con il contributo di: Regione Campania - Film Commission main sponsor: Seda con il sostegno di: Grimaldi Lines Ferrarelle Società Benefit Caronte S.p.A Bruno Generators in collaborazione con: Museo Madre Institut Français Napoli Instituto Cervantes Nápoles Fondazione Ordine Architetti P.P.C. di Napoli e Provincia con il matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee media partner: Exibart con il patrocinio di: Ministero della Cultura Città di Napoli Università degli Studi di Napoli Federico II Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa Accademia di Belle Arti di Napoli
segreteria organizzativa: Lucia Trisorio Valeria Cacciapuoti Helga Sanità Danila Crea Valentina Schiano Lo Moriello Annamaria Falconi redazione catalogo: Lucia Trisorio traduzione testi: Angela Federico
trisorio associazione culturale via Riviera di Chiaia 215 80121 Napoli tel 081 414306 info@artecinema.com www.artecinema.com — immagine di copertina courtesy of Nan Goldin
art direction, identità visiva e comunicazione: Paolo Altieri Altieri associati srl visual design: Paola Trisorio ufficio stampa: Lara Facco P&C social media: Sara Formisano Paolo Altieri servizi tecnici: Isi Congress traduzione e sincro sottotitoli: Lab 80 film
artecinema.com
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28o festival internazionale di film sull’arte contemporanea napoli, 11 — 15 ottobre 2023 a cura di / curated by
laura trisorio
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Laura Trisorio
Siamo pronti ad immergerci in questo viaggio che di anno in anno ci accompagna e ci arricchisce, facendoci vivere un’esperienza collettiva che ci unisce e ci sprona al dialogo. Nel buio della sala, condividiamo una grande energia e veniamo trasportati in mondi poetici che evocano immagini, stimolano pensieri e suscitano forti emozioni. Questo è il dono che ci fanno gli artisti, aprendoci alle loro intuizioni e chiedendoci di fare posto dentro di noi per accogliere, senza pregiudizi, il nuovo, il diverso, talvolta la follia, spesso la magia. La scelta dei film non è mai casuale, ma segue una linea di pensiero volta a porci sempre delle domande e a mettere in discussione le nostre certezze, inducendoci a cambiare prospettiva. Un ampio spazio è dedicato alle donne e alle loro battaglie, come quella della fotografa Nan Goldin contro l’azienda farmaceutica della famiglia Sackler responsabile della crisi degli oppioidi e della dipendenza da farmaco negli Stati Uniti, o quella delle Guerrilla Girls che da anni scendono in piazza per protestare contro le discriminazioni nel mondo dell’arte, o quella più intima di Dora Maar per affermare la sua autonomia artistica rispetto alla preponderante presenza di Picasso al quale era legata da una relazione amorosa. Anche la figura del grande architetto Mies van der Rohe ci viene raccontata dal punto di vista delle donne della sua vita.
La sostenibilità ambientale è un tema più che mai urgente e ce lo ricordano gli architetti di Lot-Ek che da oltre trent’anni creano spazi architettonici di una bellezza inaspettata riutilizzando container marittimi e altri materiali di scarto della nostra economia industrializzata, o il viaggio di un padre e di un figlio alla ricerca della città-utopia di Arcosanti nel cuore del deserto dell’Arizona, progettata negli anni Settanta da Paolo Soleri al fine di sperimentare un’architettura urbana a misura d’uomo in equilibrio con la natura. In linea con il ricchissimo calendario di commemorazioni per il cinquantesimo anniversario della morte di Picasso, rendiamo omaggio all’artista con un film di Manuelle Blanc che ci mostra un lato meno noto del grande maestro spagnolo, ovvero il suo attivismo politico che lo ha portato a impegnarsi a favore della democrazia e della pace contro ogni autoritarismo. Anche quest’anno Artecinema continua la sua attività nel sociale attraverso proiezioni rivolte agli studenti nelle scuole e nelle università, perché questo festival è dedicato soprattutto ai giovani e a loro sono affidate le nostre speranze di un futuro migliore.
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Laura Trisorio
We are about to embark upon a journey that year after year accompanies and enriches our lives, allowing us to share in a collective experience that unites and encourages people to enter into dialogue. In the darkness of the theatre, we share great energy which transports us to poetic worlds that evoke images, stimulate our thoughts and arouse strong emotions. The gift we are given by artists opens our minds to their insights and asks each of us to make room within ourselves to welcome, without prejudice, that which is new, different, at times crazy and, very often, magical. The choice of films is never random, but is in keeping with a course of thought always aimed at asking questions and challenging our certainties, leading us to change our perspective. Particular focus is dedicated to women and their battles, such as that of photographer Nan Goldin against the Sackler family pharmaceutical company which is responsible for the opioid crisis and drug addiction in the United States, or that of the Guerrilla Girls who have been taking to the streets for years to protest discrimination in the art world, or Dora Maar's more intimate battle to establish her artistic independence from the overwhelming presence of Picasso with whom she was romantically involved. Even the figure of the great architect Mies van der Rohe is related to us from the perspective of the women in his life.
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The issue of environmental sustainability is more urgent than ever, and we are reminded of this by the Lot-Ek architects who, for more than 30 years, have been creating architectural spaces of unprecedented beauty by reusing shipping containers and other waste materials from our industrialized economy, or the journey of a father and son in search of the city-utopia of Arcosanti in the heart of the Arizona desert, which was designed by Paolo Soleri in the 1970s in order to experiment with human-scale urban architecture in harmony with the environment. In line with the innumerable commemorative events scheduled to mark the 50th anniversary of Picasso's death, we pay tribute to the artist with a film by Manuelle Blanc that sheds lights on a lesser-known side of the great Spanish master, namely his political activism that inspired him to champion democracy and peace and take a stand against all forms of authoritarianism. Artecinema also continues its activity in the social sphere through screenings for students in schools and universities because this festival is dedicated, above all, to young people as they are entrusted with our hopes for a better future.
courtesy of Nan Goldin
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Per me un film è uno spazio di incontri. Vivendo per il tempo di un documentario in compagnia di un artista, cerco di avvicinarmi il più possibile ai suoi pensieri, alle sue fragilità, alle sue emozioni. For me, a film is a meetings space. By living, for the time of a documentary, in the company of an artist, I try to get as close as possible to his thoughts, his cracks, his emotions.
Picasso tra arte e politica Manuelle Blanc regista
Quando mi è stato chiesto di dirigere un film su Pablo Picasso per celebrare il 50° anniversario della sua morte, mi sono detta che si trattava di una vera e propria sfida, perché pensavo che tutto fosse stato già detto e tutto fosse stato già fatto su Picasso. L'artista era stato esaminato da ogni angolazione e gli erano stati dedicati molti documentari. Come possiamo quindi rinnovare la nostra visione del maestro dell'arte del XX secolo? Approfittando dello spazio-tempo che ci separa dalla sua scomparsa nel 1973, ho cercato di esplorare tutti gli aspetti del suo carattere: quelli geniali di un artista straordinario che ha fatto esplodere i codici della storia dell'arte, ma anche, soprattutto, quelli ambigui di un uomo dalla personalità complessa e tormentata. Con il passare del tempo, ho voluto dipingere un ritratto più sfumato e più lucido che si interrogasse sulle posizioni politiche di Picasso durante la Guerra civile spagnola, la Seconda guerra mondiale e il suo impegno nel Partito comunista francese dopo la Liberazione. Questo legame tra arte e politica è al centro della mia pratica documentaristica. Ciò che mi interessa particolarmente è il modo in cui gli artisti guardano il mondo, come comprendono le principali questioni sociali e politiche, in che modo mettono in discussione il nostro modo di pensare, rivisitano la storia, mettono in dubbio le narrazioni ufficiali, scuotono le convenzioni e, in alcuni casi, osano criticare l'ordine costituito.
Quando ho filmato il regista teatrale Krzysztof Warlikowski, si trattava della questione dell'antisemitismo in Polonia. Quando ho montato la mia telecamera in Sudafrica presso la Handspring Puppet Company, che collabora con l'artista William Kentridge, era la questione dell'Apartheid. Prima del fenomeno #Metoo, mi sono occupata del problema politico dell'invisibilità delle donne nella storia dell'arte, siano esse pittrici o fotografe. Attraverso il film 120 Beats per Minute di Robin Campillo, mi sono concentrata sul rinnovamento delle pratiche attiviste avviate da Act up nella lotta contro l'AIDS e l'omofobia in Francia. In altre parole, mi piace scoprire un artista e il suo universo creativo per evidenziare il suo rapporto con il potere e il modo unico in cui affronta questioni storiche o attuali. Per me un film è uno spazio di incontri. Vivendo, per il tempo di un documentario, in compagnia di un artista, cerco di avvicinarmi il più possibile ai suoi pensieri, alle sue fragilità, alle sue emozioni e ai suoi discorsi per restituirli nel modo più appropriato. Il mio approccio è sempre lo stesso: scoprire, osservare, interrogare e trasmettere!
