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con il Patrocinio di: Senato della Repubblica Camera dei Deputati Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano In copertina: Strano pomeriggio 1984, olio su tela, cm. 80x64 Roma, collezione privata
Comune di Cavriglia Musei di Stato della Città del Vaticano
Federazione Italiana dei Club e Centri Unesco
Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze Arezzo
Elle adv È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata. Prima edizione luglio 2007
Delegazione di Arezzo 4
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Lorenzo Gigotti Poetica e libertà del segno Arezzo, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea 1 settembre - 14 ottobre 2007
Comitato scientifico Fabio Benzi Claudio Crescentini Domenico Guzzi Mario Lolli Ghetti Claudio Strinati Cura della mostra e del catalogo Claudio Crescentini
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Organizzazione e Ufficio Stampa:
tel e fax 0575.27695 e-mail: info@elleadv.it Progetto grafico catalogo Aras sas Riferimenti fotografici Paolo Gherardi Stampa Nuova Stampa
Direzione artistica Archivio Lorenzo Gigotti
Sponsor tecnici
Si ringraziano
Il materiale audiovisivo è stato gentilmente concesso dalla Direzione Teche della RAI
Un ringraziamento particolare alla Dottoressa Elena Caruso per il contributo fornito nell'organizzazione della Mostra
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Sponsor
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Sommario Premesse Giuseppe Fanfani Vincenzo Ceccarelli Mario Lolli Ghetti Archivio Lorenzo Gigotti
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Saggi Critici Claudio Strinati La profonda dottrina di Lorenzo Gigotti 16 Claudio Crescentini Lorenzo Gigotti: “altri” segni e il sole nero 18 Domenico Guzzi La pittura “romana” di Lorenzo Gigotti
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Catalogo
Apparati critici
Il senso della scuola romana (1937 - 1955)
Biografia
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Bibliografia
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Esposizioni
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Figurazione tonale e composizione espressionista (1956 - 1968)
43
Decostruzione mentale del segno (1969 - 1979)
59
Il linguaggio del “sole nero” (1980 - 1988)
73
Il segno del disegno
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“L’energia” di Gigotti opere esposte presso la Centrale Termoelettrica Enel di Santa Barbara, Comune di Cavriglia
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Il maestro Lorenzo Gigotti ha espresso il culto divino con discrezione ed eleganza. Il suo racconto della religione cristiana, attraverso affreschi, mosaici e vetrate si è espresso per mezzo di un linguaggio contemporaneo che ha reso la presenza delle sue opere negli edifici sacri non invasiva ma discreta e suadente. Gigotti, seppur artista appartenente al Novecento, muove il sentimento devozionale senza ricorrere all’ufficialità delle “avanguardie” contemporanee ma seguendo un rigore appartato, ben più consono al tema. Il suo amore per l’ambiente artistico romano gli ha garantito un percorso nel quale è stato possibile intravedere una costante attenzione alla figura umana. Sono lieto che la Galleria Comunale di Arte Contemporanea si apra ai quadri e ai disegni di Lorenzo Gigotti, molti dei quali mai esposti. È stato un anno speciale per le arti figurative quello vissuto dalla nostra città: “Piero della Francesca e le corti italiane” ha riscosso un successo straordinario, a detta di esperti e critici è stata la mostra italiana “dell’anno”. Rimanendo alla Galleria di Piazza San Francesco, Gigotti segue le esposizioni dedicate a Mendini e Remi e a “Oro d’autore”: ci sembra dunque una degna prosecuzione di quanto già offerto in questi mesi nei quali le vari correnti artistiche sono state offerte all’attenzione del visitatore mentre la luce e il colore del grande Piero e del Rinascimento si diffondevano su Arezzo. La luminosità di Gigotti infonde nello spazio il senso della trascendenza divina, incentiva a un senso di appartenenza comunitario permettendogli tuttavia di restare fedele a una sua profonda individualità, a un tratto distintivo che resta sempre la caratteristica dei grandi artisti. Giuseppe Fanfani Sindaco di Arezzo
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Saluto con piacere la mostra "Poetica e libertà del segno", dedicata ad un pittore moderno unanimemente riconosciuto dalla critica tra i maggiori esponenti della pittura romana del XX secolo: Lorenzo Gigotti. Una grande occasione da non mancare, anche perché tra le 80 opere concesse dall’Archivio Lorenzo Gigotti e da proprietari privati, ben trenta non sono mai state esposte. E’ mia convinzione che gli enti locali, oltre ad amministrare responsabilmente il territorio e facilitarne lo sviluppo, debbano avere a cuore la crescita culturale di suoi cittadini fornendo opportunità di confronto, di espressione e di ampliamento delle conoscenze, senza cui non si può coltivare il senso di comunità di persone e di relazioni, oltre che di interessi. Sono certo che l’intera comunità aretina saprà cogliere l’opportunità di ripercorrere le principali tappe artistiche di Gigotti, dagli anni della Scuola Romana fino alla maturità, così come ha saputo apprezzare la mostra dedicata a Piero della Francesca, che ha caratterizzato il panorama culturale di Arezzo e provincia nel corso della primavera ed estate appena trascorse. Una scommessa sicuramente vinta, che ha risvegliato il desiderio di incontrare da vicino le opere di un’artista che da sempre è sotto i nostri occhi, ma che grazie all’esposizione ognuno ha potuto rivalutare e apprezzare con la dovuta attenzione, riscoprendo il fascino del contatto immediato con le opere d’arte. Mi auguro che tale anelito non sia sopito, ma spinga a confrontarsi anche con maestri contemporanei, a valutarne con interesse il percorso artistico che, nel caso di Gigotti, parte dalla scelta di soggetti appartenenti alla quotidianità, dalla centralità della figura umana, per evolversi in fasi via via più astratte. Un cammino che è interessante rapportare agli eventi storici ed alle trasformazioni sociali e culturali contemporaneamente attraversate dal nostro paese. Vincenzo Ceccarelli Presidente Provincia di Arezzo
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Una nuova mostra di Lorenzo Gigotti (Roma 1908-1994), dopo quella organizzata nella sale del Chiostro del Bramante di Roma, andrà ad arricchire il già lungo elenco delle mostre allestita dal e per l’artista dagli anni Trenta ad oggi. Si tratta di una nuova antologica studiata però quasi come una personale dove, a prendere corpo e risalto, saranno soprattutto quelle opere meno conosciute o per lo più inediti della seconda parte di attività artistica di Gigotti, focalizzata fra gli anni Sessanta e Ottanta del XX secolo. Superato il breve periodo formativo con Ferruccio Ferrazzi, l’artista divenne ben presto uno dei personaggi di rilievo della Scuola Romana degli anni Trenta e Quaranta, alla quale ha legato il suo nome grazie ad una pittura tonale affine alla lezione di Cagli e Capogrossi. In questo periodo numerose furono anche le incursioni espositive di Gigotti nelle mostre ufficiali romane, dalle molte Sindacali dell’arte alle Quadriennali di Roma dagli anni ‘30 alla fine degli anni Sessanta, fino al riconoscimento della Biennale di Venezia del ’48. É comunque da questo periodo che l’artista inizia sempre più ad impegnarsi sul versante della ricerca espressionista, confacente ad una svolta impressa alla pittura romana soprattutto dall’attività di Mario Mafai, artista molto amato da Gigotti. A tale proposito saranno presenti in mostra un prezioso nucleo di opere di grande impatto visivo che confermano la vivacità e la forza espressiva della pittura dell’artista d’origine abruzzese e che va principalmente spostandosi, dal periodo post-bellico in poi, verso un segno affine alla coeva pittura di Pirandello e di Gentilini, senza dimenticare i riferimenti a Klee e Chagall, due degli artisti, del panorama dell’arte internazionale, ai quali Gigotti si sentiva più legato. Di estremo interesse e anche tutto da verificare il rapporto costante, diretto e prolifico di Gigotti con molti artisti attivi a Roma in questo periodo e che va da Antonio Donghi, Domenico Purificato e Enrico Del Debbio a Marcello Avenali e Giorgio de Chirico, con il quale ebbe un vero e proprio rapporto privilegiato di stima e coesione intellettuale. Il percorso professionale di Gigotti, si protende poi anche verso l’Europa – Kandiskij in particolare – fino ad approdare all'astrattismo degli anni '60 e terminare quindi nel pieno e definitivo distacco dalla Scuola Romana. In questo frangente le immagini tendono a ripetersi, quasi in una paranoia di significati ermetici, gabbie, teschi e lische di pesce quasi fossili, oggetti, figure umane dai colori sfumati ed attenuati, fino a compiersi una rivoluzione visuale sempre più marcata tra figura e segno astratto di matrice post-cubista. L’artista in questo modo, sempre più in isolamento culturale, continua a raccontare le evoluzioni culturali sue personali, con un segno dal taglio freddo e ripetitivo tipico delle Composizioni della fine anni Settanta – inizio anni Ottanta del Novecento. Lungo un excursus così concepito, la mostra attuale cerca essenzialmente di riscattare dall’ombra il suo ultimo periodo pittorico, in modo da riuscire a riscoprire un artista di grande valore e di spiccata personalità. Mario Lolli Ghetti Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
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Cinquanta anni di intenso lavoro di una vita dedicata all’arte: quadri, vetrate, affreschi, bozzetti, disegni incisioni e litografie. Inoltre scritti sull’arte, corrispondenze, saggi critici, fotografie, articoli e documenti, contributi sonori e cinematografici, cataloghi delle più importanti mostre nazionali ed estere costituiscono un patrimonio di valori artistici e personali che sistematizzati hanno dato vita all’Associazione Culturale Archivio Lorenzo Gigotti. Iniziativa di cui si è fatta promotrice la famiglia del pittore scomparso circa dieci anni fa, ma sollecitata da eminenti critici dell’arte, oltre che da recenti studi universitari che hanno portato negli ultimi tempi alla elaborazione di tre tesi di laurea sull’opera dell’artista romano. Cio’ a testimonianza di un interesse storico-artistico per un pittore “appartato “ ma protagonista di diritto della storia dell’arte del ‘900 italiano. Da questo impulso è nata la volontà di promuovere, nel 2005, una vasta antologica dell’opera di Lorenzo Gigotti in una delle sedi museali più prestigiose di Roma: il Chiostro del Bramante. Non solo un doveroso omaggio, dunque, ma anche un’occasione per riproporre in maniera articolata, al vasto pubblico e alla critica, l’intero percorso artistico di Lorenzo Gigotti. Settembre 2007, un ulteriore riconoscimento per il maestro e per le sue opere: una nuova mostra all’interno dei locali della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo che ospiterà soprattutto quadri meno conosciuti o per lo più inediti della seconda parte dell’attività artistica di Gigotti. Un ringraziamento sincero va innanzitutto agli autorevoli esponenti del Comitato Scientifico della mostra Fabio Benzi, Claudio Crescentini, Domenico Guzzi, Mario Lolli Ghetti, Claudio Strinati, agli autori dei saggi pubblicati in catalogo, alle Istituzioni che hanno inteso patrocinare l’evento artistico, al Ministero, ai collezionisti che hanno prestato i dipinti di loro proprietà. Un particolare ringraziamento va al Comune e alla Provincia di Arezzo che gentilmente ospiteranno la mostra, alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e il paesaggio della Toscana e alla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale, agli sponsors nonché a tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato con passione per la riuscita della mostra. Associazione Culturale Archivio Lorenzo Gigotti
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SAGGI CRITICI
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LA PROFONDA DOTTRINA DI LORENZO GIGOTTI Claudio Strinati L’Archivio Lorenzo Gigotti promosse nel 2005 la mostra intitolata Lorenzo Gigotti, dalla scuola romana alla cromia del segno, che, presentata con notevole successo al Chiostro del Bramante in Roma, fu determinante per riportare l’attenzione sulla figura di questo artista, indubbiamente umbratile e appartato, che negli ultimi tempi era stato progressivamente dimenticato. Nato nel 1908 e scomparso nel 1994, Gigotti ebbe una vita lunga e operosa ma la sua fama era oggettivamente declinata. C’erano motivi ben precisi. Gigotti, infatti, pur non partecipando attivamente ad alcun “movimento” artistico era nato come esponente significativo e raffinato della Scuola Romana, una scuola che, ancor prima di essere proclamata tale, esprimeva una profonda sintonia tra artisti diversi e pure uniti da un afflato, un impegno e una sorta di “fede” stilistica veramente condivisi e incomparabili. Gigotti si era poi allontanato da quelle posizioni, sia sotto l’aspetto dei contenuti sia sotto quello, appunto, stilistico, chiudendosi in un mondo delicato e rarefatto da cui non volle più uscire. Risultava, insomma, meno riconoscibile rispetto a altri insigni esponenti della Scuola Romana che, pure, avevano avuto parabole e destini differenti. Il titolo della mostra al Chiostro del Bramante dice, in tal senso, molto e molto bene. Tutta la fase che coinvolge numerosi, e sovente molto interessanti, lavori a committenza religiosa permise alla critica più avveduta di inquadrare sempre meglio la reale vocazione dell’artista, consapevolmente volto verso un glorioso passato. Gigotti, in effetti, pensava proprio a epoche in cui l’artista, organico alla cultura della Chiesa, profondeva il suo sapere in affreschi, vetrate, decorazioni. Divenne, così, un “inattuale” che, però, è oggi possibile recuperare nel suo autentico valore. I tempi sono infatti maturi per comprendere in tutta la loro portata tanti fenomeni di ritorno meditato a un passato che può persino scavalcare i secoli, ma restando entro la mentalità della cultura novecentesca. Gigotti ebbe chiara la percezione della possibilità di sviluppare la sua attività di artista attraverso una specie di ricognizione 16
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nei meandri della storia, non con l’attitudine dello studioso ma con quella del poeta che si riaccosta a un immenso patrimonio nella consapevolezza che questo patrimonio non è perduto ma è, anzi, a portata di mano, recuperabile e riattivabile. Ma tutto ciò passava in lui al vaglio di un filtro che era fatto degli echi del cubismo, dell’astrazione classica, dell’informale italiano potentemente influenzato dall’ambiente statunitense. C’è dunque, nel lavoro di Gigotti, una profonda dottrina che da un lato lo spinse sempre in avanti ma, dall’altro, non sempre gli giovò quasi che un eccesso di stimoli avessero difficoltà a riordinarsi in un discorso coerente e personale. E allora è quanto mai opportuno approfondire lo studio e la conoscenza dell’opera di un maestro come lui, severo e mai banale, dignitoso e appassionato, conscio del suo valore ma discreto e parco nell’espressione. Questa mostra darà, così, un nuovo contributo all’apprezzamento di un artista veramente degno di questo nome.
