Non crederai ai tuoi occhi!

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Non crederai ai tuoi occhi! Studi sul colore applicato alle illusioni ottiche. L’imbiancheria del Vajro a Chieri: un caso studio.


Politecnico di Torino I Facoltà di Architettura a. a. 2009 / 2010 Tesi di Laurea in Progetto Grafico e Virtuale Relatrice: Franca Ceresa Correlatrice: Simona Gallina Titolo tradotto in lingua inglese: You don’t trust in your eyes! Colours and optical illusions studies. The “Imbiancheria del Vajro” in Chieri: Studied. Stesura testi, contenuti, impaginazione, fotografie e progetto grafico a cura di: Stella Morelli 146562 I contatti con persone, aziende e istituzioni coinvolte sono indicati all’interno del volume. Tutte le immagini prive di didascalia sono di proprietà dell’autore del volume. Font: Helvetica Neue, Bauhaus93. Carta: Hello Silck 170 gr/m2 distribuita da Poliedra Rilegatura: filo refe in sedicesimi, copertina cartonata e rivestita. Stampato presso: Gaidano e Matta S. n. c. Via Roma, 7 10023 Chieri, Torino. Rilegato presso: Gli artigiani del libro S. n. c. Via Palazzo di Città, 12 10023 Chieri, Torino.

Dicembre 2010


Politecnico di Torino FacoltĂ di Architettura I Progetto Grafico e Virtuale a.a.

2009-2010

Non Crederai ai tuoi Occhi! Studi sul colore applicato alle illusioni ottiche. L’imbiancheria del Vajro a Chieri: un caso studio.

Relatrice: Franca Ceresa Correlatrice: Simona Gallina

Studente: Stella Morelli



“L’uomo ha bisogno del colore per vivere” Le Corbusier


Indice 1.Vista

1.1 Percezione visiva | 16 | 1.2 L’occhio | 20 | 1.3 Disfunzioni visive | 26 | 1.4 Teorie sulla luce | 32 | 1.5 La luce | 34 | 1.6 Interazione luce materia | 36 |

2. Colore 2.1 Colore | 40 |

2.2 Colorimetria | 42 | 2.3 Teorie sul colore | 52 | -Jhoannes Itten 2.4 Psicologia del colore | 60 |

3. Illusioni ottiche 3.1 Psicologia della Gestalt | 68 | 3.2 illusioni ottiche | 82 | -Classificazione-

4. Imbiancheria del Vajro 4.1 Imbiancheria del Vajro | 126 |


5. Caso studio 5.1 Ecc... Espressione Creativa Chieri | 134 | 5.2 Assegnazione contributi | 138 | 5.3 Proposta Progettuale | 142 | - Bando - Guerrilla Marketing - Manifesti

Conclusioni

Appendice

Bibliografia

Sitografia

Ringraziamenti



Introduzione Dalla lettura dell’introduzione di Bruno Munari al libro “Interazione del Colore” di Joseph Albers ho trovato interessanti alcune domande come: “Ma come si fa a distinguerli? Possiamo essere sicuri di ciò che vediamo? Quand’è che un rosso comincia a diventare viola? Come mai lo stesso colore cambia se cambia il fondo sul quale posa?”, esse hanno suscitato in me curiosità e la volontà di rispondere, tramite il progetto di tesi. Gli interessi per l’organizzazione, per il recupero di luoghi in disuso, per la grafica, la mancanza di spazi dedicati ai giovani che vogliono farsi conoscere e di luoghi e iniziative nate apposta per loro, hanno fatto nascere in me l’esigenza di provare a risolvere queste problematiche.

Obiettivi

Gli obiettivi principali di questo lavoro sono nati dall’interesse per uno spazio espositivo situato nel comune di Chieri: l’Imbiancheria del Vajro, sorta nel 1537, periodo in cui nella città il settore tessile era molto sviluppato. Nacque come prima imbiancheria regolamentata, utilizzata per la colorazione dei tessuti; subì, nel corso degli anni, numerose modifiche che interessarono la pianta, diverse sopraelevazioni,

la costruzione della ciminiera e il ripristino alle condizioni iniziali. La sua attività cessò nel 1963 con altri cambiamenti applicati all’edificio. Verso la fine degli anni ’90, lo studio “Desearch” di Torino ha curato la ristrutturazione e l’ampliamento, necessari per renderlo una sede espositiva. Il progetto ha avuto come obiettivo principale quello della massima visibilità dei macchinari tessili, che avrebbero poi occupato i suoi spazi. È nato così un sistema di passerelle e soppalchi che permettono l’osservazione da molteplici punti di vista degli oggetti esposti. Ora ospita il Museo del Tessile, è sede di mostre temporanee e i suoi ampi spazi sono stati sede di diversi laboratori realizzati per le scuole, ora spostati alla Biblioteca civica. Ormai quasi in disuso per la mancanza di fondi e personale

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addetto, l’edificio, situato in un luogo limitrofo alla mia abitazione, ha suscitato in me molto interesse. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione si é proposto, sulle basi acquisite nel corso di studi, un progetto che potesse mettere in luce l’edificio e occuparsi di giovani artisti che vogliono farsi conoscere. Dopo varie ricerche, si é scoperto che l’edificio non ha personale che si occupi della manutenzione, la quale lascia parecchio a desiderare, e lo spazio è utilizzato solo per pochi mesi l’anno. Fondando un’istituzione di giovani artisti si è pensato alla possibilità di risoluzione di alcuni dei problemi. Tale associazione, tramite la creazione di concorsi, renderà attiva la vita degli artisti chieresi, che si dovranno imbattere in tematiche differenti.

I progetti considerati migliori, saranno esposti all’interno dell’Imbiancheria del Vajro, rendendoli così materia di mostra. All’interno sarà possibile anche comprare prodotti self-made attraverso un piccolo museum shop allestito dai componenti dell’associazione. Il primo bando di concorso, sarà basato su due temi da me ritenuti molto interessanti quali le illusioni ottiche e il colore. Riassumendo, l’obiettivo principale è quello di fondare un’associazione che, tramite concorsi a premio, renda lo spazio utilizzato e frequentato dai giovani, oltre che dare la possibilità di sperimentare, provare a conoscere temi nuovi che saranno oggetto dei concorsi. Potrebbe anche essere istituita una tavola rotonda dedicata alla discussione degli elaborati e un luogo in cui confrontarsi con altre persone.


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Metodo di Lavoro

Il metodo di lavoro adottato si basa su tre fasi distinte. La prima parte di analisi teorica è stata il risultato di una ricerca bibliografica e sitografica delle nozioni più importanti, base fondamentale per padroneggiare le fasi successive. Per quanto riguarda il progetto, esso si è attenuto ai requisiti espressi dalla Regione Piemonte nel bando di concorso indetto per il finanziamento in favore di progetti in campo culturale. Infine l’ultima fase del lavoro ha come metodo quello sperimentale in cui sono state applicate le conoscenze precedentemente acquisite. Esaminando un qualsiasi stimolo visivo, l’occhio risulta esserne protagonista. Esso è l’organo specializzato nella vista e anche molto interessante e complesso nella sua struttura.

Spesso alcune funzioni delle parti che lo costituiscono non sono conosciute e l’analisi della struttura e del funzionamento, sono punti importanti per capire come avvengono le percezioni dei colori e gli inganni provocati dalle illusioni ottiche, come e da cosa possono essere causate le disfunzioni visive. L’analisi si basa su un breve contesto storico, atto a dare una inquadratura sulle principali teorie della luce che portano alla definizione di alcune grandezze fisiche, necessarie per comprendere il fenomeno delle onde elettromagnetiche, essendo esse responsabili della percezione del colore. Quest’ultimo può inoltre variare dalla tipologia del materiale, ritenuto importante per ogni scelta progettuale che sia a stretto contatto con il colore. Successivamente si è analizzato, in maniera meno teorica e più


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pratica, il colore. Sono stati presi in considerazione diversi punti, che sono stati ritenuti importanti per una buona analisi di quest’argomento. Chi scrive ha ritenuto come metodo migliore per analizzare questo tema, quello di partire dalla sua definizione e classificazione, chiarendo le suddivisioni che sono fatte e cosa si intende per colori primari, secondari terziari e complementari, caratteristiche spesso usate e quasi mai chiare. Dal 1700 sono state molte le classificazioni dei colori, a partire da figure semplici fino ad arrivare a solidi tridimensionali che rappresentano le scale cromatiche. Tra i vari artisti che si sono dedicati della definizione del colore, per l’interesse suscitato nella lettura dei suoi scritti, è importante parlare di Jhoannes Itten. Egli ha saputo classificare e spiegare i contrasti

e gli accordi cromatici, da me ritenuti interessanti e importanti per la spiegazione delle illusioni ottiche. È interessante capire come i colori possano influenzare lo stato d’animo e tra le svariate teorie esistenti ho scelto quella di Luscher, il quale elaborò una psicologia in cui grazie ai colori riusciva ad esprimere gli stati d’animo dei pazienti, riuscendo così a curare alcune malattie. La tavola inserita all’interno del capitolo, lascia la possibilità di sperimentare il test da lui creato. Riguardo alle illusioni ottiche la ricerca si è concentrata partendo dalla classificazione sull’ effetto che causano. Come contesto storico sono stati presi in considerazione i primi artisti che hanno sperimentato questo tema, chi con figure reversibili, chi con le prospettive come Escher, le cui opere sono interessanti per l’aspetto


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sempre diverso che assumono e le diverse angolazioni da cui possono essere osservate. Franco Grignani, è un autore italiano che ha utilizzato nelle sue opere delle illusioni ottiche e che le ha applicate al campo della grafica, tra cui ricordiamo il logo della Pura Lana Vergine. Inoltre, grazie alla concessione del professor Kitaoka, è stato possibile utilizzare le sue sperimentazioni e classificazioni, ritenute efficaci e interessanti. In seguito all’analisi, sulla base delle conoscenze acquisite sia nel campo del colore che in quello delle illusioni ottiche, si sono effettuate una serie di sperimentazioni per creare illusioni ottiche per poi passare alla parte di proposta progettuale di definizione e organizzazione del concorso e degli impegni dell’associazione nascente.

Il metodo sperimentale per la presentazione della proposta progettuale, segue le linee guida di un bando per il finanziamento di opere architettoniche e artistiche redatto dalla Regione Piemonte. La proposta progettuale ha come obiettivo principale quello di creare un’associazione in grado di organizzare e sostenere le iniziative culturali dei giovani artisti che intendono farsi conoscere. Il caso studio analizzato propone un bando di concorso le cui caratteristiche grafiche sono frutto della ricerca e di sperimentazioni basate sul progetto di tesi. Quanto segue è l’analisi teorica, pratica e sperimentale dei temi, conclusi in una proposta progettuale.




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Percezione

Gli organi di senso permettono di entrare in contatto con il mondo esterno. L’occhio, l’organo responsabile della vista, coglie circa il 70% degli stimoli esterni tramite i sensori presenti al suo interno, li invia al cervello, che, dopo averli elaborati, ne permette la percezione. Quelle che si vedono, non sono le immagini percepite dalla retina, ma le rielaborazioni di queste da parte del sistema nervoso centrale. Quando uno stimolo luminoso colpisce i fotorecettori, cellule sensibili alla luce, posti sulla retina, si innesca un processo fotochimico e bioelettrico. L’attività elettrica prodotta da questo processo permette il passaggio delle informazioni alla corteccia cerebrale, in cui le immagini vengono elaborate. Ciò che viene osservato è proiettato dal cristallino sulla retina all’inverso; è compito del cervello rielaborare e raddrizzare l’immagine. Le immagini sono proiettate in un’area detta campo visivo, che si presenta più grande nel caso di un oggetto vicino e più piccolo nel caso di un oggetto distante. L’angolo visivo misura l’ampiezza del campo visivo, non

visiva

Proiezione dell’immagine sulla retina

quella degli oggetti, in quanto questi possono avere grandezze diverse, ma occupare la stessa porzione di spazio, poiché posti a distanze diverse. La percezione della dimensione di un oggetto è data principalmente dall’esperienza dell’osservatore, il quale conoscendo le dimensioni riesce ad attribuirgli la dimensione corretta anche se situato in lontananza. Osservando un albero e una casa, posti a distanze diverse, conoscendo le loro proporzioni, l’osservatore riesce ad attribuire a ciascuno la giusta dimensione, a prescindere dalla porzione di campo visiva occupata. Quindi la comprensione delle dimensioni è data dalla sua esperienza personale e non da quello che effettivamente vede. Il campo visivo è l’estensione

Ampiezza del campo visivo

Per quanto riguarda il campo visivo verticale, riconosciamo diversi valori che limitano il riconoscimento di vari elementi. Abbiamo a -10° la linea di vista normale, a -15° la linea di visione in posizione seduta, a -30° è posizionata la zona ottimale per la visione di video display, a 25/-35° il limite di riconoscimento dei simboli e a 30/-40° il limite di riconsoscimento dei colori. Per quanto riguarda il campo visivo


5° 15°

5° 15° 30°

30°

Caratteristiche Generali

superiore e inferiore i gradi considerati sono 50°-55°/-70°80°. Se invece si parla di campo visivo orizzontale, a un grado abbiamo la visione acuta, il punto di massima visibilità, a 5° il limite riconoscimento testo, a 15° angolo della vista normale, a 30° il limite di riconoscimento dei colori, a 62° il limite massimo della visione binoculare e infine a 94° il limite della visione monoculare.

Campo visivo verticale

angolare entro la quale un oggetto può essere visto mantenendo testa e occhi immobili. Il campo visivo orizzontale è maggiore di quello verticale. La vista dell’uomo deve far fronte a continui cambiamenti di luce, di posizione e di movimento. Per far fronte a mutamenti come lo spostamento di un oggetto, il suo 1° 5° 15° 30°

Campo visivo orizzonatale

allontamento o l’avvicinamento, l’occhio necessita di mettere a fuoco, cioè rendere l’immagine nitida, permettendo di distinguere i particolari di un oggetto. Un altro tipo di adattamento è la sensibilità al contrasto, ovvero la capacità di percepire le differenze di luminosità, utili ad interpretare le forme e la profondità. La velocità di percezione è la capacità di inoltrare l’immagine osservata alla corteccia cerebrale.

5° 15° 30°

Un tipo di adattamento molto frequente è l’adattamento al buio-luce. Può avere tempi piuttosto lunghi soprattutto nel passaggio da un ambiente molto luminoso a uno più buio. In questo caso l’occhio può necessitare fino ad un’ora per adattarsi completamente. Il passaggio contrario, quindi dal buio alla luce, impiega solo pochi minuti.

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La vista

L’occhio mette a fuoco solo una piccola area e per far comprendere appieno le immagini, attua un’esplorazione continua, aggiornando ininterrottamente l’immagine che ha davanti a sé, inviando continuamente impulsi nervosi al cervello. L’occhio fissa da 1ms a 5ms un punto per poi focalizzarne un altro. Vengono così create immagini di aree più vaste rispetto a quella frontale all’occhio. Questi movimenti sono molto veloci e non sono percepibili. [1] Il sistema visivo permette inoltre di percepire il moto grazie a una serie di recettori che colgono lo stimolo luminoso in on/off. In base alla rapidità di successione sulla retina si determina la velocità del moto. Un oggetto molto lontano, con pari velocità di uno vicino, sembra muoversi più lentamente a causa della scarsa ampiezza dell’angolo da esso sotteso. L’illusione di movimento è creata dal sistema di moto e trasformazione, che fonde automaticamente frame differenti con posizioni diverse. Il sistema visivo, ha anche il compito di conferire una valenza tridimensionale alle immagini.

La visione stereoscopica è la visione binoculare e tridimensionale, che permette di determinare la profondità basandosi sul confronto delle immagini percepite dai due occhi. Il funzionamento arriva fino a 30m di distanza, oltre le immagini appaiono pressoché uguali. La disparità retinica, invece, è la distanza tra il punto fissato e i punti attorno ad esso. Fissando un oggetto, tutte le immagini più vicine e più lontane appaiono sdoppiate. Il sistema visivo calcola questa disparità e assegna maggiore o minore profondità agli oggetti dello spazio visivo. Alcuni elementi monoculari, ci permettono di valutare la profondità del campo. Infatti, la familiarità con l’oggetto, l’interposizione (se un’immagine è parzialmente coperta da un’altra, allora la seconda

[1] Tratto e rielaborato da: Astolfi A., Dispense di Fisica Tecnica. Sicklinger A., Dispense di Ergonomia Applicata al Progetto. Ceresa F., Dispense di Percezione e Comunicazione Visiva. AA. VV. Trattato di Anatomia Umana Volume 3/3, pagg. 345-383. http://www.hhmi. org/senses/b210. html Goeffry Montgomery


Nelle pagine precedenti, illustrazioni a cura di: Stella Morelli, Settembre 2010. Foto a lato a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010, Iseo.

risulta più vicina), la prospettiva lineare (le linee parallele tendono a convergere in lontananza, più sono vicine tra di loro e più risultano distanti), la distribuzione di ombre e illuminazione (le macchie di colore più luminose tendono ad essere viste come più vicine) e il movimento di parallasse (muovendo la testa, le immagini sembrano muoversi nel campo visivo e si muovono più velocemente gli oggetti vicini) ci permettono di vedere la tridimensionalità [1].


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L’occhio

L’apparato della vista è costituito da vari organi e muscoli simmetrici per la parte destra e la parte sinistra, posti nella regione anteriore della testa. La parte principale è l’occhio o bulbo oculare, i rimanenti sono denominati organi accessori dell’occhio. Il bulbo oculare è l’organo fotosensibile dell’organismo, specializzato nella ricezione di segnali luminosi dall’esterno, trasformati poi in impulsi nervosi, i quali danno luogo alla visione. Ogni bulbo oculare poggia su una massa di tessuto adiposo, che serve a mantenere la sua posizione all’interno della cavità orbitaria.

Le palpebre sono una struttura cutanea. Proteggono l’occhio e limitano l’ingresso della luce.

La coroide è una membrana vascolare, posta tra la retina e la sclera, che serve da supporto ai vasi sanguigni che distribuiscono il sangue alle cellule dell’occhio. Serve a prevenire la dispersione dei raggi luminosi all’interno dell’occhio, prima che questi raggiungano la retina. È per questo immagazzinamento, che a un flash di luce intenso, come quello della macchina fotografica gli occhi spesso risultano “rossi”.

Il muscolo o corpo ciliare è responsabile del processo di adattamento necessario per la visione distinta degli oggetti vicini.

L’umore acqueo è un liquido limpido, trasparente e inodore posto nelle camere posteriore e anteriore dell’occhio. Contribuisce alla nutrizione degli elementi che bagna quali il cristallino e la cornea e serve a mantenere la pressione oculare costante.


Anatomia dell’Occhio

La cornea è la prima lente che la luce incontra, misura circa 0.5 mm di spessore, è trasparente e di forma sferica. La cornea non è vascolarizzata e respira per lo più l’ossigeno atmosferico. È l’organo con maggiore densità di fibre nervose per unità di superficie del nostro corpo, per questo motivo anche il più piccolo trauma determina dolore violento. La parte posteriore è a stretto contatto con l’umore acqueo, ed è utilizzata dal sistema visivo per mettere a fuoco gli oggetti, facendo convergere i punti luminosi verso la parte interna dell’occhio.

