ALLESTIMENTO
RILIEVO E RIFERIMENTI
LIBER FRIDMAN Buenos Aires - Argentina (1910-2003) Liber Fridman, come Marc Chagall, sfida i tentativi di categorizzazione. Discendente diretto di ebrei russi emigrati in Argentina agli inizi del XX secolo, Fridman ha vissuto, lavorato e viaggiato in tutto il Nord e il Sud America e in Europa. Il suo background personale è ampio quanto i suoi interessi e influenze. Giunto alla sua destinazione finale, Lima, è diventato un autentico ricercatore della cultura precolombiana e ha svolto importanti progetti di restauro di dipinti a tempera della regione. Liber Fridman è un artista veramente innovativo e moderno che si tuffa nel passato remoto per rivelare una combinazione di pittura e collage che rievoca la tradizione e lo spirito. Le opere, fatte su tele di grandi o piccole dimensioni, rappresentano, spesso da una visione aerea, scene ispirate alla mitologia pre-colombiana. Sono le fantasie dell'artista, memorie immaginate. Attraverso una vita di viaggi, ricerche, servizi alla comunità, e di autoesplorazione, Fridman ha trovato la sua visione artistica, incorporando un tono moderno e un passato mitico. Maestro della composizione e del colore, Fridman raggiunge la dicotomia tra antico e moderno senza soluzione di continuità, pur conservando le implicazioni fantastiche dei suoi temi. Le sue composizioni alludono ai suoi profondi sentimenti di fantasia, pur affrontando la verità che è universale per tutti gli esseri umani: dolore, solitudine, fede, speranza e amore.
ARGENTINA
RILIEVO FOTOGRAFICO DIURNO E NOTURNO DELLA OCEAN DRIVE
Liber Fridman
ERAN ESPIRITUS VIAJEROS 1988
cm 70 x 100 Encaustic and collage
2
Collins Ave.
Ocean Dr
2
4-5
6-7
8-9
10-11
12-13
14-15
-15
Liber Fridman
Y RECOGIERON SU ULTIMO SUEテ前 1967 cm 80 x 120 Oil and collage
ARGENTINA
Collins Ave.
24 18-19
16-17
20-21
22-23
LUMMUS PARK
3
Liber Fridman
Y PENSABA MAS ALLA DE SU TIERRA 1970 cm 70 x 85 Tempera and collage
4
4
Liber Fridman
ETERNA SOLEDAD 1982 cm 50 x 70 Tempera and collage
ARGENTINA
5th - 6th
Liber Fridman
Y SUBIERON POR LOS CAMINOS DEL SILENCIO 1983 cm 60 x 75 Oil and collage
6
6
Liber Fridman
TRASPASANDO FRONTERAS 1988 cm 110 x 90 Oil and collage
ARGENTINA
6th - 7th
Liber Fridman
Y LLEGARON DIAS DE PAZ 1985 cm 60 x 45 Oil on canvas
8
8
Liber Fridman
PERMANENCIA A TRAVES DEL OLVIDO 1980 cm 60 x 80 Encaustic
ARGENTINA
7th - 8th
Liber Fridman
MEDITABA EN LA SOLEDAD DE SU TIERRA 1981 cm 33 x 40,5 Tempera on paper
10
10
Liber Fridman
Y BUSCABAN SUS NIDOS 1993 cm 60 x 80 Oil and collage
ARGENTINA
8th - 9th
12
12
German Tagle Santiago del Cile - Cile (1976) Viaggia in tutto il mondo come parte del suo progetto IN TRANSIT PASSENGER, dove impara ad adattarsi, mutare, e dipingere liberamente da un tema specifico, essendo il tempo e il cambio, i personaggi principali. Con il dipinto come fornitore di visioni, le sue opere mostrano forza nell'uso sapiente del tenue spazio astratto per trasmettere profondità. I dipinti sembrano mutare molto al di fuori dei confini che li contengono, gemendo per diventare un tutt'uno con l'ambiente che li ha ispirati. Tagle con il suo lavoro propone una nuova utopia. Offre una natura squisita, coltivata con cura, un simbolo di lealtà: offre la bellezza. “Amo l'arte in tutte le sue forme; le mie donne, Carmen, Oliva e Camila; viaggiare in continuazione; New York e Buenos Aires; le conversazioni con gli amici stretti; le discussioni dalle quali imparo qualcosa; la creatività e l'immaginazione; la complicità; la natura, le foreste e deserti, la pioggia e i fulmini; gli animali, il bufalo, polpi, ecc; il mare, per stare a galla e nutrirsi con i suoi prodotti; il cinema, Wes Anderson, Allen, Almodovar; la musica in genere; i libri d'arte che colleziono ossessivamente; il caffè e la torta al limone; il mio lavoro e i miei materiali; cucinare e accendere il fuoco; il calcio e vedere la nostra nazionale dall’estero; le feste, l’open bar e il sushi. Odio odiare, ma ... odio la sveglia; svegliarsi sapendo la notte scorsa è stato bellissimo ma oggi sarà un giorno di confusione e di sofferenza; gli ospedali e le malattie; la menzogna, la critica disinformata, la gelosia e l'invidia, i giudizi e pregiudizi; gli artisti mediocri; l'incapacità di discutere senza odio; ai proprietari della verità; le domande sciocche; il potere che hanno alcuni e la miseria che hanno altri; l'atteggiamento del critico che odia tutto ciò perché si odia a sé stesso; sprecare energie odiando.” German Tagle