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LORENZO GIGOTTI: “ALTRI” SEGNI E IL SOLE NERO
Claudio Crescentini Le papillon, fleur sans tige, / Qui voltigr, / Que l’on ceuille en un réseau; / Dans la nature infinie / Harmonie / Entre la plainte et l’oiseau !… Gérard de Nerval1
In una diversa metodologia dello studio della storia dell’arte contemporanea, focalizzata sulle personalità più che sui movimenti, l’exemplum di Lorenzo Gigotti risulta realmente singolare, soprattutto per la lunga parabola segnica che, più o meno evidentemente, caratterizza tutto l’iter operativo dell’artista. Dal punto di vista stilistico potremmo comprimere la vita artistica di Gigotti racchiudendola fra la Scuola Romana e appunto l’arte segnica,2 ma non sarebbe corretto e né esatto. Del resto, a ben vedere, fin dalle prime pratiche pittoriche dell’inizio degli anni Trenta – Figura di donna (Nudo di spalle), 1933-34 ca. – Gigotti sembra imprimere alla sua pittura, vista nella nostra prospettiva storico-stilistica, proprio quella sostanziale continuità segnica che lo porterà dal segno-colore iniziale – La veste rossa (1937), Acciughe sulla sedia (inizio anni ’40), Ritratto di giovinetta (1942) – al ribaltamento della traiettoria mediante un colore-segno finale dal forte potere archetipale ed evocativo. Pensiamo in particolare a La brocca (1973), Motivi (1975), Composizione con cubi (1978), Primavera (1980), Sogno (1982), I due pesi (1983), La coppia (1983), Composizione con rondine (1988). Infatti é proprio negli anni Settanta-Ottanta che le esperienze 1 G. de Nerval, Les Papillons, in Œuvre, Paris 1943, t. I, p. 53. Nostra la traduzione. 2 Per una lettura storica maggiormente approfondita e contestualizzata rimandiamo a : C. Crescentini, Lorenzo Gigotti dalla Scuola Romana alla cromia del segno, in C. Crescentini a c. di, Lorenzo Gigotti dalla Scuola Romana alla cromia del segno, cat. mostra, Roma 2005, pp. 2347. In questa sede e visto anche il taglio dato alla mostra, ci sembra più opportuno soffermarci sul valore meta-linguistico del segno di Gigotti, approfondendo le problematiche della sua pittura degli anni Sessanta-Ottanta, da sempre poco conosciuta e studiata rispetto al periodo iniziale.
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pittoriche di Gigotti vanno ad insistere, con più forza che in precedenza, sulla componente mentale del segno, impegnandosi in una verifica del proprio linguaggio che diviene ridefinizione stessa del quadro dal suo interno. In questo periodo l’artista parte soprattutto da strutture primarie, identificabili nei segni minimi, nella ripetizione quasi archetipale degli oggetti – o almeno della loro valenza strutturale – disseminati sulle tele e intrecciati fra di loro, quasi a formare un’unica componente descrittiva e mentale: Bottiglia e lisca (1971-72); Bottiglia su tavolo (1973); Tempo di musica I (1974); Tempo di musica II (1974); Tavolo con lisca di pesce (1975); Motivi (1975); Congengo musicale (1975). Questi segni-simboli, nuove forme di allegorismo, segnano in realtà per Gigotti un sensibile scatto “di lato” rispetto alle coeve esperienze della pittura italiana legata al “concetto”, così come rispetto ad alcuni artisti – Giuseppe Capogrossi, Toti Scialoja, ecc. – e alle sue, come alle loro, precedenti esperienze artistiche di carattere spiccatamente figurativo. Da qui la serie di Composizioni, quelle per capirci degli anni Ottanta, da considerare anche come esplorazioni linguistiche che pongono al centro dell’analisi, prima di tutto, la questione dell’iconismo, posto in discussione dall’assenza di intitolazione esplicativa, con una significativa convergenza con le indagini più specificatamente semiotiche. Denominatore comune di queste opere sembra essere lo scollamento tra segni e referente. La distanza metalinguistica viene condotta dall’interno della stessa operazione pittorica, in modo che la ricerca del significato, intimo e complesso della pittura precedente, si fa presenza non tanto nella relazione verticale tra i segni e le cose, quanto nella successione orizzontale in cui ciascun segno ne traduce un altro e funziona da interprete rispetto alla successione così come rispetto a se stesso. Punto focale dell’opera di Gigotti diviene quindi il segno e la tecnica, il primo ancor più del secondo, trattandosi di un segno, perciò di un disegno, pieno, sempre più essenziale e che ben evidenzia, nei decenni, il suo fare pittura, dall’espressionismo all’essenzialità delle già citate ultime Composizioni della fine anni Ottanta. Il modo è tale che, nell’opera di Gigotti, il “produrre” artistico
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sembra sempre più assimilabile all’idea del “condurre” umano, verso qualcosa di più intenso e segreto, psichico, intimo e naturale, disposto lungo nuove relazioni mnemoniche, rispetto alla natura del quotidiano o del già realizzato. Parafrasando e forzando i termini di un parallelismo puramente filosofico-letterario, soprattutto dopo gli anni Sessanta, la pittura di Gigotti, in contemporanea con la crisi delle neo-avanguardie e l’esplosione dell’anti-arte per eccellenza, il concettuale, si fa “ricerca inquieta ed infinita della propria fonte”.3 In linea con una sequela di personalismi che vanno da Heidegger a Blanchot, ricordando Hölderlin e Mallarmé, passando per i surrealisti e i “metafisici” – dal Grande Metafisico stesso ai dechirichiani fino ai neo-metafisici ancora degli anni Sessanta. In questo modo si finisce per constatare che l’artista tende comunque a chiudersi nella dimora che sembra essergli più propria, il segno appunto, con la conseguente creazione di un personale nuovo linguaggio creativo ed espressivo. Di questo, prima di tutto, cerca di dispiegarne le risorse anziché affrontare ingenuamente la pura rappresentazione, per creare una dicotomia, immagine/segno – linguaggio – che interiorizza sempre più, tanto da arrivare a “ritrarsi dal mondo” – ovviamente quello definito “ufficiale” – guarda caso in contemporanea e sulla scia della crisi del pensiero occidentale. Per la pittura di Gigotti di questo periodo non si può più parlare di rappresentazione “parlata”, descritta, come era quella della “sua” Scuola Romana e degli anni Cinquanta, ma di una “parola” inadeguata a forza di essere disfatta.4 A questa fa seguito un’esagerazione silenziosa dei segni e dei simboli che vengono sempre più abbinati fra di loro quasi in un rompicapo matematico formato da cubi, gabbie, pesci, gatti, lische, volatili, teschi, ecc. Segni e “parole” protesi verso l’abisso della sofferenza psichica dell’artista, il quale sembra, proprio con la pittura, cercare di porvi rimedio. Ricorrere alla rappresentazione segnica e metalinguistica porta necessariamente Gigotti ad una profusione incontrollabile di 3 M. Blanchot, Où va la littérature?, in Le livre à venir, Paris 1959, p. 63. Nostra la traduzione. 4 Vedi ancora la serie delle ultime Composizioni.
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associazioni, di ricchezze o di povertà semantiche e sentimentali.5 La riduplicazione però è una ripetizione bloccata. Mentre il ripetuto si sgrana nel tempo, la riduplicazione è fuori tempo, finisce per essere una riverberazione nello spazio, un gioco di specchi senza prospettiva, senza durata. Un doppio, come avevano insegnato i surrealisti da de Chirico, può fissare per un certo periodo l’instabilità del medesimo, dargli un’identità provvisoria, ma scava soprattutto il medesimo en abîme, apre in esso un fondo insospettato e insondabile. Il doppio è il fondo inconscio del medesimo, ciò che lo minaccia di questo stesso – Il pericolo viene dal cielo (1980), Composizione con guerriero (1980), Accetta sul tavolo (1987). Fabbricata dallo specchio, la riduplicazione precede l’identificazione speculare propria di quello che Julia Kristeva denomina lo “stadio dello specchio”6 e rimanda agli anteposti delle nostre identità instabili confuse da una pulsione che nulla ha saputo differire e negare. Anche le tonalità divengono più essenziali, oltre che esistenziali, legate a tipologie di linguaggio figurativo del tutto irriducibili ad una geometria immaginaria intrisa di pulsioni psichiche, come nel caso del dipinto intitolato Sole nero (1982), al quale andrebbero associati anche L’invasore, dello stesso anno e suo precipuo pendant, Composizione (1981) di poco precedente e I due pesi (1983) leggermente successiva. Il tema dominante e la circonferenza e il nero appunto, i quali divengono elementi linguistici e psicologici di un medesimo recondito messaggio visivo che Gigotti, dal suo mondo, lancia verso il mondo. Nel linguaggio psicanalitico moderno il sole nero, partendo comunque dagli antichi filosofi, rimanda inevitabilmente alla melancolia, seppur indicando anche cose diverse, spesso differenti fra di loro e che vanno dalla malattia mentale di stato ansioso e depressivo, ad un certo tipo permanente di carattere, fino alla tipizzazione di un temporaneo stato d’animo con una inclinazione perciò, assolutamente soggettiva. Costante è quindi il senso di vulnerabilità dato da una più pro5 Emblematico in questo senso ci sembra il dipinto del 1982 Equilibrismo. 6 J. Kristeva, Sole nero. Depressione e melanconia, Milano 1988, p. 205.
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fonda ipersensibilità rispetto all’esterno che porta, in qualche modo, a compensare il cattivo funzionamento del personale termostato emotivo, della hysteroid dysphoria, come la denomina uno dei pionieri, nella seconda metà del Novecento, del riconoscimento di questa patologia e del suo essere continuum, Donald F. Klein. Lo studioso infatti ha individuato e cercato di curare proprio lo “stato psicopatologico generale” del malato, al di là della psicoanalisi, “costituito da un umore molto precario (...) che passa da una vorticosa esaltazione all'infelicità più disperata. Il livello del loro umore è notevolmente sensibile all'ammirazione e all'approvazione altrui. (...) Le loro capacità critiche sono notevolmente influenzate dall’emotività”.7 Questa capacità critico-emotiva è possibile rilevarla anche nell’analisi delle citate opere di Gigotti, dove il “gioco” degli abbinamenti, nella ripetizione negata del senso, diviene forza espressiva di una mente che reagisce al proprio dolore8 e, per traslato, al dolore incommensurabile del mondo contemporaneo. La pittura di Lorenzo Gigotti – l’esterno – in una lettura condivisa più ampia e multidisciplinare, diviene quindi, ma non solo, antidoto alla melancolia – l’interno – finendo così per essere inevitabilmente destinata a portare un grosso peso su di sé, soprattutto nel riscontro intellettuale con il concetto di “senso” e di “non-senso dell’Essere” kierkegaardiano, già esplicito annuncio dell’angoscia heideggeriana come stimmung del pensiero e quindi dell’arte occidentale.
7 D.F. Klein, Approaches to Measuring the Efficacy of Drug Treatment of Personalità Disorders: An Analysis and Program, in Principles and Problems, in Establishing the Efficacy of Psychotropic Agents, Washington 1971, p. 194. Nostra la traduzione. La presente lettura è inserita in una personale analisi dell’arte contemporanea già applicata ad altri artisti del Novecento, fra i quali Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp e altri. Per ulteriori approfondimenti rimandiamo a: C. Crescentini a c. di, Arte e Alchimia. Conservazione e trasmutazione, Roma 1995; C. Crescentini, Et quid amabo nisi quod aenigma est? Faccia a faccia con la Nigredo, in C. Crescentini, Melancolico de Chirico 1905-1935, Roma 2000, pp. 127-160; C. Crescentini, Salomé “a margine” del Novecento: Egon Schiele e Marcel Duchamp, in C. Crescentini a c. di, Salomé il tragico, il sublime, le arti, Atti del Convegno, Roma 2001, pp. 51-64; C. Crescentini, Tradimenti d’arte, Roma 2007 (in corso di stampa). 8 Interessante sarebbe approfondire, a livello psicanalitico, lo studio di queste opere soprattutto ponendole in corrispondenza con la “malattia” psicologica che, in vari periodi e momenti, aveva colpito la moglie dell’artista, Anna Maria Kambo.
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LA PITTURA “ROMANA” DI LORENZO GIGOTTI Domenico Guzzi Ricordo che cominciò da pittore tonale, con figurazioni estasiate, a colori netti e spaziali che si facevano notare per una certa fermezza d’impianto e la poetica semplicità dell’atmosfera che creavano. Libero de Libero1
Occorre, anzitutto, ribadire uno spazio cronologico alla Scuola Romana. Dal 1927, anno della mostra alla “Pensione Dinesen” di Giuseppe Capogrossi, Emanuele Cavalli e Francesco Di Cocco; passando per la mostra del ‘29 al “Circolo artistico” di Palazzo Doria: Mario Mafai, Scipione e, ancora, Di Cocco (con Bandinelli, Ceracchini, Frateili, Spadini e Vannuccini); altresì considerando il ’33, quando Corrado Cagli, Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi espongono a Parigi, presentati da Waldemar George il quale li assume a interpreti d’una “(…) école de Rome (…)”; giungendo, infine al 1940, anno della “XXXI Mostra della Galleria di Roma”: Renato Guttuso, Virgilio Guzzi, Luigi Montanarini, Orfeo Tamburi, Alberto Ziveri e Pericle Fazzini: esaurendo, questa, le ragioni della Scuola Romana e simultaneamente avviando quelle del “realismo”.2 In questo arco di tempo, e tra questi artisti: altri pittori, a respirare un’aria ora “tonalista”, ora “infuocata”, ora “rarefatta” ora “realista”. Tanto che Giorgio Castelfranco poté scrivere di “(…) un complesso di artisti che si conoscono e si seguono con occhio attento e simpatico l'un l'altro, che partecipano di un certo assieme di problemi stilistici variamente interferenti, di una certa comune eticità - e quindi anche politicità - che hanno - ciò soprattutto - un analogo senso del rapporto tra immagine artistica e realtà, che respirano insomma, sia pur con toraci diversi, la stessa aria nella stessa atmosfera (…)”.3
1 L. de Libero, Gigotti, Galleria San Fedele, Milano 1951. 2 E. Crispolti, Il Novecento, Electa, Milano 1991. Cfr. anche F. D’Amico, Guttuso, Pirandello, Ziveri, Edizioni Netta Vespignani, Roma 1995.
