TEMPOREALE
iscrizione al tribunale di gorizia n°409 del 06/06/2009.
letters and colors from street’s young art
LA PRIMA PIETRA Aspettando Alessandro Bergonzoni PT.2
anno 05 • n° 09 novembre 2013
TEMPOREALE PEOPLE EDITORE Banda_Larga Associazione di Promozione Sociale Direttore responsabile Cristina Visintini Redazione Claudia Fabaz Walter Comunello Daniela Proietti Pietro Sessolo Grafica e Impaginazione AndreaAntoni.it Collaboratori Mona Ayoub Raffaela Corrias Sara Rocutto Ringraziamenti Alessandro Bergonzoni Licia Morandi Massimiliano Fanni Cannelles, Marta Vuch, Eleonora Rossi di Auxili@ Meri Zanolla Angela Biancat Copertina Davide Zamberlan “Daza” “La prima pietra” Realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia (Lt. 12/2007)
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Quando state puntando un dito per condannare, accusare, e biasimare qualcun altro dimenticate che tre dita sono puntate indietro verso di voi. K. Pollak
Rete di relazioni Centro Studi Podresca, Prepotto Accademia del Fumetto, Trieste ARCI Trieste ass. La Viarte, Santa Maria La Longa (UD) ass. Benkadì, Staranzano, (GO) Corso Educatori Live (CEL), Bassa Friulana Forum Giovani della Provincia di Gorizia MGS Movimento Giovanile Salesiano ass. cult. Periferia Nordest, Monfalcone (GO) ExisT - Volontari Europei CVCS, Gorizia ass. Scimmie Bisiache Monfalcone (GO) Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Gorizia United World College of the Adriatic Duino (TS) Tenda per la pace e i diritti Il Cerchio Magico - Villesse (Go) Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Udine ISIT Commerciale “L. Einaudi”, Staranzano ISIT Industriale “G. Marconi”, Staranzano CEFAP, Codroipo MO.VI FVG ITT Malignani di San Giorgio di Nogaro
TEMPOREALE LA RETE
IN QUESTO NUMERO... 03 04
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Pietra & Pietra Basta con gli esempi, ora tocca a noi! Infospot Letto per voi An eye for an eye makes the whole world blind AgendaPietra In SIRIA... “AUXILIUM” declinato infinite volte = AUXILI@” Un mosaico per mettere in gioco otto Comuni Oltre la pietra
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Quando tutto ebbe inizio Del conflitto ritualizzato a suon di musica FVG Labor L’artista di copertina Banda Larga Calzini, berretti, tute ed occhiali: oltre il giudizio
34 The Net 34 Videoteca 35 Numbers 36 Dove? 37 Nel prossimo numero
É tempo di Quella sul Ponte di Messina abbandonata che chissà per chi era stata posata Quella di una casa, di un’ospedale: quella angolare che se anche non salva almeno riesca ad aiutare Quella tirata dal primo senza peccato che non è detto che nel cuore si sia guardato Quella dei giudizi, delle porte chiuse quella senza pesare le proprie accuse. La prima pietra, quella dei muri e non è detto che i progetti siano puri La prima pietra c’è sempre chi la lancia chi di coscienza non conosce la pronuncia La prima pietra che mira ad indicare sogni nel cassetto pronti da cominciare (è forse la più bella, la più originale): è tempo di Sara Rocutto
#01
illustrazione di Meri Zanolla
TEMPOREALE
PIETRA & PIETRA editoriale del nostro direttore Cristina Visintini
Prima pietra. Doppia l’associazione di idee se si pensa a “prima pietra”. Idee in netto contrasto. La prima pietra di un edificio, simbolo di un inizio. La prima pietra scagliata contro qualcuno, simbolo della fine. Concetti che stanno all’estremità: inizio e felicità, fine e dolore. La pietra potrebbe essere la stessa, ma sicuramente diversa è la mano che la stringe. Posare la prima pietra significa dare base solide ad un edificio, lanciare la prima pietra contro qualcuno significa distruggere la vita di quella persona. Chi siamo per avere il diritto di posare una prima pietra o per lanciare la prima pietra contro qualcuno? Siamo così puliti, così innocenti, così bianchi da poter pensare di stringere quella pietra? E’ una grande responsabilità. In ogni caso. Essere fautori di un inizio vuol dire credere in quello che si sta facendo, mettere la prima pietra di un edificio, di un progetto, di un’idea è dire ufficialmente “ci credo e in questa cosa metterò tutte le mie forze”. Ma non devono essere solo parole: ci devono essere i fatti perchè su quella pietra si fonderà il futuro e se non sarà una pietra solida e forte, tutto potrebbe crollare. E nel momento in cui tutto crollerà, ci sarà chi vorrà lanciare la prima pietra. Forse anche la stessa persona che aveva posato la pietra, cercando di non assumersi le responsabilità che le competono, e dimostrando di non aver creduto abbastanza in quello che stava facendo. Quanti esempi, ogni giorno, di pietre posate e lanciate, di responsabilità assunte e poi negate. Di pregiudizi radicati che sono le prime pietre di strutture traballanti e che favoriscono lanci di prime pietre superficiali e assurdi. Credo che allora l’invito, modificando la nota citazione, debba essere “Chi è senza peccato, NON lanci la prima pietra” perchè solo da chi è davvero pulito, davvero giovane nell’animo e negli atti, solo chi è aperto ad accogliere le responsabilità della vita saprà che non sono le prime pietre lanciate ad uccidere, ma tutte quelle che seguono la prima. Così come non è la prima pietra posata a fare l’edificio della vita, ma tutte le pietre “secondarie” che, insieme, unite collegate, ne sostengono la struttura.
