Viale Italia 34 - Mirandola (MO) Tel. 0535 25678 Aperto tutti i giorni da Martedi a Sabato Orario continuato dalle ore 9,00 alle 19,30
SPRING/SUMMER 2010
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Editoriale
P
rima o poi la lunga corsa di questo inverno formato “maxi” arriverà al capolinea e solo allora il freddo polare e le frequenti nevicate lasceranno spazio ai germogli di una nuova primavera. Personalmente, infatti, non sono un grande amante di questo periodo dell’anno, vuoi per il cielo costantemente grigio, che sembra avvolgere la nostra città, vuoi per il senso di immobilismo che sembra scaturire dal lento volgere delle giornate. In realtà dietro queste sensazioni si cela uno spirito diametralmente opposto. La voglia di rinascita, di rimettersi in gioco unita ad una ritrovata voglia di fare. Ma da dove nasce tutta questa voglia? Dare una risposta certa non è compito facile, ma credo che provenga prima di tutto da un generale sentimento di riscatto dopo un 2009 a dir poco difficile, quasi
a voler esorcizzare la paura, quasi a voler dire “il peggio è passato, rimbocchiamoci le maniche”. E’ con questo spirito che nasce questo nuovo numero di Style Up! C’è voglia di ripartire dalle basi e dalle fondamenta per costruire un progetto più grande, ma per fare questo ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti, anche del tuo!! Ebbene si, caro lettore, se fino a ieri ti sei limitato semplicemente a leggere e sfogliare Style Up!, da oggi potrai interagire con noi in tantissimi modi diversi; prima di tutto potrai essere il/la protagonista dei prossimi servizi fotografici pubblicati all’interno della rivista. Un’occasione fantastica per vivere una giornata a fianco di stylist/art director/fotografi moda/ make up artist…..ed essere tu la star! Style Up! wants you!!! Are you ready?! Buona lettura! Matteo Maatt M t eo Margini Margini
VIA EMILIA CENTRO 72 - 41100 MODENA - TEL/FAX 059 236055
EDITORE Keymedia Communication Via Mameli, 15 - 42100 RE Tel. 0522.320721 Fax 0522.286052 www.key-media.it DIRETTORE RESPONSABILE Matteo Margini matteo.margini@styleup.it
in copertina Moda: Military Look,
REDAZIONE Raffaella Calso raffaella.calso@styleup.it
bozzetto di Ramona Ferrarini
Barbara Iemmi barbara.iemmi@styleup.it Alessandro Benassi alessandro.benassi@styleup.it
Fashion Guru 26. Alviero Martini 1^CLASSE
CONTATTI DIRETTI Tel. 0522.320721 Fax 0522.286052 www.key-media.it
5. Editoriale 64. TRY TO FIND US Mappe 66. TRY TO FIND US Promozioni dedicate ai lettori
AUTORIZZAZIONE n. 1227 del 27 Maggio 2009 del Tribunale di Reggio Emilia
People
STAMPA Arbe Grafiche, Modena COPIA OMAGGIO Numero 3 - Anno 2 Marzo - Aprile - Maggio
30. Vincenzo Modesti 32. Cosimo Damato 38. Dj Nicola Zucchi 46. Fabrizio Casalino 56. Dany Fujiko
Focus On COPYRIGHT E’ espressamente vietata ogni riproduzione del Magazine in qualunque forma. Entra nella nostra community! Iscriviti al nostro gruppo STYLEup! Su Facebook! Foto, video e aggiornamenti su tutti i nostri eventi e iniziative in tempo reale!
8. Milano Moda Donna 16. London Fashion Week
Style 36. Jimi in jeans
Primavera/Estate 2010 20. Aria di Tendenze 22. Tempo di Shopping 24. International Made in Italyy
Beauty HANNO COLLABORATO Cosimo Damato, Antonella Memo, Fabrizio Casalino, Nicola Zucchi, Dany e Frenci Fujiko, Davide Rovvi, Willy, Davide Pietroforte, Rita Lodesani, Gloria Cavazzuti, Manuela Malerba, Federica Caramaschi, Pamela Govoni, Stefania Malavasi, Andrea Bosi, Alessandro Bulgarelli, Alessia Ronchetti, Paola Santini, Marcella Garuti, Roberto Fagandini, Patrizia Pinelli, Cristina Magnani, Piergiorgio Boni, Raffaele Bettelli.
42. Abbronzatura “UV-Free” 52. Benvenuta Primavera! 54. E’ Primavera, prenditi cura di te
Car 60. 60 anni di passione per i motori
Tribute 12. Good bye Alexander McQueen
What’s Up! 62. Modena Night Life
_FOCUS ON_MILANO MODA DONNA
MILANO MODA DONNA A/I 2010/11 Dal 24 febbraio al 1 marzo, le collezioni femminili dei protagonisti dell’universo fashion e del Made in Italy Con un’attesa senza precedenti da parte di media e pubblico, anche quest’anno la settimana milanese della moda ha illuminato la scena internazionale del fashion system. Dal 24 febbraio al 1 marzo, la madre di tutti i parterre ha presentato un calendario fittissimo di eventi, con una media di 18 presentazioni al giorno. Pur nella loro offerta ampia e diversificata per quanto riguarda le collezioni autunno/inverno 2010/11, i celebrati numi tutelari del Made in Italy hanno voluto rendere omaggio, ognuno a suo modo, alla medesima cosa: la bellezza femminile, esaltata in tutti i suoi aspetti. Sono donne che diventano sempre più affascinanti e piene di grinta, se “accompagnate” dall’abito adatto. Da sempre in anticipo sui tempi, le passerelle milanesi portano in scena le diverse anime della donna contemporanea: dolce e sensibile nella magliera di ogni forma e fattura; androgina e sportiva, se vestita di giacche o cappotti caban; sofisticata, quando abbina pellicce ecologiche e vintage all’abito da sera; spiritosa, se ricoperta di luccicanti paillettes; sexy ed aggressiva, quando indossa aderenti capi in pelle o strettissimi bustier, che ne sottolineano le forme. Questa è l’epoca in cui è la donna, a “non dover chiedere mai”.
Vip!
Un parterre di gran spessore soreperM per M Milano ilanoM il l M Moda od da Donna, che si conferma uno degli eventi più importanti del panorama internazionale. Ta n t i s s i me vecchie glorie della passerella e stelle del cinema. Così, mentre la sensuale Belen Rodriguez sfila per Les Copains, ad ammirare le collezioni di “leoni” come Cavalli o Armani ci sono Claudia Gerini, Afef, Elena Santarelli, Zoe Saldana (protagonista di “Avatar”) e Clive Owen (“Sin City”), i fotografi non danno
La nuova collezione Prada segna una svolta verso una concezione della seduzione classica e chic, senza troppi svolazzi, e con la treccia di maglia, vera, stampata sul razmir di seta o sulle calze, a fare da protagonista. Con la modernità dello scozzese rivisitato, con il jersey plastificato dove non mancano spunti degli anni ‘60, ‘70 e ’90, sempre firmati Prada. Certi giochi di tessuti proprio sui seni, certi balconcini messi così in rilievo ampliano i confini dell’immaginazione femminile. 8
Non c’è inverno senza dei caldi e morbidi maglioni di lana e Dolce e Gabbana, nella loro collezione firmata D&G, la consacrano quale materia regina, sensuale e romantica. Una maglia è ciò che tiene il corpo al caldo e lo fa stare a proprio agio anche nei più rigidi inverni. Quando è grossa, a trecce o con particolari lavorazioni, profuma d’amore. Ma c’è anche spazio al consueto charme e alla sensualità D&G, che abbina ricami nordici, fascianti al punto giusto, allo stivale/moon boot impellicciato. Per non parlare delle tute, dei body o delle giacche di tutti i tipi, una delle quali completamente ricoperta di gioielli in oro.
tregua ad Elisabetta Canalis, Courtney Love e Lindsay Lohan presenziano il party di Cavalli, nel quale si fanno vedere anche Morgan e Ronnie Wood dei Rolling Stones.