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*** Quando nel 1937 (dopo aver studiato decorazione con Ferruccio Ferrazzi) Lorenzo Gigotti espone La veste rossa alla VII Sindacale, non ha ancora trent’anni, e da non più di tre o quattro s’è volto alla pittura. Già nel ’36, rivelante un’atmosfera di “memorie”, dipinge Donne al bagno; nello stesso ’37: I lottatori. Alla Sindacale La veste rossa – “(…) quadretto raffinato (…)” lo definisce Giuliano Briganti4 - è collocato accanto a nomi che consentono, in parte, di “ambientare” la pittura di Gigotti in un’area sostanzialmente “romana”.5 Di modeste dimensioni, il dipinto è retto da una ritmica ma, soprattutto, da una cromia rigorosamente “tonale”. Impostazione riconosciuta sia da Michele Biancale6 che da Arturo Peyrot.7 Così come, a ribadire un ambito, Libero de Libero, presentandone una personale nel ’51, poteva scrivere che: “(…) Gigotti appartiene alla ‘scuola romana’, anche se il suo nome non appare negli elenchi ufficiali dettati sempre da critici arbitrari (…)”.8 Tonalismo che è tra i passaggi nodali della pittura a Roma (basterebbe rammentare Roberto Melli, Corrado Cagli, Emanuele Cavalli, Giuseppe Capogrossi, lo stesso Mafai, ed altri). Si noterà come il rosso della veste del personaggio in primo piano colloqui, e sulle corde di un medesimo rigore, con le altre cromie dell’opera. S’indica, parimenti, un colloquio ulteriore, e a distanza, con l’esperienza di Cavalli e, per soli intendimenti narrativo-compositivi, con cert’altra di Ziveri. Rigore che è pur sostanziato da una sottesa relazione “geometrica” (che, più in là nel tempo, il pittore condurrà a maggiori conclusioni). Ne fa fede non solo il disporsi in triangolazione dei personaggi, ma il veder l’ambiente per una fuga che lo suggerisce in “obliquità”. Ed ugualmente “geometria” è in certi particolari, in alcuni “tagli” che allentano una sensazione di staticità, apparendo meglio suggerire la realtà d’un’interna “dina3 G. Castelfranco, La Scuola romana, Istituto Grafico Tiberino Eredi L. De Luca, Roma 1959. 4 G. Briganti, VII Mostra del Sindacato, in “La Ruota”. Il ritaglio è privo di data. Archivio Lorenzo Gigotti. 5 Sono espositori nella medesima sala Vanarelli, Monti, Savelli, Mazzacurati, Ceracchini, Trifoglio, Troso, Mancuso e Giris. 6 M. Biancale, VII Sindacale, in “Tribuna”. Il ritaglio è privo di data. Archivio Lorenzo Gigotti. 7 A. Peyrot, VII Sindacale, in “Roma fascista”. Il ritaglio è privo di data. Archivio Lorenzo Gigotti. 8 L. de Libero, Gigotti, cit.
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mica”. È il “gioco” delle braccia e delle trombe “carnascialesche” che alimentano una “pluridirezionalità” e che, non di meno, contribuiscono ad una volumetria. Né può dirsi di poco conto l’allusione “esistenziale”. Al pari di altri artisti, Gigotti, dando immagine ad un evento “minuto”, si volge al “quotidiano”. Ed è la “distanza” tra i romani e quanti d’un clima diverso ed “ufficiale”. Con La bolla di sapone e Figura (1938),9 il pittore giunge a proporre una prima evoluzione del suo idioma. Della Figura si noti la ritmica; così come composizione e soluzioni de La bolla di sapone: “(…) più moderne composizioni di figura (…)” scrive, non per nulla, Alberto Neppi.10 Rispetto agli antecedenti (considerazione che anche riguarda altri “romani”, rendendo perciò “comune” la tensione d’un’esperienza) è, tra l’altro, una più significativa elaborazione del ductus materico. Il pittore lo concretizza in un nuovo spessore; la pennellata, da parte sua, si fa più “minuta” e, ove s’amplia, maggiormente “strisciata”, sì da persino riconoscerne il verso sulla tela. Le luci e le ombre – in un contesto di “(…) sottili ma accese colorazioni (…)”, scrive ancora Neppi11 — consentono una più incisiva definizione dei volumi (la spalla prossima al riguardante); altresì contribuendo all’analisi della realtà (le pieghe della maglia, della gonna e dei panni tenuti sulle ginocchia). Ciò detto – “(…) La mia pittura – annotava Gigotti – è una costante ricerca sia del colore come della forma (…)”12 – il pittore prosegue in una sua rivisitazione della “classicità”. Ed è non solo la “positura” del personaggio, ma la partitura del fondo, lungo il cui registro destro (facendovi eco la verticale della sedia) è un tendaggio che, forma, si dà evocativo d’una relazione rinnovatamente “geometrica”. Condizioni per le quali comprendere come Gigotti sia attento ai termini delle corrispondenze – che danno complessità ad un’immagine per altri versi “semplice” – tra linee, forme e piani. Non di meno rinnovandosi un’attenzione “esistenziale”, per quel lavorare di cucito che, testimoniando il valore d’una quotidianità, pur divie9 I dipinti vengono esposti alla VIII Mostra del Sindacato Belle Arti del Lazio (1938). 10 A. Neppi, VIII Sindacale, in “Rassegna dell’istruzione artistica”. Il ritaglio è privo di data. Archivio Lorenzo Gigotti. 11 A. Neppi, VIII Sindacale, in “Lavoro fascista”. Il ritaglio è privo di data. Archivio Lorenzo Gigotti. 12 L. Gigotti, pagine diaristiche, Roma s.d., Archivio Lorenzo Gigotti.
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ne obliqua considerazione “sociale”.13 Ne La bolla di sapone è la cadenza “bloccata” delle figure, anch’esse costruite per luci ed ombre, e per un colore fondamentalmente ancora “tonale”.14 Del ‘39 una Figura.15 In tale scorcio di decennio una parte, almeno, dell’esperienza pittorica romana si volge, in chiave di “realismo”, ad una visione seicentesca. La cromia, dunque, viene impostata su “scale” più intensamente “cupe”, mentre s’avverte, quale approdo necessario, una più forte aderenza al vero.16 Di questa nuova temperie Gigotti unicamente parrebbe accogliere talune indicazioni. Quelle – e della Figura – che più s’avvicinano al ribasso tonale, “(…) ricco di delicate trasparenze (…)”.17 Cui parrebbe, per quel che attiene alle forme, far eco contraria un’accentata riflessione “classica”. La figura, così, si dà “bloccata” nella propria gestualità, in un’amplificazione “monumentale” che vive per qualità del “tono”. Ancora Peyrot può notare che “(…) Micheli Gigotti in una mezza figura dimostra un raro senso di penetrazione, che gli permette, attraverso toni pacati e fusi, di creare un’atmosfera di lieve foschia, in cui la luce gioca tenuemente sui piani, e di afferrare il senso intimo della figura, che appare come in una visione sognata (…)”.18 La materia viene ancor più densamente lavorata, e qua e là “stiacciata” dalla spatola; mentre le luci e le ombre si offrono descriventi. Di qui, e tra l’altro, sembrerebbe che Gigotti non già lavori prescindendo dal “disegno”, il quale esiste ed è “puntuale”, ma direttamente col 13 Da rammentare come, nella seconda metà degli anni Quaranta, esemplificando le opere in chiave neocubista e connotandole ideologicamente, lo stesso Guttuso dipinse un ciclo di quadri dedicato alle Cucitrici. 14 Sarà interessante notare che, in anni più tardi e con modalità diverse della pittura, in un Ritratto del figlio il pittore tornerà al tema della “bolla di sapone” che, nel quadro del ’38, oltretutto gli consente un “pezzo di bravura” in termini di trasparenze. 15 Dipinto esposto alla III Quadriennale d’Arte Nazionale, del 1939. Gli sono “compagni” nella medesima sala: Tempestini, Brandi, Tonion, Costa, Miotto, D’Ostiani, Buscio, Aita, Martinetti, De Rosa, Peyrot, De Amicis, Giuliani, Pucci, Zanardi e la Del Massa. 16 F. Benzi, Scuole e tendenze nell’arte romana degli anni Trenta, in Le Scuole Romane, Mondadori-De Luca, Roma-Milano 1988. Si tratta della citata “XXXI Mostra della Galleria di Roma”. Scrive: “(…) Altro termine espressivo della Roma artistica verso la fine degli anni Trenta fu quello secentista, di un nuovo realismo, presentatosi compiutamente con una mostra di gruppo alla Galleria di Roma nel 1940 (…)". 17 A. Peyrot, III Quadriennale, in “Il Piccolo”. Il ritaglio è privo di data. Archivio Lorenzo Gigotti. 18 A. Peyrot, III Quadriennale, in “Il Piccolo”. Il ritaglio è privo di data. Archivio Lorenzo Gigotti.
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colore e con la materia. Né gli sono estranee – anzi – riflessioni in termini di “massa” e di “volume”. Si noterà, tra l’altro, come il personaggio più che mai sia “corpo” e “fisicità”, in un ambiente di e da cui nulla traspare. Egli fa, quindi, unico affidamento sulla figura che, seduta, la testa volta da un lato, il corpo di tre quarti (ed è profondità e movimento), una mano al seno a sorreggere la veste mentre, posata su una spalla è una giacca, si pettina l’ampia capigliatura, alzando un “possente” braccio (tra questo e l’avambraccio è chiara una rinnovata “triangolazione”) sino alla descrizione della mano “polposa” tra i capelli. “(…) Modelle! Scomparse. Restano solo delle testimonianze di quadri (…)”.19 Si scorge un adombrato “romanticismo”, ad attenuare l’“esistenzialità”. Del pari, il pittore asseconda una necessità d’“armonia”, la quale e sul piano formale, propriamente si ricava per ritmica di rispondenze nello spazio. Pur pensando ad un Autoritratto, al 1940 risalgono la Natura morta con melone, Potatura, un’altra Natura morta.20 “(…) La storia della pittura, a Roma, dopo la morte di Scipione – ha scritto Guttuso recensendo la “IX Sindacale” – sofferse una crisi di sviluppo delle più tipiche e propizie. Da questa crisi, che fu sopratutto teoretica, nacque la generica “Scuola Romana”. Espressione assai vaga se proprio in questa mostra ci è dato osservare e seguire i due versanti della questione: uno a carattere romantico – lirico che trova in Mafai il suo fuoco, ed uno che fu detto “tonale” tendente alla esplicita restaurazione dell'architettura pittorica; dentro questa “architettura” ogni concetto realistico veniva sacrificato ad un amore quasi astratto dello spazio tonale (…)”.21 Di qui – è di nuovo Guttuso – può constatarsi “(…) come una coscienza artistica si vada nei giovani formando e precisando nei termini di una non aleatoria modernità (…)”.22 Ancora Guttuso, infine, può notare che “(…) in ottima forma ritroviamo Micheli Gigotti (…)”.23 Andrà per altri versi precisato che la pittura di Gigotti, con quanta di altri, è per nulla tesa al superamento del colore quale “tono”; solo che se ne 19 L. Gigotti, appunto diaristico, Roma s.d., Archivio Lorenzo Gigotti. 20 Opere esposte alla “IX Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio” (1940). 21 R. Guttuso, La IX Sindacale, in “Primato”, Roma, 15 maggio 1940. 22 Ibidem. 23 Ibid.
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serve quale “mezzo” per il raggiungimento d’una finalità nuova e diversa. Tanto che Potatura (variante di un Potatori del ‘37), tipologicamente e per “genere”, potrebbe far pensare a cert’altri dipinti di natura vagamente “allegorica” e narrativa che, in questa stessa stagione, stava dipingendo Ziveri. La cromia volge ad un ribasso ulteriore, taluni “rialzi” s’affidano ad alcune sole luci; rialzi che contribuiscono ad un rapporto maggiormente analitico. Ed è, in un notturno, un gruppo di uomini e di donne ai piedi di alberi alti e spogli. Chi raccoglie in fascine rami già tagliati; chi appoggia una scala ad un tronco; chi dà solo una mano. Può dedursi un’attenzione rinnovata al vero che, come scriveva il pittore, “(…) va rispettato, non copiato (…)”;24 alla stessa maniera in cui la materia in alcuni “luoghi” s’ispessisce, mentre in altri par sciogliersi in maggiore “sciarpatura”. Tensioni che ugualmente si testimoniano nella Natura morta. Né vi si scorge, se non filtrato, certo “mafaismo”, non fosse altro che per i fiori appassiti in un vasetto, centrale alla composizione. La quale, nella sua frontalità, con modalità diverse e, prima fra tutte, una lontana concezione della materia (qui forte grumosa e densa) par rammentare cert’impostazione latamente “carraiana”. *** Qui giunti, quel che sembrerebbe certo è che Gigotti, nonostante si siano indicate talune “certezze”, ritiene, questa, esser stagione ancora “sperimentale”.
