Luoghi di passaggio, più dei segni dentro la città, vuoti, caratterizzati per l’assenza costante di persone che vivono lo spazio. Piccoli ponti (metaforici o no) che mescol- ano e connettono spazi pubblici o (semi) privati dentro il tessuto urbano.
Attraverso questi ritagli di vita urbana si possono individuare gli scenari giusti per decontestualizzare l’uso del corpo e dell’immagine. La proposta è solo una: prendere ballerine che originariamente troveremmo su un palcoscenico e trasferirle in un luogo di passaggio in città. Estrapolando questi pezzi, queste parole, parte di un contesto originale del tutto diverso, è possibile fornire allo spettatore la sensazione di disagio data dalla percezione che quelle ballerine/performer non sono parte naturale di quello spazio. Almeno non prima di questo progetto.