Street Dance Magazine num 17

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Novembre 2014 - Anno 3 - n.5 - Bimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

GUEST

BABSON YUDAT

SPECIAL

B.O.T.Y. 25 Years

CREW

Break The Funk

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Photo cover by: Victor Engström



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GUEST BABSON - Time to Change The World

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GUEST YUDAT - Ya Un Debout A Tout

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SPECIAL B.O.T.Y. 25 years

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CREW Break The Funk

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FOCUS Red Bull Bc One: Paris 2014

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FOCUS Roma: SPQR

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TOP SONGS Dj Nersone

Street Dance Magazine e streetdancemagazine.it si sono posti l’obiettivo di colmare un gap cronico nella scena street dance italiana. In un momento in cui l’informazione è frammentaria e confusionale, abbiam voluto aprire un’ampia finestra sulla streetdance italiana e mondiale, valorizzando il punto di vista e le esperienze dei più grandi artisti internazionali, dei professionisti e degli eventi più meritevoli di considerazione. Attraverso le loro parole, siamo sicuri si possa fare una buona comunicazione, ricevendo stimoli e ampliando la nostra conoscenza e consapevolezza. Senza informazione non c’è cultura. Street Dance Magazine and streetdancemagazine.it set themselves the target to plug a chronic gap in the Italian Street Dance scene. In a period where information is fragmentary and confuse we wanted to open a wide window about street dance, in Italy and around the world, increasing the point of view and the experience of the biggest interational artists, of pro and of the events which deserve more consideration. Through their words, we’re sure it will be a good comunication, reciving incentives and wideing our knowledge and consciousness. Without information there is no culture! SDM Team - info@streetdancemagazine.it


Photo by: Little Shao


BABSON

TIME TO CHANGE THE WORLD


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Qual è la tua sensazione riguardo questa sorta di conflitto tra Francia e Stati Uniti per ciò che riguarda l’house? Hai degli amici e dei nemici? All’inizio usavamo questo slogan: “Time to change the world”, perché avevamo voglia di cambiare le regole dell’house music e ciò che succedeva nei club. Il feeling era quindi quello di riuscire a ricostruire questo spirito, per avvicinare la realtà del club e la realtà dei battle, dei workshop, degli allenamenti. Oggi sono contento del risultato ottenuto, siamo riusciti infatti a legare la nuova e la vecchia generazione: Kapela, Malcolm, Franquey e tutta la generazione che arriva dopo Yugson, Physs... Sono contento perché siamo riusciti a cambiare questa sensazione; se prima si trattava di ballare “contro” le persone, ora si tratta di ballare “con” le persone.

What’s your feeling about this sort of conflict between France and USA, about house dance? Do you have friends or enemies? In the beginning we used this slogan: “Time to change the world”, because we wanted to change the rules of house dance, what happens in the club, therefore the feeling about it was to succeed in reconstructing this spirit, in order to approach the reality of the club and the reality of the battles, the workshops and the trainings. Today I’m happy about the results, we have succeeded in fact to tie the new and the old generation: Kapela, Malcolm, Franquey, Yugson, Physs… I’m happy, because we have succeeded in changing this feeling, if before it was all about dancing “against” the people, now it’s all about dancing “with” the people.

Qual è il vero cambiamento portato dai Serial Stepperz? Esso è avvenuto per stabilire finalmente la differenza tra battle, club e crew. Siamo riusciti a portare lo stato d’animo che hanno i bboy nell’house, un sentimento di calore che troviamo nel club, la sensazione di “share love” che i battle solitamente non hanno. La nostra intenzione non era, infatti, cambiare lo stato d’animo combattivo dei battle che anche nel club restano duri, ma che dopo l’esibizione portano a rovinare davvero i rapporti. Restano quindi due universi separati ed è questo il vero cambiamento, per me.

What’s the real change that Serial Stepperz have made? It happened to finally separate battle, club and crew. We brought the state of mind that the bboys have in house dance, a feeling of heat that we find in the club, this feeling of “share love” that the battles usually don’t have. Our intention was not, in fact, to change the fighting spirit of the battles, which remains tough in the clubs, but in the end it ruins the relationships. Therefore they remain two parallel universes and this is the real change for me.

Per questa ragione il Cercle Underground ha questo spirito? “Certo, è per questo che siamo eterogenei, Hagson che è un bboy, Ibrahim più nell’ombra ed io, abbiamo lo spirito di una crew combattente. Diventiamo come dobbiamo essere in quel momento. Spesso la gente confonde lo stato d’animo che abbiamo durante il workshop con quello che abbiamo nei battle, ma i battle sono fatti per essere vinti, lì deve uscire il “fighting spirit”, “only for the winner, fighting spirit”. Quando avete celebrato il vostro 20esimo anniversario, il ministro Filippetti era dietro le quinte e vi ha ringraziati, perché avete dato molto alla cultura francese. Quello che vi

Is this the reason why Cercle Underground has this kind of spirit? Certainly it is for this that we are heterogeneous, Hagson is a bboy, then Ibrahim Diallo and me have “battle spirit” of a fighting crew. We become as we have to be in those situations, often people confuse the state of mind that we have during the workshops with the battle one, but the battles are made for winning, there you/he/ she must pull out the “fighting spirit”, “only for the winner, fighting spirit”. When you celebrated your 20th anniversary, The Minister Filippetti was in the backstage and she thank you because you gave a lot to the French culture. It’s a great gift that she gave to you, she realized the value of hiphop.


ha fatto è un grande dono, perché ha riconosciuto il valore dell’hip-hop. Ci catalogano nell’universo dei battle, ma in realtà noi facciamo altro: creiamo, facciamo formazione, organizziamo, siamo presenti nella cultura hip-hop francese. Il fatto che il ministro abbia riconosciuto la nostra identità è importante per far presente tutto questo a tutte le realtà, non solo a quella legata alla cultura hip-hop, ma anche al mondo istituzionale, etc. Per noi questa è la consacrazione di quanto siamo riusciti a fare; abbiamo infatti rotto i codici di una realtà che veniva dalla strada e che è finalmente davanti agli occhi del grande pubblico, che la vuole sentire e conoscere. Per me, comunque, una frase come “rispetto ciò che hai fatto” ha lo stesso valore sia che mi venga detta dal ministro, da mia madre o da un mio compagno. È una cosa, insomma, che è davanti agli occhi di tutti. Voi siete francesi, cosa vi distingue dagli altri? É lo spirito; la cultura è diversa, gli USA sono diversi, il Giappone è diverso, la Francia non è migliore ma è speciale. Ci sono persone che vogliono emergere, in Francia un sacco di persone vogliono essere il numero uno, ma dato che ci può essere solo un numero uno e non due, ecco che la competizione è così dura. Rispetto tutti i Paesi ma io, ovvio, ho cominciato in Francia e per me questa nazione resta la numero uno in tutti i sensi, soprattutto per quanto riguarda lo spirito competitivo. Che tipo di sentimenti provi verso ballerini di altri Paesi? Per me cronologicamente ci sono prima gli Stati Uniti, il Giappone, la Francia e poi il resto. I pionieri sono assolutamente Marjory e Caleaf, dopodiché Hiro e Tatsuo. È vero che gli americani sono venuti prima, ma i veri pionieri per me sono i giapponesi. Tatsuo è colui che mi ha ispirato e contro di lui non ho mai, mai, mai vinto, per questo motivo ho sempre voglia di tornare a battermi con di lui, perché voglio vincere e questo mi spinge a lavorare ancora di più. D’altra parte ho rispetto per tutti i dancers che sfido, come un pugile che ha rispetto del suo avversario ed è sul ring per dare il meglio di se stesso. Giappone, Stati Uniti ed ora Russia, Italia: al giorno d’oggi, come livello, tutto il mondo è simile.

