TEMPOREALE
iscrizione al tribunale di gorizia n°409 del 06/06/2009.
letters and colors from street’s young art
CHANGE
anno 08 • n° 12 luglio 2017
TEMPOREALE PEOPLE EDITORE Banda_Larga Associazione di Promozione Sociale Partner di progetto Banda Larga young – aggregazione giovanile Direttore responsabile Cristina Visintini Redazione Claudia Fabaz, Daniela Proietti, Pietro Modena, Walter Comunello, Michel Medeot, Mery Zanolla Collaboratori Beatrice Branca Flavia Donadoni Ringraziamenti prof. Carlo Carraro, Alessandra Mazzai Spritz for Five, Alessandra Ballarini prof. Giuliana Candussio, prof. Giulia Realdon prof. Nadia Pizzon – ISIS Pertini Grafica e Impaginazione AndreaAntoni.it Copertina “The Jumping Tower of Pisa “ Pietro Cataudella Celio Realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia (Lt. 12/2007)
stam p carta ato su ricic lata
...quella che abbiamo conosciuto finora è soltanto la globalizzazione dei mercati. Che ha come conseguenza la concentrazione di ricchezze sempre maggiori in pochissime mani. E questo è molto pericoloso. Genera una crisi di rappresentatività nelle nostre democrazie perché aumenta il numero degli esclusi. Se vivessimo in maniera saggia, i sette miliardi di persone nel mondo potrebbero avere tutto ciò di cui hanno bisogno. Il problema è che continuiamo a pensare come individui, o al massimo come Stati, e non come specie umana. Josè Pepe Mujica ex Presidente dell’Urugay Centro Studi Podresca, Prepotto Accademia del Fumetto, Trieste Ass. Benkadì, Staranzano, (GO) MGS Movimento Giovanile Salesiano Ass. cult. Periferia Nordest, Monfalcone (GO) ExisT - Volontari Europei CVCS, Gorizia Ass. Scimmie Bisiache Monfalcone (GO) Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Gorizia United World College of the Adriatic Duino (TS) Il Cerchio Magico - Villesse (Go) ISIT Commerciale “L. Einaudi”, Staranzano ISIT Industriale “G. Marconi”, Staranzano CEFAP, Codroipo MO.VI FVG ITT Malignani di San Giorgio di Nogaro ISIS Pertini - Monfalcone Ass. Corte dei Miaracoli onlus - Fiumicello Circolo NOI Marcelliana Oratorio S. Michele - Monfalcone
TEMPOREALE LA RETE
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Economia e crescita GREEN: tra possibilità e criticità Cambiare con la scienza si può Il cambiamento... interpretato da Scienze Under 18 Isontina Un quintetto vocale che sembra suonare decine... di strumenti Feeling... per una squadra vincente Siamo pronti al cambiamento? AAA Green Act cercasi disperatamente InfoSpot La ludopatia e i giovani
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Spilliamoci con Misspillo Cambiare? Ecco l’attrezzatura indispensabile 27 Videoteca 28 Sullo scaffale
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Se una notte d’autunno una viaggiatrice Il valore del lavoro di squadra
Esperimenti di... giornalismo La lettura come strumento di integrazione
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I ragazzi del Pertini al lavoro Banda Larga Dove?! Cover
É tempo di cambiare, mutare trovare uno spazio per poter pensare “zitti zitti che il silenzio è d’oro” (Areoplanitaliani 1992) proviamoci allora una pagina di silenzio per sentirci davvero. E nel cuore muto il ricordo per i piccoli Charlie nel mondo. Parole, esperti , ipotesi e calcoli Etica, economia, diritto... davvero “misurare” possiamo le scelte più grandi? Ne vale la pena oppure no in termini di denaro questo non lo so ma l’acqua che disseta i vostri geranei
l’Africa la potrebbe salvare ... dunque? Coerenza sarebbe una buona partenza La moneta la vita non la misura E’ tempo di un nuova gratuita avventura E’ tempo di
#01
TEMPOREALE
ECONOMIA E CRESCITA “GREEN”: tra possibilità e criticità. Un’autorità in materia, un pioniere nel campo dell’economia sostenibile, un grande piacere per noi poterne ospitare l’intervento: abbiamo intervistato il professore CARLO CARRARO, di cui diamo di seguito alcune pennellate per delinearne l’identikit e la carriera: Carlo Carraro, rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia dal 2009 al 2014, ora professore ordinario di Economia Ambientale presso la stessa Università. Ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Princeton negli Stati Uniti e ha insegnato all’Università di Parigi I e in quella di Udine. Attualmente riveste, per il secondo mandato consecutivo, la carica di vicepresidente dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), organizzazione internazionale per cui lavora dal 1993 e che nel 2007 è stata insignita del premio Nobel. E’ Direttore Scientifico della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), membro del Comitato Esecutivo della Fondazione Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) e Direttore dell’International Centre for Climate Governance (ICCG). In particolare, riveste il ruolo di Presidente del Comitato Scientifico del Green Growth Knowledge Platform, una iniziativa della Banca Mondiale, dell’OCSE e dell’UNEP per accompagnare tutti i paesi del mondo verso una crescita sostenibile, oltre che membro dello Scientific Advisory Board dell’ Environmental Economics Program dell’Università di Harvard e del Center for Economic Studies dell’Università di Monaco. E’, inoltre, direttore della Review of Environmental Economics and Policy, la più importante rivista a livello internazionale sui temi di economia ambientale.
#03
fotografia di Andrea Antoni
Uno tra tanti gli eventi che non vanno alla ribalta dei media: la Terza Conferenza Annuale Green Growth Knowledge Platform. Ci può illustrare brevemente premesse e scopi del progetto? La Green Growth Knowledge Platform (GGKP) è un network globale di organizzazioni internazionali ed esperti che mira ad identificare e affrontare le principali lacune teoriche e pratiche del percorso verso una crescita verde. Incoraggiando una collaborazione diffusa e una ricerca a livello globale, GGKP offre ai professionisti e ai decisori una guida alle politiche, alle buone pratiche, agli strumenti e ai dati necessari a supportare la transizione verso un’economia verde. Fondata nel 2012, organizza periodicamente Conferenze Annuali, ospitate ad ogni edizione da una diversa istituzione partner (Città del Messico, 2012; Parigi, 2013; Venezia, 2015; Isola Jeju, Corea del Sud, 2016; Washington, 2017). La Terza Conferenza Annuale Green Growth Knowledge Platform, tenutasi a Venezia a gennaio 2015, è stata ospitata dall’Università Ca’ Foscari Venezia e ha riunito esperti di tutto il mondo, compresi i Paesi in via di sviluppo, per condividere conoscenze ed esperienze per una migliore attuazione degli strumenti fiscali green. Il titolo della conferenza è stato infatti “Fiscal Policies and the Green Economy Transition: Generating Knowledge – Creating Impact” (Politiche Fiscali e la Transizione verso un’Economia Verde: Generare Conoscenza – Creare impatto). La conferenza ha affiancato analisi teoriche alla presentazione delle migliori applicazioni concrete di strumenti fiscali volti a controllare i cambiamenti climatici, limitare lo sfruttamento delle risorse naturali e l’inquinamento locale. Ha rappresentato inoltre l’occasione per un utile scambio di opinioni e suggerimenti tra scienziati ed economisti da un lato, e leader politici dall’altro. Quali sono i costi sommersi del nostro attuale stile di vita? I beni che consumiamo e i servizi di cui godiamo hanno un impatto sull’ambiente e sul clima. Basti pensare ai combustibili bruciati per la produzione dell’energia necessaria a realizzare un bene, o per spostarsi con mezzi motorizzati; si pensi
all’enorme quantità di rifiuti che produciamo, che vanno smaltiti o riciclati (e anche il riciclo necessita di energia); si pensi alla scarsità delle materie prime, utilizzando le quali - senza adeguata pianificazione impoveriamo il nostro futuro. Tutti questi impatti sull’ambiente hanno un costo economico, che abitualmente non viene sostenuto da chi acquista il bene o gode del servizio in questione. Ne deriva un eccessivo sfruttamento delle risorse comuni che impoverisce la collettività, conseguenza che potrebbe essere corretta almeno in parte grazie all’adozione di adeguate politiche fiscali “verdi”. Tali riforme comprendono strumenti mirati a tassare le attività che provocano danni ambientali ed un eccessivo uso delle risorse naturali, a riorientare gli investimenti pubblici e privati destinati allo sfruttamento dei combustibili fossili verso alternative a basse emissioni di carbonio, ad alimentare lo sviluppo dell’economia verde e a dare ai mercati i giusti segnali per incoraggiare investimenti sostenibili nel lungo termine. Può stupire il confronto tra la crescente consapevolezza “green” e il perseverare in uno sviluppo che degrada palesemente il pianeta e lo scenario delle future generazioni. Quali sono di fatto le barriere esplicite ed implicite all’attuazione di politiche energetiche/ambientali alternative ed eco-compatibili? Lo sviluppo di politiche a favore dell’ambiente e del clima, oltre ad allontanarci dalla dipendenza dai combustibili fossili, è anche in grado di garantire risparmi economici e benefici sociali. Per fare un esempio, disinvestire dai combustibili fossili non solo incoraggia
un’economia verde, ma ha anche effetti positivi diretti sulla salute, permettendo ai governi di risparmiare nella voce di bilancio dedicata all’assistenza sanitaria nazionale. Continuando invece nella direzione attuale, i costi che dovremo sostenere nel prossimo futuro saranno ben maggiori degli investimenti ad oggi necessari per contenere l’innalzamento della temperatura entro soglie “di sicurezza” e per preparare le nostre società e le nostre infrastrutture a quegli impatti dei cambiamenti climatici che sono oramai, in una certa misura, inevitabili. Ciononostante, ci sono diverse barriere all’attuazione delle giuste politiche. In primo luogo, la percezione dei decisori è quella di danneggiare la competitività economica del proprio Paese se attuano politiche ambientali, e in particolare se gli altri Paesi non lo fanno. Trattati internazionali a favore del clima, come il recente Accordo di Parigi (dicembre 2015), hanno proprio il ruolo di far muovere gli stati in accordo e nella stessa direzione, verso gli stessi obiettivi. Inoltre, è spesso difficile comunicare efficacemente i benefici economici, sociali e ambientali di tali riforme, che incontrano quindi ostacoli nell’essere accettate dai cittadini. Infine, come per ogni riforma, anche queste sottendono degli effetti collaterali per il mercato e per alcuni stakeholder. Con questa consapevolezza, i governi possono prevedere forme di supporto per quei settori che potrebbero venire danneggiati. Le riforme fiscali verdi devono quindi essere attentamente progettate e realizzateper poter essere efficaci e in grado di essere mantenute nel tempo.