#03
BASTA CON GLI “ESEMPI”, ora tocca a NOI! Due parole , per quattro chiacchiere fa... otto minuti con
ALESSANDRO BERGONZONI A cura di Claudia Fabaz
TEMPOREALE
Ripassa tra le nostre pagine – con nostro grande piacere- l’incontenibile artista/ comico/scrittore Alessandro Bergonzoni, già testimonial il 10 dicembre del concerto-spettacolo di solidarietà SARDEGNA CHI_AMA BOLOGNA a favore dei comuni di Onanì e Torpè (NU), colpiti dall’alluvione che ha devastato parte della Sardegna lo scorso 18 novembre. La serata (organizzata da Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna, Tuk Music, Arci Bologna con la collaborazione del Circolo Sardegna - Bologna e di F.A.S.I. ) che è stata trasmessa in diretta da Radio3 e a Ballarò, l’ha visto accanto a Costa, Benni e molti altri nomi dello spettacolo. Lo attendiamo invece dalle nostre parti a marzo 2014, quando calcherà il palco del Teatro comunale di Monfalcone, all’interno di una speciale stagione, quella che rende gli onori ai trent’anni di attività del palcoscenico isontino. Se, come Alessandro Bergonzoni docet “È arrivato il momento, ma, se qualcuno non lo va a prendere, se ne va via”, allora cogliamo subito l’attimo e chiediamo: “La cultura positiva agisce come motore di cambiamento e mediazione. In virtù della sovraesposizione mediatica a cui siamo sottoposti, in teoria dovremmo essere “perfetti” nel saper agire e saper giudicare al meglio. Tuttavia, nei Suoi spettacoli abbiamo occasione di riflettere sulla nostra “cultura colluttorica”. Può darci una chiave di lettura? Cosa ci manca per attuare la rivoluzione/rivelazione?” Manca qualcosa che distingue e diversifichi cultura da informazione, arte da intrattenimento, anima da morale. Fino a quando confondiamo questi pensieri (e non ho detto termini) è molto difficile trovare strumenti per la metamorfosi, finchè demandiamo ad altri che consideriamo esempio non diventeremo mai noi quell’esempio, non diventeremo mai noi governanti, artisti, papi, missionari o scrittori. Subire oltre l’esplosione mediatica e i social network così come sono non ci permette la nostra esplosione e non riusciamo a diventare né energia né luce, distratti e distrutti da cronaca, fatti, attualità scientemente organizzati per non darci autonomia né senso della creazione (e non ho detto creatività). Importantissimo non pensare che non saremo mai capaci perché non abbiamo i mezzi o i privilegi di quei pochi illuminati che secondo noi sono gli unici a poter essere diversi. Grazie. Grazie, per averci fatto notare la differenza tra “potere” e “potenza”, per proporre le mine “pro-uomo”, per auspicare la “chirurgia etica” e per il desiderio -speriamo- contagioso di “rifarsi il senno”. Soprattutto, grazie per essere stato con noi!
#05
INFOSPOT [ Letto per voi ]
a cura di Claudia Fabaz Se tutto il mondo è un reciproco tribunale, in cui gli stati vicendevolmente interagiscono e si giudicano, la sentenza di condanna, legata ad un torto subito, è stata spesso fonte di conflitti e guerre. A ben guardare, commentano gli storici, dopo la fine della cosiddetta guerra freddache livellava il pianeta in due approssimativamente omogenee fazioni -, sembrano dilagare i conflitti di matrice etnico-religiosa. “Usando la religione e le effettive o presunte radici etniche di una comunità, le diverse parti in conflitto esaltano il loro buon ‘diritto storico’ a questo o quello spazio geopolitico”. Le rivendicazioni di indipendenza e la fame di terra prendono forza da un passato legato ai miti e da una storia manipolata ad hoc. La tentazione di leggere gli eventi in chiave esclusivamente etnico religiosa può forse dare una versione miope rispetto alle vere ragioni dei conflitti. Nella valutazione è necessario distinguere tra ciò che è vero, sentito, sofferto dalla gente comune, dalla popolazione , da ciò che viene invece programmato nelle asettiche “camere decisionali”, dove si tirano le fila di una convenienza per pochi. Scostiamo la tenda e guardiamo fuori dalla finestra, verso uno dei nostri confini più prossimi. E’ vero che concetti come Grande Serbia, Grande Croazia, Grande Albania, Bosnia musulmana, nei Balcani post Tito, facevano battere il cuore e risvegliavano l’orgoglio nazionale di sloveni, serbi, croati e kossovari. Ciascun leader a suo modo, dal croato Tuçdman, al serbo Miloševic , al musulmano-bosniaco Izetbegović usarono le leve del nazionalismo, dell’autodeterminazione, del riscatto, della religione per mobilitare il consenso e spingere i soldati a combattere le sanguinose guerre di secessione jugoslava degli anni 90. Fin qui il “pane” o meglio la “benzina” per i popoli. Ma nei piani alti, tra i colletti bianchi, che ruolo hanno giocato e giocano ora in tutto il mondo le mafie (nella fattispecie: serba, albanese, croata, bosniaca, italiana e altre organizzazioni criminali)? Quali interessi hanno i paesi confinanti e le super potenze? Che peso rivestono le motivazioni economiche e le conquiste di potere? Meglio essere consapevoli che il nostro giudizio si limita alla superficie, grazie anche ad un’ informazione che difficilmente riesce a bucare la bolla dell’omertà. Thanks to: Lucio Caracciolo - “Conflitti etnici e religiosi” Enciclopedia del Novecento III Supplemento (2004)
ENGLISH VERSION
TEMPOREALE
“AN EYE FOR AN EYE MAKES THE WHOLE WORLD BLIND” di Mona Ayoub studentessa libanese United Word College of Adriatic di Duino “People running, fleeing children crying, mothers yelling holding their child, their dying child chaos sounds of shot guns, pistols machine guns speedy footsteps, faster faster madness more shots, louder footsteps, screams loud screams, shrieks silence a blooming flower look how it unfolds so gently so elegantly one petal after another this flower oh so many will not get the chance to see this flower bloom so gracefully people rejoicing, delighting children smiling, laughing mothers dancing. singing their hearts fluttering with hope that someday the whole world will be dancing to the beat of the same drum.”