We are catalogued inside the battles universe, but in reality we do something else, we create, we do formation, we organize and we are so present in the French hiphop culture. The fact that the minister has recognized our identity is important to make this clear to everyone, not only to the hiphop insiders, but also to the institutional world, etc. For us this is the consecration of what we have succeeded to do, we have in fact broken the codes of a reality that came from the road and that is finally in front of the main audience that want to feel and to know. For me, however, the minister telling me “I respect what you’ve done” has the same value of my mother or a comrade telling me the same thing. Definitely it’s a thing that everyone can see. You are French, do you have something different from the others? It’s the spirit that differentiates us, culture is different, USA is different, Japan is different, France is not the best one but is special. There are people that want to emerge, in France a lot of people want to be the number one, unfortunately there can be just one number one, not two, so the competition is really hard. I respect all the countries but I obviously began dancing in France and to me France stays number one in every sense, mostly regarding the competitive spirit. Which kind of feeling do you feel about dancers from others countries? To me Americans are chronologically the leaders, then Japan and France, then the rest of the World. The pioneers are absolutely Marjory, Caleaf, then Hiro and Tatsuo. Even if Americans were there in the first place, the true pioneers are the Japanese. Tatsuo is the one who inspired me and against him I never, never, never won, for this reason I always want to battle with him again, because I want to win and this pushes me to work even more. On the other hand I respect all the dancers that I challenge, as a boxer gives respect to his opponent and he is on the ring to give all his best. Japan, USA, and now Russia, Italy, but nowadays the whole world is similar about dance skill level. What is missing now in your opinion? More battles? No, I need battles to overcome my limits,

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Giappone, USA ed ora Russia, poi Italia. Al giorno d’oggi, come livello, tutto il mondo è simile. Cosa manca a tuo avviso? Più battle? No, i battle servono a me per superare i miei limiti, non per farmi contattare dalla gente ed avermi come ospite. Amo la formazione ed essendo originario dell’Africa, ho come obiettivo quello di spingere l’Africa, come abbiamo spinto la Francia in questi anni. Abbiamo dato tanto alla Francia, siamo diventati un modello, come i Dance Fusion ed altri gruppi, che oggi sono al top nel mondo. Ma oggi ho bisogno di far entrare l’Africa nelle competizioni. A Street Fighters non ci sono gruppi africani, nemmeno uno ed è questo che personalmente sento di aver bisogno di fare.

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È difficile educare i giovani, vi è una chiave o un segreto? È necessaria la trasmissione dei valori della vita, della danza, dell’hip-hop. I workshop non sono trasmissione di sapere, durano 90 minuti ed in 90 minuti si può trasmettere qualche tecnica, le persone comprano 90 minuti di tecnica. La trasmissione invece è un processo lungo, può durare anche due anni. Il segreto della trasmissione è quello di conoscere una persona e di rispettarla umanamente. [...]

no to be contacted from people around the world to be the guest or the judge at an event. I love training, I’m african so my goal is to push and promote Africa as we did with France in these years. We gave so much to France, we became a sort of an example, like Dance Fusion and other crews that nowadays are among the best in the World. But now I need Africa to enter in the main competitions worldwide. There’s no african crew participating in Street Fighters, absolutely no one, and personally I feel this is something I need to do. Is it difficult to educate young people? Is there a key or a secret? The sharing of the values of life, dance and hip-hop are necessary. Workshops are not sharing of knowledge, they last 90 minutes and in 90 minutes some technique can be given, people buy 90 minutes of technique. Instead sharing is a long trial, it can even last two years. The secret of sharing is to know a person and to humanly respect him/her. [...]

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15 0 2 r u o T e t a 1st D t s 1 3 y r Janua Vicenza Z1 Italy Nu Club uest G l a i c e p S n o s m Ma


Photo by: FHD Pictures


YUDAT

Ya Un Debout A Tout


Come hai iniziato? Giocavo a calcio, ma un giorno mio fratello Sam mi ha convinto a provare insieme ai nostri amici. Avevo già provato altre volte, ma non ero ancora entrato nell’ottica. Dopo quella volta ho iniziato sul serio e non ho più smesso.

How did you start? I was a football player, one day my lil’ brother Sam pushed me to try with all our friends. I already tried before and I wasn’t really into it, but after that time with my brother and friends I really began and I never stopped.

Cosa significa ballare per te? Per me il ballo è il modo principale di trasmettere la mia passione. Quando mi sento male o particolarmente bene la danza è la risposta a tutto. È una cosa molto personale ed è difficile trovare le parole giuste per questo. È come descrivere l’amore, non ci sono parole giuste o sbagliate. È una cosa del tutto personale.

What does the dance mean to you? It’s my first way to communicate my passion, when I feel bad or good the dance is the answer for all this. It’s very personal stuff and it’s hard to find a word for this, it’s like describing love... there isn’t a right word for this. It’s personal.

