Editore: Studio EffeErre Sas - Via Albani, 58 - 20148 Milano | POSTE ITALIANE SPA - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv., in L. 27.02.2004, n. 46), art. 1, comma 1, DCB MILANO
03 GIUGNO 2014
FEDERPIETRE Trimestrale della Federazione Nazionale dei Commercianti in Diamanti, Perle, Pietre Preziose e dei Lapidari
Federpietre & IGI: un’alleanza di valore CIBJO: nuova Commissione nel segno del corallo Small Business Act: questo sconosciuto
SOMMARIO FEDERPIETRE
EDITORIALE DEL PRESIDENTE 05 // Federpietre & IGI: alleanza di valore
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Editore
NOTIZIE 06 // Brevi dal mondo
Studio EffeErre Sas Via F. Albani 58 - 20148 Milano Tel. +39 02 33001100 Tel. +39 02 39264512 Fax: +39 02 33001914 info@studioeffeerre.com www.studioeffeerre.it
Direttore Editoriale Annalisa Fontana
Direttore Responsabile Gloria Belloni
Redazione
Sonia Sbolzani
Hanno collaborato a questo numero
Maurizio Bertoncello Vincenzo Liverino
Progetto grafico, impaginazione e coordinamento
Studio EffeErre - Milano
Pre-stampa
Grafimar - Milano
IN REDAZIONE 12 // Compro oro: un fenomeno in via di riduzione 14 // L’ultimo argentiere: intervista a Gianfranco Pampaloni 16 // Esclusivi si diventa 17 // I gioielli della lumaca
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Jona srl - P. Dugnano, MI
Editore: Studio EffeErre Sas - Via Albani, 58 - 20148 Milano | POSTE ITALIANE SPA - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv., in L. 27.02.2004, n. 46), art. 1, comma 1, DCB MILANO
GIUGNO 2014
FEDERPIETRE Trimestrale della Federazione Nazionale dei Commercianti in Diamanti, Perle, Pietre Preziose e dei Lapidari
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ECONOMIA 18 // Lo Small Business Act: questo sconosciuto 20 // Riprende l’iter delle leggi di settore 21 // Euro ultima chiamata
Stampa
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GEMMOLOGIA 24 // Intervista al Presidente di IGI Paolo Valentini 25 // Un fiume d’ambra 27 // Un futuro brillante
Federpietre & IGI: un’alleanza di valore CIBJO: nuova Commissione nel segno del corallo Small Business Act: questo sconosciuto
In copertina:
Spilla con diamanti rosa, gialli, bianchi e perle conch di RCM Gioielli.
LEGGENDO QUA E LÀ Periodico di Federpietre - Federazione Nazionale dei Commercianti di Diamanti, Perle, Pietre Preziose e dei Lapidari Trimestrale - Anno XIV - N° 3/Giugno 2014 Federpietre E-mail: federpietre@libero.it
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Registrazione Tribunale di Milano n. 653 del 17-10-2000 - POSTE ITALIANE SPA - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27.02.2004, n. 46), art.1, comma 1, DCB MILANO
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28 IL PUNTO DI VISTA 30 // CIBJO: nasce una nuova commissione nel segno del corallo
I SOCI DI FEDERPIETRE Pubblichiamo qui l’elenco delle aziende associate a Federpietre (non tutte, poiché alcune per motivi personali non hanno dato il loro consenso).
Vuole essere un modo per sottolineare il loro “valore aggiunto” generato dall’appartenenza ad una Federazione coesa e attiva, che da sempre opera per
tutelare e promuovere la professionalità e l’etica dei commercianti di pietre preziose aderenti, sostenendo il settore orafo nel suo complesso.
Bianco Gian Piero Diamanti
Diamante srl
Pasquarelli Danilo srl
Bidiamond srl
Dott. Carlo Paolillo & C. srl
Petramundi srl
Borsalino Diamanti srl
Enzo Liverino 1894 srl
Taché Diamonds Italia srl
Boss Diamond Srl
Ideal Diamonds srl
Storchi Chiara
Brioschi srl
Viale Vicenza 3/A - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 943029 - Fax: 0131 951602 E-mail: brioval@tiscali.it
IGI - Istituto Gemmologico Italiano Piazza San Sepolcro 1 - 20123 Milano Telefono: 02 80504992 - Fax: 02 80505765 E-mail: info@igi.it
Valentini srl
Capellaro & C. srl
Maino sas
Z.B.F. snc
Viale Galimberti 12 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 924704 - Fax: 0131 942218 E-mail: preziosi2002@libero.it
Corso Garibaldi 138/C - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 955875 - Fax: 0131 945339 E-mail: info@bidiamond.it
Via Mazzini 15 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 941003 - Fax: 0131 946557 E-mail: info@borsalinodiamanti.com
Via Michelangelo, 1 - 15048 Valenza (AL) Telefono e Fax: 0131 947575 E-mail: info@bossdiamond.com
Via Baiardi 33 - CO.IN.OR. Zona D2 Lotto 2G 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 924809 - Fax: 0131 945689 E-mail: capellaro@libero.it
Castellini Diamanti
Via San Maurilio 13 - 20123 Milano Telefono e Fax: 02 72094241 E-mail: gucaste@tin.it
Via Pietro Micca 10 - 10122 Torino Telefono: 011 533532 - Fax: 011 532472 E-mail: diamante1srl@yahoo.it
Via della Scrofa 14 - 00186 Roma Telefono: 06 6875006 - Fax: 06 6893368 E-mail: info@diamanti.it
Via Montedoro 61 - 80059 Torre del Greco (NA) Telefono: 081 8811225 - Fax: 081 8491430 E-mail: info@liverino1894.com
Via Calefati 42 - 70122 Bari Telefono: 080 5230138 - Fax: 080 5230138 E-mail: raffaele.bufi@fastwebnet.it
Via Curtatone 11 - 20122 Milano Telefono: 02 5466375 - Fax: 02 55014924 E-mail: mainodiamanti@mainodiamanti.it
Mineralgemme sas
C.so Porta Romana 68 - 20122 Milano Telefono: 02 58318040 - Fax: 02 58318050 E-mail: info@mineralgemme.com
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Via Camasio 15 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 954361 - Fax: 0131 953366 E-mail: info@pasquarellidanilo.com
Via Donizetti 14 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 946234 - Fax: 0131 971579 E-mail: info@petramundi.com
Corso Garibaldi 114 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 947322 - Fax: 0131 947332 E-mail: marco@tachediamonds.com
Viale S. Michele del Carso 3 - 20144 Milano Telefono: 02 40095499 - Fax: 02 48701676 E-mail: chiara.storchi@charmedetahiti.com
Via C. Battisti 3 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 941000 - Fax: 0131 951643 E-mail: valentini@valentinipl.191.it
Viale Repubblica 141/A - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 943481 - Fax: 0131 951675 E-mail: info@zbfpietre.it
L’editoriale del Presidente
FEDERPIETRE & IGI ALLEANZA DI VALORE Sono orgoglioso di annunciare che Federpietre ha stipulato un accordo di collaborazione con l’Istituto Gemmologico Italiano, di cui è Presidente il “nostro” Paolo Valentini. In base ad esso IGI assume il ruolo di organo tecnico-scientifico di Federpietre, fornendo servizi e consulenza di alto profilo in ambito gemmologico, e aderisce a questa Federazione per sostenerne la crescita. Inoltre IGI è già entrato da protagonista nel nostro giornale per divulgare notizie di interesse e rilevanza per la community del settore della gioielleria. Si aprono così interessanti prospettive e opportunità per un rapporto di notevole portata professionale, culturale, morale nel comparto delle pietre preziose, dove la collaborazione è un autentico valore aggiunto per fare “massa critica” e contare autorevolmente in contesti importanti, a vantaggio di tutti.
arcipelago dai collegamenti agili e flessibili, in grado di garantire efficienza operativa e solidità. Compito di tutti gli enti del settore in questa fase di “uscita dal tunnel” deve essere più che mai, infatti, quello di mettersi al servizio degli operatori, che negli ultimi anni tante “lacrime e sangue” hanno versato, ma alla fine hanno vinto. Del resto, la crisi è stata vista dalle aziende più lungimiranti non tanto come una piaga di cui lagnarsi senza reagire, quanto un’occasione per riconfigurarsi strategicamente e ripartire poi col piede giusto al momento della ripresa economica. Ne uscirà un comparto più concentrato, ma anche più forte, aperto verso l’esterno e teso alla dimensione internazionale.
Vorrei sottolineare con favore, inoltre, il debutto di una nuova manifestazione espositiva organizzata dal gruppo Rapaport The Diamond Show - che ha avuto Il nostro è un comparto in cui sempre luogo a fine Marzo a Basilea per concentrare in un unico spazio fisico più ci accorgiamo di quanto sia tutta la filiera dei diamanti, dalla essenziale mettere in comune idee produzione alla distribuzione finale. e risorse verso obiettivi condivisi: Si tratta di un’opportunità anche per da soli siamo “lost”, isole perdute le aziende italiane di confrontarsi nell’oceano; insieme siamo un 5
con altre su scala globale non solo in termini di meri affari, ma anche di approccio a culture, stili di lavoro e di comunicazione differenti, utili per sviluppare la professione in futuro. Concludo tornando all’importanza dell’accordo sottoscritto da Federpietre con IGI, per sottolineare il peso crescente dei laboratori gemmologici nel garantire e rafforzare l’onorabilità e il credito goduto dalla nostra attività. Solo per citare un esempio, si pensi al caso dei diamanti sintetici: come ha puntualizzato Martin Rapaport, questo fenomeno si può superare grazie agli sviluppi della tecnologia ed agli sforzi della nostra categoria per garantire in concreto le 4D, ossia differentiation, detection, disclosure, documentation. Senza queste 4D, i diamanti perdono le loro 4C. Un plauso ai laboratori dunque! È anche e soprattutto grazie a loro se i consumatori saranno sempre disposti ad accordare fiducia alle nostre pietre, quelle “cose” così speciali, uniche, rare e preziose che racchiudono in sé i valori più belli. Raffaele Maino
NOTIZIE DAL MONDO
vetro al piombo (lead glass-filled). CIBJO chiede che siano classificati come “Ruby and Glass” e descritti come “manufactured/composite material or product” per informare e tutelare i consumatori. Va altresì ricordato che nel 2010 CIBJO aveva già concordato con l’American Gem Trade Association (AGTA) e l’International Colored Stone Association (ICA) un metodo universale di dichiarazione delle pietre di colore, supportando il concetto di tracciabilità. La Commissione Etica di CIBJO, di cui è Presidente Cecilia Gardner, ha dedicato il suo speciale report ai principi del business, sottolineando quanto sia importante che il settore stesso innalzi i propri standard etici per assicurarsi la fiducia dei consumatori, senza aspettare che sia il governo a legiferare in proposito. La medesima Commissione Etica ha già pubblicato alcuni mesi fa una guida dal titolo “Basic Principles of Jewellery Advertising”, in cui sono descritte le pratiche di corretto comportamento verso tutti i media, da quelli tradizionali ai social network. Al Congresso di Mosca ha avuto luogo anche un workshop sul tema, moderato da Suzan Flamm, Senior Counsel presso la Jewelers Vigilance Committee degli USA. Il rapporto della Commissione Gemmologica, con a capo Hanco Zwaan, ha invece messo in luce il ruolo dei laboratori nel promuovere l’armonizzazione degli standard e della nomenclatura, anche in ottica di accrescere l’affidabilità delle conoscenze e della fiducia dei consumatori. Tra i temi in agenda della Commissione vi sono stati in particolare l’uso delle espressioni descrittive “rosso sangue di piccione” e “blu reale” (“pigeon blood red”, “royal blue”) e la terminologia da impiegare per distinguere l’idrofane dall’opale prezioso. Infine, il rapporto della CIBJO Pearl Commission, presieduta da Kenneth Scarratt, ha preso le mosse dalla sentita esigenza di unificare il sistema di classificazione delle perle per addivenire ad uno strumento interpretativo universale. La Commissione ha anche esaminato la distinzione tra “natural seed pearls” e “small non-bead pearls” sul mercato del Golfo Persico, la situazione delle perle coltivate nei Mari del Sud australiani, i recenti sviluppi del settore nella Polinesia Francese e il CIBJO Pearl Blue Book. Infine, la CIBJO EU Committee, guidata da Gaetano Cavalieri e coordinata da Thilo Brückner, nel suo rapporto ha fatto il punto delle relazioni avviate con la Commissione Europea nel campo degli effetti normativi sul settore della gioielleria. In particolare, tra i fini di CIBJO spicca l’azione di “persuasione” esercitata su Bruxelles in merito alle conseguenze della legislazione sui “conflict minerals” contenuta nel Dodd-Frank Act in vigore negli USA, che ha portato ad un embargo di fatto dei produttori di oro dalla regione africana dei Grandi Laghi. A pagina 30 la notizia sulla nuova Commissione Corallo.