CILE
9th - 10th
German Tagle
SATELLITE 2008 cm 183 x 152 Acrylic on tapestry
14
14
German Tagle
AFRICAN IMPULSE 2006 cm 132 x 132 Acrylic on canvas
CILE
10th - 11th
German Tagle
BIRDMAN 2008 cm 167 x 274 Acrylic on tapestry
16
16
German Tagle
MESSENGER 2007 cm 213 x 127 Acrylic and gel printed cotton
CILE
11th - 12th
German Tagle
EVOLUTION 2007 cm 213 x 127 Acrylic and gel printed cotton
18
18
German Tagle
REPUBLIC 2007 cm 213 x 127 Acrylic and gel printed cotton
CILE
12th - 13th
German Tagle
REVOLUTION 2007
cm 183 x 122 Acrylic and gel printed cotton
20
20
German Tagle
AFTER THE STORM 2008 cm 152 x 127 Acrylic on tapestry
CILE
13th-14th
German Tagle
ENVIRONMENTAL 2006 cm 122 x 183 Acrylic on canvas
22
22
German Tagle
SOUTH AMERICAN ENGINE 2006 cm 183 x 152 Acrylic on canvas
CILE
14th - 15th
24
24
Juan Manuel Echavarría Medellin - Colombia (1947) Scrittore prima di diventare un artista, ha pubblicato La gran Catarata nel 1981 e Moros en la costa nel 1991, entrambi romanzi. Usa la fotografia come un mezzo fondamentale di espressione e grazie a questo linguaggio è stato inserito nella storia della rappresentazione della violenza in Colombia. Le sue serie fotografiche esplorano la "estetizzazione della violenza" come mezzo attraverso il quale egli dichiara il meccanismo di una violenza istituzionalizzata: in un paese dove la violenza ha invaso tutti gli aspetti della vita quotidiana, questa ha trovato luogo anche nel campo dell'estetica. Le opere “Corte de Florero”, “Bocas de ceniza” e “La Bandeja de Bolívar” possono essere descritte, ciascuna a suo modo, come incredibilmente belle; ciononostante la loro efficacia sta proprio nel vedere in esse una realtà ripugnante. Evitando la repulsione visiva nelle sue immagini, l'artista conduce lo spettatore ad andare oltre una reazione istintiva, in modo da consentire un avvicinamento più contemplativo, analitico, e forse attivo con l’opera. Dal titolo della serie Corte de Florero, è chiaro che le fotografie sono un riferimento ironico a una macabra ri-articolazione del corpo. Le ossa sono disposte in modo tale da somigliare a fiori e la composizione complessiva del lavoro si riferisce alle illustrazioni scientifiche della “Real Expedición Botánica de la Nueva Granada” guidata da José Celestino Mutis, nel XVIII secolo. L'opera consiste in una serie di fotografie di ossa umane che, riconfigurate nelle forme della flora Colombiana, evocano ironicamente il terribile atto dello smembramento. Nella serie La Bandeja de Bolívar, originariamente esposta come installazione video, l'artista utilizza una replica di un vassoio che è stato dato a Simon Bolivar alla consacrazione della neonata Repubblica di Colombia. Nel vassoio si legge la scritta " República de Colombia para siempre." A poco a poco, il vassoio va a pezzi, mentre un incessante martellamento rimbomba nello spazio. Da questo processo di polverizzazione il risultato finale è l'immagine di una pila di polvere bianca, presumibilmente cocaina. Il sogno utopistico di Bolivar per questa nazione, in teoria realizzabile in un paese dalle molte risorse naturali, è stato ironicamente interrotto da uno dei suoi prodotti: la cocaina.
COLOMBIA
RILIEVO FOTOGRAFICO DELLA 5th STREET
Juan Manuel Echavarría
REQUIEM
FROM THE SERIES ESCOGIDOS PUERTO BERRIO CEMETERY
2007 cm 51 x 51 Fujiflex print mounted on Dibond, Plexiglas
Wash ington Ave.
26
32-33-34-35
26
37
5th St.