Come vivi il battle? Per me oggi è come un gioco. Mi piace questo tipo di stress, perché ogni volta vuoi fare del tuo meglio ed ogni battle è diverso. Non saprai mai in anticipo cosa sta per succedere. Ecco perché mi piacciono i battle, ciascuno è differente e per questo devi spingere te stesso in nuovi modi. 1 0

Cos’è importante per te quando insegni? Quanto conta la tecnica? La cosa più importante è cercare di trasmettere il mio amore per la danza ed il modo in cui la concepisco. Mi piace vedere come rispondono alle mie domande attraverso i loro corpi, perché siamo tutti studenti e possiamo imparare da chiunque. La tecnica è la chiave per poter comprendere il tuo ballo; più sei intelligente, più puoi esprimere al meglio ciò che provi. La tecnica permette di esternare i tuoi sentimenti. Sei uno dei ballerini con più personalità al mondo, qual è il tuo consiglio per non conformarsi, soprattutto nei battle? Wow! Beh, prima di tutto grazie per queste parole, anche se penso ci siano un sacco di ballerini con personalità. Il mio consiglio è: cercate di conoscere voi stessi meglio del giorno precedente. Siamo tutti un po’ diversi e simili. Bisogna capire cosa ci piace nella vita, quali sono le proprie differenze ed acquisire sicurezza di questo. Credo sia la cosa più difficile da fare. La tua crew, gli Yudat: qual è il vostro spirito? Siete tutti della stessa città, giusto? La mia crew è la mia famiglia. Siamo circa tutti

How do you live the battle? To me now it’s like a game. I love this kind of stress, because every time you want to do your best and each battle is different. You’ll never know before what is gonna happen. That’s why I love battles: each one is different, so every time you have to push yourself in a new way. What is important to you when you teach? How much does technique count? When I “teach”, the most important thing is to share with people my love for the dance and my way to see it. I like to see how they answer to my questions through their bodies, because we are all students and we can learn from everyone. The technique is the key to make understand your dance, the more you are intelligent the more you can express what you feel. The technique allows you to put your feelings up. You are one of the most personal dancers in the world, what’s your advice to not conform ourselves as dancers, mostly in a battle? Wow! First, thank you for these words, even if I think there are a lot of character dancers around. My advice is to try to know yourself better than yesterday. We are all a bit different and similar. You have to understand what you like in your life and what are your differences and be confident of it. I think this is the hardest thing to do. What’s the spirit of your crew, the Yudat crew? You’re all from the same city, right? My crew is my family, we come from almost the same city and we respect each other as dancers. That’s why we don’t do a lot of battles


dalla stessa città e ci rispettiamo singolarmente come ballerini. Ecco perché non facciamo molti battle con ballerini di altre crew. Y.U.D.A.T in francese significa C’è Un Inizio Per Tutto (Ya Un Debout A Tout). Per cui, qualsiasi cosa accada, che tu fallisca od abbia successo, la cosa più importante è come reagisci a questo. Perché tutto e tutti hanno inizio in un posto, ma crescono in modo diverso.

with dancers from other crews. Y.U.D.A.T. means there is a beginning for everything (Ya Un Debout A Tout). So, whatever… if you fail or succeed, the most important thing is how you’re gonna react after that. Because everybody and everything start in a place, growing in different ways.

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Photo by: Little Shao


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Photo by: Nika Kramer


È difficile immaginare la scena del breakin’ senza il Battle of the Year. Non solo per le proporzioni globali e grandiose che l’evento ha assunto oggi, ma anche per ciò che questo evento è stato in grado di fare nel corso dei suoi 25 anni di storia. Parliamo della manifestazione che ha dapprima riacceso l’attenzione sul breakin’ in Europa nei primi anni Novanta, che ha creato a partire dagli anni Duemila un modello organizzativo globale preso ad esempio da tutti i più importanti eventi della scena - e che oggi continua ad essere la meta più ambita e difficile da conquistare per ogni crew. Nel 2014 il Battle of the Year festeggia i propri 25 anni di storia nella sua ormai storica casa di Braunschweig. In attesa che i riflettori si accendano Sabato 18 Ottobre sugli oltre diecimila spettatori attesi nella Volkswagen Halle, la settimana che precede l’evento è come di consueto densa di appuntamenti, fra workshop, spettacoli, conferenze, party e naturalmente contest. Da parte di noi italiani c’era grande attesa ed una buona dose di aspettative per Kacyo, che dopo cinque finali ed un quinto posto con i De Klan (2012) affrontava per la prima volta il B.O.T.Y. nell’1vs1 che precede di un giorno l’evento principale. Sedici bboys, in parte invitati, in parte selezionati attraverso un sistema di qualificazioni, si sono affrontati nell’affollato Schloss Arkaden per contendersi la vittoria e l’accesso al nuovo format Undisputed, che riunisce i vincitori dei più importanti circuiti 1vs1. Sulla strada di Kacyo c’è però al primo turno il russo Alcolil, colui che vincerà questo 1vs1. Per Kacyo, di cui conosciamo bene le capacità ed il livello di preparazione, l’avventura dura purtroppo il tempo di due entrate. Nell’evento principale a crew, l’Italia è stata rappresentata dai leccesi Last Alive, che dopo due finali perse nel 2012 e nel 2013 sono riusciti a centrare l’obiettivo qualificazione nel 2014. Nonostante questa sia stata la loro prima volta al B.O.T.Y., accompagnata da una legittima componente emozionale, la crew è sembrata sicura e sul palco durante lo Showround ha fatto davvero bene. Fare bene non sembra però essere sufficiente in questa edizione, dal momento che le prime sei crew - quelle che si sono sfidate nei battle - si sono distinte subito per livello e preparazione. I campioni uscenti Fusion Mc

It’s kind of hard to imagine a bboy scene without Battle of the Year. Along the past 25 years, this event has not only reached a global reputation, but has marked the history of bboyin’ by keeping this culture alive in Europe in the early 90’s. It has inspired all new emerging world class events by inventing a global event model in the early 2000’s. After 25 years, B.O.T.Y. is still the most wanted and hard-to-win battle for any crew around the world. Battle of the Year is celebrating 25 years of history in 2014 with a one week programme packed with workshops, shows, meetings, parties and battles. A more than ten thousand audience is expected to attend the main event at the Volkswagen Halle - in the historical host-city of Braunschweig - on Saturday, October the 18th. One day before the main event, 16 bboys competed at the Schloss Arkaden to win the B.O.T.Y. 1vs1 and access the Undisputed (a new concept, uniting the most important 1vs1 competitions worldwide). All competing bboys were chosen through a mixed system of invitations and local qualifiers. We expected a lot from Kacyo, representing Italy for the first time in the B.O.T.Y. 1vs1 (after 5 World Finals at B.O.T.Y. as a De Klan member). Despite his wellknown skills and hard training, he couldn’t get far as he faced Alcolil from Russia in the first round. Alcolil won the entire competition by beating four more bboys. The main event for crews went down on Saturday. Last Alive represented Italy for the first time, as they finally won the italian qualifier in 2014, after losing two local finals in 2012 and 2013. Despite a potentially intimidating first time experience, Last Alive really showed up on stage with a self-confident approach and they did good in the Showround. However, “doing good” was not enough as the top-6 crews reaching the battles were far beyond, in terms of skills and training. Fusion Mc from South Korea (the defending Champions), Body Carnival (JAP) and Infamous (FRA) made it to the battles as usual. Ruggeds from Benelux also confirmed themselves among the top crews after their

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(Corea del Sud), Body Carnival (Giappone) e Infamous (Francia) passano alla seconda fase come da manuale. I Ruggeds (Benelux), dopo la finale dello scorso anno, si confermano fra i pretendenti. La vera sorpresa arriva dalla S.I.N.E. Crew (Vietnam), che passa alle sfide dirette per la prima volta. Ed è anche subito chiaro che i Predatorz (Russia), dopo uno show aggressivo e pieno di skills, hanno intenzione di andare in alto. Le prime sfide della seconda fase sono epiche, nessuno vuole mollare e alla fine la spuntano proprio i Predatorz (Russia), che salgono sul tetto di questo Battle of the Year 25th Anniversary, interrompendo la lunga sequenza di successi francesi e coreani che durava dal 2009. In una spettacolare cornice di luci nella Volkswagen Halle, dopo l’attesissima première europea degli ospiti Jabbawockeez, si conclude un’edizione spettacolare per livello e intensità. E mentre il pubblico ed i bboys lentamente si avviano verso l’aftershow, per noi inizia il countdown verso l’edizione 2015.

