Con gli occhi di un bambino

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Con gli occhi di un bambino Photobook Quattro angoli sperduti della terra, raccontati da chi non aveva mai scattato una foto in vita sua

Stefano Maria Palombi Edition 01/2011


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Con gli occhi di un bambino

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CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO

In Sudan c’ero già stato con la fantasia qualche anno prima. Quando avevo ideato una campagna per Amani, l’associazione che durante quell’interminabile guerra, aveva sostenuto il popolo nuba nella sua lotta. Ora stavo per andarci anche con il resto di me. Saremmo entrati nel territorio delle Nuba Mountains con un volo dell’Esercito di Liberazione. Era un’occasione unica e forse irripetibile per vedere con i miei occhi, oggi, l’Africa di mille anni fa. Sapevo che la posizione geografica della regione e la guerra avevano favorito l’isolamento di quel popolo e che la realtà che tra pochi giorni mi sarei trovato di fronte non era molto diversa da quella raccontata dalle immagini di George Rodger, Leni Riefenstahl e del mio amico Francesco Zizola. Per una volta, non avrei dovuto lavorare, niente troupe, nessun inesorabile piano di produzione a scandire albe e tramonti. Anche per questo, forse, ero agitato, non volevo tornare a mani vuote. Così, ho deciso di portare con me sessanta macchine fotografiche usa e getta. Tra le nostre destinazioni, infatti, c’era


una scuola nascosta tra le colline, dove ci aspettavano centinaia di bambini. Per arrivare lì, molti di loro dovevano camminare per ore e molto probabilmente nessuno di loro aveva mai preso in mano una macchina fotografica. Ecco l’idea, l’idea che presentai alla Conferenza Episcopale Italiana. Volevo, che per la prima volta nella loro antichissima e leggendaria storia, fossero i nuba a raccontare i nuba. E pensavo che sarebbe stato bello se a farlo fossero stati i più piccoli. Così siamo partiti, così abbiamo distribuito le macchinette e dato, all’ombra di un gigantesco baobab, brevi e rudimentali lezioni di fotografia a sessanta gruppi di bambini, ciascuno dei quali formato da tre o quattro piccoli fotografi, di età compresa tra i sei e i tredici anni. Il brief era semplice: raccontate una vostra giornata e divertitevi! Ed ecco, al tramonto, perdersi all’orizzonte i primi fotoreporter nuba della storia! Dopo tre giorni le macchinette erano quasi tutte tornate indietro. Dopo qualche altro giorno, indietro siamo tornati anche noi. Quando ho ritirato le foto sviluppate e stampate, ero emozionato come se fossi in procinto di aprire la lettera di un’innamorata.


La purezza, il mistero, l’ingenuità e la magia erano lì. Ero entusiasta. E il mio cliente, la Conferenza Episcopale Italiana, lo era ancora di più. Così abbiamo deciso portare avanti il progetto in altri tre sperduti angoli del mondo. Tra gli indios yanomami, nel cuore della foresta amazzonica, in Papua Nuova Guinea e in Nepal, nei villaggi a quattromila metri d’altitudine. Migliaia e migliaia di chilometri, migliaia e migliaia d’immagini, e alla fine, finalmente, una mostra: Con gli occhi di un bambino.

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I nuba sono un popolo dalle origini antichissime. Gli schiavi che riuscivano a fuggire dalle carovane dei negrieri trovarono su queste montagne nel cuore del Sudan il loro rifugio. Nonostante la leggenda parli dell’esistenza di 99 lingue diverse, una per ogni montagna, l’identità nuba è forte e radicata. Abilissimi agricoltori, celebri lottatori, i nuba sono riusciti a resistere a una lunga e terribile guerra. Oggi, finalmente, questi uomini e queste donne dopo tanti anni conoscono giorni di pace e i loro figli, per la prima volta, giorni di scuola. Ed è proprio nelle scuole e nella formazione degli insegnanti che si sono concentrati i fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica e l’infaticabile lavoro della ONG Amani, che tanto ha fatto e tanto continua a fare per questo popolo fiero e sorridente.

Africa, Sudan: Nuba

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A metà strada tra la terra e il cielo c’è la valle nepalese del Mustang. Ponti sospesi nel nulla, torrenti di ghiaccio, pastori in viaggio da giorni, villaggi immobili tra nuvole mai ferme, il respiro regolare dei portatori in cammino verso lassù. E poi i bambini. Spesso senza scarpe, troppo spesso senza libri e quaderni e senza una scuola come quella creata, anche con il sostegno dei fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, da suor Rufina e dalle sue sorelle della Congregatio Jesu. La scuola di St. Mary ospita oggi 800 studenti che arrivano da tante valli diverse. E vuole diventare sempre più grande per aiutare sempre più bambini a crescere felici.

Asia, Nepal: Mustang

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La Papua Nuova Guinea è davvero per noi l’altra parte del mondo. Le Isole Trobriand sono ancora un po’ più in là. Qui il tempo si è fermato e nemmeno il vento, che alza onde di metri e piega in un inchino le palme, sembra poterlo muovere. Qui le case sono capanne, le cucine fuochi, il cibo pesce catturato con le fiocine e la luce è luna e stelle. Qui l’isolamento è totale e totale il bisogno di aiuto. Qui, lontano da tutto, missionari e suore italiani aiutati anche dai fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, offrono a tutti assistenza sanitaria, sociale e scuole di formazione.

Oceania, Papua: Trobriand

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Fino a pochi anni fa il destino degli indios yanomami sembrava segnato. Malattie, inquinamento, deforestazione aggredivano il loro millenario stile di vita trasformando i loro giorni in una continua lotta per la sopravvivenza. Oggi la situazione è cambiata e gli yanomami hanno ripreso a crescere come popolazione e sono tornati a vivere in meravigliosa simbiosi con il loro territorio finalmente protetto. Se questo è stato possibile è anche grazie a uomini come padre Carlo Zacquini, missionario della Consolata, che in questi luoghi con gli yanomami ha passato più di venti anni difendendo i loro diritti e promuovendo progetti di formazione e assistenza sanitaria sostenuti anche dai fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica.

America, Brasile: Amazzonia

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L’impegno che abbiamo preso con tutte le comunità coinvolte nel progetto è che le foto selezionate e stampate sarebbero tornate sotto forma di mostra itinerante anche nei villaggi dei bambini fotografi. E così è stato.

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Con gli occhi di un bambino Agency: Fatal Error Concept, Texts and Creative direction: Stefano Maria Palombi Project manager: Arminia Davidson Photographer vernissage: Fracesco Zizola Le foto sono state realizzate dai bambini della comunità della riserva Yanomami in Amazzonia, dei villaggi della valle del Mustang in Nepal, dell’isola di Kiriwuina in Papua Nuova Guinea e dei monti Nuba in Sudan. Questo progetto è stato realizzato grazie alla Conferenza Episcopale Italiana, all’interno della campagna di comunicazione dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica. www.stefanopalombi.com


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