L’irruenza di una donna libera e forte, per Versace, sta nell’indossare con disinvoltura abiti mascolini, come il cappotto costruito in ogni particolare mixando diversi materiali (cachemire, pelle, camoscio), lungo fino alla caviglia, ma anche negli elementi biker inseriti in quasi ogni capo, come il cannetè stretch che diventa abito, le pelli specchiate come una cromatura per mini e borse. Ma la donna è anche leggiadra, rivestita di un morbido tutù che ricorda la Jane Fonda di Barbarella, una dea d’argento vestita di catenelle e pelle. È una donna innamorata della velocità e delle sfide, che non accetta le sottomissioni e vuole affermare la propria identità.
In passerella una donna libera e forte per Versace... 9
_FOCUS ON_MILANO MODA DONNA
Un ritorno alle origini, per Roberto Cavalli. Dopo il dietrofront dalle sue ultime ispirazioni minimaliste, ora è tornato a essere opulento, grandioso, esagerato com’è nella sua indole creativa. È stato anche un modo per iniziare a festeggiare i 40 anni di moda della maison. È una moda dalla concezione barocca, eccessiva nelle forme,virtuosistica nel design. Ad abbondanti abiti lunghi e ultraleggeri in tulle, ricamati a laser o dipinti a mano, seguono dei cappotti in broccato o con i montoni ricamati d’oro e pantaloni di chiffon doppiato. Roberto Cavalli dice con precisione agli sguardi ammirati sul parterre chi è la donna che lui preferisce vestire: una donna sofisticata, aggressiva, sexy, che non ha paura di osare.
La collezione Ferrè è all’insegna dell’industrial luxury, celebrativa della grande tradizione italiana del prét-à-porter, che trova la sua massima espressione in un abito in doppio satin riccamente costruito e finemente decorato. C’è un po’ di Bauhaus e d’orientalismo nelle lavorazioni ricercate e nei materiali di alta qualità. La pelle è intrecciata a mano, la lana è lavorata come in una gioielleria. Non manca la pelliccia (grande tendenza di stagione ovunque), addirittura di cincillà.
Milano Moda Uomo autunno/inverno 2011/2012 15-19 gennaio 2011 Milano Moda Donna primavera/estate 2011 22-29 settembre 2010
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Nuove collezioni Autunno/Inverno 2009/2010
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_TRIBUTE_ALEXANDER MCQUEEN
GOOD BYE
L’INTERO MONDO DELLA MODA PIANGE LO STILISTA BRITANNICO MORTO LO SCORSO 11 FEBBRAIO Il suo nome era Alexander McQueen, e lo sarà per sempre, nel cuore di tutti gli stilisti suoi colleghi, o degli appassionati di moda di tutto il mondo. La notizia della sua scomparsa, avvenuta l’11 febbraio nella sua casa londinese, è rimbalzata su Internet da un capo all’altro del globo. Da Twitter alle sfilate di New York, dai vertici di PPR, il gruppo che controlla il suo brand, alla base delle fashion victim e delle star che andavano in visibilio per i suoi capi. La London Fashion Week ha reso omaggio allo stilista scomparso con un grande muro virtuale collegato a 40 iPod Touch che ha visualizzato per tutta la durata dell’evento più di 2000 immagini per raccontare, con una tribute gallery, la sua carriera. L’istallazione è frutto della collaborazione tra On/Off , principale vetrina della London Fashion Week, e il sito di hosting fotografico ufficiale Catwalking. com, che ha messo a disposizione il suo intero database di sfilate per ripercorrere l’ascesa di 12
McQueen dai tempi in cui era direttore creativo di Givenchy fino all’ultima spettacolare sfilata Primavera/Estate 2010. Commosse le testimonianze che provengono dal mondo della moda. Anna Wintour, direttore di Vogue America, ne è stata informata mentre attendeva l’inizio della sfilata di Max Azria: senza rilasciare alcun commento, si è alzata dal suo posto e ha abbandonato lo show. Sul fronte italiano, Donatella Versace confessa: “La sua immaginazione non aveva limiti e la sua forte personalità , insieme alla sua geniale creatività, lo rendevano unico.
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_TRIBUTE_ALEXANDER MCQUEEN La moda ha perso un’icona ed io ho perso un amico a cui tenevo molto”. Sulla pagina di Twitter, nata per esprimere le condoglianze, anche oggi si moltiplicano i post di personaggi famosi e star. Tyra Banks, ex modella e presentatrice, scrive: ”Riposa in pace. Sono tristissima. La sua perdita è immensa. Era uno dei miei stilisti preferiti. Ci mancherà tantissimo”. Il cantante Boy George afferma: “Una notizia terribilmente triste. Era un genio. Riposi in pace”. Lo stilista Matthew Williamson digita: “Sono sotto shock e profondamente triste. Era un genio e il suo talento non era secondo a nessuno. In più, era una guida per tutto il fashion system. Ci mancherà tantissimo”. Scomparso l’uomo, il brand rimane, a testimoniare l’importanza del contributo creativo di quello che era, e rimarrà, uno degli enfant terrible della moda del Ventunesimo Secolo. In questo senso, anche la redazione di StyleUP! Moda ha deciso di dedicare queste pagine ad un rispettoso tributo in ricordo dello stilista scomparso.
BIOGRAPHY
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Nato nel 1969, da una famiglia di modeste origini, Alexander lascia la scuola all’età di 16 anni. Lavora nelle celebri sartorie londinesi di Savile Row e per i celebri costumisti teatrali Angels e Bermans. All’età di 20 anni, si trasferisce a Milano alla corte di Romeo Gigli. Nel 1992 ritorna a Londra per completare la propria formazione presso la Saint Martin’s School of Art. Nel 1996, il giovane talentuoso designer viene assunto come direttore creativo di Givenchy al posto di John Galliano. Rimarrà legato all’azienda francese fino al 2001. In questo periodo Alexander McQueen fa conoscere il proprio nome nella scena dell’alta moda con sfilate trasgressive e shockanti, al punto dal meritarsi uno strano soprannome: “l’hooligan della moda”. Un nomignolo forse datogli con toni irrisori, ma da lui adoperato come la bandiera di chi ha il coraggio delle proprie idee e combatte per realizzarle. In poco tempo, il suo genio creativo viene ampiamente riconosciuto e McQueen diventa l’enfant terrible del fashion system. Nel 1999,
a Londra, ha realizzato una sfilata provocatoria in cui comparivano la modella Aimee Mullins con protesi di legno finemente intagliato e degli automi industriali che spruzzavano vernice su abiti di cotone bianco. Dal 2001 lo stilista è entrato a far parte del gruppo fiorentino Gucci ed ha espanso la propria produzione aprendo nuove boutique a Londra, Milano e New York e lanciando sul mercato il profumo Kingdom. Nel corso della propria carriera, McQueen ha vinto il riconoscimento di “stilista inglese dell’anno” per quattro volte, dal 1996 al 2003, ed ha vinto il premio “stilista dell’anno” del consiglio Fashion Designer Awards nel 2003. Nel 2009, a parte l’assoluta originalità delle sue ultime collezioni, McQueen ha dato conferma del proprio estro creando le scarpe Armadillo, che Lady Gaga indossa nel suo recente video “Bad Romance”.