36
28-29-30-31
Juan Manuel Echavarría
BANDEJA DE BOLIVAR 1999 cm 28 x 36 Digital C-Print
COLOMBIA
38-39
Ocea
n Dr
40-41
27
Juan Manuel Echavarría
EL PAREDON (THE EXECUTION WALL)
1998 cm 56 x 76 Silver Gelatin Print
28
28
Juan Manuel Echavarría
EL TESTIGO (THE WITNESS)
1998 cm 102 x 127 Archival pigment print
COLOMBIA
29
Juan Manuel Echavarría
CHICOCORA, CHOCO, COLOMBIA 1998 cm 41 x 51 Digital C - Print
30
30
Juan Manuel Echavarría
ESCUELA NUEVA
FROM THE SERIES CHICOCORA
1998 cm 41 x 51 Digital C - Print
COLOMBIA
31
Juan Manuel Echavarría
TRAPO ROJO
FROM THE SERIES LA MARIA
2000 cm 122 x 152 Fujiflex print
32
32
Juan Manuel Echavarría
CASSETTE BOX FROM THE SERIES LA MARIA
1998 cm 102 x 76 Fujiflex print
COLOMBIA
33
Juan Manuel EchavarrĂa Dionaea severa
Dracula nosferatu
Dionaea viscosa
CORTE DE FLORERO 1997 cm 50 x 40 Archival pigment print Maxillaria vorax
Orquis lugubris
Orquis mordax
Orquis negrilensis
Anthurium sarcophylum
Cattleya truncata
34
34
Juan Manuel Echavarría
BOCA DE CENIZAS 2004
DOMINGO MENA
LUZMILA PALACIO
RAFAEL MORENO
VICENTE MOSQUERA
cm 56 x 76 Digital C-print from Digital video 18:15 minutes duration
COLOMBIA
35
36
36
Grace Polit Guayaquil - Ecuador Nata il 7 settembre di un anno qualsiasi nel decennio degli anni quaranta. All’età di otto anni la sua famiglia si trasferisce a Lima – Perù, città dove partecipa come attrice infantile nelle trasmissioni di racconti radiofonici. Continua con la danza classica e le belle arti fino all’età di quindici anni, quando la famiglia si trasferisce a Buenos Aires. Va poi in Messico, dove Grace inizia a fare la modella. Cattura l’attenzione di un regista che le propone di fare l’attrice, così s’iscrive all’Accademia Nazionale d’Arte nella Città del Messico D.F., e a ventuno anni debutta come attrice protagonista. Negli anni successivi acquista fama internazionale ma lei vuole stare lontana dagli scandali pubblici e per questo motivo quando viene eletta Miss Ecuador rinuncia alla sua carica. Per Grace il Messico era stato il periodo dell’attrice, ma la pittrice che era in lei non voleva continuare a essere anonima. Così affrontò la dura scelta tra cinema, teatro e tele. Ha sempre cercato di essere ricordata per il suo lavoro, e ha scelto una tra le sue due passioni, ricordando le sagge parole del suo maestro Leon Barroso “non si può essere apprendista di tutto perché si diventa maestro di niente.” Lasciò il Messico per andare a Madrid dove continuò gli studi di belle arti nella Real Academia de San Fernando. Esordisce ancora una volta, ma questa volta come pittrice. Le sue opere sono divise in due serie: “Patrimonio Universal” e “Biblica”. Inizia nel 1974 le sue creazioni chiamate "Patrimonio Universal", in cui esprime con l'aiuto dei quattro elementi (acqua, terra, aria e fuoco), in combinazione con la figura umana, tutta la gamma dei sentimenti positivi dell'essere umano. La sua pittura non è quella fotografica che mostra le linee e le forme come si vedono, ma si fonde con l'immaginazione dell'artista, e tra le righe rivela la natura nella sua forma più incontaminata, a volte arrabbiata e altre addomesticata. Nel 1983 sposa uno svedese e si trasferisce a Stoccolma; nonostante l’insuccesso del suo matrimonio, la Svezia accolse con calore il sapore latino delle opere di Grace Polit. È stata la prima donna candidato a sindaco di Quito, nel 1987. La sua opera "Io sono la luce", che ha regalato al Papa Giovanni Paolo II, è esposta al Vaticano, e questo è uno dei punti in più per i quali Grace, l’attrice, pittrice, madre, figlia, sorella e amica si distingue. Nel 1992 ha creato la Fondazione Grace Polit a favore dei non udenti, alla quale ha donato i suoi quadri. Insegna pittura e insieme con altri insegnanti della fondazione istruisce gli studenti in scultura, disegno, pittura, inglese e linguaggio dei segni.