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debut at B.O.T.Y. in 2013. S.I.N.E. Crew from Vietnam made it unexpectedly among the top-6 and faced the battles for the first time. After a powerful showcase packed with skills, Predatorz (RUS) also made clear that they were heading to the final. Quarter-finals looked epic as nobody was there on stage to lose. In the end Predatorz deservedly won this Battle of the Year 25th Anniversary and broke the leadership of French and Korean crews, lasting since 2009. B.O.T.Y. 25th Anniversary was epic, intense and skilled. After superguests Jabbawockeez performed for the first time in Europe, Battle of the Year celebrated its anniversary on stage with an emotional light-show at the Volkswagen Halle. As the bboys and the crowd slowly headed to the we were already counting-down to the 2015 edition. Marco Sabbatini


In una tipica serata romagnola, davanti ad un ottimo piatto da SpaghettiNotte abbiamo incontrato i Break the Funk, storica crew della scena italiana, a dieci anni dalla loro vittoria del B.O.T.Y. 2004.

During a typical evening in Romagna, in front of a wonderful Spaghetti dish, we met Break the Funk, the historical crew of the Italian scene, 10 years after their winning at B.O.T.Y. 2004.

Com’è nato tutto? Duna: era l’estate del ‘98, Match Music Television aveva organizzato a Riccione un contest per crew che ha visto protagonisti alcuni tra i migliori bboys italiani. In quegli anni le occasioni per beccare tutti erano davvero poche! Denis, Foglia ed io abbiamo deciso di partecipare insieme… vincendo! Il premio del contest era la possibilità di ballare al Grand Hotel di Riccione il giorno dopo, all’interno di un’importante Tattoo Convention e fu proprio nella piscina del Grand Hotel, tra un tuffo e l’altro, che dovemmo decidere un nome col quale farci presentare per l’occasione. Tutti e tre volevamo un nome che rappresentasse le nostre passioni: il funk e il breakin’. Decidemmo abbastanza in fretta e, fra le tante ipotesi, “Break the Funk” ci suonava bene! Ci dicemmo che poi l’avremmo cambiato, non pensavamo sarebbe stato quello il nostro nome definitivo. Denis: con Duna e Foglia ci allenavamo da anni sotto i portici di Bolo e c’era un enorme rispetto reciproco, nato nei cerchi di Zona Dopa al Livello 57 e cresciuto nelle storiche jam di quel periodo, come Indelebile a Rimini, Juice ad Ancona, Urban Skillz a Zurigo e Vibrazioni Positive a Cesena. Aver vissuto assieme questi momenti aveva creato un feeling così naturale che il formare una crew sarebbe stato comunque lo step successivo e probabilmente quel contest è stato solo il giusto pretesto.

How did everything start? Duna: it was the summer of 1998, Match Music Television organized a crew contest in Riccione which involved some of the best Italian bboys. In those years, the chances to meet everybody were few. Denis, Foglia and I decided to participate together… and we won! The contest prize was the possibility to dance at the Grand Hotel in Riccione the day after, during an important Tattoo Convention, and it was right in the swimming pool of the Grand Hotel, diving around, that we had to decide the name to use to present ourselves for that occasion. We all wanted a name that represented our passions: funk and breakin’. We decided hastily and, among all the possibilities, “Break the Funk” was sounding good! We said that we would change it later, we did not know that it was going to be our definitive name. Denis: Duna, Foglia and I used to dance under the porches in Bologna and there was a huge mutual respect, born in the circles of Zona Dopa at Livello 57 and grown in the historic jams of that period, like Indelebile in Rimini, Juice in Ancona, Urban Skillz in Zurigo and Vibrazioni Positive in Cesena. Experiencing together these moments created a natural feeling and creating a crew was going to be the following step anyway, probably that contest was only the right opportunity.

Perché il nome provvisorio è poi rimasto fino a diventare definitivo? Duna: A Riccione ci hanno da subito proposto delle date con quel nome. Cosa fai, lo cambi? Nei due anni successivi, 100 date: fregati a vita! Ahahah! Denis: quel momento ha dato uno start ed in qualche modo ufficializzato una nuova identità, in cui ci siamo riconosciuti ed in cui la scena connotava degli elementi già noti nell’underground.

Why did the temporary name become the definitive one? Duna: After Riccione we were immediately offered some tour dates with that name. What do you do, you change it? In the two following years we had 100 dates: screwed for life! Hahaha! Denis: That event kickstarted and officialised a new identity in which we recognized ourselves and in which the scene already characterized elements known in the underground.