#05
Cambiare con la scienza si può Un progetto ambizioso di diffusione capillare di competenze scientifiche Giulia Realdon - presidente Giuliana Candussio - vicepresidente e addetta stampa Scienza Under 18 (SU18) Isontina è un’associazione culturale senza scopo di lucro, nata per sostenere e realizzare un modo partecipato ed innovativo di fare e comunicare scienza dentro e fuori dalle nostre scuole. Fa parte della rete nazionale Scienza Under 18. L’associazione è formata da docenti e dirigenti in servizio e in quiescenza che mettono a disposizione, a titolo gratuito, competenze ed esperienze diversificate. Dal 2010 SU18 Isontina organizza svariate iniziative. L’evento principale è il Festival “Scienza Under 18”, che si tiene nella prima metà di maggio a Monfalcone Durante l’anno scolastico studenti e docenti, lavorano insieme intorno a un’esperienza scientifica. Nei giorni del festival gli studenti, veri protagonisti, espongono i risultati e i metodi del loro lavoro, ricorrendo a vari linguaggi. Il progetto, infatti, interviene soprattutto sui linguaggi, utilizzando una particolare modalità: l’incontro tra un momento formale e didattico (basato sempre sul “fare per imparare”) ed un momento più informale e creativo, in cui sotto forma di exhibit, di mostra, di video, di poster, di laboratorio, di rappresentazione teatrale, di interviste radio/TV o perfino di gioco, gli alunni raccontano al pubblico quanto hanno imparato e quindi se ne riappropriano, approfondendo i contenuti. Durante il Festival l’Associazione organizza anche laboratori per classi intere, mostre, eventi speciali e spettacoli, grazie anche al coinvolgimento di altri soggetti
(enti, associazioni, istituzioni, aziende, ecc.) operanti sul territorio sia locale, che regionale e nazionale. Tali attività riguardano spesso temi ispirati alle questioni più attuali del dibattito scientifico e ambientale o a ricorrenze particolarmente significative a livello nazionale e internazionale. Il progetto, oltre al Festival, prevede numerose altre attività in collaborazione con vari partner: • laboratori didattici “Take Away” realizzati nelle scuole e nelle biblioteche dai docenti dell’Associazione • laboratori scientifico-ambientali con modalità field-work • incontri di formazione per docenti con l’Università di Trieste • conferenze pubbliche ed eventi a tema (Settimana dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile, M’illumino di Meno, Pi Greco Day, World Ocean Day) • Science Cafè • Lezioni/ workshop all’Università della Terza Età di Gorizia e presso altre strutture. Il Progetto di Scienza under 18 Isontina deriva la sua originalità dall’essere partito “dal basso”, direttamente dalle scuole e confluito in una realtà associativa che, operando in puro volontariato, è riuscita a coinvolgere una grande comunità scolastica e a raccordarsi e collaborare in rete con molteplici soggetti di un ampio territorio. Il confronto diretto con i vari portatori di interesse della scuola e del territorio ha permesso di realizzare un progetto rispondente alle esigenze degli utenti, aperto e flessibile nel tempo. Scienza under 18 Isontina ha pubblicato diversi materiali ed esperienze didattiche su riviste per docenti di scienze nazionali ed internazionali (Linx Science Magazine, Science in School), presentandoli in workshop e convegni in Italia (3 Giorni per la Scuola 2015 e 2016, Napoli, Città della Scienza) e all’estero (EMSEA conference 2015 e 2016). Vedi anche il sito web www.scienzaunder18isontina.it E la pagina facebook https://www.facebook.com/ScienzeUnder18Isontina/
#07
IL CAMBIAMENTO interpretato da Scienze Under 18 Isontina di Beatrice Branca Molte volte si è costretti a fare delle scelte che comportano alcuni cambiamenti nella propria vita e nel proprio modo d’essere. La scienza è forse la prima disciplina ad aver posto la propria attenzione sul tema
TEMPOREALE del cambiamento, da quello climatico, che stiamo vivendo noi ora nel XXI secolo, a quello conseguito dalle numerose scoperte scientifiche nei secoli, come ad esempio la teoria dell’evoluzione della specie di Charles Darwin. Per la prima volta nella storia lo scienziato ha dimostrato come, nel corso di milioni di anni, la flora e la sua fauna del mondo abbiano subito dei cambiamenti e come anche l’esistenza dell’uomo stesso derivi da un mutamento della specie delle scimmie. L’organizzazione scientifica del nostro territorio “Scienze Under 18 Isontina” non ha di certo trascurato il tema del cambiamento nella vasta disciplina delle scienze e, nel Festival della Scienza del maggio del 2013 di Monfalcone, ha realizzato infatti delle attività inerenti al fenomeno dell’evoluzione. La classe 2°BLS del liceo scientifico di Monfalcone “I.S.I.S. Michelangelo Buonarroti” aveva organizzato infatti, con l’appoggio della loro insegnate Giulia Realdon, attualmente presidente dell’associazione scientifica, una serie di attività per i bambini, con lo scopo di spiegare l’evoluzione attraverso il gioco e la creatività. L’evento ha permesso ai giovani liceali di mettersi in gioco e di esprimere con strumenti diversi le proprie capacità e conoscenze sulla materia, ripercorrendo fino ai nostri giorni tutte le ere geologiche lanciando i dadi del “gioco dell’oca” dell’evoluzione. I ragazzi della vecchia 2°BLS si sono ormai lasciati alle spalle gli studi liceali e ora frequentano l’università, ma sicuramente non si sono dimenticati esperienze come il Festival della Scienza o altre attività didattiche che hanno contribuito, nel corso dei loro cinque anni di scuola superiore, a cambiarli e a farli diventare delle persone adulte mature e responsabili. Scienze Under 18 Isontina è un’associazione che nel tempo ha saputo valorizzare anche la creatività e l’ingegno dei ragazzi. E’ il caso di Gabriele Cirulli, il giovane che ha inventato il famoso videogioco per computer 2048 nel 2014. L’associazione scientifica ha cercato di dare rilievo alla creazione del ragazzo, organizzando un incontro al Caffè Empoli di Gradisca nel marzo del 2015, nel corso del quale il giovane ha spiegato la propria invenzione e ha raccontato come 2048 gli abbia cambiato la vita e gli abbia permesso di lavorare poi in un’azienda in Olanda. L’iniziativa era stata presentata da Giuliana Candussio di “Scienze Under 18 Isontina”, insegnate delle medie di Gabriele Cirulli, la quale aveva messo in evidenza la passione del ragazzo per l’informatica da quando aveva undici anni, che ha poi continuato a coltivare nell’Istituto Tecnico Industriale di Gorizia, nel settore tecnologico-informatico. Gabriele si è dimostrato infatti essere riconoscente ai professori del suo percorso scolastico per il successo ottenuto, in quanto lo hanno sempre incitato a seguire il suo sogno di lavorare come sviluppatore web. Gabriele, nel corso di un fine settimana, aveva inventato per divertimento il gioco 2048 e lo aveva messo su internet. Nelle settimane successive 2048 raggiunse i trentamila giocatori e, dopo qualche mese, Gabriele ricevette tantissime e-mail di proposte di lavoro che lo costrinsero a dover decidere cosa fare della sua invenzione e come investire sul suo futuro. Il ragazzo lavorò per tre mesi in California nell’azienda “Y COMBINATOR” e successivamente riuscì ad aprire assieme ad altri ragazzi un’azienda in Olanda.
#09
Un’altra proposta di cambiamento è stata attuata da Scienze Under 18 Isontina lo scorso anno in occasione della celebrazione della festa del PiGreco, evento che viene festeggiato in tutto il mondo il 14 marzo (data che ricorda il valore del PiGreco nell’annotazione anglosassone 3/14), con giochi matematici per gli studenti. L’evento si è svolto a Monfalcone in Via Sant’Ambrogio, con l’intento di ripopolare una delle vie più belle della città che negli ultimi anni è sempre meno frequentata dai monfalconesi. La sfida dunque dell’associazione scientifica è stata quella di cercare di cambiare almeno per una mattina il volto di una città, incoraggiando i cittadini a ritrovare il piacere di passeggiare nelle vie di Monfalcone, che promuove ancora qualche iniziativa interessante come l’evento scientifico del PiGreco Day. Scienze Under 18 Isontina si è dimostrata inoltre essere molto vicina alla tragedia della morte del giovane Giulio Regeni. “Noi di Scienze Under 18 ci siamo sentiti in dovere di appoggiare la campagna di Amnesty International,- ha affermato Giulia Realdon nel giorno del Pi Greco Day- appendendo anche noi lo striscione “Verità per Giulio Regeni”. Ci sentiamo vicini alla famiglia del giovane e ci sembrava doveroso ricordarlo, testimoniando la sua scomparsa e chiedendo verità sulla sua morte”. “Scienze Under 18 Isontina” si dimostra essere sempre sensibile alle vicende scolastiche e alla vita dei giovani, e non smette di sperare in un cambiamento della realtà del nostro Paese, che sarà capace di trovare forse dopo più di un anno la verità sul caso Regeni e di offrire nuove opportunità ai giovani per il loro futuro.