Commissioni CIBJO riunite a Mosca
Al Congresso CIBJO 2014, svoltosi a Mosca nel Maggio scorso, sono stati presentati come di consueto gli “Special Report” da parte delle varie Commissioni. La prima a diramare il suo rapporto è stata la Commissione Marketing&Education, guidata da Jonathan Kendall, che ha annunciato l’avvio di un progetto per misurare l’impatto del settore della gioielleria sull’ambiente. La Commissione Metalli Preziosi, presieduta da Michael Allchin, si è concentrata sull’attività di lobbying svolta da CIBJO in Europa contro la farraginosa normativa riguardante le importazioni di oro da zone di guerra e una revisione degli standard di rilascio del nichel (EN 1811), al fine di evitare confusione e disagi interpretativi. Il Report diramato dalla Diamond Commission, al cui vertice siede Udi Sheintal, si è focalizzato sulla “sfida” posta dai diamanti sintetici all’interno della filiera. In proposito, Sheintal ha dichiarato che per scongiurare ogni minaccia all’integrità e allo status dei diamanti naturali occorre una strategia a tutto campo che consideri diverse discipline, dalla ricerca alla tecnologia, dagli strumenti di analisi alle questioni etiche e legali, incluse le sanzioni contro quegli operatori che rifiutino la trasparenza; senza dimenticare, infine, i metodi di marketing che permettono ai consumatori finali di distinguere tra diamanti naturali e sintetici. È in gioco la fiducia sia nei prodotti che nell’industria diamantifera stessa e in chi ci lavora; per questo il 19 Maggio è anche stato organizzato un convegno che ha cercato di fare il punto della situazione, discutendo le varie problematiche aperte. In particolare, la Commissione Diamanti ha proposto di introdurre la seguente definizione di diamante: “a mineral which has been formed completely without human interference. It may be subsequently cut or polished”. Il rapporto della CIBJO Coloured Stone Commission, diretta da Nilam Alawdeen, ha preso in esame la trasparenza dei trattamenti e delle modificazioni operati sulle gemme, ragionando in particolare su come possono essere qualificati adeguatamente i rubini migliorati con 6
Federpietre Informa // NOTIZIE
delle gemme provenienti da aree belliche, operando in sintonia con le Nazioni Unite ed il Kimberley Process Certification Scheme. Vicepresidente di WDC è stato nominato Andrew Bone (De Beers Group), mentre è stato scelto come Tesoriere Ronnie VanderLinden, già al vertice di Diamond Manufacturers and Importers Association of America. Il neo-Presidente Asscher in passato ha ricoperto altri ruoli di prestigio nel comparto diamantifero: tra l’altro è stato Presidente di International Diamond Council, Presidente di International Diamond Manufacturers Association, Vicepresidente di European Council of Diamond Manufacturers. Ha svolto anche alcuni incarichi politici nel suo Paese. Appena eletto alla guida di World Diamond Council ha dichiarato di voler operare per prevenire ogni illegalità nel mercato dei diamanti, garantire benessere a chi opera nel settore e mantenere alta la fiducia dei consumatori.
IGI e le gemme birmane
a VicenzaOro Mogok è una remota cittadina nel nord della ex-Birmania (ora Myanmar), le cui miniere attive sin dal XV secolo offrono una gamma estremamente ricca e variegata di pietre preziose di qualità, che nel tempo hanno alimentato molte leggende cariche di fascino, a cominciare da rubini e zaffiri, poi topazi, spinelli, pietre di luna, peridoti, giade. Al tema “La leggenda di Mogok: rubini e zaffiri” ha dedicato un’interessante conferenza l’Istituto Gemmologico Italiano (IGI) nella cornice di VicenzaOro Spring (12 Maggio). Loredana Prosperi, responsabile del laboratorio IGI, ha raccontato l’epopea di Mogok sottolineandone le valenze gemmologiche, senza trascurare le notizie più curiose, che hanno fatto presa sicura sul pubblico. Ancora oggi la quasi sperduta valle di Mogok resta una fonte primaria di pregiate gemme (malgrado le restrizioni imposte dal governo del Paese), alla cui estrazione e lavorazione si dedica la totalità della popolazione locale (ricercatori, minatori, pulitori, commercianti). Tra le curiosità emerse dalla conferenza di IGI, va segnalata senz’altro quella che collega Mogok alle avventure di Sinbad il Marinaio, mitico navigatore originario di Bassora (odierno Iraq), che è uno dei protagonisti delle “Mille e Una Notte”. In effetti il difficile accesso alla vallata, così come la scarsità delle gemme, hanno dato la stura nei secoli a varie leggende: si riteneva, ad esempio, che in quei misteriosi luoghi fossero presenti molti avvoltoi famelici, a cui bastava gettare dei pezzi di carne fresca perché riportassero i rubini che si erano attaccati al cibo stesso. In realtà la stessa leggenda è narrata anche nelle storie di Sinbad con riferimento ai diamanti. Secondo altri racconti, invece, la valle di Mogok era infestata da serpenti velenosissimi che, strisciando ovunque, impedivano la raccolta delle pietre. Allora si escogitò l’espediente di catapultare dei pezzi di carne, in modo che i rubini aderissero a questi e così fossero portati fuori da quel luogo “fatato” da uccelli rapaci che, una volta sazi, lasciavano che gli uomini recuperassero le gemme dai loro nidi (dove erano miste agli escrementi).
Licia Mattioli
nel Comitato di Presidenza Confindustria
L’imprenditrice orafa Licia Mattioli, Presidente dell’Unione industriale di Torino e massima carica di Confindustra Federorafi, è entrata di recente nella squadra del Comitato di Presidenza di Confindustria in qualità di Presidente del Comitato tecnico per l’internazionalizzazione. Si tratta di un ruolo di grande prestigio e responsabilità, viste le problematiche strategiche e tattiche legate all’espansione dei prodotti italiani sui mercati esteri. La nomina è stata decisa dalla Giunta confindustriale che ha votato il programma per il biennio a venire e la nuova squadra proposta dal Presidente Giorgio Squinzi, a cui poi è seguita la ratifica da parte dell’Assemblea privata. A Licia Mattioli, che degnamente rappresenta il mondo orafo in Italia e nel mondo, congratulazioni e auguri di buon lavoro da parte di Federpietre!
Baselworld 2014:
edizione positiva
Rinnovo
ai vertici WDC
Si è concluso con successo anche quest’anno Baselworld, il più importante evento dell’industria mondiale dell’orologeria e della gioielleria in termini di affari, qualità, presenza dei media ed esposizione, che ancora una volta si è dimostrato in grado di attrarre 150mila partecipanti. In effetti si tratta della fiera di riferimento per il settore a livello internazionale, in occasione della quale circa 1500 espositori di 40 Paesi diversi, inclusi i principali marchi, espongono in vetrina le loro novità. Da sempre in essa
Edward Asscher, che rappresenta la quinta generazione dei celebri diamantai olandesi (Royal Asscher Diamond Company), è stato eletto Presidente di World Diamond Council, l’organismo istituito nel 2000 per coordinare le iniziative internazionali finalizzate ad eliminare il traffico 7
Federpietre Informa // NOTIZIE
trovano un punto di incontro ideale tutti gli operatori in qualsiasi campo siano attivi, dall’orologeria alla gioielleria, dai diamanti e pietre preziose alle perle, dai macchinari alle industrie di fornitura. Per dare un’idea del giro d’affari che Baselworld muove, è stato calcolato dagli organizzatori della fiera che essa genera circa 2,4 miliardi di franchi svizzeri l’anno (direttamente e indirettamente) e crea quasi 13mila posti di lavoro. È già stata resa nota la data, oltre che la sede, dell’edizione 2015: si svolgerà dal 19 al 26 Marzo nei padiglioni della Messe Basel.
internazionale e nel contempo valorizzare il vero made in Italy. Grazie all’accordo, sono inseriti nel bando di concorso di Mittelmoda per l’edizione 2014 quattro premi legati al nuovo format di Fiera di Vicenza “Origin, Passion and Beliefs”, focalizzato sull’accessorio personale, il quale si è volto dall’8 all’11 Maggio scorso (i suddetti riconoscimenti sono collegati alle categorie Leather, Stone, Textile e Technology). Il concorso offre la possibilità a giovani professionisti e studenti di beneficiare di percorsi formativi presso aziende operanti sul territorio italiano nella filiera della moda. La cerimonia di premiazione dei vincitori di Mittelmoda ‘The Fashion Award’ avrà luogo in autunno. Dal 2015 VicenzaOro Spring sarà tutta italiana. L’edizione di Maggio della fiera veneta, infatti, intende puntare esclusivamente su espositori nazionali divisi per aree geografiche di provenienza, focalizzandosi essenzialmente su prodotti unbranded,di qualità artigianale e rigorosamente tracciabili (secondo regole messe a punto di recente dalle Camere di Commercio). Fiera di Vicenza ha inoltre siglato un’importante partnership con l’Emirato di Dubai, per realizzare un grande salone della gioielleria nel World Trade Centre, tempio del commercio del lusso nel Golfo Persico. La nuova joint venture (chiamata DV Global Link), nel cui CdA siedono due rappresentanti vicentini, vedrà la Fiera italiana e la controparte araba spartirsi equamente gli utili. La prima edizione di VicenzaOro Dubai si svolgerà dal 23 al 26 Aprile dell’anno prossimo.
Gemme azzurre
dal vulcano
Negli ultimi anni la Tanzania, Paese tra i maggiori produttori mondiali di gemme, è stata teatro di diverse scoperte minerarie, alcune delle quali di particolare interesse per il nostro comparto. Tra le più recenti vi è un’acquamarina xenolitica rinvenuta da un Masai nel nord-est, all’interno di un vulcano chiamato Ol Doinyo Lengai, alto quasi 3000 metri, posto sul bordo occidentale della Rift Valley dove vennero recuperati i più antichi fossili umani. L’acquamarina è stata trovata esattamente in un lapillo di lava sulla sommità del cono vulcanico e ciò ha fatto supporre che sotto la struttura geologica ci sia un giacimento di acquamarina. Va rilevato che le lave prodotte da questo vulcano hanno una composizione chimica particolare: infatti sono natro-carbonatiti costituite, anziché da silicati, da peculiari carbonati anidri di sodio e potassio. Altri minerali estratti in quest’area africana sono: tanzanite e tsavorite dalle Merelani Hills (150 km a sud-est del vulcano), smeraldi dal lago Manyara (100 km a sud), rubino in zoisite da Longido (80 km a est), corindoni e granati dalla Umba Valley, cromotormalina, enstatite, pietra del sole, opale di fuoco gatteggiante e altre gemme meno note.
OroArezzo
per il rilancio del settore orafo
L’edizione 2014 di OroArezzo, Salone internazionale di oreficeria, argenteria e gioielleria, ha messo a segno buoni risultati, secondo i dati degli organizzatori, raggiungendo quota 12mila ingressi in 4 giorni (+8,5% rispetto allo scorso anno, con i grossisti cresciuti del 13,5% ed i dettagliati scesi del 4%) e registrando la presenza di 280 buyer venuti da un’ottantina di Paesi stranieri. Vi hanno partecipato come espositori circa 500 imprese, per lo più rappresentative del distretto toscano, un polo produttivo vitale che nel 2013 ha aumentato le esportazioni del 21,47% e realizzato un fatturato di oltre 2 miliardi di euro, grazie soprattutto alla domanda proveniente dagli Emirati Arabi. A sottolineare il rilievo del sistema aretino, che da solo incide per il 35% sul totale dell’export italiano di oreficeria, all’evento è intervenuto il Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi che, affrontando lo spinoso tema dei dazi doganali, ha ribadito la necessità di supportare le piccole e medie aziende nella corsa verso i mercati internazionali. Il neoPresidente di Arezzo Fiere e Congressi Andrea Boldi ha dichiarato dal suo canto: “Dobbiamo cominciare a rilanciare il settore orafo-gioielliero spingendo sulla qualità, la manifattura, l’eccellenza e originalità del made in Italy”. Ad OroArezzo si è discusso anche di economia digitale a cura dell’ente camerale, con riferimento particolare al progetto “Distretti sul web” sviluppato da Google con Unioncamere e patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico, volto a
Fiera di Vicenza:
nuovi accordi strategici Fiera di Vicenza ha messo a segno un altro prestigioso accordo nel nome del binomio gioiello-moda, avviando un’intensa collaborazione con Mittelmoda International Lab, network internazionale la cui missione consiste nel promuovere concorsi del settore fashion, con l’obiettivo di valorizzare la formazione di competenze progettuali lungo la filiera del sistema moda-persona. Il protocollo d’intesa pluriennale, che coinvolge anche Unioncamere e la Regione Veneto, oltre alle principali associazioni di categoria del settore, intende avere respiro 8
Federpietre Informa // NOTIZIE
coinvolgimento di Confindustria - Federorafi e associazioni imprenditoriali locali - ai partecipanti sono state presentate interessanti ricerche sulle abitudini di acquisto della cosiddetta “Generazione Millenium” e testimonianze di buyer d’oltreoceano, manager di imprese italiane in USA ed esperti di marketing, procedure doganali e contrattualistica. Nell’ultimo decennio, malgrado la storica leadership della nostra gioielleria in USA, la quota di mercato italiana si è ridotta ad un terzo, sia per la crisi economica sia per la feroce concorrenza internazionale sia per la vigenza di leggi severe e di dazi che penalizzano soprattutto il prodotto unbranded. Ecco perché, ora che si profilano da un lato la ripresa e dall’altro la conclusione dei negoziati sulle barriere tariffarie e non tariffarie, è indispensabile per gli operatori italiani prepararsi a cogliere o a rilanciare le opportunità.
facilitare la digitalizzazione di 20 distretti italiani, agevolando anche l’incontro tra le PMI ed i giovani. Il prossimo appuntamento aretino sarà quello dal 25 al 27 Ottobre con “Gold in Italy”, dedicato esclusivamente alla produzione orafa italiana.