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2004

Photo by: Alessandro “Zuek” Simonetti


2014

Photo by: Marco Vanni


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Quindi il breakin’ era già il vostro lavoro? Duna: Non esattamente. Io frequentavo l’università e gestivo il mio studio di registrazione, Foglia faceva il metalmeccanico e Denis l’idraulico. Denis: Presi la decisione di abbandonare uno stipendio fisso dopo circa un anno, quando sempre più spesso arrivavo al lavoro dopo aver fatto un “dritto” da qualche viaggio...in quegli anni gran parte dei termosifoni era ancora in ghisa!!! Era il 1999, quello fu un anno indimenticabile per me. Firmammo il nostro primo contratto di sponsorizzazione con Carhartt (collaborazione che è andata avanti fino al 2006) e cominciarono ad arrivare impegni quasi ad ogni weekend. Non solo le classiche “marchette”; iniziavano ad arrivare anche chiamate piuttosto importanti. Ricordo ancora il weekend di giugno in cui al sabato abbiamo fatto uno showcase a Napoli sul Dj Set di Frankie Knuckles (RIP) e la domenica a Roma come apertura del concerto del Wu-Tang Clan. Duna: Mamma mia, che ricordi… quello fu l’anno del B.Boy Event in piazza Maggiore e dei nostri cerchi infiniti sui sanpietrini. Continuammo tutta la notte, prima al Mercato delle Erbe, poi di fronte al McDonald della stazione. Denis: Senza contare le sfide a muso duro con i milanesi, iniziate al Palladium di Vicenza e finite al Base di Milano, con Kurtis Blow che annunciava il battle (sembrava di essere in Beat Street). Quando avete deciso di ingrandirvi? Denis: Blade è entrato in crew pochi mesi dopo e siamo rimasti in quattro fino al 2000. In quell’anno abbiamo avuto l’onore di ballare in occasione dei concerti di Sugarhill Gang, Grandmaster Flash, Dj Kool Herc, The Arsonist. Nello stesso anno Foglia ed io iniziammo il tour con Dj Lugi. Quattro bboys con stili e skillz completamente differenti: un punto di forza nei battles ma di difficile gestione negli show. Ci mancava uno stand-up dancer. Duna: per noi una crew, per potersi definire veramente completa, non poteva non avere l’elemento “in piedi”, quindi la nostra ricerca si rivolse in quella direzione. Nel 2000 abbiamo provato a fare delle cose, prima con Hop di Livorno e poi con Mister X. La loro collaborazione non durò tantissimo in entrambi i casi. Poi, nel 2001, finalmente abbiamo trovato una stabilità con Kris, Ely L e Messy, che entrarono ufficialmente in Break

So was breakin’ already your job? Duna: Not exactly. I was attending university and managing my record studio, Foglia was a metalworker and Denis a plumber. Denis: I decided to quit a secure salary job after about a year, when more and more often I was going to work after a sleepless night due to some travels. You have to keep in mind that at that time most of the radiators were still made of cast iron! It was 1999 and that was an unforgettable year for me. We signed our first sponsor contract with Carhartt (a collaboration that lasted until 2006) and we started to be busy almost every weekend. They were not only the classic “occasional jobs”, we started to receive also pretty important calls. I still remember that weekend in June when on Saturday we did a showcase in Naples during the Dj Set of Frankie Knuckles (RIP) and on Sunday in Rome we were opening the Wu-Tang Clan gig. Duna: Oh my, what memories… that was the year of the B.Boy Event in Piazza Maggiore (Bologna) and our endless circles on the cobblestones. We continued for the whole night, starting from the Market place, and then in front of McDonald at the train station. Denis: Not to mention the hard-nosed contests with the guys from Milano. They started at the Palladium in Vicenza and ended at the Base in Milan, with Kurtis Blow announcing the battle (it looked like being in Beat Street). When did you decide to make the crew bigger? Denis: Blade entered the crew few months after the beginning and then we stayed this way until 2000. In that year we had the honour to dance during the concerts of Sugarhill Gang, Grandmaster Flash, Dj Kool Herc and The Arsonist. In that same year Foglia and I started the tour with Dj Lugi. Four bboys with completely different styles and skills: a strength point in the battles but a difficult thing to handle in the shows. We were missing a stand-up dancer. Duna: For us a crew to be defined like that and to be complete could not miss the “standing” element, that’s why our search pointed on that direction. In 2000 we tried to do some things with Hop from Livorno and then with Mister X. Their collaboration didn’t last long in both cases. Then, in 2001, we finally found a stability with Kris, Ely L and Messy, who officially joined Break The Funk and this team was a starting point for a growth in choreographic quality which we were looking for in our shows. We took the right path.


The Funk e questa formazione è stata la base per una crescita nella qualità coreografica che stavamo cercando per i nostri show. Avevamo preso la giusta direzione. Denis: Poi, nel Gennaio 2002, cominciarono gli stravolgimenti. Foglia ci comunicò di voler uscire dalla crew e noi, che da qualche tempo avevamo invitato Fast ad allenarsi con noi, decidemmo di farlo entrare in Break the Funk. Duna: Siamo sempre stati così: prima ti invitavamo ad allenarti con noi. Poi, se c’era il giusto feeling ed eri fortemente motivato, ti proponevamo di entrare in crew. Ma prima ci dovevamo conoscere. Denis: È come un invito a cena: di solito accogli nella tua casa persone di cui ti fidi, cerchi di apparecchiare al meglio e di cucinare le specialità migliori. È importante far sentire l’ospite in un ambiente familiare. Ma allo stesso tempo un ospite deve anche saper fare l’ospite, deve sapersi comportare a modo. Non permetteresti mai ad un ospite di pisciare per terra a casa tua. Duna: Con l’anno nuovo fece il suo ingresso anche Alex il Russo, aka Fist, noto per la sua particolarità di ballare sui pugni. Era un esempio di costanza, metodicità e spirito di sacrificio! Si allenava dalle 6 alle 8 ore al giorno, tutti i giorni, anche a Natale. Denis: Anche troppo! Ahahah! Quali erano i vostri obiettivi in quegli anni? Ci sono stati altri cambiamenti in crew? Duna: Il 2003 fu l’anno più tosto: avevamo così tante richieste lavorative che qualche volta ci è toccato persino rinunciare, ma la nostra priorità era provare a concretizzare un sogno che da tempo avevamo: uno show teatrale fatto come si deve. Cominciavamo ad avere bisogno di rinforzi e anche in vista della prima edizione del Battle of the Year Italia - decidemmo di coinvolgere due giovani promesse della nostra zona: Den e Kira. NastyDen: Kris mi chiamò dicendo: “Ti andrebbe di iniziare ad allenarti con noi?” ed io: “Mmh, ci penso e ti faccio sapere”. Denis: Ci è stato subito molto simpatico, il ragazzino! Duna: Cominciammo da subito a lavorare sodo per concretizzare questo progetto teatrale: oltre sei mesi di preparazione quasi tutti i giorni, per realizzare quasi un’ora di show: Dimensioni Parallele. [...]

Denis: After that, in January 2002, the transformations started. Foglia told us that he was quitting the crew and we decided, since in the last period we have invited Fast to join us during the training sessions, to involve him in Break the Funk. Duna: We have always been like that: first of all we used to invite people to join us in the training sessions, then if there were the right feelings and the person was highly motivated, we were proposing him to join the crew. First of all we needed to know each other. Denis: It is like an invitation for dinner: usually you welcome trusted people in your house, you try to set the table at your best and to cook your best specialities. It is important to make the guest feel at home in a familiar environment. At the same time a guest has to behave well and to know how to be a guest. You would never allow a guest to pee on the floor of your apartment. Duna: The following year also Alex the Russian, aka Fist, well known for his peculiarity of dancing on his fists, made his entrance. He was an example of perseverance, composure and spirit of sacrifice! He used to train from 6 to 8 hour a day, every day, even during Christmas time. Denis: Even too much! Hahaha! What were your goals in those years? Were there other changes in the crew? Duna: the year 2003 was the toughest year to me: we had so many work requests that sometimes we even had to renounce. However, our priority was to try and fulfill a dream that we have had for so many time: a properly done theatrical performance. We were needing a support and also in the light of the first edition of Battle of the Year Italy - we decided to involve two youngsters promises: NastyDen and Kira. NastyDen: Kris called me and said: “Would you like to join us for the training?”. And I replied: “Mmh, let me think about it and I will let you know.” Denis: That youngster sounded really nice from the first time! Duna: We started to work hard from the beginning in order to finalize this theatrical project. More than 6 months of everyday work to make a 60 minutes show: Dimensioni Parallelle (Parallel Dimensions). [...]