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IL VIAGGIO per esempio: VIAGGIO TRA NORD E SUD, VIAGGIO ESPERIENZIALE, PASSAGGIO DI CRESCITA, RICERCA DI SPERANZA E DI CHANCE DI VITA, VIAGGIO DI LUSSO O VIAGGIO ALLO STREMO?, VIAGGIO DENTRO DI SE’, IL VALORE DEL VIAGGIO, ESPLORAZIONI ARTISTICHE, TURISMO RESPONSABILE...
TEMPOREALE
UN QUINTETTO VOCALE CHE SEMBRA suonare DECINE DI... STRUMENTI Poliedrici negli arraggiamenti e nelle interpretazioni, i giovanissimi Spritz for Five si sono distinti nel 2014 nella trasmissione X FACTOR ma germogliano nelle nostre terre: triestini, propongono al pubblico riletture di musica pop e brani originali tra cui la loro travolgente “Calypso”. Quanta musica avete “mangiato” da piccoli? Siamo risaputamente voraci, tanto di cibo quanto di musica. E lo siamo sempre stati. In poche parole: su quali mattoni ciascuno di voi ha costruito il vostro bucare lo spazio musicale? (ascolti musicali, studi di strumenti e composizione, etc...) Ognuno di noi ha un’esperienza diversa con la musica. Giulio suonava il pianoforte e cantava in una band con i compagni delle superiori; Nicola ha iniziato a cantare in coro, per poi passare al ruolo di direttore, oltre a frequentare il conservatorio (percussioni) e apprendere la tecnica del beatbox da autodidatta; Rocco ha mosso i primi passi con il clarinetto per poi dedicarsi al ben più appagante studio del metallofono soprano e al canto corale; Piero è un corista dalla notte dei tempi e ha pure costruito un ukulele elettrico; Marco, laureato in flauto traverso, canta in diversi cori, compone e arrangia con la naturalezza con cui mangia (e lui mangia davvero tanto!).
#11
Ciò che ci accomuna è aver iniziato a cantare poco dopo aver pronunciato le prime sillabe. Se foste un animale? Giulio è un cane perché gli piace abbaiare, guaire e rotolarsi per terra; Rocco è una lontra, la somiglianza fisica è davvero impressionante; Marco, come un pinguino, sembra impacciato ma solo quando non è immerso nel suo elemento; Nicola è un orso perché è il più peloso ed è in grado di grugnire in tante note diverse. Infine, per chi ha visto Madagascar, Piero è, evidentemente, un lemure! Un consiglio per i ragazzi che non hanno sempre la determinazione o il coraggio di dar forza ai propri sogni? Il ritornello di un nostro pezzo, Calypso, dice “Give it back to me, my freedom!”. Ragazzi, riprendetevi la libertà di sognare! Per vedere il futuro brillante basta guardare i vostri occhi nelle performances... ma volendo sognare di più: Quale potrebbe essere un’arena ideale? O un evento live ideale? Ciò che ci fa brillare gli occhi è cantare davanti al nostro pubblico. La nostra maggiore aspirazione è fare concerti… e farne tanti, in giro per l’Italia e, magari, anche all’estero! Quanto all’evento ideale, il nostro sogno è di calcare il palco di Sanremo: sarebbe al tempo stesso un favoloso traguardo e un ottimo trampolino di lancio. Ci manca solamente di potervi rincorrere live... quando e dove possiamo venire a vedervi? Al momento stiamo scrivendo i pezzi per il nostro album, ma non perdiamo l’occasione di esibirci live. Seguiteci sui nostri canali Facebook, Twitter e Instagram per restare aggiornati su tutti gli eventi dal vivo. Vi aspettiamo! NDR [nel frattempo, Piero Gherbaz ha passato il testimone al ventenne Federico Aloisio: ben arrivato!)
TEMPOREALE
...FEELING per una squadra vincente di Daniela Proietti In questo numero vi parliamo di un progetto iniziato qualche hanno fa e nato dalla mente creativa di due amici, Alberto ed Alessandro, entrambi di Monfalcone (Go) e da alcuni anni soci. Parliamo di un progetto musicale, di un’ associazione che organizza eventi e che sta diventando la più richiesta nella zona giuliana del Friuli e non solo. E’ il “FEELING Eventi”. Come tutte le più grandi idee che nascono dall’esigenza di risolvere un problema o una mancanza, anche il Feeling nasce così: dalla voglia di partecipare a qualcosa di diverso, ad un evento differente dalle solite proposte commerciali, sia nella forma che nei contenuti. Insomma qualcosa che coinvolga veramente. “In un contesto sociale e commerciale in cui è difficile emergere, noi ci proponiamo in maniera insolita, creando i nostri pezzi partendo dalle basi della musica House e Deep House e rivisitandole in chiave moderna. Un progetto che rispecchia la nostra personalità.” dice Alberto, in arte Dj Mareska. “Ci rivolgiamo ad un target diverso, uno che non ascolti la solita musica ma che ami sperimentare...conoscere...come abbiamo fatto noi prima di iniziare, partecipando a festival e manifestazioni musicali all’estero. Ad esempio uno dei paesi che ci ha coinvolto maggiormente è stata la Croazia, ma anche la Spagna dove le feste sono veramente fantastiche.” Il loro è un lavoro di istruzione musicale insomma e questo piace molto, specialmente ad un pubblico più maturo, ma non solo. Alle loro serate il locale si riempie ma la vera fatica è “dietro le quinte”, il retroscena fatto di organizzazione, progettazione, grafica e distribuzione pubblicitaria.
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In Italia purtroppo i costi burocratici e la Siae (acronimo per Società Italiana Autori ed Editori) sono davvero dispendiosi ed i due dj lo confermano, “Ma non è solo questo che frena un po’ il nostro mercato, c’è la richiesta del pubblico che purtroppo è influenzata molto dai media...basti pensare a ciò che ci propongono i canali più usati. Ma il cambiamento è nell’aria, si sente, si respira la voglia di avere un alternativa alle solite serate piatte. Si ha bisogno di credere che i giovani si svegliano con buoni propositi e idee innovative” Forse a 30 anni si ha voglia di partecipare attivamente, di riscoprirsi imprenditori e artisti, infatti credo non sia un caso che nel nostro paese i nuovi imprenditori hanno poco più di 30 anni. I ci credo, anzi, voglio crederci. Quest’estate sono stati presenti tutte le settimane presso il chiosco Tivoli sulla spiaggia vecchia di Grado ed
hanno riscosso davvero un enorme successo.... ora vi invito a partecipare ad una delle loro serate invernali per vedere con i vostri occhi: tutti i venerdì sera per una aperitivo all’insegna del divertimento presso Maritani a Staranzano (Go). In realtà loro di progetti ne hanno tantissimi e le idee non mancano, ma non voglio svelarvi troppo e vi consiglio di seguire la loro pagina Facebook o il loro profilo Instagram per rimanere sempre aggiornati. Forse mi sbilancio troppo ma quando intervisto ragazzi come loro, mi sento euforica ed entusiasta di vivere in un territorio così ricco di giovani talenti.
TEMPOREALE
illustrazione di Mery Zanolla
Siamo pronti al cambiamento?
di Walter Comunello “Scopriamolo” è la risposta più giusta. Ma capita che insistere troppo su qualcosa che non entra in testa sia, in effetti, peggiore di qualsiasi stasi. Può darsi che non si tratti semplicemente di “pensare qualcosa di nuovo”, bensì di stravolgere completamente la nostra visione del mondo: il modo di pensare, su cui ogni altro pensiero si regge; il modo di fare, tramite cui le nostre azioni assumo senso ai nostri occhi. Il rimedio appare peggiore del male. Insicurezza e resistenza regnano sovrane, mente e cuore sono in ceppi, stretti in una morsa dolorosa, in bilico su uno strapiombo senza fine, costretti a camminare su una corda sottile, sempre in procinto di spezzarsi. Lo “schiaffo” iniziale è difficile da digerire. Ed ecco che il temporale passa e l’orizzonte si schiarisce, dove vediamo troneggiare un cielo esattamente uguale a prima. Eppure laggiù, poco oltre l’orizzonte, sembra ci sia qualcosa di diverso. Si vede un impercettibile mutamento del panorama. Deve aver nevicato in montagna, sì. È per questo che è tutto bianco? Un attimo a guardare lo spettacolo e poi via di nuovo verso casa, che è proprio alla base della collina dalla cui sommità ci piace scrutare “gli interminati spazi”. Andarsene per strada non ha senso: l’abbiamo già fatto per gli stessi motivi in passato, senza grande successo. Col cuore gonfio di una volontà insufficiente ci rassegniamo al destino: noi non siamo fatti per camminare, non da quella parte, non con queste scarpe, non con queste intenzioni. Perché dovremmo lasciare casa, dopotutto?