Quando la politica
ama i gioielli Persino dagli USA giungono notizie allarmate circa la disaffezione dei giovani nei confronti dei gioielli (da una recente indagine risulta come molti teenager approccino per la prima volta una gioielleria solo in caso di matrimonio; altrimenti preferiscono rivolgersi altrove); non parliamo dell’Italia dove gli esercenti orafi da tempo lanciano “grida di dolore” all’indirizzo non solo delle giovani generazioni ree di pensare esclusivamente a gadget elettronici, ma anche di quelle più mature. Non possiamo, allora, fare a meno di rilevare come tra i pochi rimasti apparentemente fedeli ai preziosi vi siano i Consiglieri regionali saliti agli onori della cronaca negli ultimi tempi per le loro cosiddette “spese pazze”, allegramente effettuate con denaro pubblico. Tra gli scontrini presentati per i rimborsi, infatti, giocavano la parte del leone i gioielli (rigorosamente griffati), assieme a cene raffinate, mazzi di fiori, borsette di marca, alimentari di qualità, armi, oggetti di lusso vari (sappiamo comunque che al vaglio delle procure ci sono anche esborsi per cose più modeste o bizzarre come fumetti, mozzarelle, massaggi, saune, spettacoli di lap dance, biancheria intima, cerimonie funebri, farmaci, parcheggi, ecc.: si potrebbe continuare per pagine). Una cosa è certa: noi orafi non dovremmo più accusare i politici di trascurarci; anzi, diamo atto a molti di essi di promuovere con passione, in prima persona, la cultura del gioiello... purché pagato con i nostri soldi!
“Made in”:
l’Italia vince in Europa
Stavolta l’Italia ha battuto la Germania, verrebbe da commentare dopo che a metà Aprile, nell’ultima assemblea plenaria del Parlamento europeo prima delle elezioni, è passata a larga maggioranza l’indicazione obbligatoria sull’origine dei prodotti non alimentari, il cosiddetto “made in”, per cui il nostro Paese lotta da anni. È stato dunque respinto l’emendamento del cosiddetto “fronte del Nord” (Merkel in testa) che mirava a cancellare l’etichetta obbligatoria dal testo della proposta Tajani-Borg sulla direttiva per la sicurezza dei consumatori. Un passo fondamentale per la competitività delle nostre imprese, in particolare orafe, per la lotta alla contraffazione e per la tutela dei consumatori. Ora la parola passerà al Consiglio d’Europa (prossima legislatura), ma intanto ha avuto luogo un voto storico per milioni di imprese italiane, commercianti, consumatori che finalmente potranno sapere da dove arrivano i prodotti che usano e indossano. È un riscatto per l’industria italiana che esporta in tutto il mondo! Oggi circa il 10% dei beni non è riconducibile al produttore. E l’Italia ha sempre sostenuto fermamente la tracciabilità, raccogliendo il sostegno di Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Lituania, Bulgaria, Romania.
Gli orafi
alla riscoperta dell’America
“Storytalia”:
il negozio online a misura d’impresa
Intercettare un potenziale di 13 milioni di consumatori americani con un reddito tra i 150mila ed i 250mila dollari e affascinati dal made in Italy: è questo l’oggetto della “lezione” di taglio tecnico e commerciale che è stata offerta agli imprenditori orafi dei distretti di Valenza-Alessandria, Vicenza, Arezzo, tra Aprile e Maggio, anche in prospettiva del sospirato epilogo dell’accordo USA-UE per l’azzeramento dei dazi. Nel corso di questi incontri - organizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso ICE Agenzia, e con il
Sono la Russia e gli Emirati Arabi a crescere maggiormente (ancor più del colosso Cina) nella richiesta di prodotti italiani “belli e ben fatti”: dai gioielli all’abbigliamento, dalle 9
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calzature agli occhiali, dal cibo all’arredamento. È quanto emerge dalla ricerca “Esportare la dolce vita” elaborata dal Centro Studi Confindustria e da Prometeia, arrivata quest’anno alla quinta edizione, focalizzata sulle potenzialità degli asset made in Italy. Da qui al 2019, secondo l’accurata analisi, i Paesi emergenti acquisteranno dall’Italia fino a 16,6 miliardi di euro di beni dei settori che trainano l’economia nazionale (tra cui i nostri preziosi): quasi 5 miliardi in più rispetto al 2013. In pratica, in solo sei anni l’aumento è del 40% ed è di 23 punti al di sopra della dinamica stimata per le importazioni dai mercati maturi. Così ha commentato la giornalista del Sole-24 ore Paola Bottelli: “Al di là del fatto che, a mio avviso, bisogna comunque investire massicciamente negli Stati Uniti, che per queste categorie merceologiche sta vivendo un quasiboom (posso chiamarlo così), è indispensabile riuscire a intercettare lo shopping dei consumatori”. Al riguardo, dal prossimo autunno partirà Storytalia, il negozio online messo a punto da Confindustria, Unicredit, Intesa Sanpaolo e da alcuni investitori privati con il sostegno della Simest, con l’obiettivo di sostenere le piccole e medie aziende, che da sole a stento ce la farebbero a raggiungere mercati geograficamente così lontani. Promozione, resi merce, logistica, distribuzione e pagamenti saranno “centralizzati” tramite un accordo con le Poste.
Quando è di scena
il falso
Anche uno spettacolo teatrale può servire a sensibilizzare sul tema della contraffazione che alimenta il business delle mafie e nuoce alla salute fisica degli acquirenti. È l’originale idea che hanno avuto Fiera di Vicenza ed altre associazioni della provincia veneta, che il 9 Maggio scorso hanno invitato un vasto pubblico alla pièce “Tutto quello che sto per dirvi è falso” di Andrea Guolo, interpretata da Tiziana Di Masi (al Palladio Theater presso la Fiera medesima). Si è trattato di un monologo di “teatro civile” volto a promuovere la cultura della legalità, accendendo i riflettori sul danno economico e sociale generato dal mercato del falso. Un fenomeno che pesa per circa 7 miliardi di euro, sottrae ogni anno 110mila posti di lavoro regolari e, a livello mondiale, costringe 115 milioni di bambini sotto i 14 anni a lavorare anziché frequentare la scuola. Quindi Fiera di Vicenza e Regione Veneto, Tavolo Sistema Moda Veneto e Associazioni dei Consumatori del Veneto hanno voluto impegnarsi in prima persona a sostenere questa battaglia di civiltà che passa anche attraverso la poesia del teatro: una scelta di campo per trasmettere il senso del made in Italy non solo nell’ottica economica o in termini di mera valorizzazione del brand, ma anche con la missione di difendere il valore della comunità, la salute e la sicurezza dei consumatori.
A Mosca
i tesori dei maharaja I più bei gioielli che la cultura indiana abbia prodotto in 500 anni di storia, dal XVII secolo ad oggi, sono eccezionalmente esposti in Russia, presso lo State Museum of Moscow, fino al 17 Luglio, nell’ambito della grande mostra “India: Jewels that enchanted the World”. La rassegna, che comprende 300 oggetti, alcuni mai visti prima, è stata resa possibile dalla collaborazione di vari privati e istituzioni di tutto il mondo, che hanno concesso i preziosi per l’occasione: tra questi il British Museum e il Victoria&Albert Museum di Londra, i Musées BarbierMueller di Ginevra, maison come Cartier, Chaumet, Mauboussin, Van Cleef & Arpels. Esperti di gioielli provenienti da India, Svizzera, USA, coordinati da Elena Gasparina, direttrice del Museo del Cremlino, e da Alex Popov, Presidente della Borsa Diamanti moscovita e fondatore della Indo-Russian Jewellery Foundation, hanno curato l’organizzazione dello straordinario evento, che per la prima volta ha raccolto i gioielli della tradizione dell’India meridionale e quelli della dinastia imperiale Moghul, oltre che le più incantevoli gemme indiane di tutti i tempi. Comunque tra i preziosissimi oggetti esposti a Mosca spiccano in particolare: il celebre “Tutti Frutti” di Cartier, la collezione del Maharaja Bhumpinder Singh di Patiala, una clip di zaffiri, rubini, smeraldi e diamanti trasformata in un sofisticato ferma-turbante da Van Cleef & Arpels e una splendida aigrette di pavone di Mellerio decorata con diamanti appartenuta al Maharaja Jagatjit Singh di Kapurthala. Una mostra davvero speciale, quindi, all’insegna dell’arte e della felice unione di culture diverse.
Firenze splende
di sacri bagliori
Fino al 28 Settembre al Museo degli Argenti di Firenze è possibile ammirare la mostra “Sacri splendori” dedicata al tesoro della Cappella delle Reliquie di Palazzo Pitti, il luogo che per oltre 130 anni racchiuse una delle più vaste raccolte di preziosi oggetti devozionali d’Europa (più di mille pezzi di inestimabile valore), non seconda per sfarzo a quella spagnola custodita all’Escorial. Fu proprio la sua ricchezza a decretarne la dispersione nel corso del tempo, cosicché, dopo la fine dei Medici, i Lorena, nuovi signori della Toscana, cominciarono a disgregare l’eccezionale patrimonio (finito in chiese varie della diocesi). In mostra a Firenze si possono ora ammirare 110 opere riunite per la prima volta, tra cui raffinate custodie in oro, argento, pietre preziose e pietre dure, materiali rari e pregiati come ambra del Baltico, pregiato corallo, esotici avorio ed ebano. Il percorso espositivo, incentrato sui personaggi del casato mediceo 10
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Cannes (per cui realizza l’ambita “Palma d’oro”), ha deciso di sostenere un importante progetto di restauro di Cinecittà che dovrebbe essere completato nel Settembre di quest’anno. L’intervento, messo a punto da Cinecittà Studios e Istituto Luce-Cinecittà - di cui quest’anno ricorre il 90° anniversario dalla fondazione - è stato annunciato in occasione dell’apertura della 67esima edizione del Festival di Cannes, nel corso della mostra fotografica “Backstage at Cinecittà” con immagini dell’Archivio Storico Luce. Il restauro promosso da Chopard riguarda l’ingresso della cittadella del cinema, i cui Studios di via Tuscolana 1055 a Roma - è il caso di ricordarlo - sorsero nel 1937 su progetto di Gino Peresutti e conobbero il loro massimo splendore negli anni Cinquanta/Sessanta guadagnandosi l’appellativo di “Hollywood sul Tevere” per il forte richiamo esercitato sull’industria cinematografica d’oltreoceano, cosicché decine e decine di kolossal a stelle e strisce vi vennero girati senza posa. Dal 2011 i “mitici” Studios sono visitabili dal pubblico grazie all’iniziativa “Cinecittà Si Mostra”.
che contribuirono maggiormente ad incrementare la collezione, è suddiviso in tre sezioni: la prima è riservata all’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria, moglie di Cosimo II, la quale fu la fondatrice della Cappella delle Reliquie; la seconda si focalizza su Vittoria della Rovere e la terza sul di lei figlio Cosimo III, granduca, che commissionò molti lavori d’alta oreficeria ai più validi artisti della Galleria dei Lavori (promossa dagli stessi Medici) ed a scultori come Massimiliano Soldani Benzi e Giovan Battista Foggini.
Preziosi del Barocco italiano
in mostra a Lugano Nel corso della recente splendida mostra “Barocco dal Santo Sepolcro” a Lugano, ideata da Maurizio Canesso e allestita da Pier Luigi Pizzi, è stata esposta un’opera unica nel suo genere attribuita alla manifattura napoletana De Blasio: si tratta di un bassorilievo in argento, datato 1736, raffigurante la “Resurrezione di Cristo” (160 × 197 cm), che non trova termini di confronto nell’argenteria del suo tempo. La composizione è ispirata a modelli pittorici in linea con la tradizione di Luca Giordano e vicina alle tecniche formali di Paolo De Matteis e Francesco Solimena. Chi furono i Di Blasio e perché va sottolineata la loro importanza? Famiglia di orefici e argentieri attiva a Napoli, in Puglia e Basilicata durante tutto il secolo XVIII, ebbe in Andrea la figura di maggior spicco, che tra l’altro realizzò alcuni pezzi del Tesoro di S. Gennaro, quali il busto di S. Teresa. Anche i congiunti Domenico, Nicola, Gennaro, Baldassarre, Carmine si guadagnarono chiara fama con le loro creazioni sacre e profane al servizio di prestigiosi committenti. Fini cesellatori e sbalzatori, amanti di motivi vegetali ornati sontuosamente, i Di Blasio si distinsero per la superba fattura delle parti anatomiche e l’espressività dei volti. La plasticità dei loro manufatti appare tipica della statuaria barocca in metallo prezioso, realizzata con particolare maestria e genialità dalla loro officina che non di rado ricorreva alla collaborazione di architetti, scultori e pittori celebri quali fornitori dei modelli preparatori.