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Italians do it Better è un progetto di Street Dance Magazine che mira a diffondere in maniera sempre più capillare la cultura della street dance. Saranno proposti workshop delle diverse discipline in un rinnovato equilibrio tra qualità di insegnamento, costi e promozione, garantendo così notevoli vantaggi ad artisti, scuole e ballerini. La scelta artistica è ricaduta su alcuni tra gli elementi di maggior spicco nella scena italiana, una generazione di trentenni con un invidiabile background tecnico e didattico! Gli stili proposti vanno dall’hip-hop al breakin’, dal poppin’ al lockin’, dall’house al waackin’, dalla dancehall al voguin’. Per maggiori info: italians@streetdancemagazine.it


NEXT WORKSHOPS Club n.15 Tangenziale Ovest n.15 Romentino - Novara

SABATO 15 NOVEMBRE Sesé: Hip Hop & House

SABATO 13 DICEMBRE Markeeno: Locking

SABATO 17 GENNAIO Rada: Waacking & Dancehall

Info: yinyang.club@libero.it • Paola: + 39 338 3288286 • Elsa: + 39 346 2205783

SABATO 13 DICEMBRE

Kendra: Hip Hop B.Music - Via Clerici 87 Gerenzano Contatti: +39 331 1158563 • b.musicschool@hotmail.com

DOMENICA 14 DICEMBRE Kacyo: Breaking

Tersicore - Stradale Cravone 70 / Via dell’Azalea 26 - Catania Contatti: +39 347 8167030 / 31 • c.d.danza@alice.it

SABATO 7 MARZO

Wally: Hip Hop O’Cyper - Borgo Santa Caterina 62 Bergamo Contatti: +39 349 56 39 035 • info@ocypher.it


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WORLD

FINAL Photo by: Victor Engstrรถm


Nella storica location de “La Villette” a Parigi è tutto pronto per la World Final del Red Bull BC One 2014, prevista per il 29 novembre. Dopo i festeggiamenti del 10° anniversario in Corea, il Red Bull BC One, il battle 1vs1 di breakin’ più importante al mondo, ritorna in Europa trovando piena consacrazione in uno dei luoghi più significativi nella storia del bboyin’ mondiale: La Villette. Mentre risulta inutile sottolineare l’incertezza sul possibile vincitore di questa edizione, alla luce dei vari Qualifiers va evidenziato come una nuova generazione di bboys si stia impadronendo della scena a suon di skillz e performance, lasciando presupporre che nel giro di pochi anni sarà proprio questa generazione il nuovo punto di riferimento mondiale. Sebbene non tutti avranno l’onore di salire sul palco di una World Final, è già pensiero comune come l’evoluzione di questa disciplina sia in ogni angolo della terra in pieno sviluppo e, grazie agli oltre 90 Cyphers in giro per il mondo, il Red Bull BC One porti ogni anno alla luce nuovi talenti. Alla World Final 2014 la Francia difenderà la propria tradizione, mettendo sul piatto ben tre titoli con Lilou (2005, 2009) e Mounir (2012), oltre al freschissimo Tonio.

In the historic location of “La Villette” in Paris everything is ready for the World Red Bull BC One 2014 Final, planned for November 29th. After the celebration of the 10th anniversary in Korea, the Red Bull BC One, the most important 1vs1 battle of breakin’ in the World, goes back to Europe finding full consecration in one of the most significant locations in worldwide bboying history, La Villette. While it sounds useless to underline the uncertainty on the possible winner of this edition, it needs to be highlighted, in the light of the various qualifiers, that a new generation of bboys is taking hold of the scene with skills and performances, leaving the assumption that in a few years they are gonna be the new references points worldwide. Even though not all of them will have the honor to stand in the stage of a World Final, it is already a common thought that the evolution of this discipline in every corner of the planet is in full development. Moreover, thanks to more than 90 Cyphers all around the world, the Red Bull BC One is every year bringing new talents to the surface. At the World Final 2014, France will defend its tradition putting on the plate three titles with Lilou (2005-2009) and Mounir (2012), together with the dynamic Tonio. Korea is no less so with the cream of the crop Hong 10 (2006-2013) and Wing (2008), while the US can be proud of Thesis, Victor and

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La Corea non è da meno, con la premiata ditta Hong 10 (2006, 2013) e Wing (2008), mentre gli Stati Uniti potranno vantare Thesis, Victor e Gravity, quest’ultimi protagonisti di un Qualifier americano di livello stellare. Il Sud America verrà rappresentato, oltre che dall’indiscutibile Lil G, anche dal paulista Luan Carlos Dos Santos, l’Africa con Benny, l’Europa con Menno, Cheerito e Alcolil, infine l’Asia con l’australiano Blond e il giapponese Taisuke. I giudici della World Final saranno Yaman, Ken Swift, Yan, The End e Luigi. Purtroppo per l’Italia Kacyo non è riuscito a bissare l’impresa del 2013 di Froz, imbattendo durante il Western Qualifier di Helsinki in un ispiratissimo Kid Colombia, tra i nuovi fenomeni del breakin’ mondiale. Questo dispiacere potrebbe essere mitigato dai rumors che vedrebbero per l’Italia in arrivo nel 2015 un grande attestato di riconoscimento per quanto prodotto dalla nostra scena in questi anni. Fingers crossed, vinca il migliore!

Gravity, these last ones protagonists of an American Qualifier with an out of this World level. South America will be represented, other than by the unquestionable Lil G, also by the Brazilian Luan Carlos Dos Santos, Africa by Benny, Europe by Menno, Cheerito and Alcolil, and Asia by Blond The Australian and from Japan Taisuke. The Judges of World Final are Yaman, Ken Swift, Yan, The End e Luigi. Unfortunately for Italy, Kacyo did not succeed in repeating Froz’s challenge of 2013, facing a strongly inspired Kid Colombia, one of the new phenomena of breakin’ worldwide, during the Western Qualifier in Helsinki. This regret could be mitigated by the rumors saying that for Italy in 2015 there will be an acknowledgment certificate of what our scene has produced during these years… Fingers crossed and may the best dancer win!