La sclera è una lamina biancastra costituita da fibre elastiche, che sovrapponendosi e intrecciandosi servono per proteggere e sostenere le altre membrane. La sclera è povera di vasi sanguigni propri.

L’iride è un disco circolare situato davanti al cristallino. La parte centrale è attraversata da un’apertura circolare definita pupilla, essa varia la forma a seconda dell’illuminazione. In base alle persone il suo colore può variare in base alla colorazione di pigmenti presenti nella parte più profonda, i quali determinano colorazioni scure e poi modificate dai raggi luminosi e pigmenti nella parte superficiale che riflettono il colore più profondo creando le sfumature degli occhi. L’iride regola la quantità di luce che penetra dal foro. Al restringersi della pupilla, in condizioni di forte intensità luminosa, la profondità del fuoco aumenta.

La fovea è una piccola porzione di retina in cui è massima l’acuità visiva. Dalla fovea parte il nervo ottico che collega l’occhio al cervello.

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L’occhio

L’umor vitreo (o corpo vitreo) è una sostanza gelatinosa che riempie la cavità posteriore del globo oculare. La sua funzione è quella di mantenere la tensione oculare e rifrangere parte della luce.

Il nervo ottico è il nervo che trasmette le informazioni visive al cervello. È costituito da neuroni che tramite la sinapsi, processo che consente il passaggio degli impulsi nervosi, si scambiando le informazioni.

Il cristallino è una lente che proietta le immagini sulla retina cambiando la propria curvatura in base alle condizioni della visione e contribuisce alla messa a fuoco della luce. Nella visione da lontano è meno incurvato rispetto a quella da vicino. È trasparente, incolore ed elastico, caratteristica che si perde con gli anni e porta a difetti della vista. In questo caso l’accomodazione, data da questa curvatura, non avviene più.

La retina è la sede specifica di ricezione e fa parte del sistema nervoso centrale. È costituita da una membrana che in base alle lunghezze d’onda percepite le assorbe e le converte in energia radiante. Nella parte esterna della retina sono presenti delle cellule nervose, tra cui distinguiamo due tipi di fotorecettori, i coni e i bastoncelli, i quali sono in grado di trasformare l’energia luminosa in impulsi elettrici.

[2] Tratto e rielaborato da: AA. VV. Trattato di Anatomia Umana Volume 3/3, pagg. 348-370. Sicklinger A., Dispense di Ergonomia Applicata al Progetto, lezione 8. Ceresa F., Dispense di Percezione e Comunicazione Visiva. Azzolini C., Carta F., Marchini G., Menchini U. Clinica dell’apparato visivo, pag. 17. Piscitelli N., Dizionario Medico Deagostini.


Anatomia dell’Occhio

Le illustrazioni e le immagini di questa sezione sono a cura di: Stella Morelli, Settembre-Ottobre 2010. In questa pagina l’occhio è a cura di Alessio Bertotti.

I coni sono circa sette milioni e sono responsabili della visione del colore e sono di tre tipi: uno è più sensibile alla luce rossa, detto Long (L) con massima sensibilità a 564nm, uno a quella verde, Medium (M) con massima sensibilità a 533nm e l’altro a quella blu, Short (S) massima sensibilità a 437nm. Ognuno ha inoltre tempi di latenza differenti, ovvero quanto tempo un fotorecettore impiega per rispondere a un colore e una persistenza diversa, quindi un tempo diverso di percezione dello stimolo da quando questo viene visto. I bastoncelli, invece, si occupano della visione in condizioni di scarsa luminosità e risultano disposti in fila in numero di circa centodieci milioni [2].

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3 Disfunzioni visive

La capacità di vedere i dettagli degli oggetti è definita acuità visiva, se una persona non ha problemi di vista si dice emmetrope e i raggi luminosi convergono paralleli sulla retina per formare immagini nitide. Prima di parlare di difetti della vista è giusto chiarire cosa siano le diottrie e i decimi. In ottica, la diottria è l’unità di misura del potere di rifrazione di un sistema ottico o di una lente e permette di ottenere una visione migliore [3]. La diottria non indica quanto una persona vede, ma il potere della lente. I decimi, invece, misurano l’acuità visiva. Una persona con vista perfetta possiede 10/10.

Condizioni refrattive e di accomodazione inadeguate Miopia

La miopia porta ad avere il bulbo oculare eccessivamente allungato e alla convergenza dei raggi luminosi davanti alla retina invece che su di essa. Le persone miopi hanno difficoltà a vedere da lontano. È un difetto curabile con lenti divergenti, dette anche negative, le quali sottraggono il potere diottrico all’occhio.

Difetti della vista: Miopia

Presbiopia

La presbiopia è causata dal naturale invecchiamento e irrigidimento del cristallino dell’occhio. L’accomodazione è un meccanismo di “autofocus” che permette la visione nitida ed è resa possibile dal cambiamento di forma del cristallino. Una persona presbite vede in modo sfuocato e tende ad allontanare

Difetti della vista: Presbiopia


Rifrazione

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gli oggetti davanti a sé per vederli meglio.

Astigmatismo

Difetti della vista: Astigmatismo

L’astigmatismo è dovuto a un’anomalia della curvatura della cornea o del cristallino e porta alla messa a fuoco dei raggi luminosi in due punti, rendendo l’immagine sfuocata. É correggibile con lenti cilindriche.

Ipermetropia

Difetti della vista: Ipermetropia

Per quanto riguarda l’ipermetropia, il potere diottrico dell’occhio non è sufficiente a far convergere i raggi sulla retina, perché il bulbo oculare ha una dimensione ridotta rispetto alla norma. Le immagini che si formano sono sfuocate. Questo difetto può essere corretto con lenti convergenti, che riportano le immagini sulla retina. Sono dette anche positive, perché potere diottrico si somma a quello dell’occhio.


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Disfunzioni visive

Strabismo

Lo strabismo è una patologia dell’apparato visivo che consiste nel mancato allineamento degli assi visivi e porta alla percezione di immagini sdoppiate, in quanto il cervello non le elabora come univoche. È curabile occludendo l’occhio deviato, con esercizi per la muscolatura oculare e in certi casi con interventi chirurgici.

Disfunzioni visive legate a malattie Distacco della Retina

Il distacco della retina è causato da fenomeni patologici che causano la rottura della pellicola della retina, la quale tende a staccarsi. I sintomi evidenti sono la visione di fasci luminosi improvvisi o di corpuscoli neri che appaiono sopra alle immagini. Se la parte coperta è quella superiore,

[3] Tratto e rielaborato da: http://www. amedeolucente.it/ decimidiottrie.html [4] Tratto e rielaborato da: Sicklinger Andreas, Dispense di Ergonomia Applicata al Progetto, lezione 8. AA. VV. Trattato di Anatomia Umana, pag. 351. http://www.verba niaottica.it/difettivisivi.asp http://www. lasaluteinpillole.it/ oculistica/


Malattie

Terminologia

Ametropia: è la mancanza di emmetropia cioè della condizione di perfetta focalizzazione. Errore refrattivo: si riferisce esclusivamente al principio ottico senza nessuna altra valutazione. Condizione refrattiva non adeguata: è il termine usato per indicare la relazione che c’è tra l’uso dell’occhio e la visione di una persona.

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la parte di retina distaccata è situata nella zona inferiore dell’occhio e viceversa. Esistono varie terapie che si basano principalemente su interventi chirurgici.

Glaucoma

Il glaucoma Il glaucoma è una malattia dell’occhio che deriva da un aumento eccessivo della pressione oculare che dipende da una disfunzione del normale riassorbimento del liquido ottico. Se non curata può portare alla cecità, in quanto sono danneggiate tutte le strutture dell’occhio. Si può rimediare con cure farmacologiche specifiche o con un intervento chirurgico.

Cataratta

La cataratta è una malattia del cristallino ed è una riduzione della trasparenza del cristallino,


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Disfunzioni visive

dovuta a modificazioni nella sua composizione chimica. I principali sintomi sono un senso di fastidio alla percezione della luce, visione offuscata, difficoltà nel percepire nitidamente i colori. È curabile con un operazione chirurgica che “estrae” la catarratta. [4]

Disfunzioni visive legate ad errori di percezione Cecità di Movimento La cecità di movimento è una disfunzione del sistema percettivo causata dal danneggiamento di alcune aree del cervello. Le persone affette non sono in grado di eseguire la fusione dei frame diversi che l’occhio visualizza e vedono, quindi, immagini a sè stanti. Contrariamente esistono alcuni animali che non vedono gli oggetti finché non sono in movimento, ad esempio lerane. [5]

[5] Tratto e rielaborato da: http://www.hhmi. org/sense.html http://www. diagnosis.com/ cases.cecità_ corticale [6] Tratto e rielaborato da: Sicklinger Andreas, Dispense di Ergonomia Applicata al Progetto, lezione 8. AA. VV. Trattato di Anatomia Umana, pag. 351. Le immagini di questa sezione sono a cura di: Stella Morelli, Agosto 2010, Valencia.


Errori di Percezione

Daltonismo

Difetti della vista: Daltonismo Test di Ishara tav. 19

Difetti della vista: Daltonismo Test di Ishara tav. 23

Il daltonismo è un difetto prevalentemente genetico e consiste nella cecità ai colori quali il rosso (protanopia) e al verde (deuteranopia). Se la cecità è totale si parla di acromatopsia ed è dovuta dall’inattività di coni e bastoncelli e questo non permette la distinzione delle onde luminose rendendo la visione neutra, senza colori. Il daltonismo è solotamente riscontrabile utilizzando le “Tavole di Ishihara”. Il test consiste in un numero di “piatti” ognuno dei quali contiene dei cerchi sparsi di colore e dimensione differenti. All’interno c’è un numero. La persona daltonica non riesce solitamente a leggere tale numero. Il test completo comprende 38 dischi, ognuno dei quali serve a testare il deficit cromatico dei diversi colori.[6]

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Teorie sulla luce

A partire dal 1600 circa, furono stipulate le prime teorie sulla luce. Fino all’inizio dell’800 venne ritenuto più valido il modello corpuscolare, perchè riusciva a descrivere in modo efficace la formazione delle ombre e la riflessione della luce. Solo a partire dai primi decenni dell’800 prese piede la teoria ondulatoria, la quale mise in evidenza che la luce non sempre disegna ombre nette. Entrambe le teorie sono considerate valide, perchè la luce si comporta in certi casi come un’onda, in altri come un corpuscolo.

Teoria corpuscolare

La teoria corpuscolare fu formulata da Isaac Newton nel 1704 e vede la luce come tanti corpuscoli o particelle di materia che sono emesse in tutte le direzioni. Secondo questa teoria, la luce è composta da particelle dotate di energia e impulso che si propagano in linea retta nello spazio vuoto, e quando incontrano un corpo, se questo è molto compatto, vengono respinte, e rimbalzano elasticamente secondo le leggi dell’urto. Non ci furono sviluppi e ulteriori analisi su questa teoria e rimase popolare nelle scuole e la teoria

Isaac Newton http://www.knowledgerush.com/wiki_image/1/19/Newton.jpg

ufficiale della luce per tutto il XVIII secolo.

Teoria Ondulatoria

Il modello ondulatorio fu proposto da Christian Huygens nel 1678 ma pubblicato solo nel 1690, affermava la trasmissione della luce per onde, le quali si propagano in un fluido come succede per il suono. Questo modello spiega la riflessione, la rifrazione e la dispersione della luce nei vari colori, ma si contraddice nella teoria delle ombre. La luce è vista come un’onda che si propaga in un mezzo chiamato etere, che si supponeva pervadere

[7] Tratto e rielaborato da: Treccani G., Enciclopedia Italiana Volume XXI, pagg 566-575. Mondadori A., Enciclopedia della Scienza e della Tecnica, Volume VII pag. 774


Breve Excursus Storico

Christian Huygens http://www.kb.nl/dichters/huygens/ images/302e52_4.jpg

tutto l’universo e formata da microscopiche particelle elastiche. Un problema della teoria ondulatoria era la propagazione rettilinea della luce. Infatti, era ben noto che le onde sono capaci di aggirare gli ostacoli mentre è esperienza comune che la luce, propagandosi in linea retta non sia in grado di superarli. Questa apparente incongruenza può però essere spiegata assumendo che la luce abbia una lunghezza d’onda microscopica. Contrariamente alla teoria corpuscolare, quella ondulatoria prevede che la luce si propaghi più lentamente all’interno di un mezzo che nel vuoto. Questa teoria non

James Clerk Mawell http://www.icms.org.uk/archive/meetings/1999/maxwell/maxwell.jpg

si diffuse mai quanto quella corpuscolare. Solo nel 1802, Thomas Young, spiegò che la luce, come le onde, può aggirare gli ostacoli e dar luogo a interferenze.

Teoria elettromagnetica

Proposta da James Clerk Maxwell che alla fine del XIX secolo, sostenne che le onde luminose sono elettromagnetiche e non necessitano di un mezzo per la trasmissione, mostrò che la luce visibile è una parte dello spettro elettromagnetico. Con la formulazione delle equazioni di Maxwell vennero completamente unificati i fenomeni elettrici, magnetici ed ottici. [7]

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La luce

“La luce è una radiazione elettro magnetica di lunghezza d’onda compresa tra 0,4nm e 0,7nm ed è in grado di eccitare nell’occhio sensazioni visive (permette di vedere oggetti, distinguere colori e forme ecc.).”[8]

[8] Tratto e rielaborato da: Giovanni Treccani, Enciclopedia Italiana Volume XXI, pagg 566-575.

La luce è un’energia emessa in quantità discrete, la cui propagazione avviene per onde elettromagnetiche, dove per onda si intende l’alternarsi ciclico di campi elettrici e magnetici. L’unità di misura della luce è il nanometro, nm cioè la milionesima parte del metro.

[9] Tratto e rielaborato da: Fedele P., Grande Dizionario Enciclopedico Volume XXI, pag 502.

Nonostante la luce sia un’onda, è possibile parlare di raggi luminosi perchè la sua lunghezza d’onda è piccolissima. Le grandezze caratterizzanti sono:

LUNGHEZZA D’ONDA Distanza percorsa da un’onda durante un’oscillazione completa. FREQUENZA Numero di oscillazioni complete effettuate nell’unità di tempo. VELOCITÀ DI PROPAGAZIONE Velocità con cui si propaga l’onda magnetica, nel vuoto si

[10] Tratto e rielaborato da: Astolfi A., Dispense di Fisica Tecnica. Giovanni Treccani, Enciclopedia Italiana Volume XXI, pagg 566-575. Anna Marotta, Policroma -dalle teorie comparate al progetto del colore, pag 11. In queste pagine le illustrazioni sono a cura di: Stella Morelli, Settembre 2010.

Prisma di cristallo di Isaac Newton*


Caratteristiche Fisiche

Raggi gamma

Raggi X

Raggi Ultravioletti

Raggi Infrarossi

Radar MicrondeTV

Onde Onde Ultracorte Medie

Spettro del visibile

Spettro delle radiazioni elettromagnetiche

* Newton, nel 1666, realizzando il prisma di cristallo dimostra essenzialmente tre tesi: 1. La luce del sole consiste di raggi che differiscono per numero indefinito di gradi di rifrangiblità; 2. I raggi che differiscono in rifrangibilità, quando vengono separati, differiscono proporzionalmente anche nei colori che esibiscono; 3. Vi sono Tanti colori semplici e omogenei, quanti sono i gradi di rifrangibilità.

indica con c e dipende dalla natura del mezzo che attraversa. Il valore più attendibile di propagazione della luce nel vuoto è di 299.790 km/sec. [9] La luce bianca, ovvero quella solare, può essere scomposta nei colori visibili per mezzo di un prisma di cristallo. L’oggetto che riflette tutte le onde luminose appare bianco (bianco = somma di tutti i colori); l’oggetto che assorbe tutte le onde, senza restituirle ai nostri occhi, viene visto dai nostri occhi nero (nero = assenza di colori); l’oggetto che assorbe tutte le onde tranne uno, ha il colore corrispondente a quell’unica onda. L’insieme delle radiazioni elettromagnetiche conosciute è rappresentato nello spettro magnetico, in cui è riconosciuto lo “spettro del visibile”. Quando

le onde dello spettro del visibile sono tutte presenti, si vede la luce bianca. L’ottica è la scienza che studia la luce e l’interazione tra luce e materia. A ogni lunghezza d’onda è associabile un colore, ma non viceversa. Le frequenze al di fuori dello spettro del visibile sono dette ultraviolette (UV) con alte frequenze e infrarosse (IR) per le basse, queste ultime sono percepite sotto forma di calore. Le visioni diurna e notturna hanno lunghezze d’onda diverse. Intendiamo visione fotopica quella con intensità energetica elevata, quindi diurna e va fino a una intensità massima soggettiva di 555nm; la visione scotopica, invece è con intensità scarsa, quindi notturna ha un’intensità massima di 510nm. [10]

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Interazione

Quando la luce attraversa un corpo di densità diversa dal vuoto, cerca di attraversarlo nel minor tempo possibile, in quanto la sua velocità varia in base alla struttura molecolare del materiale che colpisce. A seconda della densità del materiale possono avvenire diversi fenomeni quali l’assorbimento, la riflessione e la rifrazione.

Assorbimento

L’oggetto colpito dalla radiazione elettromagnetica è in grado di assorbire tale energia. È il caso della riflessione sulle superfici opache, le quali non sono in grado di riflettere tutta l’energia e ne assorbono una parte. L’occhio non è in grado di vedere questa energia.

Riflessione

Il raggio incidente, la normale alla superficie riflettente nel punto di incidenza e il raggio riflesso, giacciono sullo stesso piano. L’angolo d’incidenza e l’angolo di riflessione su una superficie completamente liscia, sono uguali. L’oggetto colpito dalla radiazione elettromagnetica non è in grado di assorbire l’energia, quindi la respinge.

luce materia

[11] Tratto e rielaborato da: Astolfi A., Dispense di Fisica Tecnica. Ceresa F., Dispense di Percezione e Comunicazione Visiva.


Comportamento della Luce

Assorbimento

Rifrazione

Riflessione

Rifrazione

È la deviazione della traiettoria di propagazione della luce in corrispondenza di mezzi con intensità diversa. Avviene ogni volta che un raggio attraversa la separazione tra due mezzi trasparenti nei quali la luce si propaga con velocità diverse. [11]

In alto, da sinistra a destra, foto a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010, Chieri. Stella Morelli, Ottobre 2009, Valencia. Stella Morelli, Ottobre 2010, Chieri.

Il miraggio è un’illusione ottica naturale che si verifica quando i raggi del sole incontrano uno strato d’aria più calda rispetto a quelli sovrastanti. Avviene una riflessione totale ed è possibile vedere le immagini come fossero riflesse al suolo.

