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L’eccellenza della stampa Made in Italy, antidoto contro la crisi

L’eccellenza

della stampa made in Italy, antidoto contro la crisi

GLI ESEMPI VIRTUOSI DI CRESCITA SOSTENIBILE CHE SEGUE STRATEGIE DI SVILUPPO BEN CALIBRATE NON MANCANO ANCHE NEL PIENO DI UNA CRISI CHE STA MINANDO LE FONDAMENTA DELL’ECONOMIA GLOBALE.

La tempesta perfetta ha colpito anche il settore della stampa, che stava rialzando la testa nel 2021 dopo gli effetti negativi provocati dalla pandemia. Il maxi incremento dei costi dell’energia, trascinati dai record delle quotazioni del gas, e la corsa dei prezzi delle materie prime (dalla carta agli inchiostri, dalle lastre al cartoncino) si è fatto sentire sulle aziende grafico-editoriali e su quelle cartotecniche, che hanno visto ridursi la marginalità per l’impossibilità di trasferire a valle tutti i maggiori costi operativi generati a monte dall’inflazione. E ancora peggio, fino al punto di arrivare al ricorso alla cassa integrazione e a fermate temporanee, sulle imprese più energivore del settore come le cartiere. Eppure, in questo panorama complicato c’è chi non solo riesce a stare sul mercato difendendo commesse, ricavi e profitti, ma anche mostrare come l’eccellenza della stampa made in Italy possa diventare l’antidoto per restare immuni da una crisi che non ha precedenti. In particolare le imprese del nostro Paese che da anni hanno scelto di puntare sull’alta qualità di stampa e la specializzazione coniugate con una forte attenzione ai temi della sostenibilità rappresentati dai criteri ESG dell’Onu sono quelle che hanno mostrato una particolare stabilità. Tra queste imprese Il Poligrafico ne ha scelte tre per altrettanti settori (grafica editoriale-commerciale, packaging ed etichette) per far raccontare la loro esperienza e la loro ricetta per il successo. Protagoniste di questa inchiesta sono le aziende di stampa Grafiche Antiga di Crocetta del Montello (Treviso), il gruppo Isem di Vigevano e la friulana Tonutti Tecniche Grafiche.

LI ABBIAMO TROVATI NEL NOSTRO PAESE E PROPRIO NELLA NOSTRA INDUSTRIA. NATURALMENTE NON SONO I SOLI MA VI RACCONTIAMO QUESTI TRE...