#07
VERSIONE ITALIANA
L’”OCCHIO PER OCCHIO” RENDE TUTTO IL MONDO CIECO Persone che corrono, che fuggono bambini che piangono madri che gridano, abbracciando i loro piccoli, i loro piccoli che muoiono. Caos. Suoni di spari, pistole, fucili Passi veloci, più veloci, velocissimi. Follia. Ancora spari, ancora passi più frastornanti, urla, grida, strilli, sempre più forti. Silenzio. Un fiore che sboccia, guarda come si schiude, con gentilezza, con eleganza. Un petalo dopo l’altro, questo è un fiore. Oh, quanti uomini non avranno la possibilità di vedere questo fiore sbocciare con tanta grazia. Uomini che gioiscono, che si rallegrano. Bambini che sorridono, che ridono. Madri che danzano, che cantano. I loro cuori battono con la speranza che un giorno tutto il mondo danzerà al ritmo dello stesso tamburo. Traduzione a gentile cura di Luana Momesso Provare risentimento è come bere veleno, sperando che ciò uccida il nemico N. Mandela
TEMPOREALE illustrazione di Meri Zanolla
AGENDAdiPIETRA Non mancate agli appuntamenti di organizzati da associazione Metropolitana di Gorizia e Culture tessili. Cosa portare? Proprio quella giacca sgualcita, quel pantalone troppo corto o quella maglia bucata che stavate per buttare via: li vedrete rinascere. Gli appuntamenti hanno generalmente cadenza mensile e il laboratori si svolgono presso la sede dell’associazione Metropolitana in via S. Michele 42 a Gorizia. Info http://metropolitanagorizia.tumblr.com/ http://culturetessili.tumblr.com/
#09
In SIRIA... “AUXILIUM”(DAL LATINO: AIUTO, SOSTEGNO) declinato infinite volte = AUXILI@ Siria. Solo il suono della parola evoca ormai una sequenza di immagini drammatiche, che fotografano lacrime di donne e bambini, suggeriscono lo spettro delle armi chimiche, evocano promesse internazionali fatte con il fiato sospeso e un sorriso tirato. Inaspettato, il seme della speranza a volte cresce lontano miglia e miglia. Nasce nella nostra regione, ma opera in tutta Italia, con attività e laboratori nelle scuole, nelle società sportive, nelle carceri e organizzazione di concerti, ad esempio Concert for Life , in cui si sono esibiti Elisa, Ligabue e Zucchero. Realizza mensilmente convegni, spettacoli teatrali, docu-film, libri, e riviste in collaborazione con RAI Eri. Ma non basta. Si allunga, grazie ad un fitta rete di volontariato internazionale, fino all’estero: cooperazione internazionale in Paesi in Via di Sviluppo coinvolti in conflitti armati, con la costruzione di centri sanitari, scuole, orfanotrofi e con attività pedagogiche di microcredito e con l’adozione a distanza, pensando, in particolare, ai bambini soldato e i bambini vittime di guerre in generale. Stiamo parlando dell’ onlus Auxili@, protagonista di protocolli d’intesa con il Ministero della Giustizia, Ministero degli Interni, Ministero del Lavoro e membro dell’Osservatorio Nazionale del Volontariato. Sul fronte dell’informazione , è inoltre editore del mensile SocialNews, giornale a patrocinio RAI, premiato nel 2008 come
TEMPOREALE
Foto di @angycat
miglior giornale europeo che si occupa di tematiche socio/sanitarie. Fin qui la “carta di identità”. Ma l’attualità ha spinto Auxili@ e, in prima persona, il suo presidente Massimo Fanni Cannelles, a sostenere l’iniziativa del giornalista Rai Nino Fezza, già reporter di guerra, a favore della popolazione siriana. Insieme hanno fatto deflagrare una “bomba” di solidarietà. Grazie al personale impegno di Marta Vuch e di molti altri volontari, nel campo profughi di Atma sono arrivati preziosi quantitativi di capi di vestiario, scarpe, giochi, attrezzature mediche. Con un largo coinvolgimento spontaneo della popolazione da ogni parte d’Italia, diversi convogli sono partiti per arrivare direttamente ai destinatari, come testimoniano le varie pagine facebook dedicate all’iniziativa . Recente, ma non ultimo, abbiamo visto la partenza del container da Duino (Trieste). Con la preziosa intermediazione proprio dei volontari dell’associazione, siamo riusciti a portare fino ai nostri lettori un testimonianza di una ragazza siriana, che abbiamo gemellato idealmente con una ragazza italiana, attraverso un’intervista-specchio.
#11
Giovane siriana del campo profughi di Atma (Idlib) (trasmessa e tradotta da Marta Vuch - Auxili@ onlus)
Giovane studentessa del United Word College di Duino (Trieste) (condotta e realizzata da Rafaella Corrias - UWC)
Qual è il tuo nome e quanti anni hai e come composta la vostra famiglia e con chi vivi oggi? Il mio nome è Sarah. Ho 18 anni, la mia famiglia è composta da due ragazzi, sorella e madre. Io vivo sola con la mia famiglia.
Quanti anni hai e come è composta la tua famiglia?
Come passi le giornate di solito? Passo le mie giornate a scuola e poi cercando di trovare un lavoro.
Come si svolge la tua giornata? La mattina vado a scuola, dopo le mie ore di studio, e poi ho social service, il servizio alla comunità che ogni studente fa settimanalmente, oppure la mia attività creativa che è un gruppo di discussione sugli Affari Internazionali, oppure una delle mie attività fisiche.. Essere qui rappresenta un cambiamento totale della mia vita, nonostante io sia abbia continuato ad abitare nel mio Paese.
Ho 17 anni e la mia famiglia è composta da mio padre, mia madre e mio fratello più piccolo, però non vivo con loro ma al Collegio del Mondo Unito di Duino, dove condivido la stanza con una bosniaca e una ragazza di Hong Kong, poi in tutto il Collegio siamo 198 ragazzi da 92 diversi Paesi.
TEMPOREALE Quali sono i peggiori momenti che hai vissuto negli ultimi due anni? Dei momenti peggiori che ho passato in questi ultimi due anni l’istante del martirio di mio padre. Quel momento ha sconvolto e demolito la mia anima e, naturalmente, con la sofferenza dell’espatrio e dei momenti in cui siamo stati bombardati.
Il momento più difficile degli ultimi due anni. Quando ci sono delle morti o dei momenti seri in famiglia molto personali..sono stati legati a questo genere di cose. Ho perso i nonni quest’anno a distanza di una settimana, ma era una cosa prevista, una cosa aspettata quindi non così traumatica, ma in ogni caso dolorosa.
Qual è il ricordo più bello che hai? Il ricordo più bello che ho, e che non abbandona la mia mente, quando mio padre è venuto due giorni prima della sua morte e ha detto (Vi affido a Dio presso il quale non si perdono i depositi).
Il ricordo più bello degli ultimi 2 anni. Ce ne sono tanti! Sono stati due anni molto intensi! Sono proprio due anni in cui sto crescendo e sto capendo cosa voglio fare della mia vita. Credo..il più bello in assoluto non lo saprei proprio.. Uno dei momenti in cui mi sono sentita più realizzata è stato l’ultimo saggio di danza di quest’anno perché sapevo che avrei smesso perché sarei venuta in Collegio. Poi chiaramente quando ho saputo di aver vinto la borsa di studio per il Collegio! È stato un momento a dir poco epico! Un’altra bellissima cosa è stata quando sono andata alle Nazioni Unite due anni fa. Sono stata alla Commissione dei Diritti Umani a Ginevra, dove ho anche tenuto un discorso (e quella è stata un’esperienza molto forte), e anche al Senato a Roma, il tutto grazie a un’Associazione studentesca: il Parlamento Europeo degli Studenti. Riesci a far sentire veramente la tua voce in posti che ti sembrano lontanissimi, ma che in realtà condizionano la tua vita quotidianamente, specialmente le Istituzioni Italiane, forse più che la Commissione dei Diritti Umani nel mio caso. Sono momenti indimenticabili!
Foto di @angycat
#13
Che cosa vuoi fare da grande? Voglio insegnare la lingua inglese.