_FOCUSON_LFW A/I 10/11
LONDON FASHION WEEK DAL 19 AL 24 FEBBRAIO LA SETTIMANA DELLA MODA LONDINESE HA APERTO LA “STAGIONE CALDA” DEGLI EVENTI MONDANI INTERNAZIONALI Venerdi 19 febbraio, alle 9:30 di Greenwich, è cominciata l’edizione Autunno/Inverno della London Fashion Week, terminata Mercoledì 24. All’inaugurazione di questa edizione era presente la moglie del premier Gordon Brown, Sarah. Non è stata la “solita” settimana della moda, visto che è partita con un minuto di silenzio in memoria del compianto Alexander McQueen, scomparso di recente. Ad aprire le danze ci ha pensato Paul Costelloe, mentre nei giorni seguenti la passerella è stata testimone delle collezioni di altri “big” quali House of Holland, John Rocha, Matthew Williamson, Julien Mc Donald, Vivienne Westwood Red Label e Mulberry. La tendenza generale di questa London Fashion Week è stata a sostegno del vantaggioso connubio tra tradizione e innovazione. A partire da questa stagione, infatti, la settimana londinese ha disposto di un “calendario streaming”, nel quale gli utenti hanno avuto la possibilità di guardare alcune delle sfilate in diretta sul sito web 16
della manifestazione. La parte del leone l’ha fatta Burberry, martedì 23, ispirandosi ad “Avatar”: l’atelier britannico ha infatti presentato la linea Burberry Prorsum in una sfilata 3D, svoltasi al Chelsea College Art, ma proiettata in real time anche al pubblico di New York, Parigi, Delhi, Tokyo e Los Angeles. Non è mancato nemmeno qualche talento di casa nostra: sabato 20 hanno suscitato molto interesse e parecchi commenti positivi sia Daks (Filippo Scuffi) che il jewellery design di Maria Francesca Pepe. La London Fashion Week è diventata “l’evento ponte” della moda internazionale, dove contaminazioni tra fashion styles e culture creative britanniche, europee, orientali e statunitensi si confrontano e si mescolano. Una grande occasione per inaugurare la stagione calda degli eventi mondani 2010, negli scenari della “swinging London”.
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_FOCUSON_LFW A/I 10/11 PAUL COSTELLOE Ad illuminare il catwalk ci ha pensato da subito Paul Costelloe, che miscela con straordinaria perizia il taglio standard di giacche e maglioni a disegni classici e a scacchi. La tonalità regina dell’autunno è un “golden brown” che accoglie e rassicura il corpo. I giacconi molto lunghi e il classico montgomery paiono essere l’obbligo, specie per la moda uomo.
BURBERRY PORSUM Cristopher Bailey, direttore creativo della Maison londinese, sta ritracciando la storia di Burberry. Le sue collezioni confermano una dopo l’altra la capacità di questo giovane designer di stupire ed innovare. La scelta di sfilare in streaming 3D va proprio nella direzione di volersi guadagnare un posto di rilievo nella storia della moda. Le idee della nuova linea Burberry Prorsum provengono da uno stile decisamente militare, con il capo spalla a fare da protagonista. Elementi di spessore sono il parka e i giacconi da aviatore, con grandi, grandissimi colli dai volumi decisi e dalle lunghezze esasperate o corte. VIVIENNE WESTWOOD La regina del british fashion non delude i suoi estimatori, che si aspettavano grandi cose dalla sua linea Red Label. E così è stato: Vivienne Westwood ha dato pieno sfogo al suo genio creativo, mettendo insieme, nella sua nuova collezione, abiti che sono dei collage pop di oltre tre decadi di alta moda. Gonnellini simil-tartan dal fucsia ultra-saturo, t-shirt remixate come parte integrante di maglie ben più pesanti, giacconi somiglianti a coperte, abiti da sera leggeri dai disegni etnici e l’idea di giacca a quadrettoni riproposta con molteplici varianti.
Vip of London Fashion Week
Kirsten Stewart sta diventando una delle habitué dei più rinomati eventi fashion internazionali. Dopo il premio “Woman of the Year” di Elle, la giovane star di “Twilight” si è fatta notare anche in questa London FW, presentandosi con un top ed una gonna firmate Burberry Prorsum, abbinate a delle scarpe chiuse. A rendere omaggio a “Mr. Burberry”, Chris Bailey, c’erano anche le dive hollywoodiane Claire Danes e Kate Hudson. Degna di nota anche la presenza di una raggiante Janet Jackson in un tailleur nero di gran classe.
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_P/E 2010_TENDENZE
PRIMAVERA 2010, ARIA DI TENDENZA TRA PIZZI E COLORI MILITARI, ECCO LE NOVITA’ DELLA STAGIONE CALDA MILITARE Se c’è un colore che è riuscito a imporre la sua presenza nelle collezioni P/E 2010, è il verde militare. Lo ritroviamo declinato nella pelle dell’abitino firmato Céline, dal look urban chic, o nella mini tutina Paul & Joe. Per Sanremo Jennifer Lopez ha preferito lo stile più glamour di Balmain, con le sue giacche dal taglio militare, impreziosite da alamari e bottoni dallo stile vintage.
PIZZI E TRASPARENZE Simbolo di seduzione, il pizzo è presente nelle collezioni moda primavera estate 2010. Dettaglio di classe inserito per le scarpe di Valentino e addiriturra quale ornamento delle splendide borse in paglia di Dolce&Gabbana. Il pizzo va ad impreziosire abiti sensuali, gonne, e short di tutte le collezioni. La lingerie sembra volersi svelare ad ogni costo: non è mai stata così alla ribalta come nelle collezioni pret-à-porter PE 2010. Fatale per Dior, sexy per Gaultier, verginale per Vanessa Bruno. Mettendo da parte il pudore, questi abiti giocano con le trasparenze e la malizia. Pizzi, reggiseni, giarrettiere e bustier passano al livello superiore: diventano vestiti a pieno titolo.
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DENIM Abito da lavoro, simbolo per i ribelli, amato dagli hippy...il denim ha mille facce. Così sarà anche questa stagione. Va bene la versione strappata e vintage per il weekend, la versione più elegante, se portata con stile, è addirittura adatta per andare in ufficio.
COLORI E FANTASIE La base per ogni nuova stagione sono il bianco e il nero, come sempre. Bellissima la tavolozza dei “nuovi neutri”: tonalità che si distinguono a p p e n a dal bianco puro. Abiti bohemienne in fantasia m i c r o floreale, pantaloni a vita alta portati con blazer maschili e tute oversize, tra i capi must della collezione Stella McCartney estate 2010.
NUDE LOOK Il look nude questa primavera-estate scenderà in strada, coi i suoi toni delicati e polverosi. Givenchy firma abitini aggraziati nelle sfumature del beige. Per Hermès e Nina Ricci, invece, le creazioni si fanno falsamente pudiche e giocano con gli strati. Reinventando i codici classici, il nude diventa incandescente quasi come un rosso fuoco.
Rubrica curata da Roberta Casoli - P.S. Personal Shopper - Reggio Emilia
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linea, che sarà presentata prima dell’estate. In un momento in cui le produzioni in Oriente stanno affossando l’economia italiana, noi vogliamo mantenere la produzione delle nostre linee nel nostro paese, tenendo però sempre sotto stretto controllo i costi di produzione per poter offrire un ottimo prodotto a prezzi competitivi. Made in Italy, quindi, a garanzia di qualità dei materiali e della lavorazione, combinati con design Made in USA, per una moda sempre all’avanguardia, studiata per una clientela preparata ed al passo coi tempi.
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GLI AMANTI DEL VIAGGIO HANNO SEMPRE LA NECESSITA’ DI AVERE UNA MAPPA PER ORIENTARSI L’Amministratore Delegato ci parla dell’evoluzione del brand 1A Classe Alviero Martiri
il brand Il brand 1A Classe Alviero Martini ha da poco (nel 2009) compiuto 20 anni. Una storia caratterizzata da una continua crescita, consolidamento, progetti nuovi ed entusiasmanti sfide. Lo stilista Alviero Martini ha lasciato l’azienda nel 2003, da allora l’amministratore delegato Antonella Memo ha portato avanti un progetto lungimirante di sviluppo in Italia e all’estero. Per il futuro le sfide aperte sono tante e il percorso stilistico, portato avanti da un team affiatato, è in continua evoluzione. La cartina geografica resta il segno distintivo del brand, ma viene rivisitata in diverse soluzioni di colore o applicazioni su vari materiali, fino a diventare elegante dettaglio dei capi e delle borse della collezione.