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1 Colore

Il colore è la caratteristica degli oggetti che ne definisce l’aspetto cromatico. È percepibile solamente in presenza di una luce e varia in base alla sua intensità. La percezione del colore è un aspetto soggettivo, poiché ogni individuo distingue tonalità cromatiche differenti. Ogni persona può avere una definizione diversa del colore. Quello che per un pittore è un insieme di pigmenti, che servono a dipingere, non lo sarà per il fisico, che lo vede come un aspetto dell’energia radiante, o per lo psicologo, che invece lo interpreta come un fenomeno percettivo. Il colore può essere inteso come una qualità del nostro sistema di percezione visiva, quindi è puramente soggettivo. A partire dal ‘500, venne riconosciuto che il colore non è strettamente legato all’oggetto. Galileo scrisse: “[...] per lo che io vo pensando che questi sapori, odori, colori, [...] tengano solamente lor residenza nel corpo sensitivo, sì che rimosso l’animale sieno levate e annichilite tutte queste proprietà [...]”

Quindi il colore di una luce o di un corpo, non è una proprietà ad esso intrinseca, ma un aspetto che il sistema visivo gli attribuisce. Diverse teorie sono alla base della classificazione del colore. Quella che segue, si basa sulle teorie di Goethe, il quale per primo fece una distinzione tra luci colorate e colori a pigmento. [1]

Colori primari

I colori primari sono il giallo, il blu-ciano e il rosso-magenta, non ottenibili dalla mescolanza degli altri colori dello spettro solare e sono identificati a partire dallo spettro di Newton (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto).

[1] Tratto e rielaborato da: Anna Marotta, Policroma -dalle teorie comparate al progetto del colore, pag 101. http://www. trisomia21.it/index. php?option=com_ [2] Tratto da: Galileo Galilei, Il Saggiatore, 1623. [3] Tratto e rielaborato da: Anna Marotta, Policroma -dalle teorie comparate al progetto del colore, pag 101. http://fc. retecivica.milano. it/dallo%20staff/ Moderatori/ RCMWEB/Tesoro/


Classificazione

tesoro99/suk/ colori/testo.htm In queste pagine le illustrazioni e le immagini sono a cura di: Stella Morelli, Settembre 2010.

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Colori secondari

I colori secondari sono quei colori ottenibili dalla mescolanza di due colori primari in parti uguali. Sono verde, viola e arancio.

Rosso

Blu Rosso

Giallo

Giallo

Blu

Colori terziari

I colori terziari, si ottengono dalla mescolanza in parti diverse di due primari. Rosso

Rosso

Giallo

Rosso

Giallo

Giallo

Rosso

Blu

Colori complementari

Blu

Rosso

Blu

Rosso

Sono quei colori che mischiati fra loro danno il grigio-nero neutro, ma accostati raggiungono il loro massimo grado di luminositĂ . [3]


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2 Colorimetria

La colorimetria è la disciplina che misura e confronta il colore. Il colore è definito in fisica come l’interpretazione cerebrale del segnale prodotto dai ricettori dell’occhio, stimolati da una radiazione luminosa. Se si parla di corpi luminosi, è la caratteristica della luce prodotta da una sorgente, per i corpi illuminati è la proprietà della superficie. Gli attributi che caratterizzano le luci colorate sono: - la tinta è ciò che permette di percepire una luce come rossa, verde, blu, ecc.; - la pienezza del colore è l’elemento che consente di valutare l’intensità con cui emerge la tinta; - la brillanza è l’attributo secondo il quale una radiazione invia più o meno luce. Nelle superfici il colore varia in base alla quantità presente, alla luce e al fattore di riflessionetrasmissione. Gli attributi che lo compongono sono: - la tinta è la proprietà secondo la quale percepiamo una superficie come rossa, verde, blu, ecc.; - la saturazione o purezza è la porzione di colore puro presente nel colore percepito; - la chiarezza è l’attributo

secondo il quale un colore invia più o meno luce all’occhio.

Sintesi Additiva

La sintesi additiva o modello RGB (red, green, blue), è l’addizione di radiazioni di diversa lunghezza d’onda fino ad ottenere il bianco. [4] La sintesi additiva si riferisce alle luci colorate. I colori fondamentali sono il rosso, il verde e il blu, la loro mescolanza genera il bianco. Da questi colori possiamo ottenere tutti gli altri e

[4] Il disco di Newton è un esperimento che permette di dimostrare come, componendo i vari colori si possa ottenere il bianco. Sul disco sono riportati i colori Violetto, Indaco, Azzurro, Verde, Giallo, Arancio e Rosso. Facendo ruotare il disco, se la velocità è abbastanza elevata, non sarà più possibile distinguere i colori, ma solo il bianco. [5] Tratto e rielaborato da: Astolfi Arianna, Dispense di Fisica Tecnica. Borgese Francesco, Dispense di


Sintesi Colorimetriche

Disco di Newton fermo e in movimento http://www.giocomania.org/pagine/15791/pagina.asp

Processi e Metodi della Produzione in Campo Grafico. Anna Marotta, Policroma -dalle teorie comparate al progetto del colore, pagg 46, 47. In queste pagine le illustrazioni e le immagini sono a cura di: Stella Morelli, Settembre 2010.

le somme delle coppie primarie danno il ciano, il magenta e il giallo. Il nostro occhio non percepisce stimoli differenti per le varie luci, ma ne percepisce un colore unico, risultante dalla miscela degli altri. Le immagini delle macchine fotografiche digitali, degli scanner o dei televisori si basano su questo modello. I tre primari additivi sono: Radiazione rossa (R) = 700nm Radiazione verde (G) = 546,1nm Radiazione blu (B) = 455,8nm

Sintesi Sottrattiva

La sintesi sottrattiva o modello CMYK (cyan, magenta, yellow e Key black) si basa sulla sottrazione alla luce bianca di radiazioni diverse, fino ad ottenere il nero. È basata su colori a pigmento quali il ciano, il magenta e il giallo, la loro mescolanza dà il nero e in parti differenti a tutti

gli altri colori. Solitamente nei sistemi di stampa per produrre il nero puro si utilizza un quarto colore, ovvero il nero. Nella sintesi sottrattiva l’immagine è composta dai quattro colori con angolazione di retino, diversa (15° ciano, 45° nero, 75° magenta e 90° giallo) in modo da non ottenere una sovrapposizione perfetta dei colori che genererebbe immagini nere. Il colore nero è detto “chiave”

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Colorimetria

in quanto necessario all’allineamento degli altri colori per la scrittura delle lastre nei procedimenti di stampa con tecnologia “CTP computer to plate”, quindi il passaggio delle informazioni di stampa dal computer direttamente alla lastra.

Ordinamento e Misurazione dei Colori

Nel 1931 la CIE (Commissione Internazionale per l’Illuminazione) ha proposto una misurazione oggettiva del colore basata sulla posizione nello spettro elettromagnetico della luce bianca. In base alla lunghezza d’onda, la rappresentazione acquista la forma di una curva x, y, z contenuta in un triangolo denominato Triangolo CIE, il quale, si rifà al triangolo di Maxwell. Ogni colore fu stabilito tramite una metodologia

scientifica partendo dal rosso 615nm, dal verde 540nm e dalvioletto 479nm. Il collegamento tra rosso e violetto è definito come linea del magenta. Questo colore non ha una sua indicazione numerica, ma si indica con un numero negativo del suo colore complementare, cioè quello che unito ad esso genera il bianco, ed è il verde-azzurro 511nm. Il punto centrale del triangolo è il bianco. Ogni colore, passando per il bianco, ha dalla parte opposta il suo punto complementare. Il triangolo CIE possiede 24 raggi tonali, partendo dal giallo puro e 16 curve di saturazione. Sono contenute tutte le tinte e le saturazioni percepibili dall’occhio umano e non assumono mai valori negativi. Questo triangolo è basato sulla lunghezza d’onda, quindi sul


Triangolo CIE

Spazio CIE http://polisoftdesign.com/wp-content/uploads/2010/08/CIE_1931_1000.png

colore della luce. I colori hanno la massima saturazione nel bordo del triangolo. Nel triangolo sono inoltre indicati i colori della sintesi additiva e quelli della sintesi sottrattiva; questi punti uniti con una linea retta formano un esagono, in cui i colori contenuti all’interno sono quelli riproducibili in stampa.

Per la misurazione del colore, si è ricorsi a normalizzare la luce del giorno, in modo da avere metodi di misurazione e paragone costanti e basandosi sull’osservatore standard, il quale è un soggetto normovedente. [5]

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Colorimetria

Ordinamento

dei

Colori

Molti sono stati i modelli cromatici e ognuno dei quali ha caratteristiche ben definite ritenute importanti e fondamentali per la costruzione di tale modello. SI parla di una macrostruttura generale, formata di solito da forme geometriche, di un centro, ritenuto importante perché spesso definisce il “colore centrale”, la presenza di assi e diametri rappresenta solitamente opposizioni e polarizzazioni. Ogni modello, inoltre, include un rapporto preciso che indica la presenza o meno di certe caratteristiche cromatiche, come ad esempio le scale dei grigi ecc e infine si guarda agli aspetti generali, alla distribuzione e alla composizione cromatica del modello, che può rappresentare radiazioni luminose o pigmenti colorati su carte [6] Tratto e differenti. rielaborato da: Albert H. Munsell Anna Marotta, L’atlante dei colori di Albert Policroma -dalle H. Munsell o albero di teorie comparate al Munsell, proposto nel 1929, progetto del colore, usa tre coordinate situate pagg 37-57, 81rispettivamente sull’asse 141 verticale, che rappresenta la http://www. chiarezza, sulla circonferenza, daicolor.co.jp/img/ dove si trovano le tinte, e sul color/colorsystem/ raggio sono rappresentati i gradi ostwalt.jpg di saturazione. Egli fu il primo http://www. a separare tinta, luminosità inftube.com/ o chiarezza e saturazione o scienze/ purezza. informatica/ IL-COLORE-IWilhelm Ostwald COLORI-DELLAL’atlante di Wilhelm Ostwald LUCE-44964.php del 1916 è un solido formato da http://www.anisn. due coni contrapposti, con la it/scuola/strumenti/ base in comune che definisce visione/index.htm il cerchio cromatico. Su di essa http://www.colorla tinta cresce da sinistra verso theory-phenomena. destra. Sull’asse dei coni si trova nl/08.01.html invece la scala dei grigi, basata sull’incremento del nero dal basso verso l’alto.


Ordinamento dei Colori

Immagine di Ostwald nella pagina accanto, rielaborata da: Stella Morelli, Ottobre 2010, con riferimento a http:// www.daicolor. co.jp/img/color/ colorsystem/ ostwalt.jpg

Per quanto riguarda l’ordinamento dei colori ci furono, a partire dalla fine del 1700, diversi modelli che presero piede, ognuno con caratteristiche differenti.

Johann Heinrich Lambert

La prima piramide per ordinare i colori appartiene a Johann Heinrich Lambert e risale al 1772. È basata su campioni di colori che si collocano su proporzioni integrali di piccole porzioni di colore, ordinate in base alla saturazione.

Isaac Newton

Isaac Newton, fu il primo a creare un cerchio di colori. Ordinò il rosso, l’arancione, il giallo, il verde, il blu, l’indaco e il violetto sulla base delle note musicali.

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Colorimetria

Johann Wolfgang Goethe

Nel 1810 Johann Wolfgang Goethe creò il suo sistema cromatico per governare l’uso dei colori nella pittura. Egli partì da un cerchio, ma successivamente trovò più adatto il triangolo equilatero per rappresentare le sue scoperte. Agli apici del triangolo ci sono i colori primari usati dagli stampatori, in mezzo a questi troviamo i colori primari dei pittori e al centro, ci sono i colori scuri neutri. Il metodo di Goethe fu molto più concettuale e basato su aspetti psicologici per dare un ordinamento più sensuale, rispetto a quello di Newton, che era basato su osservazioni scientifiche. L’intento di Goethe era estrarre le leggi di armonia cromatica che incorporassero la soggettività della percezione dei colori, la quale dipende dall’oggetto e dalla luce.

Philipp Otto Runge

Philipp Otto Runge nel 1810 propose la prima sfera cromatica tridimensionale in cui utilizzò gli stessi colori di Goethe. Sulla circonferenza troviamo i colori saturi, ai poli il bianco e il nero e al centro della sfera c’è il grigio.

In queste pagine e nelle precedenti le illustrazioni sono a cura di: Stella Morelli, Settembre 2010.


Ordinamento dei Colori

James Clerk Maxwell

Johannes Itten

Johannes Itten volle ordinare i colori non in base alla composizione chimica, ma per il loro aspetto comunicativo. Il disco da lui costruito nel 1961, parte dai colori principali come il giallo, il rosso e il blu, i quali sono disposti su un triangolo equilatero. Nel cerchio in cui è inscritto il triangolo si sviluppa un esagono in cui sono presenti i colori primari combinati due a due. Si ottengono 12 parti uguali in cui i colori si susseguono come l’arcobaleno o lo spettro. I colori sono equidistanti tra di loro e gli opposti sono complementari.

Nel 1861 James Clerk Maxwell produsse un modello cromatico basato su un triangolo equilatero in cui ogno colore è ottenibile dalla sovrapposizione di giuste quantità di tre colori fondamentali. Le luci primarie, quali, rosso, verde e blu, sono poste sui vertici. A metà del lato troviamo i primari sottrattivi quali ciano, magenta e giallo e al centro c’è la luce bianca.

CIELAB

Il solido costruito nel 1976 dalla CIE, si basa sul principio che un colore non può essere contemporaneamente un altro. Pertanto, la notazione di colore con un attributo rosso/ verde e con un giallo/blu, può essere sufficiente a identificare la variazione di tinta tra quelle considerate alternative. [6]

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Colorimetria

Pantone®

Sempre più spesso si ha la necessità di stampare colori speciali e personalizzati. Quando si realizza un’immagine coordinata per una migliore resa cromatica s è soliti ad usare delle scale colore appartenti all’azienda Pantone®. Pantone inc. è un’azienda del New Jersey, USA, è conosciuta con il nome di Pantone Matching System ed è la proprietaria di un sistema colorimetrico divenuto uno standard per tutto il mondo. Nacque nel 1950 con la produzione di pigmenti e inchiostri colorati. I primi prodotti erano catalogati in una guida con campioni di colore, utili per la scelta dei colori da parte dei vari progettisti. La Pantone Color Matching System è un sistema standardizzato che produce colori standard riproducibili in ogni luogo facendo appunto riferimento a tale sistema. A differenza del sistema CMYK il sistema Pantone si basa sulla miscela di quindici colori differenti, compresi il bianco e il nero, che miscelati in diverse quantità danno origine a un numero elevato di colori. Permette, inoltre, la produzione e l’utilizzo di colori metallizzati e fluorescenti. A seconda della

resa che si vuole ottenere in stampa esistono diverse librerie pantone tra cui Pantone solid coated, indicata con la lettera C e usata per le carte patinate e quella Pantone solid matte, indicato con la lettera M e usato per le carte usomano. Ogni colore Pantone si può convertire in quadricromia e viceversa, ma bisogna prestare attenzione alla resa in stampa perchè non sempre è la migliore. [7]

[7] Tratto e rielaborato da: http://www. pantone.com/ pages/pantone/ index.aspx Francesco Borgese, Dispense di Processi e metodi della Produzione in Campo Grafico a.a. 2008/2009. Le immagini sono prese da: http://www. pantone.com/ pages/pantone/ index.aspx


Pantone

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Teorie sul

Molte sono state le teorie sul colore, sugli accostamenti e sui rapporti equilibrati. La trattazione e l’approfondimento di Jhoannes Itten, è stato utile ai fini di questa ricerca in quanto egli, con la teoria dei contrasti, ha spiegato a cosa sono dovute alcune illusioni ottiche basate su forti contrasti cromatici. Johannes Itten nacque in Svizzera nel 1888. Le sue prime esperienze lavorative si concentrano nel campo dell’insegnamento, in particolare dal 1919 al 1923 insegnò al Bauhaus. Egli era convinto che l’arte, fenomeno che nasce dall’anima dell’artista, non possa essere insegnata, esclusione fatta per le tecniche e l’utilizzo dei vari materiali. Nel 1920 Walter Gropius gli affida il compito di organizzare il Vorkurs,

colore

un tirocinio obbligatorio per gli studenti che vogliono entrare al Bauhaus, in cui vengono insegnate le basi tecniche e le caratteristiche principali dei materiali e dei colori. Egli dà inoltre importanza allo studio delle forme, alla teoria dei contrasti e allo studio della natura, come fonte di ispirazione. Il suo metodo di lavoro ha come punto di partenza quello di liberare le energie creative

Jhoannes Itten http://lefistnoir.files.wordpress.com/2010/01/scan-2.jpeg

[8]Tratto e rielaborato da: Itten J., L’arte del colore. http://www. sellidesigner.it/ news/ johannes-itten.html http://digilander. libero.it/archetipo8/ lezionecolore1. html#il%20 disco%20 cromatico%20 in%2012%20 parti%20di%20 Johannes%20Itten http://www. trisomia21.it/index. php?option=com_c ontent&view=arti cle&id=23:cerchi o-cromatico-di-itte n&catid=3:contrib uti&Itemid=26&sho wall=1


Johannes Itten

In questa pagina le illustrazioni sono a cura di: Stella Morelli, Settembre 2010, sulla base di Jhoannes Itten.

e sbloccare ogni tipo di freno fisico e psicologico che possa ostacolare la libertà espressiva. Faceva precedere alle sue lezioni degli esercizi di respirazione e concentrazione. La sua teoria dei colori, pubblicata nel 1961 con il titolo “Arte del Colore: esperienza soggettiva e conoscenza oggettiva come vie per l’arte”, analizza gli effetti dei colori in base all’aspetto esteticocomunicativo e non in base alla loro composizione. Mostra come le luci di colori diversi possano dare un aspetto differente agli oggetti e alle immagini e come si comportano i colori all’interno dello spettro luminoso. Esamina la teoria espressionista in cui ai processi ottici si possono affiancare processi psicologici paralleli. I suoi tre modelli cromatici,

stella, cerchio e sfera, la classificazione dei contrasti e gli accordi dei colori basati sul disco cromatico a dodici parti, sono ancora utilizzati oggi da tutti gli operatori della comunicazione visiva.[8]

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Teorie sul colore

La teoria dei contrasti

La teoria dei contrasti di Itten è importante per capire che l’effetto di un colore è sempre relativo, in quanto dipende dal contesto in cui è posto. Se lo stesso colore viene accostato ad un altro questo può assumere apparenze diverse. Itten ha dettagliatamente descritto le teorie dei contrasi riducendole a sette.

1. Contrasto di Colori Puri Il contrasto di colori puri è dato dall’accostamento di colori al più alto grado di saturazione e cromaticamente differenti. Il contrasto più alto è dato dall’accostamento dei colori primari, giallo, blu e rosso. Questo contrasto produce un effetto chiassoso e deciso.

2. Contrasto di Chiaro Scuro

Le gradazioni di chiaro e scuro suggeriscono la profondità tra gli oggetti e la distanza tra le cose, dando origine a effetti volumetrici e spaziali. Possono essere prodotti dall’accostamento di bianco e nero oppure da una scala di grigi.


Teoria dei Contrasti

3. Contrasto dei Complementari

L’accostamento di due colori complementari determina un contrasto di grande intensità. La loro diretta mescolanza annulla le rispettive cromaticità nel grigio. Il massimo contrasto si ha con il rosso-verde.