In tutti i miei film, questa questione politica è il filo conduttore che mi guida nell'esplorazione di una pratica artistica. 9
Picasso between art and politic Manuelle Blanc director
When I was asked to direct a film on Pablo Picasso to celebrate the 50th anniversary of his death, I said to myself that there was a real challenge because I thought everything had been said, and everything had been done about Picasso. The artist had already been scrutinized from every angle and a lot of documentary films had already been devoted to him. So how can we renew our view of the master of 20th century art? By taking advantage of the space-time which separates us from his disappearance in 1973, I tried to explore all the aspects of his character: those brilliant ones of an extraordinary artist who exploded the codes of the history of art; but, above all, the ambiguous ones of a man with a complex and troubled personality. With the passage of time, I wanted to paint a more nuanced and more lucid portrait which questions Picasso's political positions during the Spanish civil War, the second World War and his commitment to the French Communist Party after the Liberation. This link between Art and politics is at the heart of my documentary practice. What particularly interests me is the way artists watch the world. How they understand major societal and political issues. In what way, they question our way of thinking, revisit history, question official narratives, shake up conventions and, for some, dare to criticize the established order. In all my films, this political question is the common thread that guides me to explore an artistic practice.
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When I filmed the theater director Krzysztof Warlikowski, it was the issue of anti-Semitism in Poland. When I set up my camera in South Africa at the Handspring Puppet Company which collaborated with the artist William Kentridge, it was the question of apartheid. Before the #Metoo phenomenon, I looked into the political problem of women invisibility in art history, whether they are painters or photographers. Through Robin Campillo's film 120 Beats per Minute, I’ve focus on the renewal of activist practices initiated by Act up in the fight against AIDS and homophobia in France. In other words, I like to discover an artist and his creative universe to highlight his relationship with power and the unique way in which he addresses historical or current issues. For me, a film is a meetings space. By living, for the time of a documentary, in the company of an artist, I try to get as close as possible to his thoughts, his cracks, his emotions and his speech to restore them in the most appropriate way. My approach is always the same: discover, observe, interrogate and transmit!
© RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) / Adrien Didierjean / © Droits réservés
Forse la definizione di vera grande arte è la rivelazione di una bellezza che semplicemente non avevamo ancora scoperto. Maybe the definition of truly great art is, in fact, the revelation of beauty we simply had not seen, yet.
Imparare a vedere in modo diverso Thomas Piper regista
Se chiedete "Che cos'è l'arte?", quasi tutte le risposte rimanderanno in qualche modo allo stesso concetto: qualcosa che è "bello". Con un po' di insistenza si potrebbe chiedere: "Che cos'è allora la bellezza?". A questa insistenza si riceve spesso una risposta ancora più vaga: "La riconosci quando la vedi". Ma forse la definizione di vera grande arte è la rivelazione di una bellezza che semplicemente non avevamo ancora scoperto. Per più di vent'anni ho avuto l'immensa fortuna di apprezzare queste rivelazioni attraverso gli occhi di alcuni dei maggiori creativi del nostro tempo. È stata un’esperienza inaspettata poter trascorrere momenti intimi negli studi degli artisti assistendo alla creazione di nuove concezioni di “bellezza”. Ogni film che ho girato non ha semplicemente modificato il mio modo di vedere ma questi momenti hanno riorientato il mio intero rapporto con il mondo che mi circonda. E quello che all'inizio mi sembrava un privilegio personale, ora si è trasformato in un crescente senso di obbligo per celebrare i più alti livelli di creatività, non come una cosa fine a se stessa, ma come un modello utile a tutti per sforzarci continuamente a scoprire la bellezza. Può essere la nostra migliore difesa contro la bruttezza, la repressione e la distruzione. Nessun soggetto dei miei film mi ha insegnato di più degli artisti-designer di LOT-EK, Ada Tolla e Giuseppe Lignano. Quello che era iniziato come uno sforzo modesto per documentare la realizzazione di un singolo progetto a Brooklyn, è diventato invece un'immersione nella loro più ampia ricerca e nella loro pura ambizione: imparare a guardare in modo diverso.
Attraverso il container, icona della nostra società e dell’economia moderna, i due architetti orientano la nostra attenzione verso il riutilizzo, il rifacimento e la re-immaginazione, in un gioco di prestigio che trasforma i nostri rifiuti in una ricchezza. E che dire di Napoli? Per Ada e Giuseppe, in quanto napoletani, è la fonte chiassosa, eccitante e infinitamente creativa della loro straordinaria gioia di vivere. Una città così viva e pulsante di umanità è il moto perpetuo di un momento presente sul filo del rasoio, che bilancia incessantemente i pesi ingombranti di una storia immensa e di un futuro sconosciuto. È stata una ricca ricompensa proiettare molti dei miei film ad Artecinema e portare la visione degli architetti di LOT-EK a Napoli, nel suo luogo di origine, è un sogno che si avvera. Come dice l'architetto e critico Thomas de Monchaux, il lavoro di LOT-EK è una nuova e necessaria architettura del futuro che ripara e rigenera l'ambiente innaturale che abbiamo ereditato dal passato. Ci mostra un modo per essere radicalmente ottimisti, creativi e costruttivi in tempi che possono sembrare in contrasto con tutto questo. È una guida per un cammino più rispettoso, giusto e sostenibile. Sono onorato e sempre grato a Laura, Valeria e a tutte le collaboratrici di Artecinema, di presentare in anteprima assoluta We Start With The Things We Find. Umilmente spero che possa continuare la tradizione di proiettare i miei film in questo straordinario festival per aiutare a vedere la bellezza lì dove non l’avevamo ancora vista. 13
Learn To See Differently Thomas Piper director
Ask “What is art?” and nearly every answer will defer in some way to an equal enigma: something that is “beautiful”. A little persistence would lead to asking, “What, then, is beauty?”. Such persistence is often countered with the no more definitive: “You know it when you see it”. But maybe the definition of truly great art is, in fact, the revelation of beauty we simply had not seen, yet. For more than twenty years I have been immeasurably fortunate to appreciate these revelations through the eyes of some of the most creative individuals of our time. It has been an inadvertent career documenting intimate moments spent in studios, witnessing new notions of “beauty” conjured into existence. Importantly, each film has not merely altered the way I see. These moments have re-oriented my entire relationship to the world around me. And what initially felt like a personal privilege now carries an increasing sense of obligation, to celebrate the highest levels of creativity not as an end in itself but as a model for how we should all strive to continually discover beauty. It can be our best defense against ugliness, repression and destruction. No subject has taught me more in this regard than the artists and designers of LOT-EK, Ada Tolla and Giuseppe Lignano. What began as a more modest effort to document the making of a single LOT-EK project in Brooklyn, became instead an immersion in their wider pursuit of a pure ambition: to learn to see differently. Through the icon of our modern society and economy, the shipping container, they concentrate our focus on
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reusing, remaking, and reimagining, a sleight of hand that transforms our manmade waste into a beautiful abundance. And what of Naples? For Ada and Giuseppe, as Neapolitans, it is the rowdy, thrilling and boundlessly creative source for their extraordinary joy for living. A city so alive and pulsating with humanity, it is the perpetual motion of a knife’s edge present moment, ceaselessly balancing the unwieldy weights of vast history and unknowable future. It has been a rich reward to screen so many of my past films with Artecinema, and a dream come true to bring this film, and LOT-EK’s vision, back to its birth place. As the architect and critic Thomas de Monchaux says of LOT-EK’s work, theirs is a new and necessary architecture of the future, that repairs and regenerates the unnatural environment that we have inherited from the past. It shows us a way to be radically optimistic, creative, and constructive during times that can feel the opposite of all that. It is a guide to a more respectful, just and sustainable way forward. I am honored and always grateful to Laura, Valeria and everyone at Artecinema, to premiere We Start With The Things We Find here in Naples. It should, I hope, humbly continue the tradition of every film in every edition of this remarkable festival, to help us to see a beauty we had not seen yet.