24 L. Gigotti, appunti diaristici, Roma s.d., Archivio Lorenzo Gigotti.
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IL SENSO DELLA SCUOLA ROMANA (1937-1955)
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La veste rossa 1937, olio su tela, cm 60x39 Roma - collezione privata
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Il Fantino 1939, olio su tela, cm 61x47,5 Roma - collezione privata
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Vista dallo studio di Via Margutta 1940, olio su tela, cm 50x60 Roma - collezione privata
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Nudo di giovinetta 1942, olio su tela, cm 50x42 Roma - collezione privata
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Ragazza che legge 1942, olio su tela, cm 63x50 Roma - collezione privata
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Autoritratto 1946, olio su tela, cm 30x25 Roma - collezione privata
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Paesaggio da un terrazzo 1946, olio su tela, cm 50x65 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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Natura morta sulla stufa 1947, olio su tela, cm 65x50 Roma - collezione privata
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La magliaia 1949, olio su tela, cm 60x80 Roma - collezione privata
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Figura 1954, olio su tela, cm 60x45 Roma - collezione privata
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Il vicolo 1955, olio su tela, cm 55x46 Roma - collezione privata
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FIGURAZIONE TONALE E COMPOSIZIONE ESPRESSIONISTA (1956-1968)
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Carlo con le bolle di sapone 1956, olio su tela, cm 55x46 Roma - collezione privata
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Nudo sdraiato 1960, olio su tela, cm 54x65 Roma - collezione privata
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La gabbia 1962, olio su tela, cm 81x65 Roma - collezione privata
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Teschio di cavallo 1962, olio su tela, cm 65x81 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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Violenza 1962, olio su tela, cm 100x81 Roma - collezione privata
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Composizione con teschio 1964, olio su tela, cm 73x60 Roma - collezione privata
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Natura morta con piatto 1965, olio su tela, cm 60x72 Roma - collezione privata
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Lisca nel piatto 1965, olio su tela, cm 44x52 Roma - collezione privata
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Figure 1967, olio su tela, cm 116x89 Roma - collezione privata
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Trofeo 1967, olio su tela, cm 100x81 Roma - collezione privata
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Paesaggio montano 1967, olio su tela, cm 50x62,5 Roma - collezione privata
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Composizione gallina con pulcini 1967, olio su tela, cm 41x49 Roma - collezione privata
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Senza titolo 1968, olio su tela, cm 38x46 Roma - collezione privata
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Pesce e gabbia 1968, olio su tela, cm 66x81, Roma - collezione privata
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Due pesci su fondo scuro 1968, olio su tela, cm 34x41, Roma collezione privata
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DECOSTRUZIONE MENTALE DEL SEGNO (1969-1979)
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Composizione con gabbia 1969, olio su tela, cm 89x116 Roma - collezione privata
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Composizione 1969, olio su tela, cm 23x31 Roma - collezione privata
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Il fagiano 1970, olio su tela, cm 54x75 Roma - collezione privata
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Castello sulla Loira 1971, olio su tela, cm 72x92 Roma - collezione privata
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Bottiglia e lisca 1972, olio su tela, cm 35x65 Roma - collezione privata
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Il tempo fugge 1973, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Natura morta con bottiglia 1974, olio su tela, cm 81x65 Roma - collezione privata
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Tempo di musica (I) 1974, olio su tela, cm 65x55 Roma - collezione privata
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Tempo di musica (II) 1974, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Tavolo del maniscalco 1974, olio su tela, cm 35x27 Roma - collezione privata
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Tavolo con lisca di pesce 1975, olio su tela, cm 81x65 Roma - collezione privata
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Astratto con pesce 1975, olio su tela, cm 46x38 Roma - collezione privata
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Uccello fuori gabbia 1979, olio su tela, cm 73,5x60 Roma - collezione privata
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IL LINGUAGGIO DEL “SOLE NERO” (1980-1988)
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Campagna inizio anni ‘80, olio su tela, cm 72x60 Roma - collezione privata
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Natura morta con gabbia inizio anni ‘80, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Tavolo del pittore inizio anni ‘80, olio su tela, cm 60x50 Roma - collezione privata
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Primavera 1980, olio su tela, cm 46x38 Roma - collezione privata
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Composizione 1980, olio su tela, cm 60x50 Roma - collezione privata
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Nostalgia 1980, olio su tela, cm 92x73 Roma - collezione privata
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Composizione 1981, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Composizione 1981, olio su tela, cm 55x46 Roma - collezione privata
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Volteggio in geometria 1981, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Sogno 1982, olio su tela, cm 100x81 Roma - collezione privata
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Il torchio 1982, olio su tela, cm 65,5x54 Roma - collezione privata
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Elementi nello spazio 1982, olio su tela, cm 61x50 Roma - collezione privata
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Il sole nero 1982, olio su tela, cm 81x65 Roma - collezione privata
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Elementi nello spazio II 1982, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Uccello di fuoco 1982, olio su tela, cm 81x65 Roma - collezione privata
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Composizione con rondine 1982, olio su tela, cm 61x50 Roma - collezione privata
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Decollo 1982, olio su tela, cm 60,5x50 Roma - collezione privata
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L’uccello acrobata 1982, olio su tela, cm 65x55 Roma - collezione privata
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Uccello 1983, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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La coppia 1983, olio su tela, cm 73x60 Roma - collezione privata
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Uccello e uova 1983, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Composizione 1983, olio su tela, cm 60x50 Roma - collezione privata
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Notturno 1983, olio su tela, cm 61x50 Roma - collezione privata
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Strano pomeriggio 1984, olio su tela, cm 80x64 Roma - collezione privata
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Totem del protestatore 1984, olio su tela, cm 120x80 Roma - collezione privata
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Monumento al quadrifoglio 1984, olio su tela, cm 64x53 Roma - collezione privata
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L’occhio del pesce 1984, olio su tela, cm 55x46 Roma - collezione privata
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Diogene 1984, olio su tela, cm 33x41 Roma - collezione privata
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Totem III 1984, olio su tela, cm 81x65 Roma - collezione privata
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Extraterrestre 1984, olio su tela, cm 73x60 Roma - collezione privata
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I due gemelli 1984, olio su tela, cm 55x46 Roma - collezione privata
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Ricordo di una cattedrale 1984, olio su tela, cm 65x54,5 Roma - collezione privata
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Oggetti e pesce sul tavolo 1985, olio su tela, cm 73x60 Roma - collezione privata
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Composizione 1985, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Composizione con fondo giallo 1986, olio su tela, cm 66x54 Roma - collezione privata
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Vernissage 1987, olio su tela, cm 60x72 Roma - collezione privata
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Senza titolo 1987, olio su tela, cm 65x54 Roma - collezione privata
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Ovale e altre geometrie 1988, olio su tela, cm 40x50 Roma - collezione privata
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Natura morta con lische di pesce 1988, olio su tela, cm 33x41,5 Roma - collezione privata
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IL SEGNO DEL DISEGNO
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La moglie in attesa s.d., inchiostro grasso a pressione su carta, mm 285x225 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Figure in un paesaggio urbano s.d., inchiostro grasso a pressione su carta, mm 285x225 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Nudo femminile s.d., tempera su carta, mm 285x225 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Nudo femminile s.d., carboncino su carta, mm 285x225 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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Settimia s.d., china su carta da spolvero, mm 170x140 (cad) Roma - Collezione privata
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Figura di uomo 1939, china su carta, mm 290x215 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Studio per figura di donna 1937, matita su carta, mm 280x210 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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Gianna 1939, inchiostro su carta, mm 280x210 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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Figure 1942, inchiostro grasso a pressione su carta, mm 280x210 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
La mamma allatta Carlo 1946, china su carta, mm 410x290 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Vista dallo studio di via Margutta 1945, acquerello e china su carta, mm 280x370 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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Il lavoro a maglia 1948, inchiostro su carta, mm 280x210 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Nudo di donna 1950, china su carta, mm 400x300 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Figura 1951, china su carta da spolvero, mm 285x37 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Natura morta sulla sedia 1951, tecnica mista su carta, mm 280x210 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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Nuda alla finestra 1962, tecnica mista su cartoncino, mm 700x500 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Solidi in equilibrio 1966, tempera e inchiostro grasso a pressione su carta, mm 440x330 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Strumento musicale 1968, cera su cartoncino, mm 210x360 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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La corrida 1972, cere colorate su cartoncino, mm 310x440 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
In orbita 1974, cere colorate su cartoncino, mm 320x450 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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La trappola 1986, cere colorate su cartoncino, mm 260x220 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
Gli abissi del mare 1986, cere colorate su cartoncino, mm 320x450 Roma - Archivio Lorenzo Gigotti
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"L'ENERGIA" DI GIGOTTI Opere esposte presso la Centrale Termoelettrica Enel di Santa Barbara, Comune di Cavriglia (Arezzo)
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La Centrale termoelettrica di Santa Barbara Tecnologia, Energia, Ambiente
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La Centrale termoelettrica di S. Barbara, è situata nel comune di Cavriglia, ai piedi delle colline del Chianti nel versante che guarda il Valdarno. In quasi mezzo secolo di vita, la Centrale ha conquistato il record italiano per durata di funzionamento: 314mila ore di attività. L’impianto, entrato in servizio negli anni 1957-58, era originariamente alimentato con la lignite proveniente dalle adiacenti miniere di Castelnuovo dei Sabbioni ed Allori. Dal 1994 al 2006, a causa dell’esaurimento dei giacimenti di lignite, la produzione di energia elettrica è stata ottenuta mediante l’utilizzo dell’olio combustibile. Attualmente Enel ha realizzato a Santa Barbara un nuovo impianto a ciclo combinato, tra i migliori in Italia, caratterizzato da un maggior rendimento in termini di produzione di energia e da un minor impatto ambientale. Il nuovo impianto alimentato a gas naturale – grazie alla realizzazione di un gasdotto di 5 km – ha una potenza pari a 390 megawatt. Il ciclo combinato, basato su tecnologia di ultima generazione, è dotato di: • un turbogas di taglia 250 MW • un generatore di vapore a recupero a 3 livelli di pressione con postcombustione • una turbina a vapore da 140 MW. Oltre ad una maggior efficienza ed ad un più elevato rendimento, l'impianto assicurerà enormi vantaggi in termini di rispetto dell’ambiente. Le emissioni di biossido di zolfo e di polveri saranno eliminate; gli ossidi di azoto verranno abbattuti del 76%; sarà ridotto di un quarto il biossido di carbonio. Per Enel si tratta di un grande risultato in termini di risparmio energetico, rispetto dell’ambiente, minori dispersioni e maggiore resa energetica. Un chiaro esempio di utilizzo di tecnologie moderne ed avanzate finalizzate alla realizzazione di impianti all’avanguardia per produrre energia pulita e ridurre gli sprechi, nel rispetto dell’ambiente che ci circonda.
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Paesaggio 1966, olio su tela, cm 50x65 Roma - collezione privata
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Tavolo magico 1971, olio su compensato, cm 25x35 Roma - collezione privata
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Composizione “Giovani� 1979, olio su tela, cm 61x50 Roma - collezione privata
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L’invasore 1982, olio su tela, cm 91x73 Roma - collezione privata
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Monumento 1983, olio su tela, cm 60x50 Roma - collezione privata
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APPARATI CRITICI
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Biografia
1908-1932 Lorenzo Micheli Gigotti nasce a Roma il 10 febbraio 1908, da Gaetano e da Giovanna Lazzarini, in una famiglia colta di estrazione nobile. L’istruzione superiore, all’epoca assai poco diffusa, è invece già una consuetudine per la famiglia Micheli Gigotti; all’amore per la cultura e per lo studio vige però il rigore per scelte professionali tradizionali. Forte è dunque il contrasto che sorge fra il padre ed il futuro pittore in seguito alla ferma decisione presa da quest’ultimo di intraprendere un percorso artistico. Lorenzo Gigotti lascia così la casa paterna per trasferirsi dalla nonna, Teresa Blasetti, che ne sovvenzionerà gli studi. A seguito del non facile periodo trascorso a cavallo tra gli anni ‘10 e ‘20 presso il Reale Collegio di Mondragone, inizia a frequentare il Liceo Artistico di Roma, mostrando una precoce inclinazione per le tecniche pittoriche. Negli anni del servizio militare, svolto a Salerno, la vita familiare è segnata da due dolorosi lutti: la prematura perdita della madre e della sorella, Giulia. Terminato il Liceo inizia a frequentare i corsi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove, allievo di Ferruccio Ferrazzi, nel 1932 si diplomerà nel corso di “Decorazione”. È il momento non solo della formazione artistica ma anche della frequentazione di un ambiente culturale, quello romano, in veloce fermento. Di questo periodo i primi lavori nel settore della grafica e della cartellonistica, ma la pittura si impone da subito come mezzo d’elezione. Le prime tele nascono nel segno di un raffinato e personalissimo tonalismo, ciò che in seguito sarà riconosciuto sotto il nome di Scuola Romana. 1933-1937 Nonostante il carattere schivo e il temperamento riservato, Gigotti si lega in amicizia con coloro che diverranno i principali protagonisti della scena artistica della capitale fra la prima e la seconda metà degli anni Trenta. La prima esposizione alla quale il pittore prende parte, nell’aprile del 1937, è la VII Mostra del Sindacato Belle Arti del Lazio, seguono molte analoghe partecipazioni a rassegne del Sindacato Fascista delle Arti, come la VIII Sindacale (1938) e la IX Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio del 1940. La pittura di Gigotti si segnala in tali esposizioni per la distanza assoluta dalla monumentalità e dalla retorica dell’arte di Regime.
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La mancanza di attitudine classicheggiante, la scelta di soggetti della quotidianità, le stesse piccole dimensioni delle tele, indicano inclinazioni e referenti pittorici estranei alla magniloquenza formale del Novecento. Al centro dei quadri di Gigotti è la figura umana, resa con tocchi di assoluto verismo e con un impasto materico che ricorda la pennellata di Mario Mafai, da Gigotti molto amato. Si avverte nella pittura del giovane artista un’intima fusione, una profonda empatia con il soggetto ritratto, segni di una ricerca pittorica non solo formale che la critica inizia a scorgere; fra gli altri Arturo Peyrot recensisce in quegli anni favorevolmente le opere di Gigotti. 1938-1941 Nel 1938 realizza una tempera su parete alla Mostra dell’Agricoltura di Roma, distrutta dopo la chiusura della stessa esposizione. Nel ‘39 espone alla III Quadriennale d’Arte Nazionale, prima delle sei edizioni della Quadriennale alle quali sarà presente. Della commissione giudicante fanno parte Cipriano Efisio Oppo, Felice Carena, Ferruccio Ferrazzi, Marino Marini. Nelle sale principali espongono: Fausto Pirandello, Gino Severini, Mario Broglio, Achille Funi, Bruno Saetti. Gigotti è presente nella sala LXV, con l’olio Figura. Nel 1941 Gigotti realizza un mosaico nel Salone d’ingresso della Scuola Antincendio dei Vigili del Fuoco a Roma, zona Capannelle. In questo stesso anno partecipa alla III Sindacale Nazionale. 1942-1946 Nel 1942 si sposa con Anna Maria Kambo, dalla cui unione nasceranno tre figli: Laura, Carlo e Stefano. In questo stesso anno inizia ad insegnare “Figura disegnata” presso il Liceo Artistico di Via Ripetta e prende parte alla X Sindacale, esponendo tre opere: Limone sulla sedia, Acciughe sulla sedia e Ritrattino. Presta il servizio militare e consegue il grado di Capitano dei Granatieri di Sardegna. Nel 1943 due sue opere, Autoritratto e Composizione entrano a far parte della “Collezione 8x10” di Cesare Zavattini. Nel maggio del 1943 prende parte alla IV Quadriennale, esposizione che si svolge in pieno clima bellico, senza l’allestimento di sale personali. L’edizione sarà vinta da Giacomo Manzù per la scultura e da Gianni Vagnetti per la pittura. Gigotti espone nella sala III le opere Girasoli, Torso di Giovane, La giacca bianca. Nel 1944 Gino Severini scrive a Gigotti chiedendo all’artista di aderire alla Libera Associazione di Arti Figurative, che di lì a poco si sarebbe costituita come base del futuro Art Club.
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Nel mese di gennaio 1945 il gruppo artistico darà vita alla I Mostra della Libera Associazione Arti Figurative presso la Galleria San Marco di Roma. In questo stesso periodo le sue due opere “8x10” vengono esposte nella collettiva della collezione Zavattini, organizzata dallo stesso sceneggiatore, a Roma, presso la Galleria dello Zodiaco. È in questo periodo che l’artista inizia a firmare le proprie opere come “Lorenzo Gigotti”. 1947-1950 Nel 1947 è fra gli espositori di una storica collettiva, il Premio Modena, accanto a Afro, Renato Birolli, Giuseppe Capogrossi, Felice Casorati, Filippo de Pisis, Carlo Levi, Mino Maccari, Giuseppe Migneco, Giorgio Morandi e molti altri. Fra il 1947 e il ‘48 il “Giornale della Sera” pubblica numerose riproduzioni di disegni dell’artista nei quali è avvertibile lo spirito caustico e il segno nervoso di Honorè Daumier, piccoli sketch dal sapore a volte farsesco e a volte verista. Nel 1948 e nel 1949 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma acquista per la propria collezione permanente due tele, Pescatori e Paesaggio Romano. Ancora nel 1948 Gigotti è presente alla V Quadriennale di Roma con l’opera La croce e alla XXIV Biennale di Venezia, presieduta da Giovanni Ponti e della cui commissione per l’arte figurativa fanno parte, tra gli altri, Carlo Carrà, Felice Casorati, Roberto Longhi, Marino Marini, Giorgio Morandi, Carlo Ludovico Ragghianti, Lionello Venturi. Gigotti espone nella sala XXIX l’olio Figura. L’anno seguente riceve al III Premio Nazionale di Pittura “F.P. Michetti” il Primo Premio del Presidente della Repubblica per l’opera Figura di donna che entrerà a far parte nel 1952 della raccolta d’arte del Quirinale. In questo stesso anno la sua opera, La valle del pianto, figura nella Raccolta Padre Pio di S. Giovanni Rotondo, mentre il bozzetto della stessa opera, nel 1951, sarà acquistato dalla Galleria d’Arte della Pro-Civitate Christiana di Assisi. Nel 1949 il Ministero della Pubblica Istruzione di Roma acquisisce la tela Paesaggio; nello stesso anno Gigotti realizza un pannello in ceramica per il Gran Caffé del Cigno di Roma. Ancora nel ‘49 l’artista disegna e realizza una vetrata per la Chiesa Regina Pacis di Roma. Nel 1950 progetta ed esegue, con la collaborazione del suo giovane allievo Ennio Calabria, un affresco nel Salone del Centro Traumatologico INAIL del Centro Ospedaliero della Garbatella di Roma e dipinge due quadri, Anemoni e Lungotevere che saranno collocati nel Caffé Canova, sempre di Roma.