Gioielli dell’Ottocento: la storia si impara a Gorizia
In Friuli Venezia Giulia si trovano alcuni musei estremamente importanti per delineare la storia della gioielleria ottocentesca. I Musei Provinciali di Gorizia possiedono tutta una collezione di gioielli borghesi, oltre ad una vasta raccolta di dipinti di Giuseppe Tomitz, stimato pittore locale autore di innumerevoli ritratti dell’agiata classe media dell’epoca, che riproducono fedelmente abiti e gioielli. La dotazione goriziana di preziosi proviene quasi in toto dalla chiesa di S. Ignazio a cui era gradualmente pervenuta pezzo per pezzo sotto forma di ex-voto. Anche i Civici Musei di storia ed arte di Trieste detengono vari gioielli di età diverse, frutto di acquisizioni o donazioni, unitamente ad un ampio repertorio documentario. Cosa ci dicono questi oggetti e le loro rappresentazioni? Ci rivelano buon gusto e ricchezza, eleganza e aneliti neoclassici. Si veda la grande diffusione di cammei con temi decorativi attinti alla tradizione dell’antica Grecia; si veda l’impiego, accanto ai metalli preziosi, di ferro e smalto, non tanto per ragioni di convenienza, quanto per far risaltare l’abilità della lavorazione. Tra i “tesori” spiccano alcune peculiarità come la “ferronière”, gioiello costituito da un catenina con un pendente che ricade sulla fronte (così chiamato dal nome dell’amante di Francesco I di Francia, maritata ad un certo Ferron), o come le spille a serpente, i bracciali rigidi apribili a cerniera, le spille smaltate raffiguranti romantici paesaggi, demiparure con collana e orecchini interamente realizzati con capelli (secondo una tecnica speciale), con palese valenza affettiva. Vale la pena visitare queste collezioni museali per ricostruire, attraverso fonti iconografiche eccellenti, l’affascinante storia del gioiello borghese ottocentesco, ancora degno di massimo apprezzamento e, perché no, di ispirare gli orafi del XXI secolo.
Lusso & Cultura Si allunga, fortunatamente, l’elenco dei brand del lusso che si impegnano nel recupero di importanti beni culturali rappresentativi del nostro Paese. Anche la celebre maison di gioielleria Chopard, storico sponsor del Festival di 11
IN REDAZIONE
di Maurizio Bertoncello
COMPRO ORO:
un fenomeno in via di riduzione Il riciclo dell’oro usato rimane comunque un business mondiale. Il fenomeno dei Compro Oro ha iniziato ormai, da circa un anno, un trend discendente. Questa attività, che è letteralmente esplosa 5 anni fa in stretta correlazione con l’aumento del prezzo della materia prima, che è quasi quadruplicato in Euro rispetto alla media dei 30 anni precedenti, ha innescato una vera e propria corsa all’oro. I negozi specializzati sono arrivati a circa 30.000 (sono sorte decine di catene dedicate o in franchising); tutto questo in aggiunta alle 20.000 gioiellerie tradizionali, anch’esse spesso disponibili ad acquistare oro usato dai privati. Tale fenomeno non è stato rilevato correttamente dalle statistiche del nostro Paese in quanto il codice Ateco di attività è il medesimo del normale negozio di gioielleria.
da parte degli organi preposti a causa della notevole mole di potenziali controlli che dovrebbero essere effettuati. Sono apparsi molti articoli scandalistici e denigratori su tale attività, ma di fatto le violazioni rilevate da parte dei vari organi di controllo sono sempre state molto più basse rispetto a parecchi altri settori.
di oreficeria usata (che purtroppo avendo lo stesso codice doganale di quella nuova ha inficiato anche le statistiche di esportazione del settore) ed il resto è stato riutilizzato sul mercato interno. Questo fenomeno ha fatto sì che l’Italia sia diventato un Paese grande “produttore” di oro greggio affiancandosi a Paesi che invece lo estraggono dalle miniere Si stima che nell’anno più come la Cina, Sudafrica, ecc. importante, e cioè il 2012, Dall’altro lato, il consumo siano state ritirate dal mondiale dei prodotti finiti mercato circa 300 tonnellate di gioielleria-oreficeria, di merce di oreficeria usata anche con l’elevato prezzo per un valore di circa 7,5 della materia prima, ha miliardi di Euro. sostanzialmente tenuto e si Tutta questa merce, pari a è spostato dai Paesi maturi Da parte di vari politici, a quelli emergenti che associazioni, ecc. sono state circa 200 tonnellate di oro fino, è stata reintrodotta però hanno dazi molto alti formulate delle proposte nel circuito mondiale del all’importazione. di revisione e migliorative commercio dell’oro e quindi In Italia, invece, la domanda di tutta la normativa circa 140 tonnellate sono interna langue ormai attualmente vigente, che state esportate in Svizzera da qualche anno e sta forse non ha delle grosse sotto forma di verghe, 10 provocando una grave carenze, ma non viene monitorata adeguatamente tonnellate circa sotto forma crisi nei distretti orafi La procedura per aprire un negozio specializzato di Compro Oro è la medesima di un normale negozio al dettaglio di gioielleria che prevede, oltre alla normale licenza amministrativa (ormai comunicazione silenzio assenso) e la licenza di Pubblica Sicurezza, le normali dotazioni di sicurezza tipo cassaforte, vetrine blindate, impianto di allarme, ecc. La licenza di Pubblica Sicurezza prevede delle prescrizioni specifiche per tale attività che hanno lo scopo di prevenire alcune ipotesi di illecito.
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Federpietre Informa // IN REDAZIONE
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tradizionali (Vicenza, Arezzo e Valenza). I motivi sono imputabili all’evoluzione del gusto del consumatore, ma soprattutto all’alto costo della materia prima: questi fattori hanno generato una riduzione dell’80% in quantità rispetto a dieci anni or sono.
moltissimo, tanto da superare in alcune fasi quella più tradizionale espressa dal settore della gioielleria. Tale domanda ha raggiunto le 2mila tonnellate nell’ultimo anno. Tenuto conto che tutto l’oro estratto fino ad oggi nella storia equivale a 160mila tonnellate - una quantità che si potrebbe A mantenere sostenuto racchiudere in un cubo con il prezzo dell’oro dal i lati di 20 metri - appare 2007 contribuisce in evidente che il metallo giallo gran parte una domanda rappresenta un bene molto supplementare (Oro raro rispetto alle altre forme finanziario da investimento), di investimento disponibili il cui peso è cresciuto sul mercato.
DATI MACRO MONDIALI PIL MONDIALE RICCHEZZA MONDIALE VALORE ORO ESTRATTO TOTALE VALORE ORO ESTRATTO ANNUO Tutto l’oro estratto fino ad oggi, pari a 160.000 tonnellate, rappresenta circa 2,7 per cento della ricchezza mondiale. L’oro estratto ogni anno rappresenta lo 0,04 per cento della ricchezza mondiale. Quindi l’oro non potrà mai essere il surrogato di altri asset in quanto ha un valore ridicolo nel confronto con gli altri. Comunque l’interesse degli investitori sembra destinato a restare forte ancora a lungo, a causa dell’attuale clima di incertezza economica mondiale. Nel mondo il riutilizzo dei rottami d’oro è sempre esistito e, con il continuo aumento del prezzo della
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DATI IN $ USA FMI 2012 72.216 Miliardi 241.000 Miliardi 6.500 Miliardi 100 Miliardi materia prima, ha assunto valori impressionanti, pari al 36% dell’offerta annua di oro. Secondo le stime, alla fine del 2013 hanno chiuso i battenti circa 8.000 negozi Compro Oro e la raccolta media è arrivata a circa il 50% del picco dell’anno 2012. Le previsioni per il futuro sono di una lenta e continua riduzione della raccolta, sia perché il prezzo dell’oro viene visto dagli esperti in diminuzione, sia perché fino ad oggi è stata ritirata moltissima merce e quindi la disponibilità di oreficeria/ gioielleria nelle famiglie italiane è diminuita.
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Federpietre Informa // IN REDAZIONE
di Sonia Sbolzani
L’ultimo
ARGENTIERE
INTERVISTA A GIANFRANCO PAMPALONI
Questa volta parliamo di argento. E lo facciamo interpellando un “addetto ai lavori” di fama internazionale, ma soprattutto un personaggio “speciale” da molti punti di vista. Francesco e Gianfranco Pampaloni
Storico argentiere fiorentino, Gianfranco Pampaloni non è solo un grande maestro artigiano, ma un originale creativo che ama seguire percorsi personali in nome di un ideale assoluto di bellezza… non disgiunta da una buona dose di innovazione e simpatico anti-conformismo che non sarebbero dispiaciuti al suo concittadino Dante Alighieri.
affatto, si cercano piuttosto altri valori o finalità come successo e sesso. Lei spesso collabora con artisti. Quali stimoli supplementari Le offrono? Sono scollegati da necessità funzionali e propongono ingenue o drammatiche visioni degli oggetti-simbolo.
In generale chi sono oggi i migliori clienti di oggetti Nei Suoi articoli il design ha d’argento? È ancora un ruolo di particolare rilievo. sostenuta la committenza di Come concilia le forme oggetti liturgici da parte di classiche della tradizione certe confessioni religiose? italiana con lo spirito Si, l’argento da sempre innovativo contemporaneo? trova committenza e senso In Italia sono stati fatti, soprattutto in ambito proprio in tempi antichi, religioso. oggetti straordinari che magari non sono riconosciuti Come sono cambiati i gusti come tradizionali. Lo spirito dei consumatori in fatto di contemporaneo ha poco articoli d’argento? spirito e per questo soffre nel Discorso troppo lungo, confronto col passato. tuttavia l’argento è escluso da coloro che non sono La ricerca del bello in religiosi. argenteria a cosa si ispira oggi? Sembra che l’argenteria La gioielleria in argento ha venga esclusa dai cercatori potenzialità non ancora di bello. Mi sembra anzi sfruttate? che il bello non sia cercato È già sfruttata bene.
La Sua politica di marketing su quali leve poggia? Non faccio marketing, e in generale non uso gerundi inglesi.
Nel Suo storico laboratorio in Via del Gelsomino Lei ha trasformato la mensa aziendale in ristorante, di sera aperto al pubblico, dove tra l’altro i clienti La Sua comunicazione è possono servirsi delle Sue sempre molto originale, non creazioni d’argento (posate, di rado provocatoria, come sottopiatti, bicchieri, ecc.). testimoniano le vetrine Come Le è venuta questa fantasiose del Suo negozio idea? fiorentino. Con queste Nel 2011 abbiamo venduto iniziative, che sembrano nel negozio di Firenze andare oltre la mera la frutta nelle fruttiere pubblicità, quali messaggi d’argento. Ora vendiamo il vuole lanciare in particolare? nostro vino e olio nei nostri Emancipazione dalle secchi e oliere. La mensa convenzionali condanne suggerisce che il mio argento e licenze. L’artista è (solo il mio ovviamente!) irresponsabile, il mercante riscatta luoghi mesti e subdolo, l’artigiano anonimi: un garage, un troglodita, l’industriale appartamento di periferie vorace, il politico ladro, progettate da architetti il giornalista originale (non geometri, come spesso osservatore, etc. etc. si accusa) diventano la propria corte per un ballo in Lei ha persino realizzato maschera senza nostalgie. tavoli completamente in argento per yacht e case di Negli ultimi tempi il prezzo lusso. Quali sono le ultime dell’argento è letteralmente frontiere dell’argenteria? scivolato, con un percorso Argento come rimedio per la simile, se non peggiore, a sifilide era l’ultima frontiera, quello dell’oro. Come se lo meglio non pensare alle spiega? E cosa prevede per i frontiere. prossimi mesi? 14
Federpietre Informa // IN REDAZIONE
Adam Smith raccomandava di comprare quando tutti vendono e viceversa. L’esperto di UBS profetizzava prezzo ancora piu alto quando già era ai vertici. Che lavoro farà ora? In quanto ai manager si scrive solo dei loro successi, mai del contrario. Quali sono i principali problemi del comparto in questo momento? Non è più un comparto. È una passione costosa per chi vuole continuare a fare un “mestiere”. Come si posiziona l’Italia a livello mondiale per la produzione d’argenteria in termini quantitativi e qualitativi? L’Italia è arrivata ultima tra le nazioni progredite a far scomparire gli argentieri.
Prossime chiusure per gli Indiani (ed è giusto perchè alcuni sono falsari assoluti). Ci sveli il Suo prossimo progetto che certamente farà parlare tutta Firenze e non solo… Il nostro cuoco giapponese mi ha portato una statuetta sulla quale per tradizione si colora un occhio di nero e si esprime un desiderio. Poi si farà anche l’altro occhio nero se il desiderio viene esaudito. Per ora ho fatto un solo occhio e quindi vediamo se a breve posso annunciare il nuovo progetto, è troppo ganzo perchè succeda. Lei personalmente crede nell’argento come bene rifugio tesaurizzato in lingotti? O - domanda retorica - preferisce vederlo
trasformato in cose belle? Risponde Tommaso Moro quando parla della follia dell’uomo che dà valore all’oro e all’argento. Meglio comprare un rifugio in montagna, il bello funziona sempre.
Il ristorante “In Fabbrica” di Pampaloni a Firenze
Come sempre, l’Istituto Gemmologico Italiano è il punto d’ incontro della Gemmologia. La formazione gemmologica, ormai strategica per orafi, è il cuore dell’attività IGI: ecco il calendario per i prossimi mesi con numerosi corsi da non perdere!