4. Contrasto di Caldo e Freddo

Il contrasto cromatico tra caldo e freddo è dato dall’accostamento di un colore che evoca una sensazione di calore, e uno che evoca il freddo, come l’azzurro, il verde...Questo contrasto può essere utilizzato per rendere la prospettiva, in quanto i colori freddi sembrano retrocedere e rappresentando la lontananza, quelli caldi emergere ed espandersi, rappresentando la vicinanza.

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Teorie sul colore

5. Contrasto di Simultaneità

Il contrasto di simultaneità è dato dall’esigenza che il nostro occhio, sottoposto ad un colore, ha di vedere il suo complementare. Non vedendolo se lo rappresenta da sé. Un colore evoca quindi il suo complementare, se questo è assente, facendo percepire tonalità diverse a colori uguali soli perchè accostati a cromie differenti.

6. Contrasto di Qualità

Per qualità cromatica s’intende il grado di purezza, ovvero di saturazione di un colore. Il contrasto di qualità verte quindi sulla contrapposizione tra colori intensi, luminosi ed altri desaturati. Il nero sottrae luminosità ai colori, così come la mescolanza di un colore con il suo complementare.


Teoria dei Contrasti

7. Contrasto di Quantità

Il contrasto di quantità è dato dall’accostamento di due o più colori secondo quantità precise che rendono l’elaborato equilibrato. [9]

[9] Tratto e rielaborato da: http://www. inftube.com/ scienze/ informatica/ IL-COLORE-ICOLORI-DELLALUCE-44964.php Itten J., L’arte del colore pag 33-63. In queste pagine le foto sono a cura di: Stella Morelli, Settembre 2010.

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Accordi a due

Due colori diametralmente opposti sono complementari e formano una concordanza armoniosa a due toni. Le combinazioni sono quasi illimitate, a condizione che esse siano simmetricamente con riferimento al centro del cerchio.

Gli Accordi Cromatici di Johannes Itten

Accordi a tre

Tre colori posti ai vertici di un triangolo equilatero o isoscele, costituiscono un accordo cromatico a tre toni. Facendo ruotare il triangolo, si formano combinazioni differenti.


Accordi a quattro

Due coppie di colori complementari, uniti con linee pependicolari e formanti un quadrato, danno origine a un accordo cromatico a quattro toni. La concordanza è ottenibile anche utilizzando un rettangolo o un trapezio, con risultati meno equilibrati.

Un accordo cromatico è l’accostamento di due, tre, quattro o più colori in modo da accentuare un risultato piacevole ed equilibrato. Egli basa l’accordo cromatico sul cerchio diviso in dodici parti. È risaputo che come molti colori possano essere in armonia tra di loro, altri non lo sono. Il cerchio cromatico di Itten utilizza come colori primari il giallo, il rosso e il blu, anzichè ciano, magenta e giallo. Gli accordi proposti da Itten sono applicabili anche con colori desaturati, schiariti o scuriti.

Accordi a sei

Tre coppie di colori complementari, collegati da un esagono, costituiscono un accordo cromatico a sei toni. A ogni rotazione corrispondono sei colori armonici tra di loro.

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Psicologia del

La psicologia del colore analizza l’effetto del colore sull’atteggiamento umano. È usata come strumento diagnostico per verificare gli stati psico-fisici dei pazienti. Nonostante sia una scienza abbastanza recente, già nell’antichità si credeva nella sua influenza. Diversi furono gli abbinamenti che vennero fatti con i colori. Nella vecchia Cina, i punti cardinali erano rappresentati dai colori azzurro, rosso, bianco e nero con il giallo, colore dell’impero cinese, al centro. Il primo a effettuare degli studi sul colore fu Aristotele, il quale fece corrispondere ai colori base la terra, l’acqua, il cielo e il fuoco. Più tardi, Leonardo da Vinci, affiancò alle tenebre il colore nero, e alla luce, il colore bianco. Per quanto riguarda la psicologia del colore, si trova come precursore Johann Wolfgang Goethe, che nella “teoria del colore” descrisse che esso varia anche in base alla percezione dell’oggetto del singolo individuo. L’ Espressionismo fu il primo movimento che utilizzò il colore in chiave strettamente emozionale e personale: per

colore

Vasily Kandinskij, ad esempio, fondatore del Der Blaue Reiter, l’armonia del colore è un mezzo per arrivare direttamente a contatto con l’anima, ogni colore ha in sè uno specifico valore espressivo e spirituale ed è quindi in grado di rappresentare la realtà spirituale senza bisogno di alcun tramite oggettivo. Rileva, per quanto riguarda l’influenza sugli stimoli nervosi, che il rosso ha un potere vivificante e stimolante anche sul cuore, mentre l’azzurro può portare ad una paralisi temporanea. [10] Kandinskij fece, inoltre, diversi studi sulla musica. Scrisse: “In generale il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte dalle molte corde. L’artista è una mano che

[10] Tratto e rielaborato da: http://www. psiconline.it/article. php?sid=6634 Maria concetta cirrincione dott.ssa http://hubpages. com/hub/ Introduction-tocolor-psychology [11] Tratto e rielaborato da: http://www. homolaicus.com/ arte/kandinsky/ colori.htm [12] Tratto e rielaborato da: http://blogs. myspace. com/index.


Excursus Storico

Vassilij Kandinskij, “Composizione 8” 1923, Guggenheim Museum, New York.

toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l’anima umana....”. Era affascinato dalla totale astrazione che si può raggiungere tramite la costruzione musicale. “Per noi pittori il più ricco ammaestramento è quello che si trae dalla musica. Con poche eccezioni e deviazioni la musica, già da alcuni secoli, ha usato i propri mezzi non per ritrarre le manifestazioni della natura, ma per esprimere la vita psichica dell’artista attraverso la vita dei suoni musicali”.[11] Nel suo lavoro del 1914, The Art of Spiritual Harmony, Kandinskij ha dichiarato che le impressioni comunicano direttamente e immediatamente con l’anima. Il suono dei colori è preciso e per Kandinskij, il giallo è abbinato al suono acuto di una tromba, il verde al violino, la luce blu a

un flauto, un blu più scuro a un violoncello, un blu più scuro ancora è un contrabbasso, e il blu più scuro di tutti a un organo. Il bianco è il colore del silenzio e corrisponde alle pause che si verificano nei ritmi musicali. Il termine “Composizione” è spesso usato da Kandinskij per intitolare alcune sue opere e implica proprio una metafora con la musica, poiché essa si esprime attraverso il suono e il tempo, permette all’ascoltatore una libertà di immaginazione, interpretazione e di risposta emotiva che si basa sulla qualità che la pittura astratta non poteva fornire.[12]

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Psicologia del colore

Alcuni psicoterapeuti, per mettere a punto le loro diagnosi, a volte si servono di test rimandanti alla percezione del colore. [13] Studi più recenti, hanno messo in luce vari test dei colori creati da diversi psocologi. Una delle più accreditate è quella del filosofo, psicologo e psichiatra svizzero Max Lüscher nel 1949, che studiando le reazioni indotte dal colore sulla mente umana, elaborò un “Test dei Colori”, basato sulla riconducibilità di uno stato emozionale o psicofisico che ogni colore genera nell’osservatore. Fece corrispondere quindi una tonalità ad una categoria della sua psicologia auto regolativa. La psicologia autoregolativa è composta da tre dimensioni oggettive e una soggettiva.

I dimensione –Costellazionecorrisponde allo spazio È l’insieme degli atteggiamenti che si assumo nei confronti di se stessi, degli altri e del mondo. 1. Atteggiamento direttivo per disporre, dirigere, ordinare e organizzare. 2. Atteggiamento recettivo, quando si adegua all’ambiente

e agli altri, e’ influenzato dall’oggetto o dalle persone. II dimensione –Continuitàcorrisponde al tempo Mostra che gli atteggiamenti mutano nel tempo con caratteristiche diverse: 1. Continuità costante non cambia affatto o cambia di rado. 2. Continuità variabile cambia spesso e facilmente.

III dimensione –Comunicazionecorrisponde alla relazione tra spazio- tempo. 1. Integrativa corrisponde al sentimento di appartenenza, di unione e alla capacità di creare

[13] Tratto e rielaborato da: http://blogs. myspace.com/ index. [14] Tratto e rielaborato da: http://www. girlpower.it/sos/ psicologia/colori_ emozioni_psiche. php La tabella grafica in questa pagina è a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010


Max Lüscher

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vincoli. 2. Separativa che corrisponde al separarsi, al distanziarsi dagli altri, al mettere in rilievo la propria individualità e la propria originalità.

IV dimensione -valutazione soggettivaLa valutazione è data dalla scelta che chi sta svolgendo il test deve fare, indicando quale colore preferisce e quale colore rifiuta in quel momento. Egli trovò le corrispondenze tra i significati psicofisici e i colori primari rosso, giallo, blu e verde. Il test si basa sulle preferenze delle tinte e le reazioni che tali tinte provocano nel soggetto che esegue il test il quale rivela quattro ambiti psicologici differenti come: l’immagine che abbiamo di noi stessi, il rapporto sentimentale con il partner, la capacità di reagire alle diverse

Max Lüscher http:// upload.wikimedia.org/ Luescher-2005.jpg

sensazioni e l’atteggiamento verso il futuro. Il test si avvale di 8 colori. Quattro colori di base (rosso, giallo, verde e blu) e quattro colori ausiliari (viola, marrone grigio e nero). L’individuo deve effettuare due scelte, la prima è sul colore che preferisce, la seconda su quello che rifiuta in quel determinato istante.[14]


Sensazione: eccitazione, forza e

sicurezza in sè stessi; Scelto: chi lo sceglie, cerca la conquista di un forte desiderio di espansione e mobilitazione. Rifiutato: chi lo rifiuta teme di essere sopraffatto dagli stimoli, è irritabile e si sente esaurito fisicamente.

Sensazione: radiosità,

espansione, libertà e sviluppo;

Scelto: chi lo sceglie, tende al

cambiamento e alla ricerca del nuovo. Rifiutato: chi lo rifiuta si sente frustrato e deluso e sul punto di abbandonare i proprio progetti.

Sensazione: metamorfosi, transizione, mistero.

Scelto: chi lo sceglie mira alla spiritualità.

Rifiutato: chi lo rifiuta ha difficoltà a lasciarsi andare, perchè nel passato ha subito delusioni.

Il marrone corrisponde alla sensazione della corporeità. Il forte bisogno, l’indifferenza o il rifiuto verso questa tinta indicano pertanto un preciso atteggiamento verso ciò che è corporeo e materiale e verso i piaceri fisici.

Sensazione: solidità, forza,

Il nero rappresenta la negazione assoluta, il “no” radicale, è la tinta dell’opposizione dietro la quale può esprimersi una rivendicazione di potere.

Sensazione: soddisfazione,

Il grigio è il colore della perfetta neutralità, una terra di nessuno priva di vita. Chi lo sceglie tende alla distanza e al non coinvolgimento.

costanza e stabilità. Scelto: chi lo sceglie, ha una forte autostima e la sua vita è basata su valori che non mutano; Rifiutato: chi lo rifiuta è agitato, ha forti dubbi su sè stesso e ha paura di perdere ciò che ha.

adattamento, calma e quiete; Scelto: chi lo sceglie vuole legami fiduciosi, fondati sulla lealtà e rispetta i valori morali; Rifiutato: chi lo rifiuta è insoddisfatto moralmente, perchè non trova integrità e fiducia. Può portare a difficoltà di concentrazione in quanto quello che si ha non è esattamente quello che si vorrebbe.





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1

Psicologia

Gestalt è una parola tedesca che può essere tradotta con “configurazione”. La psicologia Gestaltica, detta anche psicologia della forma, si occupa prevalentemente dello studio della percezione e delle sue leggi. Nacque e si sviluppò in Germania tra il 1919 e il 1930 e si fonda sulla percezione delle immagini viste come configurazioni globali più complesse della somma delle loro singole parti, come avviene ad esempio nelle illusioni ottiche. Storicamente, la psicologia della Gestalt nacque in polemica con le teorie associazioniste, secondo le quali la percezione sarebbe il risultato di una sorta di “montaggio” che ogni individuo fa di singoli elementi; intorno al 1910, Max Wertheimer, Wolfgang Köhler e Kurt Koffka proposero dunque questo nuovo approccio, che teneva in grande considerazione gli effetti della percezione. [1]

Max Wertheimer

Max Wertheimer 1880-1943, psicologo ceco, si dedicò allo studio della legge e poi della filosofia. Insieme a Köhler e Koffka studiò l’effetto delle immagini in movimento generate dallo stroboscopio, strumento

della gestalt

che permette di osservare e studiare un oggetto in moto. Da questi studi nacquero le basi iniziali per lo sviluppo della Gestalt. Pubblicò diversi libri su questa psicologia.

Wolfgang Köhler

Wolfgang Köhler 1887-1965, nell’isola di Tenerife, studiò il comportamento degli scimpanzé e concluse che questi animali riescono a comprendere le relazioni tra gli stimoli e non gli stimoli isolati. Teorizzò il concetto di “Insight”.

Kurt Koffka

Kurt Koffka 1886-1941 fu uno psicologo tedesco. Contribuì scrivendo diversi testi sulle teorie della Gestalt alla formazione della psicologia della forma.

[1] Tratto e rielaborato da: Baroni D. Vitta M. Storia del Design Grafico pag 118 http://labwebdesign.wordpress. com/2007/03/19/ leggi-della-gestalt/ [2] Tratto e rielaborato da: http://www.ildiogene.it/EncyPages/ Ency=Kohler.html


Concetti Base

La psicologia della Gestalt si è estesa anche ad altre aree, come il pensiero, la memoria e l’estetica. Esiste anche una psicoterapia gestaltista, nata negli anni 40-50 ad opera di quattro professionisti nel campo della psichiatria, psicologia, letteratura e filosofia : Fritz Perls, Laura Perls, Paul Goodman, Isadore From. E’ finalizzata al recupero della naturale armonia tra individuo e ambiente e all’acquisizione, da parte del paziente, di una maggiore consapevolezza: in particolare il paziente ed il terapeuta possono insieme mettere in ordine e dare un senso ad una serie di esperienze apparentemente non legate fra loro. [2] Per quanto riguarda la psicologia della Gestalt, uno dei principali interrogativi per gli studiosi di questa corrente, fu quello di comprendere come degli

elementi, slegati tra loro, vengano percepiti in forme concluse o complete, anche se ciò che realmente viene visto o sentito è solo una parte di questi interi. Diverse furono le leggi che definirono la Gestalt e sono ancora oggi considerate alla base di molte professioni. Una forma è spesso considerata un’organizzazione che non può essere ricondotta alla somma degli elementi che la costituiscono e che la modifica di solo uno degli elementi può modificare l’intera forma.

Il concetto di insight

Nella psicologia della Gestalt viene spesso utilizzato questo termine, letteralmente tradotto con “visione interna” e definisce il concetto di intuizione. Esso è usato per indicare una ridefinizione del sistema che permette al soggetto di

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Psicologia della Gestalt

risolvere i problemi. Wolfang Kohler con l’esperimento sulle scimmie ne teorizzò i caratteri. Tale esperimento poneva uno scimpanzé di fronte al compito di raggiungere una banana tramite l’utilizzo di una serie di bastoni, i quali permettevano il raggiungimento dell’oggetto solo se combinati tra loro. L’animale risolve il problema dopo un’analisi delle possibilità di raggiungimento, montando i bastoni, senza utilizzare prove né errori, ma l’intuizione. Nella psicologia cognitiva questo concetto è importante perché permette di risolvere un problema tramite una intuizione improvvisa. Qui sono quindi presenti alcuni principi della Gestalt in cui la percezione dell’uomo avviene semplificando e immediatamente vedendo la soluzione più semplice. [3] La percezione dunque non dipende dagli elementi ma dalla strutturazione di questi elementi in un “insieme organizzato”, in una “Gestalt”, parola generalmente tradotta con “forma”, “struttura”, “pattern”. Le modalità secondo le quali si costituiscono le forme sono state classificate e descritte come “leggi della forma” e sono state elencate da Wertheimer nel 1923 nel modo seguente.

1. Legge della vicinanza; 2. Legge della somiglianza; 3. Legge del chiusura; 4. Legge del destino comune; 5. Legge della continuità di direzione; 6. Legge dell’esperienza passata; 7. Legge della pregnanza;

[3] Tratto e rielaborato da: http://joyceline1978.wordpress. com/teoria-dellagestaltpsicologiadella-forma/


Leggi della Gestalt

1. Legge della vicinanza

Le parti di un insieme percettivo vengono raccolte in unitĂ conformi alla minima distanza.

Leggi della Gestalt

Gli elementi del campo visivo tendono a raggrupparsi in base alla distanza relativa tra loro.

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Psicologia della Gestalt

2. Legge della somiglianza

Se lo stimolo è costituito da una moltitudine di elementi diversi, si manifesta la tendenza a raccogliere in gruppi gli elementi tra loro simili.

Gli elementi tendono ad unirsi quanto piĂš risultano affini tra loro per colore, forma e dimensione.


Leggi della Gestalt

3. Legge della forma chiusa

Le linee delimitanti una superficie si costituiscono in unitĂ piĂš facilmente di quelle che non si chiudono.

Gli elementi chiusi risultano essere migliori e quindi meglio percepibili di altri non chiusi.

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Psicologia della Gestalt

4. Legge del destino comune

Gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello degli altri vengono uniti in forme.

In una configurazione tendono a unificarsi le linee con la stessa direzione od orientamento o movimento, secondo l’andamento piÚ coerente, a difesa delle forme piÚ semplici e piÚ equilibrate.


Leggi della Gestalt

5. Legge della continuitĂ di direzione

Si costituiscono in unità quegli elementi posti uno in seguito all’altro, aventi la stessa direzione.

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Psicologia della Gestalt

6. Legge dell’esperienza

La psicologia della forma afferma che le esperienze passate influiscono sulla percezione visiva.

Elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra loro, tendono ad essere uniti in forme.


Leggi della Gestalt

7. Legge della pregnanza

L’organizzazione psicologica è sempre tanto buona quanto lo permettono le condizioni dominanti. Gli esseri umani tendono a geometrizzare e regolarizzare tutto ciò che vedono e completare le figure.

[4] Tratto e rielaborato da: Baroni D. Vitta M. Storia del Design Grafico pag 118. http://joyceline1978.wordpress. com/teoria-dellagestaltpsicologiadella-forma/ In queste pagine e nelle precedenti le illustrazioni sono a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010.

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Psicologia della Gestalt

Seguono alcuni esempi di applicazioni delle teorie della Gestalt nella comunicazione contemporanea.

Alexander Jaggy for LIMMAT Z端rich. Prostate Cancer Foundation

Yan Fedoroff, Mccann Erickson, Tel Aviv, Israel

Emerson Navarrete/Silvio for BBDO CHILE Santiago, CHILE


Alcuni Esempi

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Marietta Albinus for Advico Young & Rubicam, Zurich. Multiple sclerose

AIDOS 25째 anniversario, Associazione Italiana donne per lo sviluppo.

