POLITECNICO DI TORINO ARCHITETTURA
Politecnico di Torino | Laurea Triennale in Architettura | Atelier di Progettazione Urbana | Prof. Cristina Bianchetti| Prof. Lucia Baima | Collaboratori: Camila Rondot, Paolo Bianco, Luis Martin Sanchez | a.a. 2023-2024 | 03NXVPM
“La distanza che dovremmo cercare di abitare, innanzitutto, non è una nostra proprietà. E non è neppure – non solo e non in primo luogo – un vuoto in cui siamo sbalzati o perfino gettati. E’ invece una distanza da costruire, nel senso che dobbiamo renderla abitabile, difenderla, farne possibilmente uno strumento contro la cecità, la sordità, l’afasia. Rischi che corriamo quando la prossimità, con il suo corredo di fascinazioni, diventa un vestito stretto, soffocante, quasi una camicia di forza. In realtà quel che serve oggi è una respirazione, spazi e tempi per pensare, pause, intercapedini, spazi di gioco per poterci muovere e dare un senso alle nostre vite… produrre una spaziatura, una punteggiatura. [pp. IX e X)”
Pier Aldo Rovatti, Abitare la distanza. Per una pratica della filosofia, 2007.
Un esercizio su differenze
e distanze
I. Differenze – Distanze sono due nozioni cruciali per interpretare l’abitare la città contemporanea.
II. Più che mai la città è oggi una città di differenze: pluralità di corpi, di spazi, di valori e di significati.
La città non è mai stata semplice. Non è mai stata un corpo liscio levigato, compatto. Qualcosa di comprensibile entro uno sguardo (un piano). Anche se l’uguaglianza è stata per lungo periodo nella storia dell’architettura, un traguardo.
E l’edilizia di massa, lo strumento per raggiungerla. Quei tentativi hanno generato uno sforzo contrario, il rifiuto dell’omologazione, la ricerca di una maggiore libertà. Di un’arcadia per tutti. Così, l’utopia dell’uguaglianza, ha generato l’utopia della singolarità, della differenza, dell’individualità.
La differenza rimanda alla pluralità e alle questioni interpretative e progettuali che questa solleva.
III. Distanze. Distanza non è una metrica. Non è un vuoto, qualcosa che “sta tra…”. É uno spazio abitato da corpi, è uno spazio da costruire, da rendere abitabile, da riconoscere e difendere.
È una difesa quando la prossimità diventa soffocante.
Così come le differenze hanno il loro opposto nell’uguaglianza, le distanze lo hanno nella prossimità (nella continuità).
IV. Leggere le differenze e le distanze –Progettare differenze e distanze è l’obiettivo dell’esercizio. Un esercizio che si misura con le tradizioni dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea.
Esercizio Urbanistica –
Custodire differenze e
distanze
Fase 0 – dal 6
marzo al 20
marzo
Le prime due settimane del corso, in compresenza, sono dedicate ad un processo di avvicinamento ai temi, al lessico, all’area studio e di progetto.
Sono previsti: presentazione del manifesto, lezione “Spazi e Corpi”, formazione dei gruppi e affidamento dei 5 temi e il sopralluogo sull'area.
Il sopralluogo ha l’obiettivo di permettere agli studenti di conoscere l’area e avviare la ricognizione dei temi (già affidati).
Restituzione sopralluogo: ogni studente restituirà le sue riflessioni attraverso una sequenza di tre polaroid che tengono insieme, nel loro formato, immagini e brevi note scritte.
L’obiettivo è incominciare a rivedere modi consolidati di osservare Torino mettendo al lavoro le categorie Distanze –Differenze. E più specificamente, a partire
dai 5 temi affidati a ciascun macro-gruppo.
Il risultato finale è produrre una sorta di atlante figurativo collettivo in cui emergano le prime impressioni sui temi e sui luoghi.
Un esempio è la mostra “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori” di Wes Anderson e Juman Malouf (Fondazione Prada, 2020). La costruzione (e distruzione) di immagini e immaginari costruiscono un ragionamento progettuale.
https://www.engramma.it/eOS/core/frontend/eos_atl as_index.php
http://www.fondazioneprada.org/project/il-sarcofagodi-spitzmaus-e-altri-tesori/
Fase I – dal 20
marzo al 24 aprile
La prima fase è dedicata all’approfondimento dei temi che avviene sia a livello urbano ( primo step) e poi avvicinandoci più in dettaglio nell’area nord di Torino ( secondo step).