VINCITORE

RED BULL BC ONE WESTERN EUROPE FINALS 2013

STAGE

Bboy Froz

GIURIA

CORSI

SHOW

froz@banditscrew.com

PERFORMANCE


26 feb- 1 mar firenze - fortezza da basso

201 Da

anni la piĂš grande ďŹ era internazionale della danza

EXPO - Spettacoli - special guest - lezioni e stage - gare e concorsi - esibizioni audizioni e casting - incontri e convegni - mostre e video - eventi speciali |

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S.POT P.ER Q.UESTA R.OMA

S.PONSOR P.ROMOTING Q.UINTESSENTIAL R.OME

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Roma è tante cose. Talmente tante da venire ubriacati da danza, scuole, insegnanti, allievi, amici, suckers, artisti, rapper, ballerini meravigliosi, audizioni fasulle. Forse la casistica umana è tutta racchiusa qui dentro, le situazioni che si possono vivere si concentrano in questo enorme spazio artistico, dove tutti sono passati almeno una volta a lasciare la propria traccia. C’è libertà artistica? Sì, dal momento in cui sai abituarti alle sue logiche, hai quel pizzico di “saper vivere” che ti eleva da tutto il reticolo di piccole realtà a sé stanti. Esattamente quando hai smesso di pensare che “la danza dell’hip-hop è il breakin’”, forse puoi provare ad avere un feedback da Lei, la “grande bellezza” di Roma. Purtroppo dove c’è massa c’è ignoranza e qui di massa quasi non ne possiamo più. Qualcosa di fresco, genuino e disinteressato esiste, nel momento in cui le linee di pensiero si sovrappongono e si prova ad andare oltre le strette logiche degli eventi. Ma ci sono tante altre linee parallele che, per antonomasia, non si incontreranno mai. Ma la forza di Roma sta proprio qui, nel sapere convivere, perché così sei costretto a fare, spazio ce n’è per tutti e davvero non sai quanto ce n’è. Puoi decidere se stare con la stessa gente e soprattutto ballare “per” la stessa gente, o se la tua arte la vuoi elevare e prendere da chi ti può dare qualcosa. Perché Roma i padroni non li vuole, non li ha mai voluti. È anche un luogo che non comunica, un luogo pigro dove il rap sta prevalentemente da una parte e la danza dall’altra. Per il breakin’ e la stand-up dance si riscontra un miglioramento, un po’ perché i bboys sono scesi dal piedistallo, un po’ perché sono più comuni i team misti. Anche le danza è divisa al proprio interno: i ballerini di moderno sono disinformati su quello che succede fuori dai loro circuiti, troppo occupati dalle audizioni e dai gossip; i ballerini hip-hop e affini, nella loro infinita limitatezza, non conoscono nulla di chi e su chi la danza la conosce e la pratica da sempre. L’inflazione di giovani leve, nel mondo dell’insegnamento su Roma, credo stia giungendo alla saturazione massima negli ultimi anni; tutta questa massa di nuovi professionisti nemmeno riesce a

Rome is many things. So many things that you can be stunned by dance, schools, teachers, pupils, friends, suckers, artists, rappers, wonderful dancers, fake auditions. Maybe the human clinical record is all contained here, the situations that can be lived are concentrated in this huge artistic space, where everyone spend his time at least once to leave his trace. What is the artistic freedom? Yes, since you get used to its logic, it has that pinch of “arte de vivre” which raises you from the network of all the small independent realities. Right when you stop thinking that “hip-hop dance is breakin’” maybe you can try to receive a feedback from Her, the “great beauty” of Rome. Unfortunately where you have a crowd you have ignorance, and here you cannot even stand crowds anymore. Something fresh, genuine and disinterested exists, when the common sense overlaps and you try to move on beyond the narrow logics of the events. However, there are many other parallel lines that, quintessentially, will never meet. The power of Rome lies right here, knowing how to coexist, because you are forced to, there is space for everyone and actually you don’t know how much. You can decide to stay with the same people and dance “for” the same people, or you can raise your art and receive from whom can give you something. Because Rome does not want bosses, it never did. It is also a place with no communication, a lazy space where rap mainly stand on one side and dance on the other. For breakin’ and stand up dance there is an improvement, partly because the bboys jumped off their pedestal, partly because mixed teams are more common now. Dance is divided itself too: the modern dancers are misinformed about what happens outside their network, too busy in auditions and gossip; hip-hop dancers and the like, in their endless narrow-mindedness, do not know anything about the people who have been dancing since forever. The oversaturation of new young promises, in the panorama of teaching in Rome, I believe it is coming to maximum saturation in the last years; all these new professionals cannot


trovare il proprio posto a livello artisticopersonale. Nell’inseguire il sogno della vita, questi creano solo discontinuità e discredito verso chi rivendica il proprio professionismo. Ci limitiamo a citare le maggiori realtà attive nella capitale, chi per longevità, chi per carisma, chi per riscontro. Questa gente c’è: la vedi, la tocchi e la senti, il passo fuori casa l’ha fatto e qualcun altro ci ha creduto. E, appunto, parliamo di spots:

even find their place artistically and personally. Searching for the dream of their lives, these people only create discontinuity and disrepute among who is claiming professionalism. We just indicate the main active realities in the capital city, for their longevity, charisma or acknowledgement. These people are well there: you see them, you touch them and you feel them, they left their houses and someone else believed in them. Indeed, let’s talk about spots:

• EUR PIGORINI: training space curato dalla crew “Da Fam”, contornato dal travertino delle colonne e del museo. In poco tempo è diventato uno spazio per tutti, nato e rivendicato dal momento che elemosinare una sala quasi ti fa perdere la voglia di allenarti. Non ci sono giorni ed orari fissi, basta seguire il gruppo su fb.

• EUR PIGORINI: a training space curated by “Da Fam” crew, surrounded by the travertine columns and the museum. In a few time it became a space for everybody, born and claimed since looking for a place makes you lose the desire of training. There are no opening days and times, you need to follow the FB group.

• CALIFOSTIA e OSTIA STREET ROCKERS: due realtà incrociate che operano su Ostia. In questo caso non è rivendicazione territoriale, bensì un messaggio per la periferia romana contro il degrado e la disinformazione. Nella ricerca continua di collaborazioni con il comune, le crew organizzano street show in piazza, eventi, laboratori gratuiti e corsi per il litorale romano.

• CALIFOSTIA and OSTIA STREET ROCKERS: two melted entities operating in Ostia. In this case there is no territorial claim, but a message from Rome suburbs against degradation and misinformation. Always looking for the collaboration with the municipality, the crews organize street shows in the square, events, free workshops and classes for the Roman coast.