Qual è la filosofia alla base della creazione dei capi firmati 1A Classe Alviero Martini? Da cosa traete ispirazione? Alla base delle nostre collezioni c’è la filosofia del viaggio in tutte le sue forme, come affrontare felicemente una vacanza o un trasferimento di lavoro con uno stile sportswear chic, con capi comodi, ma sempre eleganti e di classe. Significa anche il percorso che sta seguendo l’azienda verso una nuova e più completa proposta di total look. Ogni stagione intraprendiamo un percorso nuovo e stimolante che si sviluppa in una nuova collezione. Per il prossimo autunno inverno 10/11, ad esempio, abbiamo come meta la Svezia, che con la sua tradizione e il suo design all’avanguardia è il punto di riferimento di tutte le nostre collezioni stagionali, dalla donna, all’uomo, fino al bambino. 26
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Da dove nasce il mondo di Geophilosophy delle borse ‘cartografiche’ di 1A Classe Alviero Martini, quale messaggio vuole trasmettere? Il mondo Geophilosophy nasce dai globetrotter e dagli amanti del viaggio che hanno sempre la necessità di avere una “mappa” per orientarsi. Mappa che caratterizza sia tutti gli accessori che l’abbigliamento, con piccoli dettagli ed eleganti ornamenti. I colori si sono evoluti nel corso del tempo e accanto alle tradizionali tonalità del deserto e della terra, la mappa si è arricchita di varianti in grigio tortora e nero, dando vita a collezioni dal mood più discreto ,ma pur sempre distintivo.
Famosissima in tutto il mondo per le sue borse, 1A Classe Alviero Martini in realtà propone molto più di questo. Ci sono linee di abiti, occhiali, lingerie…e dalla donna è passato ad interessarsi anche all’uomo e al bambino. Quali le tappe di questo percorso? Nel corso degli anni il brand ha stretto solide forme di partnership con importanti aziende licenziatarie. Oggi il brand 1A Classe Alviero Martini è presente in numerose categorie di prodotto a disegnare un vero e proprio progetto di lifestyle: abbigliamento donna e uomo, pelletteria e calzature, occhiali, orologi, penne e monili, abbigliamento e calzature bambino, cravatte e foulards, beachwear e intimo, profumi e prodotti per la cura del corpo, teleria casa, complementi d’arredo, profumi e pochetteria per articoli di profumeria. Le linee di pelletteria e di calzature sono sotto diretto controllo produttivo e distributivo della Alviero Martini Spa. Cosa rappresenta per la Alviero Martini spa la sponsorizzazione di Donnavventura? Il piacere di vedere che anche nelle situazioni più estreme il nostro prodotto mantiene intatte le sue caratteristiche.
Donnavventura è la parte estrema del nostro viaggio; le ragazze selezionate su migliaia di adesioni hanno la possibilità di cimentarsi in questa esperienza di viaggio che dura 4 mesi e mette a dura prova non solo il fisico. I nostri prodotti le accompagnano e passano attraverso un vero e proprio test di resistenza e qualità. Com’è la donna 1A Classe Alviero Martini nella prossima primavera estate? Per la prossima primavera estate 2010 la viaggiatrice di 1A Classe veste capi realizzati in tessuti naturali ed essenziali che vengono modellati e drappeggiati: la stuoia, il lino, la seta lavata e lo chiffon che vanno a disegnare volumi over e comodi, un vero inno alla voglia di libertà, freschezza e morbidezza. E’ il tema colonial e safari quello che impronta di sé l’intera collezione, in una rivisitazione molto femminile e seducente. In 3 aggettivi, la moda per il marchio 1A Classe Alviero Martini. La nostra moda è sportswear chic, che significa ricerca sui materiali, cura dei dettagli e innovazione di prodotto. 29
_PEOPLE_VINCENZO MODESTI
PROFESSIONE COOL HUNTER ABBIAMO INCONTRATO AL SO:FÀ VINCENZO MODESTI, UNO DEI FASHION CONSULTANT PIU’ AFFERMATI A LIVELLO NAZIONALE A Modena tutti collegano il tuo nome alla nascita di Spoon. Spiegaci come è nato questo progetto. Il primo negozio Spoon era di 17 metri ed è nato nel 2001. Da quello siamo arrivati al negozio di 340 metri aperto appena l’anno dopo. Inizialmente proponevamo marchi per ragazzi, molto in voga in quel momento, come Richmond, Dsquared e Andrew MacKenzie. Siamo quindi partiti come negozio per teenager, sulla scia degli anni 80, per arrivare sino ad oggi, con uno stile completamente diverso, per una clientela decisamente più raffinata e adulta. Dopo 6 anni, abbiamo scoperto una via abbandonata nella prima periferia del centro storico, “Calle di Luca”. Qui è sorto il primo negozio dedicato completamente alle Sneakers: Coffee Spoon. In Inglese Spoon significa cucchiaio. Coffee Spoon è
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invece il cucchiaino da caffè, una sorta di “figlio più piccolo”. Due anni dopo abbiamo aperto la prima jeanseria, dove proponiamo solo 5 tasche, mentre, da agosto 2009, abbiamo inaugurato Spoon Uomo, sempre nella stessa via. Nel giro di alcuni anni quindi, Calle di Luca dal punto di vista della moda è diventata un punto di riferimento per tutti. Stiamo cercando di fare la nostra storia, allontanandoci dalle vie più prettamente commerciali, nelle quali una politica di “mass market” attira un target di clientela lontano dal nostro che, al contrario, vuole stare un po’ più per i fatti suoi. In anni in cui lo shopping si sposta sempre più verso i centri commerciali, voi avete rinnovato invece la fiducia nel Centro Storico, come mai questa scelta coraggiosa e in controtendenza? Il centro commerciale si riempie di una categoria di persone diversa da chi entra nei nostri negozi. La nostra clientela al sabato e alla domenica, non va nei centri commerciali, ma va in spiaggia in primavera e in montagna in inverno. L’ obiettivo è quello di offrire un ambiente più intimo, riservato, con proposte mirate e dove ci si possa sentire a proprio agio come quando si è a casa. Il nostro è un prodotto più ricercato, perciò è importante che io possa raccontare una storia quando lo vendo, facendo appassionare chi entra nel mio negozio e stabilendo con lui un rapporto amichevole. Da dove nasce la tua passione per la moda? In realtà è stato Giorgio Messori, oggi proprietario di tutti i negozi “Altamoda” e anche mio socio, che 20 anni fa,
finanziandomi, mi ha dato la possibilità di girare il mondo. Da Parigi a Londra, a New York, cercavo di portare a casa quello che mi piaceva. Quindi in prima istanza sei stato e sei tuttora un “buyer”? Assolutamente sì, sono nato così. Giorgio mi ha dato la possibilità di andare in giro per portare qui i prodotti. È così che è nata l’idea di creare una bottega dove potessimo esporre, a Modena, i prodotti scovati in giro per il mondo. Qualche esempio di marchi importati a Modena... Siamo stati i primi a portare alcuni marchi non solo a Modena, ma in tutta Italia. Nel ‘93, scoprii Dries Van Noten: era un ragazzo che era uscito dalla scuola di Anversa e in Italia non lo conosceva nessuno. Noi siamo stati i primi a comprare i suoi prodotti, oggi ha clienti in tutto il mondo ed è diventato un punto di riferimento. Lui, come Bikkembergs o anche Golden Goose. Quest’ultimo ricordo di averlo portato in Emilia Romagna 7 anni fa, quando nessuno sapeva chi era. In generale non crediamo molto nel singolo marchio, ma piuttosto nella bottega e in come essa viene sviluppata. Credo nell’importanza di essere indipendenti; meno compromessi si fanno, più si diventa artigiani e più si diventi veri, durando maggiormente nel tempo. Preferisco l’unicità alla massificazione. Cosa ti ha particolarmente colpito nelle recenti sfilate che hanno avuto luogo a Londra, Milano e Parigi? Posso dire cosa non mi ha colpito e cioè quelli che sono i grandi marchi e le grandi griffe. Non mi colpisce più il brand esclusivamente legato alla pubblicità. Quello che mi colpisce, invece, sono i nuovi emergenti che stanno arrivando e si stanno spargendo a macchia d’olio. Sono tutti nuovi ragazzi e nuove gestioni e sono sicuramente situazioni
fresche da apprendere: sono loro i nuovi talenti. Un nome americano può essere Brand of Outsider, veramente meraviglioso. Mentre una conferma decisa è quella di Cheap Monday. Quali sono i tuoi locali preferiti nella realtà modenese? Beh, i ragazzi di Fujiko e HB, organizzano sempre diversi eventi in tanti posti. Sono molto attratto da quello che fanno, non tanto per le location, ma piuttosto perchè organizzano feste coinvolgenti efficaci e il divertimento è assicurato. 3 aggettivi per descrivere Spoon e 3 per descrivere te. Spoon è moderno contemporaneo e attuale. Io mi sento passionale, maniacale e in continua ricerca. C’è qualcuno dello staff che vorresti ringraziare in modo particolare? Tengo a ringraziare tutto il mio staff, a partire da Alan, Alle, Sara, Vale, Max, Ilaria e Chicca, che mi seguono non solo sul lavoro, ma anche nelle notti mondane, senza dimenticare i miei soci, ormai diventati veri e propri amici.