di Achille Perego

ISEM un polo del made in Italy del packaging di lusso

Un progetto nato attorno a Isem di Vigevano e iniziato nel 2018 con l’acquisizione di Grafiche Bramucci di Sesto San Giovanni con l’obiettivo di essere protagonista del consolidamento del settore dell’imballaggio. Un’azione voluta e perseguita da Francesco Pintucci che, da quando nel 2016 ha assunto il ruolo di Ceo di Isem, sta portando avanti una chiara strategia di espansione: rendere il gruppo una piattaforma aggregatrice per realtà diverse, ma complementari, in un mercato molto frammentato, dunque, una volta riunite e fortificate, in grado di competere come “sistema Italia”. L’ultima, e recente, mossa su questo fronte Pintucci l’ha messa a segno sulla via degli imballaggi premium che unisce l’Emilia alla Lombardia. A ottobre 2022, infatti, il gruppo Isem ha perfezionato l’acquisizione di Industrial Pack, realtà felsinea che ha aggregato tre aziende nel 2019 e da oltre 70 anni specializzate in cofanetti, scatole rigide, astucci e veline di alta qualità. Isem, con 50 milioni di giro d’affari e un 65% di export, è fra i leader nel mercato europeo delle scatole rigide di lusso per la profumeria, la cosmetica e i wine & spirit, partner di clienti blasonati a livello mondiale come L’Oreal, Shiseido, Roederer. Vent’anni fa ha rinnovato il suo business con il «copackaging», ovvero l’inserimento e l’allestimento del prodotto all’interno della confezione, diventando un mix tra realtà produttiva e logistica integrata. A maggio Isem era stato rilevato da Peninsula Capital Management (guidata in Italia dal partner Nicola Colavito) che ha voluto avvalersi delle competenze di Marco Giovannini - già patron di Guala Closures, uno che si intende di manifattura e crescite vertiginose - e lo ha nominato presidente mentre Pintucci è rimasto Ceo di Gruppo e Carlo Gregori, imprenditore di riferimento di Industrial Pack, è diventato vicepresidente di Gruppo; Giovannini, Gregori e Pintucci sono anche azionisti di minoranza del Gruppo. “Con l’aggiunta della velina e degli altri prodotti di Industrial Pack puntiamo a una strategia per siti dedicati a fasce del mercato di lusso, che migliorano qualità e servizio per il cliente finale”, spiega Pintucci. Quindi Industrial Pack è stata scelta non solo per il portafoglio clienti sinergico con Isem, ma anche perché possiede tre impianti produttivi nel nostro Paese, elemento essenziale in una fase di mercato in cui tutti i principali produttori industriali tendono a riposizionare le proprie aziende in Europa o nei Paesi vicini. Con l’aggregazione di Industrial Pack, quindi, Isem è diventato un gruppo da circa 70 milioni di euro di ricavi con circa 270 dipendenti e impianti produttivi dedicati – sempre con la scelta di utilizzare solo prodotti di cellulosa, quindi carta e cartoncino – scatole rigide, astucci e velina. Il tutto per il mondo del lusso e guardando ora sempre di più ai mercati internazionali dove Isem è presente per ora solo con uffici commerciali in Francia e nel Middle East ma non esclude in futuro di avviare unità produttive così come di proseguire la campagna di crescita per linee esterne con nuove acquisizioni. Del resto per il 2025 il comparto del lusso si stima avrà un’accelerazione senza pari a livello globale: il segmento abbigliamento e accessori schizzerà a 103 miliardi di euro (+8,5%), profumeria e cosmesi arriveranno a 25 miliardi (+9,2%), distillati e vini a 14 miliardi (+7,7%). Con i Paesi dell’Asia e Pacifico avviati a trainare la corsa, passando a 41 a 79 miliardi di spesa per beni luxury. Uno scenario di crescita nel quale il Gruppo Isem non si è fatto trovare impreparato. Quello di Industrial Pack è, infatti, il secondo shopping: prima c’era stato Grafiche Bramucci, che dal 1966 confeziona custodie per la cosmesi e il settore alto di gamma, con una produzione annuale di oltre 50 milioni di pezzi. Adesso, prosegue Pintucci “vogliamo acquisire altre aziende per perseguire una crescita basata su mercati, geografia e prodotti. L’ambizione è di superare i 100 milioni di giro d’affari in 3-4 anni, tanto che stiamo pensando già a un’altra acquisizione per l’anno prossimo”. Sia Isem sia Industrial Pack si connotano per una forte vocazione ai criteri Esg, con i loro prodotti in cellulosa contribuiscono a eliminare l’uso di plastica e a rispettare l’ambiente, due temi sempre più abbracciati dal mondo della moda e non solo. “E il focus sulla sostenibilità, che ha portato Isem a diventare anche una delle prime Bcorp del settore grafico, insieme alla strategia di crescita per costruire il polo del made in Italy del packaging di lusso”, sottolinea sempre Pintucci, “si è rivelata una carta vincente anche e soprattutto in questi anni di congiuntura difficile, dalla pandemia prima al caro-energia dopo”. Caro energia che sulle cartotecniche impatta un po’ meno rispetto alle cartiere ma si fa sentire, ma che Isem, operando per clienti che prima del prezzo mettono la qualità di stampa, è riuscita a trasferire parzialmente a valle, con l’adeguamento dei listini e l’incremento dei costi operativi. Essere un’azienda che “lavora in maniera sana”, e punta sull’innovazione, la specializzazione e l’alta qualità, con oltre 10 milioni di euro di investimenti dal 2020, premia anche in tempi difficili.

Isem ha ricevuto il premio Best Cartotecnica agli Oscar della Stampa 2020, edizione che a causa della pandemia è stata celebrata con un evento virtuale

Francesco Pintucci, CEO di ISEM

Il focus sulla sostenibilità, che ha portato Isem fra le prime Bcorp del settore grafico, e la strategia di crescita per costruire il polo del made in Italy del packaging di lusso, si sono rivelati vincenti anche e soprattutto in questi anni di congiuntura difficile.

Maria Teresa Tonutti

L’attenzione dell’azienda per la sostenibilità, in termini economici, ambientali e sociali, ha portato Tonutti Tecniche Grafiche a celebrare i primi 75 anni di attività coronando questo impegno, tramite la redazione volontaria del primo Bilancio Sociale

Tonutti Tecniche Grafiche è stata premiata agli Oscar della Stampa, ricevendo il riconoscimento come Best Label Printer 2014