programma / film program
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ottobre mercoledì teatro san carlo
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ottobre giovedì museo madre
20.30 / arte e dintorni
Anselm Wim Wenders, Germania, 2023, 93’, tedesco, inglese
16.00 / 18.30 / 21.00 / fotografia Tutta la bellezza e il dolore Laura Poitras, Stati Uniti, 2022, 113’, inglese
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ottobre venerdì teatro augusteo
16.30 / arte e dintorni Quand l’art sème en forêt * Olivier Comte, Francia, 2022, 52’, francese ANTEPRIMA ITALIANA 17.45 / arte e dintorni Nicolas de Staël, la peinture à vif * François Lévy-Kuentz, Francia, 2023, 52’, francese ANTEPRIMA ITALIANA 19.00 / architettura
We Start with the Things We Find ** Thomas Piper, Stati Uniti, 2023, 81’, inglese, italiano ANTEPRIMA MONDIALE
20.45 / arte e dintorni
Dora Maar, a pesar de Picasso * Alejandro Lasala, Victoria Combalía, Spagna, 2014, 56’, spagnolo, italiano, francese ANTEPRIMA ITALIANA
22.00 / arte e dintorni Guerrilla Girls - Art21 Malika Zouhali-Worrall, Stati Uniti, 2023, 17’, inglese ANTEPRIMA ITALIANA
* Sarà presente il regista ** Saranno presenti il regista e gli artisti I film in lingua straniera sono sottotitolati in italiano
22.20 / arte e dintorni DANGER! Cornelia Parker Katy Homan, Regno Unito, 2016, 66’, inglese
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ottobre sabato teatro augusteo
16.30 / architettura
Il padiglione sull'acqua * Stefano Croci, Silvia Siberini, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, 2023, 77’, italiano, giapponese
18.10 / arte e dintorni
Thomas Schütte. I am not alone * Corinna Belz, Germania, 2023, 94’, inglese ANTEPRIMA EUROPEA
20.00 / arte e dintorni
Painting, Smoking, Eating – The Painter Philip Guston * Marion Kollbach, Germania, 2023, 53’, inglese ANTEPRIMA ITALIANA
21.10 / fotografia McCurry: la ricerca del colore Denis Delestrac, Spagna, 2021, 92’, italiano 22.55 / arte e dintorni
Tauba Auerbach - Art21 Malika Zouhali-Worrall, Stati Uniti, 2023, 14’, inglese ANTEPRIMA ITALIANA
23.15 / arte e dintorni Hank Willis Thomas - Art21 Malika Zouhali-Worrall, Stati Uniti, 2023, 14’, inglese ANTEPRIMA ITALIANA
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ottobre domenica teatro augusteo
16.30 / arte e dintorni Ask The Sand * Vittorio Bongiorno, Italia, 2023, 67’, italiano, inglese 18.00 / fotografia
Infinito. L'universo di Luigi Ghirri * Matteo Parisini, Italia, 2022, 73’, italiano
19.40 / arte e dintorni Picasso sans légende * Manuelle Blanc, Francia, 2023, 52’ francese, spagnolo ANTEPRIMA ITALIANA 20.50 / arte e dintorni
Gilardi: Tappeto-Natura * Domenico Palma, Stati Uniti, 2023, 21’, inglese, italiano ANTEPRIMA ITALIANA
21.15 / arte e dintorni
Anicka Yi - Art21 Malika Zouhali-Worrall, Stati Uniti, 2023, 12’, inglese ANTEPRIMA ITALIANA
21.40 / architettura
The Mies van der Rohes Sabine Gisiger, Svizzera, 2023, 81’, inglese, tedesco ANTEPRIMA ITALIANA
indice / film index
arte e dintorni / art and environs
fotografia / photography
Anicka Yi - Art21
pag. 24
Dora Maar, a pesar de Picasso
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Anselm 25
Infinito. L’universo di Luigi Ghirri
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DANGER! Cornelia Parker
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McCurry: la ricerca del colore
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Gilardi: Tappeto-Natura 27
Tutta la bellezza e il dolore
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Guerrilla Girls - Art21
Hank Willis Thomas - Art21
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Nicolas de Staël, la peinture à vif
30
Painting, Smoking, Eating - The Painter Philip Guston
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Picasso sans légende 32 Quand l’art sème en forêt
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Tauba Auerbach - Art21
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Thomas Schütte. I am not alone
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archittettura / architecture Ask the Sand 38 Il padiglione sull'acqua 39 The Mies van der Rohes
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We Start with the Things We Find
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arte e dintorni
Philip Guston The Studio (detail) © The Guston Foundation
Anicka Yi - Art21 Stati Uniti, 2023, 12’, inglese
La ricerca di Anicka Yi si situa sulla soglia tra arte e scienza. Il suo studio è un vero e proprio laboratorio dove - con l’aiuto di ingegneri informatici, chimici, esperti di intelligenza artificiale - l’artista sperimenta materiali viventi e non ortodossi come batteri, essenze aromatiche, fiori fritti, vermi, gel per ultrasuoni, saponi alla glicerina. Esplorando la trasformazione delle sue opere e bilanciando deperibilità e permanenza, Anicka Yi riconosce il cambiamento e la distruzione come componenti essenziali della vita umana.
Anicka Yi's research is situated on the threshold between art and science. Her studio serves as a true laboratory where - with the help of computer engineers, chemists, artificial intelligence experts - the artist experiments with living and unorthodox materials such as bacteria, aromatic essences, fried flowers, worms, ultrasound gels, and glycerin soaps. By exploring the transformation of her works and balancing perishability and permanence, Anicka Yi acknowledges change and destruction as essential components of human life.
Malika Zouhali-Worrall è una regista e montatrice britannico-marocchina e vive a New York. Nel 2012 ha codiretto con Katherine Fairfax Wright il documentario vincitore del Teddy Award Call Me Kuchu, sull'attivista ugandese David Kato; nel 2015, con David Osit ha realizzato Games You Can't Win e
Thank You for Playing, premiato con un Emmy Award come ‘Oustanding Arts and Culture Documentary’. Ha diretto inoltre i cortometraggi Strange Grace: The Art of Amyra Léon e Video Visit, e montato il documentario Through The Night diretto da Loira Limbal e segnalato dal Guardian come uno dei migliori documentari del 2020.
regia / direction malika zouhali-worrall fotografia / photography naiti gámez montaggio / film editing steven j. golliday musica / music andrew orkin suono / sound alberto ladduca, lily van leeuwen, tommaso zerbini produzione / production Art21, danielle varga
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Anselm Germania, 2023, 93’, tedesco, inglese
Per oltre due anni Wim Wenders ha seguito il percorso di Anselm Kiefer, uno degli artisti più innovativi del nostro tempo. Il film segue Kiefer dalla nativa Germania alla sua attuale casa in Francia, collegando le tappe della sua vita ai luoghi fondamentali della sua carriera che abbraccia oltre cinque decenni. Un’esperienza cinematografica del lavoro dell'artista che indaga l'esistenza umana e la natura ciclica della storia ispirandosi a letteratura, poesia, filosofia, scienza, mitologia e religione.
For over two years, Wim Wenders followed the journey of Anselm Kiefer, one of the most innovative artists of our time. The film traces Kiefer from his native Germany to his current home in France, connecting the milestones of his life to the pivotal places in his career spanning over five decades. It is a cinematic exploration of the artist's work that delves into human existence and the cyclical nature of history, drawing inspiration from literature, poetry, philosophy, science, mythology, and religion.
Wim Wenders (1945), uno dei pionieri del cinema tedesco degli anni Settanta, è oggi considerato una delle figure più importanti del cinema contemporaneo. Oltre ai numerosi lungometraggi premiati, il suo lavoro di sceneggiatore, regista, produttore, fotografo e autore comprende anche un gran numero di documentari innovativi. Wenders ha lavorato in Europa, Stati Uniti, America Latina e Asia ed è stato premiato con innumerevoli riconoscimenti, tra cui: il Leone d'Oro alla Mostra
Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per Lo stato delle cose (1982); la Palma d'Oro al Festival di Cannes (1984); il BAFTA Film Award per Paris, Texas (1984); il Premio per la miglior regia al Festival di Cannes per Il cielo sopra Berlino (1987) e l'Orso d'Argento per The Million Dollar Hotel (2000) al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Nel 2022 è stato insignito del Premio Imperiale per le Arti dalla Japan Arts Association.
regia / direction wim wenders fotografia / photography franz lustig montaggio / film editing maxine goedicke musica / music leonard küßner suono / sound régis muller produzione / production road movies distribuzione / distribution lucky red
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DANGER! Cornelia Parker Regno Unito, 2016, 66’, inglese regia / direction katy homan fotografia / photography will edwards, tom hayward, doron schlair montaggio / film editing alex broad
In questo film, girato in occasione dell'apertura di una grande mostra alla Tate Britain di Londra, seguiamo il processo creativo dell’artista Cornelia Parker. Nata nel 1956 nella campagna del Cheshire da madre tedesca e padre inglese, ha sempre lottato per integrarsi e l'arte è stata la sua via di fuga. Per realizzare le sue opere usa esplosivi, rulli compressori, veleno di serpente, la lama stessa della ghigliottina che tagliò la testa a Maria Antonietta, trasformando i frammenti ammaccati, rotti e malconci di oggetti della vita quotidiana in simboli di bellezza. Da bambina, l’artista era solita mettere delle monete sui binari della ferrovia per vederle schiacciate, trasformate dalla loro banale utilità in qualcosa di più prezioso: opere d’arte.