#15
Questo è un momento cruciale, in cui è sempre meglio cercare di non intervenire. Questo è un momento in cui si ha una personale resa dei conti con sé stessi: guerre atroci e sanguinose si svolgono nella nostra anima, al di là della coscienza, per il dominio del pensiero. Questo è il momento in cui è meglio lasciar fare alle forze immortali che ci governano, senza interferire, a costo di rimanervi schiacciati, come da una violenta tempesta che si spreme in un colpo solo da nuvole gonfie e impietose. Questo è il momento in cui è meglio aspettare, anche in uno stato d’animo di ansia, tensione, paura, anche a costo di piangere da soli rannicchiati in un angolino o di dormire poco e male: ogni decisione presa ora è una decisione distorta, viziata. Poi qualcosa cambia. Improvvisamente veniamo messi davanti a un fatto compiuto, la cui tragedia già s’è svolta oltre a noi, sotto di noi, dentro di noi. Il disagio, la tristezza, lo sgomento perdono importanza e si aprono prospettive fino a poco prima incomprensibili. Un nuovo futuro diviene d’un tratto possibile: non si sa per quale miracolo, noi riusciamo a pensarlo! La motivazione in sé viene trascesa, la passione entra in obsolescenza, un progetto assume forma intelligibile. Il fiore comincia ad attecchire nell’oscurità, ne spunta un timido germoglio. Dobbiamo permettergli di nascere; dobbiamo coltivarlo e proteggerlo, all’inizio con grande cura e delicatezza data la sua estrema sensibilità agli elementi avversi ma, man mano che si fortifica, possiamo proiettarlo con maggior foga, giocarci, sperimentarlo, senza mai dimenticare che è vivo, esattamente come noi.
illustrazione di Mery Zanolla Ciò che avevamo sentito il giorno prima era in effetti un’illusione di cambiamento, una “illuminazione prematura”. Dovevamo affrontare un rito di passaggio, una liturgia segreta dalle radici antichissime, le quali pescano in luoghi che dominavano l’umanità prima ancora che arrivasse la ragione ad arrogarsi questo diritto. Ecco perché quella sensazione persistente di abbattimento, di sconforto, di inadeguatezza. Essa è la testimone del vero mutamento, della forzata visione sul caos delle infinite possibilità. Ci si deve sporgere dal balcone che si affaccia sull’assoluto nulla, in cui ogni cosa può esistere. Il terrore segna la presa di coscienza dell’assenza delle sicurezze che ci hanno accompagnato fino a quel momento ed è il punto di partenza per la nostra personale rivoluzione, aprendo la strada alla rinascita dalle proprie ceneri, come la Fenice.
TEMPOREALE
AAA Green Act CERCASI DISPERATAMENTE Crescita economica ed emissioni inquinanti: matrimonio indissolubile? In un report scritto dall’ex climatologo della Nasa James Hansen insieme ad altri 11 esperti in materia si denuncia che la temperatura globale ha raggiunto un livello che sulla Terra non si vedeva da 115mila anni, dai tempi cioè dell’Eemiano, periodo interglaciale durante cui il livello del mare era di 6-9 metri più alto rispetto all’attuale. Secondo gli scienziati, sarebbe necessario interrompere da subito l’uso dei combustibili fossili, anche attraverso una tassazione ad hoc, per limitare le emissioni di gas serra. Altrimenti, ammoniscono, “saranno i bambini di oggi a doverne pagare il prezzo”. (“menomale che Trump c’è...” sembra di sentirli cantare) Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, come prevede l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi, si renderebbe quindi già necessario il ricorso alle cosiddette “emissioni negative”, occorrerebbe cioè togliere la CO2 dall’atmosfera. Se lo stop ai combustibili fossili arrivasse a breve, per rimuovere la CO2
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basterebbero soluzioni semplici come la riforestazione, in caso contrario, si renderanno indispensabili tecnologie complesse e costose. Le emissioni di CO2 in Italia durante il 2015, secondo Eurostat, sono cresciute del 3,5%, ma il Green act sembra cercarsi invano. E invece rieccolo apparire all’interno della nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza, dove si annota il Green act tra il cronoprogramma delle riforme «in avanzamento». Orizzonte previsto, entro la fine del 2017...incrociamo le dita! Ma non ci diamo per vinti ed l’ingegno italiano, come sempre più forte di molte lentezze macro governative, regala costantemente buoni piccoli frutti. Dalle campagne informative sugli stili di vita per abbattere co2, alle CasaClima,alla bio edilizia. Numeri? 24 mila tonnellate di anidride carbonica in meno nell’atmosfera e un risparmio economico di 8,7 milioni di euro grazie all’adozione di nuovi stili di vita, improntati alla sostenibilità ambientale. Sono i risultati del progetto Eco Life, co-finanziato dalla Commissione Ue,
che in tre anni di comunicazione e informazione ha coinvolto attivamente 6 mila cittadini, monitorando per 24 mesi l’attività di 1.380 persone. Partito nel 2013 e con durata triennale, Ecolife è frutto delle idee e del lavoro di 5 soggetti provenienti da mondi trasversali quali l’ambiente, la consulenza tecnico scientifica, l’informazione e il supporto ai cittadini: Legambiente, AzzeroCO2, Deep Blue, ACLI e MDC. Nel frattempo osservate in fondo alla vostra bolletta elettrica: ogni gestore è obbligato ad indicare il “mix energetico” citando le fonti dell’energia che vi vende. Ad esempio, EnelEnergia indica: Mix energetico venduto dall’impresa dati confrontati 2014/2015 fonti rinnovabili da 63,54% a 59,08% carbone: da 12% a 13,67% nucleare: dal 1,60% a 3,26% mix medio nazionale fonti rinnovabili: da 43,10% a 41.60% carbone: da 19% a 19.60% nucleare: da 4,60% a 5,10%
TEMPOREALE
Il trend verso il carbone e il nucleare è rilevabile. Eppure, l’ineluttabile non esiste , verrebbe da dire osservando gli standar raggiunti dalla California. Il risultato ottenuto dalla California nel “disaccoppiare” la crescita economica e l’aumento delle emissioni di CO2 ha dell’eccezionale vista l’importanza e la grandezza dell’economia in questione e soprattutto visto il fatto che lo stato americano, a differenza di gran parte dell’Occidente, registra un segno più che positivo anche nell’andamento demografico associato però ad un calo nella produzione di anidride carbonica pro capite. Caso singolare ma non unico: Uno studio realizzato dal World resources institute sulla base di dati raccolti da enti non sospetti di simpatie ambientaliste come Fondo monetario internazionale e Bp, certifica infatti che dal 2000 ad oggi sono state ben 21 le economie capaci di centrare questo obiettivo. In rigoroso ordine alfabetico vanno dall’Austria all’Uzbekistan. Alla lettera I c’è l’Irlanda (Pil +47%, emissioni -16%), ma ...sorpesa? non c’è l’Italia.
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INFOSPOT a cura di Daniela Proietti Nel grande marasma che si respira nella nostra società e nel mondo intero, nascono realtà che ci fanno ben sperare riguardo ad un economia più florida che però rimane sensibile all’ambiente che ci ospita. Realtà molto vicine a noi ed il Friuli diventa precursore di nuovi modi di concepire le abitazioni, dalla casa costruita interamente in legno agli appartamenti progettati in modo tale da produrre interamente il fabbisogno energetico ed idrico a favore di chi li abita, dove sofisticati computer monitorano costantemente i consumi per portare al massimo il risparmio. A Trieste infatti nasce un progetto unico nel suo genere grazie alla collaborazione di una società di costruzioni e il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Navale dell’Università di Trieste. Il progetto intende dunque offrire la possibilità di acquistare una casa conoscendone in anticipo i costi di mantenimento con la garanzia che un eventuale sforamento dei consumi, se non determinato dall’imperizia del proprietario, sarà rimborsato dall’impresa costruttrice. Non è fantastico? Entriamo così in una nuova era ma quali soluzioni sono state impiegate per ottenere simili prestazioni in termini di risparmio energetico? Fattori tecnologici ed ambientali fanno sì che la casa-laboratorio si autoalimenti, producendo da sé la quasi totalità del suo fabbisogno energetico, inoltre piccoli ma importanti accorgimenti durante la costruzione hanno permesso di rendere l’abitazione a prova di sprechi, come le finestre a doppio vetro e l’isolamento termico avuto grazie alla posizione intelligente dell’abitazione. Rimaniamo in regione, nello specifico in Carnia dove nasce una casa realizzata con legno interamente locale, proveniente dalle foreste della Val Pesarina, gestite in modo sostenibile secondo parametri stabiliti. Si tratta di un esempio concreto e virtuoso di salvaguardia dell’ambiente e dell’economia locale. Non è solo una casa salubre, a scarso impatto ambientale e con ridotti costi di gestione, ma è anche una casa bella da vivere, perché piacevole alla vista, al tatto, all’olfatto e all’udito e tutto questo a costi decisamente inferiori rispetto a quelli previsti per una casa standard. Ma il Friuli non è l’unica regione a spingere verso un economia più green e consapevole, a Milano infatti si sta sviluppando un progetto che porterà alla produzione di Biometano e Biogas grazie al riciclo delle acque fognarie. Dei sofisticati sistemi raccolgono le acque di scarto e le trasformano in preziosa risorsa energetica a bassissimo impatto ambientale e a costi per l’utente più che dimezzati. Stiamo finalmente prendendo esempio da paesi che da anni utilizzano questi sistemi ma vorrei sottolineare che non è un caso che molti degli ingegneri impegnati nella realizzazione di questi impianti siano giovani italiani.
LA LUDOPATIA E I GIOVANI
una prospettiva di cambiamento nelle dipendenze di dott. Flavia Donadoni psicologa e psicoterapeuta Il gioco d’azzardo è ormai entrato prepotentemente nelle vite dei giovani. Secondo le ultime statistiche sono tra i consumatori più a rischio, attratti per fase fisiologica da tutto quanto permette loro di vivere emozioni forti, trasgressioni e illusioni. I giovani accedono al gioco d’azzardo attraverso strade a noi inaccessibili, con le loro abilità verso tutto quello che è virtuale, con la loro velocità allenata in anni di video e videogiochi. Il modo migliore per uscire dal pantano delle sabbie mobili è non entrarci, o entrarci legati a una fune che al momento giusto ci tirerà via con decisione. In una parola, fare prevenzione. Il Comune di Gorizia, particolarmente sensibile a questa tematica, ha sostenuto un progetto di prevenzione del gioco d’azzardo nelle scuole, “Ti piace perdere facile”, portato avanti dall’Associazione Amicizia.