SEDE DI MILANO CORSO SULLE GEMME DI COLORE 1° livello (3 moduli - 90 ore) 23 giugno 2014 CORSO SULLE PERLE (1 modulo - 30 ore totali) 14 luglio 2014 CORSO SUL DIAMANTE (4 moduli - 120 ore totali) 15 settembre 2014 APPROFONDIMENTO DIAMANTE V 1° tipo (1 modulo - 30 ore ) 22 settembre 2013 CORSO INFORMATIVO TEORICO E PRATICO DI STIMA DI GIOIELLI (3 giorni -18 ore totali) 6 ottobre 2014 SEDE FORMATIVA DI ROMA CORSO SUL DIAMANTE (4 moduli - 120 ore totali) 16 giugno 2014 CORSO SUL DIAMANTE (4 moduli - 120 ore totali) 15 settembre 2014 CORSO SULLE PERLE (1 modulo - 30 ore totali) 01 dicembre 2014 C/O CENTRO ORAFO IL TARÍ CORSO SUL DIAMANTE (4 moduli - 120 ore totali) 06 ottobre 2014 SEDE FORMATIVA A CATANIA CORSO INFORMATIVO BASE SULLE GEMME DI COLORE - CIB (1 modulo - 30 ore totali) 16 giugno 2014 VALENZA, in programmazione.
ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ISTITUTO GEMMOLOGICO ITALIANO DOMENICA 8 GIUGNO 2014 - ORE 14.30 HOTEL UNA SCANDINAVIA - VIA FAUCHÈ 15 - MILANO
Per informazioni e prenotazioni chiamaci! Tel. 02.80504992 | e-mail: info@igi.it | www.igi.it
Federpietre Informa // IN REDAZIONE
ESCLUSIVI si diventa
L’autentico successo del lusso è il saper elevare il livello del gusto e creare consumatori vigili, preparati e consapevoli. Fino a qualche anno potevamo tranquillamente immaginare una recessione economica priva di influenze sugli acquisti di beni di lusso, gioielli compresi, essendo questi meno legati alle vicende economiche generali in quanto accessibili a relativamente pochi consumatori ad alto reddito. Ora non è più così: le variazioni del ciclo economico si riflettono anche sui brand di alta gamma, i quali, uscendo dalla loro nicchia di mercato e configurandosi praticamente come un settore a sé, sono venuti a dipendere dalla congiuntura economica assai più che in passato. In effetti, negli anni ’90 parecchi dei nostri marchi hanno sperimentato una forte crescita espandendosi a livello internazionale, favoriti sia dai progressi dell’economia globale, in particolare di quella americana, sia dall’affermarsi a livello planetario di certi modelli di consumo, maggiormente omogenei a prescindere dalle specificità locali.
Il successo dei prodotti di qualità ha quindi beneficiato da un lato dell’aumento della ricchezza individuale e dall’altro dei progressi della comunicazione, cosicché persone più ricche, informate, attente alle lavorazioni ed ai materiali impiegati, ma soprattutto più sensibili al concetto di riconoscibilità ed a messaggi in grado di interpretare una way of life all’insegna del prestigio, hanno premiato i beni made in Italy. In questa fase i nostri marchi di lusso si sono distinti per una speciale abilità nel rispondere alle esigenze di un mercato più sofisticato ed hanno inaugurato molteplici boutique monomarca nelle vie più celebri ed eleganti delle metropoli del pianeta, in un circolo virtuoso che ha visto i top-brand diventare sempre più noti e identificativi di un luogo (pure con conseguenti esternalità positive su tutti i marchi italiani di qualità). Questa crescita, però, li ha privati della loro specificità “immunologica” contro
i rischi congiunturali (sebbene con diversa intensità rispetto ad altri beni), come ben testimonia la situazione attuale, in cui le incertezze ed i timori dei mercati penalizzano anche i marchi di lusso, ormai diffusi ovunque sulla Terra. È quindi il caso di domandarsi se i nostri brand stiano perdendo o abbiano già perduto il loro carattere di esclusività, sino a poco tempo fa indiscusso. Premesso che il mercato è un sistema in costante evoluzione per cui tutto va soggetto a incessanti modifiche e adattamenti, dobbiamo riconoscere, in verità, che il concetto di marchi di lusso ha già subito una certa mutazione, nel senso che essi, portando l’idea di qualità ad un livello di pervasività superiore al precedente, hanno indotto un upgrading complessivo dei gusti dei consumatori ed ora stanno delineando una sorta di sottoinsieme all’interno del macroinsieme del lusso, per meglio rispondere alle nuove istanze di clienti più esigenti, raffinati e colti. 16
Sappiamo che questa rincorsa della qualità e questa ricerca dell’esclusività stanno generando nuovi segmenti e brand, così come stanno aprendo le porte del lusso accessibile a masse di consumatori prima escluse. Il vero lusso, dunque, in futuro dovrà puntare sempre più sul fattore dell’esclusività. Ricordiamo, comunque, che l’autentico successo del lusso è stato, è e rimarrà sempre quello di saper elevare il livello del gusto della gente e di saperla “educare”, ovvero creare consumatori più vigili, preparati, consapevoli dei loro acquisti. Questa è anche una garanzia di perdurante successo per i marchi stessi, dal momento che solo un mercato dinamico, competitivo, animato da consumatori responsabili ed esigenti può favorire la crescita del business e quella selezione dell’offerta indispensabile ad assicurare il progressivo miglioramento della qualità dei prodotti.
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I gioielli della
LUMACA “Caracol” - in spagnolo “lumaca” - è stato scelto come marchio dalla designer orafa veneziana Eleonora Battaggia, vincitrice nel 2012 del prestigioso concorso “Bijoux d’Autore”. Presente anche alla manifestazione dell’Ottobre 2013, Caracol è stata protagonista al Museo del Bijou di Casalmaggiore con una mostra personale - corredata dal catalogo a cura di Claudio Franchi - che si è rivelata un evento non solo estetico e culturale, ma soprattutto etico. In effetti, Caracol definisce le sue creazioni “OrnaMenti eco-contemporanei”, per sottolineare che tali bijoux non ambiscono solo a decorare i corpi, ma anche ad offrire alle menti stimoli
e riflessioni sull’epoca in cui viviamo, caratterizzata da problematiche ambientali di primaria importanza. Da qui deriva l’assoluto rilievo che Eleonora Battaggia dà ai materiali (tutti ecocompatibili) ed alle forme, fortemente evocative della natura, così che ogni pezzo assume il valore di un verso poetico - unità base a livello ritmico e visivo - che concorre a formare una strofa armonica più ampia, da cui scaturisce l’indicazione di un senso, una direzione da seguire: concetto quanto mai significativo in un’epoca di drammatica incertezza come l’attuale. Gli ornamenti di Caracol, disegnati e realizzati interamente a mano da lei stessa nel suo atelier di Preganziol (TV), sono prodotti in edizione limitata ed ogni pezzo è praticamente unico, concepito secondo criteri “vegan”, che portano ad impiegare materiali di riciclo e recupero o lavorati secondo criteri di sostenibilità ambientale, al fine di ridurre il più possibile l’impatto sugli animali, sull’uomo,
In alto a destra: schizzo originale de “L’Assedio”. Sopra: due anelli Caracol “Sensazione Inebriante” e “Uomo-Natura-Futuro”.
sul verde, e di contribuire a fondare un nuovo modo di vivere. Lo stesso nome Caracol vuole essere metafora di uno stile di vita “slow”, lento e misurato, nonché espressione d’amore e rispetto per la terra messicana a cui la designer si sente molto vicina (Caracol è anche il nome dell’osservatorio Maya di Chichén Itzá): come lei dichiara, la lentezza è la miglior compagna di viaggio che consente di non perdere mai la possibilità di ammirare e vivere il paesaggio. Incline alla sperimentazione stilistica continua, dotata di una solida tecnica e di una felice libertà espressiva, Caracol ha letteralmente affascinato con i suoi monili i visitatori del “Museo del
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Bijou”, istituzione a cui tra l’altro aveva donato due anni fa una sua opera emblematica: “L’Assedio”. Si tratta di una collana realizzata modellando acciaio armonico, plastica, tessuto da riciclo e filati; la conformazione è stata studiata sulla sezione aurea, così come gli ovali e i cerchi, mantenendo le proporzioni della struttura stessa. Il bijou intende rappresentare i mostri della natura: le discariche, l’iperconsumo e il business assediano le foreste, gli oceani e la sopravvivenza di molte specie. I materiali utilizzati sono fidelity card, plastica di contenitori di detersivi, tessuti da scarti di sartoria, acciaio da scarti industriali, avanzi di filati… che, nelle mani di Eleonora Battaggia, arrivano a parlare un nuovo linguaggio colmo di spirito poetico panteistico.
ECONOMIA
da www.lavoce.info di Francesco Solaro
LO SMALL BUSINESS ACT: questo sconosciuto
Lo Small Business Act adottato dall’Unione Europea vuole valorizzare le imprese di micro, piccole e medie dimensioni. Il suo recepimento in Italia ha permesso di varare una serie di misure per rendere più competitive le Mpmi, soprattutto in tempo di crisi. Peccato che le aziende non lo sappiano.
Fonte: Elaborazioni Cambridge Econometrics su dati Eurostat.
L’EUROPA DELLE PICCOLE IMPRESE Le micro, piccole e medie imprese rappresentano in Italia, come in gran parte delle economie europee, il vero tessuto imprenditoriale, garantendo buoni livelli occupazionali rispetto alla grande impresa. Proprio per questo, ha preso avvio una nuova politica comunitaria, con lo scopo di creare un contesto più favorevole e rafforzare la competitività delle Mpmi europee, che da tempo si confrontano sul mercato con le economie dei paesi emergenti e la dinamicità di quella
Numero di imprese
Addetti
ITALIA Numero
EU27
Peso %
Peso %
ITALIA Numero
Peso %
EU27 Peso %
Micro
3.610.090
94.6
92.2
7.087.214
46,6
29,6
Piccole
184.345
4,8
6,5
3.250.491
21,4
20,6
Medie
19.370
0,5
1,1
1.875.598
12,3
17,2
MPMI
3.813.805
99,9
99,8
12.213.303
80,3
67,4
Grande
3.253
0,1
0,2
2.998.619
19,7
32,6
Totale
3.817.058
100,0
100,0
15.211.922
100,0
100,0
statunitense. Ispirandosi alle “buone pratiche” scambiate nell’ambito della Carta europea delle piccole imprese firmata a Feira nel 2000, e attuando le conclusioni del Consiglio europeo della primavera 2006, l’Unione Europea
e gli Stati membri hanno sensibilmente migliorato il quadro normativo e intensificato gli interventi a favore delle micro, piccole e medie imprese riconoscendone l’importanza economica, strategica e sociale. 18
Il processo è sfociato nel 2008 nella pubblicazione da parte della Commissione europea dello Small Business Act, mentre la direttiva di attuazione dello SBAè stata approvata dall’Italia nel Maggio del 2010. (1)
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LO SBA E I SUOI STRUMENTI Lo SBA si configura come una nuova politica industriale basata su dieci principi guida: il credito, i tempi di pagamento, gli strumenti e le azioni per la crisi di impresa; politiche per l’innovazione, l’energia e la sostenibilità ambientale; strumenti per la crescita dimensionale, l’aggregazione, la trasmissione d’impresa; politiche e strumenti per l’internazionalizzazione; semplificazione e raccordo tra i livelli di governo nei confronti delle imprese. In quest’ottica, sono state introdotte diverse misure di estrema importanza e originalità. Primo fra tutti, il contratto di rete, uno strumento grazie al quale le imprese, di diverso settore o Regione, possono mettersi in rete attraverso un programma comune che permette di scambiarsi collaborazioni e know how, migliorando così le loro performance aziendali, in particolar modo il fatturato e l’export. (2) Negli ultimi due anni l’azione dei Governi si è poi concentrata su misure per stimolare la crescita economica procedendo al potenziamento e rifinanziamento del fondo centrale di garanzia finalizzato a sostenere lo sviluppo delle Mpmi concedendo una garanzia pubblica a fronte di finanziamenti concessi dalle banche anche per investimenti all’estero. Le operazioni accolte nel 2012 sono state 61.408, per un importo finanziato di 8.189 milioni di euro e garanzie per 4.035 milioni di euro, con un aumento dell’11,5 per cento delle domande accolte rispetto al 2011. Il fondo nazionale innovazione, dotato di 80 milioni di euro, è invece pensato per permettere
alle aziende di accedere a finanziamenti bancari e al capitale di rischio anche in questo momento di crisi, e ha lo scopo di sostenere quelle imprese che vogliono introdurre nel mercato prodotti innovativi sulla base di brevetti o disegni o modelli. Mentre il fondo italiano d’investimento, il principale fondo di private equity con risorse che ammontano a 1,2 miliardi di euro, ha realizzato ventisette investimenti diretti per circa 267 milioni di euro e tredici investimenti indiretti per 265 milioni di euro. Per parte sua, il Ministero dello Sviluppo economico è impegnato nella diffusione del fondo unico di venture capital istituito nel 2007 per incentivare investimenti in mercati ritenuti strategicamente fondamentali per l’internazionalizzazione delle Mpmi. Il fondo, dotato di 228,6 milioni di euro, a fine ottobre del 2012 ha fatto registrare una disponibilità residua di 27,9 milioni, ma solo il 15 per cento degli interventi del fondo ha interessato le micro, piccole e medie imprese. Di fondamentale importanza nel campo della semplificazione amministrativa e burocratica, la comunicazione unica che permetterà alle imprese di utilizzare le tecnologie informatiche per le comunicazioni al Registro imprese, e accentrerà in un’unica pratica anche le richieste di codice fiscale e partita IVA, apertura di posizione assicurativa INAIL, iscrizione INPS dei dipendenti e lavoratori autonomi, di fatto permettendo di costituire l’impresa in un solo giorno. Nello stesso tempo, con lo sportello unico in luogo degli accertamenti d’ufficio
previsti dalla DIA, sarà sufficiente uno schema di autocertificazione per ottenere ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione per l’esercizio di attività imprenditoriale, commerciale o artigianale. Mentre la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) sostituisce autorizzazioni, licenze, concessioni non costitutive, permessi o nulla osta, comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli richieste per l’esercizio dell’attività imprenditoriale, commerciale o artigianale, in quanto si autocertificano i requisiti che le varie leggi prevedono. Nonostante tutte queste novità e vantaggi, lo SBA non è molto popolare tra le imprese, come dimostra una recente indagine svolta dal Ministero dello Sviluppo economico su un campione rappresentativo di mille imprese: poco meno di due imprese su dieci, pari al 18,1 per cento del campione intervistato, segnala di conoscere lo SBA anche se la quota risulta in miglioramento rispetto a quella (intorno al 7 per cento) emersa da un’indagine svolta dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne nel 2010. Le principali fonti di informazione sullo SBA sono rappresentate da internet (secondo il 58 per cento del campione), il commercialista (46,6 per cento) e le associazioni di categoria (27,7 per cento). Poco meno del 12 per cento delle imprese dichiara di conoscere lo SBA grazie alle azioni del Ministero. (3) Bisognerebbe quindi sforzarsi per migliorare la politica di comunicazione sia a livello centrale che sul territorio attraverso il ruolo degli enti pubblici locali, ad esempio Camere di Commercio, e di quelli privati come le associazioni di categoria. (4) 19
(1) L’UE ha riconosciuto la grande importanza delle piccole imprese con l’approvazione della Carta europea per le piccole imprese in occasione del Consiglio europeo di Feira del 19 e 20 giugno del 2000. (2) Per un approfondimento riguardo ai dieci principi SBA si rimanda a http://www. sviluppoeconomico.gov.it/ images/stories/pubblicazioni/ RapportoSBA2013-1.pdf (3) In base all’art. 3, commi 4-ter e ss., del Dl 10 febbraio 2009, n. 5, con il contratto di rete “più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa”. (4) Per una sintesi dei risultati dell’indagine del Ministero dello Sviluppo economico. http:// www.sviluppoeconomico.gov. it/images/stories/documenti/ sintesindagine_micro_piccole_ medie_imprese-nov2012.pdf http://www.sviluppoeconomico. gov.it/images/stories/ documenti/sintesindagine_ micro_piccole_medie_impresenov2012.pdf
Francesco Solaro, socio ordinario GEI (Gruppo Economisti di Impresa), ha lavorato per conto del Ministero dello Sviluppo Economico e in particolar modo alla politica Comunitaria dello SBA (Small Business Act e all’Osservatorio PMI Regioni).