This film, made to mark the opening of a major exhibition at the Tate Britain in London, follows the creative process of artist Cornelia Parker. Born in 1956 in rural Cheshire to a German mother and an English father, she has always struggled to fit in, and art has been her escape. She uses explosives, steam rollers, snake venom and the very blade of the guillotine that severed Marie Antoinette's head to create her works, transforming the bruised, broken and battered fragments of everyday objects into symbols of beauty. As a child, the artist used to place coins on railroad tracks to watch them be crushed, transformed from their ordinary utility into something far more precious: works of art.
Katy Homan è produttrice e regista, specializzata in documentari biografici, di arte, musica, storia e viaggi. Cornelia Parker, Tacita Dean, Margaret Atwood sono alcune delle importanti figure cui ha
dedicato i suoi film, girati in diversi paesi del mondo tra cui Stati Uniti, Canada, Europa, India. Il suo amore per i viaggi e le diverse culture è una fonte di ispirazione costante per il suo lavoro documentaristico.
musica / music roger kleinman, zachary seman suono / sound andy hoare, brian miklas, dave scaringe, alex sierra, chris youle-grayling produzione / production BBC imagine
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Gilardi: Tappeto-Natura Stati Uniti, 2023, 21’, inglese, italiano regia / direction domenico palma fotografia / photography domenico palma, angelo silvio vasta montaggio / film editing domenico palma musica / music schumann, debussy
Ritratto nell'intimità del proprio studio, pochi mesi prima della sua scomparsa nel marzo 2023, Piero Gilardi racconta dettagli della sua vita e del suo lavoro, facendo luce sul suo ruolo di ponte negli anni Settanta tra la scena artistica americana e quella italiana. Le sue opere in poliuretano espanso riproducono fedelmente scenari naturali come il letto di un fiume, una spiaggia ghiaiosa, un orto, un giardino o un sottobosco. Il suo lavoro è allo stesso tempo ironico e critico verso l’intervento dell’uomo che ha trasformato la natura in una realtà asettica e artificiale. Il documentario è stato girato in occasione della mostra Gilardi: Tappeto-Natura, presso Magazzino Italian Art di Cold Spring, New York ed è arrichito da interviste con la curatrice Elena Re e con il direttore Vittorio Calabrese.
Portrait in the intimacy of his own studio, a few months before his passing in March 2023, Piero Gilardi reveals details about his life and work, shedding light on his role as a bridge between the American artistic scene and the Italian scene of the 1970s. His polyurethane foam works faithfully reproduce natural settings such as a riverbed, a gravel beach, a vegetable garden, a garden, or undergrowth. His work is simultaneously ironic and critical of human intervention that has transformed nature into a sterile and artificial reality. The documentary was filmed on the occasion of the exhibition Gilardi: Nature Carpet, at Magazzino Italian Art in Cold Spring, New York, and is enriched by interviews with curator Elena Re and director Vittorio Calabrese.
Domenico Palma (Ostuni, 1978) è regista e docente di Storia dell'arte e Storia del cinema. È specializzato nella produzione di film e documentari sull’arte contemporanea. Il suo lavoro si propone di documentare e narrare le diverse dimensioni delle pratiche e delle sperimentazioni degli artisti
contemporanei. Nei suoi film ha documentato il lavoro e le mostre di artisti come Josef Albers, Pawel Althamer, Carl Andre, Francesco Arena, John Armleder, Alberto Giacometti, Michelangelo Pistoletto, Francesco Vezzoli e molti altri. Ha collaborato con numerose istituzioni in Italia e all'estero.
produzione / production magazzino italian art
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Guerrilla Girls - Art21 Stati Uniti, 2023, 17’, inglese
Fin dal 1985 le artiste attiviste anonime del collettivo Guerrilla Girls scendono in strada vestite di nero, con i volti coperti da grandi maschere da gorilla per coinvolgere il pubblico nella loro battaglia contro la discriminazione di genere e di razza nel mondo dell'arte. "Frida Kahlo" e "Kathe Kollwitz" sono gli pseudonimi adottati da due delle artiste mentre agiscono come Guerrilla Girls. Ripercorrendo la loro storia, questo film esplora la rilevanza e l'impatto della loro lotta per l'uguaglianza.
Since 1985, the anonymous collective of women artists-activists Guerrilla Girls have taken to the streets dressed in black, with their faces concealed behind large gorilla masks, engaging the public in their battle against the gender and racial discrimination in the art world. "Frida Kahlo" and "Kathe Kollwitz" are the pseudonyms adopted by two of the members when they operate as Guerrilla Girls. Tracing their history, this film explores the relevance and impact of their fight for equality.
Malika Zouhali-Worrall è una regista e montatrice britannico-marocchina e vive a New York. Nel 2012 ha codiretto con Katherine Fairfax Wright il documentario vincitore del Teddy Award Call Me Kuchu, sull'attivista ugandese David Kato; nel 2015, con David Osit ha realizzato Games You Can't Win e
Thank You for Playing, premiato con un Emmy Award come ‘Oustanding Arts and Culture Documentary’. Ha diretto inoltre i cortometraggi Strange Grace: The Art of Amyra Léon e Video Visit, e montato il documentario Through The Night diretto da Loira Limbal e segnalato dal Guardian come uno dei migliori documentari del 2020.
regia / direction malika zouhali-worrall fotografia / photography naiti gámez montaggio / film editing steven j. golliday musica / music andrew orkin suono / sound emily strong produzione / production Art21, danielle varga
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Hank Willis Thomas esplora il modo in cui la società americana mercifica l’identità maschile nera. Le sue opere che spaziano tra fotografia, scultura e installazioni, riflettono sulle logiche di oppressione e sulla giustizia sociale. Questo cortometraggio lo segue mentre lavora a The Embrace (2023), un memoriale pubblico per Martin Luther King e sua moglie installato nel parco Boston Common.
Hank Willis Thomas explores how American society commodifies black male identity. His works, spanning photography, sculpture, and installations, reflect on the mechanisms of oppression and social justice. This short film follows him as he works on "The Embrace" (2023), a public memorial for Martin Luther King and his wife installed in Boston Common Park.
Malika Zouhali-Worrall è una regista e montatrice britannico-marocchina e vive a New York. Nel 2012 ha codiretto con Katherine Fairfax Wright il documentario vincitore del Teddy Award Call Me Kuchu, sull'attivista ugandese David Kato; nel 2015, con David Osit ha realizzato Games You Can't Win e
Thank You for Playing, premiato con un Emmy Award come ‘Oustanding Arts and Culture Documentary’. Ha diretto inoltre i cortometraggi Strange Grace: The Art of Amyra Léon e Video Visit, e montato il documentario Through The Night diretto da Loira Limbal e segnalato dal Guardian come uno dei migliori documentari del 2020.
Hank Willis Thomas - Art21 Stati Uniti, 2023, 14’, inglese regia / direction malika zouhali-worrall fotografia / photography naiti gámez montaggio / film editing steven j. golliday musica / music andrew orkin suono / sound la’ron cooper, damon karys, taylor roy, emily strong produzione / production art21, danielle varga
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© Denise Colomb
Nicolas de Staël, la peinture à vif Francia, 2023, 52’, francese regia / direction françois lévy-kuentz autori / authors françois lévy-kuentz, stéphane lambert, stéphan lévy-kuentz
Considerato oggi uno dei più grandi pittori francesi del dopoguerra, Nicolas de Staël, nato a San Pietroburgo nel 1914, ha dato alla sua breve vita una dimensione sacrificale, spingendo sempre più lontano la sua ricerca artistica. Creatore instancabile, avventuriero nomade e amante appassionato, questo genio tormentato si è impegnato in un intenso corpo a corpo quotidiano con la pittura, fino al suicidio nel 1955, all'età di 41 anni. Concentrandosi sul suo ultimo anno di vita ad Antibes, il regista utilizza la ricca corrispondenza del pittore per esplorare la sua personalità e far sentire la sua voce. Testimonianze audio di amici e parenti stretti, filmati d'archivio e riprese di luoghi emblematici, danno vita a un ritratto intimo dell'artista.