ECUADOR
37
Grace Polit
HIELO O AMBICION
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - AGUA
cm 160 x 90 Acrylic
38
38
Grace Polit
ROCIO O PRINCIPIO
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - AGUA
cm 160 x 90 Acrylic
ECUADOR
39
Grace Polit
BURBUJA
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - AGUA
cm 114 x 65 Acrylic
40
40
Grace Polit
BRUMA O AMOR
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - AGUA
cm 160 x 80 Acrylic
ECUADOR
41
Grace Polit
MAREA
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - AGUA
cm 100 x 60 Acrylic
42
42
Grace Polit
ROCA O FE (I)
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - TIERRA
cm 160 x 80 Acrylic
ECUADOR
RILIEVO FOTOGRAFICO DEL LUMMUS PARK E DELLA SPIAGGIA
Grace Polit
AIRE
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - AIRE
cm 20 x 30 Acrylic
44
Collins Ave.
46
49 48
45 47 50-51
44
Ocean Dr
Grace Polit
TORNADO O VIAJE AL INFINITO SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - AIRE
cm 160 x 90 Acrylic
ECUADOR
45
Grace Polit
FUEGO O PURIFICACION SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - FUEGO
cm 114 x 65 Acrylic
46
46
Grace Polit
HUMO O FINAL
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - FUEGO
cm 160 x 90 Acrylic
ECUADOR
47
Grace Polit
HUMO
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - FUEGO
cm 90 x 60 Acrylic
48
48
Grace Polit
LA PUERTA ANGOSTA SERIE BIBLICA
cm 120 x 60 Acrylic
ECUADOR
49
Grace Polit
CENIZA - HUMO
SERIE PATRIMONIO UNIVERSAL - FUEGO
cm 125 x 70 Acrylic
50
50
ROBERTO STEPHENSON Roma - Italia (1964) Nato a Roma nel 1964 da padre haitiano e madre italiana, ha vissuto a Roma (Italia), Aleppo (Siria), Amman (Giordania), New York (USA), Ahmedabad (India), Londra (UK), e ora vive a Port au Prince (Haiti). Frequenta gli studi in grafic design e nel frattempo fa lavori come meccanico, falegname, costruttore di modelli, muratore, giardiniere e assistente fotografo. Si specializza in fotografia di architettura, a cui si dedica a tempo pieno fino alla sua partenza per l'Inghilterra. Nel frattempo, fa anche ricerche sperimentali nell'ambito della fotografia professionale, fino al punto di combinare le due discipline. Apre il suo primo studio fotografico nel 1990 a Roma con altri quattro fotografi ; dopo tre anni lascia lo studio e inizia a cambiare il suo modo di vedere le cose. Non è tanto sperare in un mondo migliore, ma è piuttosto un viaggio nel lato nascosto della realtà. Non proprio cercando di cambiare le cose per farle apparire ciò che non sono, ma ridandogli la poesia che gli appartiene e che un tipo di forma-mentis gli ha tolto. La sua filosofia cambia ed è molto orgoglioso di essere un artista: ha così iniziato ad esporre il suo lavoro nel 1994. La sua carriera artistica, però, inizia seriamente solo nel 1998 con la mostra sui paesaggi urbani delle periferie di Roma. - Port au Prince Landscapes: “In questo progetto osservo la città di Port au Prince. L’occhio dell'osservatore è quello del fotografo. Il filtro utilizzato corrisponde all’eredità culturale del fotografo. La città trasmette, l'occhio guarda, la cultura personale filtra, la macchina fotografica registra, e la carta stampa spettacoli. Un'opera fotografica che mira a spingere verso l'analisi delle immagini.”