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RIPRENDE L’ITER DEI DISEGNI DI LEGGE per il settore orafo È ripreso l’esame congiunto dei disegni di legge sui materiali gemmologici e sul mercato dell’oro presso la Commissione Industria del Senato, la quale ha deliberato di separare l’ulteriore disamina dei provvedimenti e di assumere come testi fondamentali le proposte aventi come prima firmataria la Sen. Donella Mattesini, già note e
condivise a grandi linee dalle associazioni settoriali, tra cui Federpietre. Si tratta dell’Atto del Senato 237 che disciplina i compro oro e il mercato del metallo giallo tout court; dell’AS 987 in materia di titoli e marchi di identificazione dei metalli preziosi; dell’AS 683 che regolamenta i materiali gemmologici, storico “cavallo di battaglia” di
Federpietre. Alcuni emendamenti sui tre importanti disegni di legge sono stati presentati a fine Maggio da parte degli organismi di categoria (tra cui la nostra Federazione), che sono stati invitati a Roma ad un incontro ristretto con la medesima Sen. Mattesini per analizzare e mettere a punto i testi secondo i desiderata di tutti.
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da www.lavoce.info di Carlomagno
EURO
ultima chiamata I capi politici della UE stanno discutendo da troppo tempo su quali siano gli strumenti per uscire dalla crisi dell’Unione monetaria europea. Nel confronto su questi aspetti sembra assente lo snodo cruciale della vicenda europea: la necessità di riavviare il processo di unificazione politica.
“Euro: ultima chiamata” è il titolo di un libro pubblicato da Francesco Brioschi editore. Carlomagno è un “autore collettivo”, che comprende Angelo Baglioni, Andrea Boitani, Massimo Bordignon, Stefano Fantacone, Rony Hamaui e Marco Lossani. Qui di seguito, ampi stralci dell’introduzione.
Realizzare l’unione politica dell’Europa è, nei fatti, la vera sfida nell’attuale momento storico. Una sfida non semplice, soprattutto ora che il vecchio continente è in balia di una crisi economicofinanziaria che non si attenua e che ha comportato costi davvero elevati, tali da produrre un bilancio non particolarmente positivo dei primi dieci anni di vita dell’euro. Intendiamoci, valutare quali siano state le conseguenze economiche dell’euro non è semplice. Tuttavia, si può tentare. Da quando l’euro è stato varato, l’Unione monetaria europea ha registrato un
tasso di inflazione simile a quello registrato da Paesi al di fuori dell’Eurozona (come Danimarca, Svezia e Regno Unito) e un tasso di crescita del prodotto non superiore. Per di più, si sono nel frattempo accumulati al suo interno squilibri e fragilità di non poco conto, che più recentemente si sono accompagnati a una maggior divergenza dei cicli economici tra le diverse nazioni dell’Eurozona. Per contro, l’euro ha favorito, fino al divampare della crisi, una crescente integrazione commerciale e soprattutto finanziaria, consentendo a molti Paesi di ridurre
sostanzialmente il costo del capitale. Alla luce del bilancio appena tracciato è lecito chiedersi se convenga proseguire ulteriormente lungo un sentiero di integrazione che ha preso l’avvio ormai ben più di 60 anni orsono e che, con alti e bassi, ha garantito la pace e uno straordinario processo di integrazione economica e culturale in un continente da sempre belligerante. REGOLE E DISCIPLINA DI BILANCIO Con il Consiglio Europeo del Dicembre 2011 l’esistenza della moneta unica è stata legata a un fiscal compact interamente basato su regole di bilancio e su punizioni per chi non le rispetta. Il perfezionamento degli accordi di Dicembre, avvenuta in ripetuti altri summit, non ha modificato l’impostazione di fondo. Essa deriva da una convinzione, apparentemente fatta propria dalla cancelleria tedesca, che la crisi dell’eurozona sia dovuta alla dissolutezza dei Paesi “periferici” dell’Unione (che poi sarebbero i Paesi del Sud Europa). A sua volta questa tendenza a indebitarsi troppo sarebbe dovuta al desiderio dei cittadini “periferici” di vivere al di sopra delle proprie possibilità, prendendo a prestito a tassi bassi, grazie all’esistenza della moneta unica. Il patto di bilancio sarebbe il modo per escludere il “continuo sostegno” da parte dei paesi “virtuosi” e/o della Banca Centrale Europea e, al contempo, per forzare la recessione e quindi la deflazione nei paesi “cicala”, cioè attuare la cosiddetta “svalutazione interna”. (1) intendiamoci: il problema del fiscal compact non è il fatto in sé di porre vincoli sui comportamenti fiscali dei singoli Stati; il problema è che quei vincoli impongono che tutti riaggiustino subito e simultaneamente, aggravando una recessione 21
già lunga e profonda - con possibile deflagrazione di conflitti sociali, di violenza, di sentimenti anti-europei (e anti-tedeschi). I sintomi già non mancano in Ungheria, Slovenia, Grecia e persino nelle civilissime Danimarca e Olanda. LA FINE DELL’EURO CI CONVIENE? La fine dell’euro coinciderebbe con l’abbandono definitivo del progetto di integrazione europea o, comunque, con un ritorno indietro di molti decenni. I costi, sia politici che economici, sarebbero elevatissimi. Il che, paradossalmente, è la dimostrazione che il processo di integrazione economicomonetaria ha sinora conseguito un importante successo: la maggior integrazione commerciale e finanziaria tra i Paesi membri dell’Unione monetaria stessa. Eliminando la moneta unica e tornando alle monete nazionali si scatenerebbe un processo a catena fatto di contrazione dei flussi commerciali e probabile crollo dei mercati di borsa e del debito, sostenuti e rinforzati dall’interdipendenza commerciale e dall’interconnessione finanziaria. Per di più, si tornerebbe a vivere una fase non breve di instabilità sui mercati valutari. Gli effetti negativi per il reddito e la ricchezza, uniti alla notevole incertezza, spingerebbero la regione europea verso una recessione generalizzata e prolungata. Non ci rimetterebbe solo l’oligarchia finanziaria. Ciò che gran parte dell’opinione pubblica probabilmente non conosce è che i numerosi esercizi sin qui prodotti per verificare la fattibilità di tale opzione hanno messo in evidenza i costi elevatissimi per tutti i Paesi coinvolti, anche per quelli (come la Germania e i suoi satelliti) che potrebbero
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optare per una permanenza all’interno dell’Eurozona.
o intere regioni europee nella recessione, destabilizzando anche tutti gli altri. SALVATAGGI, BILANCIO Solo spogliando le istituzioni FEDERALE E ISTITUZIONI nazionali di una parte dei DEMOCRATICHE poteri, che verrebbero trasferiti a organismi federali L’alternativa alla fine sovra-nazionali, sarebbe dell’euro è rappresentata possibile aumentare la da un vero e proprio salto capacità decisionale di di qualità: la costituzione istituzioni che diventerebbero di un’unione fiscale di tipo finalmente e concretamente federale supportata da un europee. In questo processo di progressiva contesto, l’imposizione di unificazione politica. È un fiscal compact, cioè di necessario accelerare e stringenti vincoli di bilancio approfondire il processo di “nazionali” non apparirebbe unificazione e ampliare con più come l’attuazione decisione il bilancio federale dell’imperiosa volontà europeo (oggi poco più dell’1 di disciplina germanica, per cento del Pil europeo), ma sarebbe una regola dotandolo di entrate fiscali ragionevole e accettabile, capaci di finanziare interventi come è possibile e accettata anticiclici e trasferimenti negli Stati Uniti. Sarebbe agli stati che siano stati possibile anche prevedere colpiti da shock asimmetrici. il “commissariamento” Anche gli economisti più federale temporaneo dei prudenti ammettono ormai Paesi che non rispettassero che l’efficacia della politica il vincolo. Non sarebbe il fiscale è massima, e va commissariamento tedesco nella tradizionale direzione (o “nordico”) sui PIIGS, keynesiana, proprio quando ma il commissariamento i Paesi sono colpiti da crisi del governo federale finanziarie. È chiaro che democraticamente eletto su quando gli shock sono uno o più degli Stati federali permanenti (come per che hanno accettato una esempio una permanente certa cessione di sovranità. perdita di competitività È importante sottolineare da parte di un Paese nei che il senso di questa confronti degli altri), gli operazione non è meramente aggiustamenti non possono riconducibile a un processo che essere strutturali: di riallocazione dei poteri riduzione dei prezzi e dei tra gli Stati-nazione e gli salari, mobilità del lavoro. organismi comunitari, mirante Ma l’esistenza di un robusto ad aumentare l’efficienza bilancio federale darebbe il del processo decisionale. Il tempo a quegli aggiustamenti senso di questa operazione strutturali di realizzarsi, sta anche nel dimostrare senza precipitare interi paesi all’“Europa dei cittadini”
È scomparso
LORENZO BUCCELLATI
Al momento di andare in stampa giunge in redazione la notizia della scomparsa, dopo una lunga vita, di un nome storico dell’alta oreficeria e argenteria italiana: Lorenzo Buccellati. Figlio di Mario che aveva fondato la prestigiosa maison nel 1919 a Milano, Lorenzo
(e non solo alle sue élite, più o meno tecnocratiche) che l’Unione economicomonetaria è un soggetto politico che va ben oltre gli interessi e le questioni meramente economiche e che è capace di superare il deficit di democrazia di cui è stata a lungo (e peraltro giustamente) accusata. Attraverso un processo di cessione di sovranità nazionale unito all’attribuzione di una maggior legittimità democratica alle rinnovate istituzioni europee si verrebbero a creare i presupposti per la realizzazione dell’unione fiscale e politica. Il processo è inevitabilmente lungo, ma un impegno credibile su una road map che preveda anche qualche passo a breve termine (come per esempio l’elezione del Ministro delle finanze dell’area euro da parte del Parlamento e del Consiglio europeo) potrebbe di per sé tranquillizzare operatori e cittadini sul futuro della moneta comune. Dare un senso comune all’identità europea deve diventare il vero obiettivo del Consiglio europeo. I problemi tecnici, per quanto importanti, non costituiscono gli snodi cruciali della crisi dell’area euro. Non è dibattendo solo del ruolo da conferire ai Fondi europei di stabilità finanziaria (Efsf - Esm) che si potrà risolvere la crisi attuale. Né solo chiedendo di utilizzare risorse di questi fondi per mantenere lo spread tra
alla morte del padre nel 1965 era subentrato alla guida dell’azienda trasferendo in Via Montenapoleone il cuore dell’attività, emblema dell’eccellenza e del lusso made in Italy. A pari dei fratelli Gianmaria e Federico, Lorenzo Buccellati ha continuato a proporre
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titoli decennali sud-europei e tedeschi entro un certo limite. Finché quei fondi dovranno essere garantiti dai singoli stati - e quindi in grande parte dalla Germania - sarà difficile fugare la percezione dell’opinione pubblica tedesca di essere chiamata a spendere i soldi faticosamente risparmiati per sanare i debiti degli allegri popoli del Mediterraneo. Il ruolo di contenere gli spread dovrebbe essere svolto dalla BCE, come parte del suo compito di assicurare condizioni monetarie uniformi nell’area euro. Tuttavia la BCE si è finora sottratta a questo ruolo e continuerà presumibilmente a farlo, per la ferma opposizione della Bundesbank.