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1951-1954 Nel 1951 partecipa alla VI Quadriennale di Roma che vede Antonio Baldini presidente e Fortunato Bellonzi segretario generale. Vengono presentate, accanto all’antologia della pittura italiana della seconda metà dell’Ottocento, le personali di Arturo Martini, Lorenzo Viani, Amedeo Modigliani. Gigotti espone le opere: Mendicante, Natura morta, Ritratto e Laura. Nello stesso anno allestisce la sua prima personale presso la Galleria S. Fedele di Milano. L’invito alla mostra reca un testo di Libero De Libero. Il critico è indubbiamente, in questo periodo e con Virgilio Guzzi, fra gli intellettuali maggiormente vicini all’artista che, trasferitosi in Via Margutta già dai primi Anni Trenta, vive in uno scambio continuo e vitale con altri pittori, come Giorgio de Chirico, Marcello Avenali e Renato Guttuso, spesso ospitato nello studio di Gigotti, il quale ne seppe intuire, fin dalla metà degli anni Trenta, il non comune talento. Nonostante la partecipazione ai dibattiti dei vari gruppi artistici, Gigotti resta però volutamente appartato, chiuso ma non isolato nella propria ricerca autonoma; lo stesso inserimento all’interno della Scuola Romana lo troverà in disaccordo poiché avvertito come l’applicazione di uno schema troppo rigido. L’anno della prima personale è anche l’anno dell’approdo definitivo ad una tecnica in seguito determinante per l’artista: la vetrata. Realizza difatti, per S. Eugenio a Roma, la Visita di Pio XII al quartiere San Lorenzo, opera che suscita un notevole interesse da parte di critici ed incontrerà numerosi consensi, confermati dalle recensioni, ad esempio, di Virgilio Guzzi su “Il Tempo” e di Bellonzi su “Fiera Letteraria”. Nel 1952 una commissione pubblica porta all’esecuzione di nuove vetrate, in particolare iniziano i lavori per la Cattedrale di San Paolo del Brasile, architettura progettata da Bruno Maria Apollonj Ghetti, in collaborazione con i maggiori maestri del settore, quali Avenali, Giovanni Hajnal, Alfredo Biagini, Venanzio Crocetti, anch’essi chiamati a realizzarne lavori di decorazione. Gigotti fra il 1952 e il 1953 esegue tre vetrate e il magnifico mosaico di Sant’Anna. Grande eco suscita l’operato degli artisti italiani. Sempre nel 1953 Libero De Libero dedica a Gigotti un numero monografico de “Il Cartiglio”, rassegna del disegno contemporaneo, ospitando un testo critico di Oppo sull’artista. Nel 1953 il Ministero delle Comunicazioni di Roma acquista il dipinto La Barca. Nello stesso anno Gigotti disegna le vetrate della Cappella del Convalescenziario di Budrio. L’anno seguente il Museo Capitolino del Comune di Roma acquisisce l’opera Periferia. Sempre nel 1954 l’artista esegue un graffito ed i pan-
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nelli decorativi per la Casa della Madre e del Fanciullo di Roma. 1955-1957 Nel 1955 il pittore organizza una nuova personale alla Galleria della Medusa ed è nominato titolare della cattedra di “Ornato” presso il Liceo artistico di Via Ripetta. Il suo assistente è Maurizio Fagiolo dell’Arco. Ancora nel ‘55 realizza la vetrata del coro della Chiesa Nazionale Canadese di Roma, nella quale operano anche Avenali e Hajnal. Sempre nello stesso anno espone alla VII Quadriennale; si tratta di una edizione particolare e molto ricca di artisti, oltre mille, con in catalogo la firma di alcuni critici emergenti come Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles, Emilio Tadini. Nel 1956 abbiamo la prima delle sue molte partecipazioni al Premio Villa San Giovanni che si aggiudicherà nel 1959. Ancora nel 1956 l’artista porta a termine la vetrata per la Chiesa di S. Gottardo in Corte a Milano e l’affresco per la Sala dei Congressi del C.T.O. della Garbatella a Roma. La sua presenza a esposizioni di notevole rilievo si intensifica, mentre il pittore va elaborando inediti orizzonti figurativi. Improntato ad uno spirito europeo non rigidamente legato ai confini nazionali, Gigotti si dedica con maggiore intensità allo studio del contesto contemporaneo, volgendosi al contempo alle trascorse ricerche dei fauves e dei cubisti, con il risultato di ampliare la propria tavolozza ed estendere il campo a soluzioni formali più libere e sperimentali. Le suggestioni di Pablo Picasso, Georges Braque, Jean Mirò, Paul Klee saranno liberamente rielaborate in uno stile innovativo nel quale confluiscono, assorbite e restituite con totale indipendenza, le influenze nostrane di Capogrossi, Fausto Pirandello, Franco Gentilini. Il forte sentire religioso che da sempre aveva indirizzato l’artista all’elaborazione di tipologie d’arte sacra adatte alla contemporaneità, porta Gigotti a prendere parte alla Mostra d’arte di Gesù Divino Lavoratore, mostra organizzata nel 1956 in occasione del XIV Corso di Studi Cristiani dalla Pro-Civitate Christiana ad Assisi. La tela realizzata in quest’occasione, Gesù Divino Lavoratore, rimarrà di proprietà della Galleria d’Arte della Pro-Civitate. La religiosità di Gigotti, che non si esaurisce nella professione di fede cattolica, è un sentimento diffuso, quasi panico della natura e dell’elemento trascendente in essa contenuto, il quale ben si esprime non solo nei soggetti biblici, ma anche nei paesaggi montani, e nelle immagini degli animali, tanto spesso raffigurati. 1958-1962 Nel 1958 esegue una vetrata per la Cappella del C.T.O di
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Padova. Nel 1959, come già accennato, è invitato a partecipare alla VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma esponendo, nella sala XV, cinque opere: Pesci, Infinito, La pecorella smarrita, Camoscio ferito, Villa San Giovanni. Nella sezione retrospettiva sono allestite le personali di Giacomo Balla, Osvaldo Licini, Enrico Prampolini, mentre ai giovani espositori è riservato come di consueto grande spazio, assolvendo il compito principale della Quadriennale, definito dai curatori Bellonzi e Baldini “documentario e informativo”. Nel 1960 realizza un’altra vetrata per la Cappella della Casa di Riposo di Sant’Orso di Schio a Vicenza, mentre nel 1961 è la volta della vetrata di una Cappella del C.T.O. di Careggi a Firenze. I primi anni Sessanta sono determinanti per lo sviluppo creativo dell’artista, a cui è affidata l’esecuzione di un’opera pubblica di rilevante importanza: le vetrate per la Chiesa di San Giovanni Bosco a Roma, per la quale aveva già realizzato nel 1958 la pala con Sant’Anna. Le trentadue vetrate del tamburo della cupola grande, portate a compimento nel 1963, rappresentano senza dubbio un ciclo impegnativo, complesso dal punto di vista della realizzazione e dell’iconografia. Anche in questa nuova operazione viene coinvolto, nella iniziale fase progettuale, Ennio Calabria. Sempre nel 1963 realizza una personale alla Galleria La Barcaccia di Roma. Segue per l’artista un momento di temporanea crisi, un malessere che lo porterà però a concepire una determinante variazione all’interno del proprio universo creativo. Accanto ai consueti temi figurativi inizia ad inserire una serie di simboli e segni propri dell’astrazione, elementi che andranno ad occupare interamente lo spazio espressivo dell’artista. Importante però è sottolineare che neppure nella fase più decisamente astratta di Gigotti il mondo oggettivo scompare, la realtà non è eliminata, si intromette con forza anche nel non figurativo, è analizzata, scomposta, per poi essere restituita attraverso forme non oggettive. La sparizione dell’oggetto non è completa, restano sue tracce, una sua lontana memoria in alcuni oggetti riconoscibili ed altamente significativi, che diverranno cifra stilistica dell’artista, come le lische, i cerchi, il pesce – simbolo cristologico per eccellenza – e soprattutto la gabbia. Quest’ultima in particolare diviene elemento costante, simbolo di chiusura e di oppressione, si costituisce per il pittore una sorta di “ideologia” della gabbia che contiene in sé elementi di critica sociale. Difatti il pensiero di Gigotti in quegli anni non è esente da una riflessione sul mondo moderno con i suoi ritmi ossessivi e meccanizzati, ma all’elemento negativo della gabbia è connaturata la radice di una possibile via di salvezza: le sbarre sono sovente aperte e
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lasciano uscire un uccello, come a suggerire uno spiraglio, una fuga attuabile. Parallelamente alla pittura, il pittore eserciterà costantemente la pratica del disegno, nel quale la figura umana, specialmente l’immagine della donna, non sarà mai cancellata. I taccuini ed i fogli dell’artista, ancora presenti presso l’archivio dell’artista, sono ricchissimi di piccoli schizzi che indicano come l’elemento figurativo non venga eliminato dalla sua pittura, ma sia sottoposto ad un processo di continua rielaborazione. Il passaggio all’astrazione non è per Gigotti lineare e agevole, lo scollamento dalla tradizione figurativa gli sarà rimproverato da molti, in particolar modo dall’amico Giorgio de Chirico, il quale a più riprese lo accuserà di aver “tradito la pittura”. Ma il richiamo di artisti ammirati e studiati si fa sempre più intenso, Vasilij Kandinsky, il citato Klee, Marc Chagall, sono i punti di partenza per questa rinascita creativa del pittore, che si avvicina in particolar modo al fiabesco immaginario del pittore russo. 1963-1965 Nel 1963 Paesaggio alpino entra nella Collezione INPS di Roma, mentre l’Ordine dei Salesiani, sempre di Roma, acquista Mendicante, opera esposta alla VI Quadriennale del 1951. Nel 1965 tiene una nuova personale, stavolta incentrata sulla vetrata; esponendo all’Agostiniana, trentaquattro bozzetti di vetrate; ancora a Roma sempre a tale tecnica dedica lo scritto Discorso sulla vetrata, pubblicato sulla rivista “Orizzonti”. In questo stesso anno è invitato ad esporre alla IX Quadriennale, edizione colpita da critiche e polemiche rivolte contro il nuovo presidente, Bonaventura Tecchi. La Quadriennale continua comunque ad offrire il consueto ricco panorama contemporaneo, accogliendo anche la nascente “ala” della Pop Art italiana. L’artista da parte sua espone opere dal segno sempre più marcato dal colore: Gatto e gabbia, Nudo e gabbia, Uccello, Pesce barbuto, Gabbia. Nello stesso anno Gigotti partecipa e si aggiudica il primo posto al Premio d’Annunzio e al Premio Terza mostra nazionale di Arte sacra di Celano, con l’opera Crocefisso. Gli è inoltre attribuita la medaglia d’oro dal Vescovo di Lugano e dal Ministero della Pubblica Istruzione in occasione del concorso Internazionale per le vetrate della Chiesa di S. Nicola della Flue a Lugano. È nominato membro della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e Consultore della Pontificia Commissione di Arte Sacra, carica quest’ultima che eserciterà per molti anni con particolare coinvolgimento, occupandosi sovente delle problematiche legate all’iconografia religiosa.
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1966-1968 Nel 1966 prende parte al Concorso Nazionale opere d’arte destinate alla nuova Sede del Ministero degli AA.EE di Roma vincendo con Capriolo ferito, opera acquistata dal Ministero degli Esteri; riceve inoltre la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per l’opera presentata alla IV Mostra Nazionale di Arte Sacra di Celano. L’associazione Pro don Gnocchi di Milano nel 1967 diviene proprietaria della tela Pesce barbuto, esposta alla IX Quadriennale di Roma (1965). Sempre nel 1967 ottiene il secondo premio al IX premio Vasto di pittura figurativa con l’olio Dolomiti, mentre con Paese alpino vince il premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla XVI Mostra Nazionale d’arte sacra e del paesaggio mistico di Perugia. L’anno successivo prende parte al concorso istituito dal Pio Istituto di S. Spirito per l’ideazione e l’esecuzione di opere artistiche destinate al Nuovo Padiglione dell’Ospedale S. Camillo. In questa occasione l’opera Paesaggio Alpino si aggiudica il primo premio. Nello stesso anno il Banco di Santo Spirito di Roma acquisisce un’opera dal medesimo titolo. Sempre nel 1968 è presente alla VI Biennale Romana presso il Palazzo delle Esposizioni. 1969-1975 Nel 1969 la Direzione Generale INAIL di Roma acquista, per la propria sede, Gabbia e pesce. Negli anni Settanta l’artista partecipa a numerose esposizioni, prendendo sempre parte alle successive edizioni dei premi Vasto, Celano e Paesaggio Mistico a Perugia, e figurando in alcune esposizioni all’estero, come Peintres Italiens du vingtième siècle ad Algeri nel 1969. Nel 1971 – anno in cui si aggiudica la vittoria alla VII edizione del Premio Sulmona delle arti – e nel 1972 allestisce due importanti personali, rispettivamente alla Barcaccia di Roma ed alla Galleria La Sonda de L’Aquila. Sempre nel 1971 un disegno di Gigotti è acquisito dalla Fondazione “Cardinale Giacomo Lercaro” di Villa S. Giacomo a Bologna. Nel 1974 è incaricato di dirigere la “Scuola libera del nudo” presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con assistente Alfonso Aranessian. Prende parte alla Collettiva di Arte Grafica organizzata a Mosca. Nel 1975 un disegno, Crocefisso, accede nella Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani. 1976-1983 In questi anni Settanta Gigotti sembra essere sempre più desideroso di mantenere intatta la propria autonomia creativa rifiutando, ad esempio, qualsiasi tipo di legame con gallerie d’arte e
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mercanti, preferendo, al contrario, agli obblighi contrattuali la didattica e la libera, rigorosa, ricerca. Nel 1978 partecipa alla collettiva organizzata in occasione della esposizione delle 14 stazioni della Via Crucis presenti sulle pareti della Chiesa del Sacro Cuore di Celano, in Abruzzo. In occasione di questa operazione l’artista collabora con altri importanti pittori del periodo, fra i quali Domenico Purificato, Gisberto Ceracchini, Salvatore Provino, Riccardo Tommasi Ferroni, Marcello Avenali, ecc. La chiesa è realizzata dall’architetto Augusto Angelini, fra il 1959 e il ’62. Sempre durante questa occasione il suo Cristo flagellato resta nella collezione della stessa Chiesa del Sacro Cuore. Nel 1981 è presente, ad Avezzano, alla rassegna riassuntiva delle esperienze pittoriche degli anni QuarantaCinquanta, dal titolo Pittori della Scuola Romana. Nel 1980 espone disegni ed olii alla Galleria Porto di Ripetta, riproponendo sull’invito il testo scritto da Libero De’ Libero nel 1951, in aggiunta ad uno composto dall’artista stesso nel quale sono affrontate le ragioni della mostra. Nel 1983 partecipa alla collettiva Vite e Vino allo Studio del Canova Il Canovaccio di Roma. L’anno seguente è presente nella collettiva dal titolo Natale 1983, organizzata nella Galleria d’Arte Porto di Ripetta. 1984-1994 Nel 1988 figura nella esposizione della Galleria Chimera, Dalla “Scuola Romana” alla prima Transavanguardia 1930-55, mostra che riassume le principali esperienze artistiche degli ultimi decenni. Nel 1987 presso la Sacrestia della Basilica di Santa Maria in Montesanto si tiene la personale Omaggio a Gigotti. L’artista muore a Roma il 30 dicembre 1994. Nell’aprile del 2000 presso la Sacrestia della Basilica di Santa Maria in Montesanto viene organizzata una mostra retrospettiva, Gigotti. Il linguaggio artistico del vetro, dedicata alle molte vetrate disegnate e realizzate dall’artista. Nel 2005, in occasione del decennale della morte dell’artista, viene fondato a Roma l’Archivio Lorenzo Gigotti, dedicato alla raccolta e alla diffusione del materiale artistico, oltre che documentario, raccolto nel tempo dall’artista stesso prima e dai suoi eredi poi.