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Siamo andati in una scuola superiore di Gorizia, l’Isis Galilei, a raccontare ai ragazzi che tutto quello che hanno sentito dire in questi anni sulle droghe, sull’alcool e sul fumo vale anche per il gioco d’azzardo. Ovvero abbiamo raccontato loro che il rischio di sviluppare una dipendenza è molto alto e che il processo verso la ludopatia è estremamente ambiguo e per questo ancora più pericoloso. E lo abbiamo fatto utilizzando il loro linguaggio veloce e d’effetto attraverso un film prodotto dalla Caritas Ticino, “Bluff”, girato dalla giovane regista Cecilia Verheyden in una scuola superiore del Belgio con attori non professionisti. ll film in 39 minuti mostra in modo estremamente chiaro come sia facile passare da gioco sociale a gioco d’azzardo attraverso le storie dei protagonisti, un gruppo di ragazzi “normali” ma in un momento difficile della loro vita. Il film descrive molto bene l’avvicendarsi di emozioni adrenaliniche che coinvogono sempre di più i ragazzi fino a portarli a conseguenze estreme per ognuno di loro. Abbiamo cercato di stimolare nei ragazzi un dibattito, domande, curiosità, provocazioni, una traccia da portare con loro proprio in quei momenti “scoperti”, quando il provare il gioco sembra la cosa più “normale” da fare, o quando è difficile dire di no a un amico più popolare e più convinto.
La sfida è stata accorciare le distanze tra il rischio reale della ludopatia e la loro idea di rischio, ovvero renderli consapevoli che questo è più presente e vicino di quanto non immaginino.
I segnali per accorgersi del gioco problematico in adolescenza sono diversi e meno chiari di quelli dell’età adulta, tuttavia alcuni tra questi possono indicare lo sviluppo di un problema crescente: • • • •
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Un interesse pervasivo nel gioco d’azzardo e nelle attività correlate Problemi a scuola, come perdita di interesse e motivazione, o assenze ingiustificate Cambio nella personalità o nell’umore Cambio nelle relazioni interpersonali (nuovi amici e conoscenze, perdita di contatto con amici di vecchia data) Accessi di rabbia incontrollata Segni di stress e ansia
Particolare attenzione va posta al gioco virtuale, quello on line, comodamente accessibile da casa e molto più veloce di quello tradizionale, che porta ad alzare in modo inconsapevole la posta in gioco e a perdere più facilmente il controllo della situazione.
Nell’adolescenza è fisiologico essere attratti verso situazioni di rischio. I giovani sentono il bisogno di dimostrare chi sono e di testare chi è la nuova persona che sta nascendo. Correre un rischio li aiuta a mettersi alla prova e a conoscere meglio se stessi, a superare il confine tra ragazzo e adulto e a sperimentare le proprie capacità. Se in famiglia o a scuola non hanno molta possibilità di dimostrare chi sono, perché provano vergogna o perché sono particolarmente inibiti dall’ambiente intorno, il gioco può diventare una specie di riscatto, il luogo
TEMPOREALE dove possono correre dei rischi e dimostrare la loro forza. Quello che abbiamo cercato di trasmettere è che si può rispettare la fisiologica curiosità e voglia di trasgressione,( trans-gredior, letteralmente passare attraverso, andare oltre ciò che conoscono, crescere) ma che bisogna continuare a tutelare la propria salute psicofisica conoscendo i rischi che si stanno correndo. Come ci insegna Ulisse, che si fece legare per udire il dolce canto delle sirene senza cedere alla tentazione di seguirlo, si può imparare a sperimentare la vita e a mettersi in gioco senza diventare prede del gioco.
SPILLIAMOCI con “MISSPILLO” di Daniela Proietti In una valanga di proposte sempre uguali nel mondo della moda, troviamo anche chi ha il coraggio di differenziarsi, di tentare una nuova strada, insomma, chi ha coraggio di cambiare.... Che sia prospettiva, che sia una tendenza, che sia una strada, il cambiamento non deve fare paura, ma può stimolarci a vedere le cose da un diverso punto di vista e lei ci riesce...di chi parlo? MissSpillo che ci racconta un po’ della sua idea creativa e di se stessa...
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“Misspillo perché sono abbastanza maldestra e tendo a pungermi svariate volte durante la realizzazione dei miei lavori e poi perché sono piccola come uno spillo.....” ride... Come non trovare divertente questa affermazione, perché in effetti lei è minuta, ma la sua creatività non ha limiti, è immensa. Ma vediamo da vicino chi è lei: Antonietta, nata a Monfalcone in provincia di Gorizia, si laurea in Design e discipline della moda all’Università di Urbino, studi che la portano ad approfondire il suo percorso attraverso un Master in Cool Hunting presso lo IED Moda Lab di Milano, dove ha la possibilità di collaborare come assistente stylist per il magazine “Made 05”. Successivamente si trasferisce a Roma e lavora in un vintage shop...... ecco la svolta! Si appassiona alla moda del passato, a quell’eleganza senza tempo, a quel modo di fare sartoria che non ha niente a che vedere con la grande distribuzione. Dopo un periodo all’estero che rafforza la sua passione per il vintage, torna in Italia e progetta, sogna, ama, perché quando parli della moda vera, quella fatta di bottoni e di stoffa, non puoi non amare...e fortunatamente c’è chi la pensa come lei, in particolare l’associazione Noi dell’arte che si occupa di aiutare e sostenere l’artigianato locale con mezzi propri, portando alla luce quei valori del “fatto a mano” che purtroppo in molti luoghi si stanno perdendo... Così rinasce la voglia di fare, di rimettersi in gioco sbattendo molto spesso contro muri creati da mentalità stagnanti ed una burocrazia tutt’altro che semplice. Ma lei ha il sostegno degli amici e della famiglia, che la incoraggiano a perseguire i suoi sogni e la stimolano e confortano nei momenti difficili, perché ovviamente ci sono anche quelli...ma i suoi abiti dallo stile retrò hanno però la gioia e la modernità nei colori e nei tessuti, sono studiati per essere portabili ma sopratutto originali. Sono vivaci e allegri basta dare un occhiata alla pagina Facebook per rendercene conto! Con Antonietta però affrontiamo anche un tema più delicato, come quello della disoccupazione, motivo per il quale molti giovani investono su se stessi. “Dobbiamo abituarci infatti a non cercare più un lavoro a tempo indeterminato come i nostri padri o le nostre madri. Abbiamo bisogno di far ripartire il mercato certo, ma con le nostre forze, con i nostri sogni e non è forse questo il vero senso del cambiamento?” Uscire dalla nostra zona confort quindi e investire sulle proprie capacità, come ha fatto Antonietta diventando Misspillo e come fanno molti giovani nel nostro paese ogni giorno: reinventandosi. Questo è il cambiamento di cui abbiamo bisogno, come paese ma sopratutto come essere umani, per sentirci auto realizzati e soddisfatti. Cambiare si può, basta volerlo!
TEMPOREALE
CAMBIARE? ECCO... L’ ”ATTREZZATURA” INDISPENSABILE! di Walter Comunello
Il “panta rei” di eraclitea memoria immortala l’essenza del cambiamento, ma non ne ricerca alcuna ragione, limitandosi ad illustrare una visione del mondo. Visione successivamente diffusa come desiderabile, sostenuta dalla recente comunità scientifica e in particolare quella psichiatrica o psicoterapeutica, secondo cui i mutamenti sono fattori di salute. Un consiglio molto diffuso e proveniente dalla psicologia o dalla neurologia è quello di non percorrere sempre la stessa strada quando si va da qualche parte. Non è soltanto un vezzo o un capriccio: stimola parti di sé fossilizzate e, per ogni parte che si risveglia, altre possono seguirla, alimentando il disgelo mentale e la probabilità di una rivoluzione interiore in una specie di “effetto domino”. A volte basta girare a sinistra invece che a destra. Occhi aperti! Ogni potenzialità, buona o cattiva, è già in noi. In noi ci sono sia il vecchio che il desiderio del nuovo e la consapevolezza è un fattore determinante per inquadrarli: prestando ascolto a
sottili moti interni ci si può rendere conto prima di tutto che, nonostante gli sforzi fatti, una ignota carenza ci perseguita, colmabile da qualcosa che non riusciamo a classificare, proprio perché è troppo nuovo per poter essere pensato, ma che siamo pronti a coltivare. L’inconsapevolezza, al contrario, delega alla casualità l’oneroso compito di rivoluzionarci, “pescando stancamente nel mucchio” senza alcuna garanzia di riuscita: l’immediata realtà, altrettanto casuale, potrebbe esser rifiutata per una varietà di motivi, tra cui il timore o la scarsa abitudine nei confronti delle novità, o ancora la mancanza di una vera volontà di cambiamento. Cultura! Nicholas Taleb, un filosofo matematico specializzato in analisi del rischio, dice che per favorire i “Cigni neri”, un termine da lui creato per indicare gli eventi inattesi, bisogna anche moltiplicare la varietà dei contesti interattivi. Ecco che si delinea l’importante profilo di quello “Yes Man” che sonnecchia in ciascuno di noi e
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che può fare la differenza: esporsi al mondo nella sua imprevedibilità è un passo importante per promuovere la propria evoluzione, ma non basta: l’accettazione acritica, anticamera del conformismo, è sempre in agguato. Il conformismo non è cambiamento bensì addormentamento, inerzia, sonnambulismo: è precipitare, è resa, rinuncia. La cultura è un potente antidoto contro il conformismo, perciò leggete! Leggendo otterrete strumenti per valutare il mondo, impedendogli di intrappolarvi in schemi di pensiero ripetitivo e stordente. Camminando su di sé Uscire dunque. Uscire, svegli e istruiti. Ma bisogna avere un punto di partenza! Per questo ci faremo aiutare da una nostra vecchia conoscenza, l’Oracolo di Delfi. Nella tradizione greca, l’Oracolo ammonisce silenziosamente il discente. “Nosce te ipsum” dice in latino, “conosci te stesso”. Il tema può apparire obsoleto o banale, ma può darsi che lo sembri perché ne parlano tutti, con il rischio che diventi ricettacolo di mediocre e sfilacciata
retorica, cosa che avviene per esempio con l’amore o il multiculturalismo. Occorre una coraggiosa pratica personale secondo i propri unici criteri, evitando l’opinione comune la quale non riguarda il singolo ma è faccenda di massa, e già si sa che massa e banalità si evocano a vicenda. In verità, nessuno può guidarci nella ricerca di noi stessi, eccetto deboli, timide voci interiori che impallidiscono di fronte alle costanti ondate di stimoli da cui siamo bombardati. Jung diceva che è impossibile smarrirsi se si cammina su di sé; il problema, e questo lo dico io, è che è poderosamente complicato trovarsi. Io so soltanto che avviene all’improvviso: giriamo lo sguardo e ci troviamo lì, dove siamo sempre stati. Credo che sia il risultato di un processo che si sviluppa, a poco a poco, se lasciamo che succeda. Secondo il Buddha, il bastone che cade non può non toccar terra se non vi sono ostacoli che lo blocchino: il nostro compito si riconduce quindi alla rimozione degli impedimenti che possono sbarrarci la via: il resto lo fa la natura. La “formula per il cambiamento” È andata formandosi da sé durante la stesura dell’articolo, senza intenzione cosciente da parte mia. Eccola qua: uscire, svegli e istruiti, conoscendosi.