HAITI
51
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2002 cm 91,5 x 145 Photoprint on baryta paper
52
70-71
68-69
GOV
ERNM
ENT
CUT
60-61
ATLANTIC OCEAN
52
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2003 cm 91,5 x 157 Photoprint on baryta paper
HAITI
PARK
54
64-65 56 62-63
58-59
66-67
57
55
53
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2003 cm 91,5 x 178 Photoprint on baryta paper
54
54
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2004 cm 91,5 x 222 Photoprint on baryta paper
HAITI
55
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2004 cm 91,5 x 325 Photoprint on baryta paper
56
56
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2004 cm 91,5 x 103 Photoprint on baryta paper
HAITI
57
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2002 cm 91,5 x 135 Photoprint on baryta paper
58
58
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2004 cm 91,5 x 222 Photoprint on baryta paper
HAITI
59
Roberto Stephenson
PORT AU PRINCE URBAN LANDSCAPE 2004 cm 91,5 x 103 Photoprint on baryta paper
60
60
SANTOS ARZU QUIOTO San Pedro Sula - Honduras (1963) Artista autodidatta con residenza artistica nel Michigan, Stati Uniti e Taipei, Taiwan. Santos ha esposto il suo lavoro in 15 mostre personali e diverse mostre collettive in vari paesi tra cui Honduras, Stati Uniti, Brasile, Cuba, Repubblica Dominicana, America Centrale, Ecuador, Messico, Francia, Italia, Spagna e Taiwan. Ha partecipato a diverse Biennali, come la Biennale in America Centrale, Biennale Iberoamericana del Perù (1997) , Biennale di Venezia (1999), e la Biennale in Repubblica Dominicana (1996). Santos ha ricevuto diversi riconoscimenti e premi, di cui il più significativo è la medaglia d'oro alla Biennale del Centro America e dei Caraibi nel 1996. Sul suo lavoro ha detto: "Il mio lavoro è sull'essere umano, il suo sradicamento, i suoi spostamenti non solo fisici ma anche esistenziali, questo si riflette in tutto il mio lavoro attraverso una tecnica mista su grande scala". La collezione "Los errantes: Migraciones y Cruce de Identidades", mostra l'odissea delle migrazioni, un fenomeno eterno nella storia che sta raggiungendo proporzioni allarmanti nel XXI secolo. La traversata del deserto dell'Arizona a piedi in cerca del sogno americano, quella a remi attraverso lo stretto di Gibilterra, le zattere che lasciano Cuba attraverso i Caraibi e coloro che attraversano l'America centrale utilizzando diversi mezzi di trasporto, nella ricerca di un futuro migliore, hanno portato ad un incrocio di identità divise, all'alienazione, all'impianto e all’estirpazione di radici. Tutti questi fenomeni sono metaforicamente rappresentati nelle tele di grandi dimensioni di Santos Arzu. Arzu è stato ispirato dalla poesia di Ernesto Cardenal in "Cosmic Canticle" e mostra i viaggi dei migranti come comete nel cielo, alternando, tra ordine e caos, la luce e le tenebre. Ogni cometa migrante sta facendo il proprio cammino nel cielo: alcune salgono e alcune cadono, mentre alcune non tornano mai più. .
HONDURAS
61
Santos Arzu Quioto
LOS ERRANTES
MIGRACIONES Y CRUCES DE IDENTIDADES
2007 cm 80 x 120 Mixed media on canvas
62
62
Santos Arzu Quioto
LOS ERRANTES
MIGRACIONES Y CRUCES DE IDENTIDADES
2007 cm 80 x 120 Mixed media on canvas
HONDURAS
63
Santos Arzu Quioto
LOS ERRANTES
MIGRACIONES Y CRUCES DE IDENTIDADES
2007 cm 80 x 120 Mixed media on canvas
64
64
Santos Arzu Quioto
LOS ERRANTES
MIGRACIONES Y CRUCES DE IDENTIDADES
2007 cm 80 x 120 Mixed media on canvas
HONDURAS
65
Santos Arzu Quioto
LOS ERRANTES
MIGRACIONES Y CRUCES DE IDENTIDADES
2007 cm 270 x 120 Mixed media on canvas
66
66
CARLOS BARBERENA Granada - Nicaragua (1972) Nato in una famiglia dal raffinato gusto artistico, durante l'infanzia il suo interesse artistico viene arricchito dai suoi fratelli più grandi: Robert Barberena de la Rocha (1961) e Cesar Barberena (1962), entrambi artisti di grande talento. Tuttavia questo interesse è troncato dalla dittature e dalla guerra: è per questo che nel 1986 parte per il Costa Rica in un esilio forzato. Carlos inizia la sua formazione autodidatta, e a volte sotto la tutela di suo fratello Robert. Nel 1997 torna in Nicaragua per una prima personale denominata " Imágenes de Fe y Devoción", la quale presenta una serie di immagini che mostrano il vero specchio dell’America: ritratto delle illusioni in crisi, di coloro che ancora gridano la loro angoscia nell’emarginazione e la fame, avvolti nelle immagini di fede che ci vendono la speranza per strada e che vivono con grande devozione in scatole di cartone. Da quest'anno, la sua residenza è divisa tra Nicaragua e Costa Rica. Nel 2000 la seconda mostra personale “Años de Miedo” provoca un forte impatto. Questa mostra si inserisce come una riflessione amara sulla realtà nazionale, ma senza limitarsi geograficamente, trascendendo i confini senza paura di dire ciò che si ha da dire, senza calcoli o interessi, senza schierarsi con nessun preconcetto ideologico. Oltre alla sua grande struttura umana, porta in sostanza la ricerca di un nuovo linguaggio plastico della nostra modernità, appropriandosi di materiali di scarto prodotti dal consumo di massa, (scatole di cartone, sacchetti di carta, porte e finestre, metallo, plastica, ecc.), l’ "Object Trouvé", l’uso del collage e del assemblaggio, impostando così nuovi mezzi di comunicazione non convenzionale, arricchendo tridimensionalmente le opere con una tecnica eclettica e di forte carattere neoespressionista. Nella mostra “11 settembre (in memoriam)” ci regala una serie di personaggi silenziosi, che mostrano le profonde ferite e le cicatrici marcate nella memoria, volti pieni di angoscia che riflettono l’intenso dolore delle esperienze vissute e temute.
