COR - The Local Magazine (IT / Edizione 1/2019)

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COR

UNO 2019

Vetta malga La vera felicità è raggiungere le cime più alte. O forse è più che sufficiente una tranquilla camminata in malga? Un elogio dell’alpinismo… e uno dell’escursionismo

OVUNQUE MI TROVI, SE VEDO UNA MONTAGNA, devo salirci. Anche se è soltanto una piccola cima. È proprio dentro di me. Non posso farne a meno. Non voglio nient’altro. È un brivido, arrivare lassù, fino in vetta: lì dove più avanti non si può proprio andare. Lì, dove il mondo per un pezzetto finisce. Lì, dove ti senti un re e al tempo stesso il più piccolo e insignificante battito di ciglia dell’eternità. L’avvertire questa fluttuante combinazione di sensazioni è talmente forte da causare quasi una dipendenza. Alcuni dicono che raggiungere la cima non sia poi così importante: ciò che conta è la natura, ciò che conta è stare all’aria aperta, ciò che conta è fare una sosta in una bella malga. Non credete a questa gente! La magia sta solo nella vetta. Il canederlo della malga non potrà mai essere buono quanto il panino allo speck tirato fuori dallo zaino e gustato in vetta. Raggiungere la cima significa anche mettere alla prova i propri limiti, azzardarsi a fare un passo oltre, capire anche quando è il momento di tornare indietro, raggiungere un traguardo ambizioso, oppure perlomeno provarci. Chi fa una camminata trascorre una bella giornata, sì. Ma chi scala la vetta è padrone del mondo. Scopre nuovi orizzonti… anche dentro di sé.

L E N Z

QUANDO FACCIO ESCURSIONISMO, parto semplicemente per mettermi in cammino. Non ho bisogno di un traguardo, camminare non è una gara. A volte non so neppure se desidero raggiungere una meta. E non lo faccio certamente perché devo. Voglio avere il tempo di guardare a destra e a sinistra. Voglio lasciar vagare lo sguardo e i pensieri. Cammino attraverso la frescura dei boschi, attraverso gli ampi pascoli verdi e osservo le maestose cime delle montagne dal basso. Percepisco una pace profonda dentro di me e mi fermo con rispetto davanti alle bellezze della natura. Vorrei, io, stare lassù sulla vetta e comportarmi come se fossi più grande di tutto questo? No! Camminare per il piacere di camminare? Sì! Non si tratta di mettere alla prova i propri limiti. Si tratta di sentirsi parte del tutto e, in questo, percepire di essere liberi. Chi per questo pensa di dover correre su e giù per vette, non ha capito la natura. Io voglio semplicemente vedere dove porta il sentiero e poi decidere da sola quando tornare indietro. E se proprio devo pormi una meta, alla croce di vetta preferisco davvero una malga… e un buon gulasch.

D E B O R A

L O N G A R I V A

K O P P E L S T Ä T T E R

Antico detto contadino Portan le Odle il cappello il tempo diventerà bello. Invece, una sciabola intorno, non porterà un buon giorno.

T H E L O C A L M AG A Z I N E


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