WWF Cina, www.wwf.com

www.alimemon.com


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Psicologia della Gestalt

I fenomeni e i procedimenti del completamento della visione, hanno una produzione attiva, in quanto l’osservatore, riesce a rappresentare alcuni elementi che non esistono, ma che egli riesce ugualmente a intuire o percepire in modo diretto partendo da certe configurazioni. Nella percezione è spesso guidato dalle aspettative dell’osservatore, il quale ricerca esigenze conoscitive che possano soddisfare le sue previsioni. In entrambi i completamenti, la legge della pregnanza, gioca un ruolo molto importante in quanto ognuno tenderà a completare la figura secondo schemi semplici evitando la complessità Esistono due forme diverse di completamento:

Figura completa

Completamento

Completamento Amodale

amodale

Nel completamento amodale alcune zone della figura sono sottoposte ad altre superfici e vengono completate durante il processo percettivo anche se di fatto non lo sono. RIchiede una partecipazione attiva dell’osservatore, il quale deve immaginare ciò che non è rappresentato sulla base delle sue esperienze passate.

Completamento modale

[5] Tratto e rielaborato da: http://www. psicoblog. net/index. php/2007/01/15/ processi-percettiviil-perche-delleillusioni-otticheparte-iiii/ Ceresa F., Dispense di Percezione e Comunicazione Visiva. In questa pagina le illustrazioni sono a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010.


Legge del Completamento

Patrik A per Pianoservice.

Completamento modale

Peter Scott per WWf

Nel completamento modale, invece, avviene una vera e propria produzione di un oggetto che non è rappresentato. Questa costruzione avviene utilizzando gli elementi disponibili della figura. Si parla di “produzioni allucinatorie” nell’ambito della normalità, in cui l’oggetto può essere costituito da contorni netti o sfumati.[5]

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Illusioni

Un’illusione ottica è una qualsiasi immagine che, ingannando l’apparato visivo umano, determina una scorretta percezione delle forme, mostrando qualcosa di inesistente oppure divergente dalla realtà. Appartengono alle illusioni ottiche: fenomeni ottici naturali (miraggi), erronee percezioni delle geometrie (una serie di linee parallele che appaiono variamente convergenti o divergenti), illusioni prospettiche (cubo di Necker in cui faccia anteriore e posteriore sono indistinguibili), illusioni suggerite dal colore, ecc...

Cenni Storici

Inizialmente fu difficile spiegare se erano dovute a errori di interpretazione da parte del cervello oppure da errori di visione. Nel 450 a.C. due filosofi, con idee opposte, cercarono di spiegare alcuni concetti riguardanti la percezione sensoriale, la quale, non presta abbastanza attenzione e spesso modifica ciò che realmente è rappresentato. “La mente vede e la mente ascolta. Il resto è cieco e sordo” (Epicharmus). L’idea opposta invece diceva che non è la percezione visiva umana a ingannare, ma ciò che sta attorno.

ottiche

Anche Aristotele sostenne che entrambe le teorie potevano essere accettate perché è necessario fidarsi della percezione visiva, ma essa può essere facilmente ingannata. Bisognerà aspettare il 1800 prima di risentire parlare di illusioni ottiche. Johannes Mueller scrisse due libri sulle illusioni ottiche, ma risultarono incomprensibili alla

[6] Tratto e rielaborato da: http://library. thinkquest.org/ J0110336/history. htm [7] Tratto e rielaborato da: http://arte.pittart. com/arte_illusione_ ottica.htm

Biagio Arcimboldo, Giardiniere-Vegetale: http://www.ArcimboldGiuseppe.it


Breve Introduzione

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Timeline della nascita delle illusioni ottiche

Non esistevano correnti e teorie definite. Tutto era ancora vista in modo superficiale e spesso esistevano diverse teorie contradditorie.

Nuovo modo di concepire e rappresentare lo spazio. Molte pitture paiono reali. Primi esempi di illusioni ottiche.

L’immagine di questa pagina è stata realizzata da: Stella Morelli, Ottobre 2010.

In Francia, nuova corrente che vuole mostrare le realtà della società. Le opere create mostrano quindi le crudeltà cercando di rirpodurre in modo più veritiero prossibile i personaggi e i luoghi in cui si trovano.

popolazione. Diversi personaggi continuarono il lavoro iniziato da Mueller, e diverse furono le sperimentazioni fatte con le linee. [6] Diversi studi mostrano che la percezione visiva non sempre rispecchia fedelmente il mondo circostante e alcune rappresentazioni non corrispondono a quanto viene comunemente percepito. Le illusioni ottiche possono essere causate da errori di percezione, dovute quindi alla fisiologia dell’occhio, da errori cognitivi, in cui il cervello interpreta in modo sbagliato le informazioni e infine

Importante esponente per quanto riguarda la creazione di prospettive impossibili che offrono punti di vista sempre differenti.

Gli artisti vogliono indurre a un senso di insatbilità percettiva e di movimento.

possono essere causate da errori ottici, cioè da fenomeni ottici che non dipendono dalla fisiologia umana. Uno dei primi personaggi che si cimentò sulla produzione di immagini reversibili, fu Biagio Arcimboldo, pittore al Duomo di Milano, é importante per la realizzazione, già nel 1500, di dipinti di persone realizzati con svariati oggetti. Furono importanti i suoi dipinti “reversibili” in cui rappresentava dei personaggi con oggetti inusuali, frutta e verdura e componeva opere, che ruotate, potevano assumere due immagini differenti.[7]


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Illusioni ottiche

Eduardo Terrazas e Lance Wyman Olimpiadi del messico 1968 http://olimpiadi. blogosfere.it/2008/06/mexico-1968.hml

Intorno alla prima metà del ‘900, apparve la prima illustrazione ambigua di G. H. Fisher. L’immagine è difficile da comprendere, in quanto è possibile vedere sia una giovane ragazza, sia una donna anziana che un uomo con i baffi.

Optical Art

Negli anni ’60, nacque una corrente, chiamata “Optical Art” o “Op Art”. Gli ideali dell’optical art erano basati sulla realizzazione di figure astratte, costituite da forme semplici e colori vivaci ripetuti, necessari a creare illusioni di movimento oltre che un senso di caos e dinamicità. Gli artisti volevano ottenere, attraverso linee collocate in griglie modulari e strutturali diverse, effetti che inducessero uno stato di instabilità percettiva. Alcuni artisti che sperimentarono quest’arte

furono Richard Anuszkiewicz, Josef Albers, Mauritius Cornelius Escher, il quale costruì diverse figure paradossali. L’optical art si basa su acquisizioni scientifiche e sulle teorie della Gestalt. Enzo Mari ne fu un esponente italiano insieme a Grignani e sviluppò una serie di ricerche basate

G. H. Fischer, Mother and Daughter.

Richard Anuszkiewicz, Knowledge and Disappearance. www.flickr.com


Optical Art

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Franco Grignani http://www.giuliomalfer.it/wp-content/uploads/2010/Franco-Grignani.jpg

[8] Tratto e rielaborato da: Baroni D. Vitta M. Storia del Design Grafico pag 222226. http://www. tagate.com/ optical_illusion/ history.shtml

sull’incidenza della luce e sulle vibrazioni che produce sulle superfici modulate. Egli applica spesso l’interazione del segno studiando una meditazione ottico visiva nuova.

In Italia la ricerca di composizioni cinetiche è basata su produzioni occasionali sull’utilizzo e l’interazione dei segni, la loro moltiplicazione e ripetitività che fanno percepire la composizione in movimento.[8]

Franco Grignani

Franco Grignani (1908-2000) fu influenzato dalla Op Art, la quale si è interessata a fenomeni cinetici e della percezione visiva. Lavorando in una scuola militare, fu sempre affascinato dai sistemi di rivelamento dei veivoli, che producevano effetti ottici molto interessanti. Sottoponeva le immagini a forti tensioni, torsioni e compenetrazioni in bianco e nero, che creavano veri e propri paradossi visivi. Egli poco alla volte introduceva nel campo grafico pubblicitario le ricerche da lui effettuate sulla bidimensionalità e sugli effetti ottici.

Franco Grignani 1964 manifesto.


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Illusioni ottiche

Le illusioni ottiche sono causate da errate percezioni, ma possono essere influenzate dall’osservazione a schermo o su carta. Negli schermi la resa delle illusioni è migliore in quanto una serie di fattori influiscono sulla sua percezione. Per esempio, il forte contrasto dovuto alla luminosità della sorgente, rende più contrastati i colori e di conseguenza una percezione maggiore dell’illusione. Inoltre, principalmente per ciò che riguarda le illusioni di movimento, se viste a schermo risultano più dinamiche in quanto sono influenzate dal movimento dei pixel che lo schermo genera. Spesso negli schermi CRT capita di osservare delle onde, delle interferenze o dei movimenti, i quali sono causati dallo scorrimento dei pixel o dalla loro errata sovrapposizione. L’effetto moirè è visibile negli schermi quando l’immagine che viene prioettata ha dei pattern complessi, come ad esempio delle righe fitte, le quali muovendosi creano questo disturbo e fanno percepire immagini distorte e non perfettamente nitide, creando

interferenze. Spesso questo genere di interferenza è utilizzato come base per la produzione di illusioni ottiche, spesso basate sul movimento, perché, l’effetto moirè con l’eccesso di informazioni che ha in certi punti, risulta di difficile percezione, per tanto viene percepito in movimento. [9]

[9] Tratto e rielaborato da: Borgese Francesco, Dispense di Processi e Metodi della Produzione in Campo Grafico. Le immagini di questa sezione sono a cura di: Stella Morelli, Novembre 2010.


Effetto Moirè

Vedi anche pagina 179, Appendice.

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Illusioni ottiche

Autostereogramma

L’autostereogramma è un’altro tipo di illusione ottica. Fu inventata nel 1979 sulle basi di studi effettuati a partire dalla prima metà dell’800. É una tipologia di immagine realizzata per ottenere un’ illusione ottica tridimensionale partendo da un’immagine bidimensionale, senza la necessità di apparecchi. Il cervello riceve ripetutamente un pattern il quale crea un’immagine tridimensionale, grazie alla messa a fuoco, tramite l’occhio nudo, di un punto oltre l’immagine o davanti ad essa. Questi pattern, apparentemente insignificanti, nascondono al loro interno una figura tridimensionale, figura nella pagina accanto, in alto a destra.

http://s0.wdstatic.com/images/it/ll/8/8f/Stereogram_Random.png

Per poter osservare questa illusione è sufficiente un monitor. Il cervello è in grado di riconoscere diversi livelli di profondità, grazie anche allo sfondo di colore nero, grigio e bianco. Questa illusione è creata tramite un software che porziona lo sfondo permettendo la creazione di immagini ripetute che danno il senso della profondità. [10] http://s0.wdstatic.com/images/it/ll/8/8f/Stereogram_Random.png


Autostereogramma

[10] Tratto e rielaborato da: Alessio. B. Visiò, un Evento di Realtà Virtuale, Tesi di Laurea, Settembre 2010.

http://s0.wdstatic.com/images/it/ll/8/8f/Stereogram_Random.png

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Illusioni ottiche

Le illusioni ottiche, possono essere suddivise in base alla tipologia.

Illusioni Geometriche

Le illusioni geometriche sono illusioni cognitive, in cui la geometria dell’immagine è percepita in modo errato. A seguire una serie di immagini mostrano alcune delle illusioni ottiche ritenute importanti perché le prime realizzate.

Le diagonali sono perfettamente dritte, ma a causa del disturbo creato dai cerchi sottostanti, appaiono storte.

Le dimensioni degli elementi centrali, in questo caso bottoni, sono identiche, ma l’occhio umano le interpreta diverse a causa della dimensione degli elementi circostanti.

[11] Tratto e rielaborato da: http://www. illuweb.it/prosp/ prosdist.htm Ceresa F., Dispense di Percezione e Comunicazione Visiva Le immagini e le foto di queste pagine sono a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010.


Illusioni Geometriche

Cerchi di Frazier o illusione della corda ritorta (1908) Nell’illusione di Frazier, i cerchi che formano l’immagine appaiono delle spirali. L’accostamento di curve bicolori e sfondo inganna la percezione della continuità dei singoli cerchi e costringe a vedere delle linee curve che vanno dalla periferia al centro come in una spirale. [11]

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Illusioni ottiche

Illusione delle parallele di Hering e Wundt (1861)

L’illusione di Hering e Wundt è data dall’apparenza che due rette parallele assumono quando sono relazionate a un fascio di rette convergenti in un punto.

Illusione di Zollner (1800 ca.) L’illusione di Zollner mostra come le rette parallele contrassegnate da piccoli segmenti obliqui che le attraversano appaiono come se fossero convergenti.

[12] Tratto e rielaborato da: http://www. illuweb.it/prosp/ prosdist.htm Ceresa F., Dispense di Percezione e Comunicazione Visiva Le immagini di queste pagine sono a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010.

Illusione di Muller-Lyer

(1889) L’illusione di Muller-Lyer è data dall’errata interpretazione delle linee a causa del contesto in cui sono poste.


Illusioni Geometriche

Illusione dei segmenti di Ponzo (1923)

L’illusione dei segmenti di Ponzo è data dall’accostamento di due segmenti paralleli a linee oblique. Essi appaiono di dimensioni diverse, in quanto si tende a percepire la lontananza con la dimensione dell’oggetto più grande.

Illusione della retta di Poggendorf (1860)

L’illusione di Poggendorf, fa apparire una linea, coperta nella parte centrale, come fosse spezzata e spostata, invece di sembrare la continuazione di quella dalla parte opposta. [12]

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Illusioni ottiche

Illusioni Prospettiche

Le illusioni prospettiche sono create per dare l’illusione della prospettiva, su una superficie piatta. Spesso l’occhio interpreta la soluzione più semplice, che non sempre è quella corretta, oppure si stabilizza su due possibili interpretazioni, equamente probabili distinguibili in modo alternato. La prospettiva, si basa su leggi dell’ottica, che consentono di ricreare su una superficie bidimensionale la profondità e lo spazio reali. Le leggi della prospettiva furono descritte nel 1400, in Italia, da Filippo Brunelleschi, che parlò di punti di fuga in cui tutte le linee convergono. L’illusione ottica, quindi spesso è resa indispensabile per rappresentare la realtà, anche se a volte può rappresentare qualcosa che in realtà non esiste.

Cubo di Neker

Nel cubo di Neker possono comparire due soluzioni possibili che indicano l’orientamento della figura.[13]

[13] Tratto e rielaborato da: http://www. illuweb.it/ambig/ ambipros.htm [14] Tratto e rielaborato da: http://www. kurtwenner.com/ streetportfolio.html


Illusioni Prospettiche

Edgar Mueller

http://www.metanamorph.com/

Artisti

Kurt Wenner è nato nel Michigan nel 1946, mentre Julian Beever nel 1959 In Gran Bretagna ed Edgar Mueller nel 1968 in Germania. Kurt, a partire dai sedici anni, riceve come commissione diverse opere pittoriche di ordine religioso. Possono essere considerati “dei madonnari”, con lavori che spaziano dalla street art, a dipinti e rappresentazioni di vari personaggi e advertising. Le opere di questi artisti stupiscono perché creano una discordanza fra la prospettiva dell’ambiente e quella apparente dell’opera e il cervello non riesce a conciliarle.

Trompe l’oeil e Anamorfismo

Il Trompe-l’œil è una tecnica pittorica in uso già nell’antichità, che consiste nel dipingere su di una parete (o in questo caso su

un pavimento) un soggetto che dia l’impressione dell’inesistenza della parete ingannando l’occhio. L’anamorfismo, invece, è una tecnica che viene utilizzata già dal 1400, anche se il termine anamorfico viene coniato solo nel 1600. L’anamorfismo consiste nel disegnare un’immagine fortemente deformata, che può essere compresa solo se viene vista da una determinata angolazione. Il risultato è un incredibile senso di tridimensionalità. La combinazione delle due tecniche fa si che queste opere paiano uscire dai marciapiedi su cui sono realizzate e gli oggetti paiono appoggiati sul pavimento piuttosto che disegnati. Per queste opere, non viene utilizzato nessun trucco, solo gessetti, e pavimenti.[14]

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Illusioni ottiche

Kurt Wenner http://www.kurtwenner.com/streetportfolio.htm

Julian Beever http://www.metanamorph.com/


Illusioni Prospettiche

Edgar Mueller

http://www.metanamorph.com/

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Illusioni ottiche

Stanze 3D

Le immagini che seguono mostrano alcune stanze pitturate in modo da creare delle illusioni prospettiche e figure immaginarie. Possono essere viste solo se viene assunta una posizione ottimale che permette la percezione di immagini non distorte. Felice Varini, nato in Svizzera nel 1952 e residente a Parigi, inventò nel 1979 una nuova tipologia di pittura. Il suo campo d’azione comprende interni, ma sopratutto interni con ampie aperture ad esempio quelle create tra due stanze. Le sue pitture assumono valore quando l’osservatore è situato in un punto favorevole per poter notare le geometrie rappresentate, egli girando attorno alle pitture può trovare diversi punti ottimali. L’architettura utilizzata non subisce alcun tipo di modifica. [15]


Illusioni Prospettiche

[15] Tratto e rielaborato da: http://www.varini. org/ Le immagini di queste pagine sono prese da: http://www.varini. org/

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Illusioni ottiche

Illusioni di Movimento

Le illusioni di movimento sono illusioni che danno un senso di movimento o che fanno apparire, oggetti fermi in movimento. Sono date solitamente da forti contrasti cromatici o da informazioni eccessive non percepibili dal sistema visivo.

illusione di

D. M. McKay

L’illusione di D. M. McKay, è data da errori di disturbo visivo. In questo caso è causato da una eccedenza di informazioni nel centro del cerchio e il sistema cognitivo umano, non essendo in grado di gestirlo, lo percepisce come una macchia che pulsa al centro.


Illusioni di Movimento

[16] Tratto e rielaborato da: http://www. illuweb.it/prosp/ prosdist.htm Le immagini di queste pagine sono a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010.

Il forte contrasto generato dai colori complementari e lo scostamento delle lettere, generano un’illusione ottica di movimento; le lettere appaiono ruotare e muoversi. Questo effetto è inesistente se i colori non sono contrastanti tra di loro.[16]

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Illusioni ottiche

Akiyoshi Kitaoka

Akiyoshi Kitaoka, nato nell’agosto del 1961 a Kochi in Giappone, è professore del Dipartimento di Psicologia all’università di Kyoto, in Giappone. Interessato in percezione visiva, illusioni ottiche e Trompe l’oeil. Egli ha classificato, studiato e realizzato diverse illusioni ottiche.[17]

Serpenti Ruotanti

L’anno 1999 fu l’anno del Coniglio nel calendario cinese. Il professor Kitaoka realizzò un’illusione in cui pattern di conigli disposti in cerchi concentrici parevano delle spirali. Questa illusione divenne molto famosa, ma egli non era soddisfatto del lavoro svolto, in quanto riteneva che esteticamente avrebbe potuto raggiungere risultati migliori. Essa funziona tramite una sequenza definita di colori: nero, grigio scuro, bianco e grigio chiaro. Nel 2003 creò i “serpenti ruotanti” e nel 2005 partecipò a una conferenza di Vision Sciences Society VSS, in Florida. Molte persone giunsero da lui dicendo che il movimento non era percepito, questo perché le illusioni ottiche hanno una stretta relazione con l’età. I partecipanti alla conferenza

erano tutti over60 e non erano in gradi di vedere l’illusione.[18]

[17] http:// www.ritsumei. ac.jp/~akitaoka/ index-e.html [18]Tratto e rielaborato da : articolo “why rot snakes created” di Akiyoshi Kitaoka. L’immagine sulla destra dei serpenti ruotanti è stata concessa dal prof. Kitaoka.