Cosa ti piacerebbe fare da grande? Brutta domanda! Non so esattamente la professione ancora, però so più o meno l’area in cui voglio lavorare. Quello che vorrei fare è dedicare la mia vita – e so che sembra molto banale detta in questa modo – agli altri, non solo nel senso di fare soltanto volontariato in un’associazione, che è bellissimo e continuo a farlo, però voglio cercare di cambiare le cose, non necessariamente attraverso la politica. So che voglio studiare qualcosa come Relazioni Internazionali o Diritti Umani in modo da poter dare un aiuto concreto alle persone con la legge internazionale, Allo stesso tempo mi piacerebbe molto lavorare sul campo, viaggiare e mi piacerebbe continuare a scrivere di quello che vedo, quindi anche la giornalista non mi spiacerebbe. La giornalista stile Tiziano Terzani che è un po’ superato purtroppo.
Quali sono i desideri e le aspettative per un giovane come te? I miei desideri sono che Dio salvi la Siria e il popolo siriano e di riuscire a risollevare la Siria e di cambiare la situazione in cui viviamo.
Quali sono le speranze per una ragazza della tua età e che risonanza hanno in te parole come “pace”, “vita”, “famiglia”, “lavoro”? Allora, le speranze per una ragazza della mia età in Italia penso che siano
TEMPOREALE Che cosa significano per te le seguenti parole: la pace, la vita, il lavoro e il futuro? La pace: è qualche cosa che desideriam tutti, e se avessi la possibilità di modificare il mondo avrei inserito in esso la pace. La vita: per quanto riguarda me, io ho perso il mio interesse per la vita e l’unica cosa che mi spinge a vivere è la mia famiglia. Il lavoro: è la cosa che desidero trovare per aiutare la mia famiglia Il futuro: Il futuro è ignoto, ma spero di incontrare giorni migliori di quanti stiamo passando.
che la situazione migliori nel senso più ampio del termine. Stiamo vivendo una crisi che non è solo economica, ma è una crisi di valori, una crisi sociale in cui molti giovani non hanno modelli a cui ispirarsi o gli unici modelli sono, a mio parere, non dico devianti, ma demoralizzanti sicuramente per chi sta cercando di costruire la sua vita in base a un’etica seria, di responsabilità civile e di partecipazione attiva. Non è certamente l’etica di chi sta governando il nostro paese o l’ha governato. Siamo spesso delusi da tante cose. La mia speranza è che la nostra società riprenda speranza, soprattutto per i giovani in Italia. Una parola come “lavoro” cosa mi fa pensare? Mi fa pensare che non ce n’è e che dovrebbe essercene; che le politiche a questo punto è chiaro che sono inefficienti. Ci si sta abituando al fatto che le cose vanno male e questa è una cosa bruttissima. Quindi la mia speranza è che non ci si abitui più, che non ci si rassegni più, si abbia speranza e si reagisca e che a livello politico ci sia un cambio generazionale di persone non che si buttano via perché hanno 20 anni e dicono “Siccome ho 20 anni bisogna che ci sia un ricambio generazionale e vado senza nessuna esperienza”, ma persone con una coscienza civica, con una cultura della pace e della responsabilità. La parola “vita” a cosa mi fa pensare? Mi fa pensare al valore della vita sicuramente e…a proposito della parola “pace”…mi fa molto pensare a che cosa sia la pace, se soltanto sia la smilitarizzazione, il non avere le bombe, non avere la guerra, che è sicuramente la più evidente violazione del concetto di pace. Mi chiedo se ci sia pace adesso in Europa ad esempio, dove non si sta
Illustrazione di Meri Zanolla
#15
combattendo nessuna guerra, neanche nella stessa Italia, dove non ci sono state tensioni così violente come ci sono state in Grecia e in Spagna, o come ci sono per esempio in Bulgaria. Questa per me non è pace, cioè non c’è una pace sociale completa in Europa. Non so…dopo che l’Europa ha vinto il premio nobel per la pace mi sono molte volte chiesta se ci fosse veramente pace. La pace è il fatto di poter vivere la propria vita in sicurezza e serenità e di sapere che le altre persone la stanno vivendo altrettanto in sicurezza e in serenità e finché non c’è la pace in altri Paesi come la Siria – adesso al mondo si stanno combattendo più di 30 guerre – penso che ci sia molto da analizzare il concetto di pace e se lo stiamo veramente vivendo pur essendo in un Paese che non è in guerra. La parola “famiglia” .. qui in Collegio è come aver trovato un’altra famiglia, per cui stando qui tre mesi cominci a rivalutare il concetto di famiglia e non pensi più alla famiglia come a chi è legato con te come parente di sangue, ma pensi alla famiglia come un posto sicuro, dove ci sono gli affetti, un po’ come la casa. Dopo questo tempo cominci a considerare il Collegio come “casa” e sede di una “famiglia estesa”. Come pensi che i giovani italiani possano capire cosa sta succedendo nel vostro paese? Loro possono capire cosa sta succedendo se comprendono le richieste del popolo siriano e se solo cominciano a pensare anche per un attimo alla situazione che sta vivendo il popolo siriano e condividere la sua sofferenza
Cosa possono fare i giovani per capire meglio che cosa sta attualmente accadendo in Siria? Questa è un’ottima domanda perché è molto difficile capirlo. Anche per gli adulti perché penso che sia difficile selezionare l’informazione che arriva e capire di che cosa fidarsi . Solo già capire che cosa sta succedendo è molto difficile. Poi fare un’analisi è ancora più complicato, soprattutto se non si ha un back ground storico. Secondo me, la prima cosa da fare per capire che cosa
TEMPOREALE sta succedendo per un ragazzo giovane, e che quindi studia, è quello di andare a studiare, approfondire la storia della Siria, soprattutto recente. Bisogna sapere che un tentativo di rivoluzione c’era già stato sotto il padre di Bashar al-Asad e che era stato represso nel sangue. Capire chi è Bashar al-Asad, capire che tipo di politiche faceva, andare a guardare ai motivi che due anni fa hanno spinto all’inizio di quello che è in corso ora. Oltretutto, le parti sono divise nell’opposizione. Come consiglio molto pratico darei quello di leggere il numero di Limes che è uscito, mi pare, all’inizio di quest’estate. Adesso è già un po’ datato, ma fa una buona analisi.E’ utile controllare le news il più possibile e il più possibile da fonti molto diverse tra di loro, quindi passare da Aljazeera alla BBC, per cercare di avere una visione più variegata possibile. Se si riesce, farsi un’opinione grazie all’incontro con persone o siriane o di Paesi vicini che lo sentono più sulla loro pelle.