NICARAGUA
67
Carlos Barberena
ANGUSTIA
SERIE IMAGENES DE FE Y DEVOCION
1997 cm 150 x 115 Acrylic on paper and canvas
68
68
Carlos Barberena
DOLOR
SERIE Aテ前S DE MIEDO
1999 cm 160 x 139 Acrylic and collage on paper
NICARAGUA
69
Carlos Barberena
EMIGRANTES 2005 cm 160 x 93 Acrylic and collage on paper barrel
70
70
Carlos Barberena
EXILIO
(AUTORETRATO)
2000 cm 250 x 198 Acrylic and collage on canvas
NICARAGUA
71
Carlos Barberena
IMMIGRANTES SERIE Aテ前S DEL MIEDO
2000 cm 137 x 200 Acrylic and collage on paper
72
72
Carlos Barberena
IMMIGRANTES 1999 cm 126 x 89 Project wings of paper
NICARAGUA
NUOVA SEDE DELLA MIAMI DESIGN PRESERVATION LEAGUE
Carlos Barberena
NOSTALGIA 2005 cm 150 x 100 Acrylic and collage on paper and canvas
74
74
Carlos Barberena
MADRE LLORANDO
cm 170 x 110 Acrylic on paper
NICARAGUA
PRIMA E DOPO IL RESTAURO
Carlos Barberena
REENCUENTRO 2007 cm 150 x 121 Acrylic on canvas
76
76
Carlos Barberena
PAISAJE INTERIOR II
SERIE SEPTIEMBRE 11 - IN MEMORIAM
2001 cm 150 x 201 Acrylic and collage on canvas
NICARAGUA
RIFERIMENTI PROGETTUALI
78
78
BRADDY ROMERO Cusco - Perú (1976) “Il primo contatto che ho avuto con l'arte è stato nel 1992; molto prima di prendere un pennello in mano, ho imparato a modellare la creta nella bottega dello scultore Romulo Hinojosa che mi ha insegnato ad amare e comprendere le esigenze estetiche e tecniche dei primi artisti peruviani. Nel 1997 ho lasciato la Scuola di Belle Arti e ho incontrato Edwin Chavez Farfan, con chi ho studiato il disegno classico europeo, e allo stesso tempo l’estetica dei tessuti che svilupparono i primi artisti Pre-inca e Inca, la produzione dell’arte popolare del XX secolo, il colore, la composizione e con particolare attenzione il disegno narrativo dei vasi cerimoniali Queros. Dopo due anni di studio accademico non ufficiale con Edwin Chávez, ho continuato ad indagare la figura umana, ma ciò a cui ho dedicato più tempo è stato lo studio dell’arte popolare, la pittura rupestre in America Latina e la pittura aborigena australiana. In queste fonti ho cercato il mio proprio linguaggio, ho abbandonato in forma radicale l’uso della pittura a olio e mi sono dato all’immediatezza che mi offriva l’acrilico. Nell'aprile del 2000 ho presentato la mia prima mostra personale, chiamata "Suture per un cuore di latta”. Alla fine della mostra, l'Associazione Pukllasunchis mi ha incaricato dell’illustrazione di libri per l'insegnamento della lingua quechua. Nel mio atelier di pittura sviluppavo il dipinto a cavalletto, sperimentando con il materiale, affinando il disegno e il colore sulla tela. Il tema in quegli anni divenne più autobiografico. Il formato delle tele aumentava man mano, avevo un urgente bisogno di vedere il disegno e il colore in tutta la sua magnificenza. Nel febbraio 2005, ho deciso di raccogliere dipinti e disegni che avevo fatto durante un periodo di sei anni sotto il nome di "Reinventarsi". Questa mostra voleva sollevare il problema della costante reinvenzione nella quale sono immerse le belle arti, con un terribile bisogno di originalità di fronte alle esigenze del mercato dell’arte nel mondo”.