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Vasto ha messo le ali, in “L’Avvenire d’Italia”, 17 sett. 1968, p. 3. Zuppi, A. Fugardi a c. di, Intervista a L. Gigotti. La luce che prega, in “L’Osservatore della domenica”, n. 6, 9 feb. 1969, pp. 15-17. Di Carlo, Nel castello di Celano la rassegna d’Arte Sacra, in “L’Aquilasette”, 6 ago. 1970, p. 3. S., Che succede alla quadriennale d’Arte di Roma, in “Scuola Oggi”, n. 8, nov. 1971, p. 3. V. Guzzi, Il fiabesco di Gigotti, in “Il Tempo”, 12 nov. 1971, p. 3. F. Miele, Lorenzo Gigotti pittore di memorie, in “Umanità”, 13-14 nov. 1971, p. 3. Costi, Premio Sulmona delle Arti, in “Umanità”, 13-14 nov. 1971, p. 5. s.a., Lorenzo Gigotti alla Barcaccia, in “Il Tempo”, 19 nov. 1971, p. 5. s.a., A Palazzo dell’Annunziata la VII Edizione del “Premio Sulmona delle Arti”, in “Il Corriere del Giorno”, 20 nov. 1971, p. 3. Morini, Mostre d’arte. Lorenzo Gigotti, in “Il Giornale d’Italia”, 23-24 nov. 1971, p. 3. Dic, Lorenzo Gigotti. Ludovico Morando, in “Il Tempo d’Abruzzo”, 19 lug. 1972, p. 2. A.M. Conti, Va via Morando e arriva Gigotti, in “Il Mezzogiorno”, 23 lug. 1972, p. 8. Idem, Lorenzo Gigotti un pittore alla ricerca dell’assoluto, in “Il Mezzogiorno”, 25 lug. 1972. U.M. Palanza, Triennale d’Arte Sacra europea al castello Angioino di Celano, in “Il Tempo”, 24 ago. 1975, p. 9. s.a., La Biennale di Venezia. Attività permanenti dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee 77, in “Il Miliardo”, 6 ott. 1977, p. 9. Battistini, Canova, in “Il Miliardo”, 6 ott. 1978. Lambertini, Assegnati i premi di pittura Villa S. Giovanni, in “Il Giornale” 14 lug. 1979. s.a., Lorenzo Gigotti, in “Il Tempo”, 5 apr. 1980. A.S., Come una chiesa fu “trasportata” attraverso l’oceano, in “Il Tempo”, 3 lug. 1980, p. 4. s.a., Lo scaffale del coltivatore. Recensioni con note di cultura, in “Il coltivatore italiano”, 30 sett. 1980, p. 29. Taccone, L’arte sacra nella Marsica, in “Marsica domani”, 15 mar. 1985, p. 69. s.a., È morto Gigotti, in “Il Tirreno”, 3 gen. 1995. s.a., Morto il pittore di Marc Chagall, in “La Nazione”, 3 gen. 1995. s.a., Morto Gigotti pittore solitario, in “La Sicilia”, 3
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gen. 1995. s.a., Addio Lorenzo Gigotti, ultimo pittore romano, in “Gazzetta di Reggio”, 3 gen. 1995. s.a., La Scuola Romana saluta Lorenzo Gigotti, in “Il Manifesto”, 3 gen. 1995. s.a., Morto il pittore esponente della Scuola Romana, in “Corriere di Viterbo e della Provincia”, 7 gen. 1995. s.a., È morto il pittore Lorenzo Gigotti, in “La Gazzetta di Parma”, 11 gen. 1995. M. G. Filippi, Lorenzo Gigotti nel segno del colore, in “Il Messaggero”, 13 sett. 2005. L. Pratesi, L’artista geniale tra le due guerre riscoperto per caso, in “La Repubblica”, 18 sett. 2005. L. Colonnelli, Gigotti lo sperimentatore, in “Il Corriere della sera”, 19 sett. 2005. L. Gigliotti, Gigotti artista camaleontico nato con il secolo, in “Il Giornale”, 23 sett. 2005. P. P Pancotto, Lo stile è libero, in “L’Unità”, 4 ott. 2005 Rai Tgr Lazio ore 19.30, 14 settembre 2005 Rai Radio 3, ore 13 , Aladino: Lorenzo Gigotti e la cromia del segno, 14 settembre 2005 Rai GR1 ore 8, Laura Gabbiano, 15 settembre 2005 Rai GR2 ore 7.30 Laura Gabbiano ,15 settembre 2005 Rai Radio 3, Prima Fila, Luca Damiani, ore 18.25 -18.00 settembre 2005 Rai TG1 ore 8, Diana De Feo, L’artista poliedrico 23 settembre 2005 Radio Vaticana Gr delle ore 14.30, Giangiulio Radivo, 1 ottobre 2005 Sky TV-FAD, L’arte di Gigotti ore 11.35, 3 ottobre 2005 Rai Notte TV-Antonella Reda, Lorenzo Gigotti al Chiostro del Bramante, ore 2.15 Rai TG3-Sabato Notte, Gigotti al Chiostro, Gianni de Chiara ore 23.50, 22 ottobre 2005 Culturaweb (internet), 25 luglio 2005 ADN Kronos (agenzia), 12 agosto 2005 ADN Kronos (internet), 12 agosto 2005 Metropolisinforma.it- Roma (internet), 12 agosto 2005 News.natura.it (internet), 12 agosto 2005 Viamontenapoleone.mi.it, 12 agosto 2005 ADN Kronos (agenzia), 14 agosto 2005 Il Messaggero (quotidiano), 14 agosto 2005 Il Messaggero.Caltanet.it (internet), 14 agosto 2005 Culturalweb.it (internet), 21 agosto 2005 Exibart.com (internet), 21 agosto 2005 Eosmercantidarte.it (internet), 21 agosto 2005 Piccoligiornalisti.it – Agenda (inernet), 21 agosto 2005
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Agenziacomunica.it (internet), 21 agosto 2005 Il Tempo (quotidiano), 22 agosto 2005 Il Tempo.it (internet), 22 agosto 2005 Concerteria.it (internet), 22 agosto 2005 Chiama Roma.it, (internet), 26 agosto 2005 Roma per tutti – Arte e Cultura, (internet) 26 agosto 2005 Agipress (internet), 27 agosto 2005 ADN Kronos (agenzia), 29 agosto 2005 Roma c’è (periodico), 31 agosto 2005 Roma in Taxi (mensile), settembre 2005 Romainweb.com-Roma in Taxi (internet), settembre 2005 Il Giornale dell’Arte n.5-suppl. “Vernissage” (periodico), settembre 2005 Magazine.enel.it, (internet), settembre 2005 PubbliNews (periodico), 3 settembre 2005 ADN Kronos (agenzia), 5 settembre 2005 Romagnaoggi.it (internet), 5 settembre 2005 Art49.com (internet), 6 settembre 2005 Romaturismo.it (internet), 6 settembre 2005 Mercuriusrelocations.com (internet), 6 settembre 2005 RomaTurismo.it (internet), 6 settembre 2005 ViaggieSapori on line (internet), 7 settembre 2005 TrovaRoma (Repubblica settimanale), 6 settembre 2005 Il Messaggero (quotidiano), 8 settembre 2005 Teleroma56.tv-Teletext (internet), 9 settembre 2005 Teleroma 56-teletext (TV), 9 settembre 2005 T9tv.com-flash (internet), 9 settembre 2005 Tiscali Arte (internet), 9 settembre 2005 Varesegallery.com (internet), 9 settembre 2005 ANSA (prima pagina), 9 settembre 2005 ANSA (agenzia), 9 settembre 2005 Dagospia-Artspia (internet), 9 settembre 2005 Il Manifesto (quotidiano), 10 settembre 2005 Il Giornale di Sicilia (quotidiano), 10 settembre 2005 Il Manifesto (quotidiano), 10 settembre 2005 Ilmanifesto.it (internet), 10 settembre 2005 TuttiFM. (internet), 10 settembre 2005 Media Provincia (internet), 10 settembre 2005 AGI (Taccuino) , 11 settembre 2005 ADN Kronos (agenzia), 11 settembre 2005 AGI (Taccuino) (agenzia), 12 settembre 2005 RecenSito.net (indice eventi) (internet), 12 settembre 2005 RecenSito.net (evento) (internet), 12 settembre 2005 Amiciperlacitta.it (internet), 12 settembre 2005 Artonline (news calendar) (internet), 13 settembre 2005 RAI - TG3Lazio (TV), 14 settembre 2005 RAI - Radio 3 - “Aladino” (Radio), 14 settembre 2005 RAI - Televideo (TV), 14 settembre 2005 AGI (Taccuino) (agenzia), 14 settembre 2005
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AGI (agenzia), 14 settembre 2005 ADN Kronos (agenzia), 14 settembre 2005 9Colonne (agenzia), 14 settembre 2005 Roma c’è (settimanale), 14 settembre 2005 Radio.rai.it (Aladino) (internet), 14 settembre 2005 Roma-o-matic.com (mostre) (internet), 14 settembre 2005 Newscraler.it (internet), 14 settembre 2005 Dagospia-Artspia (internet), 14 settembre 2005 City (Roma da vivere) (quotidiano), 15 settembre 2005 RAI - Radio 1 - GR1 (Radio), 15 settembre 2005 RAI - Radio 2 - GR2 (Radio), 15 settembre 2005 Wanted in Rome (periodico), 15 settembre 2005 Italica.rai.it (Rai International on line) (internet), 15 settembre 2005 Exibart (internet), 15 settembre 2005 Roma per tutti (internet), 15 settembre 2005 Superava (guide) (internet), 15 settembre 2005 RomaOne.it (internet), 15 settembre 2005 Arte.leonardo.it (internet), 15 settembre 2005 Wantedinrome.com (internet), 15 settembre 2005 Klmcityguide.r-i.nl (internet), 15 settembre 2005 Learti.com (internet), 15 settembre 2005 Handyturismo.it (internet), 15 settembre 2005 Il Tempo (quotidiano), 16 settembre 2005 Avvenire (quotidiano), 16 settembre 2005 Secolo d’Italia (quotidiano), 16 settembre 2005 Avvenire.it (internet), 16 settembre 2005 Corriere della Sera (quotidiano), 17 settembre 2005 Patrimoniosos.it (internet), 17 settembre 2005 Pittart.com (internet), 18 settembre 2005 2night.it (roma-news) (internet), 19 settembre 2005 Nexta-Arte.leonardo.it (internet), 20 settembre 2005 Enroma.com (museos) (internet), 20 settembre 2005 Ilmessaggero.caltanet.it (mostre) (internet), 21 settembre 2005 Trova Roma (La Repubblica) (periodico), 22 settembre 2005 Vanity Fair n. 38 (settimanale), 22 settembre 2005 RAI-TG1 (TV), 23 settembre 2005 Ilgiornale.it (internet), 23 settembre 2005 L’Unità (quotidiano), 25 settembre 2005 Italia Sera (quotidiano), 25 settembre 2005 RAI-Rai Utile-Cultural TG (TV), 30 settembre 2005 Rai-Rai Utile-Cultural TGWeb.it (internet), 30 settembre 2005 Exibart.onpaper n. 25 (periodico), sett/ott. 2005 Culturalevents.it (internet), ottobre 2005 Radio Vaticana (ore 14.30) (radio), 1 ottobre 2005
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Radio Dimensione Suono 2 (radio), 1 ottobre 2005 KliccaRoma.com (internet), 1 ottobre 2005 Radio Vaticana (ore 9.00) (radio), 2 ottobre 2005 SKY – FAD (TV), 3 ottobre 2005 Tele Roma 56 (TV), 4 ottobre 2005 Romamor.it (internet), 5 ottobre 2005 Info.roma.it (internet), 5 ottobre 2005 Aur.edu (American University of Rome) (internet), 5 ottobre 2005 Radio Vaticana (ore 14.30) (radio), 8 ottobre 2005 Il Messaggero (quotidiano), 8 ottobre 2005 Radio Vaticana (ore 9.00) (radio), 9 ottobre 2005 Made in Italy Channel (TV), 10 ottobre 2005 Lazio ieri e oggi (periodico), novembre 2005
- C. Crescentini, Lorenzo Gigotti, in F. Benzi, S. Guarino, E. Settimi, M.E. Tittoni a c. di, Un tesoro svelato. Il Patrimonio artistico dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, Roma 2005, pp. 198-199. - Idem, 10 exempla 10 (L. Gigotti), in C. Crescentini, L. Monachesi a c. di, Elogio al Nero. Marguerite Yourcenar, l’Opera al nero, la sua alchimia e le arti, cat. mostra, Roma 2006, pp. 166-168, 188.