_PEOPLE_COSIMO DAMATO
CON L’ARTE IN TESTA Cosimo Damato, Mad Hatter, ci parla dei suoi cappelli artistici.
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Passione per l’arte ed interesse per la moda. Cosa è arrivato prima? Come sei riuscito a legarli assieme? Ancora oggi mi è impossibile capire quale di queste due passioni sia arrivata prima dell’altra. Mi hanno travolto da subito e adesso mi rendo conto di non essere stato io a cercarle, ma che sono state loro a trovare me. Sono entrambe legate da un unico filo conduttore ed è per me impensabile scinderle. Che esperienza è stata il tuo apprendistato da Bluemarine? Quella a Blumarine è stata la mia primissima esperienza nel “vero” campo lavorativo. Ero ancora uno studente e non potevo credere che avrei fatto parte, anche se per pochi mesi, di un ufficio stile di fama internazionale. Essendo la mia prima esperienza diretta, la vivevo come ogni persona vivrebbe la realizzazione di un proprio sogno, ovvero con grande entusiasmo e voglia di fare. Qual è stata la tua prima creazione? La mia prima creazione risale all’età di 14 anni. Era un vestito da sera, realizzato per mia madre con scampoli di tessuti. Quel vestito è rimasto abbandonato per diversi
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_PEOPLE_COSIMO DAMATO mesi su un manichino che i miei genitori mi avevano regalato per un compleanno. In seguito, è stato imbastito in modo semplice, come potrebbe farlo un qualsiasi ragazzino di quell’età, ed indossato da mia madre, che era l’unica persona che poteva apprezzarlo. Quali reazioni ha suscitato? Prima di tutto, c’è stata una forte emozione, tanto di mia madre quanto mia, perché ci siamo accorti che non era soltanto la realizzazione di un disegno, bensì un capo che si poteva indossare. Poi, subito dopo, ci sono state tante risate, perché il vestito le si era scucito, per la precarietà delle cuciture. Come mai scegli di reinterpretare oggetti dal sapore così retrò (calamai, tavolozze, maschere, piume) o di uso comune (vassoi) per realizzare dei cappelli? La scelta degli oggetti che uso per decorare i miei “cappelli” è influenzata principalmente da i miei stati d’animo, o da quello che vedo in giro per le strade, o semplicemente da qualcosa che mi colpisce e che voglio far risaltare in tutta la sua totalità. C’è un messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue creazioni? Quello che vorrei riuscire a trasmettere attraverso le mie creazioni è la possibilità che a volte, quando lo si vuole, si potrebbe anche non prendersi troppo sul serio e riuscire ad affrontare in maniera molto più tranquilla e, perché no, “colorata” le situazioni della vita. Da cosa nasce l’idea per un nuovo cappello, e in che modo la sviluppi?
Le idee nascono nella mia mente, osservando tutto quello che mi circonda e che mi colpisce, evolvendosi in maniera molto semplice. Seduto al tavolo della mia casa a Milano, mentre guardo un film o ascolto della musica, con tutti gli oggetti a mia disposizione, comincio ad incollare quasi senza nessuna logica. È l’ispirazione stessa che talvolta mi spinge ad afferrare questi oggetti e ad attaccarli tra loro. Come si pongono i tuoi progetti rispetto al modo di vestire che in questo momento fa tendenza? I miei progetti si contrappongono a quello che è il mood di tendenza. È un voler andare fuori dalle righe, continuando a giocare con le proprie idee senza alcun ostacolo. Una frase che riassume la tua personale concezione del fare moda. La mia concezione di moda è molto lineare ed è basata esclusivamente sulla filosofia di essere se stessi, creando movimento attorno a sé. L’arte è movimento! Le idee stesse sono in continuo movimento, ed anche le mie creazioni, che vengono plasmate come se fossero sculture dalla mente dominatrice che insegue un unico pensiero: la bellezza.
...a volte si potrebbe anche non prendersi troppo sul serio e riuscire ad affrontare in maniera molto più tranquilla e “colorata” le situazioni della vita...
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JIMI IN JEANS Il “guitar hero” di Woodstock testimonial d’eccezione per Liu Jo Un inedito Jimi Hendrix è il testimonial d’eccezione per la nuova campagna Liu Jo per la primavera/estate 2010 della linea Liu Jeans Men. Così come era stato in precedenza con Steve McQueen, Liu Jo si identifica in questi “belli e dannati”, presentandoli come icone del fascino e dell’eleganza, eclettici ed audaci nella loro arte così come nel loro modo di vestire.
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DJ NICOLA ZUCCHI Dallo Snoopy alle serate con Ringo, un decennio in consolle
Oltre dieci anni di carriera musicale farebbero pensare a molti che è tempo di bilanci. Com’è stato il tuo percorso, dagli esordi fino ad ora? Che dire, sono soddisfatto, assolutamente non realizzato, ma posso ritenermi soddisfatto. Vivo di ciò che è sempre stata la mia più grande passione ed ho raggiunto una piccola parte dei miei obbiettivi. Ammetto di avere anche oziato un po’ troppo e sicuramente se avessi iniziato a concentrarmi ed a lavorare duro come ora avrei visto prima i risultati, ma non mi lamento. Ora le cose vanno bene, lavoro con un team di grandi professionisti, Christian e Gianluca, con i quali abbiamo formato il collettivo “VariaVision” e spero tanto che presto si possano notare risultati soddisfacenti. L’ estate 2010 si preannuncia ricca di cambiamenti per me e la mia vita professionale. Ho lasciato il lavoro al Pineta di Milano Marittima, lo storico locale d’Italia; avevo bisogno di cambiare e di trovare situazioni più “fresche”. Da ora in poi lavorerò presso il Peter Pan e la Villa delle Rose di Riccione..si prospettano eventi pazzeschi! 38
Hai suonato in molti locali, tra l’Emilia, l’Italia e l’estero. Quale esperienza ricordi con maggior piacere? Ogni locale ti lascia qualcosa. Le ultime serate veramente al top che mi vengono in mente sono state al Follja di Napoli, al Dobbermann di Perugia ed al Waikiki a Graz, in Austria. Poi è ovvio che quando suono allo Snoopy mi sento a casa, continuerei per ore e ore senza rendermene conto. Nel 2003 è cominciata per te l’avventura dello Snoopy. Come ci sei arrivato, e che effetto fa essere il proprietario di uno dei club storici di Modena? Quella dello Snoopy è stata ed è tuttora un’ esperienza favolosa capace di darmi grandi soddisfazioni. Quando io e Federico (uno dei miei soci) abbiamo iniziato questa avventura è stato come trovarci dentro ad un vortice. Eravamo totalmente inesperti su come si gestisse un locale ed abbiamo commesso un’infinità di errori. Adesso le cose vanno davvero bene, siamo rimasti l’unico vero club in città e siamo contenti che lo Snoopy possa continuare la sua lunga storia. Sei molto richiesto nelle feste dei VIP. Puoi raccontarci un aneddoto divertente che ti è capitato in una di queste occasioni? Ricordo il party dell’Isola dei Famosi, dove suonavo insieme a Ringo, una serata divertentissima.