Considered today one of the greatest French painters of the post-war period, Nicolas de Staël, born in St. Petersburg in 1914, gave his short life a sacrificial dimension, pushing his artistic research ever further. A tireless creator, nomadic adventurer and passionate lover, this tormented genius engaged in intense daily hand-to-hand combat with painting until his suicide at the age of 41 in 1955. Focusing on the de Staël’s last year of life in Antibes, director uses the painter's extensive correspondence to explore his psyche and make his voice heard. Audio testimonies from close friends and relatives, archival footage and footage of emblematic locations create an intimate portrait of the artist.
François Lévy-Kuentz è scrittore e regista. Nel 1989 ha realizzato il suo primo film Man Ray, 2bis rue Férou. Ha lavorato a diverse trasmissioni culturali, tra cui Ramdam, Le Cercle de minuit, Rapptout, e diretto e prodotto per quattro anni Aux Arts etcætera, un programma di Paris Première dedicato alle arti visive. Per Arte ha realizzato diversi ritratti di registi, tra i quali Jean Painlevé, Rainer W. Fassbinder e Luis Buñuel. Da oltre venticinque anni dedica
la maggior parte del suo lavoro ai film sull'arte, con monografie su artisti come Pascin, Marc Chagall, Man Ray, Yves Klein, Salvador Dalí, Piet Mondrian, Alexander Calder, oltre a film sui movimenti artistici: Le scandale impressionniste; Quand l’art prend le pouvoir; La face cachée de l’art américain; Le poète et le boxeur; Un été à la Garoupe; Maya dans l’oeil de Pablo, 2022; Belmondo, l’incorrigible, 2022.
fotografia / photography olivier raffet montaggio / film editing christine marier musica / music hiroki ishikura produzione / production temps noir / ARTE france
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Painting, Smoking, Eating The Painter Philip Guston Germania, 2023, 53’, inglese regia / direction marion kollbach fotografia / photography christoph valentien montaggio / film editing barbara gies musica / music christoph m. kaiser & julian maas suono / sound andrea schmidt produzione / production 3B-produktion
Philip Guston (1913–1980) era figlio di immigrati ebrei provenienti da Odessa. Dopo essersi affermato come uno dei più eminenti rappresentanti dell’espressionismo astratto americano insieme a Mark Rothko e al suo amico d'infanzia Jackson Pollock, si avvicina alla pittura figurativa e, alla fine degli anni Sessanta, sconcerta il mondo dell'arte con i suoi dipinti fumettistici di figure incappucciate, simboli del male e del razzismo. Il suo lavoro continua a suscitare dibattiti come nel 2020 quando, alla luce dell'omicidio di George Floyd e del movimento Black Lives Matter, quattro rinomati musei hanno rinviato la sua grande retrospettiva temendo proteste di massa contro i suoi dipinti. Il film esplora il suo ritiro dal mondo dell'arte newyorkese facendoci entrare nel suo studio e nella sua casa a Woodstock accompagnati da sua figlia Musa Mayer.
Philip Guston (1913–1980) was the son of Jewish immigrants from Odessa. After having established himself as one of the most eminent representatives of American Abstract Expressionism, together with Mark Rothko and his childhood friend Jackson Pollock, he gravitated toward figurative painting and, in the late 1960s, bewildered the art world with his comic paintings depicting hooded figures, symbols of evil and everyday racism. Even today, his work provokes debates, most recently in 2020, when in the aftermath of George Floyd's murder and the Black Lives Matter movement, four renowned museums postponed his major international retrospective fearing mass protests against his paintings. The film explores his withdrawal from the New York world of art, as we are ushered into his studio and home in Woodstock accompanied by his daughter Musa Mayer.
Marion Kollbach lavora come regista e autrice freelance dal 1992. Ha studiato letteratura, storia dell'arte e cinema a Colonia e Berlino dove vive e gestisce uno spazio presso la Theater Volksbühne. Ha scritto e diretto numerosi film tra cui: The Life of The Artwork, 2018; Growing Older
and Other Trifles (con Angela Scheele), 2014; Five Days with Jonathan Franzen, 2012; Louis Begley - Geschichten und Gesetze, 2010; The Spiritual Heaven – Sils Maria and the Waldhaus, 2009; Dance for Your Life – Royston Maldoom (con Angela Sheele), 2008. 31
© RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) / Adrien Didierjean / © Droits réservés
© BnF, Dist. RMN-Grand Palais / image BnF / © Droits réservés
Picasso sans légende Francia, 2023, 52’ francese, spagnolo regia / direction manuelle blanc fotografia / photography julien pamart montaggio / film editing agathe cauvin, muriel breton musica / music stéphanie blanc, jérôme levatois suono / sound sylvain delecroix, antoine rodet produzione / production folamour productions
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A cinquant'anni dalla sua morte, Picasso rimane ancora un’icona. Il suo nome, sinonimo della rivoluzione dell'arte moderna del XX secolo, è conosciuto in tutto il mondo, tuttavia la sua leggenda ha richiesto tempo per costruirsi. Prima della Seconda guerra mondiale la sua reputazione come maestro del cubismo era limitata al mondo dell'arte e ai collezionisti, ma alla fine della sua vita le sue opere erano esposte in ogni continente e l'artista era diventato immensamente famoso. Profondamente colpito dalla Guerra civile spagnola, rimase a Parigi durante l'Occupazione, senza compromettersi. Dopo la Liberazione, aderì al Partito comunista francese acquisendo lo status di resistente e persino di eroe e disseminò strategicamente i suoi quadri in tutto il paese, spesso tramite donazioni, a musei, giornali e istituzioni culturali.
Fifty years after his death, Picasso remains a sacred monster. His name, synonymous with the revolution of 20th century modern art, is known the world over, however his legend was not built overnight. Before the Second World War, his reputation as a master of cubism had been limited to the art world and collectors, but by the end of his life his works were on exhibition on every continent and the artist had become immensely famous. The Spanish Civil War had heightened his awareness; thus, he chose to remain in Paris during the Occupation managing not to compromise himself. Following the Liberation, he joined the French Communist Party and was recognized as having been a “resistance artist” and even a hero. He then strategically disseminated – frequently donated – his paintings throughout the country to museums, newspapers, and cultural institutions.
I documentari di Manuelle Blanc riflettono il desiderio di catturare la creazione in tutti i suoi aspetti: il processo creativo di uno spettacolo teatrale, il lavoro dei coreografi, il ruolo delle donne nella storia dell'arte a cui ha dedicato film come À la force du pinceau - Objectif femmes. Nel 2017 ha ritratto il regista
Ingmar Bergman attraverso il suo iconico film Persona. Nel 2019 per Folamour ha diretto il documentario 36'000 ans d’art moderne che approfondisce il fascino dell'arte preistorica sugli artisti moderni e contemporanei. Nel 2020, Once Upon a Time… The Square, seguito l'anno successivo da Once Upon a Time… 120 BPM.
Quand l’art sème en forêt Francia, 2022, 52’, francese regia / direction olivier comte fotografia / photography damien faure, virginie kahn, eric ebstein
Situata nel cuore della regione della Mosa, l'associazione culturale Vent des forêts ospita un centinaio di opere di artisti internazionali distribuite su 45 chilometri di sentieri forestali. Il film ripercorre quest'avventura iniziata nel 1997 come un improbabile incontro tra due mondi completamente diversi: la vita rurale e l'arte contemporanea. Gli artisti, ospitati nelle case degli abitanti del posto, lavorano con gli artigiani locali. Questo esperimento collettivo, unico in Francia, si è concretizzato recentemente in un centro nazionale per l'arte contemporanea che permette agli artisti di dialogare con un patrimonio unico: la foresta.
Located in the heart of the Meuse region, the Vent des forêts cultural association is home to a hundred works by international artists spread over 45 kilometers of forest trails. Olivier Comte’s film retraces this adventure, which began in 1997, an unlikely encounter between two worlds that everything opposes: rurality and contemporary art. The artists, hosted in the homes of local residents, work with local artisans. This collective experience, unique in France, has recently become a center of contemporary art of national interest, allowing artists to dialogue with a unique heritage: the forest.
