KAIROS
# 06 dicembre 2016
All’interno Intervista a Mimmo Tuccillo Sindaco di Afragola
Non tutti possono ricevere i nostri auguri Con l’approssimarsi del Natale e del nuovo anno c’è la consuetudine di scambiarsi gli auguri come segno di amicizia, di pace e di amore.
All’ipocrita retorica del vogliamoci bene che il conformismo sociale impone in questi momenti, per invitarci ad essere più buoni e mansueti, il nostro pensiero deve andare a condanna di chi usa il potere per emarginare, sfruttare, opprimere, massacrare, assetare, affamare.
A chi viola i diritti umani e la dignità dei popoli. Il tentativo nostro è di dare voce ai turbamenti, alle amarezze, ai soprusi e alle ingiustizie che sono costretti a subire quotidianamente quanti, e sono molti, vivono una marginalità sociale, nel nostro come in ogni altro paese del mondo.
Non meritano perciò i nostri auguri i potenti del mondo, le multinazionali, le banche salvate dai risparmiatori incolpevoli.
I nostri auguri non vanno ai costruttori di muri. A chi rimesta le acque luride delle fogne per gridare all’invasione a fronte di un dimezzamento del numero di chi tenta di attraversare il mediterraneo mentre cresce il numero dei morti annegati.
No, i nostri auguri non vanno ai costruttori di armi, a chi le commissiona e fa piovere bombe su popolazioni inermi; a chi fa volare droni che planano, invisibili, su geografie già annichilite dall’avidità dei plutocrati.
Non andranno i nostri auguri a chi del profitto ne fa religione, devastando vite e pianeta. A chi, ancora, vuole vederci costretti a scegliere tra salute e lavoro. A chi ci vuole emigranti.
A chi ruba la pensione ai vecchi ed il futuro ai giovani. Agli officianti di austerità e debito.
Possono mai andare i nostri auguri ad Henry Kissinger sopravvissuto a Fidel? al neo-eletto presidente Trump o al despota
Erdogan? ai cacicchi nostrani mai orfani di un Giorgio? alla italica classe prenditoriale sempre con le mani nella pubblica cassa mentre grida ‘al ladro!’ a chi rivendica reddito? alla casta dell’anticasta che scientemente ignora che legalità e giustizia non sono sinonimi?
Sicuramente i nostri auguri non andranno agli ignavi.
Nel nome di Berta Cáceres, attivista honduregna, in lotta per la dignità e l’autodeterinazione del suo popolo, assassinata il 3 marzo, e di Abd Elsalam Ahmed Eldanf che ha trovato la morte, lo scorso settembre a Piacenza, ad un picchetto per la dignità ed i diritti del lavoro, i nostri auguri sinceri e fraterni vanno a tutti noi che non abbassiamo la testa.
In direzione ostinata e contraria.
LA REDAZIONE
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