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Verso una Settimana europea dello Sport
from Stadium n. 5-8/2014
by Stadium
In risposta, Bruxelles pensa di lanciare nel 2015 una forte iniziativa promozionale comunitaria a favore della pratica motoria e sportiva.
di Andrea De Pascalis
Il 2015 dovrebbe vedere la prima edizione della “Settimana europea dello sport” (EWoS: European Week of Sport). Il condizionale è necessario: l’idea, delineatasi nel 2012, sta avendo una lunga gestazione. Guardando alle singole promozionali “giornate nazionali dello sport” che hanno luogo in tanti paesi (anche in Italia, ai primi di giugno), si è pensato che una settimana europea avrebbe avuto un impatto maggiore. Per capire come realizzare il progetto, lo scorso novembre è stato organizzato a Bruxelles un seminario in cui sono state presentate alcune “buone pratiche” e più di 20 organizzazioni sportive (non governative) hanno dibattuto come realizzare il progetto. In questo mese di giugno, sempre a Bruxelles, una conferenza internazionale discuterà come lanciare l’iniziativa. La preoccupazione che è a monte di tutto questo lavoro nasce dall’inattività fisica che affligge un ancora vasto numero di cittadini europei. Numeri che hanno trovato ulteriore conferma dall’ultimo rapporto Eurobarometro del marzo scorso su “Sport e attività fisica”. Il 42% dei cittadini europei intervistati risultava non fare mai esercizio fisico o sportivo, il 17% raramente, il 33% con qualche regolarità (una volta a settimana), e solo l’8% con autentica regolarità (5 volte a settimana). Ad allarmare è l’aumento dei sedentari rispetto all’analoga indagine del 2009. Le autorità europee fanno affidamento sulla diffusione della pratica sportiva per risolvere due problemi capitali: il miglioramento o mantenimento dello stato di salute dei cittadini, con riflessi positivi sulle spese sanitarie, e l’integrazione/coesione sociale, che sempre più si presenta come una sfida decisiva dei prossimi anni. Si pensa che la “Settimana europea dello sport” dovrebbe avere un impatto maggiore delle singole “giornate nazionali”, conquistando più spazio sui media, traendo il meglio dalle buone pratiche sperimentate in mezzo continente, coinvolgendo un maggior numero di stakeholders, promuovendo la cooperazione internazionale delle più diverse organizzazione sportive. Se si tratta di un’idea efficace lo vedremo nel 2015.