PERÙ
PETER EISENMAN - IL GIARDINO DEI PASSI PERDUTI, CASTEVECCHIO
Braddy Romero
A PIECE OF SADNESS
cm 28 x 23 Acrylic on canvas
80
CARLOS FERRATER - FITNESS CENTER, BARCELLONA
Braddy Romero
DAY OF THE WORK, WITH THE CHOIR OF THE SUTEP cm 60 x 80 Acrylic on canvas
PERÙ
CARLOS FERRATER- -GIARDINO BOTANICO, BARCELLONA
Braddy Romero
DIED OF LOVE
cm 110 x 170 Acrylic on canvas
82
82
Braddy Romero
COPULA TO THE DUSK
cm 35 x 45 Acrylic and ink on card
PERÙ
ANDREA COCHRAN - CHILDREN’S GARDEN, SAN FRANCISCO
Braddy Romero
EATING POTATOES AND ONIONS cm 90 x 45 Acrylic on canvas
84
KAMIL MRVA ARCHITECTS - HOUSE, KOJETIN
Braddy Romero
FAKE YOU ARE MADE OF PAPER AND BIRDS cm 250 x 115 Acrylic on canvas
PERÙ
NELSON MANDELA MUSEUM, MTHATHA
Braddy Romero
FEEDING BIRDS
cm 155 x 350 Acrylic on canvas
86
86
Braddy Romero
GABRIELA, TEA WITH FLOWERS cm 65 x 78 Acrylic and ink on card
PERÙ
PETER ZUMTHOR - SWISS PAVILION, HANNOVER
Braddy Romero
THE FAMILY OF THE CENTER PI AND THE BRAVE MATACUY cm 45 x 35 Acrylic on paper
88
88
Braddy Romero
THE CELEBRATION IN THE FACTORY cm 60 x 80 Acrylic on canvas
PERÙ
POLIDURA + TALHOUK ARQUITECTOS - ACCESSO PARCO PEDRO DE VALDIVIA, PROVIDENCIA
Braddy Romero
THE RETURN OF THE HEROES cm 35 x 45 Acrylic and ink on card
90
RURAL STUDIO - AKRON PAVILION, ALABAMA
Braddy Romero
HUNTER OF THE TIME
cm 220 x 150 Acrylic on canvas
PERÙ
RURAL STUDIO - GLASS CHAPEL, MASON’S BEND, ALABAMA
92
RURAL STUDIO - NEW BERN FIRE STATION, ALABAMA
GERARD ELLIS Santo Domingo - Repubblica Dominicana (1976) Il suo lavoro inizia da registri visivi che simulano il semplificare schizzi sia cromaticamente sia nella composizione delle sue scene. Ciononostante si tratta di un’opera che avanza nella sua complessità appena lo sguardo riesce a fermarsi davanti ad essa. Si scoprono disegni affrettati, dove la macchia diventa figura e dove la figura macchia un tempo narrativo che scompare e grida il suo nome in un sussurro lontano. Le opere di Ellis sono nate e continuano a nascere nell'era post-mediale della fantascienza, della tv a pagamento, di internet e della realtà virtuale; si muovono intorno alla metafora del simbolismo analitico che ruota attorno all'idea dell’istinto animale, il suo senso originario e come l'essere umano l'ha portato via umiliando la sua natura; la trasformazione dei rapporti che gli esseri umani hanno con questi animali. Quando coesistiamo con loro, o quando evitiamo di convivere con loro, si può dire che siamo in un rapporto bilaterale d’inimicizia. Cioè, quando questo rapporto è, ed è pronunciato apertamente, come un rapporto di ovvio riferimento al potere dominante. E qui, in questo riverbero di analogie, metafore e speculative diatribe sull’attrito Uomo-Animale, Ellis trova un punto chiave sul quale indagare anche quando sono in contraddizione con loro stesse. Nella serie di cani, l’artista suggerisce riferimenti umanoidi ad atteggiamenti del cane domestico, dove l'essere umano trasmuta obbedienza in una guerra di sottomissione, monitoraggio e controllo. Nel suo lavoro attuale, Ellis si misura in un rapporto diretto con l'animale, questa volta non più domestico (un gufo, un serpente, un cane cibernetico, ecc), e l'uomo.