Illusioni di Movimento

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Illusioni ottiche

Illusioni ottiche di movimento basate su tinte piatte. Gli studi effettuati sull’accostamento del colore, mostrano come sia possibile creare illusioni basate sul sistema di derivazione periferico, ovvero date dall’influenza che un colore ha su quello adiacente. Utilizzando quattro colori con luminanze differenti e accostandoli due a due mantenendo il colore più chiaro a destra e quello più scuro a sinistra, si otterrà una scala cromatica di questo tipo.

Queste illusioni sono rese possibili dall’accostamento di quattro colori diversi, partendo dal colore più chiaro, poi il più scuro, e di nuovo il più scuro tra i rimanenti e il più chiaro. Il senso di movimento è dato da una rotazione in senso orario o da uno scorrimento verso destra.

Per intensificare il movimento è consigliabile creare una secondo figura e ordinare i colori in senso opposto, la rotazione sarà in questo caso in senso antiorario e lo scorrimento verso sinistra. [19]

[19] Tratto e rielaborato da: Kitaoka A. e Ashida H., Phenomenal Charateristics of the Peripheral Drift Illusion, Vision vol. 15, 2003. L’immagine sulla destra è stata realizzata da: Stella Morelli, Ottobre 2010, sulla base dell’immagine del prof. Kitaoka.


Illusioni di Movimento

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Illusioni ottiche

Altri accostamenti che causano diverse illusioni di movimento sono dati da: Il contorno di un oggetto che deve essere per metà di un colore chiaro e per l’altra metà di un colore scuro.[20]

[20] Tratto e rielaborato da: http://www. ritsumei. ac.jp/~akitaoka/ index-e.html

L’immagine sulla sinistra è stata realizzata da: Stella Morelli, Ottobre 2010, sulla base dell’immagine del prof. Kitaoka.


Illusioni di Movimento

In questa illusione di movimento, il contorno di un oggetto deve essere per metà di un colore chiaro e per l’altra metà di un colore scuro, alternandosi danno un senso di scorrimento a destra e a sinistra.[21]

[21] Tratto e rielaborato da: http://www. ritsumei. ac.jp/~akitaoka/ index-e.html

L’immagine sulla destra è stata realizzata da: Stella Morelli, Ottobre 2010, sulla base dell’immagine del prof. Kitaoka.

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Illusioni ottiche

Illusioni di Completamento

Le illusioni di completamento sono illusioni che fanno percepire parti di immagini che non esistono realmente, ma il sistema di percezione visiva li mostra ugualmente partendo da piccoli particolari.

Griglia di Herman

In questa griglia sono percepiti dei pallini intermittenti che in realtà non esistono. A seconda del colore della griglia, i pallini assumono il colore che li circonda. Questo effetto è spiegabile con il processo neurologico chiamato inibizione laterale. L’intensità luminosa percepita di un punto non è data da un singolo neurone, ma diversi neuroni centrali danno un segnale che viene parzialmente inibito dai neuroni circostanti. Poiché nelle intersezioni l’area circostante è mediamente più chiara che non nei tratti di linee, la zona centrale appare più scura.

[22] Tratto e rielaborato da: http://www. illuweb.it/servizi/ illusioni.htm Le immagini sono realizzate da: Stella Morelli, Ottobre 2010, sulla base delle ricerche effettuate.


Illusioni di Completamento

Illusione di Kanizsa

Illusione di Kanizsa è una delle teorie della Gestalt, in cui il cervello tende a completare le immagini, partendo dai particolari. In questo caso è possibile vedere un triangolo centrale, anche se questo non esiste. [22]

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Illusioni ottiche

Illusioni di Colore

Quando si parla di illusioni di colore, difficilmente si fa riferimento a qualche classificazione e ordinamento, cosa invece più probabile nel caso delle illusioni geometriche. Akiyoshi Kitaoka, professore al dipartimento di psicologia a Kyoto, Giappone, ha effettuato diversi studi e classificazioni sulle illusioni legate al colore, suddividiendole in: -costanza del colore -illusioni di colore basate sul contrasto -completamento visivo -scissione visiva -induzione del colore che genera il movimento.

Costanza del colore

La costanza del colore è una caratteristica del sistema di percezione visiva umano, che permette di percepire il colore in diverse condizioni, anche vedendo la sua coerenza in

condizioni di parziale copertura o illuminazione innaturale. Le immagini sottostanti permettono di osservare la variazione del colore in base alla sovrapposizione di un filtro. Nella parte di sinistra, il filtro colorato é di grandi dimensioni, mentre nella parte di destra il filtro ricopre solamente l’aera dell’occhio della figura disegnata. La percezione dei colori è differente nelle due metà del disegno, infatti gli occhi, pur avendo lo stesso colore del


Illusioni di colore

nastro posto sopra la testa, sono percepiti a sinistra del colore corretto, a destra di colore grigio. Questo significa che il cervello umano riesce a reintrepretare l’immagine attribuendo il giusto colore alle diverse parti. Ciò accade solamente quando la distorsione dell’immagine è di dimensioni maggiori rispetto al colore considerato. Infatti nella parte destra, in cui il filtro è sovrapposto esclusivamente alla parte colorata, l’occhio umano non riesce ad individuare quale sia il colore del filtro e, di conseguenza, non riesce a sottrarre alla colorazione

dell’occhio quest’ultimo. Di conseguenza percepiamo un colore che deriva dalla mescolanza dei due sovrapposti, ovvero il grigio. L’illusione presente in questa pagina, ci mostra come colori identici, contornati da colori diversi, possono assumere gradazioni apparentemente più chiare o più scure.

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Illusioni ottiche

Illusioni di colore basate sul contrasto

Le illusioni basate sul contrasto cromatico sono di vario tipo. Sovrapponendo una griglia a un’immagine,questa appare più chiara o più scura in base ai colori della griglia e dello sfondo e al loro accostamento. Affiancando diverse tonalità dello stesso colore, seguendo la scala cromatica, è osservabile che ogni colore paia sfumato verso il bianco, in vicinanza del colore successivo e che il gradiente abbia tonalità diverse.


Illusioni di Colore

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Illusioni ottiche

Illusioni di colore basate sul completamento visivo

Le illusioni basate sul completamento visivo sono caratterizzate non soltanto dall’assimilazione cromatica proveniente dall’interno colorato, ma anche dal contrasto cromatico del contorno. È possibile osservare una figura romboidale generata da alcuni segmenti, appartenenti alla griglia stessa, con colorazione differente. Nell’esempio successivo è possibile osservare un quadrato blu formato da quadratini di differente colorazione. L’esempio delle linee dimostra come l’area compresa tra i bordi arancioni appaia colorata di giallo-arancio, mentre in realtà è bianca. questo fenomeno è chiamato “effetto Craik-O’BrienCornsweet”.


Illusioni di Colore

[23] Tratto e rielaborato da: Kitaoka A., A Brief Classification of Colours Illusions, 18 Maggio 2010. Le immagini sono realizzate da: Stella Morelli, Ottobre 2010, sulla base delle immagini del prof. Kitaoka.

Illusioni basate sulla scissione visuale

La scissione visiva o la segregazione figura-sfondo produce illusioni di colore. La figura mostra la versione cromatica dell’illusione di Anderson, nella quale l’interno appare un disco giallo o blu, in base al contorno. Questo avviene nonostante entrambi i dischi siano fisicamente identici, sia nel colore che nella texture. [23]

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Illusioni ottiche

Figure Ambigue

Appartengono alle figure ambigue, i volti, in cui la stessa immagine può rappresentare due o più persone differenti, le figure reversibili, che ruotate di 90° possono rappresentare una qualcosa di diverso dalla precedente, le immagini ambigue surreali come le scale di Escher e le immagini reversibili di figura-sfondo, in cui è possibile vedere in modo alternato due immagini che costituiscono una la figura e l’altra lo sfondo.

Questa celebre immagine nasconde due possibili verità ugualmente possibili. Ogni osservatore può dunque osservare due figure differenti a seconda di come la guarda. Ciò che ne risulta è una verità soggettiva, o in altre parole ambigua (soggetta a opposizioni legittime e mai verificabili in modo definitivo).

http://www.sicap.it/merciai/psicosomatica/students/aliment001.gif


Figure Ambigue

Reversibilità figura-sfondo

Partendo dall’analisi delle figure ambigue, lo psicologo Rubin, ha studiato in modo approfondito l’articolazione figura-sfondo. Egli rileva così alcuni punti considerati principali per poter percepire un’immagine come figura o come sfondo.

• La figura ha una forma,

Shigeo Fukuda Exhibition, Keio Department Store, 1975.

[24] Tratto e rielaborato da: http://www. psicolab.net/2006/ percezione-visivae-design-2/ Le immagini di queste pagine sono realizzate da: Stella Morelli, Ottobre 2010, sulla base delle conoscenze acquisite.

mentre lo sfondo è relativamente uniforme. • Il contorno appartiene alla figura che delimita e non allo sfondo. • La figura ha un’estensione definita mentre lo sfondo si estende indefinitamente. • La figura è “più vicina”, in rilievo apparente sullo sfondo “più lontano”. • Lo sfondo appare continuare dietro la figura. • La figura attrae maggiormente l’attenzione e quindi si ricorda meglio. • Il colore della figura è “di superficie” mentre quello dello sfondo è “filmico”. • Tutti gli elementi della figura hanno qualcosa in comune tra loro e nello stesso tempo di diverso dallo sfondo e viceversa. • Gli elementi orientati sugli assi verticali e orizzontali hanno maggiore probabilità di essere percepiti come figura. Rubin ha inoltre dimostrato che è possibile prevedere quale

zona del campo acquisirà il ruolo di “figura” rispetto ad altre “zone”. Le più importanti di tali condizioni, oltre a quelle sopra descritte, sono la grandezza relativa delle parti (per cui si tenderà a percepire come figura la zone più piccola) e il carattere concavo o convesso dei margini (per cui si tenderà a percepire come figura l’area con margini convessi piuttosto che quella con margini concavi). Dalla figura reversibile di Rubin si può vedere come il contorno possa assumere di volta in volta una funzione delimitante per settori che possono essere percepiti ora come figura ora come sfondo. Il vaso potrà quindi apparire come figura, con i due profili come sfondo, oppure come sfondo.[24]

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Illusioni ottiche

Figure Impossibili

Le figure impossibili sono rappresentazioni bidimensionali di oggetti che fisicamente non possono esistere nella realtà.

Mauritius Cornelius Escher

Mauritius Cornelius Escher nacque a Leeuwarden in Olanda nel 1898. Avendo avuto difficoltà nell’ottenere il diploma alle scuole superiori decise di intraprendere un’esperienza come architetto nel 1919, accorgendosi che l’architettura non era il suo punto forte, presto si dedicò alle arti grafiche.

M. C. Escher: Concavo e Convesso, 1955.

Le sue opere grafiche seguono dei punti chiave che danno vita a categorie diverse a cui appartengono le sue opere: -La strutturazione dello spazio -La struttura della superficie piana -La relazione tra lo spazio e la superficie piana basata sulla rappresentazione.

realtà lungo prospettive inattese, sconcertanti o impossibili, ma nel loro contesto logiche. Propose così nuove strutture compositive e nuovi linguaggi visivi. Lo studio per le simmetrie, le strutture geometriche e la moltiplicazione degli spazi erano temi che lo affascinavano in modo particolare. Fu molto influenzato dalle geometrie dell’Alhambra di Granada.

Morì il 27 marzo 1972 lasciando una considerevole collezione di pitture disegni e statue. Era solito partire da premesse razionali, portando poi l’osservatore a contemplare la

Nel 1939 realizza “il giorno e la notte”, una xilografia che rappresenta un immagine sdoppiata speculare. Un tema importante furono le strutture impossibili e le compenetrazioni

[25] Tratto e rielaborato da: Baroni D. Vitta M. Storia del Design Grafico pag 226. Ernst B. Le miroir Magique de M. C. Escher.


Figure Impossibili

M. C. Escher: Giorno e Notte, 1938.

spaziali che lo portarono ad analizzare la compresenza di mondi diversi. Si tratta principalmente di raffigurazioni osservabili da diversi punti di vista, costringendo l’osservatore alla rinuncia di ogni riferimento fisso, e scegliere ogni volta il proprio punto di vista. Scrisse:” il bene non esiste senza il male [...] è tutto molto semplice: bianco-nero, giorno-notte è la vita per un artista grafico!”. Le sue opere sono un continuo rovesciamento negli opposti, che danno vita a una forte tensione

percettiva verso l’infinito. L’opera di Escher è stata sicuramente innovativa e bizzarra egli nelle sue opere produce illusioni ottiche alle quali nessuno può scappare e ognuno è catturato dalla suggestione veritiera che egli riesce ad evocare, solo in un secondo momento capisce che ciò che sta osservando non può esistere. Egli era inoltre impossibilitato a confrontarsi con la realtà, non la capiva quindi creava opere estranee ad essa. [25]

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Illusioni ottiche

Figure Impossibili

Le figure impossibili sono rappresentazioni bidimensionali di oggetti tridimensionali, inesistenti nella realtà.Offrono all’osservatore dei curiosi paradossi geometrici.

L’illusione del tridente, deriva dall’ambiguità delle punte della figura. Esse possono essere viste contemporaneamente come i lati della figura, oppure i vuoti creati da essa. Se si coprono la parte destra e poi quella sinistra, l’illusone scompare.

Il cubo rappresentato, è impossibile in quanto gli spigoli non si trovano sullo stesso piano dello spazio, violando le regole fondamentali della geometria dello spazio reale.

[26] Tratto e rielaborato da: http://psylux. psych.tu-dresden. de/i1/kaw/ diverses%20 Material/www. illusionworks. com/html/art_of_ reutersvard.html http://www. sandlotscience. com/ EyeonIllusions/ Reutersvard.htm


Figure Impossibili

Perth, Australia, Triangolo di Penrose http://commons.wikimedia.org/wiki/File:ImpossibleTriangleEastPerth_gobeirne.jpg

Oscar Reutersvard

Oscar Reutersvard è famoso per la creazione del primo triangolo impossibile nel 1934. Partì a disegnare il triangolo posizionando una stella a sei punte nel centro e circondandola di cubi tridimensionali. Il cubo numero sei, è quello che rende impossibile la figura, in quanto fa risultare la prospettiva errata. Affascinato dalle illusioni ottiche continuò con lo studio e la realizzazione di figure impossibili. Nel 1984 le Poste svedesi onorarono il lavoro di Reutersvard con una serie di francobolli che mostrano le sue principali figure impossibili. Penrose descrisse e popolarizzò il triangolo di Reutersvard, chiamandolo “triangolo di Penrose” e identificandolo come l’impossibilità della forma pura. [26] Pubblicità Nissan 2007 http://www.moillusions.com/2006/10.html

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Illusioni ottiche

Le illusioni ottiche della natura

Anche in natura è possibile osservare illusioni ottiche, basate su fenomeni fisici che permettono l’osservazione di immagini distorte o figure che non esistono. Anche la mimetizzazione degli animali può essere considerata un effetto ottico.

I Miraggi

I miraggi sono causati dalla rifrazione della luce quando questa attraversa strati d’aria a temperature e densità diverse. L’aria agisce infatti come una lente, deviando i raggi luminosi e presentando così immagini distorte, invertite o ingrandite, in una posizione diversa rispetto alla realtà. Esistono due tipi di miraggi, quello inferiore e quello superiore. Il miraggio inferiore è il più frequente. Di norma la densità dell’aria decresce con l’altezza, ma quando la superficie del suolo è fortemente riscaldata, (come sul suolo desertico o sull’asfalto di una strada) la densità dell’aria può essere minore nei primi metri dell’aria prossimi al terreno. In tali condizioni la luce proveniente segue una traiettoria curva e fornisce un’immagine distorta

http://lh6.ggpht.com/Yg0iLgzvr3M/fotousa+2007+459.jpg

e invertita situata al di sotto dell’ orizzonte. Generalmente è l’azzurro del cielo che si proietta sul terreno, procurando l’immagine di un grande specchio d’acqua. Il fenomeno è noto sin dall’antichità come Fata Morgana. In alcuni casi, alberi o edifici, possono apparire come specchiati sul suolo. Il miraggio superiore si genera invece quando l’aria al suolo è nettamente più fredda, e quindi più densa, di quella superiore. I raggi luminosi diretti verso l’alto vengono rifratti dallo strato d’aria più calda. L’effetto si produce spesso sopra distese d’acqua fredda o su superfici gelate e produce una falsa immagine sopra la linea dell’orizzonte, spesso invertita.

[27] Tratto e rielaborato da: http://www. meteo-net.it/ didattica/miraggi. aspx Le immagini nella pagina accanto sono a cura di: Stella Morelli, Novembre 2010.


Illusioni della Natura

Aria uniforme

L’aria è a temperatura uniforme, i fronti d’onda della luce proveniente dall’albero sono sferici, non avviene quindi nessun fenomeno di rifrazione.

Aria calda L’aria in prossimità del suolo è più calda, i fronti d’onda non sono sferici e la luce che proveine dall’albero viene rifratta continuamente lungo un percorso curvo, poichè si vede un’’immagine dell’albero capovolta, l’osservatore pensa che davanti all’albero ci sia dell’acqua.[27]

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1

Imbiancheria del Vajro

Chieri è un comune di 35.881 abitanti situato nella provincia di Torino. Conosciuta in epoca medievale come la Città delle Cento Torri delle famiglie nobili, a partire dall’Ottocento si specializzò decisamente nell’industria tessile che divenne il “cuore” della sua economia arrivando ad impiegare oltre metà dei suoi abitanti. Negli ultimi decenni il tessile ha subito un drastico ridimensionamento e la città, con la dismissione delle fabbriche, ha conosciuto un notevole sviluppo residenziale favorito anche dalla posizione geografica particolarmente attraente. L’Imbiancheria del Vajro è la prima imbiancheria regolamentata edificata nel 1537, per iniziativa dell’Università dell’arte del Fustagno, associazione che riuniva tutti i produttori tessili chieresi. Era in questo luogo in cui i filati e le pezze finite, venivano colorati. Per la costruzione di questi edifici, erano necessari appositi siti aventi corsi d’acqua puliti e ampi prati soleggiati per accogliere le pezze in fase di asciugatura.

La struttura dell’edificio, non richiedeva grandi complessità, erano sufficienti solo un magazzino e delle vasche per contenere l’acqua bollente per il lavaggio dei panni. L’edificio subì numerosi cambiamenti e ampliamenti nel corso degli anni, avvenuti per far fronte alle esigenze legate alle innovazioni tecniche. Le dimensioni erano contenute e la pianta era a forma di L derivante dall’accostamento di una manica stretta risalente all’edificazione più antica e due corpi di affiancamento nel XX secolo caratterizzati da una volta a sezione parabolica. Tutte le parti aggiuntive appartengono all’800, la sopraelevazione ai primi del ‘900. Nella parte orientale è possibile vedere parte della struttura originale in cui erano collocati i corpi macchina e

[1] Tratto e rielaborato da: AA. VV. Chieri città del tessile -Tra fabbriche, macchine e prodotti-. Enrico Bassignana, Paola Chiara, Mario Ghirardi, Roberta Vozza, Chieri com’era.


