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Chiesa e sport
from Stadium n. 5-8/2014
by Stadium
CHIESA E SPORT
L’omelia di mons. Galantino: “Il Csi: un valore aggiunto”
Nella mattinata del 7 giugno atleti, tecnici e dirigenti del Csi hanno partecipato alla Santa Messa celebrata nella chiesa di S. Maria alla Traspontina da mons. Nunzio Galantino. Dopo le letture, il Segretario Generale della CEI ha pronunciato un’omelia dai significati profondi, aperta con una riflessione su Papa Francesco: “Ha messo in comune con noi una capacità di riflessione che può aiutarci a continuare questa bella avventura, questa gara che è la vita. L’attesa dell’incontro con il Santo Padre cattura tutte le vostre attenzioni; ed è importante vivere queste emozioni, perché altrimenti saremmo dei poveri uomini e delle povere donne. Ma dov’è che il Papa ricava tutta questa energia? Dalla preghiera e dalla eucarestia, che quando vengono vissute bene sono in grado di produrre cose meravigliose, uomini e donne straordinari”. L’omelia è poi entrata nel vivo con la citazione della celebre frase di Yuri Chechi, “Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca”, per affermare che gli sportivi devono vivere e testimoniare con entusiasmo la bellezza della vita vissuta nella lealtà, accompagnati da Gesù. Quindi, un parallelo tra San Paolo e il Csi, con l’Apostolo “grande atleta della squadra di Gesù; intraprendente, furbo, instancabile, che ci parla delle sue difficoltà, degli sforzi fatti per non farsi ridurre all’impotenza. E, come S. Paolo, il CSI ha allenato uomini e donne che non vogliono essere navigatori solitari, che si danno delle regole e non vogliono fermarsi. Perché i record più belli sono quelli che debbono ancora arrivare e per i quali non ci alleneremo mai abbastanza”. E sulla missione educativa del Csi: “Quando sento lamentele, dentro e fuori la Chiesa, quando vedo operatori scoraggiati, mi chiedo: quanto impegno mettono nel farsi evangelizzare dallo sport? Mitizzare la socializzazione non basta. Il CSI è un valore aggiunto, perché riesce a mettere insieme i ragazzi rendendoli persone nuove e affidabili, cioè convinte che la voglia di vincere non si allea con l’imbroglio e la sopraffazione di chi è meno abile”. In conclusione, un invito agli sportivi: “Rifiutate di contribuire a ingrossare le fila di coloro che stanno dalla parte dei presunti vincitori. è meglio che facciate parte degli scarti e delle riserve”.
CONVEGNO NAZIONALE DEI CONSULENTI CSI
La visione del consulente ecclesiastico come mera figura di raccordo fra le strutture territoriali CSI e le diocesi può dirsi non solo di scarsa prospettiva, ma soprattutto incapace di esprimere quel dinamismo e quel contributo di idee che nella realtà odierna sono indispensabili per tradurre il rapporto fra sport e fede in azioni concrete e in esperienze significative. Perché, se da un lato non si può dare per scontata la piena e incondizionata accettazione, da parte di tutti quelli che aderiscono al progetto CSI, del principio per cui lo sport non è di per sè un fine, ma soltanto il mezzo per fare educazione e per diffondere i valori cristiani, dall’altro occorre constatare - senza che ciò suoni come una nota di biasimo - che i dirigenti dei comitati, ai vari livelli, non sempre hanno la lucidità e il tempo necessario per mantenersi sulla rotta di obiettivi così elevati. Ecco allora che il consulente ecclesiastico può e deve assumere la funzione propria del navigatore del pilota di rally, apportando la sua “correzione fraterna” alle iniziative intraprese dai rispettivi comitati.
Questo per rimanere fedeli alla vocazione del CSI ben sottolineata dal suo fondatore Luigi Gedda: “Tirar fuori da un ragazzo un grande giocatore è un programma troppo modesto per noi del Csi. L’uomo non è stato creato da Dio per diventare un grandissimo atleta. Dio non si sarebbe scomodato per così poco. Il Csi deve aiutare il giovane atleta a scoprire e raggiungere la sua vocazione: come cittadino, padre di famiglia, come operaio, come professionista o chissà anche come sacerdote. Altrimenti il Csi fallisce il suo scopo”. Questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dall’incontro dei consulenti ecclesiastici CSI svoltosi venerdì 6 maggio all’Hotel Holiday Inn di Roma, convocato in occasione dell’incontro con Papa Francesco per festeggiare il settantennio dell’associazione. Proprio grazie anche alle parole di Papa Francesco i tempi sono maturi per la definitiva accettazione, da parte della Chiesa, dello sport come mezzo di educazione e crescita umana. Ai consulenti ecclesiastici il compito di superare le ultime resistenze e di stimolare i dirigenti Csi a fare una piena e consapevole scelta cristiana.