REPUBBLICA DOMINICANA
RURAL STUDIO - PENNY LAKE PAVILION, MARION, ALABAMA
Gerard Ellis
MALDITA RISA 2008 cm 91 x 122 Mixed media on canvas
94
RURAL STUDIO - LOFT HOUSE, GREENSBORO, ALABAMA
Gerard Ellis
UNTITLED 2 2009 cm 122 x 71 Mixed media on canvas
REPUBBLICA DOMINICANA
RURAL STUDIO - WILLIE BELL HOUSE, MASON’S BEND, ALABAMA
Gerard Ellis
UNTITLED 2009
cm 102 x 51 Mixed media on canvas
96
PROJETO PAULISTA DE ARQUITETURA - CASA A GUAECA’
Gerard Ellis
PASEO POR EL JARDIN FROM THE SERIE WINTER WONDERLAND
2008 cm 234 x 178 Mixed media on canvas
REPUBBLICA DOMINICANA
CAPILLA Y VALLEJO - CENTRO CIVICO E CULTURALE, SANTANDER
Gerard Ellis
EL MAR ESTA BRAVO 2008 cm 127 x 203 Mixed media on canvas
98
LUDWIG MIES VAN DER ROHE - FARNSWORTH HOUSE, PLANO
Gerard Ellis
HAUNTED BOY 2008 cm 122 x 152 Mixed media on canvas
REPUBBLICA DOMINICANA
ROJAS PAZZARRO ARQUITECTOS - CENTRO CULTURALE CECIJEMA, COBA’
Gerard Ellis
PASEO FUERA DEL JARDIN 2009 cm 234 x 178 Mixed media on canvas
100
PAUL RUDOLPH - COCOON HOUSE, SARASOTA, FLORIDA
Gerard Ellis
LIFE... 2009 cm 234 x 178 Mixed media on canvas
REPUBBLICA DOMINICANA
PAUL RUDOLPH - UMBRELLA HOUSE, SARASOTA, FLORIDA
Gerard Ellis
ROAD TO HAPPINESS II 2006 cm 127 x 191 Mixed media on canvas
102
102
Gerard Ellis
NIGHT WATCH 2008 cm 100 x 100 Mixed media on canvas
REPUBBLICA DOMINICANA
CASE STUDY HOUSES
104
FEDERICO CALABRESE - GIARDINO PER IL PADIGLIONE DI MONJUIC, BARCELLONA
EUGENIO ESPINOZA San Juan de los Morros - Venezuela (1950) Appartiene alla comunità di artisti che dalla fine degli anni '60 e soprattutto nel decennio successivo indirizzarono la loro pratica a contraddire e destabilizzare la purezza delle strutture formali, così caratteristiche della nostra modernità, integrando allo stesso tempo il linguaggio del corpo, del paesaggio, dell'azione, dell’instabile e dell’effimero, a partire da approcci concettuali molto diversi e dall'uso di materiali poveri. Da un decennio risiede negli Stati Uniti ed è considerato uno dei creatori che meglio ha interpretato i fondamenti dell’astrazione geometrica nel Venezuela, lavoro che si è arricchito nella tradizione del "moderno", attraverso l’appropriazione del reticolo come soggetto e oggetto della rappresentazione. L’opera di Espinoza è una revisione costante del suo comportamento, nel quale il processo creativo si aggiorna, reinventa e, soprattutto, si afferma. Già nella sua prima personale nel 1972 inizia una pratica nella quale si libera del telaio, tema che sarà di costante ricerca nel suo percorso artistico. Lui rompe, divide e seziona la struttura, e allo stesso tempo spezza e sposta il supporto del dipinto per creare altre geometrie ibride e impure, destabilizzando l’integrità delle strutture formali. Queste esperienze-registri ibridi che si muovono tra istallazioni, pittura e scultura, rivelano una costante nella pratica di quest’artista. Espinoza tramuta le idee in pittura; idee che provengono dalla tradizione stessa imposta da un pensiero funzionale e incontaminato che ha dominato gran parte del XX secolo. Ora si trova in uno spazio dove il concetto è il processo. La sua produzione ha ribadito con fermezza questa operazione.
VENEZUELA
LUKASZ KOS - 4TREEHOUSE
Eugenio Espinoza
PLEGABLE 2005 cm 47 x 47 Acrylic on canvas
106
106
Eugenio Espinoza
NEW WHITE SQUARE 2006 cm 126 x 102 Acrylic on canvas
VENEZUELA
DAOUST LESTAGE INC - QUAIX DES CAGEAUX, QUEBEC
Eugenio Espinoza
UNTITLED 2006 cm 50 x 50 Acrylic on canvas with wire mesh
108
RAMBLA DEL MAR, BARCELLONA
Eugenio Espinoza
L 2003 cm 50 x 50 Acrylic on canvas
VENEZUELA
WHITE - SEA BATH, KASTRUP
Eugenio Espinoza
TWO LINES AND TWO MORE 2006 cm 55 x 64 Acrylic on canvas with wire mesh
110
110
Eugenio Espinoza
LA LINEA ROJA MATE 2006 cm 51 x 51 Mix media on canvas
VENEZUELA
111
Eugenio Espinoza
LAFAYETTES 1983 cm 50 x 50 Oil on canvas
112
DEERFILED BEACH, FLORIDA
Eugenio Espinoza
PAINTED IN DIFFERENT TIME 1996 cm 120 x 120 Acrylic on canvas
VENEZUELA
FORT LAUDERDALE PIER, FLORIDA
Eugenio Espinoza
TEQUEテ前 2003 cm 13 x 18 Photoprint and acrylic on wood
114
NAPLES, FLORIDA
Eugenio Espinoza
FRONT 2004 cm 56 x 76 Acrylic on plastic bag
VENEZUELA
DANIA BEACH PIER, FLORIDA
Eugenio Espinoza
ORLA DETAIL 1992 cm 245 x 245 Oil, acrylic and chalk on canvas
116
POMPANO BEACH PIER, FLORIDA