I cinque temi sui quali sono costruiti gli esercizi del primo e secondo step sono i seguenti:
1. Percezione dello spazio : come è percepita la distanza fisica, materiale, relativa agli usi nello spazio – la percezione come attività individuale che mette in gioco il proprio corpo, abilità e disabilità, genere, età, ecc.
2. Fragilità dello spazio : percepire la fragilità di alcuni luoghi che sono incompiuti, sospesi, sovraccarichi, isolati… – la fragilità ha molto a che fare con la sospensione e con la distanza materiale.
3. Micro differenze climatiche, atmosferiche: di nuovo si lavora sulla differenza alla scala urbana e molto ravvicinata.
4. Suoli che accrescono o diminuiscono distanze: la conformazione del suolo, il suo carattere continuo o discontinuo può accrescere o diminuire differenze e distanze? Quali elementi frammentano e dividono: confini, barriere, soglie, ecc.
5. I luoghi della prossimità : dove non c’è distanza, dove si comprime la respirazione.
Nel primo e secondo step gli studenti lavorano per macrogruppi di 10 persone.
Primo step: costruzione di tavole a livello urbano molto selettive, provocatorie, non coprenti che mettano in evidenza alcuni modi/luoghi della Differenza – Distanza.
Che introducano un nuovo modo di vedere la città. Ad esse sarà affiancato un book con schemi, brevi testi, dati, diagrammi, foto, testi, still di video.
Obiettivo di questa prima fase è la costruzione di nuove immagini-idee-visioni della città a partire da Differenza –Distanza declinata nei cinque temi.
Secondo step: gli studenti lavorano ancora per macrogruppi, affrontando la parte nord della città di Torino.
Esito: tavole a livello della parte di città, nelle quali il tema delle tavole precedenti è declinato in funzione di una grana, ma anche di una consistenza differente. Si vedrà come il passaggio di scala mette in gioco elementi spaziali differenti.
Un seminario di restituzione critica dei lavori segnerà la chiusura della prima fase del lavoro. Il seminario sarà il giorno 24 aprile 2024 e sarà in compresenza urbanistica e architettura e fungerà da Middle Term Review (ovvero sarà oggetto di valutazione).
Fase II – dal 24 aprile al 12 giugno
In questa fase aumenta il grado di complessità dell’esercizio e diminuiscono i componenti di ogni gruppo. Le indicazioni che possono essere fornite ora sono meno dettagliate poiché molto dipenderà dal lavoro e dalle conoscenze maturate nella prima fase. Anche in questo caso, due passaggi.
Primo step: Gli studenti lavorano in gruppi con un minor numero di componenti e individuano strategie a partire dagli elaborati prodotti nella prima parte. Le strategie permettono di indicare un orientamento per la prefigurazione del progetto.
Potrebbero ad esempio essere strategie atte a:
1. Rafforzare le distanze moltiplicando la possibilità di abitare spazi aperti “a proprio modo”…
2. Rafforzare – indebolire – articolare diversamente le distanze attraverso il disegno di suolo...
3. Aumentare o diminuire l’intensità di stimoli sensoriali in relazione a soggetti fragili...
4. Riarticolare sequenze di spazi tra loro connessi che riscrivono in trasparenza lo spazio del quartiere in relazione alla pluralità di soggetti che li abitano...
5. Modulare il rapporto tra universalismo e pluralità, tra interni e esterni...
Le strategie richiedono di essere nominate attraverso un predicato e rappresentate con uno schizzo. La riflessione critica sugli esiti della prima fase dovrebbe aiutare a individuarle e argomentarle
Secondo step: Infine, gli studenti tenteranno la prefigurazione progettuale di un luogo. La prefigurazione può essere sviluppata a diversa scala, è importante che sia chiara negli obiettivi, nei materiali che mette in gioco e bene argomentata
Bibliografia
Bianchetti C. (2016), Spazi che contano. Il progetto urbanistico in epoca neo-liberale, Donzelli: Roma.
Bianchetti C. (2020), Corpi tra spazio e progetto, Mimesis Edizioni: Milano.
Llevat Soy E., Martin L. (2020), Mass production makes a better world! Che fine ha fatto l’utopia fordista nella Torino contemporanea, LetteraVentidue: Siracusa.
Rovatti A. (2007), Abitare la distanza, Raffaello Cortina Editore: Milano.