• SHUT UP AND DANCE: una realtà che fa girare i migliori nomi dell’hip-hop mondiale a Roma. Spesso appoggiata al Centro Sociale Auro e Marco di Spinaceto, anno dopo anno è divenuta una possibilità per i romani che non hanno modo o volontà di spostarsi e possono apprezzare un grande evento vivo. Allo stesso tempo è un ritrovo per i ballerini più navigati con i colleghi da tutta Italia, un luogo di confronto con i partecipanti stranieri in casa propria.

• SHUT UP AND DANCE: a reality dealing with the best names of worldwide hip-hop in Rome. Often supported by the Social Center Auro and Marco in Spinaceto, year after year they are a possibility for the Romans who cannot or do not want to move outside the city and can appreciate a real live event. At the same time it is a meeting point for senior dancers with colleagues from all over Italy, a place of confrontation with the foreign participants at home.

• REAL VIBES: cura il dietro le quinte dei maggiori eventi commerciali a Roma. Si pone come ponte sulla piazza di Roma per canali come MTV e lavori per i più svariati brand. Ha l’intelligenza di proporsi come agenzia per ballerini street, che magari accosterebbe maggiormente tutti ai meccanismi europei.

• REAL VIBES: it curates the backstage of major commercial events in Rome. It stands as a bridge on the Roman scene for channels like MTV and opportunities for various brands. It smartly proposes itself as an agency for street dancers, which would better tie everybody with European mechanisms.

• BOUNCE FACTORY: sede fisica della crew “Out Rule”. Questi ragazzi lavorano duro da anni ed hanno trovato la propria casa in zona Conca d’Oro. Propongono un percorso accessibile tramite audizione, che ti permette di ballare in un team e seguire lezioni specifiche in modo

• BOUNCE FACTORY: home for the “Out Rule” crew. These guys have been working hard during these years and they found their own place in the Conca D’Oro neighbourhood. The offer an accessible path through auditions which allow people to regularly dance in a team and follow

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costante. Forse un po’ troppo monotematico, ma è una delle pochissime realtà completamente a sé stante che lavora sull’hip-hop.

specific classes. Maybe it’s too one sided, but it is one of the few completely independent realities working on hip-hop.

• N.OUGH: un team con un altissimo riscontro in Italia, perché si pone da subito come sovrastruttura di tante realtà. Con sede principale a Roma, i Nough credono nel made in Italy. Hanno una struttura organica, sanno dove e come farsi pubblicità e darsi valore, cosa questa che manca forse al 90% delle realtà italiane.

• N.OUGH: a team with a high acknowledgement in Italy, because from the beginning it places itself as a superstructure for many entities. With its main branch in Rome, Nough believes in Made in Italy. They have an organic structure, they know how and where promote and value themselves, a characteristic that maybe the 90% of the Italian realities is lacking.

• URBAN FORCE: la realtà più longeva di Roma. Punto di riferimento per il breakin’ e l’hip-hop in generale. Tra chi li ama e chi li odia, fanno tra l’altro parte di progetti legati al Communia, un Centro Sociale in zona San Lorenzo che spesso ospita eventi underground di vario genere.

• URBAN FORCE: the most long-running reality in Rome. A reference point for breakin’ and hip-hop generally. Somebody hates them, somebody else loves them they are also involved in projects connected with Communia, a Social Center in San Lorenzo, often hosting underground events.

• RAW MUZZLE: altra crew di breakin’ più giovane, organizza un anniversario ai limiti della legalità al Ponte della Musica, che è anche una loro impropria sede e punto di allenamento. Propongono concept di battle e cypher molto alternativi ed intelligenti.

• RAW MUZZLE: another younger breakin’ crew, they organize an almost illegal anniversary at Ponte della Musica (Music Bridge), which is also their improper location and training point. They propose really smart and alternative battles.

• SWEAT DROP: BARO, FUNK POPE and CO. La creme de la creme dei nostri dj, così vicini eppure così irraggiungibili. In un hiphop che cresce e pretende la sua selezione musicale, i nostri top dj li troviamo ogni venerdì in un locale di San Lorenzo per fighettini trentenni, che apprezzano una musica troppo buona di sottofondo.

• SWEAT DROP: BARO, FUNK POPE and CO. The crème de la crème of our DJs, so near and yet so out of reach. When hip-hop is growing and pretends its music selection, we find our top DJs every Friday in a club in San Lorenzo with 30 years old posers appreciating a too good background music.

• KLANDESKILLZ: la realtà che forse ha dato il contributo maggiore alla scena romana. Piano piano si sono affiancati all’unica realtà che vantava l’onniscenza nell’hip-hop: il breakin’. A forza di esserci, hanno creato il precedente fondamentale: ballare per credere. In che cosa? Nella propria città: chi di nascita, chi di conquista.

• KLANDESKILLZ: probably the major contribution to the major contribution to the Roman scene. The slowly matched the only hip-hop omniscient roman reality: breakin’. They kept being in the scene and so they created the fundamental precedent: dance to believe. In what? In our city: for birth or for conquest.

• BOX: un garage autogestito che negli anni è divenuto una casa comune per un giro ormai allargato di persone. Gestito e fortemente voluto da Emiliano D’Angelo, aka Lilli, per sfuggire alla tirannia delle palestre, è ora diventato un posto per allenarsi, dipingere, passare una serata sul divano e scratchare nel nome del santo Dj Gruff.

• BOX: a self-managed garage that in these years became a common place for a growing bunch of people. Managed and and strongly desired by Emiliano D’Angelo, aka Lilli, in order to escape the oppression of the gyms, now it has become a place to train, paint and spend an evening on the couch, scratching with the immortal Dj Gruff. Annalisa Marcelli


CLASSIFICA Dj NERSONE

1) Stan Getz & Luiz Bonfa - Saudade Vem Correndo 2) Labi Siffre - I got the… 3) Frankie Beverly & Raw soul - Color Blind 4) Steel Pulse - Throne of gold 5) Ronnie Hudson - West coast poplock 6) Arrested development - Calling all the ghetto child 7) Mobb Deep feat. Big Noyd - Give up the goods 8) Runnin’ - Pharcyde 9) Giant panda - TKO 10) Amerie - 1 thing

- Direttore responsabile: Marco Terrestri - Redazione: info@streetdancemagazine.it Alessia Grinfan, Alberto Gambato, Giovanni Tambarelli, Marco Sabbatini, Annalisa Marcelli, Enrica Campana. - Grafica: graphic@streetdancemagazine.it Denis Guerrini - Foto: Little Shao, Nika Kramer, Victor Engström, Marco Vanni Alessandro “Zuek” Simonetti - Stampa: Universal Grafiche - Mestrino (PD) - Pubblicità: commercial@streetdancemagazine.it Editore: Street Fighters a.s.d. via Camisano n.94 - Cesena 47521 info@streetdancemagazine.it Roc n. 21721


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