Tonutti Tecniche Grafiche, efficientamento dei processi e sostenibilità

Una situazione generale difficile, a partire dall’incremento dei costi dell’energia, ma che Tonutti Tecniche Grafiche sta affrontando egregiamente per mantenere la propria competitività e continuare a crescere proseguendo una storia aziendale e familiare di ben 77 anni. Tonutti, infatti, è nata a Fagagna in provincia di Udine nel 1945 grazie all’intuito del fondatore Pietro Mario Tonutti al quale è poi seguita la direzione del figlio Manlio. L’impresa ha poi visto negli anni Ottanta l’ingresso dei figli Marco, responsabile commerciale e Maria Teresa, attuale Ceo. Leader a livello nazionale nella stampa di etichette di pregio per vari mercati, in particolare per il beverage e l'alimentare, Tonutti Tecniche Grafiche Spa conta 103 dipendenti, più di 600 clienti dislocati in Italia, Europa e USA e un turnover di oltre 21 milioni di euro. Possiede tutte le tipologie di stampa esistenti (offset, flexo, serigrafica, digitale) per la produzione di etichette autoadesive e roll-feed, con un parco di 13 macchine da stampa, in continuo aggiornamento. È specializzata nella produzione di mockup e nel graphic design. Due date segnano la recente storia aziendale: il 2013 che ha visto l’inizio del radicale percorso di Lean Transformation, tutt’ora in essere, e il 2021 anno che ha dato inizio formalmente al percorso di sostenibilità aziendale con la pubblicazione del Primo Bilancio Sociale. Tra i vari riconoscimenti ricevuti dall’azienda, Oscar della Stampa nel 2014, spiccano nel 2021 il secondo posto al Fedrigoni Top Award e il primo al Best in Flexo, per la stampa di etichette a banda stretta, successi che confermano l’eccellenza di Tonutti in termini di qualità. Ed è proprio la qualità della stampa delle etichette, spiega la dott. ssa Maria Teresa Tonutti, a rappresentare il punto di forza dell’azienda friulana. Anche e soprattutto in questa congiuntura difficile con i costi dell’energia aumentati di oltre il 200%. Un effetto negativo esploso post pandemia durante la quale, aggiunge la Ceo di Tonutti, all’aumento delle vendite della Gdo e dell’ecommerce era corrisposta la forte flessione dell’Horeca a causa della chiusura di bar e ristoranti durante il lockdown. L’uscita dalla pandemia aveva visto una decisa ripresa in termini di consumi proseguita anche nei primi mesi del 2022, prima che si sentissero gli effetti negativi sia del caro-energia e dell’inflazione che della guerra in Ucraina. Come ha risposto l’azienda alla congiuntura complicata? “L’aumento dei prezzi del packaging, sommati alla difficoltà di reperimento “ delle materie prime, ha riguardato tutti i produttori di vino, acqua minerale, bevande in genere. I rincari a doppia cifra, ben superiori a quelli delle etichette, hanno interessato anche il vetro, i tappi, le capsule – risponde Maria Teresa Tonutti -. Gli aumenti dei costi operativi hanno riguardato anche la nostra attività”.

Quindi?

“Da una parte, dopo aver cercato di assorbire quanto più possibile gli incrementi di prezzo, è stato inevitabile adeguare i listini con aumenti che sono stati capiti e accettati dai clienti, nostri partner storici. Dall’altra, abbiamo dovuto efficientare il ciclo produttivo ed essere il più possibile flessibili nella gestione delle commesse e sempre più organizzati nella pianificazione degli acquisti nel lungo periodo, per fronteggiare le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime”. Un mix di strategie – compresa la significativa azione di marketing – che ha permesso a Tonutti di affrontare un 2022 difficile mantenendo i ricavi più o meno in linea con quelli del 2021, confermando l’azienda friulana come punta di diamante a livello nazionale e non solo, nella stampa di etichette di pregio. E con l’innata attitudine aziendale a guardare al futuro con intraprendenza e ottimismo, si sta programmando, per i prossimi due anni, un nuovo, grande piano di investimenti per l’innovazione produttiva. Ma importante è stata anche l’attenzione particolare dell’azienda alla sostenibilità, in termini economici, ambientali e sociali. Tanto che la celebrazione dei primi 75 anni di attività si è tradotta nella coronazione di questo impegno, tramite la redazione volontaria del primo Bilancio Sociale.

In particolare, per quanto riguarda la sostenibilità economica, Tonutti ha attuato una trasformazione aziendale a 360° in ottica Lean con la diffusione della cultura aziendale del "miglioramento continuo" e l’eliminazione dei muda (azioni che non portano alcun tipo di valore, ovvero sprechi).

““Dal punto di vista ambientale invece – spiega ancora Maria Teresa Tonutti – abbiamo agito sia a livello aziendale sia di prodotto. Abbiamo rinnovato le certificazioni ambientali DPG e FSC, studiato e implementato un sistema di spedizioni che riduce l'impiego di imballo, realizzato carrelli per il trasporto delle materie prime del reparto prestampa che favorisce un trasporto

‘vuoto a rendere’, eliminando pallet e imballi e commissionato un approfondito audit energetico che ci ha portato a effettuare un’azione di relamping e all’installazione di un impianto fotovoltaico. Abbiamo migliorato la gestione dei rifiuti e potenziato la raccolta differenziata. Lato prodotto abbiamo dato vita al nuovo brand Tonutti Green che identifica le soluzioni ad hoc per chi richiede pack green”.