Cataloghi -
Saggi -
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Lorenzo Gigotti, in Arte Sacra per il Brasile, Roma 1953, p. 20. Guia da Catedral Metropolitana de São Paulo, São Paulo 1956. Galvani, 5 anni di mostre a la Fontanella 19531958, Roma 1958. I pittori e la Calabria: decennale dei Premi Villa San Giovanni, Milano 1966. V. Mariani, E. Cambiè, N. Signora del SS. Sacramento e i Martiri Canadesi, Roma 1966. E. Gribaudo, a c. di, Lorenzo Gigotti, in La raccolta 8 per 10 di Cesare Zavattini, Torino 1967, 2 tavv. R. Pilla, La Basilica di San Giovanni Bosco in Roma, Torino 1969. A. Selva a c. di, Lorenzo Gigotti, in Pittori italiani contemporanei profili e mercati, Gaglianico 1973. G. Fallani, in F. Ferrazza, a c. di, Artisti per l’Anno Santo, Milano 1976. P. Girace, Artisti contemporanei, Torino 1979, p. 313. P. Nasso, Pittori della Scuola Romana. I protagonisti della pittura a Roma negli anni ’40-50, Roma 1981. La Messa degli artisti da Pasqua ’87 a Emmaus ‘88, Roma 1988, pp. 18-19. La Pinacoteca Comunale, Sulmona 1988, pp. 70-71. N. Taccone, Celano oggi. Memoria d’arte, Bologna 1990. G. Bonasegale, a c. di, Catalogo generale della Galleria Comunale d’Arte Moderna, Roma 1994. D. Guzzi, L’anello mancante. Figurazione in Italia negli anni ’60 e ’70, Bari 2002, vol. I, pp. 594-595. C. Salaris, La Quadriennale. Storia della rassegna d’arte italiana dagli anni Trenta a oggi, Venezia 2004.
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VII Mostra del Sindacato Belle Arti del Lazio, cat. mostra, Roma 1937. III Quadriennale d’Arte Nazionale, cat. mostra, Roma 1939. IX Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio, cat. mostra, Roma 1940. II Mostra Nazionale d’Arte ispirata allo sport, cat. mostra, Roma 1940. Mostre d’arte alle Terme. Mostra di disegni. Unione provinciale fascista dei professionisti e degli artisti, cat. mostra, Roma 1941. X Mostra del Sindacato interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio, cat. mostra, Roma 1942. Mostra dei disegni per i programmi dell’EIAR. Confederazione Fascista Professionisti e artisti. LVIII Mostra della Galleria di Roma, cat. mostra, Roma 1942. A. Peyrot, Lorenzo Micheli Gigotti, in LXV Mostra di un gruppo di artisti. Confederazione fascista professionisti e artisti, cat. mostra, Roma 1943, pp. 47-50. LXV mostra della Galleria di Roma con opere di un gruppo di artisti, cat. mostra, Roma 1943. IV Quadriennale d’Arte Nazionale, cat. mostra, Roma 1943. I Mostra della Libera Associazione Arti Figurative, cat. mostra, Roma 1945. Una Mostra d’arte a premi di pittori romani, cat. mostra, Roma 1945. Mostra Romana del paesaggio alla Galleria di Roma, cat. mostra, Roma 1946. 1° Mostra d’arte a beneficio dei dimessi dai sanatori organizzata dall’INAT, cat. mostra, Roma 1946. Mostra d’arte sacra, cat. mostra, Roma 1946. Moderne Italienische Kunst, cat. mostra, Berna 1947. Premio Modena. I Mostra Nazionale di Pittura, cat. mostra, Modena 1947. Premio Perugia, cat. mostra, Perugia 1947. XXIV Biennale d’Arte di Venezia, cat. mostra, Venezia 1948.
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Premio Nazionale di Pittura. Ente Provinciale per il turismo di Cremona, cat. mostra, Cremona 1949. V Mostra Italiana di Arte Sacra per la Casa Cristiana, cat. mostra, Milano 1949. III Premio Nazionale di Pittura “F.P. Michetti”, cat. mostra, Francavilla a mare 1949. VI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, cat. mostra, Roma 1951. Celebrazioni Centenarie V Premio Nazionale di Pittura F.P. Michetti, cat. mostra, Francavilla a mare 1951. L. De Libero intr. di, Gigotti, invito mostra, Milano 1951. Mostra per le Strenne, cat. mostra, Roma 1954. Mostra Internazionale di Arte Contemporanea. VI Campagna U.N.A.C., (United Nations Appeal for Children), cat. mostra, Roma 1955. Exhibition of Contemporary Italian Art. University Towns’ Festival, cat. mostra, Johannesburg 1955. 1° Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea di pittura Bianco e Nero, cat. mostra, S. Benedetto del Tronto 1955. IX Premio Michetti, cat. mostra, Francavilla a mare 1955. VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, cat. mostra, Roma 1955. VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, cat. mostra, Roma 1960. La Scuola Romana dal 1930 al 1945, cat. mostra, Roma 1960. Mostra Nazionale di Pittura Castello di Trabia, cat. mostra, s.c. 1960. L. Borghese intr. di, Mostra della Figura, cat. mostra, Taranto 1960. Premio Avezzano, cat. mostra, Avezzano 1960. Premio Nazionale di pittura “Giggi Fazi”, cat. mostra, Roma 1961. Artisti d’oggi a Roma, cat. mostra, Roma 1961. Premio Nazionale di Paesaggio. Autostrada del Sole, cat. mostra, Roma 1961. 2° Premio Città di Marsala. Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea, cat. mostra, Marsala 1962. Premio Lignano 1962, cat. mostra, Udine/Lignano 1962. Premio Avezzano, cat. mostra, Avezzano 1962. Mostra Concorso di Arti Figurative, cat. mostra, Roma 1963. Terza mostra nazionale di pittura contemporanea. Premio Città di Marsala, cat. mostra, Marsala 1963.
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Pittori d’oggi a Roma, cat. mostra, Roma 1963. Mostra di disegni di artisti contemporanei, cat. mostra, Porto S. Giorgio 1965. 1° mostra internazionale “I Misteri”. Pasqua Romana 1965, cat. mostra, Roma 1965. Premio Villa S. Giovanni. Decennale del Premio, cat. mostra, s.c. 1965. Terza Mostra Nazionale d’Arte Sacra, cat. mostra, Celano 1965. IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, cat. mostra, Roma 1965. Cristo nell’arte contemporanea, cat. mostra, Lugano 1965. I pittori e la Calabria, cat. mostra, Milano 1966. Panorama di pittura contemporanea italiana. Azienda Autonoma di soggiorno e turismo, Reggio Calabria, cat. mostra, Reggio Calabria 1966. IV Mostra Nazionale di Arte Sacra, cat. mostra, Celano 1966. Premio Alatri. XV Mostra Nazionale di Pittura, cat. mostra, Alatri 1966. 9° Premio Vasto di Pittura Figurativa “Carlo della Penna”, cat. mostra, Vasto 1967. XVI Mostra Nazionale d’Arte Sacra e del paesaggio mistico, cat. mostra, Perugia 1967. Cristo nell’arte contemporanea, cat. mostra, Lugano 1967. Decimo Premio Nazionale di pittura figurativa Vasto. Nel 150° anniversario della nascita di Filippo Palizzi, cat. mostra, Vasto 1968. Peintres Italiens du vingtième siècle. Union Nationales des Arts Plastiques, cat. mostra, Algeri 1969. 11° Premio nazionale di pittura figurativa Vasto, cat. mostra, Vasto 1969. XVI Mostra Nazionale d’Arte Sacra e del paesaggio mistico, cat. mostra, Perugia 1969. XII Premio nazionale di Pittura Figurativa Vasto, cat. mostra, Vasto 1970. VI Mostra Nazionale d’Arte Sacra, cat. mostra, Celano 1970. N. Ciarletta a c. di, Lorenzo Gigotti, cat. mostra, Roma 1971. 4° Mostra “Ai Frati”, cat. mostra, s.c. 1971. XIII Premio nazionale di pittura figurativa Vasto, cat. mostra, Vasto 1971. VIII Mostra Nazionale d’Arte Sacra, cat. mostra, Celano 1972. Omaggio al mare. 50 pittori alla sala dei ritratti, cat.
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mostra, Fermo 1973. XX Premio Avezzano. Documenti proposte verifiche, cat. mostra, Avezzano 1973. Pittori della Scuola Romana. I protagonisti della pittura a Roma negli Anni Quaranta-Cinquanta, cat. mostra, Avezzano/Roma 1981. M. Fagiolo dell’Arco a c. di, Scuola Romana. Pittori tra le due guerre, cat. mostra, Roma 1983. Vite e Vino. Mostra collettiva di autori contemporanei, cat. mostra, Roma 1983. Fondazione “Cardinale Giacomo Lercaro” Galleria d’Arte Moderna, cat. mostra, Bologna 1985. E. Francia intr. di, Omaggio a Gigotti, invito mostra, Roma 1987. R. Gnisci a c. di, Dalla “Scuola Romana” alla prima Transavanguardia 1930-55, cat. mostra, Roma 1988, pp. 20-21. M. Forte a c. di, I Musei Vaticani e l’Arte Contemporanea, cat. mostra, Città del Vaticano 2003. XIV Quadriennale di Roma. Retrospettive 19311948, cat. mostra, Roma 2005, pp. 234; 238; 247. C. Crescentini a c. di, Lorenzo Gigotti. Dalla Scuola Romana alla cromia del segno, cat. mostra, Roma 2005. C. Crescentini, L. Monachesi a c. di, Elogio al Nero. Marguerite Yourcenar, l’Opera al nero, la sua alchimia e le arti, cat. mostra, Roma 2006.
Illustrazioni e riproduzioni opere -
Scritti dell’artista -
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In virtù dell’amicizia oggi faccio il critico. Artisti marchigiani alla Mostra della Fiera, in “Il Messaggero”, 14 ago. 1945. Sulla crisi dell’arte, in “Giornale della sera”, 3 giu. 1948. L’artista ha bisogno di essere seguito nel travaglio delle sue realizzazioni, in “Il Messaggero”, 10 sett. 1948. Lorenzo Gigotti, in “Notiziario d’arte”, 1953, p. 10. Gigotti. 34 bozzetti per vetrate, cat. mostra, Roma 1965. Discorso sulla vetrata, in “Orizzonti”, n .8, 21 feb. 1965, p. 52. Gigotti, invito mostra, Roma 1980.
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Videografia -
Autori Vari, Lorenzo Gigotti, contributi cinematografici, televisivi e radiofonici dal 1955 al 1982, montaggio “Vedute d’insieme” (2005).
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“Presence”, 29 ott. 1944 (disegno). “Domenica”, 16 dic. 1945 (disegno). “Quotidiano”, 26 giu. 1946 (disegno: Studio per una Crocefissione). “Domenica”, 17 mar. 1946 (illustrazioni al racconto: Al mare, di Giovanni Comisso). “Il Giornale della Sera”, 26 lug. 1946 (disegno). Domenica”, 20 dic. 1946 (disegno). “Il Popolo”, 20 apr. 1947 (disegno). “Il Giornale della Sera”, 29 mag. 1947 (disegno: Per i ciechi tutto il mondo è la radio). “Il Giornale della Sera”, 8 ago. 1947 (disegno). “Il Giornale della Sera”, 17 ago. 1947 (disegno). “La Caravella”, 15 sett. 1947 (disegno). “Il Giornale della Sera”, 10 nov. 1947 (disegno). “Il Giornale della Sera”, 15 mag. 1948 (disegno: Figura di donna). “Il Giornale della Sera”, 23 mag. 1948 (disegno: Figura di donna). “Il Giornale della Sera”, 18 giu. 1948 (disegno: Ritratto di donna). “Il Giornale della Sera”, 24 giu. 1948 (disegno: Cristo in croce). “Il Giornale della Sera”, 9 lug. 1948 (disegno: Figura di donna). “Coscienza”, 5 mar. 1949, (riproduzione vetrata della chiesa romana di Regina Pacis). “Il Quotidiano”, 10 mag. 1949 (riproduzione vetrata). “Momento Sera”, 20 feb. 1951 (disegno: La rammendatrice). Almanacco del Cartiglio, a c. di L. De’ Libero, 1953 (disegno). “Il Popolo”, 14 feb. 1965, p. 8 (riproduzione particolare vetrata). “La Madre di Dio”, n. 9, sett. 1967, p. 31, (riproduzione vetrata, con S. Anna, della chiesa romana di S. Giovanni Bosco).
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Esposizioni Personali
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Gigotti, Milano - Galleria S. Fedele, 3 - 18 febbraio 1951. Lorenzo Gigotti, Roma - La Medusa, maggio 1955. Gigotti, Roma - Galleria del Vantaggio, aprile 1959. Gigotti, Roma - Galleria La Barcaccia, 18 febbraio - 1 marzo 1963. Gigotti. 34 bozzetti per vetrate, Roma - Galleria l’Agostiniana, 6 - 28 febbraio 1965. Lorenzo Gigotti, Roma - Centro d’Arte La Barcaccia, 10 - 24 novembre 1971. Lorenzo Gigotti, L’Aquila - Galleria d’Arte La Sonda, 19 - 31 luglio 1972. Gigotti. Disegni - olii, Roma - Galleria Porto di Ripetta, 27 marzo - 14 aprile 1980. Omaggio a Gigotti, Roma - Sacrestia della Basilica di Santa Maria in Montesanto, 13 - 24 dicembre 1987. Gigotti. Il linguaggio artistico del vetro, Roma - Basilica di Santa Maria in Montesanto, 15 - 30 aprile 2000. Lorenzo Gigotti. Dalla Scuola Romana alla cromia del segno, Roma Chiostro del Bramante, 15 settembre - 23 ottobre 2005 Lorenzo Gigotti. Poetica e libertà del segno, Arezzo - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, 1° settembre - 14 ottobre 2007
Collettive
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VII Mostra del Sindacato Belle Arti del Lazio, Roma, aprile - giugno 1937. VIII Mostra del Sindacato Belle Arti del Lazio, Roma, 1938. III Quadriennale d’Arte Nazionale, Roma - Palazzo delle Esposizioni, febbraio - luglio 1939. II Mostra del Sindacato nazionale Fascista Belle Arti, Roma, 1940. IX Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio, Roma - Mercati Traianei, aprile - giugno 1940. II Mostra Nazionale d’Arte ispirata allo sport, Roma - Mercati Traianei, giugno - luglio 1940. III Mostra del Sindacato nazionale Fascista Belle Arti, Milano Palazzo dell’Arte, 1941. Mostre d’arte alle Terme. Mostra di disegni, Unione provinciale fascista dei professionisti e degli artisti, Roma, gennaio 1941. X Mostra del Sindacato interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio,
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Roma - Galleria Nazionale d’Arte Moderna, maggio - giugno 1942. Mostra dei disegni per i programmi dell’EIAR, Confederazione Fascista Professionisti e artisti. LVIII Mostra della Galleria di Roma, novembre 1942. Mostra di un gruppo di artisti. Confederazione fascista professionisti e artisti, Roma - Galleria di Roma, aprile 1943. LXV Mostra della Galleria di Roma con opere di un gruppo di artisti, Roma - Galleria di Roma, aprile 1943. IV Quadriennale d’Arte Nazionale, Roma - Palazzo delle Esposizioni, maggio - luglio 1943. La Collezione “8x10” di Cesare Zavattini, Roma - Galleria dello Zodiaco, gennaio 1945. I Mostra della Libera Associazione Arti Figurative, Roma - Galleria San Marco, gennaio - febbraio 1945. Una mostra d’Arte a premi di pittori romani, Roma - Galleria di Roma, ottobre 1945. I Mostra d’arte a beneficio dei dimessi dai sanatori organizzata dall’INAT, Roma - Galleria di Roma, 1 - 5 maggio 1946. Mostra d’arte sacra, Roma - Galleria di Roma, luglio 1946. Mostra Romana del paesaggio alla Galleria di Roma, Roma Galleria di Roma, 1946. Premio Perugia, Perugia - Galleria Nuova, marzo 1947. Premio Modena. I Mostra Nazionale di Pittura, Modena - Giardino Palazzo Ducale, 13 aprile - 5 maggio 1947. Moderne Italienische Kunst, Berna, marzo - aprile 1947. XXIV Biennale di Venezia, Venezia, 1948. Rassegna Nazionale di Arti Figurative, Roma - Galleria Nazionale d’Arte Moderna, marzo-maggio 1948. Mostra Concerto, Roma - Albergo Excelsior, 3 luglio 1948. Premio Nazionale di Pittura, Ente Provinciale per il turismo, Cremona, 1949. V Mostra Italiana di Arte Sacra per la Casa Cristiana, Milano Angelicum dei Frati Minori, 23 aprile - 5 giugno 1949. III Premio Nazionale di Pittura “F.P. Michetti”, Francavilla a mare, agosto - settembre 1949. Esposizione Internazionale Arte Sacra 1900-1950, Città del Vaticano, 1950. Mostra d’arte dei soci professionisti della Associazione Artistica Internazionale, Roma - Galleria dell’Associazione, 5 - 20 aprile 1950. III Esposizione Nazionale Promotrice Belle Arti, Torino, 1951.