Foto di @angycat
Qui al Collegio ho fondato con un ragazzo francese un “Middle East discussion group”. Un gruppo di discussione che è diventato più un gruppo di approfondimento sul Medio Oriente. Ci riuniamo una volta alla settimana e sfruttiamo il fatto di avere ragazzi che provengono da quei Paesi. Ci possono parlare di una tematica relativa al loro Paese o, in termini generali, della loro cultura…è fantastico! Siamo partiti dagli sciiti e sunniti con particolare riferimento all’Iraq, poi abbiamo parlato del servizio militare in Israele con una ragazza israeliana. Uno dei temi di cui abbiamo molto parlato nella nostra attività di Affari Internazionali è stata proprio la Siria.
#17
Qual è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi coetanei Italiani? Il messaggio che voglio trasmettere a loro è che ci forniscono il sostegno politico, una sola parola degli Stati Uniti farà cadere Bashar al-Assad e mettere fine a questa crisi, così il mondo comincerà ad occuparsi di ricostruire quanto crollato. Prego che questo mio messaggio arrivi a voi e che vi tocchi il cuore per aiutare questo popolo o meglio per aiutare a salvare ciò che è rimasto dei nostri figli.
Che messaggio vorresti lasciare ai giovani della tua età siriani? È una forte responsabilità…siate forti. Il mio personale punto di vista è che spesso la violenza è controproducente. Chiederei che non ci odino, perché ,se io fossi in loro, non so come vedrei l’Europa, come vedrei gli Stati Uniti. Non credo che li vedrei tanto bene. Penserei “Qua ci lasciate morire perché non c’è petrolio da prendere, perché ci sono potenze più grandi che bloccano tutto. Per i vostri sporchi interessi ci lasciate morire”. Quindi a un ragazzo siriano il messaggio che lascerei è che il mondo non è tutto così, che ci sono persone che credono veramente nei diritti e nella pace, che vogliono veramente creare un ponte, che si sentono vicini a loro, a quello che sta succedendo nel loro Paese, che è una guerra civile, che è una cosa che anche noi abbiamo vissuto nei nostri Paesi. Quello che direi, anche, è di non lasciarsi trascinare in una corrente violenta. Per quello che capisco, l’opposizione sta prendendo dei connotati di estremismo religioso che sono molto pericolosi. Quello che direi è di non lasciarsi prendere dagli estremismi, dal fondamentalismo, dalla violenza imperante. Ma, anch’io, per quanto mi impegni ad approfondire le mie informazioni, non pretendo di avere nessuna verità.
Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio. N. Mandela
TEMPOREALE
foto di @mik965
UN MOSAICO PER METTERE... IN GIOCO OTTO COMUNI Sta viaggiando attraverso l’isontino il tappeto ricamato dagli utenti e operatori del Consorzio Isontino Servizi Integrati - che gestisce servizi ed interventi a favore di persone disabili giovani ed adulte - e dell’Associazione culturale bisiaca.128 caselle per riproporre lo storico “Gioco dell’Oca”, che si espandono per una dimensione di 150 per 120 centimetri, ospitando nomi ed espressioni rigorosamente in dialetto bisiaco.
#19
OLTRE LA PIETRA di Walter Comunello Un giovane piromane dà fuoco a un bosco. “Conflitti psichici” possono dire i cosiddetti “esperti”. Per i poliziotti è un criminale e va messo dentro. Per l’opinione pubblica è un assassino della natura e forse andrebbe trattato ancor peggio. La colpa appare di uno, in questo caso; lui accese il cerino e molte fiamme lo seguirono in una alta torre. Il ragazzo ha padre e madre. “Problemi di educazione” direbbe chi è poco lungimirante. Io dico sempre: “lui fu educato dai genitori, certo, ma incontrò anche altra gente, così come i suoi genitori non videro solo lui. E così come le persone che lui incontrò e che incontrarono i suoi genitori”. Come l’iper-ricordato Adolf Hitler. Erich Fromm (1900 – 1980), sociologo postfreudiano, in “Anatomia della distruttività umana” si cimentò in un lungo saggio, avvalorato da documenti storici, sulla natura sadica del comportamento del dittatore tedesco. Traendo una conclusione per me sconvolgente quando lo lessi la prima volta: Hitler non ebbe genitori particolarmente violenti, né autoritari. Mi sarei aspettato esattamente il contrario, nella mia giovane ingenuità. Ma ora che so qualche cosa di più su come le rappresentazioni psichiche prendono corpo nella mente dell’uomo, di come interagiscono tra loro e con quali processi, posso con certezza supportare la tesi di Fromm, o per lo meno star dalla parte di coloro che tendono a scartare spiegazioni così semplicistiche su ciò che si è inclini a chiamare frequentemente con il nome di “colpa”. Tante cose erano successe prima di lui, tante cose stavano succedendo intorno a lui. Come Mao Tse-Tung, aveva sfruttato il momento giusto e il sentimento giusto per salire al potere ed esercitare la sua volontà. Il contesto, come si dice spesso in molte discipline umanistiche, è molto importante e va considerato. In un certo senso, tutto il mondo aveva concertato per far sì che abominevoli stermini come l’Olocausto o il “Grande balzo in avanti” nella Cina degli anni ’60 avessero luogo. Mao voleva rendere grande la sua Repubblica Popolare agli occhi dell’Occidente “evoluto”, come lui lo vedeva, rivaleggiando al tempo stesso con Stalin e desiderando “progredire” tecnologicamente, politicamente e bellicamente. Hitler, tra le altre cose, assieme a molti altri tedeschi era indignato dall’imbarazzante trattato-capestro di Versailles (dopo la Grande Guerra) che imponeva alla Germania assurde condizioni. Il capro espiatorio quasi inflazionato degli ebrei, propagandato e additato dal Führer in ogni modo possibile, contribuì a dare un “nemico comune”
TEMPOREALE e concreto da combattere, esorcizzare e neutralizzare in vece dei propri demoni interiori, per sentirsi meglio. Fu colpa “solo” dei dittatori sanguinari? Ora, con certezza, posso dire no. Fu tutta una serie di fattori che, convergendo in un punto comune, diedero forma a dei fenomeni, a dei nodi di realtà, come li ho chiamati, ai quali poche persone, o solo una, danno visi e nomi. Ma dietro c’è molto di più di quanto si possa pensare le prime volte: il fiammifero è sempre acceso da una mano, ma in generale importa solo di chi è quella mano. Attorno c’è un intero mondo che muta spontaneamente per concretizzare ogni evento, bello o brutto che sia. Quella mano, quella persona, è solo un “catalizzatore” che permette al nodo di consolidarsi e mostrarsi nella sua complessità. L’intrinseca ristrettezza della visione umana, tuttavia, vincola il pensiero all’unica caratteristica immediatamente riconoscibile del nodo: i suoi fattori più diretti, quella mano, che lancia quella pietra, con quel viso. Ecco che prende forma il capro, agnello sacrificale, da dar in pasto alle menti affamate di una giustizia inventata e arbitraria, il