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VIDEOTECA A cura di Piero Modena
Before the flood Fishers Stevens (2016) Leonardo Di Caprio, oltre ad essere un famosissimo attore fresco di premio Oscar, è un attivista e ambasciatore di pace dell’ONU. All’interno di questo documentario lo vediamo intervistare personalità politiche e scienziati di superpotenze e paesi in via di sviluppo, nel tentativo di capire se una transizione dall’utilizzo di combustibili fossili alle energie rinnovabili sia possibile. E, soprattutto, con quali tempistiche. Perché gli effetti del surriscaldamento globale, attribuito in larga misura alle emissioni nell’atmosfera terrestre di crescenti quantità di gas serra e ad altri fattori dovuti all’attività umana, avanzano sempre più velocemente sotto i nostri occhi. La scomparsa di specie in via d’estinzione, l’eliminazione di comunità indigene e la distruzione di ecosistemi sono il frutto di ciò che l’uomo ha iniziato con la rivoluzione industriale. Siamo ancora in tempo per poter cambiare e correggere il tiro? Up Pete Docter & Bob Peterson (2009) Carl e Ellie, due bambini che vivono nello stesso quartiere, condividono la passione per l’esploratore Charles Muntz. I due crescono e si sposano, invecchiando serenamente assieme, finché un giorno Carl si ritrova vedovo con la sua villetta circondata da un immenso cantiere. I contrattempi della vita non hanno mai permesso a Carl di esaudire il sogno che aveva in comune con la sua amata: vivere in una casa in prossimità delle Cascate Paradiso, in Sud America. Un pomeriggio un giovane esploratore e amante della natura bussa alla sua porta, e sarà con questo bambino che Carl, dopo un’iniziale resistenza, comincerà a realizzare il suo grande sogno. Un film d’animazione targato Disney Pixar, capace di saper affrontare con leggerezza e sensibilità temi come la scomparsa di una persona a noi cara, i sogni non realizzati e la serie di cambiamenti che comporta l’età anziana in solitudine. Oltre, naturalmente, alla visione positiva di un rapporto tra giovani e anziani, anche senza un legame di sangue diretto. Un capolavoro, croce sul cuore.
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Idiocracy Mike Judge (2008) Joe Bowers, un militare senza troppe pretese in attesa della pensione, viene ibernato insieme a Rita, una prostituta che spera così di sfuggire al controllo del suo pappone. Questo esperimento di criogenetica sfugge però al controllo dei militari a stelle e strisce, facendo si che i due non si risveglino a tempo debito, ma nel 2505. I due protagonisti, una volta scongelati, scoprono un America popolata da decerebrati e super idioti, dove usi e costumi sono al servizio degli istinti più bassi. L’idiozia è al potere. La proliferazione di persone povere e dal basso Q.I. ha avuto la meglio sui più benestanti e meglio istruiti, portando il mondo sull’orlo del baratro lungo i 5 secoli passati. Joe e Rita riusciranno a sovvertire l’agghiacciante idiocrazia di questo distopico avvenire? Un film fantascientifico che, in puro stile demenziale, tratteggia quello che potrebbe verosimilmente essere un futuro prossimo.
SULLO SCAFFALE Vivere Basso, Pensare Alto di Andrea Strozzi Terra Nuova Edizioni 2015 A cavallo tra economia e sociologia, l’autore propone un nuovo modello di sviluppo creando il “Low Living High Thimking” (LLHT), un Think-Net nato nel 2002 come un progetto di sviluppo sociale assolutamente innovativo che aspira al capitalismo relazionale: “superata la pulsione, tutta Novecentesca, dell’accumulo mercantile – così volgarmente gravida di limitante fisicità- e superata l’avidità postindustriale di ricchezza finanziaria (più eterea e , quindi più gestibile), resta ora tutto il tempo per aggredire con successo il tempo e lo spazio delle relazioni a nostra disposizione. Non con una ma con mille esperienze. Non con una, ma con mille proiezioni dell’io.” Una manuale che ci conduce velocemente all’interno delle dinamiche non scontate di un’economia sostenibile per il futuro a lungo termine, in cui ciascuno può contribuire a propria misura perchè , così l’autore, ”credo che ognuno debba procedere alla propria velocità: non ci sono regole e soprattutto non deve esserci competizione. Siamo ormai intanti a dire queste cose... ma tanti strumenti formano un’orchestra: e io, prima o poi, quell sinfonia vorrei sentirla”.
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SE UNA NOTTE D’AUTUNNO UNA VIAGGIATRICE Quando il nuovo ti costringe prepotentemente a modificare le tue “normalità” di Wendy – inviata speciale in Burkina Faso con il Centro Volontari per la Cooperazione e lo Sviluppo - Gorizia
Se c’è una cosa che non si deve fare quando si è giovani, sicuramente è non aver paura di affrontare nuove sfide e nuove avventure. Solo così si potrà definire la vera strada da percorrere. Così dicono. Certo, a volte, questo significa prendere decisioni difficili. Un amico un giorno mi ha detto:“non esiste scelta importante che sia facile da prendere”. E così mi trovo in Burkina Faso, esattamente nella seconda città del Paese, dal nome emblematico Bobo Dioulasso scelto per unire insieme due etnie storiche bobo e dioula, il suo significato ultimo è “casa”. Prima di arrivare a “casa”, però, ne sono successe di cose... mai avrei pensato di scegliere di partire per un’esperienza di un anno e trovare così tanti colpi di scena. A partire dallo sviluppo del progetto che dovrei seguire, alle condizioni sociali in cui dovrei vivere, per non farci mancare un bel colpo di stato pochi giorni prima della partenza. Si, sarei dovuta partire a fine settembre, ma giusto il 16 il generale Dienderè ha ben pensato di rapire l’attuale Presidente e Vice, creando giusto un po’ di panico generale. Nel frattempo io mi stavo facendo un’idea sulle questioni pratiche quando è arrivata l’informazione di
“fermo” per tutti coloro in partenza per il Burkina Faso, per non parlare di quelli che dovevano tornare in Italia che si sono trovati aeroporti e frontiere chiuse. Dopo qualche settimana di attesa, il 16 ottobre ho spiccato il volo, ed eccomi qui. A seguito di un lungo viaggio in auto durato circa 5 ore, finalmente la città, Bobò, come la chiamano qui, mi ha accolta nella sua grande caotica indescrivibile quotidianità. Le prime impressioni devo dire che sono sicuramente positive, ma visto che mi è stato detto di cogliere l’occasione per entrare nel vivo soprattutto per quanto riguarda i progetti delle ONG con cui collaboro, ogni momento è buono per scoprire questa nuova realtà. In verità non tutto è frutto di decisioni lavorative, molto viene dal caso... Diciamo che la prima impresa è stata creare un rapporto con il mio guardiano, visto che lui non parla francese e l’unica cosa che chiede in maniera comprensibile (ma sarebbe meglio che così non fosse) è, se posso preparargli del riso. Ovviamente mi è stato vietato di preparargli cibo e visto la sua insistenza mi hanno imposto di avere un atteggiamento duro nei suoi confronti.
