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Guarda che bello, Mamma!

In montagna con i bimbi

Percorsi brevi con attrezzature ludiche rendono l’escursione piacevole anche per i più piccoli. Come ad esempio il Parco del Sole Gitschberg, accanto alla stazione a monte della funivia, con uno scivolo gigante e una meridiana. Oppure il Parco Avventura Jochtal, che si snoda dalla stazione a monte della cabinovia Jochtal fino alla piattaforma panoramica Steinermandl, tra giochi con l’acqua e una mini fattoria didattica. Infine, il WoodyWalk sulla Plose offre ai piccoli giochi, strutture per arrampicarsi e infine i meritati canederli alla malga Rossalm.

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gitschberg-jochtal.com plose.org

C onquistare ogni fine settimana una cima diversa delle nostre montagne: un tempo, raggiungere la vetta e godere la vista spettacolare sulla vallata era per me il massimo della felicità. Sarà per sempre così, mi dicevo, anche se un giorno avrò dei figli. E invece, ho dovuto ricredermi.

A scanso di equivoci: il mio amore per la montagna è rimasto inalterato, anche ora che sono mamma di due bambini. Ogni settimana organizzo una bella escursione, studio i siti delle associazioni turistiche e spulcio le guide alpine digitali. Le mie priorità, però, sono cambiate. Oggi il programma non è più dettato dalla mia ambizione sportiva, ma dalle esigenze dei piccoli.

Meno male, perché solo ora capisco quanto mi sono persa lungo il cammino!

La Valle Isarco offre moltissimi itinerari adatti alle famiglie come la nostra. Questo fine settimana siamo saliti in quota con la funivia Gitschberg a partire da Maranza. La nostra meta era la piattaforma panoramica del Monte Cuzzo, a 2.500 metri di altezza. Una vetta modesta, ma pur sempre una vetta. Le emozioni dei bimbi non si sono fatte attendere: allontanandosi dal fondovalle, con gli occhi pieni di stupore osservano il mondo rimpicciolirsi sotto ai nostri piedi. Una natura così spettacolare a due passi da casa, che fortuna abbiamo noi altoatesini!

Giunti alla stazione a monte, estraggo dallo zaino il binocolo per ammirare il panorama. Orgogliosa, indico ai bambini, una a una, le cime circostanti che ho scalato nella mia vita precedente… e mi accorgo che non mi ascoltano più. Già calati nei panni di due piccoli esploratori, stanno esaminando con le loro lenti di ingrandimento cavallette, sassi e piante di ogni tipo. “Guarda come luccica questo coleottero, mamma”, esclamano eccitati. Il mio sguardo si posa invece sull’orologio: “Venite, abbiamo ancora un bel po’ di strada da fare!” A fatica riesco a staccarli da un’enorme fungo ovolaccio, che senza di loro non avrei mai notato. Tentando di frenare l’impazienza, penso alla straordinaria capacità che hanno i bambini di vivere nel qui e ora, e un po’ li invidio.

Procediamo quindi a passo di lumaca lungo il sentiero, tra prati disseminati di fiori di montagna. “Mamma, ti raccolgo un mazzo di fiorellini gialli”, dice il grande lanciandosi felice tra l’erba. Gli faccio segno con la mano, senza riuscire a distogliere del tutto lo sguardo dalla piattaforma panoramica. “Mammaaa, ho fame”, si lamenta intanto il piccolo. Non mi resta che stendere la coperta sul prato e disporvi sopra bibite e merenda. Sospirando, taglio a fette le mele portate da casa. A occhio e croce ci saremo allontanati di 100 metri dalla stazione a monte. “Ma siamo appena partiti”, brontolo delusa in direzione di mio marito, mentre ammiro distesa sulla schiena le nuvole che passano veloci in cielo.

Il sole avanza lento all’orizzonte, sembra quasi accompagnarci nella nostra giornata in mezzo ai prati alpini. L’impazienza iniziale è svanita, la tensione si è dissolta. La meta è troppo lontana, ormai non la raggiungeremo più. E già mi chino per raccogliere rami, osservare un formicaio e costruire una torre di sassi nell’acqua del ruscello. Ora non ho dubbi: la natura è davvero il parco divertimenti più grande del mondo, ed è qui intorno a me. “È proprio vero che il cammino è la meta”, penso felice, mentre il pomeriggio cede il passo alla sera e mi sento pervadere da un’improvvisa sensazione di appagamento e libertà.

Facciamo ritorno con le guance arrossate, una fame da lupi e lo zaino pieno di piccoli e grandi tesori. “Mamma, è stato bello oggi”, mi dice il grande mentre lo metto a letto. “Ho trovato una pietra magica”, esclama il piccolo. “Vedi, meglio di così non poteva andare”, dico a mio marito. E con il pensiero corro già alla nostra prossima escursione.

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