cui scopo è null’altro che una catarsi liberatoria. Il Sun Tzu, l’Arte della Guerra, definisce un concetto chiamato shih. Si legge più o meno come un sì trascinato ed è un evento molto simile ad una “epifania spontanea”, un qualche cosa che “acquista forma” improvvisamente, in seguito a un’adeguata preparazione, come un satori nello Zen o una fulminea e travolgente intuizione. Shih è come una trappola per topi in posizione: arriva il topo e lo shih si concretizza. Un nuovo mondo si schiude, tra gli infiniti che possono esistere. La trappola che scatta è solo la naturale conclusione di tutta una serie di “piccole cose” che lavorano in concerto. Capita, ogni tanto, che lo shih scatti, ma se accade il motivo non è mai uno solo. Sono sempre innumerevoli; diecimila, come si dice in Cina. Una conoscenza limitata o superficiale degli eventi porta, inevitabilmente, ad assumere conclusioni le cui probabilità di essere errate sono tanto più alte quanto maggiore è il numero di informazioni tralasciate. Ѐ un principio fondamentale di funzionamento della mente umana: se l’ignoranza fosse un crimine nessuno sarebbe libero. Dovendo usare la logica e partendo dal presupposto che la colpa potrebbe essere attribuita solo avendo una visione d’insieme, nessuno avrebbe la visione d’insieme, ovvero chiunque sbaglierebbe nell’assegnare la colpa a chicchessia, fosse il più esperto, venerabile e rispettato dei giudici. Un concetto di “colpa” sarebbe impugnabile soltanto da coloro che tutto sanno ma non mi risulta che noi mortali possediamo questo potere. Così ora sono solito dire che la colpa non è mai di uno solo, o di pochi. Ѐ sempre di tutti, o di nessuno, se proprio vogliamo usare il concetto di “colpa” il quale, francamente, mi sembra giustificato solo sulle labbra di Dio. Ma noi siamo solo umani e noi la colpa l’abbiamo inventata per non cristallizzarci nei processi di valutazione degli eventi… per continuare a vivere, anche a costo di sbagliare e di mandare a morte un povero innocente. Nel mondo mortale “colpa” e “colpevole”, ahimè, non sempre convergono sulla stessa persona. Solo gli uomini liberi possono negoziare; i prigionieri non possono stipulare contratti. La tua e la mia libertà non possono essere separate. Nelson Mandela
#21
SPORT
QUANDO TUTTO EBBE INIZIO... di Pietro Sessolo
Di ogni disciplina sportiva abbiamo una prima pietra: delle testimonianze (alcune veramente antiche) che ci fanno esclamare: “questo graffito mi ricorda proprio quello sport”, oppure “ma dai? ma anche i maya giocavano a....?” (questi tre puntini si possono riempire con qualsiasi sport dell’era moderna). Le testimonianze di popoli antichi che si cimentavano in attività ludiche sono ormai innumerevoli, soprattutto nei popoli che vivevano in Sud America. Ci sono dei graffitti Maya, per esempio, che illustrano alcuni uomini divisi in due squadre, divise da una corda (o rete, non si riesce a capire bene); queste due squadre cercavano di buttare la palla nel campo avversario facendole toccare terra (non vi ricorda niente?); oppure un uomo che lancia una palla verso un altro giocatore dotato di bastone per colpirla e mandarla più lontano possibile (qui gli appassionati di baseball e gli appassionati di cricket si litigheranno sicuramente l’appartenenza del loro sport preferito a questo graffito). Di esempi così ne ritroviamo anche in altre epoche e in altri popoli.
TEMPOREALE
Anche i Greci hanno lasciato molte testimonianze delle loro attività sportive: la statua del Discobolo di Mirone è forse l’esempio più calzante di quanto questo popolo tenga in considerazione l’attività ludica. Erano talmente venerate che ogni quattro anni i migliori atleti del mondo (per i Greci il mondo iniziava e finiva nella loro penisola, o nelle loro colonie) si riunivano vicino al monte Olimpo per partecipare, appunto alle Olimpiadi. Si cimentavano in attività quali la corsa, il lancio del disco, la gara delle bighe etc... I vincitori delle gare venivano celebrati come Olimpici, e in seguito scolpiti nel marmo per ricordare il loro nome nell’eternità. L’aurea di divinità che le Olimpiadi emanavano (venivano celebrate per onorare Zeus, padre di tutti gli Dei) faceva fermare le guerre e tutte le dispute politiche e territoriali. Purtroppo, con la decadenza della cultura greca, le Olimpiadi si sono fermate; hanno fatto cioè una pausa di circa 2000 anni. Ci ha pensato, alla fine del XIX secolo, un nobiluomo francese di nome Pierre de Coubertine a riaprire la tradizione dei giochi Olimpici, riuscendo a portare ad Atene (e dove se no?) quelli che erano considerati i migliori sportivi per farli gareggiare l’uno contro l’altro nella I Olimpiade dell’era moderna. Ancora oggi i giochi Olimpici sono considerati dagli sportivi come il massimo privilegio della carriera. Grazie a quindi a questo barone, una delle Prime Pietre dello Sport è riuscita ad arrivare fino ai giorni nostri.
#23
DANZA
DEL CONFLITTO RITUALIZZATO A SUON DI MUSICA La sapiente e conservativa creatività dell’uomo molto ha escogitato per farlo uscire vivo dai conflitti. Tra l’altro, è riuscito a trasformare scontri viscerali in forme di danza rituale. Pensiamo alla capoeira, nata dalla necessità di riscatto degli schiavi africani deportati in Brasile per lavorare inumanamente nelle piantagioni. Ma pensiamo anche alla break dance. Se già negli anni settanta gli scontri fisici nei ghetti delle megalopoli americane iniziano a trovare una via di mediazione attraverso la ritualizzazione in duelli simbolici tra i dj e le tra le rispettive crews di writers e breakers, ancora oggi la cultura hip hop ritma i passi dei giovani nelle nostre terre. A tal punto che, a Udine, l’ Associazione Sportiva Dilettantistica “D.N.A. La Danza dalla A alla Z” ha aperto una sezione interamente dedicata alla STREET DANCE, grazie ad un progetto, diretto e coordinato dall’insegnate Veronica Ika Bernardis, che prende il nome di THE CYPHER. Le porte son aperte a corsi di Hip Hop, Funk Styles (Popping e Locking), B-Boying (Breaking), Dancehall, Commercial, Waackin, Voguin, House. ...Mediate gente, mediate! Info_ http://www.dnadanza.fvg.it/ http://www.thecypher.it/
TEMPOREALE La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite. E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Ci domandiamo: “ Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? “ In realtà chi sei tu per NON esserlo? [...] E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso. E quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri. N. Mandela
#25
FVG LABOR Che cos’è? FVG Labor è un progetto di respiro regionale, pensato per favorire lo sviluppo imprese giovanili ad alto impatto sociale. La partecipazione è aperta a tutti i giovani dai 18 ai 35 anni residenti (o domiciliati) in Friuli Venezia Giulia.
