CARLO ALFANO
CARLO ALFANO
The work by Carlo Alfano (1932-1990) is centred on the representation of space and time and, more specifically, on the contradictory relationship between logic and perception in classical spatial representations. In the work entitled Stanza per voci, Archivio delle nominazioni (1968-1969) a metallic frame measuring 200 x 236 cm becomes the venue of a temporal representation: a magnetic audio tape placed across the empty space of a frame, marks the seconds, words and silences in 1 minute and 40 seconds long audiofragments which involve the spectator who is listening. The sound of voices, selfportraits and portraits of leading personalities, is emitted from two small slits in the frame thus filling and modelling the space in the room. The representation becomes oral fragments which are depicted through their temporality and the only remaining classical aspect of a painting is the exterior structure of an empty frame. The theme of the contradictory relationship between logic and perception is addressed in Distanze (delle distanze
dalla rappresentazione), 1969. A reassuring vanishing line drawn on the floor invites us to follow a certain perspective towards two canvases joined together and placed in the corner of the room. Upon approach, reducing our temporal and spatial distance from the painting, what awaits us is the illusiveness of the representation. In the works of Alfano duplicity is the underlying concept: double is never intended as a sum, but rather as a condition of ambiguity in which reality and its reflection are at play with everything vacillating between these two dimensions. The work’s reoccurring black space gives a visible form to the concept of depth with a human figure appearing on an unfathomable threshold. In Figure cycle the bodies are specularly split in two, are divided and are frequently viewed from behind in the act of crossing over a metaphorical threshold until dematerialising in densely coloured spaces of allenveloping grey, saturated blue.
Il lavoro di Carlo Alfano (1932-1990) è incentrato sulla rappresentazione dello spazio e del tempo e, nello specifico, sul rapporto contradditorio tra logica e percezione nella rappresentazione classica. L’opera Stanza per voci, Archivio delle nominazioni (1968-1969) è composta da una cornice vuota di 200 x 236 cm che ricorda la forma classica del quadro. La rappresentazione diviene frammento orale e sonoro che fluisce attraverso la temporalità dei secondi; i diversi frammenti sonori, scaturiti da un nastro magnetico, hanno una durata di 1 minuto e 40 secondi ciascuno e scorrono circolarmente attraversando lo spazio vuoto della cornice. In questo modo il temposuono delle voci - autoritratti e ritratti di personalità rappresentative del mondo dell’arte - riempie lo spazio della stanza. In Distanze (delle distanze dalla rappresentazione), 1969, le due tele disposte nell’angolo di una stanza invitano lo spettatore a seguire la linea sul pavimento, inducendolo a un inganno prospettico: un illusorio percorso verso
il punto di fuga che mette in discussione la classica definizione della prospettiva rinascimentale. Nel lavoro di Alfano la duplicità è un concetto fondamentale: il doppio non è mai inteso come somma, ma come condizione di ambiguità in cui giocano il reale e il suo riflesso. Lo spazio nero ricorrente nelle sue opere dà forma visibile al concetto di profondità e sulla soglia insondabile compare la figura umana. Nel ciclo Figure i corpi si sdoppiano specularmente, si dividono o sono spesso rappresentati di spalle nell’atto di varcare una metaforica soglia, fino a smaterializzarsi in spazi cromaticamente densi, grigi e blu saturi, che li avvolgono.