Quella notte ho scoperto una marea di dischi anni ‘80 di cui non immaginavo l’esistenza. Poi ricordo anche le domeniche all’Hollywood di Milano. Era un periodo un po’ folle quello, prima di Vallettopoli. Tra i vari calciatori e starlette italiane trovai Naomi, Kyle Minogue, Russel Crowe, Paris Hilton e mille altri nomi, tutti a ballare con me fino all’alba...a volte sembrava di vivere una vita parallela. Da qualche anno, hai iniziato a fare il producer, e da poco hai una casa discografica tutta tua. Parlaci di quest’attività. Ho iniziato nel 2007 con il produttore Davide Rivaz Riva con cui ho fatto la mia prima produzione ‘Live Your Life’. Oggi faccio parte del gruppo Variavision, insieme al produttore Christian Lena ed il musicista Gianluca Tavaroli. Abbiamo prodotto due singoli nel 2009 e siamo pronti per l’estate con un sacco di nuove uscite, inoltre sta aumentando notevolmente la attività di remixer. Anche se abbiamo iniziato da poco possiamo ritenerci contenti. Siamo molto affiatati: Gianluca è un musicista fenomenale e Christian è tecnicamente molto bravo. Io sto imparando molto e provo a proporre idee prendendo spunto da ogni tipo di genere musicale. Purtroppo non abbiamo ancora una nostra etichetta discografica, ma spero che prima o poi na-
Indossare una delle migliaia di t-shirt che colleziono, jeans e Adidas per me rimane sempre il massimo!
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_PEOPLE_DJ NICOLA ZUCCHI
sca anche questa. Sei molto richiesto dalla ‘gente della notte’, in particolare dai più giovani. Abbiamo visto su Facebook un gruppo che si chiama “Per chi vuole Nicola Zucchi DJ a Cremona” e ce ne sono altri così. Com’è il tuo rapporto con il pubblico? Diciamo che sono molto tranquillo e disponibile. Mi confronto molto con gli altri dj e sono aperto ad ogni tipo di consiglio! Il gruppo che hai visto su Facebook lo ha creato un ragazzo di Cremona, visto che non sono mai stato a suonare da quelle parti...è stato davvero carino da parte sua. Che consiglio daresti ad un giovane che vuole intraprendere la carriera di DJ? Il mio consiglio è quello di impegnarsi a fondo, di non demordere mai e di crearsi vari obbiettivi divisi per tappe. Cercare di essere un bravo P.R. di 40
se stesso e di essere sempre umile e disponibile. Credo che, arrivati ai giorni nostri, per riuscire ad emergere sia necessario produrre musica, quindi consiglio a tutti di mettersi davanti al pc e darsi da fare! Da 0 a 10, quanto conta il look nel tuo lavoro? Esiste un qualche capo o accessorio al quale non rinunci mai, nelle tue serate? Un DJ, essendo piuttosto in vista, deve sicuramente avere un certo look, un bell’aspetto per il pubblico che ha di fronte, ma posso garantirvi che a lungo andare l’essere prevale totalmente sull’apparire. Definisci in tre aggettivi il tuo stile personale di abbigliamento. Vario molto a seconda delle situazioni e degli ambienti in cui mi trovo. Direi che indossare una delle migliaia di t-shirt che colleziono, jeans e adidas per me rimane sempre il massimo!
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canna, di pigmentarsi (assumere un colore bronzato) solo quando viene assorbita dalla pelle. Il DHA viene disciolto in una soluzione a base di succo di aloe (quindi anche molto idratante) e attraverso una speciale attrezzatura simile ad un aerografo viene “spruzzato” sul corpo e sul viso di chi vuole ottenere un effetto abbronzato molto naturale e sicuro.
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FABRIZIO CASALINO La “comicità musicale” dell’artista di Colorado e dei suoi personaggi. Quali sono stati i tuoi esordi nel mondo dello spettacolo? Ho esordito da cantautore. A 20 anni facevo canzoni così tristi da far sembrare Masini un cabarettista. Poi a 24 anni ho partecipato al Premio Tenco, due anni dopo ho fatto un disco pubblicato in 13 paesi, e dopo un anno ero disoccupato. Sono emigrato negli USA per fare canzoni country: è stato un lungo viaggio molto interessante, ma non me la sentivo di lasciare l’Italia, così sono tornato e ho iniziato per scherzo a fare il comico, poi...da cosa è nata cosa. Da cosa è nata la tua passione per la musica, e cosa l’ha poi indirizzata verso l’ambito umori46
stico? La passione per la musica è nata in casa, con i primi dischi dei miei genitori, e poi con i grandi cantautori degli anni 70-80. Era un periodo piuttosto felice per la musica italiana: Bennato, Dalla, De Gregori, De André, Battiato, Zero...scrivevano canzoni splendide. Questo mi ha molto appassionato. Ho sempre fatto sia canzoni comiche che serie, è stata la gente a scegliere quelle comiche. Oggi l’ascolto della musica è cambiato o forse semplicemente quelle comiche mi riescono meglio. Nei tuoi sketch, imiti alcuni tuoi colleghi cantautori (come Biondi e Grignani), ma hai anche
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_PEOPLE_FABRIZIO CASALINO personaggi tuoi. Che differenza c’è tra creare un personaggio e fare una parodia? La parodia è più un “esercizio di stile”, parti da qualcosa di solido che esiste già e lo usi, mentre quando fai un personaggio devi dargli sostanza dal nulla e renderlo credibile, completo, rotondo. Entrambe le cose hanno qualità e difficoltà diverse. Ad esempio la parodia di Biondi non è una parodia della “persona Biondi”, ma di quel tipo di cantante, il crooner. Lui deve sempre essere elegante, prestigioso, affascinante, anche nei momenti più imbarazzanti. Questo è un grande spunto comico. Mi piace l’idea di uno che non può smettere per nessuna ragione di essere sexy. Come ha reagito Mario Biondi alla tua imitazione? Vi conoscete? Mario ha reagito splendidamente. È un artista molto serio e capace, ha fatto anni di gavetta, è uno con la testa sulle spalle e con un grande senso dell’umorismo. L’ho conosciuto dopo averlo imitato. È stato oltremodo disponibile, addirittura mi ha fatto salire sul palco del Teatro degli Arcimboldi con lui, vestito come lui! Mi sono divertito immensamente e spero di incontrarlo ancora. Come descriveresti le esperienze di Colorado e “Mai dire…”? Colorado è nato come il passatempo di quattro amici che scherzavano insieme. L’ho costruito insieme a loro nelle infinite serate dei lunghi inverni passati assieme a Milano. È stato magico fare un pezzo di strada con questi amici, diventando noti al pubblico in questo modo. Poi l’ho visto crescere, diventare un programma di punta, che va in prima serata e che ha bisogno di numeri. Ci ho lavorato per sei anni. La Gialappa’s è stata una conquista successiva. Era un sogno per me lavorare con loro, perché i “Gialappi” rappresentavano la comicità che amavo. I miei comici preferiti sono passati quasi tutti da lì. Vedere che mi accettavano nella squadra è stata finora la più grande soddisfazione della mia carriera da comico. Potresti raccontare un aneddoto che ti è capitato lavorando a “Mai dire…”? Un giorno ero negli studi di registrazione. Giravo la parodia del vescovo Williamson, famoso
per aver negato l’olocausto. Ero quindi vestito da cardinale, ma con delle medaglie e con i gradi, insomma una specie di cardinale nazista. C’era un caldo spaventoso sotto i riflettori, ed ero in un anfratto in fondo allo studio ad aspettare, in una posa davvero sconveniente, ma nessuno mi poteva vedere. In quel momento, con un tempismo che ha dell’incredibile, è comparso un prete vero che mi ha guardato comprensibilmente sorpreso. Io non riuscivo a capacitarmi di come un prete vero fosse arrivato fin dove mi trovavo, così gli ho chiesto: “Padre, scusi, ma lei che ci fa in questo posto?”. Ha risposto: “Sa, sono il confessore di Silvio”. Immaginate il mio stupore. Ero lì, vestito da vescovo nazista con il confessore di “Lui”! Il prete a quel punto mi ha chiesto: “E lei, che ci fa vestito in quel modo?” e io ho risposto: “sono un collega, sono qui per l’esorcismo”. Com’è il tuo rapporto con il pubblico? Cerco di esserci il più possibile: leggo le mail e se posso rispondo. Oggi la rete permette una vicinanza molto maggiore con gli artisti. C’è gente che mi segue, e poter rispondere è molto bello. Il personaggio di Mirko, pigro adolescente con-