(1) Peraltro, come ha mostrato Paul De Grauwe, “In search of simmetry in the Eurozone”, 2 Maggio 2012 CEPS Commentary, Grecia, Irlanda e, in misura minore, Spagna e Portogallo hanno già realizzato significative svalutazioni interne. Molto inferiori al necessario risultano, invece, le rivalutazioni interne dei Paesi “core” (Germania e satelliti). Eurolandia sembra dunque caratterizzata da aggiustamenti asimmetrici come i vecchi regimi di cambio fisso (Bretton Woods e SME). Una asimmetria che, in unione monetaria, favorisce i Paesi creditori.
fino ai nostri giorni collezioni artigianali esclusive che hanno conquistato illustri estimatori in tutto il mondo. Federpietre esprime profondo cordoglio alla famiglia e all’Associazione Orafa Lombarda per il grave lutto.
GEMMOLOGIA
vitale, nella cui missione crediamo fortemente, come dimostrano le scelte che cerchiamo di attuare ogni giorno con coerenza e passione. Il nostro spirito è rimasto quello del 1973, quando l’Istituto è stato fondato da 19 benemeriti soci, anche se oggi siamo diverse centinaia e da Milano ci siamo irradiati in tutta Italia. Sono proprio i soci il cuore pulsante della nostra attività e la nostra stessa ragion d’essere. Ritrovarci coesi in Assemblea sarà dunque un modo per confermare la nostra “fede” in questa realtà unica, che nel tempo ha conquistato prestigio e autorevolezza assoluti a livello internazionale nella certificazione e nella formazione gemmologica professionale, oltre che nella diffusione di informazioni a beneficio dei consumatori finali.
di cultura relativa alle pietre preziose ed al mondo che vi ruota intorno, e agli sforzi continui di moralizzazione del settore attraverso la promozione di una sana deontologia.
Il 2013 è stato un anno intenso per l’Istituto Gemmologico Italiano. Oltre al quarantennale, infatti, avete avuto altre occasioni a cui brindare… Mi sta particolarmente a cuore ricordare che IGI ha stipulato un’esclusiva convenzione con la Corte Arbitrale Europea, organo del Centro Arbitrale Europeo, per la risoluzione di Sonia Sbolzani delle controversie in ambito gemmologico. Tale accordo ha portato alla costituzione di una Sezione di Gemmologia e Preziosi all’interno della Corte stessa, presieduta dall’avv. Cristina Gandolfi. Questo fa sì che possa garantire rapidità, economicità e Un bilancio della Sua riservatezza di gran lunga Presidenza. superiori a quelle previste Non spetta a me giudicare dalla legislazione ordinaria INTERVISTA AL PRESIDENTE DI IGI il mio operato. Mi limito nazionale. Ci tengo anche a dire che ho cercato di a ricordare che IGI ha PAOLO VALENTINI impegnarmi al massimo aperto, o meglio riaperto, affinché IGI consolidasse le la sua “storica” sede di sue basi e intraprendesse Roma per assicurare i Alla vigilia dell’Assemblea L’Assemblea dei Soci di la retta via verso traguardi propri servizi all’ampio dei Soci dell’Istituto quest’anno avrà un valore ambiziosi, puntando bacino di utenti della Gemmologico Italiano, in speciale, immagino, anche sulla fornitura di servizi Capitale… E poi non sono occasione della quale si in virtù del 40° anniversario di alta qualità rivolti sia mancate tante iniziative terranno le elezioni per della fondazione agli “addetti ai lavori” che “classiche” e innovative il rinnovo del Consiglio dell’Istituto. al pubblico. Mi riferisco allo stesso tempo, espresse Direttivo, il Presidente È così. Sarà infatti non solo ai corsi di in convegni, incontri, corsi, uscente Paolo Valentini ci ha l’occasione ideale per formazione ed alle analisi ricerche, ecc. rilasciato questa intervista riunirci e riconoscerci gemmologiche, ma anche in cui traccia una sorta di sotto la comune bandiera alla costante attività di Inoltre avete presentato consuntivo del suo mandato. di IGI, un ente solido e studio, ricerca e diffusione un nuovo tipo di certificato
40 anni
TEMPO DI BILANCI
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gemmologico. Con quali caratteristiche? Si tratta di un documento più fruibile commercialmente, pur risultando scientificamente ineccepibile. In sostanza, si presenta come uno strumento di lavoro di massima praticità e funzionalità grazie ad una maggiore chiarezza, semplicità, linearità ed un rigore assoluto. Di cosa va più fiero nella Sua esperienza da Presidente? Mi limito a citare le persone. Sono orgoglioso di aver realizzato il desiderio di avere intorno a me un vero “dream team” fatto di professionisti seri, onesti, sempre aggiornati ed efficienti. E anche molto simpatici, direi. Non mi riferisco solo al mio staff di lavoro in senso stretto, ma a tutti i soci di IGI, che ritengo di alto livello e che stimo molto. Cosa si aspetta nel futuro di IGI? E della gemmologia in generale? Auguro a IGI di continuare a crescere in modo realmente funzionale alle esigenze dei propri utenti; di continuare a credere nel valore del servizio, della trasparenza, dell’integrità; di affrontare il futuro a viso aperto, forte dei principi su cui si fonda sin dal lontano 1973. Per quanto riguarda la gemmologia in senso lato, penso che le sfide principali da fronteggiare siano sempre più quelle dei materiali sintetici e dei trattamenti, per cui saranno indispensabili, oltre a strumenti all’avanguardia, operatori molto preparati, capaci di agire in tempi rapidi e sostenuti da una buona etica. Sì, anche il nostro avvenire poggerà sempre più sul valore, ma soprattutto sui valori!
Un fiume D’AMBRA Aggiornamento di IGI sulla pregevole ambra del Simeto Fiume principale della Sicilia con un bacino idrografico di circa 4000 kmq, il Simeto è citato in miti antichissimi, tutti riferibili al dio Adrano, legato agli elementi del fuoco e dell’acqua: considerato la personificazione del vulcano Etna, era sposo della ninfa Talia che viveva nel fiume stesso, e padre dei Gemelli Palici, incarnazione di due sorgenti.
artigiani catanesi in monili, anelli, oggetti ornamentali (vasi, coppe, teche, ecc.). Oggi piuttosto rara, questa gemma è reperibile anche nel fiume Salso che pure scorre nella parte orientale dell’isola. La si può ancora trovare, comunque, lungo l’intera fascia costiera siciliana. Ammirata anche da Goethe quando lì giunse durante il suo grand tour italiano, Il Simeto è noto da millenni l’ambra del Simeto proviene per la pregiata ambra che da sedimenti molassici, trasporta (simetite, meglio sabbie, argille mioceniche, conosciuta con l’appellativo di erosa dalle falde delle “ambra del Simeto” appunto), Madonie e poi trascinata a la quale in passato veniva valle dalle correnti. raccolta sulle rive, tra detriti Nata milioni di anni fa, questa e alghe, e soprattutto alla creatura gemmologica si foce, da esperti ricercatori, presenta in dimensioni e prevalentemente in primavera forme diverse, dopo una e in estate, poi lavorata da secolare “metamorfosi” da
// AGENDA IGI I prossimi aggiornamenti fissati in calendario da IGI saranno: • 30 Giugno Incentrato su commercio e tecnologia nell’ambito dei diamanti sintetici, a cura di Alberto Malossi • 13 Ottobre Dedicato alle recenti scoperte gemmologiche in Africa. Relatore Valerio Zancanella.
resina vegetale sub-fossile (copale) a splendida gemma, favorita da condizioni termiche e pressorie ad hoc sotto una spessa coltre di acqua e sabbia. L’ambra del Simeto reca in vari casi inclusioni di resti vegetali (ad esempio aghi di conifera) e animali (insetti), che ne aumentano l’interesse ed il pregio. Tra le maggiori virtù di questa gemma vi è quella di essere fluorescente anche alla luce del sole, per effetti estetici eccezionali.L’ambra è stata l’interessante oggetto della lezione di aggiornamento tenuta dall’esperto Ugo Longobardo, il 19 Maggio scorso a Milano, per i diplomati dell’Istituto Gemmologico Italiano.
SCHEDA SULL’AMBRA A CURA DELLA DOTT.SSA LOREDANA PROSPERI (LABORATORIO IGI) CARATTERISTICHE GEMMOLOGICHE
Colore Trasparenza Indice di rifrazione Frattura Carattere ottico Densità Fluorescenza UV Durezza Mohs Punto di fusione Caratteristiche interne 25
arancione brunastro, arancione giallastro, bruno, rosso brunastro da trasparente a opaca 1.54 (a distanza) concoide amorfa 1.05-1.10 bianco bluastra, verde gialla 2,5 300-380° C insetti (mosche, moscerini, formiche, ragni, farfalle), inclusioni organiche (foglie), inclusioni di cristalli (solfato di calcio, raro quarzo e sale), bolle.
MAINO DIAMANTI
MAINO Sas Via Curtatone, 11 - 20122 Milano Tel. +39 02 5466375 - Fax +39 02 55014924 E-mail: mainodiamanti@mainodiamanti.it
SOCIO FEDERPIETRE
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In Russia Alrosa, controllata direttamente dal Governo, è titolare di ben 9 miniere primarie, 10 alluvionali e 2 in fase di sviluppo, arrivando a rappresentare il 95% circa dell’estrazione totale del Paese e vantando il possesso della metà delle miniere più grandi al mondo per carati (8 su 15 fanno capo appunto a Mosca). Le miniere Alrosa’s Jubilee e Nyurbinskaya, secondo fondate proiezioni, estrarranno entrambe 9 milioni di carati nel 2014, classificandosi quarta e quinta nel mondo rispettivamente.
Un futuro
BRILLANTE Qual è la situazione attuale delle principali miniere di diamanti al mondo? Avremo ancora tante gemme di qualità nei prossimi anni oppure no? A queste domande ha risposto l’esperto Paul Zimnisky (che vanta una lunga esperienza presso Lucara Diamond Corp. e Stornoway Diamond Corp., la prima proprietaria dei giacimenti di Karowe e Mothae, la seconda impegnata nel “Renard project”) su www.resourceinvestor.com (cfr. “Analyzing the world’s 50 largest diamond mines”, 13/3/2014), analizzando i 50 maggiori depositi diamantiferi in attività sul pianeta Terra, che da soli rappresentano il 90% dell’offerta mondiale di grezzo. Cosa ha scoperto e quali prospettive ha tracciato? Esaminiamo gli spunti più interessanti. Nel 2014 saranno prodotti 135 milioni di carati di grezzo, per un valore di 17.8 miliardi di dollari, con un aumento di circa il 3% rispetto alle stime 2013. L’area di Marange in Zimbabwe (300 miglia quadrate di giacimento alluvionale) si classifica come la più generosa fonte di diamanti in termini di carati estratti nell’ultimo anno, un livello che comunque non potrà essere sostenuto nel 2014, poiché dopo aver attinto alle zone ghiaiose più facilmente sfruttabili, ora bisogna affrontare le rocce più ostiche e meno economiche
da trattare. Nessuna delle 7 società private operanti nel territorio di Marange fornisce indicazioni specifiche, ma da fonti comunque attendibili emerge che le previsioni per quest’anno sono per un calo produttivo a quota 8-12 milioni di carati o anche meno. In Botswana la miniera Orapa nel 2013 è stata la più ricca miniera del pianeta in termini di valore e lo sarà anche nel 2014, toccando una produzione di 1.9 miliardi di dollari. Non solo: sarà anche la più importante in termini di carati estratti, raggiungendo i 12.9 milioni. Debswana, la joint venture di De Beers con lo Stato del Botswana, ha incrementato la produzione a fine 2013 e la manterrà pure quest’anno. La miniera di Argyle in Australia, nota per essere la maggior fonte mondiale di diamanti fancy, inclusi i diamanti rosa e rossi, si stima che produrrà 12.6 milioni di carati, piazzandosi al secondo posto nel globo per carati prodotti. Mentre Argyle vanta una lunga storia di produzione dei migliori diamanti colorati, resta la miniera con il più basso valore medio per carato al mondo a causa dei diamanti “brown”, non molto popolari al momento, che costituiscono la maggior parte della sua produzione.