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VI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, Roma - Palazzo delle Esposizioni, 1951. Mostra Panoramica Romana di Pittura, Roma - Palazzo di Vetro del CIM, maggio 1951. Mostra Nazionale di Pittura, Lerici, 24 luglio - 23 settembre 1951. Celebrazioni Centenarie V Premio Nazionale di Pittura F.P. Michetti, Francavilla a mare, agosto - settembre 1951. II Mostra nazionale L’Arte in Vetrina, Torino, 19 - 29 marzo 1952. I Mostra di Pittura “Il volto di Roma”, Roma - Galleria dell’Associazione Artistica Internazionale, 8 - 24 maggio 1952. Premio Marzotto, Roma, 1953. I Mostra della pittura Bianco e Nero, Palestrina - Circolo degli artisti ed artigiani prenestini, 28 dicembre - 6 gennaio 1953. I Mostra nazionale L’Arte in Vetrina, Torino, aprile 1953. VII Premio Nazionale di Pittura “F.P. Michetti” Francavilla a mare, Francavilla a mare, 1953. Il maggio della pittura romana, Roma - Palazzo di vetro CIM, 30 aprile - 24 maggio 1954. III Biennale Nazionale di Arte Sacra, Novara, 8 maggio - 8 giugno 1954. Mostra per le Strenne, Roma - Galleria d’arte La Fontanella, 12 - 31 dicembre 1954. Mostra Nazionale di Pittura, Napoli, 1955. I Mostra di pittura contemporanea, Roma, 1955. Mostra Internazionale di Arte Contemporanea, VI Campagna U.N.A.C., (United Nations Appeal for Children), Roma - Palazzo delle Esposizioni, gennaio 1955. Il paesaggio, Roma - Galleria delle Carrozze, 13 - 21 gennaio 1955. Exhibition of Contemporary Italian Art, Johannesburg - University Towns’ Festival, 29 aprile - 7 maggio 1955. I Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea di pittura Bianco e Nero, S. Benedetto del Tronto - Palazzo Scolastico, 24 luglio - 15 agosto 1955. IX Premio Michetti, Francavilla a mare, luglio - settembre 1955. VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, Roma - Palazzo delle Esposizioni, novembre 1955. Collettiva, Roma - Galleria dell’Incontro, 5 - 15 dicembre 1955. Il maggio della pittura romana, Roma - Palazzo di vetro CIM, 12 maggio - 3 giugno 1956.
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Premio Villa S. Giovanni, Lido di Villa S. Giovanni, agosto - settembre 1956. Mostra d’arte di Gesù Divino Lavoratore, mostra organizzata in occasione del XIV Corso di Studi Cristiani, Assisi - Pro Civitate Christiana, 25 - 31 agosto 1956. 5 anni di mostre alla Galleria La Fontanella, Roma, 1958. VIII Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Maggio di Bari, Bari, 10 - 31 maggio 1958. Mostra nazionale del Premio Vallombrosa, Abbazia di Vallombrosa, 10 - 30 agosto 1958. IV Internazionale di Arte Sacra, Novara, 1959. Premio Villa S. Giovanni, Lido di Villa S. Giovanni, luglio - agosto 1959. 40 a Mostra di pittori di Roma, Rapallo - Lungomare, 11 - 31 luglio 1959. VIII Quadriennale nazionale d’Arte di Roma, Roma - Palazzo delle Esposizioni, dicembre 1959 - aprile 1960. Mostra della Società Promotrice delle Belle Arti, Torino, 1960. La Scuola Romana dal 1930 al 1945, Roma, febbraio 1960. Mostra Nazionale di Pittura Castello di Trabia, Trabia - Castello dei Principi, primavera 1960. Mostra della Figura, Taranto - Galleria d’Arte Taras, 30 maggio - 19 giugno 1960. Premio Villa S. Giovanni, Lido di Villa S. Giovanni, luglio - agosto 1960. XIV premio nazionale di pittura “F.P. Michetti”, Francavilla a mare, luglio - agosto 1960. Premio Avezzano, Avezzano - Palazzo degli Studi, 7 - 21 agosto 1960. Premio Nazionale di pittura “Giggi Fazi”, Roma - Galleria Numero, marzo - aprile 1961. Premio Villa S. Giovanni, Lido di Villa S. Giovanni, luglio - agosto 1961. III Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio, Roma, settembre - ottobre 1961. Artisti d’oggi a Roma, Roma - Galleria La Barcaccia, 24 novembre 5 dicembre 1961. Premio Nazionale di Paesaggio. Autostrada del Sole, Roma - Palazzo delle Esposizioni, novembre 1961 - gennaio 1962. II Premio Città di Marsala. Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea, Marsala, 4 - 19 agosto 1962. Premio Lignano 1962, Udine, Galleria Nerea / Lignano - Galleria S.
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Giorgio, 11 agosto - 20 settembre 1962. Premio Avezzano, Avezzano - Parco Torlonia, 12 - 26 agosto 1962. Collettiva, Roma - Galleria d’arte il Cerchio, 11 aprile - 3 maggio 1963. Concorso Internazionale di Pittura Estemporanea Gardone RivieraSalò sul Garda, Gardone Riviera - Villa Alba, 26 maggio 1963. Mostra Concorso di Arti Figurative, Roma - Palazzo delle Esposizioni, 27 maggio - 15 giugno 1963. Fra’ Galdino n. 4, Roma - Chiostro dei Cappuccini, giugno 1963. I Antologia di Artisti Romani, Roma - Palazzo delle Esposizioni, 22 giugno - 15 luglio 1963. Premio Villa San Giovanni, Villa S. Giovanni, luglio - agosto 1963. Terza mostra nazionale di pittura contemporanea. Premio Città di Marsala, Marsala - Chiostro di Santo Stefano, 3 - 18 agosto 1963. Pittori d’oggi a Roma, Roma - Palazzo delle Esposizioni, 16 novembre - 21 dicembre 1963. Premio Villa San Giovanni, Villa S. Giovanni, luglio - agosto 1964. Triennale dell’Adriatico, Civitanova Marche, 1965. Peintres Italiens du vingtième siècle, Algeri - Union Nationales des Arts Plastiques, 1965. Rassegna d’arte figurativa del Mezzogiorno d’Italia, Napoli, 1965. Realtà nella pittura dei nostri tempi, Roma - Galleria Il Cerchio, 6 25 febbraio 1965. Mostra di disegni di artisti contemporanei, Porto S. Giorgio, 1965. I Mostra internazionale “I Misteri”, Pasqua Romana 1965, Roma Condotti Street Gallery, Centro Internazionale di Arte e Cultura, 3 24 aprile 1965. Concorso Nazionale di Pittura Estemporanea Gardone Riviera-Salò sul Garda, Gardone Riviera - Villa Alba, maggio 1965. Premio Villa S. Giovanni, Decennale del Premio, Lido di Villa S. Giovanni, Circolo di Cultura “Cenide”, luglio - agosto 1965. Terza Mostra Nazionale d’Arte Sacra, Celano - Castello Trecentesco, 22 agosto - 12 settembre 1965. Cristo nell’arte contemporanea, Lugano - Villa Ciani, 9 - 31 ottobre 1965. IX Quadriennale Nazionale d’arte di Roma, Roma - Palazzo delle Esposizioni, ottobre 1965 - marzo 1966. V Rassegna nazionale di arti figurative, Roma - Palazzo delle Esposizioni e Galleria d’Arte, 27 ottobre - 18 novembre 1965. Premio Avezzano, Avezzano - Parco Torlonia, 1965. I pittori e la Calabria, Milano, 1966.
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Panorama di pittura contemporanea italiana, Reggio Calabria Azienda Autonoma di soggiorno e turismo, 14 maggio - 5 giugno 1966. Mostra di artisti contemporanei, Porto S. Giorgio - Rivafiorita, luglio 1966. Artisti contemporanei, Porto San Giorgio - Villa degli Oleandri, 27 luglio - 7 agosto 1966. IV Mostra Nazionale di Arte Sacra, Celano - Castello Trecentesco, 30 luglio - 28 agosto 1966. Premio Alatri. XV Mostra Nazionale di Pittura, Alatri, 7 - 28 agosto 1966. Come immaginate voi Maria Luisa, Roma - Palazzo delle Esposizioni, aprile 1967. I Mostra nazionale d’arte contemporanea, Treviso - Galleria d’arte Città di Treviso, 17 giugno - 7 luglio 1967. Premio Nazionale di pittura figurativa delle Industrie Modenesi, Modena, agosto 1967. IX Premio Vasto di Pittura Figurativa “Carlo della Penna”, Vasto Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, 6 - 27 agosto 1967. XVI Mostra Nazionale d’Arte Sacra e del paesaggio mistico, Perugia - Palazzo Comunale, Sala dei Notari, 7 - 19 settembre 1967. Premio Villa S. Giovanni, XII Edizione, Lido di Villa S. Giovanni Circolo di Cultura “Cenide”, luglio - agosto 1967. Cristo nell’arte contemporanea, Lugano - Villa Ciani, 9 - 31 ottobre 1967. VI Biennale Romana, Roma - Palazzo delle Esposizione, 1968. Premio Villa S. Giovanni, XIII Edizione, Lido di Villa S. Giovanni Circolo di Cultura “Cenide”, luglio - agosto 1968. Decimo Premio Nazionale di pittura figurativa Vasto. Nel 150° anniversario della nascita di Filippo Palizzi, Vasto - Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, 4 - 25 agosto 1968. Peintres Italiens du vingtième siècle, Union Nationales des Arts Plastiques, Algeri, marzo 1969. XI Settimana di arte sacra. L’arte sacra nelle norme del Vaticano II, Palermo - Curia Arcivescovile, 19 - 23 maggio 1969. XI Premio nazionale di pittura figurativa Vasto, Vasto - Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, 3 - 31 agosto 1969. XVI Mostra Nazionale d’Arte Sacra e del paesaggio mistico, Perugia - Palazzo Comunale, Sala dei Notari, 6 - 17 settembre 1969. XV Premio Villa S. Giovanni, Villa S. Giovanni, luglio - agosto 1970. XII Premio nazionale di Pittura Figurativa Vasto, Vasto - Azienda
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Autonoma Soggiorno e Turismo, 2 - 30 agosto 1970. VI Mostra Nazionale d’Arte Sacra, Celano - Castello Trecentesco, 9 26 agosto 1970. Gli artisti della Galleria, Roma - Galleria del Vantaggio, ottobre 1970. IV Mostra “Ai Frati”, Camaiore - Chiostro dei Francescani, 1 giugno - 30 settembre 1971. XIII Premio nazionale di pittura figurativa Vasto, Vasto, 1 - 29 agosto 1971. Omaggio degli artisti al Cardinale Giacomo Lercaro, Bologna Galleria d’arte, 23 - 29 ottobre 1971. Quattordicesimo premio nazionale Vasto di pittura figurativa, Vasto, 30 luglio - 3 settembre 1972. III Biennale. VIII Mostra Nazionale d’Arte Sacra, Celano - Castello Trecentesco, 5 - 27 agosto 1972. XVIII Mostra Biennale Nazionale d’Arte Sacra e del Paesaggio Mistico, Perugia, 3 - 19 settembre 1972. Omaggio al mare. 50 pittori alla sala dei ritratti, Fermo, 26 giugno 8 luglio 1973. XX Premio Avezzano. Documenti proposte verifiche, Avezzano, 19 agosto - 15 settembre 1973. Collettiva di Arte Grafica, Mosca, 29 maggio - 15 giugno 1974. Collettiva in occasione della esposizione della Via Crucis della Chiesa del Sacro Cuore, Celano - Chiesa del Sacro Cuore, 1 - 8 aprile 1978. Galleria permanente di Arte Sacra e Contemporanea, Roma L’Agostiniana, maggio 1978. Mostra d’Arte Sacra in occasione del III Convegno di studio sull’Arte Sacra, Roma - Palazzo dei Congressi, 29 marzo 1979. Pittori della Scuola Romana. I protagonisti della pittura a Roma negli Anni Quaranta-Cinquanta, Avezzano - C.I.C., Centro Iniziative Culturali, novembre 1981. Scuola Romana. Pittori tra le due guerre, Roma 1983. Vite e Vino. Mostra collettiva di autori contemporanei, Roma - Studio del Canova Il Canovaccio, 18 giugno - 31 luglio 1983. Collettiva “Natale 1983”, Olii e tecniche miste, Roma - Galleria d’Arte Porto di Ripetta, 20 dicembre - 7 gennaio 1984. Dalla “Scuola Romana” alla prima Transavanguardia 1930-55, Roma - Galleria Chimera, 12 ottobre - 21 dicembre 1988. Elogio al Nero. Marguerite Yourcenar, l’Opera al nero, la sua alchimia e le arti, Roma – Tempio di Adriano, 1 settembre - 5 ottobre 2006.
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