Il Bilancio di sostenibilità evidenzia, infine, anche l’impegno in ambito sociale, dal sostegno a iniziative culturali e a realtà del terzo settore del territorio friulano alla particolare attenzione alla parità di genere mentre significativo è l’impegno nella formazione aziendale interna con il progetto di “Sviluppo delle competenze”. “In un periodo complesso come quello attuale, per noi è determinante e vincente fare rete stringendo rapporti strategici di partnership con i nostri portatori di interesse, clienti e fornitori in primis, per unire forze e competenze a servizio del cliente, la cui soddisfazione rimane per noi il primario obiettivo”. 45

Grafiche Antiga, investimenti coraggiosi per affrontare il mercato Stampa commerciale, editoria e cartotecnica, sono le tre principali aree dell'attività di Grafiche Antiga Spa, un'azienda con oltre mezzo secolo di storia alle spalle che unisce una tecnologia d'avanguardia all'attenzione per i dettagli di tipo artigianale. Un binomio che ha funzionato e sta funzionando anche in un contesto difficile per l'economia italiana e per il settore grafico-cartotecnico, caratterizzato prima dagli effetti provocati dalla pandemia e poi dal caro-energia e dall'aumento dei prezzi delle materie prime. Perché, spiega Michele De Zotti, direttore generale di Grafiche Antiga, il core business centrato sulla stampa a foglio di alta qualità, con prodotti rivolti a svariati mercati, ha permesso di contrastare meglio gli effetti negativi di questa congiuntura; come quelli del caro-energia, che su un'azienda come Grafiche Antiga, impattano meno grazie agli impianti fotovoltaici installati, che coprono oltre il 30% del fabbisogno energetico. L’impegno sul fronte della sostenibilità ambientale del resto è stato certificato dal primo Bilancio di sostenibilità presentato dall’azienda guidata da Silvio Antiga insieme con i fratelli. Un documento nel quale sono stati riassunti i risultati perseguiti e ottenuti nel 2020 da Grafiche Antiga. Anno in cui, nonostante lo scenario economico mondiale messo a durissima prova dalla pandemia, a Crocetta del Montello avevano continuato a fissare quelli che definiscono “nuovi e ambiziosi traguardi in ambito ambientale e sociale per il futuro”. Un percorso che ha visto l’implementazione del sistema di gestione ambientale in accordo con la norma UNI EN ISO 14001:2015, la scelta di approvvigionarsi di carta certificata FSC e di utilizzare, nel ciclo produttivo, solo inchiostri vegetali privi di oli minerali, puntando sulla tecnica del Premium Color Print, frutto del lavoro dei reparti interni di Ricerca e Sviluppo. Nel biennio 2019-2020, inoltre, sono stati diminuiti i consumi di elettricità del 25% e quelli di gas naturale del 18%, non tanto in conseguenza delle restrizioni per la pandemia, ma soprattutto grazie all’efficientamento energetico, quindi all’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico su una superficie di 15.000 m², all’adozione di illuminazione LED, all’acquisto di nuove macchine da stampa offset con motore a corrente alternata che riducono del 10% i consumi energetici. Sono state ridotte, inoltre, le emissioni dirette e indirette di CO2, ricorda De Zotti, puntando su una logistica sostenibile grazie all’internalizzazione delle attività con la conseguente riduzione del ricorso all’outsourcing e quindi dei trasporti operati da soggetti terzi. L'attenzione alla sostenibilità è passata anche dagli investimenti in nuove tecnologie che, hanno visto l'azienda trevigiana incrementare la spesa per ammodernare il parco macchine con l'installazione di 3 nuove Koenig & Bauer 70x100 a cinque, sei e dieci colori, dotate di torri di verniciatura a base d'acqua e lampade UV che velocizzano il processo di asciugatura dell'inchiostro. Investimenti che dimostrano come, aggiunge il direttore generale di Grafiche Antiga, bisogna sempre essere un po' coraggiosi e attrezzati per anticipare i cambiamenti anche repentini del mercato, e che hanno permesso all'azienda di chiudere il 2022 superando il budget prefissato. Un risultato più che positivo, frutto della qualità del prodotto e della storica capacità di presidiare il territorio e costruire partnership di lungo periodo con i propri clienti di alto livello.

Michele De Zotti, direttore generale di Grafiche Antiga

La foto di rito della premiazione degli Oscar della Stampa 2021, quando Grafiche Antiga è stata premiata come Industria Grafica dell’Anno

L'attenzione alla sostenibilità è passata anche dagli investimenti in nuove tecnologie che hanno visto Grafiche Antiga ammodernare il parco macchine con l'installazione di tre nuove Koenig & Bauer 70x100 a cinque, sei e dieci colori, dotate di torri di verniciatura base acqua e lampade UV

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