Jwaneng, la seconda miniera del Botswana per dimensioni, è prossima al massimo sviluppo, che ne garantirà la piena operatività sino al 2025 e ne farà la più ricca riserva di diamanti al mondo per valore, garantendo l’accesso a 95 milioni di carati di gemme di alta qualità. Intanto nel 2014 la produzione è stimata di 9 milioni di carati, per un valore di 1.3 miliardi di dollari. Venetia, la più estesa miniera sudafricana, ha realizzato un incremento estrattivo di quasi il 60% nell’ultimo trimestre 2013 ed ora è stato varato un progetto eco-friendly per convertirla da miniera a cielo aperto in sotterranea, con una stima di vita che va oltre il 2014. Venetia produrrà oltre 3.5 milioni di carati nel 2014 per un valore di 500 milioni di dollari. Passiamo al Lesotho, che
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vanta al suo attivo Letseng, la miniera celebre per la straordinaria offerta di gemme con il più alto valore per carato al mondo. Si stima che produrrà nel 2014 solo 110mila carati, ma con un ragguardevole prezzo medio per carato intorno ai 2,200 dollari (contro la media globale di 130$). Quest’anno vedrà una soddisfacente produzione nella miniera russa di Grib, entrata finalmente a pieno regime con 4 milioni di carati. Le riserve ammontano complessivamente a 75 milioni di carati, mentre la vita della miniera stessa è stimata in 20 anni circa. Posseduta dalla major petrolifera Lukoil, secondo alcune voci sarebbe in vendita. Tornando in Africa, troviamo in Botswana la miniera di Ghaghoo, che nella seconda metà del 2014 dovrebbe entrare in attività per giungere infine a produrre 750mila carati per anno, con un valore unitario di 200 dollari. Da ultimo, bisogna dar conto del notevolissimo progetto minerario di Gahcho Kué in Canada, il cui avvio estrattivo si registrerà nel 2015 e garantirà, una volta a regime, una produzione di 5 milioni di carati all’anno per un valore stimato di 185 dollari per unità. Insomma, non resteremo a corto di diamanti, almeno finché campiamo!
Spilla di Graff
LEGGENDO QUA E LÀ Jacqueline Kennedy, che aveva un ottimo gusto in fatto di gioielli e amava soprattutto indossare collane e braccialetti di Van Cleef & Arpels, accrebbe considerevolmente la sua collezione di preziosi quando convolò a nozze col ricchissimo armatore greco Aristotele Onassis, che per lei spese 5 milioni di dollari in monili vari, prediligendo in particolare le creazioni di Harry Winston. Nel 1996 molti gioielli dell’ex-First Lady americana (scomparsa nel
1994 per un male incurabile) furono battuti all’asta da Sotheby’s per svariati milioni di dollari. Tra di essi, per curiosità, ricordiamo l’anello da 47 carati in rara kunzite rosa che il marito Presidente J.F. Kennedy (assassinato nel 1963) non fece in tempo a regalarle, o lo spettacolare anello con 17.68 carati di rubini (venduto per quasi 300mila dollari) oppure gli orecchini, sempre di rubini, aggiudicati per 360mila dollari, ma soprattutto l’anello di fidanzamento di
Onassis da 2,6 milioni di dollari. A sorpresa, inoltre, una piccola spilla raffigurante uno spaventapasseri in oro e gemme fu quotata ben 100mila dollari. Il fascino di questa donna fu tale da trasformarla in un’icona di stile, ancora influente e magnetica ai nostri giorni: basti pensare che le riproduzioni dei gioielli che indossò in occasioni ufficiali e mondane sono in vendita sul canale digitale QVC e sempre continuano ad ispirare la fantasia dei designer.
In gioventù, prima di diventare uno dei più celebri poeti del ‘700, Pietro Metastasio (nome d’arte di Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapass) lavorò come orafo presso la bottega di un artigiano romano. Era stato il padre, ex-soldato pontificio, a fargli iniziare l’apprendistato per farne un abile fabbricante di monili.
Il caso, però, volle che un giorno l’insigne letterato Gian Vincenzo Gravina lo sentisse recitare dei versi improvvisati e ne intuisse il genio, decidendo poi di adottarlo come un figlio e di impartirgli un’educazione umanistica. Metastasio (Roma 1698 - Vienna 1782), considerato il riformatore del melodramma italiano, fu autore di numerose opere
serie (tragedie, testi sacri) e buffe (cantate, componimenti, canzonette, ecc.), tra cui si ricordano “Didone abbandonata”, “L’Olimpiade”, “Il trionfo di Clelia”, l’oratorio “La Betulla liberata” (musicata da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1771). Uomo di profonda fede, all’attività di poeta, librettista, drammaturgo affiancò anche quella di sacerdote.
Sui fondali del Mar Mediterraneo “dormono” 2500 navi (mercantili, scafi di piccolo cabotaggio, piroscafi, transatlantici, navi passeggeri). Solo nella ristretta area di Adriatico compresa tra Ravenna, Venezia e Trieste, in epoca moderna, 333 imbarcazioni sono state inghiottite dagli abissi. Di queste ben 89 sono bastimenti preziosi. I più importanti relitti tesorieri nelle acque italiane sono: S.S. Transylvania (un transatlantico silurato nel 1917 a Capo Vado, nel
Savonese, foto), Polluce (piroscafo colato a picco nel 1841, al largo di Porto Azzurro, Livorno, a seguito di un abbordaggio), Australia (piroscafo immersosi nel 1841 nel Livornese, presso Vada, per avverse condizioni meteorologiche), S.S. Ancona (piroscafo silurato nel Canale di Sicilia nel 1915). Si pensi, per citare un esempio, che a bordo del “Polluce”, localizzato soltanto nel 2004, vi erano favolosi gioielli e pietre preziose, per fortuna recuperati e presi in consegna dalle autorità
italiane. Spesso, però, i cercatori di tesori marini non lavorano per imprese oneste, ma sono veri e propri predoni contemporanei (furono arrestati a Trapani i sub di una società scozzese che estrassero una cassaforte piena di rubini dal piroscafo Persia naufragato a sud della Sicilia e poi li rifecero sparire... nelle loro tasche). Altri forzieri pieni d’oro devono ancora essere recuperati dal succitato Transylvania, gemello del Titanic, ritrovato pochi mesi fa dai Carabinieri di Genova.
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Un tappeto da mille e una notte, interamente fatto di perle, è quello voluto dal Maharajah di Baroda, Gaekwar Kande Rao, per ornare degnamente il sepolcro del profeta Maometto a Medina. Era il 1865. Sfortunatamente il facoltoso dignitario indiano morì prima di vedere il lavoro finito e lo splendido
tappeto restò nella dotazione della sua famiglia. Questo capolavoro di perle venne esposto pubblicamente solo nel 1902 alla Delhi Exhibition e poi nel 1985 al Metropolitan Museum of Art di New York. Infine, nel 2009 fu messo all’asta da Sotheby’s in Qatar. Chi se l’è aggiudicato ha sborsato la cifra record
di 5,5 milioni di dollari. Il tappeto in oggetto è costituito da oltre 500mila di perle, a cui si aggiungono - finemente cuciti su seta - svariati diamanti, zaffiri, rubini e smeraldi. Sul fondo sono raffigurati sontuosi caratteri floreali, tipici della pregiata arte indiana del periodo di Mughal.
Il pittore inglese Nicholas Hilliard (1547 circa - 1619), che fu l’artista più noto della sua epoca, iniziò come orafo nella bottega del padre realizzando monili e in particolare dipingendo preziose miniature. Suo nonno materno, d’altro canto, era il grande orefice di Londra John Wall. Hilliard divenne anche orafo alla corte di Sua Maestà Elisabetta I, vendendo a
caro prezzo miniature con il ritratto della regina che venivano indossate come veri e propri gioielli dagli ossequiosi cortigiani (per tutta la vita egli fu assillato dal denaro, dal momento che era assai dedito al gioco d’azzardo). Entrò parimenti nelle grazie del Conte di Leicester, che della sovrana era il favorito. Come pittore Nicholas Hilliard fu stimato
soprattutto per i vividi ritratti i quali spesso si ispirarono ai sonetti amorosi di Shakespeare. Tra i suoi gioielli divenuti celebri ricordiamo il Lyte Jewel (donato da re Giacomo I al suo protetto Thomas Lyte, foto), l’Armada Jewel (donato da Elisabetta a Sir Thomas Heneage) e il Drake Pendant (creato su commissione di Sir Francis Drake in persona).
La Planetary Resources Inc. di Seattle (USA) è una società nata per sfruttare le miniere di metalli preziosi extra-terrestri, ovvero estrarre e commercializzare le risorse naturali presenti nelle rocce spaziali, tra cui in particolare il platino. Il primo obiettivo è quello di portare a terra i metalli degli asteroidi più vicini, che sono circa 9000 (con diametro superiore ai 150 metri). La società, fondata da due esperti di ingegneria
aerospaziale, sta vendendo a clienti pubblici e privati piccole astronavi dotate di telescopi ed ha già ottenuto importanti finanziamenti da autorevoli personaggi che amano le sfide al futuro, tra cui Larry Page di Google, l’astronauta della Nasa Tom Jones, il regista e produttore cinematografico James Cameron, il quale in “Avatar” aveva già premonito un simile scenario di estrazione al di fuori dei confini del nostro pianeta.
Con questo progetto Planetary Resources Inc., sfruttando l’alta concentrazione di metalli negli asteroidi per mezzo di sonde robotiche, intende fornire in futuro un approvvigionamento sostenibile alla popolazione terrestre in continuo aumento. Le missioni di prospezione stanno già per iniziare, prevedendo un lancio iniziale di almeno 5 telescopi.
In Siberia miliardi di carati di diamanti giacciono in fondo ad un cratere di origine meteoritica, formatosi circa 35 milioni di anni fa. Non possono essere utilizzati ai fini della gioielleria, ma la loro consistenza è tale da “rivoluzionare” teoricamente vari settori industriali. La scoperta in realtà risale all’epoca sovietica, ma venne tenuta segreta in attesa di decidere se e come sfruttare la preziosa miniera, che, per l’esattezza, si trova
nel Popigai Crater, al confine tra la Yakuzia e il distretto di Krasnoyarsk. Il potenziale di due particolari giacimenti ivi ubicati, battezzati Udarny e Skladny, furono così valutati dai geologi già negli anni ‘70: sette miliardi di carati il primo, 140 miliardi di carati il secondo. Dal 2012 i dati, dopo 40 anni di secretazione, sono posti alla base di nuovi progetti ed è già prevista una spedizione all’interno del cratere, finanziata dal colosso diamantifero russo Alrosa.
Il cratere Popugai è il quarto al mondo per dimensioni, largo quasi 100 km (il meteorite con l’impatto del quale si è formato aveva un diametro tra i quattro e gli otto chilometri). Gli esperti comunque invitano alla cautela, perché se è innegabile che questi diamanti possano avere diverse destinazioni industriali, è altrettanto vero che l’immissione sul mercato implicherebbe costosissimi processi di estrazione e di trasformazione.
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Il punto di vista
CIBJO: NASCE UNA NUOVA COMMISSIONE NEL SEGNO DEL CORALLO Avendo presieduto il Gruppo di Lavoro sul Corallo di CIBJO (Confederazione Mondiale della Gioielleria), sono molto felice e orgoglioso che in seno a questo prestigioso organismo internazionale sia stata costituita ufficialmente una Commissione Corallo, con la missione di elaborare norme, procedure, nomenclature in senso favorevole ad un uso sostenibile della risorsa. Ringrazio soprattutto Gaetano Cavalieri, Presidente di CIBJO, che al recente Congresso di Mosca (19-21 Maggio), proponendo di elevare il mio Gruppo di Lavoro al rango di Commissione vera e propria, ha mostrato una straordinaria sensibilità nei confronti di un comparto quanto mai legato all’equilibro ambientale. E ringrazio tutti i delegati di CIBJO che, approvando la creazione di questo nuovo organo, hanno capito l’importanza della posta in gioco. L’industria del corallo, in effetti, sta dando prova sempre più di senso di responsabilità e coscienza etica, in quanto è consapevole che dalla salute dei mari dipende la sua stessa ragion d’essere. Non a caso al Pacific Precious Coral Forum di Taipei, tenutosi nel Febbraio scorso, ci siamo focalizzati sull’uso sostenibile delle risorse, ragionando sul fatto che gli oggetti preziosi da noi prodotti rappresentano una “forza positiva”. 30
Per usare le parole del Presidente Cavalieri: “Le persone hanno bisogno di associare la gioielleria in corallo ad una buona gestione ambientale: i consumatori consapevoli dal punto di vista ambientale non devono certo evitare di acquistare questi prodotti”. Il passo di istituire una nuova Commissione dedicata al corallo risponde anche all’esigenza di una maggiore armonizzazione delle norme settoriali - da sempre stella polare di CIBJO - tanto più in un contesto mondiale in cui l’economia è globalizzata e il libero commercio impera nel business ad ogni latitudine. È dunque essenziale che quanto viene inteso in un Paese o in un mercato sia compreso perfettamente anche negli altri. Ora ci spetta l’onere/onore di implementare il relativo Blue Book sotto l’egida di CIBJO, in grado di stabilire una chiara e precisa terminologia della materia e definire norme puntuali unanimemente accettate ovunque. Una bella sfida, ma, come imprenditore del corallo alla guida di un’impresa fondata dai miei avi a Torre del Greco nel 1894, non vedo l’ora di affrontarla… sperando che il futuro si colori del rosso più bello! Vincenzo Liverino
Presidente Commissione Corallo CIBJO
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