Come funziona? Se hai un’idea imprenditoriale o un progetto per lo sviluppo del tuo territorio, proponi! Saranno valutate positivamente idee di impresa in grado di generare occupazione duratura nel tempo, rispondere a bisogni non soddisfatti della collettività, avere un forte impatto sociale sul territorio in cui operano, promuovere e riattivare beni comuni e beni pubblici, utilizzare le nuove tecnologie in un’ottica di benessere collettivo e promuovere principi di uguaglianza, opportunità e inclusione. Tra tutte le domande pervenute, ognuna delle quattro provincie selezionerà un massimo di sette candidati, e avvierà un percorso formativo mirato allo sviluppo delle idee proposte. Al termine del periodo di formazione (80 giorni), verrà selezionato un candidato per ogni provincia, al quale verrà assegnato un contributo di 12.000€. I quattro progetti assegnatari proseguiranno il percorso entrando in una fase di vera e propria immissione sul mercato, che culminerà con la costituzione dell’impresa.
Come si partecipa? I requisiti: • avere un’età compresa tra i 18 e 35 anni; • essere residenti o presenti (per ragioni di studio o di lavoro) nel territorio regionale; • proporre un’idea di impresa che rientri nelle tre macro-tematiche persona, ambiente e comunità.
TEMPOREALE
Le proposte possono essere presentate da singoli o da gruppi (non più di tre membri), ed è ammessa una sola domanda per candidato. La documentazione necessaria è scaricabile dal sito di Banda Larga (http://www.associazionebandalarga.org/fvg-labor-laboratori-di-lavoro-giovanile/) e consiste in: • bando; • modulo per la domanda di candidatura (allegato A); • scheda di presentazione dell’idea (allegato B); • autocertificazione di residenza (allegato C). Termini e modalità di consegna della documentazione: Una copia compilata della “scheda di presentazione dell’idea (allegato B)” deve essere inviata via e-mail a fvglabor@gmail.com entro il 5 febbraio 2014. Una copia cartacea di tutti e tre i moduli (allegati A, B e C), deve essere inviata entro il 10 febbraio 2014 alle ore 12.00 a: Unione delle Province del Friuli Venezia Giulia Piazza XX Settembre, 2 – 33100 Udine In alternativa, la copia cartacea dei tre moduli può essere consegnata a mano dal lunedì al venerdì dalle 09.30 e le 12.30 o inviata a mezzo di corriere espresso o raccomandata A/R, sempre all’indirizzo di cui sopra.
Chi sono i promotori ed i partner del progetto? In coerenza con i principi dell’Azione ProvincEgiovani 2013, questa iniziativa è promossa dall’Unione delle Province del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con le Province di Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine, la Cooperativa Sociale Onlus Itaca, le associazioni Arccs Arci Casa dello Studente, Banda Larga, Eureka, Gap Tricesimo e Lucide e finanziata dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della legge regionale 22 marzo 2012 n. 5 “Legge per l’autonomia dei giovani e il Fondo di garanzia per le loro opportunità”. I partner associati: • Cooperativa Sociale Itaca Onlus; • Associazione Lucide; • Associazione Banda Larga (Gorizia); • Eureka (Pordenone); • Associazioni Arccs Arci Casa dello Studente (Trieste); • Gap Tricesimo (Udine). Per ulteriori informazioni, scrivi a FVGlabor@gmail.com.
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L’artista di copertina
DAZA - Davide Zamberlan La “prima pietra” per una buona settimana lavorativa è un sorriso. Almeno questa è la filosofia di TeknoSauri.aC, la webstrip a cui è dedicata la copertina di questo mese e che da quattro anni, puntuale ogni lunedì, regala ai suoi numerosi lettori una sguardo ironico sul mondo della grafica e dintorni. Autore di Teknosauri è DaZa, al secolo Davide Zamberlan, illustratore e cartoonist freelance. Cittadino del web e del mondo, a DaZa piace variare stile e genere nei suoi lavori - che spaziano dall’illustrazione editoriale al gadget passando per la vignetta umoristica - ma coltiva un piccolo sogno: riportare il fumetto da media d’intrattenimento giovanile a linguaggio a tutto tondo come nei suoi anni d’oro. A tal proposito recentemente ha pubblicato l’e-book “Advercomics! - Guida al Fumetto nella Comunicazione Commerciale”, scaricabile gratuitamente da iTunes. Mail: da.za@email.it Web: daza.altervista.org about.me/davide.zamberlan behance, facebook, G+, linkedin, twitter (search DaZa) TeknoSauri.aC: teknosauri.blogspot.it
TEMPOREALE
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TEMPOREALE
Associazione Banda Larga APS Work in progress per gli animatori del CEL bisiaco, che, in sessione invernale, assimilano gli strumenti della canzone animata (bans), di chitarra di accompagnamento, di artigianato artistico e allestimento scenografie. Nel mese di dicembre, inoltre, all’interno di un percorso di scambio di buone prassi, una rappresentanza del team operativo del progetto Fvg Labor, di cui Banda Larga fa parte, ha potuto partecipare al Seminario di disseminazione finale dei “Progetti giovani” organizzato dall’Unione Province Italiane - Toscana, svoltosi a San Gimignano. www.associazionebandalarga.org info@associazionebandalarga.org
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MODA
CALZINI, BERRETTI, TUTE ED OCCHIALI: OLTRE IL GIUDIZIO ? di Daniela Proietti
Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.... ma nella moda, chi è senza peccato? Chi può dire di non aver mai sbagliato, di non aver mai indossato capi demodé oppure fuori luogo, non adatti alla situazione in cui ci si trovava? Ma, cosa ancora più importante, è lecito giudicare qualcuno dagli abiti che indossa? Chi può permettersi di costruire una critica su come un individuo abbina ciò che ha nell’armadio? Non so se in quest’articolo sarò capace di fare chiarezza e rispondere a queste domande, che in realtà mi sono balenate in testa durante un noto programma italiano: Ma come ti vesti? , perché non
mi sono mai posta il problema di ciò che la gente indossa quando esce di casa... mi è sempre interessato invece capire quali capi la gente sceglie in base alle diverse occasioni in cui si trova. Purtroppo sono una di quelle persone che non ama le tute da ginnastica e anche per andare a fare la spesa mi piace dare l’impressione di avere un look curato e ricercato. Ovviamente capita a tutti di avere la giornata “storta” e di non avere proprio voglia di star li a scegliere accuratamente vestiti e accessori, ma per alcuni questa “pigrizia” è all’ordine del giorno, ecco perché sono nati programmi televisivi come quello appena citato, che a mio avviso non servono poi a molto... e poi, perché siamo solo noi italiani a farci tanti problemi?