Stanza per voci, Archivio delle nominazioni, 1968-1969 (Photo: Archivio Mimmo Jodice)
Stanza per voci, Archivio delle nominazioni, 1968-1969 aluminium, magnetic tapes, sound, marble, 200 x 236 x 5 cm
Stanze per voci, Archivio delle nominazioni, 1968-1969 aluminum, magnetic tapes, marble, 55 x 10 x 4 cm
Stanza per voci, Archivio delle nominazioni, 1968-69 Autoritratto con Flavia, tape n. 0,2 magnetic tape
Distanze (Delle distanze dalla rappresentazione, 1969 acrylic on canvas, vashining line, two panels 150 x 200 cm
Frammenti di un autoritratto anonimo n.31, 1972 acrylic on canvas, 200 x 220 cm
Frammenti di un autoritratto anonimo n.69, 1973 acrylic on canvas, 200 x 220 cm
Frammenti di un autoritratto anonimo dal 393° al 201° secondo, 1974 graphite and acrylic on canvas, 149 x 200 cm
La pienezza dell’assenza, 2016 Studio Trisorio
Senza titolo (figura nera), 1985 graphite and acrylic on canvas, 204 x 156 cm
Senza titolo (figura blu), 1985 graphite and acrylic on canvas, 210 x 160,5 cm
Figura n. 1, 1984 graphite and acrylic on canvas, 200 x 220 cm
Rappresentazione n. 1, 1984 graphite, acrylic and film on canvas 222 x 173 cm
Rappresentazione n. 2, 1985 graphite, acrylic and film on canvas 222 x 173 cm
CARLO ALFANO
Carlo Alfano (1932-1990) was born and lived in Naples. Since the realization of his first works, he explored the temporal dimensions of representation. In this sense, one of his crucial works is Archivio delle nominazioni (1969-74) in which a metal frame becomes the venue of a simultaneously temporal, verbal and sound depiction: a magnetic band slashes the space and marks the seconds, words and moments of silence in the various self-portraits. Since the mid-Sixties, inspired by Caravaggio’s Vocazione di San Matteo and Narciso, Alfano was prompted to create two pictorial cycles which include paintings such as Dalla vocazione al giocatore (1977) and Eco (1976). During the decade between 1980-90, his exploration accentuated intimist, existential tones in profoundly lyrical works including Luce-grigio, presented at the 1982 Venice Biennale, and continued until one of his last works, Camera n. 1 (1987), which was subsequently donated to the Capodimonte National Museum in Naples. He is represented by Studio Trisorio where the exhibitions ASIMMETRIA (1988) and Carlo Alfano, La pienezza dell’assenza (2016) were held. In a joint effort with the Alfano Archives, in April of 2001 Studio Trisorio organized the Sulla Soglia exhibit at Castel dell’Ovo in Naples where works from public and private collections in Italy and from abroad were shown.
Carlo Alfano (19321990) è nato ed è vissuto a Napoli. Fin dalle sue prime opere ha esplorato la dimensione temporale della rappresentazione. Un’opera cruciale in tal senso è Archivio delle nominazioni (1969-74) in cui una cornice metallica diventa il luogo di una raffigurazione temporale, sonora e verbale insieme: un nastro magnetico fende lo spazio e scandisce i secondi, le parole e i silenzi dei diversi autoritratti. Dalla metà degli anni Settanta, ispirato dalle opere di Caravaggio, Vocazione di San Matteo e Narciso, Alfano ha dato vita a due cicli pittorici di cui fanno parte quadri come Dalla vocazione al giocatore (1977) e Eco (1976). Nel decennio 1980-90 la sua ricerca ha accentuato i toni intimistici ed esistenziali con lavori di profondo lirismo come Lucegrigio, presentata nel 1982 alla XL Biennale di Venezia, fino ad arrivare a una delle ultime opere, Camera n. 1 (1987), poi donata al Museo Nazionale di Capodimonte. È rappresentato dallo Studio Trisorio dove sono state presentate le mostre ASIMMETRIA (1988) e Carlo Alfano, La pienezza dell’assenza (2016). Nell’aprile del 2001 lo Studio Trisorio, in collaborazione con l’Archivio Alfano, ha organizzato negli spazi del Castel dell’Ovo di Napoli, la retrospettiva Sulla Soglia esponendo opere provenienti da collezioni pubbliche e private italiane ed estere.
CARLO ALFANO
Napoli, Riviera di Chiaia, 215 +39 081 414306 Napoli, Via Carlo Poerio, 110 +39 081 5276011 Capri, Via Vittorio Emanuele, 44 +39 081 8377001 info@studiotrisorio.com studiotrisorio.com