Olivier Comte, formatosi all’École Louis Lumière di Parigi, lavora per oltre dieci anni come cameraman prima di assumere un incarico presso la scuola di paesaggio di Versailles. Percorre a piedi la strada tra Parigi e Orléans per realizzare un primo documentario sui paesaggi delle periferie e i suoi abitanti. Per un anno frequenta una delle ultime fonderie d'arte della regione parigina, per seguire la realizzazione della
scultura L'uccello di bronzo dell'artista Frans Krajcberg, impegnato nella lotta contro la deforestazione in Amazzonia. Tra i suoi film ricordiamo Paris-Orléans, carnet de voyage d’un banlieusard, 2005; L’oiseau de bronze, 2007; L’Odyssée Polynésienne, 2010; Gilles Clément, le Jardin en mouvement, 2017; Un monde de cabanes, 2017.
montaggio / film editing damien faure musica / music pierre estève suono / sound damien faure, virginie kahn, eric ebstein produzione / production APRES production
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Tauba Auerbach - Art21 Stati Uniti, 2023, 14’, inglese regia / direction malika zouhali-worrall fotografia / photography naiti gámez
Il lavoro di Tauba Auerbach spazia dalla pittura alla tessitura, dalla lavorazione del vetro alla fotografia, dalla stampa 3D alla creazione di libri, al design di strumenti musicali ed esplora le possibilità poetiche di strutture e sistemi complessi. Tra i suoi progetti più significativi figurano Auerglass Organ (2009), un organo a pompa per due persone creato insieme alla cantante Cameron Mesirow nota come Glasser, e Flow Separation (2018), per il quale l'artista ha dipinto l’intera superficie di una storica imbarcazione dei vigili del fuoco di New York ispirandosi alle tecniche di mimetizzazione e ai modelli fluidi prodotti dalla scia dell’imbarcazione.
Tauba Auerbach's work ranges from painting to weaving, from glassmaking to photography, from 3D printing to book creation, from drawing to musical instrument design, exploring the poetic possibilities of structures and complex systems. Their most significant projects include Auerglass Organ (2009), a twoperson pump organ created together with musician Cameron Mesirow known as Glasser, and Flow Separation (2018), for which the artist painted the entire surface of a historic New York City fire department boat inspired by camouflage techniques and the fluid patterns produced by the boat's wake.
Malika Zouhali-Worrall è una regista e montatrice britannico-marocchina e vive a New York. Nel 2012 ha co-diretto con Katherine Fairfax Wright il documentario vincitore del Teddy Award Call Me Kuchu, sull'attivista ugandese David Kato; nel 2015, con David Osit, realizza Games You Can't Win e Thank You for Playing, premiato
con un Emmy Award come ‘Oustanding Arts and Culture Documentary’. Ha diretto inoltre i cortometraggi Strange Grace: The Art of Amyra Léon e Video Visit, e montato il documentario Through The Night diretto da Loira Limbal e segnalato dal Guardian come uno dei migliori documentari del 2020.
montaggio / film editing steven j. golliday musica / music andrew orkin suono / sound jim taylor roy produzione / production Art21, danielle varga
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© David Wesemann
Thomas Schütte. I am not alone Germania, 2023, 94’, inglese regia / direction corinna belz
Da oltre 40 anni Thomas Schütte realizza opere sorprendenti utilizzando materiali vari come carta, argilla, vetro o bronzo. Il film mostra tutte le fasi di realizzazione di una sua scultura alta tre metri rappresentante una sirena. Questa creatura enigmatica, chiamata Nixe, nasce dalla collaborazione di Schütte con diverse officine, attraverso un complesso lavoro di squadra in cui ognuno contribuisce con le proprie conoscenze, alcune delle quali vecchie di secoli. Un gioco affascinante con materiali, idee e forme diverse. Seguiamo l’artista nel suo processo creativo, mentre riflette, ripensa e commenta il mondo racchiuso nelle sue opere.
For over 40 years Thomas Schütte has been creating astonishing works using paper, clay, glass or bronze. The film shows the creation of a three-metre high sculpture: a mermaid, placed in a New York gallery. This enigmatic creature, called Nixe, came into being as a result of Schütte's collaboration with various workshops, through complex teamwork in which everyone contributes their own knowledge, some of which is centuries old. A fascinating game with various materials, ideas and forms. In the middle of it all the artist thoughtful and always ready to rethink and comment the world embodied in his works.
Corinna Belz vive a tra Colonia e Berlino. Ha scritto e diretto numerose produzioni cinematografiche. Ha ricevuto premi prestigiosi come il World Media Gold Award – Art Documentaries per The Köln Cathedral Window (2007), suo primo film sull'opera di Gerhard Richter e il massimo riconoscimento del cinema tedesco, il German Film Prize in Gold,
per Gerhard Richter Painting (2011). Una nuova collaborazione con Gerhard Richter è iniziata nel 2017 per il film Moving Picture (946-3) per il quale Steve Reich ha scritto una composizione. La performance fu eseguita per la prima volta nel 2019 al centro culturale The Shed di New York sotto il titolo Reich/Richter. Nel 2021 ha realizzato iI documentario Inside the Uffizi.
fotografia / photography david wesemann, jule katinka cramer, thomas riedelsheimer, hajo schomerus montaggio / film editing rudi heinen musica / music christoph m. kaiser & julian maas suono / sound corinna belz, andreas hildebrandt produzione / production corinna belz filmproduktion, ZDF / ARTE
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architettura
LOT-EK Drivelines Studios, Johannesburg © Ilan Godfrey
Ask the Sand Italia, 2023, 67’, italiano, inglese regia / direction vittorio bongiorno
Il film è il viaggio di un padre e un figlio alla ricerca della città-utopia di Arcosanti, la città del futuro costruita nel 1970 nel deserto dell’Arizona dall’architetto italiano Paolo Soleri (1919-2013), allievo di Frank Lloyd Wright. Un viaggio, accompagnato dalla colonna sonora di Calexico, Naim Amor & John Convertino e Joachim Cooder, che è anche il regalo di compleanno a un figlio che diventa uomo. Soleri viene raccontato attraverso gli occhi puri di un aspirante architetto con le antenne apertissime verso quello che accade nel mondo e verso ciò che ognuno di noi può fare per contribuire a migliorarlo.
The film is the journey of a father and son in search of the utopian city of Arcosanti, the city of the future built in 1970 in the Arizona desert by Italian architect Paolo Soleri (19192013), a student of Frank Lloyd Wright. A journey, accompanied by the soundtrack by Calexico, Naim Amor & John Convertino, and Joachim Cooder, which is also a birthday gift to a son coming of age. Soleri is portrayed through the fresh eyes of an aspiring architect with antennas tuned to what is happening in the world and to what each of us can do to contribute to making it better.
Vittorio Bongiorno è uno scrittore, musicista e regista nato a Palermo nel 1973. Il suo romanzo di formazione, Il bravo figlio (Rizzoli, 2006), è stato lodato da una lusinghiera recensione di Fernanda Pivano sul Corriere della Sera. Nel 2011 pubblica il romanzo Il Duka in Sicilia (Einaudi Stile libero, 2011) e City blues:
Los Angeles, Berlino, Detroit - Musica, persone, storie (EDT, 2016). Ha scritto e diretto i documentari: Buia era la notte (2010); Zucchero: Nudo e crudo (Naked & raw) (2017); Greetings from Austin (2018); Songs with other strangers (2019) e 4EST Suite (2021). Vive a Bologna e collabora con il quotidiano Il Foglio.
fotografia / photography nicola cavalazzi montaggio / film editing angelica gentilini musica / music giulio bongiorno, vittorio bongiorno, naim amor & john convertino, joachim cooder suono / sound pedro lombardi suzzi, maría luz gonzález ríos produzione / production sonne film, milk korowa film
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Il padiglione sull’acqua Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, 2023, 77’, italiano, giapponese regia / direction stefano croci, silvia siberini fotografia / photography daniel graf brohwan, stefano croci montaggio / film editing paolo cottignola, carlotta guaraldo musica / music paolo aralla suono / sound pedro lombardi suzzi, maría luz gonzález ríos, jacopo bonora produzione / production caucaso factory, freetowork, pop homage
Il documentario ci conduce in un viaggio nell'immaginario dell'architetto veneziano Carlo Scarpa e nella sua profonda passione per la cultura giapponese. Il Giappone fu una sorgente inesauribile di ispirazione ma anche il luogo della sua morte avvenuta nel 1978, quando si trovava all'apice della sua carriera. Attraverso le suggestioni del filosofo giapponese Ryosuke Ōhashi, la narrazione si sviluppa attorno alla domanda sul significato della bellezza, accostando le opere di Scarpa all'estetica tradizionale giapponese. Grazie alle testimonianze di suo figlio Tobia, degli allievi Guido Pietropoli, Giovanni Soccol, Guido Guidi e del ricercatore J.K. Mauro Pierconti, riviviamo momenti emblematici della sua vita, a partire dall’amata Venezia, sua città natale.