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_PEOPLE_FABRIZIO CASALINO contemporaneo che affronta la vita “stando tranzollo” ha riscosso molto successo, specialmente tra i più giovani. Come è nato e cosa hai voluto rappresentare? È nato da una parrucca bionda che avevo comprato, che mi faceva somigliare a Cobain. Lui è una caricatura delle nuove generazioni, ma la sua “voglia di sbattersi zero” era già presente nella mia. Sono andato via di casa a 29 anni, quindi so cosa vuol dire vivere alle spalle di una famiglia benevola. La cosa che mi piace di Mirko è che sembra trasversale: ci si riconoscono i giovani quasi con orgoglio, e anche i genitori lo apprezzano perché ci vedono i figli. Non mi aspettavo un riscontro simile. Poi mi piace perché nonostante sia uno studente piuttosto fannullone, fa continuamente riferimenti a cose piuttosto scolastiche e colte, che ha studiato e gli sono rimaste come appiccicate alla corteccia cerebrale e ha una visione del mondo davvero incredibile. Cos’è, invece, “Sciccherì”? Da dov’è nata quest’idea, molto “fashion”? “Sciccherì: Soverchio stile! Soverchia eleganza!”. Sciccherì è una critica al lusso “di massa” e al design. È “il rotocalco che dà un tocco di classe al tuo disprezzo per il prossimo”, oppure “la rubrica in cui il lusso incontra il gusto popolare e gli sputa nella faccia”. L’assurdità di certi programmi stilosi è troppo macroscopica per resistere. Qualcuno ci ha visto una critica a Philippe Daverio, ma non mi permetterei mai: lui è un vero
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biography Fabrizio Casalino è nato nel 1970 a Pegli (Genova), lo stesso comune di nascita di Fabrizio De Andrè. Coltiva fin da giovanissimo la passione per la musica, suonando la chitarra nei locali della città ponentina durante il periodo in cui frequenta la facoltà di Giurisprudenza. Nel 1994 vince il Premio Tenco come nuova proposta. Dopo alterne fortune nello show business musicale, viene notato dal gruppo comico genovese dei Cavalli Marci, molto popolari all’epoca di Ciro. Con loro, nei panni del bossanovista Giginho, nel 2001 approda a Colorado Cafè, alla corte di uno dei suoi miti: Diego Abadantuono. Inizia così la sua carriera televisiva: Bulldozer, Colorado, diventato nel frattempo un programma televisivo, Mai Dire Martedì, che lo consacra tra le nuove leve della comicità, grazie al successo del suo Mario Biondi, di Mirko e della sua rubrica dal “soverchio stile e soverchia eleganza”, Sciccherì.
intellettuale e i suoi programmi una manna dal cielo, ho solo un po’ preso il suo stile espositivo. Sciccherì è stata una bella soddisfazione: vado pazzo per “Splashcube”, lo spremiagrumi cubico e inutilizzabile di Katzuo Ishigawa, e per “Sitz”, la sua poltrona che altro non è che un manico di scopa. Credo che tutto Sciccherì si possa sintetizzare nella sua presentazione: “Abbandonarsi su Sitz: il modo più veloce per capire il moderno”. Che progetti hai per il 2010? Tornerai in televisione? Al momento sto portando in giro per i teatri il mio nuovo spettacolo “Delitti Rilassanti”. Dopo tanti interventi da tre minuti in video, fare uno spettacolo di un’ora e mezza in teatro è tutta un’altra cosa. È un “one man show”, con pezzi che ho fatto in tv e cose inedite. Oltre a questo sono anche ne “L’Uomo Proiettile”, uno spettacolo da cantautore con Andrea Maddalone, un ottimo chitarrista, con tutte le canzoni che ho scritto fin qui. Tornerò in tv appena ne avrò la possibilità, se ne parla dopo l’estate!
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Daniele Pederzoli: da sempre un punto di riferimento del mondo della notte e non solo; visto da fuori svolgi un lavoro perfetto, dato che hai fatto del divertimento e della mondanità la tua professione.Descrivici una tua giornata tipo! Sveglia alle 8, caffè, punto della situzione sulla mia agenda, un’ora di piscina o palestra (quando riesco) e via! Si parte con i miei 1000 appuntamenti della giornata, tutto questo costantemente al telefono... Ed ecco che è già sera, rientro a casa e dentro il mio nido trovo finalmente sollievo. La mia giornata tipo non è proprio rilassante, le mie responsabilità sono pesanti, ma sicuramente è tutto molto stimolante. Avete fondato Fujiko da quasi 10 anni, 10 anni di feste memorabili, se dovessi ripercorrerli insieme a noi, quali credi siano sono state le tappe fondamentali? Quali sono i primi eventi del passato che ti vengono in mente? La prima data, il primo FUJIKO PARTY, è stato il 16 giugno 2000 ed ha segnato la storia. 56
Da quì è partito tutto: al Club 33 di Carpi, quella sera, per gioco, è iniziato FUJIKO. In seguito è stato solo Oltre Cafè (Carpi): ogni week end è un’emozione forte, tanto da consolidare Fujiko e renderlo così importante da essere tatuato in modo indelebile sul nostro corpo. Dopo questi inizi è incominciata tutta una serie di altre sfide: da Milano Marittima (oggi casa nostra) ai nostri Fujiko Party in giro per l’Italia, dal Joia
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di Rubiera (diventanto di conseguenza Denny Rose Joia) al successo più recente, lo sbarco definitivo a Modena. Come vedi oggi il mondo della nightlife? Che cosa è cambiato rispetto a 10 anni fa? Oggi è cambiato tutto. 10 anni fa la gente usciva 5 volte la settimana, ora è tutto concentrato nel Week End. Le persone hanno cambiato il proprio approccio nei confronti del mondo della notte, la discoteca non è più l’unico contenitore sociale. La vera forza rimane il club con un ottima ristorazione ed un target definito. Quali sono i locali in cui ad oggi siete presenti? Il venerdì Notte è SO:FA’ (Baggiovara MO), insieme al nuovo progetto creato, ovvero soul fashion! Questo rappresenta la nostra idea della notte, dove si può vivere una cena animata e ballare sui ritmi della musica italiana, oppure scegliere la migliore House Music Selction fino all’alba. Il So:FA’ è per tutti, anche per coloro che non necessariamente amano la disco. Il sabato notte, invece, è Snoopy (Modena): il vero club per eccellenza. Sebbene sia sotterraneo, basso e molto buio, tra pregi e difetti quello che ne esce è la vera atmosfera della notte, discoteca pura. Memorabile!! Quale evoluzione prevedi per Fujiko intesa come organizzazione? Fujiko è una grande famiglia, un life style, un modo di essere, all’interno del quale la clientela è a casa sua e dove si diventa veri e propri amici. 58
Noi ci conosciamo tutti e ci spostiamo insieme!!! Fujiko si deve adeguare alle necessità della socetà di oggi e il nuovo input della discoteca sarà… TOP SECRET!!! Lo scoprirete a settembre e vedrete che sarà una rivoluzione. Oltre ad essere stimato come organizzatore di eventi, sei considerato un’icona anche nella moda. Che rapporto hai con quest’ultima? Cosa non manca mai nel tuo guardaroba? Con la moda ho un bellissimo rapporto, è la mia passione, è il mio amore. Mi completa, mi diverte e mi piace seguirla. Fujiko rimane comunque anche il nostro marchio di abbigliamento e nel mio guardaroba direi davvero che non manca nulla! Solitamente io ho già tutto prima che esca. Che progetti avete per questa estate? La nostra estate sarà completamente dedicata a chi si vuole divertire: si articolerà su un mercoledì a Carpi molto easy, un venerdì tra Carpi e Modena con non soltanto discoteca ed un sabato tradizionale, ma eterno, a Milano Marittima (Caino, Pacifico, Pineta). Il nostro compito sarà sempre quello di proporre un’offerta adeguata a tutti quelli che non vogliono andare a letto troppo presto!!
