda di essere stato accolto, clandestino, arrivato in mare dall’Albania da un prete in oratorio. La Chiesa di casa nello sport, con la Clericus Cup e Romeo Ntsama, il capitano del Collegio Urbano campione 2014; il mondo della disabilità, con il capitano della Nazionale Calcio Amputati Csi, Francesco Messori, che sulle stampelle ha regalato la sua fascia al super capitano Francesco. E dopo la consegna delle bandiere del Coni e del Csi, consegnate al pontefice dai rispettivi presidenti Malagò e Achini, dopo altri testimonial, è arrivato il momento della benedizione del “capitano”, sulle famiglie, sulle società sportive e gli oratori e su tutto il mondo dello sport, sugli 80 mila che hanno gremito San Pietro. Una festa incredibile, che ha lasciato nel cuore di tutti la convinzione che la partita dell’educazione attraverso lo sport sia l’unica che non si può perdere.
La nostra strada
Sabato 7 giugno il cuore dello sport italiano pulsava in Piazza San Pietro. Tutte le componenti del nostro sistema sportivo si sono ritrovate insieme davanti a Papa Francesco, eletto “capitano” all’unanimità, per ascoltare da lui parole che illuminassero il presente e il futuro dello sport nella società italiana. Le aspettative non sono andate deluse. Il Centro Sportivo Italiano, in particolare, si è visto indicare la via per proseguire, oltre il traguardo del 70° di fondazione, la sua missione di operare attraverso lo sport a favore dei giovani, senza fermarsi mai, facendo di tutto per vincere la difficile partita della sfida educativa. E dal messaggio del Pontefice, ora che il percorso è stato indicato, il Csi è pronto a ripartire dalla prossima stagione, sapendo di poter contare sul suo specialissimo “capitano” per mantenere la rotta nel realizzare lo sport che fa vincere la persona. Quello sport che ogni giorno ispira e alimenta la vita delle società sportive delle parrocchie e degli oratori, dei quartieri “bene” e delle periferie “difficili”, nelle scuole come nei “ghetti” della disabilità e dell’emarginazione.