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Non è stato facile, anche perché un po’ mi dispiace, forse ha veramente bisogno di mangiare. Poi un giorno ho scoperto che in realtà è un bravissimo cacciatore. Una mattina mi sono svegliata pensando di andare in garage a recuperare la mia bicicletta quando lo trovo, Emmanuel (pare sia il suo nome da Cristiano), intento a spelacchiare una povera capretta che aveva freddato pochi minuti prima. Questo l’ho dedotto sia dalla vasta quantità di sangue a terra sia dall’invasione di mosche che ne è derivato dal barbaro atto. Ovviamente, il tutto è stato compiuto giusto davanti alla porta del garage impedendomi quindi di raggiungere la bici. A parte questo, è un uomo molto dedito al lavoro, infatti, mi sono stupita quando una sera rientrando tardi da una serata in compagnia l’ho trovato attivo che spazzava le foglie nel giardino. Il
risultato di quella lunga notte di lavoro lo ha portato a sradicare anche tutte le piantine di verdure che avevo seminato nel giardino... chissà cosa avrà pensato! Lezione numero uno: avere un proprio orto al momento è sconsigliabile. Lezione numero due: chiedi sempre prima di assaggiare. Uno dei progetti che l’Organizzazione Progetto Mondo MLAL sta gestendo nella provincia sud ovest del Paese tratta la sicurezza alimentare. Attraverso campagne di sensibilizzazione, formazione di animatori e altro personale che si occupi di trasmettere i messaggi nei villaggi con anche dimostrazioni culinarie, si cerca di far fronte soprattutto alla malnutrizione infantile. Io, delle ricette proposte alle dimostrazioni, al momento ne sono venuta a conoscenza solo sulla carta, ma l’occasione per la mia degustazione
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culinaria è arrivata in fretta. Si trattava di partecipare ad una festa in casa, di una nostra collaboratrice. Da quel giorno ho scoperto odori e sapori nuovi. Devo essere sincera, di alcuni avrei preferito non venirne mai a conoscenza.. Prima di tutto ho assaggiato la famosa birra locale, chiamata dolo. Si tratta di una bevanda composta da miglio fermentato e zuccherato. Vi assicuro che quando fuori ci sono 30 gradi, se va bene, tutto vorreste bere al di fuori di questo intruglio alcoolico tiepido, dal sapore acido e dal colore giallomarroncino. Il piatto forte del Burkina Faso è ancora più strepitoso. Già passeggiando per le strade ho notato dei sacchettini neri e mi sono chiesta cosa fossero. Bene, la scoperta è avvenuta quel giorno. In un grande pentolone vengono cotti in un intingolo di pomodori e cipolle, i bruchi.
Queste bestioline nere, grandi circa 5 cm, si sono presentate nel mio piatto. Sembrava quasi che il tempo si fosse fermato. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso. Nella mia mano sinistra il piatto e alla destra la forchetta. Dopo qualche esitazione... ham! Mi è quasi sembrato di sgranocchiare un grosso gambero, ma il sapore non era quello...devo dire che non sono proprio disgustosi però non fanno per me. Anche se pare siano molto apprezzati e soprattutto nutrienti. Il secondo piatto invece era molto buono. Le abili mani delle signore inseriscono all’interno di grandi foglie verdi una pastella di farina di fagioli, vagamente assomigliante alla nostra amata polenta. Le foglie vengono sapientemente richiuse e il tutto viene cotto a vapore. Dopo qualche minuto vengono riaperte le foglie bollenti
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ed estratto il prodotto finito : farò. Sembra un morbido involtino che viene servito anch’esso con una salsa di pomodoro e cipolle. Dovevo ancora finire il mio delizioso piatto quando un nuovo odore stava pervadendo gli spazi comuni. Alcune persone si sono alzate disgustate, non volendo condividere con i commensali la nuova “portata”. Se è qualcosa che non piace nemmeno agli stessi burkinabè, allora si promette male, ho pensato. Non a caso il nuovo arrivato, con il suo sguardo raggiante mi sorride sventolandomi una busta nera chiedendo se ero convinta di restare a mangiare con loro. All’interno dell sacchetto carne...di cane!!!! Questo è troppo. Mi alzo anche io e mi dirigo in luoghi più tranquilli per ultimare il mio pranzo cercando di non ricordare che il giorno prima nello stesso giardino avevo visto due cani, mente al mio arrivo quel giorno nessun cane era ancora pervenuto! Lezione numero 3: prendi sempre la bevanda meno alcoolica. Qui in Burkina Faso pare abbiano una passione sfrenata: il maquis. Si tratta di bar dall’architettura molto semplice, dotati solo di tavolini, sedie e qualche tetto di lamiera il tutto con una gestione molto “fai da te”. La sua vera fortuna è il frigo! Infatti, come inizia a calare il sole, i maquis, si riempiono di persone pronte a bere qualcosina a fine lavoro. E’ solo che in questi posti magici, ti senti come a casa, se sei passato giusto per una birra come minimo finisci per berne 3. La birra locale si chiama Brakina e la più piccola in commercio è di 65 ml per fortuna ha una bassa gradazione, 4,5 % di alcool, perché vi assicuro che ogni nuovo arrivato al tavolo è una nuova birra offerta... alla lunga si fanno sentire e tornare a casa potrebbe diventare
un’impresa!! Meglio dunque spaziare sulle sucreries (fanta, coca cola, sprite) anche queste di dimensioni eccessive, ma per lo meno non alcooliche. Lezione numero 4: abbi sempre molta pazienza. Più che una lezione è proprio una regola di base direi. Prima della partenza tutti ci tenevano a ricordarmi di averne molta...la pazienza è la virtù dei forti. Ecco perché mi sono sentita, invece, molto debole dopo un’attesa durata 24 ore per poter sapere se mi ero presa la malaria o meno. Direi che in certi casi, vorresti avere risultati certi ma soprattutto immediati. Invece di scalpitare come una forsennata in sala d’attesa avrei dovuto ricordarmi la semplice regolina. Specie quando i risultati erano pronti proprio sotto al naso dell’infermiere, il quale non si era minimamente disturbato di farmi attendere altri 45 minuti prima che io gli ricordassi che stavo ancora attendendo le analisi e di li a poco avrei scatenato l’inferno. Così munita di minore pazienza mi hanno consegnato “rapidamente” la busta e con grande gioia ho letto il risultato: negativo! Finalmente potevo tornarmene a casa con il mio semplice raffreddore, prepararmi una minestrina e abbandonarmi in silenzi onirici. Al momento le mie giornate si dividono tra il lavoro di ufficio la mattina e le attività più pratiche nella gestione di un Centro di formazione giovanile sostenuto dall’Organizzazione goriziana CVCS. Per essere qui da meno di un mese direi che non ho perso tempo per entrare nello stile burkinabè e soprattutto per capire regole fondamentali per vivere al meglio questa esperienza. Immagino che di cose ne dovranno accadere ancora tante e non mi stancherò di stupirmi, cercando di vedere sempre il lato ironico delle cose.
TEMPOREALE Infatti mi capita solo quando decido di scrivere che riesco ad “esternarmi” dalla mia vita. Come dire, guardarmi da fuori, rielaborare la storia ed esserne la spettatrice. Ecco che allora avviene il miracolo. Mi accordo che la mia vita fa ridere. Cioè non a me, agli altri o meglio a me non subito. Perché quando sono immersa nella vita che vivo è diverso, i problemi, i cambiamenti, le relazioni le cose accadono e mi si piombano addosso spesso come vere e proprie tragedie. Poi, come vi ho detto, scrivo e rivedo il film di cui sono la protagonista. Questa combinazione fa si che, mentre mi racconto, mi accorgo di quanti aneddoti divertenti mi regala la vita. Non posso far altro che ridere con voi.
TEAM – MODA
Il VALORE del LAVORO di SQUADRA IN UN PROGETTO BEN RIUSCITO di Daniela Proietti Eccomi con un nuovo articolo sulla moda..ecco che vi parlo dei cambiamenti che avvengono in essa. Non vi annoierò con un articolo scontato sul passare delle stagioni o sulle collezioni che tanto, alla fine sono quasi sempre tutte uguali... Questa volta vi voglio parlare della creatività che viene stimolata se si fa gioco di squadra; o meglio, di come fare team a volte sia davvero la chiave del successo. Noi italiani siamo abituati a non condividere le idee con nessuno e principalmente questo modo di fare deriva dalla paura che ci rubino la stessa idea creativa a cui abbiamo pensato per mesi, a volte per anni... ma daiiiii...pensaci bene! Se ne vuoi parlare con qualcuno probabilmente é perché di questa persona ti fidi o perché ti interessa davvero il suo parere. Ho notato infatti che se più persone, chiaramente motivate dalla stessa causa partecipano allo stesso progetto, questo si sviluppa in maniera esponenziale e i partecipanti danno vita alle idee più interessanti.