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Giuliano, Sonia e Luca Zatti
Elisa, Luciano e Monica Zatti
60 ANNI DI PASSIONE PER I MOTORI L’EVOLUZIONE DI UNA DELLE PIU’ NOTE REALTA’ EMILIANE NEL MONDO DELLE AUTO Giuliano Zatti, uno degli attuali titolari di AutoZatti, ci permette di conoscere meglio la realtà di questa concessionaria attraverso qualche domanda. AutoZatti è una delle realtà emiliane più importanti nel mercato delle auto. Quali sono state le sue origini? Il Gruppo AutoZatti è nato dalla passione trasmessa a me e a mio fratello Luciano da nostro padre Angiolino, che nel 1940 aprì la sua prima officina: “Riparazioni Motocicli A. Zatti”. Da meccanici di 2 ruote, iniziammo l’ampliamento dell’officina di nostro padre portandola da 40 a 120 mq, fino a quando, nel 1982, apre i battenti la prima e storica sede del Gruppo AutoZatti, a Brescello (paese di fama internazionale grazie alla saga di Don Camillo e Peppone) con il marchio Alfa Romeo e da qui inizia il nuovo corso. Nel 1990 inizia la vendita di Fiat e Fiat Veicoli Commerciali, nel 1992 è la volta di Lancia, mandato unico per Parma e provincia, nel 2005 Toyota Service e nel 2006 è la volta di Great Wall, nel 2007 AutoZatti è stata scelta, fra soli 30 concessionari in tutta Italia, per rappresentare lo storico marchio Abarth Sede di Parma - via Emilia Ovest 107/A
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e per finire nel marzo 2009 il marchio sportivo del Gruppo “Zatti SPORT” è diventato uno dei 9 preparatori a livello nazionale Abarth Racing. Attualmente il Gruppo è composto da 3 aziende per un totale di 28.000 mq coperti distribuiti nelle sedi di Parma, Brescello (RE) e Guastalla (RE) ed un’ organizzazione che ricopre tutti i servizi legati al mondo delle auto. Dal punto di vista dei volumi di vendita, il gruppo consegna ogni anno circa 10.000 vetture, di cui il 70% nuove e il 30% usate. Siamo azienda pilota delle politiche FIAT AUTO e siamo certificati ISO 9001. Rispetto ai suoi inizi, come è cambiata la filosofia dell’azienda? La nostra è una gestione dinamica: sempre pronta ad anticipare i cambiamenti del mercato. La nostra vera e unica strategia è l’attacco. Preferiamo magari sbagliare anticipando, e correggerci in seguito, piuttosto che restare fermi a guardare. Il nostro gruppo è giovane, dinamico e affiatato, la Sede di Guastalla - via Cisa Ligure 27/1
sua solidità è garantita da una storia e dal susseguirsi di 3 generazioni. In cosa consiste la vostra offerta al cliente, sia come parco macchine che come assistenza? Il nostro Gruppo è composto da 3 aziende ed ha un organizzazione che ricopre tutti i servizi legati al mondo dell’auto: -Servizio consulenza e vendita nuovo - Servizio vendita usato garantito - Noleggio a breve e lungo termine - Servizio meccanica, carrozzeria, gommista ed elettrauto - Servizio auto di cortesia 500 Abarth del team ZattiSport - Servizio ricambi - Servizi finanziari personalizzati Il 29 marzo 2009 il Team si presenta al - Servizio revisione (Dekra) campionato monomarca “Trofeo 500 Abarth” - Servizio bollino blu con 4 500 Abarth Assetto Corse ed ottiene i - Offerta protezione globale auto (pagabile anche a seguenti risultati: 4° classificato nella classifica rate) preparatori, 4° e 7° classificato nella classifica - Personalizzazione vetture piloti con Andrea Rizzoli e Alex Campani, 2° - Customer service e 5° classificato nella classifica piloti under 23 IL CLIENTE DEVE SEMPRE ESSERE con Alex Campani e Patrick Gobbo. SODDISFATTO. Quali sono gli obiettivi che il team corse Cosa rappresenta per voi il marchio Zattisport? vuole raggiungere? Dire Zatti SPORT per noi è come dire PASSIONE. Naturalmente l’obiettivo per il 2010 è quello Il marchio ZattiSPORT nasce nel 1995 come squadra di essere protagonisti del Trofeo e riuscire a corse del Gruppo AutoZatti. vincere; ma l’importante per noi è riuscire a Dal 1996 al 1998, partecipa al C.I.V.T ( Campionato dare ai giovani piloti la possibilità di entrare Italiano Velocità Turismo) con le Alfa Romeo 145 nel mondo delle corse e divertirsi con noi. 2.0 Quadrifoglio. Che progetti ha l’azienda per l’immediato In tre anni di partecipazione al campionato, vince futuro? due Titoli Italiani di Classe e uno Assoluto nel Per scaramanzia non ne vorremmo parlare, Gruppo N con Luigi Moccia. possiamo solo dire che la voglia di fare c’è, Durante i tre anni le soddisfazioni sono state tante: 9 l’impegno è tanto e non resteremo fermi a vittorie, 13 piazzamenti a podio e 2 vittorie di classe guardare. nella prestigiosa “6 ore di Vallelunga”. C’è uno slogan, o una frase, in cui vi Dal 1998 al 2006 Zatti SPORT decide di dedicarsi riconoscete? totalmente all’allestimento sportivo. GUARDARE AVANTI E ANTICIPARE Il 13 marzo 2009 Zatti SPORT diventa uno dei 9 I CAMBIAMENTI. preparatori “Abarth Racing” a livello nazionale. Sede di Brescello - via Cisa 51/1
Brescello (Re) - Tel. 0522.484711 Parma - Tel. 0521.949711 Guastalla (Re) - Tel. 0522.484711
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