The documentary takes us on a journey into the imagination of the Venetian architect Carlo Scarpa and his intense passion for Japanese culture. Japan was not only an endless source of inspiration for Scarpa but also the place of his death in 1978, when he was at the peak of his career. Through the insights provided by the Japanese philosopher Ryosuke Ōhashi, the narrative revolves around the fundamental question of the meaning of beauty, juxtaposing Scarpa's works with traditional Japanese aesthetics. Thanks to the testimonies of his son Tobia, and students Guido Pietropoli, Giovanni Soccol, and Guido Guidi, as well as researcher J.K. Mauro Pierconti, we relive emblematic moments of his life, starting from his beloved hometown of Venice.
Stefano Croci (1984) si laurea in Storia dell’Arte specializzandosi in Filosofia Teoretica. Si concentra dapprima sulla composizione musicale per poi dedicarsi alla produzione di documentari e di videoarte fondando la casa di produzione Caucaso. Lavora come regista, produttore e direttore della fotografia, in produzioni presentate nei maggiori festival internazionali, cinema, emittenti televisive, musei e accademie.
Silvia Siberini (1980) si laurea in Filosofia e Storia e in Culture e Civiltà Orientali. Specializzata in lingua giapponese, lavora e approfondisce gli studi in filosofia comparata in America Latina, India e Giappone. Ha collaborato con artisti italiani nel campo delle arti visive (pitture murali, fotografia, documentari, editoria) e si è occupata di produzione e di distribuzione di animazioni. Ha preso parte a numerosi progetti culturali in ambito filosofico. 39
The Mies van der Rohes Svizzera, 2023, 81’, inglese, tedesco regia / direction sabine gisiger fotografia / photography helena vagnières, christine munz montaggio / film editing barbara weber musica / music balz bachmann suono / sound peter bräker
Un'affascinante storia familiare raccontata dalle donne che gravitarono attorno all'architetto Ludvig Mies van der Rohe (1886 – 1969): sua moglie Ada, le sue figlie Georgia, Manna e Traudel e la sua amante Lilly Reich. Mescolando documentario e finzione con documenti inediti e straordinarie foto d'archivio, il film esplora l'universo artistico e umano del grande architetto e designer tedesco. Un'intervista immaginaria con Georgia van der Rohe - interpretata dalla grande attrice Katharina Thalbach abbraccia l'arco drammatico della storia delle donne attorno a Mies che, quando fuggì negli Stati Uniti nel 1938, dovettero affrontare da sola il nazismo. La vita di Van der Rohe viene ricostruita partendo dal libro della figlia ballerina e poi attraverso una raffinata architettura cinematografica.
A fascinating family story told by the women who gravitated around the architect Ludvig Mies van der Rohe (1886 – 1969): his wife Ada, his daughters Georgia, Manna and Traudel and his lover Lilly Reich. Mixing documentary and fiction with unpublished documents and extraordinary archive photos, the film explores the artistic universe of the great German architect and designer. A fictional interview with Georgia van der Rohe - played by the great actress Katharina Thalbach - embraces the dramatic arc of the story of the women around Mies who, when he fled to the United States in 1938, had to face Nazism alone. Van der Rohe's life is reconstructed starting from his dancer daughter's book and then through a refined cinematic architecture.
Nata nel 1959 a Zurigo, Sabine Gisiger ha studiato storia a Zurigo e Pisa. Ha lavorato come reporter per la Televisione Svizzera e dal 1988 realizza documentari come regista freelance. Tra i suoi film ricordiamo: Do It (2000), che ha ricevuto il Premio del cinema
svizzero come migliore documentario; Gambit (2005); Yalom’s Cure (2014); Welcome to Switzerland (2017). Attualmente è docente di cinema presso l'Università delle Arti di Zurigo.
produzione / production swiss film distribuzione / distribution wanted cinema
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© Five Seasons
We Start with the Things We Find Stati Uniti, 2023, 81’, inglese, italiano
LOT-EK è uno degli Studi di architettura più visionari e apprezzati degli Stati Uniti. Fondato dagli architetti napoletani Ada Tolla e Giuseppe Lignano, da oltre trent’anni crea spazi architettonici e artistici unici riutilizzando vecchi container navali e altri materiali di scarto della nostra economia industrializzata. Grazie alla loro ricerca creativa, sono stati dei precursori del riutilizzo adattivo e della costruzione ecologica. Questo documentario è una lunga indagine sulla loro pratica provocatoria e una ricetta contro i mali di una società iper-consumistica.
LOT-EK, founded by Neapolitan architects Ada Tolla and Giuseppe Lignano, is among the most visionary and esteemed architecture studios of the United States. For over 30 years, they have been creating unique architectural and artistic spaces by repurposing shipping containers and other waste materials of our industrialized economy. As a result of their creative exploration, they have pioneered adaptive reuse and ecological construction. This documentary is a feature-length examination of their provocative practice and a recipe against the evils of our hyper consumeristic society.
Thomas Piper è un regista statunitense specializzato nel documentario d'arte e di architettura. Ha diretto, fotografato e/o montato oltre 25 film su pittori, scultori, fotografi, architetti e scrittori. Tra questi ricordiamo: Ellsworth Kelly: Fragments, 2008; Art, Architecture and Innovation: Celebrating the Guggenheim Museum, un documentario che celebra il 50° anniversario del museo di Frank Lloyd
Wright, 2009; Diller Scofidio + Renfro: Reimagining Lincoln Center and the High Line, 2012; Five Seasons: The Gardens of Piet Oudolf, 2018. Ha ripreso gli artisti Julie Mehretu, Sol LeWitt, Kiki Smith, Alex Katz, Vija Celmins; gli architetti Peter Eisenman, Steven Holl, Jean Nouvel, Thom Mayne, Jeanne Gang; lo scrittore James Salter e lo storico dell'arte Vincent Scully. Ha vinto numerosi premi.
regia / direction thomas piper fotografia / photography thomas piper montaggio / film editing inés vogelfang musica / music charles gansa suono / sound bill donnelly produzione / production five seasons media
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fotografia
Steve McCurry Fishermen at Weligama, Sri Lanka, 1995
Dora Maar, a pesar de Picasso Spagna, 2014, 56’, spagnolo, italiano, francese
Questo documentario restituisce nuova luce alla figura di Dora Maar rivendicando la sua autonomia artistica rispetto alla preponderante presenza di Picasso al quale fu legata in una lunga e tormentata relazione amorosa tra il 1936 e il 1946. Nel corso di un'intervista dettagliata, Victoria Combalía, curatrice della mostra tenutasi a Palazzo Fortuny a Venezia nel 2014 e biografa di Dora Maar, ripercorre la sua vita e il suo lavoro nel contesto artistico del Surrealismo e della fotografia degli anni Trenta in Francia. Il racconto è arricchito dalle testimonianze di altre persone legate all'arte d'avanguardia che la conoscevano bene.
This documentary sheds new light on the figure of Dora Maar by establishing her artistic autonomy from the overwhelming presence of Picasso to whom she was linked in a long and troubled love affair between 1936 and 1946. In an in-depth interview, Victoria Combalía, curator of the exhibition held at Palazzo Fortuny in Venice in 2014 and biographer of Dora Maar, trace her life and work in the artistic context of Surrealism and photography in 1930s France. The account is embellished by the testimonies of other people connected with avant-garde art who knew Dora well.
Alejandro Lasala nasce a Barcellona nel 1969. Ha iniziato presso la Televisió de Catalunya come assistente alla regia all'età di 22 anni. Dopo aver lavorato alla Radiotelevisió Valenciana, nel 2006 torna a Barcellona e fonda la società di produzione audiovisiva Vicia, Video de Valencia che produce la maggior parte dei suoi documentari e lavori pubblicitari. Realizza prevalentemente filmati sull’arte.