Breve Storia

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finestre di diverse dimensioni per garantire una giusta illuminazione. Dal 1920 diventa di proprietà di Vincenzo Caselli, industriale chierese il quale, quattro anni dopo, realizzò un ulteriore ampliamento, costituito da un locale per la tintoria, due magazzini, la tettoia e la ciminiera, alta poco più di 30m fu un importante simbolo per il passaggio dall’immagine rurale a quella della piccola industria. È realizzata in laterizio e dona un forte legame allo skyline della città di Chieri, il quale è costituito da diverse ciminiere con caratteristiche analoghe. L’attività dell’Imbiancheria terminò nel 1963, quando subentrò la tessitura De Maria, che l’affittò per la manifattura, inserendo i telai manuali e meccanici. [1]


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Imbiancheria del Vajro

Recupero dell’Imbiancheria

Il recupero dell’Imbiancheria, come sede del Museo del tessile di Chieri, è il risultato di una raccolta di macchinari, campionari di produzione e documenti che avevano come prima sistemazione il “deposito ordinato di materiale del tessile” nell’ex convento Santa Chiara. Alla fine degli anni ‘80 vennero costruiti complessi residenziali e una strada che interrompeva il legame con il fiume. Il recupero è un progetto redatto tra il 1995 e il 1996 e ha come obiettivo quello di evidenziare i legami della storia della città e le attività produttive oltre che gli aspetti tecnologici e architettonici. La ristrutturazione è stata eseguita, con il Fondo Europeo dello Sviluppo Regionale per la sistemazione di siti industriali degradati effettuata da enti pubblici, dallo studio “Desearch” di Torino. Il progetto di ristrutturazione cercò di mantenere intatte le diversità architettoniche nate negli anni, simbolo di tradizioni locali e lavoro del passato. Vennero affiancati ampi spazi luminosi realizzati in vetro e acciaio, da utilizzarsi come sedi espositive. I saloni di maggiore ampiezza, appartengono all’ultimo ampliamento e

ospitano alcuni macchinari e telai perfettamente funzionanti. Durante la ristrutturazione si è scelto di eliminare la sopraelevazione dei primi del ‘900 in quanto alterava le proporzioni della facciata originale, oggi ripristinata. L’interno, viste le necessità di osservare i macchinari, è stato risolto con un sistema di passerelle e balconate, che permette la visione delle sale principali anche dall’alto, garantendo una perfetta illuminazione e visibilità degli oggetti esposti. Oggi l’edificio continua ad ospitare mostre temporanee e una parte permanente. È stato inoltre utilizzato per laboratori creativi per le scuole, in cui era possibile sperimentare alcune tecniche di pittura dei tessuti e la tessitura con i filatoi. [2]

[2] Redatto sulla base dell’incontro con lo studio Desearch di Torino. In questa pagina la foto è a cura di: Stella Morelli, Ottobre 2010, Imbiancheria del Vajro, Chieri. Le immagini sulla destra sono concesse dallo studio Desearch.


Recupero

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VIA IMBIANCHERIA

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Planimetria piano terreno E'

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Pianta livello superiore


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Imbiancheria del Vajro

Imbiancheria del Vajro:

In alto a sinistra: vista ampliamento In alto a destra: particolare dell’edificio. A fianco: facciata.


Immagini

Imbiancheria del Vajro:

In alto: ultimo ampliamento. Possibile sede dell’associazione. A destra: sistema di passerelle interno, piano terra.

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5

1

Ecc...

Associazione

L’associazione nascente si propone i seguenti obiettivi: -Gestione dello spazio. -Pubblicazione di bandi di concorso tramite “Guerrilla Marketing” per la prima edizione e blog. -Copertura di alcune spese tramite la quota associativa e il ricavato dal museum shop allestito dai componenti con prodotti self-made. -Allestimento di mostre con gli elaborati migliori scelti tra i partecipanti dei concorsi. I componenti di tale associazione, tramite una quota di iscrizione minima utile a coprire le spese principali, si assumono la responsabilità di gestire lo spazio e redigere ogni 6 mesi circa un concorso che si concluderà con l’allestimento di una mostra. Intanto sarà possibile organizzare delle conferenze, degli aperitivi e tavole rotonde su temi attuali quali la grafica, la comunicazione e la percezione visiva, il design e il concetto del self-made. Per coprire le spese, che includono il riscaldamento, la manutenzione, la pulizia, l’allestimento delle mostre, si è pensato alla ricerca di sponsor

che potessero coprire alcune di esse e di finanziamenti da parte di enti che promuovono bandi per attività culturali. Oltre che un piccolo shop dove sarà possibile acquistare oggetti creati dai componenti dell’associazione. Per poterne fare parte viene richiesta una quota di € 20.00, che dà diritto a una tessera associativa e alla possibilità di vendere oggetti self made allo shop allestito nel museo e la possibilità di farsi conoscere attraverso conferenze sui proprio lavori.


Logotipo

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2x x

C: 0; M: 0; G: 0; K: 100. R: 0; G: 0; B: 0. Pantone BlackC

y

2y

12y

C: 0; M: 50; G: 100; K: 0. R: 242; G: 148; B: 0. Pantone 144C

2y 14x

Ecc... Espressione Creativa Chieri. Il nome rimanda a una continuità, quindi alla possibilità di continuare con le iniziative di concorso, le mostre e gli incontri. Ecc... mostra anche cosa c’è dietro, vuole far vedere funzioni aggiuntive dell’Imbiancheria, che non è solo una sede espositiva parzialmente inutilizzata, ma un luogo di incontro per i giovani artisti. Il logo é stato creato sulla base delle leggi della Gestalt, lasciando allo spettatore la capacità di vedere la prima lettera, anche se inesistente. Il tutto si basa su una griglia modulare che costruisce il logo in modo preciso.


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Ecc...

Font: Impact

Font: Helvetica Neue


Logotipo

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Tessera Associativa: fronte

Tessera Associativa: retro


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Assegnazione

Proposta per ricevere

contributi

finanziamenti

Sul sito della Regione Piemonte sono publicati bandi di concorso per il finanziamento di diverse attività appartenenti a campi differenti. Si è scelto di seguire le linee guida inerenti alla Legge regionale 58/1978- Per la richiesta di assegnazione di contributi a sostegno delle Attività Espositive previste nell’anno 2011. Sul sito è possibile leggere:

Attività espositive

Da molti anni la Regione Piemonte riserva una particolare attenzione al sostegno dell’arte in ogni sua espressione, prevedendo un’articolata serie di interventi che vanno dall’assunzione diretta di progetti espositivi, al supporto in forma di contribuzione a Enti, Istituzioni e Associazioni sia per lo svolgimento della loro attività ordinaria, sia per la realizzazione di specifici progetti, iniziative e manifestazioni. Inoltre, nel corso degli anni sono state attivate importanti collaborazioni, con Istituzioni e Associazioni particolarmente attive sul territorio regionale, con un ruolo preminente e riconosciuto nella

promozione e gestione di eventi artistici e culturali. Nello specifico, sono state promosse molteplici attività espositive realizzando progetti di indubbio valore scientifico e documentale che spaziano dalle ricostruzioni di ambiti artistici, alle grandi mostre tematiche sino alle collettive di giovani artisti. I diversificati interventi, realizzati non solo in ambito torinese ma anche e soprattutto sull’intero territorio regionale, costituiscono un importante punto di riferimento nel panorama artistico piemontese e hanno contribuito a rendere il Piemonte una delle regioni europee più significative per l’arte del secondo Novecento.

[1] Tratto da: http://www. regione.piemonte. it/cultura/cms/ promozione-delleattivita-culturali/ attivita-espositive/ contributi-e-modulistica.html


Bando di Finanziamento

Sostegno a Enti e Associazioni per la promozione di attività espositive

La Regione Piemonte promuove, anche con l’erogazione di contributi, iniziative nel campo della cultura e delle arti visive, al fine di valorizzare il patrimonio dell’arte piemontese e di favorire il confronto d’espressioni artistiche nate e sviluppate sul nostro territorio con altre realtà nazionali e internazionali. Il Piano annuale dei contributi viene predisposto sulla base delle indicazioni programmatiche contenute nel Programma d’Attività della Direzione e viene approvato annualmente dalla Giunta regionale, previo parere della VI Commissione Consigliare competente. Nel Programma d’Attività vengono delineati gli obiettivi e le linee direttrici che orientano l’attività

dell’Assessorato alla Cultura e vengono altresì definiti i criteri di valutazione delle iniziative e le modalità per l’assegnazione dei fondi. Il sostegno regionale è destinato esclusivamente a iniziative di rilevanza almeno regionale, mentre i contributi per le attività sub-provinciali sono stati oggetto della delega alle Province, attuata con le leggi regionali n.44 del 26/04/2000 e n.5 del 15/03/2001. Possono essere ammessi ai benefici dei contributi regionali sono Associazioni culturali non a scopo di lucro, Fondazioni culturali, Comitati organizzatori e Comuni ed Enti Locali.[1]

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Modello Rich58 (Modulo da impiegare per la richiesta di contributo L.r. 58/1978 unitamente alla documentazione integrativa prevista) (Riquadro da compilare a cura del richiedente) Denominazione dell’Ente, dell’Associazione o del Comitato che richiede il contributo ....................................................................................................................………………………….. Indirizzo completo ……………….……………………...............................………………………… CAP ………..…. Città ….......…..........................………..…………….. sigla prov. ………..… Recapito telefonico (obbligatorio e inclusivo di prefisso) : ...................................................... Recapito fax (se non disponibile è obbligatorio il recapito e-mail) : ........................................ Recapito e-mail (obbligatorio in assenza di fax): ......................................................................

Alla REGIONE PIEMONTE Direzione Cultura, Turismo e Sport Settore Promozione delle Attività Culturali e del Patrimonio Linguistico Via Bertola, 34 10122 T O R I N O (TO)

Oggetto: Legge regionale 58/1978 – Richiesta di assegnazione di contributo a sostegno delle Attività Espositive......................................................................... ........................................................................................ previste nell’anno ______

Il/La sottoscritto/a (cognome e nome) ..............................................................................., in qualità di rappresentante legale del soggetto indicato nel riquadro superiore, con la presente richiede a codesta Direzione, ai sensi della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 (Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali), l’ assegnazione di un contributo a sostegno delle Attività Espositive ......................................................................................................................................................... previste nell’anno ______ . Al fine di perfezionare la presente richiesta allega la seguente documentazione integrativa: 1) Programma illustrante nel dettaglio i luoghi di svolgimento, i tempi di realizzazione, le iniziative in cui si concretizzano le attività proposte, firmato dal rappresentante legale del soggetto richiedente; 2) Relazione illustrante il progetto, nei suoi contenuti artistici e tecnici., firmata dal rappresentante legale; 3) Bilancio di previsione analitico, articolato in entrate e in uscite, inerente le attività proposte e firmato dal rappresentante legale; in particolare il bilancio deve esporre tra le entrate le risorse proprie che il soggetto proponente si impegna a impiegare per la realizzazione delle iniziative previste nonché la previsione delle risorse provenienti da altri Enti o soggetti pubblici e privati, finalizzate allo svolgimento delle medesime attività.

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Modello Rich58 4) Fotocopia del documento d’identità in corso di validità del rappresentante legale del soggetto richiedente; 5) Fotocopia, firmata dal rappresentante legale, dell’atto costitutivo e dello statuto del soggetto richiedente (esclusi gli Enti Locali e gli altri soggetti di diritto pubblico); 6) Dichiarazione sostitutiva di certificazione e di notorietà, rilasciata dal rappresentante legale sul previsto Modulo Dic, attestante unitariamente i seguenti cinque elementi: a) numero di codice fiscale e/o di partita IVA dell’Ente/Associazione/Comitato richiedente; b) coordinate bancarie (codice IBAN a 27 caratteri) dell’Ente/Associazione/Comitato richiedente; c) assoggettamento all’IRES oppure non-assoggettamento all’IRES delle iniziative celebrative proposte (nel caso di non-assoggettamento, precisare la motivazione dell’esenzione); d) recuperabilità oppure non recuperabilità dell’IVA connessa alle spese relative alle iniziative celebrative proposte; e) richiesta di contributo per la medesima iniziativa presentata, in procinto di presentazione o non presentata ad eventuali altre strutture della Regione Piemonte e all’Unione Europea; 7) (Limitatamente agli enti no-profit quali associazioni riconosciute e non, associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, Onlus, fondazioni, comitati legalmente costituiti): Dichiarazione di sottoscrizione e impegno al rispetto del Codice Etico per gli enti no-profit approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 47-12422 del 26 ottobre 2009, rilasciata dal rappresentante legale sul previsto Modulo Codex. Restando in attesa di riscontro, ringrazia e porge distinti saluti.

............................................. (luogo e data di sottoscrizione)

FIRMA DEL RAPPRESENTANTE LEGALE

......................................................................... (firma leggibile e per esteso)

Modello Rich58 A: L.r. 58/1978

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Proposta

Programma

Il programma che si propone vuole essere un punto importante per la città di Chieri, in quanto organizza iniziative coinvolgenti e culturali per i giovani. Il luogo prescelto è l’Imbiancheria del Vajro, situata in via Imbiancheria, poco spostata dal centro storico. È un luogo affascinante sia per la sua storia che per la sua struttura. Grazie alla grande illuminazione interna c’è la possibilità di creare punti d’incontro e di lavoro, oltre che allestire mostre utilizzando ampi spazi quasi inutilizzati. L’associazione nascente si impegna a redigere bandi di concorso applicabili a campi quali l’arte, il design, il graphic design, il self-made e il readymade. I temi sono considerati all’avanguardia e i giovani appartenenti a questo campo si sono dimostrati interessati ad iniziative di concorso ed esposizione. L’obiettivo principale è quello di riqualificare uno spazio quasi in disuso e poco conosciuto nel chierese. La concretizzazione di quanto proposto avverrà tramite il concorso e l’associazione di persone, che unite renderanno possibile il progetto. Per la città l’iniziativa è interessante anche

progettuale

per il coinvolgimento che offre ai ragazzi i quali spesso si trovano senza obiettivi precisi. Alla conclusione del concorso verrà allestita una mostra e una giuria sceglierà il progetto vincitore, che potrà essere premiato con l’iscrizione all’associazione e, una volta trovati gli sponsor, con denaro o buoni acquisto. Oltre ad un’associazione si andrà così a creare un vero gruppo di lavoro eterogeneo, formato da diverse personalità che potranno unire le loro idee dando vita a concorsi e conferenze interessanti.

Pagina Bando di concorso. Formato: A4.


I° Bando di Concorso regionale per la creazione di un manifesto promosso da: Associazione Ecc… di Chieri REGOLAMENTO L’associazione Ecc… promuove un concorso per la progettazione grafica di un manifesto che sarà oggetto di mostra sul colore applicato alle illusioni ottiche. OBIETTIVI Il promotore con questo concorso intende ricercare la piena partecipazione di giovani con le opportune conoscenze per comunicare il tema delle illusioni ottiche e del colore. Il bando serve per mettere in luce i temi sopracitati e per coinvolgere i giovani all’interno della propria Città utilizzando uno spazio quasi in disuso. I partecipanti sono invitati a realizzare un manifesto sperimentando l’uso del colore applicato alle illusioni ottiche potendo scegliere il proprio messaggio (escludendo quelli a sfondo politico, razziale e di propaganda). AMMISSIONE AL CONCORSO Possono partecipare al concorso tutti gli studenti delle scuole di grafica, progettazione e pubblicità, quelli degli Istituti d’Arte, delle Accademie e dei corsi di laurea con questi indirizzi. Inoltre la partecipazione è ammessa a singoli individui e team interessati ai campi sopracitati. È possibile essere ammessi singolarmente o a gruppi di 2/3 persone. REQUISITI TECNICI Ogni candidato dovrà inoltrare una cartella così nominata nome_cognome, contenente: - File del progetto definitivo in dimensione 50x70cm verticale con il seguente nome ed estensione nome_cognome.pdf o nome_cognome.jpeg; - Breve testo descrittivo (500 battute) del messaggio, delle tecniche utilizzate e descrizione di quanto rappresentato; MODALITA’ PER L’INVIO La cartella dovrà essere inviata entro il giorno 10 Febbraio 2010 all’indirizzo: ecc.imbiancheria.chieri@email.it oppure a: Imbiancheria del Vajro, via Imbiancheria 3, 10023, Chieri, Torino GIURIA La giuria sarà composta dai partecipanti della mostra che dovranno votare l’opera migliore e dal gruppo di ragazzi che fanno parte dell’associazione insieme a tre professionisti del campo. I PREMI Il premio per il primo concorso è l’iscrizione per un anno all’associazione che offre quindi la possibilità di esporre, vendere, organizzare e partecipare all’organizzazione della mostra e dell’evento successivo, oltre che alla possibilità di vendere oggetti all’interno dello spazio espositivo. ESCLUSIONE Saranno esclusi i candidati che non consegneranno l’elaborato per tempo e quelli che invieranno materiale differente da quello richiesto per nome, estensione o dimenticanze. UTILIZZAZIONE I manifesti saranno oggetto di mostra presso: Imbiancheria del Vajro, via Imbiancheria 3, 10023, Chieri, Torino.

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Proposta progettuale

Relazione

Per la promozione del concorso, verrà proposto un evento di Guerrilla Marketing realizzato nelle vie del centro di Chieri tramite una comunicazione realizzata in tre fasi, la realizzazione di un sito web, da cui sarà possibile scaricare il bando di concorso e una serie di affissioni nella città.

Guerrilla Marketing

Fase 1: Per le vie del centro verranno sparsi dei punti interrogativi fustellati di dimensione 10x15cm. Il loro compito è quello di essere appesi alle maniglie delle auto, alle porte e sparsi nei negozi e locali in modo da creare curiosità e interesse da parte della popolazione. Il significato del punto interrogativo è dato dall’ambiguità che può creare e dall’attesa che qualcosa potrà succedere. Fase 2: Distribuzione di free-card sempre sulle auto, nei locali e nei negozi. La free-card, con applicata un’illusione ottica e in grande il logo dell’associazione nascente, avrà come unica scritta esplicativa il sito di riferimento da cui sarà possibile

scaricare il bando di concorso. In parallelo sarà realizzato un gruppo sul social network Facebook, molto diffuso tra i giovani, il quale renderà conosciuto l’evento. Dalla pagina sarà possibile accedere al sito ufficiale, scambiarsi opinioni e idee riguardanti i temi del concorso, ma anche in generale temi attuali come la grafica, il design ecc... Fase 3: L’affissione dei manifesti è l’ultima fase di promozione del concorso e dell’associazione.


Guerrilla Marketing

15cm

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10cm

Flyer Guerrilla Scala 1:1


Proposta progettuale

15cm

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10cm

Free card fronte Scala 1:1


Guerrilla Marketing

Partecipa al Concorso Illusion Maker vai sul sito www.ecchieri.tk e scarica il Bando!!