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Negli istituti artistici, come lo IUAV di Venezia (http://www.dcp-iuav.it/moda/), il gioco di squadra è il leitmotiv di ogni progetto e il risultato lo si può notare durante le sfilate di fine anno, organizzate all’interno degli spazi dell’istituto che ha sede a Treviso. Gli studenti sono costantemente messi alla prova quando vengono divisi per gruppi ed ad ognuno di essi vengono consegnate delle linee guida per la creazione di una collezione. Provate a pensare: ogni membro del gruppo ha un suo stile, un suo gusto ed un modo di organizzare il lavoro assolutamente personale, eppure collaborano per dare vita a qualcosa di unico anche se mi sembra scontato ci siano scontri e divergenze. Ma è proprio questo il bello del gioco! L’istituto permette di creare tessuti da filati riciclati, concepirne di nuovi con i materiali naturali più disparati, non per altro esiste il corso per diventare tecnico del tessuto. Tutto questo permette di avere una visione sul mercato della moda abbastanza completo e fare in modo che il team sia attento alle esigenze del singolo. Pensate davvero che un ipotetico John Galliano o il conosciutissimo Giorgio Armani possano fare tutto da soli? Non scherziamo! La fantasia non ha limiti, ma è altrettanto vero che la collaborazione porta ad un successo ancora più grande. Ecco dove deve avvenire il vero cambiamento: nella consapevolezza che a volte non possiamo fare tutto da soli e che il confronto con altre persone può solo giovare alla nostra idea di partenza, che si evolverà in un progetto migliore e ci porterà all’obiettivo finale. Siete ancora convinti di poter fare tutto da soli? Ok... leggete ancora un attimo questo articolo e vi convincerete che il vostro compagno di impresa sarà un perfetto alleato, perché non è detto che il tuo modo di trovare una soluzione sia uguale alla sua e questo, credimi, è davvero un ottimo inizio. Ho presentato il mio progetto imprenditoriale al concorso GoLabor 2016 (vi consiglio di dare un occhiata http://www.associazionebandalarga.org) con un idea che ai miei occhi era perfetta così come l’avevo concepita, ma mi sbagliavo. Gli altri partecipanti, anche loro con ottime iniziative, mi hanno fatto notare i punti di forza del progetto ma cosa ancora più importante, i punti critici che mi avrebbero portato al fallimento. Non sono mai stata così felice! La mia idea stava prendendo forma e questo grazie anche a perfetti sconosciuti con i quali mi stavo confrontando. Questo mi ha dato nuovi stimoli per continuare e sicuramente più fiducia in me stessa tanto da voler aiutare alcuni amici a rendere realizzabile anche le loro idee imprenditoriali. Cosa c’entra tutto questo con la moda? Fondamentalmente non molto ma volevo farvi capire che se si lavora in team, ci si diverte, si cresce e si possono portare le esperienze vissute in altre attività e collaborazioni. Fate team, non abbiate paura di sbagliare e di farvi aiutare. Questa è la base del successo e di un ottimo lavoro.
TEMPOREALE
ESPERIMENTI DI... GIORNALISMO
“Migliorare l’integrazione degli studenti con la lettura si può” Di seguito gli articoli prodotti nell’ambito di un breve percorso promosso a scuola dalla redazione di Tempo Reale, in collaborazione con la professoressa Nevia Pizzon, che ringraziamo, dell’Istituto ISIS Pertini, presso lo stesso Istituto scolastico. Due classi terze riunite, dopo aver svolto un acceleratissimo corso di giornalismo si sono valorosamente cimentate nell’elaborazione di gruppo di un articolo. Grazie a tutti ! L’argomento? Scopritelo direttamente dalla fonte;) (pubblichiamo per esigenze di spazio solamente due elaborati mentre provvederemo a dare visibilità ad una selezione degli stessi sul nostro sito)
La lettura come strumento di integrazione
Ragazzi impegnati nel progetto “speciale normalità” di: Amzoska, Brotto, Figlini, Novati
Gli studenti delle classi terze dell’Istituto Pertini di Monfalcone, indirizzo socio sanitario, hanno lavorato al progetto “Speciale normalità”, dedicato alla lettura inclusiva, che ha avuto luogo nelle biblioteche di Monfalcone, Turriaco e Majano durante i mesi di novembre e dicembre 2016.
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Lo scopo è stato quello di promuovere la lettura per bambini, attraverso libri con diverse modalità di interpretazione, includendo coloro che hanno difficoltà nella comunicazione o con disabilità di linguaggio. Gli allievi hanno partecipato ad un corso di formazione pomeridiano, in collaborazione con la cooperativa sociale “Damatrà” , seguiti da alcuni esperti nel settore. Durante questa fase, sono state proposte varie tipologie di volumi, in particolare libri Silent e in CAA, per favorirel’integrazione di tutti i bambini.
Questi libri, infatti, prevedono una lettura facilitata attraverso la presenza di immagini simbolo per ogni parola scritta o in completa assenza di frasi. Ogni studente, durante i vari incontri, ha interpretato una lettura, preparata e perfezionata precedentemente. Gli studenti con questo progetto, infine, hanno potuto aumentare e, quindi, migliorare le proprie capacità comunicative e relazionali, dando valore ai rapporti tra pari.
I ragazzi del Pertini a lavoro di: Anna Antalo Valentina Ceriello Lisa Degrassi Dalila Monte Formazione Nel mese di ottobre le classi terze dell’istituto superiore Sandro Pertini di Monfalcone hanno partecipato ad un corso di formazione sulla lettura dei libri tenuto da Ornella, Claudia e Thomàs, operatori di una piccola cooperativa chiamata “Damatrà ONLUS” nell’istituto stesso in orari extrascolastici. Durante la formazione, la classe 3ASS ha avuto il compito di scegliere un libro, di vario genere, per lettura indirizzata a soli bambini. La nostra interpretazione è stata perfezionata dall’operatrice Claudia, che ci ha accompagnato durante il corso. Letture A corso concluso, la classe ha organizzato delle giornate dedicate alle letture dei libri scelti e provati durante la formazione. Cinque sono state svolte durante ore scolastiche, altre in orari extrascolastici. Agli occhi dei lettori, i bambini partecipanti sembravano curiosi ed attenti nello scoprire tipi di libri diversi da quelli abitualmente conosciuti, come i “Silent Book” o i libri scritti con la comunicazione CAA.
La giornata a Majano L’attività si è tenuta il 3 dicembre 2016 con il nome di “Libri viventi”. I bambini partecipanti avevano all’incirca dai 5 agli 8 anni. All’entrata della biblioteca della città di Majano si trovava uno stend dove i bambini potevano scegliere una scheda libro contrassegnata da un numero corrispondente alla postazione di lettura dei Libri viventi, cioè dei lettori. Una volta raggiunta la postazione i bambini restavano ad ascoltare la lettura scelta; poi, sempre muniti della scheda libro, tornavano alla postazione iniziale per sceglierne un’altra e continuare il percorso per tutta la durata dell’attività, che si è conclusa con una lettura da parte di Thomàs e un buffet gentilmente offerto dai genitori dei bambini lì presenti. La nostra esperienza Dal nostro punto di vista, sia il corso di formazione che le attività da noi svolte sono state quasi del tutto positive in quanto non sono state riscontrate difficoltà e le nostre capacità di lettura ad alta voce sono migliorate grazie all’aiuto dell’esperienza e della preparazione formativa con gli operatori della cooperativa. di prossima pubblicazione: • “LA LETTURA FA LA FORZA” di Aurora Bolzan, Rosa Cavaliere, Sara Cechet, Reka Khondaker • “SPECIALE NORMALITÀ. Una realtà speciale nella normalità…” di Meem Howlader Alessandra Melinte
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Associazione Banda Larga APS #friendstime Grazie al contributo dell’Ambito basso isontino del capitolo Fondo Devianza, nell’annualità 2016/2017 BL ha iniziato una nuova attività: “UN AMICO PER I COMPITI”. #FRIENDSTIME dà la possibilità ai ragazzi della quinta elementare e delle medie di essere aiutati nello svolgimento dei compiti e, parallelamente, vivere un momento di aggregazione, nel quale giocare e instaurare nuove relazioni in un ambiente protetto e con precisi valori educativi. Gli “amici per i compiti” sono ragazzi delle III e IV superiori degli ISIS Slataper e Pertini, che assolvono così il loro percorso di alternanza scuola/lavoro o quello del volontariato scolastico. Il tutto sotto il coordinamento degli educatori dell’associazione BL. Quest’anno gli iscritti al #friendstime sono stati seguiti da 15 “amici per i compiti”, nel corso di tre giornate di apertura presso la Casa della Gioventù della BV Marcelliana. CAMPO ANIMATORI...si parte! Siamo partiti cinque anni fa con un’idea: formare gruppi di animatori nella parrocchie che facciano ripartire le attività tipiche degli oratori...i tempi sono maturi e finalmente trenta animatori faranno quest’estate il loro primo Campo Animatori dell’Oratorio Diffuso nella casa parrocchiale di Ravascletto. Bellissima ...Banda!!!
i punti di distribuzione di TempoReale
Gorizia
Parrocchia San Rocco Bottega Equomondo Commercio equo CVCS
SIS Slataper
Monfalcone
Kinemax Teatro Comunale Biblioteca Libreria Ubik Broken Bones ISIS Buonarrotti ISIS Pertini
Staranzano
Benkadì ISIT Commerciale “l. Einaudi” Industriale “G. Marconi” Comune
San Daniele del Friuli Casa del Volontariato
Tarcento
Centro di Aggregazione Giovanile
Villa Vicentina
Corte dei Miracoli onlus
Trieste
Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Storia e Storia dell’arte Dipartimento di Lingue e Filosofia
Duino Aurisina
Bowling United World College of the Adriatic
San Canzian d’Isonzo
Oratorio Centro di Aggregazione Giovanile
Carlino
Oratorio della Ricca
Cividale
Pizzeria Capricciò
Latisana
Oratori, Punto Giovani
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R! E V O C
TEMPOREALE Scopriamo l’artista di copertina!
Pietro Cataudella è un illustratore di origini siciliane ma toscano d’adozione e creatore del progetto artistico “CityLiveSketch”. Questo progetto nasce nell’estate del 2014 a Marzamemi (Siracusa) dall’unione di semplici passioni per disegno e fotografia e ha come obiettivo quello di mostrare il territorio in modo alternativo e fantasioso: i disegni, infatti, possono rappresentare fedelmente paesaggi e monumenti oppure interagire creativamente con essi. CityLiveSketch ha destato l’interesse di numerose testate giornalistiche tra cui La Repubblica, Il Corriere della Sera e The Huffington Post e ha collaborato con diverse aziende e brand internazionali. Il progetto “CityLiveSketch” è sui principali social network tra cui Facebook ed Instagram.
Seguilo su Instagram: @CityLiveSketch! :-)
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TEMPOREALE Prodotto da Associazione Banda Larga APS. Realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e dall’ Unione Province del Friuli Venezia Giulia.
Stampato da Poligrafiche San Marco su carta riciclata. Impaginazione: andreaantoni.it www.tempo-reale.net