Victoria Combalía Dexeus è storica e critica d'arte. È autrice di numerosi libri e articoli specialistici, tra cui: Dora Maar. Oltre Picasso (2013); Muse, mecenati e amanti. Donne intorno al Surrealismo (2016); Amazzoni con il pennello (ristampa, 2020). I suoi articoli sull'arte sono stati raccolti in due volumi: Comprendere l’arte moderna: Movimenti e Comprendere l'arte moderna: Artisti, Random House Mondadori (2003). Ha organizzato oltre cinquanta mostre.
regia / direction alejandro lasala, victoria combalía fotografia / photography salvatore anversa, tiziano casanova, dalmau alexandre, enric juste montaggio / film editing enric juste, pablo van damme musica / music charlotte machut, kevin macleod, gabe noel, gian paolo stuani, ginger tom, kai engel, marcel pequel, re-lab, música henchida y vacía, aufklarung suono / sound enric espinet (B.S.O.) produzione / production althea media S.L 44
Infinito. L’universo di Luigi Ghirri Italia, 2022, 73’, italiano regia / direction matteo parisini fotografia / photography luca nervegna montaggio / film editing matteo parisini musica / music simonluca laitempergher suono / sound mirko fabbri
Luigi Ghirri ha scritto con regolarità durante tutta la sua vita. La sua fotografia si riflette nella sua scrittura che è insieme affermazione poetica, argomentazione esistenziale, diario che interroga il presente. Partendo dai suoi scritti, il documentario ripercorre le tappe cruciali della sua vita. Un viaggio nei luoghi della provincia, uno studio di terre, acqua, colline, orizzonti infiniti; una ricerca sul suo lavoro fotografico concepito non in termini di singola immagine, ma come un alfabeto in cui ogni immagine esiste solo grazie alle altre. I compagni di questo viaggio sono gli artisti Franco Guerzoni e Davide Benati, lo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle, lo stampatore Arrigo Ghi, il fotografo Gianni Leone, il musicista Massimo Zamboni, e infine la famiglia che rappresentava per Ghirri il sentimento di appartenenza a una comunità ordinaria ma unita. Stefano Accorsi dà voce ai suoi testi.
Luigi Ghirri wrote at regular intervals throughout his life. His photography is reflected in his writing, which is at once a poetic statement, an existential argument, and a diary that ponders upon the present. Starting from his writings, the documentary chronicles the crucial stages of his life. It is a journey to various rural locations, a study of land, water, hills, infinite horizons; an exploration of his photographic work conceived not only in terms of a individual image, but rather as an alphabet in which each image exists only thanks to the others. The companions on this journey are artists Franco Guerzoni and Davide Benati, art historian Arturo Carlo Quintavalle, printer Arrigo Ghi, photographer Gianni Leone, musician Massimo Zamboni, and finally the family that, for Ghirri, embodied the feeling of belonging to an ordinary but united community. Stefano Accorsi lends his voice to Ghirri's texts.
Matteo Parisini (Bologna 1980), è autore, regista e montatore. Il suo percorso professionale comincia nel montaggio: ha al suo attivo 40 documentari destinati al mercato nazionale e internazionale, montati
per diverse società italiane. Dal 2013 lavora anche come autore e regista. Come autore, ha realizzato: L’isola; Il nostro paese; La mia virgola: Enzo Biagi alla scoperta del mondo.
produzione / production ladoc
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McCurry: la ricerca del colore Spagna, 2021, 92’, italiano regia / direction denis delestrac
Il primo lungometraggio intimo sulla lunga e tumultuosa carriera del fotoreporter Steve McCurry che ha trascorso oltre 40 anni viaggiando da solo per il mondo catturando istantanee che descrivono la complessità della vita umana. Interviste esclusive a familiari, amici, colleghi e al fotografo stesso svelano i retroscena di alcune delle fotografie più iconiche del XX secolo. Grazie a un accesso privilegiato al processo creativo del fotografo e a immagini inedite, scopriamo le vulnerabilità di McCurry e assistiamo al suo impegno in prima persona nel registrare ciò che definisce e unisce l'umanità.
The first intimate feature film about the long and tumultuous career of photojournalist Steve McCurry who spent over 40 years traveling alone around the world capturing snapshots that depict the complexity of human life. Exclusive interviews with family, friends, colleagues and the photographer himself bring to life the stories behind some of the most iconic photographs of the 20th century. With unique access to the photographer's creative process and never-before-seen images, we discover McCurry's vulnerabilities and his commitment to recording what defines and unites humanity.
Denis Delestrac nato in Francia nel 1968 e cresciuto in parte negli Stati Uniti, è conosciuto soprattutto per aver realizzato documentari su temi di grande attualità come Pax Americana, 2009; Sand Wars, 2013; Banking Nature, 2015 e Freightened, 2016. Ha vinto oltre quaranta premi internazionali tra cui il Panda d'oro, due
premi Greenpeace e il Canadian Academy Award. Ha diretto film presentati nei cinema e dalle televisioni in tutto il mondo. Nel maggio 2017, è stato invitato a far parte della European Film Academy lavorando, tra gli altri, al fianco di Wim Wenders, Paul Greengrass, Ridley Scott e Ken Loach per promuovere il cinema europeo nel mondo.
fotografia / photography jordi esgleas marroi montaggio / film editing guillermo cobo, luis de la madrid, david fairhead musica / music toni m. mir suono / sound benoît dame, catherine van der donckt produzione / production polar star films, intrepido films, steamroller media A.I.E.
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courtesy of Nan Goldin
Tutta la bellezza e il dolore Stati Uniti, 2022, 113’, inglese regia / direction laura poitras fotografia / photography nan goldin montaggio / film editing amy foote, joe bini, brian a. kates, A.C.E.
Il film, vincitore del Leone d’Oro alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia, racconta l’epopea umana e artistica di Nan Goldin, una delle più influenti fotografe contemporanee diventata attivista per la battaglia contro l'azienda farmaceutica Purdue della famiglia Sackler, ritenuta responsabile delle migliaia di morti per overdose di ossicodone negli Stati Uniti. Diapositive, fotografie, dialoghi intimi e filmati inediti delle azioni del gruppo P.A.I.N., fondato dall’artista per denunciare i Sackler, si intrecciano con le sue vicende biografiche. Seguiamo il suo percorso di vita tumultuoso e appassionante: dal difficile rapporto con i genitori al trauma per il suicidio della sorella Barbara, dalla fuga da casa alle difficoltà economiche, fino al successo nel mondo dell’arte.
The film, winner of the Golden Lion at the 79th Venice Film Festival, tells the human and artistic epic of Nan Goldin, one of the most influential contemporary photographers who became an activist in the battle against the Sackler family's pharmaceutical company Purdue, responsible for the thousands of oxyContin overdose deaths in the United States. Slides, photographs, intimate dialogues and unpublished footage of the actions of the P.A.I.N. group, founded by the artist to denounce the Sacklers, are intertwined with her biographical events. We follow her tumultuous and exciting life path: from the difficult relationship with her parents to the trauma of her sister Barbara's suicide, from running away from home to economic difficulties, up to success in the art world.
Laura Poitras è regista, produttrice e giornalista. Citizenfour, il terzo capitolo della sua trilogia, ha vinto l'Oscar per il Miglior documentario e numerosi altri premi. La prima parte della trilogia, My Country, My Country sull'occupazione statunitense dell'Iraq è stata candidata all'Oscar e la seconda parte, The Oath, incentrata su Guantanamo e la guerra
al terrorismo, a due Emmy Award. Il suo reportage sulla sorveglianza globale di massa della NSA ha vinto il premio Pulitzer 2014 per il servizio pubblico. Tra i suoi film ricordiamo inoltre: Risk su Julian Assange; Flag Wars; Project X; O'Say Can You See; Death of a Prisoner; The Progra; TripleChaser e Terror Contagion.
musica / music soundwalk collective produzione / production participant media, praxis films, HBO films distribuzione / distribution i wonder pictures
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Artecinema per il sociale
Talk con gli architetti Ada Tolla e Giuseppe Lignano di LOT-EK presso l'Ordine degli Architetti P.P.C. di Napoli e Provincia Talk with the architects Ada Tolla and Giuseppe Lignano of LOT-EK at the Ordine degli Architetti P.P.C. di Napoli e Provincia.
Proiezioni presso l'Università e il Liceo Artistico Suor Orsola Benincasa Screenings for students at Suor Orsola Benincasa University and High School.
Proiezioni per le scuole secondarie di Napoli e provincia presso l’Institut Français Napoli
Proiezioni presso il Liceo classico Vittorio Emanuele II - Garibaldi di Napoli
Screenings at the French Institute for secondary school students of the city and province of Naples.
Screenings for students at Vittorio Emanuele II - Garibaldi High School in Naples.
Proiezioni presso il Liceo Classico Statale Umberto I di Napoli Screenings for students at Umberto I High School in Naples.
28o festival internazionale di film sull’arte contemporanea napoli 2023
con il contributo di
artecinema.com
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acqua ufficiale della manifestazione
Finito di stampare nell’ottobre 2023 presso Officine Grafiche Francesco Giannini & figli S.p.A., Napoli