Free card retro

Le free-card realizzate riportano come unica grafica un’illusione ottica che descrive, tramite delle linee orientate in modo diverso, il logo dell’associazione. Diverse prove sono state effettuate, il risultato finale è quello riportato nella pagina accanto in quanto risulta ben visibile, bilanciato e allo stesso tempo crea una forte illusione che attira l’attenzione.

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Proposta progettuale

Descrizione manifesto e prove

I manifesti realizzati hanno come tema principale le illusioni ottiche e il colore. Per ogni tipologia sono state effettuate diverse prove colore, basate sulle ricerche effettuate in precedenza. Ritengo il più efficace il primo manifesto rappresentato, in quanto fa conoscere il luogo interessato, definendo così un elemento importante quale la location del concorso, dell’associazione e delle varie iniziative. Ogni manifesto è accompagnato da un sito da cui è possibile scaricare il pdf del bando di concorso ed essere indirizzati alla pagina su facebook. Per ogni manifesto si è scelto di utilizzare, tra le varie prove cromatiche, quella dei colori complementari rosso-verde, in quanto efficace per le illusioni ottiche e che spesso dona dinamicità alla composizione.

70cm

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50cm Manifesto Scala 1:10


Manifesti

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Prove Colore

Tra le varie locandine quella riportata nella pagina accanto è quella scelta, in quanto esplicativa, utilizza un’illusione ottica semplice ma efficace che si basa sullo spessore delle linee. Il testo è ben leggibile. La composizione equilibrata ed efficace. Il titolo del concorso crea interesse nel realizzare un’illusione, facendo diventare protagonista chiunque voglia diventarlo.

C: 100; M: 100; G: 100; K: 100. R: 0; G: 0; B: 0.

Spessore Linee: 5pt 2,5pt

Font: ModeNine Regular

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Scala 1: 5 C: 0; M: 50; G: 100; K: 0. R: 242; G: 148; B: 0.

C: 75; M: 100; G: 0; K: 0. R: 99; G: 33; B: 129.

Font: Modenine

Le seguenti prove colore si basano principalmente sui contrasti cromatici proposti da J. Itten. Ogni contrasto è stato provato per ottenere il miglior risultato sia visivo che dell’illusione. La classificazione è stata fatta seguendo una valutazione composta da: ottimo, buono, discreto e insufficiente.


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La prima e la seconda prova si basano sull’accostamento di due colori complementari quali l’arancionescuro e il violascuro. Il risultato ottenuto è buono in quanto i dettagli sono ben visibili, ma il colore è poco legato al concept del messaggio.

Scala 1: 5 C: 75; M: 100; G: 0; K: 0. R: 99; G: 33; B: 129.

C: 0; M: 50; G: 100; K: 0. R: 242; G: 148; B: 0.

C: 100; M: 100; G: 100; K: 100. R: 0; G: 0; B: 0. Font: Modenine


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Scala 1: 5 C: 100; M: 90; G: 10; K: 0. R: 0; G: 0; B: 255.

C: 100; M: 0; G: 0; K: 0. R: 0; G: 158; B: 224.

Font: Modenine

Un’ulteriore prova si è basata sul contrasto di qualità di Itten, scegliendo una gradazione di azzurro la quale rappresenta l’edificio come congelato e inutilizzato. La resa dei dettagli è scarsa. Il voto finale è insufficiente.


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Questa prova si basa sul contrasto di quantità di Itten. La composizione risulta equilibrata e la resa dei colori è buona. Il colore è però poco coerente con il messaggio. Sufficiente. Scala 1: 5 C: 75; M: 100; G: 0; K: 0. R: 99; G: 33; B: 129.

67%

C: 0; M: 0; G: 100; K: 0. R: 255; G: 237; B: 0.

33 %

C: 100; M: 100; G: 100; K: 100. R: 0; G: 0; B: 0. Font: Modenine


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Scala 1: 5 C: 0; M: 100; G: 100; K: 0. R: 255; G: 0; B: 26.

C: 15; M: 100; G: 90; K: 10. R: 190; G: 9; B: 38.

C: 100; M: 0; G: 100; K: 10. R: 0; G: 144; B: 54. Font: Modenine

La penultima prova si basa sul massimo contrasto cromatico, quello tra verde e rosso. Le prove sono state effettuate per vedere come la locandina risultava con questi colori, i quali spesso producono illusioni di movimento, dato il loro forte contrasto. Il risultato è “soloâ€? buono in quanto la presenza del bianco sullo sfondo attenua il contrasto.


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L’ultima locandina si basa su un accordo cromatico armonico a tre colori, ottenuti dal cerchio di Itten. Il risultato è “solo” buono in quanto la leggibilità è ridotta. Scala 1: 5 C:43; M: 97; G: 27; K: 7. R: 152; G: 33; B: 101.

C: 75; M: 100; G: 0; K: 0. R: 99; G: 33; B: 129.

C: 0; M: 0; G: 100; K: 0. R: 255; G: 237; B: 0. Font: Modenine


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Prove Colore

Il seguente manifesto si basa sul cubo di Necker, il quale può assumere diversi punti di vista e prospettive, così come l’associazione nascente e l’evento vogliono mostrare una nuova faccia dell’Imbiancheria dedicata ai giovani, ma mantenendo la sua funzione espositiva esistente.

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Il risultato cromatico migliore è ottenuto dall’accostamento di un colore caldo e uno freddo, che rispecchiano rispettivamente le due facce prima citate del “vecchio” e del “nuovo”.

C: 71; M: 74; G: 0; K: 0. R: 99; G: 82; B: 154.

C: 15; M: 100; G: 90; K: 10. R: 190; G: 9; B: 38.

Font: Imagine Regular

abcdefghijklmn opqrstuvwxyz abcdefghijklmn opqrstuvwxyz

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La prima prova si basa sul contrasto di chiaro scuro, il quale risulta poco efficace e accattivante.

Scala 1: 5 C: 100; M: 100; G: 100; K: 100. R: 0; G: 0; B: 0.

C: 0; M: 0; G: 0; K: 50. R: 128; G: 128; B: 128.

Font: Imagine


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La prova successiva si basa sul contrasto cromatico di colori complementari. In questo caso il forte contrasto dona al manifesto una leggera dinamicitĂ . Scala 1: 5 C: 100; M: 0; G: 100; K: 10. R: 0; G: 144; B: 54.

C: 0; M: 100; G: 100; K: 0. R: 255; G: 0; B: 26.

Font: Imagine


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La prova seguente si basa su un accordo itteniano a tre colori. Il risultato non è visivamente buono.

Scala 1: 5 C: 0; M: 50; G: 100; K: 0. R: 242; G: 148; B: 0.

C: 75; M: 100; G: 0; K: 0. R: 99; G: 33; B: 129.

C: 75; M: 0; G: 100; K: 0. R: 66; G: 166; B: 42. Font: Imagine


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La prova a destra si basa su un accordo cromatico a quattro colori proposto da Itten. La scelta del colore di ogni singolo oggetto è stata effettuata per garantire una buona visibilità delle singole parti. Il risultato generale è buono.

Scala 1: 5 C: 75; M: 100; G: 0; K: 0. R: 99; G: 33; B: 129. C: 75; M: 0; G: 75; K: 0. R: 57; G: 169; B: 98. C: 0; M: 80; G: 95; K: 0. R: 231; G: 81; B: 30. C: 5; M: 0; G: 90; K: 0. R: 252; G: 234; B: 16.


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Scala 1: 5 C: 0; M: 0; G: 0; K: 20. R: 204; G: 204; B: 204.

C: 0; M: 0; G: 0; K: 10. R: 230; G: 230; B: 230.

C: 0; M: 0; G: 0; K: 80. R: 51; G: 51; B: 51. Font: Imagine

La prova successiva si basa sul contrasto cromatico di chiaro-scuro e sul contrasto di qualitĂ . É stata usata una scala di grigio per colorare il manifesto. Il risultato è insufficiente, in quanto ogni elemento risulta poco visibile e poco accattivante.


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L’ultima prova è il risultato dell’accostamento di due colori caldi al loro massimo grado di saturazione. La composizione è buona visivamente e congrua con il concept.

Scala 1: 5 C: 40; M: 70; G: 100; K: 50. R: 103; G: 59; B: 21.

C: 0; M: 95; G: 20; K: 0. R: 228; G: 19; B: 112.

Font: Imagine


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Prove Colore

Quale migliore elemento può rappresentare la dispersione, la confusione e l’effetto ottico se non la spirale? Il suo centro è composto dal punto del punto interrogativo. É il centro della curiosità, della ricerca di una risposta, che viene data tramite il sito e la locandina per quanto riguarda il concorso, e dall’associazione per ciò che riguarda la creazione di un

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nuovo punto di incontro e di coinvolgimento. Il manifesto si basa sull’accordo cromatico di Itten a tre colori. Il risultato è aggressivo, visibile e non usuale essendo colori poco utilizzati nella pubblicità.

C: 82; M: 33; G: 53; K: 10. R: 33; G: 123; B: 114. C: 0; M: 35; G: 85; K: 0. R: 248; G: 179; B: 52. C: 35; M: 100; G: 35; K: 10. R: 161; G: 13; B: 89.

Font: BlackoackRegular

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Scala 1: 5 C: 100; M: 100; G: 100; K: 100. R: 0; G: 0; B: 0.

C: 0; M: 0; G: 0; K: 0. R: 255; G: 255; B: 255.

Font: Blacoack

Queste due locandine si basano sul contrasto cromatico del bianco e nero, il quale produce un senso di movimento e risulta allo stesso tempo molto visibile.


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Scala 1: 5 C: 100; M: 100; G: 100; K: 100. R: 0; G: 0; B: 0.

C: 0; M: 0; G: 0; K: 0. R: 255; G: 255; B: 255.

C: 0; M: 50; G: 100; K: 0. R: 242; G: 148; B: 0.

Font: Blacoack


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La prova a sinistra si basa sul contrasto cromatico a due colori, quello di viola e aranciogiallo. Il risultato è discreto.

Scala 1: 5 C: 0; M: 50; G: 100; K: 0. R: 242; G: 148; B: 0.

C: 75; M: 100; G: 0; K: 0. R: 99; G: 33; B: 129.

Font: Blacoack


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Come detto in precedenza, il contrasto tra complementari come il rosso e il verde è stato provato per vedere l’effetto che produce nelle diverse locaninde. In questo caso il risultato ottenuto è molto forte e la spirale sembra quasi ruotare.

Scala 1: 5 C: 100; M: 0; G: 100; K: 10. R: 0; G: 144; B: 54.

C: 0; M: 100; G: 100; K: 0. R: 255; G: 0; B: 26.

Font: Blacoack


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Le ultime due prove si basano entrambe su accordi cromatici a due toni proposti da Itten. Il risultato è discreto anche se è armonico.

Scala 1: 5 C: 43; M: 96; G: 27; K: 7. R: 161; G: 13; B: 89.

C: 50; M: 0; G: 100; K: 0. R: 151; G: 90; B: 13.

Font: Blacoack


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Scala 1: 5 C: 0; M: 50; G: 100; K: 0. R: 242; G: 148; B: 0.

C: 100; M: 95; G: 5; K: 0. R: 19; G: 99; B: 131.

Font: Blacoack


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Proposta progettuale

Bilancio

I costi di funzionamento dell’Imbiancheria del Vajro sono i seguenti. - Energia elettrica costo mensile € 260,00 costo giornaliero €10,00. (Il calcolo è stato effettuato sull’anno 2009). -Riscaldamento costo mensile € 1.315,00 costo giornaliero €45,00. (Come sopra, il calcolo è stato effettuato sull’anno 2009). Per realizzare la sala incontro sono necessari circa 5 tavoli 155x100cm costo migliore 30,00€ l’uno, 20 sedie ca. recuperabili da luoghi inutilizzati o acquistabili a 12,00€ l’una. Per la stampa dei manifesti 35,00€ x 16 manifesti a colori. L’utilizzo di schermi retroilluminati per l’esposizione rende le illusioni ottiche e gli effetti cromatici migliori per quanto riguarda sia la percezione generale che il movimento che possono creare. Schermo: 200€ l’uno circa, formato 160x120cm. Costo della stampa su pvc circa 50€ a copia. Stampa freecard 10,00€ x 30 stampe.

Sito

Dal sito è possibile effettuare il download del Bando di Concorso. La struttura è semplice, le pagine di navigazione sono ridotte a una e al centro è posizionato il manifesto scelto. Una barra di navigazione sarà utile per gli eventi successivi quali le conferenze, i risultati dei concorsi e per ulteriori informazioni. Sarà inoltre possibile pubblicare foto e verrà aperto un blog in cui si potranno commentare i diversi elaborati oppure proporre nuove idee di concorso, di conferenza o di esposizione. Al sito è affiancata una pagina di Facebook, recante commenti e proposte, utile ad entrare in contatto con il maggior numero di persone possibili tramite l’attività di passaparola, ben


Bilancio e Sito

svolta dal Social Network. Il dominio è stato preso su altervista.org, sito che offre spazi web gratuiti, dando una nominazione di secondo livello. Si è scelto successivamente di rinominare il sito in un dominio di primo livello, tramite il sito www.dot.tk, il quale offre una semplice conversione del nome. Il sito definitivo è: www.ecchieri.tk. Dopo un’accurata analisi sui principali mezzi di comunicazione tra i giovani si è arrivati alla conclusione che per colpire questo target Facebook è molto utile e utilizzato. Da lì è possibile comunicare in modo immediato ed efficace. Inoltre essendo molto interattivo è possibile commentare, proporre e pubblicare i propri lavori.

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Conclusioni In conclusione la ricerca proposta mette in luce diversi aspetti del colore e diverse teorie. Ne consegue che, dopo aver provato e sperimentato le applicazioni di tali teorie, il colore è un elemento che, se ben accostato, può offrire risultati ottimali e ben bilanciati. Lo studio delle illusioni ottiche è risultato interessante per svelarne la misteriosità e soprattutto per gli effetti che queste producono. É inoltre importante capire e osservare come il colore influenza le illusioni ottiche facendo si che queste funzionino in modo più o meno efficace. Per quanto riguarda quelle di movimento e gli effetti moirè, si può affermare, a differenza delle considerazioni attese, che siano più efficaci e più visibili se proposti a schermo, in quanto il movimento dei pixel e la luminosità dello sfondo influiscono sulla percezione, rendendoli più contrastati. Può quindi essere utile basare l’allestimento della mostra su pannelli retroilluminati in modo da rendere più emozionanti e realistiche le illusioni proiettate. Più in generale, sarebbe utile predisporre sempre la possibilità

di far visualizzare questo tipo di temi sempre a schermo o con una retroilluminazione. Per quanto riguarda la percezione di un colore, essa dipende dalla tonalità dei colori adiacenti, dal colore della luce e dalla superficie su cui è posto. Dallo studio effettuato sui temi sopracitati, si è scelta una proposta progettuale basata appunto sull’applicazione del colore alle illusioni ottiche sulle soluzioni ritenute e trovate più efficaci. Ogni proposta di manifesto unisce le illusioni a diversi contrasti cromatici rifacendosi agli studi di Itten. Ogni prova si è rivelata adeguata e la sperimentazione del colore, basata sulle illusioni ottiche, ha affascinato per ciò che riguarda il funzionamento delle stesse. Si è potuto infatti capire perchè certe illusioni funzionino solo con


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certi accostamenti cromatici, come il cervello umano riesca ad interpretare le forme aperte come chiuse o come raggruppi elementi simili tra loro. Da queste sperimentazioni e ricerche le conclusioni a cui si è giunti sono interessanti per quanto riguarda la produzione nel campo grafico in generale.


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Appendice Dischi rotanti

La costruzione dei dischi si basa sul modello di Yami. La rappresentazione grafica è a cura di Stella Morelli.


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Altri effetti moirè Utilizzare la trama a righe verticali trovata nelle pagine precedenti.


Bibliografia 1. AA. VV , Trattato di Anatomia Umana, Edi. Ermes, Milano, 1975 I ed., 2009 ristampa aggiornata, Volume 3/3.. 2. Pietro Fedele, AA. VV, Grande Dizionario Enciclopedico, Torino, 1969. Volume XXI. 3. AA. VV, Enciclopedia Europea Garzanti, Garzanti, Milano, 1978. Volume VI. 4. AA. VV, Enciclopedia della Scienza e della Tecnica, Mondadori, Milano, prima ed. 1963. Volume VII. 5. Nicola Piscitelli, Dizionario Medico Deagostini, Deagostini, Novara, 1986. 6. Azzolini C., Carta F., Marchini G., Menchini U., Clinica dell’apparato visivo. 7. Michele Spera, Abecedario del Grafico -La Progettazione tra creatività e scienza-, Gangemi Editore, Roma, 2005. 8. Giovanni Treccani, Enciclpoedia Italiana, Roma, 1934. Volume XXI. 9. Arianna Astolfi, Dispense di Fisica Tecnica, a.a. 2008/2009, Torino. 10. Sicklinger Andreas, Dispense di Ergonomia Applicata al Progetto, a.a. 2009/2010, Torino. 11. Ceresa Franca, Dispense di Percezione e Comunicazione Visiva a.a. 2009/2010, Torino. 12. Pierfelice Vogliazzo, Dispense di Tecniche di Stampa, a.a. 2008/2009, Torino. 13. Borgese Francesco, Dispense di Processi e Metodi della Produzione in Campo Grafico, a.a. 2007/2008, Torino. 14. Alessio Bertotti, Visiò -un Evento di Realtà Virtuale, Tesi di Laurea in P. G. V., Politecnico di Torino, I facoltà di Architettura, Rel. Prof. Loturco, Torino, Settembre 2010. 15. Paola Cavallero, Antonietta Cerrato, Chiara Ronchetta, Chieri città del tessile -Tra fabbriche, macchine e prodotti- Celid, Torino, 1996. 16. Bruno Ernst, Le miroir magique de M. C. Escher, Taschen, Köln, 2007. 17. Enrico Bassignana, Paola Chiara, Mario Ghirardi, Roberta Vozza, Chieri com’era, Corriere di Chieri, Chieri, 2005. 18. Andrea Frova, Luce, colore, visione. Perché si vede ciò che si vede, Bur, Milano, 2000.


Sitografia La consultazione di tutti i siti è riferita a date antecedenti a Dicembre 2010. www.hhmi.org (Goeffry Montgomery) www.giocomania.org www.amedeolucente.it

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www.otticamos.it www.exploratorium.edu

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Ringraziamenti Un ringraziamento particolare a: Simona Gallina per avermi sopportata, stimolata ed aiutata nella realizzazione del progetto e per avermi fatto capire cosa significa “sperimentare”; Franca Ceresa per avermi accettata come tesista, per la sua disponibilità e gentilezza; Dott.ssa Maria Francesca Garnero per la disponibilità e la concessione dello spazio; Lorenzo Mangano; Studio Deserch per avermi dato il materiale inerente all’Imbiancheria del Vajro; Luca per le note e la bibliografia; Angelo e il suo team per aver reso divertente il momento della stampa; Alessio per il sostegno, le correzioni e i commenti sempre troppo sinceri, ma efficaci; Irene per i consigli; Benny per il sostegno morale; Mamma, Papà e Sara per le correzioni e per il supporto sempre datomi; La mia famiglia in generale; Tutti coloro che hanno saputo sopportarmi, volermi bene e che hanno creduto nel progetto.



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