TEMPOREALE
In fin dei conti ognuno di noi può indossare ciò che vuole e ce ne da insegnamento il tipico turista tedesco che in piena stagione estiva, con quaranta gradi all’ombra, indossa sandali francescani con immancabile calzetto bianco. Ecco, quando vedo una “cosa” del genere oltre a rabbrividire, realizzo che la fantasia non ha limite! Durante le mie ricerche quotidiane sul web rimango affascinata, e tante volte anche basita, da ciò che fashion blogger e fashion editor riescono ad indossare durante la settimana della moda solo per farsi fotografare e finire su riviste di settore e libri di tendenza. Questo per me non ha molto senso: bisognerebbe scegliere cosa indossare in base ai propri gusti ed al proprio stato d’animo non certo per fare colpo su chi ci circonda. Nei giornali si vede di tutto, dagli occhiali da sole a forma di fenicottero rosa a paralumi scambiati per cappelli...non mi impressiona più niente, alcuni abiti riescono ad essere al limite del volgare. Ma allora perché vengono osannati da blogger e appassionati? Credo che la risposta sia abbastanza banale... semplicemente perché la moda è anche gioco, arte e divertimento. Perché la moda ci proietta in un mondo magico, dove tutto è possibile e i sogni possono avverarsi, ma tutto ha un limite! Allora, cos’è sbagliato nella moda? Mi verrebbe da dire proprio niente, ma in realtà ci sono dei cliché che dovrebbero essere rispettati, come il non mettere il calzino bianco con la ciabatta (vedi il tedesco di qualche riga fa), non mettere minigonne e tacchi alti alle 9 di mattina (oltre a risultare volgari mi sembrano anche un pochino inutili) oppure moonboot pelosi e short in primavera inoltrata (mi viene caldo al solo pensiero), ecc...ma poi non è forse vero che la Bellezza é negli occhi di chi guarda? Facciamoci un po’ meno paranoie e lasciamo che la gente si vesta un po’ come gli pare, basta non guardare..
#33
THE NET •
www.misna.org/
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www.maramfoundation.org
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www.cppp.it/
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www.socialnews.it
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www.auxiliaitalia.it/
VIDEOTECA •
Invictus di Clint Eastwood, USA, 2009 Dedicato a Nelson Mandela, politico sudafricano, primo presidente a essere eletto dopo la fine dell’apartheid nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993, con un occhio al suo impegno nello sport a favore della nazionale sudafricana
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Syriana di Stephen Gaghan, USA, 2006
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Border di Alessio Cremonini, Italia, 2013
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The Life and Times of Nelson Mandela video fumetto, composto da quattro episodi, realizzato da Animated Legacy Comic Series e prodotto da Umlando Wezithombe, con la supervisione del Nelson Mandela Centre of Memory.
ERS B M NU
TEMPOREALE
788 giorni
Il tempo medio stimato dall’OCSE per la conclusione di un procedimento civile, con un minimo di 368 in Svizzera e un massimo di quasi 8 anni in Italia. Questo nonostante si tratti di due Paesi, evidenzia l’Ocse, che destinano al sistema giudiziario la stessa quota di Pil, lo 0,2%.
3 i gradi
di giudizio in Italia:Tribunale, Corte d’appello e Cassazione
24 in Africa, 15 in Asia, 8 in Europa, 8 in medio oriente, 5 in America gli Stati attualmente interessati da conflitti
90 i nuovi cacciabombardieri
F-35 Joint Strike Fighter che l’Italia vuole comprare.
Da 63 a 127 milioni di euro per apparecchio
l’incremento di costo stimato dalla Corte dei conti statunitense (il Gao) a causa del numero di modifiche che saranno necessarie fino al 2019 perchè “ gravemente difettosi”.
12 novembre 1974
la data “ufficiale” della nascita dell’hip-hop, per opera del cantante Afrikaa Bambaataa, pseudonimo di Kevin Donovan, rapper e dj newyorkese.
#35
i punti di distribuzione di TempoReale Gorizia
Parrocchia San Rocco Bottega Equomondo Commercio equo CVCS
Monfalcone
Kinemax Teatro Comunale Biblioteca Libreria Ubik - La Rinascita Broken Bones
Mossa
Pizzeria Capricciò
Staranzano
Benkadì ISIT Commerciale “l. Einaudi” Industriale “G. Marconi” Comune
San Canzian d’Isonzo
Latisana
Oratori, Punto Giovani
Prepotto
Centro Studi Podresca
San Daniele del Friuli Casa del Volontariato
Santa Maria La Longa La Viarte
Tarcento
Centro di Aggregazione Giovanile
Trieste
Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Storia e Storia dell’arte Dipartimento di Lingue e Filosofia Arci
Duino Aurisina
Oratorio Centro di Aggregazione Giovanile
Mikey Mouse bar Bowling United World College of the Adriatic
Udine
Mestre
Carlino
Jesolo
Cividale
Treviso
Circolo Arci Cas’aupa Oratorio della Ricca
Pizzeria Capricciò
Gonars Biblioteca
Università SISF Mestre (VE) Centro Giovani “Al Cavallino” Centro Giovani di Paese (TV)
TEMPOREALE NEL PROSSIMO NUMERO Puoi parlarci di…
I LIKE IT per esempio: MI PIACE, CI CREDO, MA DEVO DIRTELO ?, MI PIACCIONO GLI AMICI CHE..., MI PIACCIONO I SENIORS CHE , MI PIACE PENSARE/SOGNARE/ANDARE/RESTARE, ASSOLUTAMENTE NON MI PIACE, VORREI CHE I MIEI FIGLI... La TUA idea sarà la benvenuta. Se hai tra i 14 e i 29 anni puoi contribuire anche TU con: articoli, dubbi e domande, poesie, vignette, foto, studi grafici, produzioni artistiche, suggestioni, segnalazioni e recensioni di brani musicali e films famosi e non, sms, proverbi, barzellette, fumetti, disegni … Puoi farlo da solo, con la tua classe, il tuo gruppo di amici, la tua squadra, ma non esitare: invia le tue produzioni e saremo lieti di pubblicarti!
Invia tutto a:
press@tempo-reale.net
DEADLINE: 15 marzo 2014 Per informazioni: tel 349 4996793 Claudia
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TEMPOREALE Prodotto da Associazione Banda Larga APS. Realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.
Stampato da Poligrafiche San Marco su carta riciclata. Design: andreaantoni.it www.tempo-reale.net